La resistenza di Olsen e Zaniolo

IL TEMPO - Se non fossimo abituati, nostro malgrado, alle altalenanti prestazioni di questa stagione, potremmo dire che la Roma vista lunedì è stata cinica in quanto è stata in grado di soffrire per poi pungere ed ottenere il bottino pieno. Putroppo non è così: nel primo tempo abbiamo patito in casa una squadra che probabilmente retrocederà nonostante i 3 punti offerti all'andata in beneficenza dalla Roma. Destino in serie B che auguro volentieri al Bologna anche per via di colui che siede sulla loro panchina. Poi, per fortuna e complice un ottimo Olsen in porta, abbiamo portato a casa i tre punti. Questa era la cosa più importante anche in vista del prossimo doppio confronto con le due squadre regionali. Cambiando argomento, non posso esimermi dal commentare la bella favola di nome Zaniolo: bella favola che, se non si cambia registro, rischia di diventare un film trash. Ovviamente lascio ad altri ben più qualificati giudizi dal punto di vista tecnico e tattico anche se è evidente che il giocatore è forte. Il mio commento è relativo alla sovresposizione mediatica in una piazza che per nulla si fa prendere dall’entusiasmo. Fossi la società, impedirei qualsiasi tipo di uscita pubblica, soprattutto televisiva, che non sia strettamente legata al campo e non sia attentamente controllata. Poi proverei a sequestrare lo smarphone alla signora Costa/Zaniolo: ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma penso che gli atteggiamenti avuti si-
no ad ora rasentino l’imbarazzante. Per carità, pur difendendo la libertà ed il diritto per chiunque di rendersi ridicolo, tutto questo potrebbe ripercuotersi negativamente su un giocatore della Roma, e questo mi preoccupa. Al posto del giocatore, onestamente, avrei un po' di vergogna e da genitore non capisco l’atteggiamento di guadagnare visibilità (e che visibilità) sulle spalle e, forse, a scapito del figlio. Non sono bacchettone, figuriamoci, ma so come potrebbe andare a finire. Forza Roma!


Quattro titolari a rischio derby

IL TEMPO - MENGHI - Tre quarti della difesa titolare e la star del momento a rischio derby. Frosinone è l'ostacolo dei diffidati di lusso della Roma: Zaniolo, Fazio, e ora anche Manolas e Florenzi. Per il ragazzino con la testa sulle spalle sarebbe la prima contro la Lazio, dopo la panchina nella gara d'andata da cui sembra trascorsa una vita, vista la crescita impressionante che ha avuto e che l’ha reso insostituibile a soli 19 anni: «Devo tenere i piedi per terra e continuare così. Il talento - ha detto Zaniolo in un’intervista a
La Giovane Italia - non è tutto, servono testa e allenamento». Tutte qualità che sta dimostrando a Di Francesco, intenzionato a spremere chi gli sta dando le risposte migliori, ma probabilmente costretto a pianificare un turnover per evitare quantomeno di rimanere senza difesa al derby: uno tra Fazio e Manolas può riposare sabato, Jesus ormai è recuperato e si candida, lo stesso vale per Santon che potrebbe tornare titolare per preservare Florenzi, il «bello de nonna» diventato il giocatore più fischiato della squadra. Se Kolarov era stato bersagliato dalla curva per aver dato degli incompetenti, calcisticamente parlando, agli stessi tifosi, Florenzi non ha fatto o detto nulla di eclatante per meritare questo trattamento e le colpe che gli vengono attribuite sono due: le preziose richieste per il rinnovo di contratto, firmato alla fine a 2,8 milioni di euro più bonus quando l'Inter gliene offriva 4, e l'aver rispettato una regola ormai più di un anno fa, non rispondendo alla «convocazione» della Sud infuriata dopo la sconfitta con la Sampdoria e spedendo negli spogliatoi i suoi compagni. Le ultime prestazioni poco convincenti hanno fatto il resto e hanno coinvolto nei fischi gran parte dell'Olimpico. «Non posso piacere a tutti», aveva asserito nella conferenza agostana post-rinnovo e oggi la pensa ancora così, ma non significa che non gli importi, anzi. Lui, romano, romanista e contestato, è il primo ad essere dispiaciuto per questa situazione che si è creata: è il paradosso del capitano (o vice), De Rossi può confermare.


La Primavera si gioca tutto in Danimarca

IL TEMPO - SCHITO - Gara da dentro o fuori per la Roma Primavera. Nel playoff di Youth League, i baby giallorossi, dopo il secondo posto ottenuto nel girone, cercano il pass per gli ottavi di finale nella massima competizione europea U19 nel match in gara unica contro il Midtjylland, campione nazionale di Danimarca, in programma oggi alle 14 (diretta su Sky Football) alla MCH Arena di Herning. Riccardi e compagni si giocheranno un bel pezzo della stagione in 90 minuti: in caso di parità si tireranno direttamente i rigori senza passare dai supplementari. «I ragazzi - le parole di Alberto De Rossi ai microfoni di Roma Tv - sono tutti motivati. Si respira l'aria di un torneo internazionale affascinante che riveste un'importanza fondamentale nella stagione perché fa crescere molto i ragazzi, incontrando squadre che giocano in maniera diversa rispetto all'Italia. Non vorrei che i ragazzi facessero una scelta tra il campionato e la Youth League ma inevitabilmente questo accade»


Raiola corteggia la star Zaniolo per la sua procura

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - È l’uomo copertina della Roma, di lui si è accorta anche tutta l’Europa calcistica dopo la doppietta col Porto, ed inevitabilmente è corteggiato dai procuratori più potenti in circolazione. Nicolò Zaniolo non deve districarsi solo all’interno di una potenza mediatica che gli è esplosa tra i piedi in maniera inaspettata, ma anche con la volontà dei manager- mediatori di assicurarsene il futuro. Tra questi – e forse su tutti – quel Mino Rajola gestore di star calcistiche, l’uomo che gestisce gli interessi di grandi stelle pallonare e da tempo fa pressing sulla famiglia del ragazzo. Da gennaio scorso, la procura di Zaniolo è passata a Vigorelli, che è il terzo procuratore ad avvicendarsi negli ultimi mesi – tra varie questioni ancora irrisolte legate a diritti d’immagine e penali da pagare – ma i contatti con Rajola sono recenti, con il manager che continua a marcare stretto la famiglia del giovane. In pieni discorsi legati al rinnovo contrattuale, questo contorno può condizionare molto la trattativa e rischia di disturbare la crescita di uno dei giovani più talentuosi del calcio italiano. È intanto partita ieri la vendita in prelazione dei biglietti per il derby di sabato 2 marzo.


Aut aut sullo stadio: “Garantite le strade e demolite le case”

LA REPUBBLICA - D'ALBERGO - C’è un ostacolo in più sulla strada che porta al nuovo stadio della Roma. Letteralmente, perché il Campidoglio è stato chiaro con il club giallorosso: sull’unificazione di via del Mare e di via Ostiense non si transige. Le due direttrici andranno riunite anche nel tratto tra viale Marconi e l’area di Tor di Valle scelta per la realizzazione della futura casa dei romanisti. Un’unica linea retta, mentre ora le due strade si dividono per centinaia di metri all’altezza della metro Magliana per poi ricongiungersi. Il problema è che in quel tratto ci sono case, un’autorimessa e una carrozzeria. La soluzione prospettata nella riunione di lunedì da palazzo Senatorio ai privati? L’esproprio e poi la demolizione di abitazioni e capannoni per far spazio alla nuova viabilità. Un’impresa non da poco per tempi e costi. Ma l’unico modo, secondo l’amministrazione capitolina, per portare a casa una convenzione urbanistica accettabile. Nel documento conclusivo che passerà al vaglio del consiglio comunale ci sarà anche la ricostruzione delle tribune del vecchio ippodromo — oggi un rudere — disegnato da Julio Lafuente per le Olimpiadi del 1960. A gestire per 30 anni la riproduzione della storica location di Febbre da Cavallo sarà la Roma. James Pallotta, presidente del club, spendendo circa 105 milioni di euro farà presto suoi i terreni di Tor di Valle ora della Eurnova di Luca Parnasi, il costruttore in attesa di processo nell’inchiesta per corruzione sullo stadio. E con gli appezzamenti pagati 42 milioni dall’imprenditore, la società di Trigoria si intesterà anche l’intero progetto. Un piano su cui entro 10 giorni, dopo il «catastrofico» parere del Politecnico di Torino, si chiuderà la due diligence dei manager capitolini: non dovrebbero saltare fuori nuovi intoppi. Per gli uffici l’iter non è stato toccato dall’inchiesta e si può andare avanti. A patto che vengano rispettate le condizioni poste sulla mobilità. Richieste che, così si mormora in Campidoglio, potrebbero far slittare l’apertura dell’impianto oltre il 2023. Che l’inaugurazione avvenga prima o dopo quella data, poco importa per Paolo Berdini. L’ex assessore all’Urbanistica della giunta Raggi ieri è tornato in Campidoglio per esporre tutti i suoi dubbi sull’operazione di Tor di Valle: «Sfido la maggioranza a votare certi atti (domani è in programma un consiglio straordinario, ndr) perché avranno conseguenze personali interminabili». Per il progettista che ha lasciato il Comune in polemica con i 5S le prescrizioni del Politecnico sono irricevibili: «È un falso. Scrivono di quattro binari in più nella stazione di Magliana e altrettanti a Tor di Valle per potenziare i trasporti via treno. Non si può fare. Vuol dire demolire decine di palazzi. Se ci sarà il via libera del consiglio, andrò in procura. La giunta? Ha tradito le promesse elettorali»


La squadra che tira la carretta e il Flaco perduto

CORRIERE DELLA SERA - Tre punti pesantissimi e una certezza: la Roma vista contro il Bologna è una squadra che, nella corsa per il quarto posto, rischia di pagare un dazio agli infortuni, che hanno colpito un po’ tutti nella rosa, e alla stanchezza di chi tira la carretta (...) Sorprende quindi che nelle rotazioni e nei cambi di ruolo e giocatori che sentono visibilmente la fatica, non solo a Di Francesco ma a nessuno di noi non venga nemmeno in mente di chiedere aiuto e minuti al calciatore più importante acquistato in estate: Javier Pastore. Possibile che, a tre settimane da Fiorentina-Roma, di lui si siano perse completamente le tracce? (...)


Il nuovo Stadio di Tor di Valle va in assemblea

GAZZETTA DELLO SPORT - Come si immaginava, una controffensiva sul nuovo stadio della Roma è in partenza, ma sembra abbia respiro abbastanza corto. Ieri, infatti, è stata annunciata la presentazione di una delibera, a firma dei consiglieri Stefano Fassina (Liberi Uguali) e Cristina Grancio (ex M5S) che chiede l’annullamento della dichiarazione di pubblico interesse per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Tutto è stato esplicitato in una conferenza stampa, a cui ha preso parte anche l’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini. «Adesso abbiamo anche la conferma del Politecnico che, se fosse realizzato lo stadio a Tor di Valle, le conseguenze per la mobilità sarebbero catastrofiche (...) Tutto lascia pensare, però, che la delibera a firma Fassina-Grancio sarà bocciata non soltanto dalla maggioranza, ma anche da parte di alcuni partiti dell’opposizione. Tra l’altro, c’è da segnalare come domani l’argomento riguardante il nuovo stadio vada in discussione nell’assemblea capitolina ma, strepiti a parte, in questo caso non ci saranno grossi scossoni.


Totti nella Hall of Fame del calcio italiano insieme a Zanetti, Antognoni e Allegri

GAZZETTA DELLO SPORT - Nella Hall of fame della Roma è entrato di diritto il 29 maggio 2017, all’indomani del suo addio al calcio giocato, dopo 28 anni di militanza giallorossa, con 786 presenze e 307 reti in gare ufficiali negli scarpini. Nella Hall of fame del calcio italiano – è notizia di ieri –, Francesco Totti entrerà a maggio, nella categoria «giocatori italiani», ed il titolo che gli assegna la giuria presieduta dal presidente dell’Unione stampa sportiva italiana Luigi Ferrajolo vuole riconoscergli certamente i trofei conquistati in maglia azzurra – il Mondiale del 2006, l’Europeo Under 21 di dieci anni prima –, ma, probabilmente, innanzitutto l’enorme valore simbolico che la carriera di Totti ha nella storia dello sport e del costume di questo Paese: un esempio di ingegno e fedeltà. Totti entra a far parte di una squadra di eroi, gli hall of famers premiati nelle sette edizioni precedenti: Roberto Baggio, Paolo Maldini, Franco Baresi, Fabio Cannavaro, Gianluca Vialli, Giuseppe Bergomi, Alessandro Del Piero. (...) La novità di questa edizione è l’istituzione di due nuovi riconoscimenti, un premio al fairplay intitolato a Davide Astori (va a Igor Trocchia, tecnico delle giovanili del Pontisola che ritirò la sua squadra per offese razziste), e un riconoscimento speciale che la giuria ha deciso di conferire alla memoria di Gianni Brera, leggenda del giornalismo sportivo.


PSAP Awards, Manolas è il miglior calciatore greco che gioca all'estero

Kostas Manolas, difensore della Roma, è stato premiato dai PSAP Awards come miglior calciatore greco che gioca all'estero. Il giallorosso ha battuto Mitroglu del Galatasaray e Sokratis dell'Arsenal. A causa di impegni con la Roma non ha potuto ritirare il premio. Al suo posto lo zio, ma il giallorosso ha comunque voluto inviare un video messaggio:

"Mi piacerebbe essere lì con voi, ma i miei impegni con la Roma non lo permettono. Voglio ringraziarvi per questo premio, per me è un onore e una grande motivazione a continuare così".


Calciomercato Roma: Monchi continua a seguire Radu ma l'Inter vuole farne l'erede di Handanovic

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Nell'affare estivo che ha portato Nicolò Zaniolo alla Roma e Radja Nainggolan all'Inter poteva finirci anche il portiere Radu, ora protagonista di un'ottima stagione al Genoa dove ha guadagnato i gradi di titolare. Il portiere romeno continua ad essere monitorato con grande attenzione da Monchi che potrebbe tornare all'attacco in estate ma i nerazzurri, che hanno un diritto di riacquisto a 12 milioni per il primo anno e 15 per il secondo sono intenzionati a farne l'erede di Samir Handanovic.


L’impatto dell’assenza di Alisson sulla Roma

ULTIMOUOMO.COM - SALTARI - Il trasferimento di Alisson al Liverpool ha lasciato un solco profondo anche nel gioco della Roma, che in estate ha deciso di affidare la sua porta a Robin Olsen. Anche in questo caso non è solo una questione di riflessi tra i pali, anche se ovviamente anche quello sta inevitabilmente influendo sui risultati dei giallorossi. Se Alisson in porta è statisticamente eccezionale, infatti, Olsen invece rientra in una fascia media anche in Serie A, con il 72% di tiri in porta parati e una differenza tra Expected Goals subiti e gol concessi addirittura di -11,7 (15esimo nel campionato italiano in questa statistica). Pur essendo tecnicamente pulito, Olsen è molto più conservativo con i piedi e soprattutto non è particolarmente a suo agio nell’uscire dalla porta e a giocare da libero. L’altezza media dei tocchi del portiere svedese è di 9,1 metri dalla linea di porta, cioè esattamente due metri in meno rispetto a quella di Alisson la scorsa stagione, mentre le sweeper keepings si fermano a 0,25 per 90 minuti, cioè la metà del dato del brasiliano di quest’anno e quasi meno di un quinto di quello della scorsa stagione. Nonostante non sia sicuramente l’unico, è un dato da prendere in considerazione quando si valuta la scelta di Di Francesco di adottare un atteggiamento più prudente e una linea di difesa molto più bassa rispetto all’anno scorso, soprattutto contro le squadre della parte alta della classifica. L’altezza media del baricentro della Roma è infatti passato dai 50,2 metri dell’anno scorso ai 49,1 metri di quest’anno. Certo, è probabile che la decisione dell’allenatore abruzzese sia stata provocata anche da altri ragionamenti – compreso ovviamente anche il cambio di modulo – e non è detto che le cose non cambieranno ulteriormente in futuro – per esempio, nelle ultimissime partite di campionato si è tornata a vedere una difesa altissima e un Olsen insolitamente fuori dalla propria area di rigore (una scelta che però si è già scontrata con le sue caratteristiche, come il 7-1 subito in Coppa Italia contro la Fiorentina ha confermato). Non c’è dubbio che la cessione di Alisson abbia lasciato un grosso vuoto nel gioco della Roma, che Di Francesco ha faticato molto a riempire. Il portiere brasiliano è un profilo quasi unico nel panorama calcistico mondiale e i vantaggi derivanti dal suo gioco non sono tutti evidenti come le parate miracolose che ci ritroviamo negli highlights alla fine di ogni giornata di campionato.


Tpo, il Porto se la cava con una multa: la Fifa chiede 44 mila euro

ILSOLE24ORE.COM - BELLINAZZO - La Commissione Disiciplinare della Fifa ha sanzionato il Porto con una multa di 50 mila franchi svizzeri (circa 44 mila euro) per violazioni in merito all’ingerenza di terze parti e per non aver fornito dati corretti nel Transfer Matching System (TMS). Per la Commissione Disciplinare, il club portoghese ha violato l’articolo 18 bis par. 1 del Regolamento sullo Status e sui Trasferimenti dei Giocatori (RSTP) siglando contratti che permettevano a parti terze di avere un’influenza sull’indipendenza del club e sulle politiche relative ai trasferimenti. Inoltre, il Porto ha violato l’articolo 4 par. 2 dello stesso regolamento (edizione del 2012) per non aver fornito dati corretti nel TMS riguardo al trasferimento di un giocatore.