E Mancini elogia DiFra: «Bravo e coraggioso a far giocare il baby talento da titolare»

LEGGO - BALZANI - Roberto Mancini ci ha creduto da subito. E oggi, oltre a ringraziare la Roma e Di Francesco, si prende i giusti meriti. Il ct azzurro, infatti, convocò Zaniolo a settembre quando il talento giallorosso non aveva nemmeno esordito in serie A attirandosi pure qualche critica. Ora se lo ritrova nella due giorni di stage a Coverciano, con tutta un'altra storia da raccontare. Sembra l'inizio di una lungo romanzo tra l'ex Primavera dell'Inter (chissà cosa ne pensano ad Appiano) e la nazionale italiana. «Io l'ho chiamato perché lo avevo seguito agli Europei U19 e mi era piaciuto - ha detto ieri Mancini -. Avevamo capito che poteva essere un giocatore del futuro, poi è stato bravo anche Di Francesco a lanciarlo. Può giocare già in Nazionale visto che ha avuto una crescita velocissima e forse imprevedibile».

Sulle caratteristiche e sugli altri giovani: «E' un centrocampista moderno, è stato molto precoce. Ora serve mantenersi, lavorando sodo. Ha qualità tecniche e fisiche impressionanti. Oggi l'unico giovane che ha tante presenze in Serie A è Donnarumma, poi c'è Chiesa. Ho sentito suo padre Enrico a Natale e gli ho detto che doveva fare più gol, si vede che gliel'ha riferito. E' un esterno offensivo e il gol deve essere nel suo bagaglio tecnico. Corre molto, con l'esperienza si impara poi a fare una corsa a vuoto in meno e arrivando meno stanco sotto porta. Spero continui così». Poi una bacchettata ai club: «Ai miei tempi magari i giovani avevano più partite, giocavano di più. Però sono ottimista perché pian piano stanno trovando spazio». Ma Mancini non pensa solo ai giovani: «Balotelli fa parte del gruppo e dipenderà da lui. Ieri ha giocato la seconda partita in quattro-cinque mesi. Dipenderà tutto da lui. Se fa gol sempre da qui a fine marzo vedremo. Quagliarella? E' sempre stato forte, sa benissimo però che potrà esserci o no. Se poteva stare nella nostra Samp? In panchina sì (ride, ndr)».


A tavola con le romane c’è anche l’Atalanta

LA REPUBBLICA - L’Atalanta vince anche quando è brutta. Segno di forza. Ieri le è bastata una rete di Hateboer per espugnare la Sardegna Arena (0-1) davanti a un Cagliari senza Barella squalificato e Birsa infortunato al 13’ (sospetta frattura del braccio). Soltanto dopo un’ora, grazie al debutto dei nuovi acquisti Pellegrini e Thereau, i sardi hanno trovato più spazi nella difesa di Gasperini.

Primo tempo senza emozioni. Nel secondo Ilicic al posto di uno stanco Gomez ha svegliato l’attacco bergamasco. La rete arriva al 5’, di testa. Poi anche Thereau deve arrendersi (stiramento) dopo appena 20’ minuti di campo lasciando il Cagliari in 10. E in 10 Deiola colpisce la traversa nel recupero. Atalanta a 35 punti con Lazio e Roma, a –1 dalla zona Champions.


Già venduti 43mila biglietti per il Porto

IL TEMPO - MENGHI - Prove di pace coi tifosi. La Champions League fa storia a sé e, pure quando in campionato le cose non vanno nel verso giusto, attira sempre il pubblico delle grande occasioni. Col Porto, per la partita d'andata degli ottavi di finale, non sarà diverso: sono stati staccati 43 mila biglietti e si punta a riempire lo stadio negli ultimi giorni di vendita, anche se dopo il boom iniziale ai botteghini gli acquisti si sono di gran lunga ridotti e c'è stata un po' una frenata. Basti pensare che erano 33 mila i tagliandi prenotati in fase di prelazione da chi era in possesso dei mini-abbonamenti per l'Europa, fase che si è chiusa lo scorso 7 gennaio. Pure la vendita libera era partita bene con 7 mila biglietti spazzati via in poche ore, poi però, complici i risultati della squadra e i più costosi posti liberi rimasti, si è andati a rilento.

La speranza è di vedere un Olimpico pieno dopo la curva polemicamente vuota dal quarto d'ora del primo tempo col Milan. Ma la contestazione non è ancora finita, domenica al triplice fischio sono piovuti fischi anche se la prova dei giallorossi non era da disprezzare. Il 7-1 di Coppa Italia ha lasciato il segno e per cancellarlo serve tempo, e vittorie. A partire magari da Verona, dove lo spicchio per gli ospiti è sempre grande e affollato e la Roma si aspetta di vederlo tutto colorato di giallorosso venerdì, nonostante le poche centinaia di biglietti staccati ieri.


Sullo Stadio blitz di Raggi ma resta il nodo del traffico

LA REPUBBLICA - Caricato di un'importanza che, al di là del suo contenuto, tecnicamente non ha sul prosieguo o meno del progetto, secretato per 5 giorni per evitare fughe di notizie, finalmente stamattina verrà illustrato dalla sindaca Virginia Raggi in una conferenza stampa che taglia fuori il resto del consiglio comunale. C'è un'aura di mistero (e molte polemiche) attorno al parere del Politecnico di Torino sul progetto dello Stadio della Roma.La giunta M5S si è affidata a una relazione di un ente terzo per uscire dall'impasse generata a giugno dall'inchiesta della magistratura che ha coinvolto, tra gli altri, il costruttore Luca Parnasi, e il problem-solver della sindaca sull'impianto, quel Luca Lanzalone promosso alla presidenza di Acea proprio per il suo lavoro sullo stadio. Da allora la prima cittadina ha ribadito la volontà di andare avanti sul progetto di Tor di Valle.

Oggi si scopriranno le carte e Raggi spiegherà le prossime mosse alla presenza del professore del Politecnico Bruno Dalla Chiara che ha lavorato al parere. "Ne parleremo in massima trasparenza — assicura l'assessore allo Sport, Daniele Frongia — non c'è nessun segreto". Eppure due mesi fa, quando filtra una prima bozza della relazione (nella quale la mobilità nel quadrante di Tor di Valle era definita "catastrofica" in presenza dell'impianto) si sollevò un polverone. Per evitare nuove anticipazioni, ieri la maggioranza ha disertato la commissione trasparenza (guidata dal dem Marco Palumbo). Una decisione che ha avvelenato il clima, con promesse di esposti e ricorsi al Tar da parte dell'opposizione. "Chi può aver paura della verità? Solo chi ha qualcosa da nascondere", attacca Ilaria Piccolo, Pd. Forti del parere del Segretariato del Campidoglio (che metteva in luce il numero elevato di convocazioni della Trasparenza, anche oltre le sue "competenze regolamentari"), i 5 Stelle si sono tenuti alla larga dalla riunione, rimandando a oggi il giorno decisivo.

Le indiscrezioni parlano di un sostanziale parere positivo del Politecnico con prescrizioni sul traffico. D'altra parte, a esprimere "preoccupazione per la ricaduta sulla mobilità" e stata ieri l'agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma. "La mobilità — afferma il presidente Carlo Sgandurra — tutela un interesse maggiore di quello degli stessi tifosi, perché tocca anche chi non vuole andare allo stadio". Rilievi simili li aveva già sollevati la conferenza dei servizi, l'organismo al quale Raggi deve fornire risposte sui flussi di traffico a Tor di Valle prima che la Regione dia il via libera definitivo all'impianto. E proprio alla Regione la Raggi vorrebbe bussare per chiedere fondi per potenziare la Roma-Lido che fa capo all'ente governato da Nicola Zingaretti. "Ma quello eècompito dei privati — è la posizione della Regione — altrimenti dove sarebbe l'interesse pubblico dell'opera". Sul cammino dello stadio, insomma, gli scogli non mancano. Oltre alle proteste dei Municipi IX e XI (entrambi M5S) che devono dare pareri non vincolanti sul progetto, un nuovo esposto è stato presentato in procura firmato da alcune associazioni che segnalano "le gravissime e insanabili illegittimità" nel progetto di Tor di Valle.

 

 

 

 

Contrasti e duelli, il gruppo torna a essere più cattivo

IL MESSAGGERO - CARINA - Nella sera del ritorno al 4-3-3, ciò che è piaciuto della Roma è stata la capacità di mostrare cattiveria. Squadra più corta, che ha volutamente lasciato all’Olimpico il possesso palla agli avversari (44% totale, sceso addirittura a 38,6% nella ripresa rispetto ad una media casalinga del 52,5%) e che per una volta ha mostrato un agonismo insperato anche in alcuni interpreti che per carattere sembravano esserne sprovvisti. Di Francesco l’ha ribattezzata ‘tigna’.

Considerando esclusivamente le gare disputate nel 2019, quella di domenica è stata quella che ha visto addirittura il 75% dei contrasti effettuati vinti (ben 16). Se la media dei falli s’è assestata sul trend stagionale (15) balza agli occhi la percentuale dei duelli aerei vinti (60%) nonostante in mediana mancassero Nzonzi e Cristante. Ma anche la media dei duelli di gioco (54%) è la più alta delle 5 partite del nuovo anno, con De Rossi capofila (3 su 3). Un contrasto è costato caro a Bianda, che nella sfida in Primavera col Milan si è infortunato al ginocchio. Si sospetta la rottura del crociato destro.


Diga giallorossa

IL TEMPO - MENGHI - Con o senza di lui fa tutta la differenza del mondo: De Rossi cambia la Roma. Non è bastata la sua presenza per evitare il gol di Piatek, ma è contro il Milan che si è capito quanto il capitano fosse mancato ai compagni, soprattutto a chi gioca alle sue spalle. Difensore aggiunto, play formidabile e mister in campo, è a 360° un giocatore insostituibile, anche a 35 anni, anche quando il fiato finisce. E ci mancherebbe, dopo oltre 3 mesi di stop e 90 minuti da leader. Di Francesco si è aggrappato a lui nei momenti più difficili, è l'uomo con cui si relaziona durante le partite, quello a cui affida il compito di dirigere la squadra, sia tatticamente sia mentalmente: "So quanto ci sia mancato, la sua presenza - ha sottolineato il tecnico dopo l'1-1 coi rossoneri - può determinare il sistema di gioco: sapete quanto mi possa piacere il 4-3-3, l'ho fatto per dare con Daniele maggiore protezione alla linea difensiva. E con lui in campo la difesa ha lavorato meglio, lo ha dimostrato l'anno scorso".

Una tesi sostenuta dai numeri: in questa stagione sono 16 i gol incassati con De Rossi in campo (media di 1,14), 30 senza di lui (1,5), in quella passata si va dai 21 in 32 presenze (0,65) ai 27 in 26 (1,03). Il totale ritrae al meglio le due facce della Roma, con lui la media è di 0,80 e senza 1,23. Come se si spegnesse la luce. E questo "buio" fa paura se si pensa che tra 4 mesi il contratto del capitano giungerà alla fatidica scadenza, senza che in rosa ci sia un sostituto in grado di non farlo rimpiangere. Ma, sia chiaro, la società non ha nessuna intenzione di far smettere il suo numero 16 e sarebbe pronta a fargli firmare il rinnovo se il fisico lo supporterà e lui per primo si sentirà sicuro di poter dare un contributo.

De Rossi ha testato il ginocchio fragile contro il Milan, ha resistito per 90 minuti nonostante la stanchezza che, inevitabile, si è fatta sentire al rientro da titolare dopo 98 giorni e adesso nessuno vorrebbe toglierlo dalla cabina di regia, ma fargli giocare 3 partite in 10 giorni potrebbe essere un rischio troppo grande, perciò un ragionamento va fatto. Nzonzi ritorna dalla squalifica assieme a Cristante e venerdì col Chievo potrebbero essere loro due i mediani prescelti davanti alla difesa, permettendo al capitano di riposarsi in attesa dell'andata degli ottavi con il Porto, in programma martedì 12 all'Olimpico. De Rossi deve gestirsi, ieri alla ripresa degli allenamenti ha fatto scarico assieme ai (pochi) compagni scesi in campo domenica, mentre i suoi "colleghi" azzurri erano in prova dal ct Mancini a Coverciano (stage per Florenzi, El Shaarawy, Zaniolo, Pellegrini e Cristante: tornano oggi pomeriggio a Trigoria, alle 15 seduta diretta da Di Francesco, ieri assente perché a Francoforte per il meeting Uefa) e gli infortunati Jesus, Perotti e Under lavoravano individualmente. Un piccolo progresso per le due ali, che non hanno smesso di sperare nel rientro per la Champions.


Zaniolo in azzurro: il rinnovo è vicino fino al 2024

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Dalla Roma alla Nazionale. Zaniolo si gode il suo momento d'oro. Tra paragoni di alto livello e una continuità confermata dal gol del pareggio contro il Milan (il terzo stagionale, come nessun altro alla sua età da Totti in poi), il 19enne partecipa con altri quattro romanisti (Cristante, Florenzi, Pellegrini, El Shaarawy) alto stage di due giorni voluto da Mancini, sempre più consapevole di una crescita che spaventa Trigoria.

Su Nicolò hanno messo gli occhi i grandi club (la Juve su tutti) e Monchi deve accelerare i tempi del rinnovo contrattuale. Con Vigorelli, manager del ragazzo, i rapporti sono buoni e a breve dovrebbe arrivare il rinnovo fino al 2024, con importante aumento dello stipendio: da circa 400 mila euro, Zaniolo arriverà a guadagnare intorno al milione e mezzo a stagione (più bonus), un salto in avanti decisivo, che si spera non gli faccia girare la testa.

Testa che non rischia di girare la Roma, reduce dalla dura contestazione della curva Sud, che non si è addolcita neanche dopo l'1-1 contro il Milan. Venerdì la trasferta di Verona, martedì prossimo il Porto, in Champions: Di Francesco si gioca la stagione di nuovo, in perenne bilico.


Stadio della Roma, la Raggi cala l'asso

IL TEMPO - MAGLIARO - Oggi, finalmente, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, presenterà alla stampa la relazione finale del Politecnico di Torino sul progetto della Roma di costruire il proprio stadio a Tor di Valle. L'annuncio dell'incontro con i giornalisti - al quale prenderà parte anche il professor Bruno Dalla Chiara dell'Ateneo torinese autore dello studio, e il presidente di Roma Servizi per la Mobilità, Stefano Brinchi - è arrivato ieri mattina, proprio nel momento in cui stava per iniziare la seduta della Commissione Trasparenza dedicata alla relazione e boicottata dall'Amministrazione capitolina con contorno di grandi polemiche da parte dei consiglieri di opposizione.

Ad aprire le danze è stata la diffusione di un'email del direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, spedita venerdì 1 febbraio alle 16.42 e indirizzata ai dirigenti convocati dalla Commissione Trasparenza. Nel breve testo, il Dg comunale scriveva: "In merito alla convocazione della commissione trasparenza il nostro Ente ritiene opportuno limitare la partecipazione alla parte politica". Insomma, una formula diplomatica per consigliare caldamente di rimanere nei propri uffici. E, infatti, nessuno dei dirigenti che ha ricevuto questa email si è presentato alla seduta: c'erano un inviato del Dipartimento Sport e quelli dei Municipi IX e XI cui l'email, infatti, non era stata spedita. "Parte politica", poi, più che dimezzata: domenica sera, mentre Roma e Milan si affrontavano, il Gruppo 5Stelle aveva annunciato l'assenza dalla Commissione, accampando motivazioni di legittimità della convocazione quanto meno flebili.

Tutto questo, ovviamente, ha scatenato le opposizioni che hanno rivolto alla maggioranza accuse di attentato vero e proprio alle funzioni dell'Assemblea. Il presidente della Commissione, il pd Marco Palumbo, ha immediatamente riconvocato la Commissione stessa per giovedì 7 e ha annunciato la presentazione di esposti in Procura contro i vertici del Campidoglio rei di aver compiuto abusi di potere e omissione d'atti d'ufficio non avendo consentito alla Commissione stessa di adempiere il proprio ruolo. Seduta che, poi, però, si è trasformata per l'ennesima volta nella passerella di inutili chiacchiericci del variegato e minoritario piccolo mondo anti-stadio: idee strampalate e totale assenza di conoscenza delle carte, delle leggi e delle delibere comunali hanno reso la Commissione un teatrino di oltre due ore di nulla.

Archiviata la questione Commissione Trasparenza e le sue implicazioni, stamattina finalmente sapremo come il Politecnico sia riuscito a modificare la relazione dalla bozza con il famoso "catastrofico", riferito al traffico delle partite serali infrasettimanali in qualcosa che, se non è "bello, bello, bellissimo" quanto meno gli si avvicini molto. Dai corridoio di Palazzo Senatorio ovviamente filtra molto ottimismo: né la Raggi avrebbe convocato la stampa, insieme al professor Dalla Chiara, se il testo fosse rimasto così negativo come la stesura preliminare.


Ultimo giorno di stage a Coverciano per la Nazionale (Foto)

Siamo arrivati all'ultima giornata di stage della Nazionale per la preparazione alle gare di qualificazione agli Europei con Filanda (il 23 marzo a Udine) e Liechtenstein (26 marzo a Parma). Tra i 32 convocati dal ct azzurro, anche 5 giallorossi: El Shaarawy, Cristante, Florenzi, Pellegrini e Zaniolo

 


Uefa, la due giorni Capitale per frenare la Fifa

IL MESSAGGERO - VALENTINI -  Per due giorni, mercoledì e giovedì prossimi, Roma sarà la capitale del calcio europeo: non di quello giocato, ma di quello parlato, altrettanto vivace, controverso e litigioso. Per il Congresso della UEFA (la Confederazione continentale), si ritrovano dirigenti e delegati delle 55 Federazioni europee. Dietro l'omaggio istituzionale alla Figc e al nostro Paese che ospiteranno a giugno un interessantissimo Europeo Under 21, si agitano come sempre interessi economici e finanziari e l'eterna concorrenza tra Uefa e Fifa, la Federazione mondiale.

Una rivalità storica tra presidenti e scelte di politica sportiva, sullo sfondo di fiumi di denaro e di diritti tv: è stato così tra Havelange e Johansson, poi tra Blatter e Platini, e adesso tra Ceferin (che sarà confermato dal Congresso di Roma n.1 della Uefa) e Gianni Infantino, l'avvocato di origini calabresi entrato in punta di piedi nell'ufficio legale della Uefa e proiettato al comando del calcio mondiale dopo l'imprevisto tramonto della gestione Platini, di cui era segretario generale. Niente di nuovo sotto il sole, si direbbe, ma con i suoi 4 miliardi e mezzo di fatturato, oltre 2 mila partite tra Coppe e Campionati europei, più di 3 miliardi di incasso annuo dai diritti tv, la Uefa fa la voce grossa. Contesta per esempio il progetto Fifa di un Mundialito per club (ogni 4 anni con 24 squadre); nicchia sul Mondiale con 48 Nazionali già dal Qatar 2022 e in mancanza di un accordo - che gira guarda caso sulla spartizione della torta ripiena di euro e dollari - minaccia di boicottare le due manifestazioni della Fifa, ritirando Nazionali e squadre di club. Parenti-serpenti che ovviamente si metteranno d'accordo per il bene e lo sviluppo della famiglia del calcio. Si rinnoverà anche l'Esecutivo della Uefa, ma l'Italia per ora non corre rischi: con Michele Uva in carica altri 2 anni e con il romanissimo Zibi Boniek, n.1 in Polonia.


Stadio, illustrata la relazione del Politecnico di Torino. Raggi: "Lo stadio si fa"

In mattinata, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, si è tenuta una conferenza stampa, indetta da Virginia Raggi, in merito al progetto Stadio della Roma. Al fianco della sindaca il professor Bruno Dalla Chiara e il presidente di Roma Servizi per la Mobilità, Stefano Brinchi. Raggi ha illustrato il contenuto della relazione del Politecnico di Torino sulla mobilità nel progetto del nuovo stadio giallorosso. Le parole della prima cittadina romana sono state orientate ad una conclusione positiva dell’iter, affermando che:

“Lo stadio si fa e i proponenti, se vorranno, potranno aprire i cantieri già quest’anno”.

Dalla Chiara e Brinchi, inoltre, hanno asserito che il parere del Politecnico di Torino sulla mobilità è sostenibile. Erano presenti all’evento anche Mauro Baldissoni, vicepresidente esecutivo della Roma, e Daniele Frongia, assessore allo Sport di Roma Capitale.


Stadio, Baldissoni: "È tempo ormai che la città abbia la possibilità di vedere un investimento di tale portata e che la Roma possa iniziare la costruzione”

Mauro Baldissoni, vicepresidente della Roma, ha parlato al termine della conferenza stampa sullo Stadio della Roma convocata da Virginia Raggi. Queste le sue dichiarazioni:

È una giornata importante. Che sensazioni avete?

“In realtà è solo un passaggio. Voi sapete da quanto stiamo lavorando a questo progetto con l’amministrazione. Sapete anche che questo è un passaggio fuori dalla procedura e che non aveva un valore giuridico ma più che altro mediatico-politico. È stato giusto che l’amministrazione abbia voluto fare controlli ulteriori sulla sostenibilità del progetto. Non siamo sorpresi, ci attendevamo un esito positivo, perché anche nella bozza che è filtrata precedentemente si diceva che gli studi relativi al traffico erano stati fatti in maniera professionale e le criticità erano state riscontrate su un discorso più ampio, ovvero quello delle ricadute sulla città, non tanto sul sito, sul quale doveva valutare il proponente. Parlavamo di un problema di Roma più che dello Stadio in sé. La scelta di puntare molto su un servizio pubblico e su rotaia ovviamente ci vede d’accordo. Avete visto che cosa è successo a San Siro dopo l’apertura della Linea Viola per la finale di Champions League di due anni fa. Ha portato un aumento enorme di presenze allo stadio nell’ultimo biennio perché evidentemente rende più semplice e più comodo accedere allo stadio. Questo è giusto che debba avvenire anche a Roma, in linea con quelle che sono le migliori indicazioni a livello europeo e questo deve essere il futuro della mobilità. Aggiungo peraltro un elemento che non è stato preso in considerazione giustamente in queste analisi, perché in un’analisi del rischio si deve guardare lo scenario eventualmente più problematico. Sapete che noi però abbiamo in mente un progetto anche con un’offerta intorno allo stadio di intrattenimento, ci sarà un servizio a disposizione dell’utenza per favorire una presenza sul sito molto più lunga, non soltanto relativa ai 90 minuti della partita ma che possa consentire alla gente di arrivare prima e di andare via successivamente, dopo essersi fermati a godere di altre possibilità di intrattenimento. Anche questo dovrebbe favorire l’afflusso e il deflusso. Ripeto, non era oggetto di un esame del rischio come quello che è stato fatto in questo caso dal Politecnico di Torino ma ci rende ulteriormente sereni su quella che sarà la comodità di accedere e di defluire dal sito. È evidente che l’interesse della Roma e non solo della città è che tutti coloro che debbano venire a vedere la partita allo stadio possano farlo nelle migliori condizioni possibili”.

L’assessore Montuori ha detto che potrebbe slittare l’approdo in Consiglio comunale a giugno. Il presidente Pallotta scalpita. Questo crea qualche problema? 

“Non parliamo di date ipotetiche. Quello che facciamo, come ha ricordato anche la Sindaca, è continuare a lavorare quotidianamente. Quotidianamente significa quasi ogni giorno, incluso oggi stesso. Ha citato delle riunioni che effettivamente ci sono anche oggi per risolvere quelle che sono le ultime tematiche da indirizzare per la conclusione della Convenzione urbanistica tra proponente e amministrazione. Non ci sono temi controversi, ci sono solo temi tecnici da definire. Immaginiamo di riuscire a farlo in tempi molto molto ristretti. Montuori stesso ha citato la possibilità di essere pronti entro un mese, da lì in poi dunque noi ci aspettiamo che sia possibile concludere tutta la procedura, inclusi i passaggi consiliari, nel giro di poche settimane, quindi il prima possibile. È tempo ormai, dopo tutto il tempo speso su questo progetto, che la città abbia la possibilità di vedere un investimento di tale portata e che la Roma possa effettivamente lavorare alla costruzione”.