Dzeko: "La strada da percorrere è quella della tolleranza e del rispetto tra le persone"
Edin Dzeko, attaccante della Roma, ha parlato alla pagina Youtube European External Action Service. Queste le sue dichiarazioni:
“Bisogna sempre mettercela tutta, non solo nel calcio. Nessuno ti regala niente, nessuno ti mette nulla su un piatto d’argento. Siccome mio padre giocava a calcio, dopo la fine della guerra mi portò agli allenamenti dello Zeljeznicar. Da lì iniziò tutto. Sono rimasto lì fino al mio trasferimento in Repubblica Ceca. E’ un privilegio per me aver giocato in così tanti paesi e aver imparato tutte queste lingue. Dalla Repubblica Ceca alla Germania, poil’Inghilterra e ora l’Italia. Ciò mi rende indubbiamente europeo. Sognavo di poter giocare con la nazionale bosniaca. Quel giorno del 2007, quando affrontammo la Turchia a Kosevo, segnai il mio primo gol al debutto. E’ stato senza dubbio il momento più bello della mia carriera. Tutti i risultati importanti li ho ottenuti grazie al duro lavoro. E’ così che mi conoscono in Bosnia e in Europa. Questo dimostra che ho fatto qualcosa di buono per il mio paese. Sono convinto che la Bosnia ed Erzegovina si stia avvicinando piano piano all’Europa, ed entrarci darebbe tanti benefici ai suoi cittadini. Per gli atleti sarebbe più semplice andare in Europa e giocarsela nelle migliori competizioni al mondo. La strada da percorrere è quella della tolleranza e del rispetto tra le persone. Penso sia la cosa più importante, solo così si può guardare al futuro“.
Allenamento Roma. Prossima seduta fissata domani alle 11
La Roma, dopo l'allenamento di oggi, tornerà ad allenarsi domani mattina. Appuntamento alle ore 11 a Trigoria, quando i giallorossi continueranno la loro preparazione in vista del del match di venerdì con il Chievo.
InsideRoma Daily News. Stadio, Raggi: “Lo stadio si fa”. Lista Champions, tra i nomi Fuzato. Allenamento Roma, lavoro tattico e partitella con parte della Primavera, individuale per Under, Perotti e Jesus
INSIDEROMA.COM - FRANCESCO GIOVANNI VENTURA - InsideRoma Daily News - 5 gennaio 2019 - In mattinata, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, si è tenuta una conferenza stampa, indetta da Virginia Raggi, in merito al progetto Stadio della Roma. Al fianco della sindaca il professor Bruno Dalla Chiara e il presidente di Roma Servizi per la Mobilità, Stefano Brinchi. Raggi ha illustrato il contenuto dellarelazione del Politecnico di Torino sulla mobilità nel progetto del nuovo stadio giallorosso. Le parole della prima cittadina romana sono state orientate ad una conclusione positiva dell’iter, affermando che:
“Lo stadio si fa e i proponenti, se vorranno, potranno aprire i cantieri già quest’anno”.
Dalla Chiara e Brinchi, inoltre, hanno asserito che il parere del Politecnico di Torino sulla mobilità è sostenibile. Erano presenti all’evento anche Mauro Baldissoni, vicepresidente esecutivo della Roma, e Daniele Frongia, assessore allo Sport di Roma Capitale.
L’allenatore giallorosso Eusebio Di Francesco ha partecipato ieri a Francoforte all’incontro organizzato dall’UEFA per spiegare ai rappresentanti dei 16 club ancora in corsa in Champions League il funzionamento del VAR (Video Assistant Referee) che verrà utilizzato proprio a partire dagli ottavi di finale di martedì prossimo.
Nel corso dell’evento il Capo Arbitrale dell’UEFA, Roberto Rosetti, ha spiegato il funzionamento del sistema, in base a cui la squadra arbitrale addetta al VAR – assistente al video dell’arbitro e vice assistente al video dell’arbitro e due video operatori – sarà presente in una stanza dentro ogni stadio per supportare l’arbitro e aiutarlo a prendere le decisioni giuste.
Rosetti ha spiegato che la squadra VAR controllerà costantemente errori chiari ed evidenti legati alle quattro seguenti decisive situazioni di gioco: gol, rigori, cartellini rossi diretti e scambi di persona.
“È fondamentale che tutti capiscano quando il VAR può intervenire e quando invece no” ha spiegato Rosetti. “Ci sono state discussioni proficue nel corso della giornata e il feedback che abbiamo ricevuto è stato davvero positivo. Siamo convinti che il VAR sarà salutare poiché fornirà agli arbitri un importante aiuto permettendo loro di ridurre le decisioni chiaramente sbagliate, il che è positivo per i club, i giocatori, gli allenatori, i tifosi, gli arbitri e la competizione intera”.
Oltre che nella Champions League, il VAR verrà usato nella finale di Europa League di Baku di quest’anno, nelle Finals di Nations League di giugno in Portogallo, nei Campionati Europei Under 21 che si giocheranno in Italia nello stesso mese e nella Supercoppa Europea 2019.
L’UEFA prevede inoltre di estendere l’uso del VAR nella fase finale di UEFA EURO 2020 e, a partire dal 2020-21, anche alla fase a gironi di UEFA Europa League.
La Roma continua la preparazione in vista del match di venerdì sera contro il Chievo. La squadra si è ritrovata sui campi di Trigoria per svolgere inizialmente un lavoro tattico per poi concludere con una partitella. Presente anche una parte della Primavera. Seduta individuale per Under, Perotti e Juan Jesus.
Il Giudice Sportivo dott. Gerardo Mastrandrea, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Eugenio Tenneriello, nel corso della riunione del 5 febbraio 2019, ha assunto le decisioni qui di seguito riportate:
CALCIATORI NON ESPULSI SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA Dl GARA
PELLEGRINI Lorenzo (Roma): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
TERZA SANZIONE
MANOLAS Kostantinos (Roma)
ZANIOLO Nicolo (Roma).
L’Arsenal non molla il pressing per Monchi. Secondo la BCC, il ds giallorosso sarebbe la figura ideale per rafforzare il quadro dirigenziale del club: in particolare Emery e Sanellhi (allenatore e head of football relations dei Gunners) ritengono lo spagnolo l'opzione numero uno per il ruolo di ds. Secondo alcune voci riportate dal giornalista David Ornstein, la trattativa sarebbe addirittura già chiusa.
La Roma, in vista della partita di martedì prossimo contro il Porto, ha presentato alla UEFA la lista aggiornata dei giocatori per la Champions League. Secondo quanto riportato da uefa.com, escono Luca Pellegrini, ceduto al Cagliari, e l’attaccante della Primavera Zan Celar. Entra, invece, il terzo portiere Daniel Fuzato.
Primavera, Greco: "Ho un bel rapporto con Olsen, Mirante e Fuzato, sono grandi professionisti"
Stefano Greco,portiere della Roma Primavera, ha rilasciato alcune dichiarazioni all'emittente ufficiale del club Roma TV. Queste le sue parole:
“Sono entrato 6 anni fa nella Roma e ho vinto qualche trofeo, è una bella soddisfazione, ne vado molto fiero. L’aver lasciato qualcosa in questa Roma che ha bisogno di vincere trofei è motivo di orgoglio. Vedere le foto sul muro è una bella soddisfazione”.
Il miglior ricordo?
"La vittoria dello Scudetto nei Giovanissimi, l’ho vissuta da protagonista. Fu una vittoria che serviva, l’anno prima avevamo perso la finale".
L’impatto con la prima squadra?
"Stare con loro è emozionante ma non mi sento ancora parte integrante, c’è tanto da lavorare ancora".
Mister De Rossi?
"Lavora molto sui dettagli, è duro ma piacevole essere allenati da lui, ti fa crescere ed è quello che conta".
Cosa ruberesti a 3 portieri che hanno lavorato con te?
"A Szczęsny la pazzia, ad Alisson la tranquillità e a Lobont l’esperienza".
Com’è il tuo rapporto con Olsen, Mirante e Fuzato?
"Abbiamo un bel rapporto, sono grandi professionisti, lavorano sodo ogni giorno e ci aiutiamo a vicenda".
Quanto è stato difficile lasciare la tua Galatina?
"L’inizio è stato difficile, a 15 anni sei giovane, ti mancano gli affetti. Qui però non sei mai solo, passi il tempo volontariamente. Il primo anno dopo Natale volevo tornare a casa ma per fortuna sono rimasto. La Roma mi è entrata dentro, è un ambiente difficile ma me la porterò dentro a vita, ovunque io sia".
Patrick Kluivert: "Justin vorrebbe giocare di più ma ha 19 anni e non può pretendere più di tanto"
Patrick Kluivert, papà e agente di Justin, ha rilasciato una lunga intervista a sport360.com, nella quale ha parlato anche della carriera del figlio e della sua decisione di lasciare l'Olanda per trasferirsi alla Roma:
"Non credo che Justin abbia fatto bene ad andare via dall’Olanda così giovane. Ho sempre detto che sarebbe dovuto rimanere un altro anno o due all’Ajax. Ma come padre devi seguire e rispettare le decisioni di un figlio".
La Roma?
"Come ho detto, andare via non è stata la decisione migliore che potesse prendere. È stata comunque una buona scelta e si trova molto bene alla Roma. Ovviamente vorrebbe giocare di più, ma ha 19 anni e non può pretendere più di tanto. Quando gioca si impegna al massimo, gli piace il suo ruolo e questa cosa è già abbastanza. Sono curioso di capire come andrà la prossima stagione e se avrà più occasioni per giocare titolare“.
Stadio, Patanè: "Sveglia Raggi la partita sullo stadio è un’altra e se continuate a giocare così, non potrete che perderla"
Eugenio Patané, consigliere regionale del Lazio e componente della Commissione Mobilità e Trasporti alla Pisana, ha voluto commentare in una nota la conferenza stampa tenuta oggi dalla sindaca Raggi sul progetto di Tor di Valle. Questo quanto si legge:
"La Raggi starà mica guardando un’altra partita? Leggendo le dichiarazioni della Sindaca, per rimanere sull'argomento calcio ho ripensato a una dichiarazione di Totti dopo l’ultimo Roma-Inter, in riferimento all'arbitro di quella partita. La Raggi che esulta, e con lei alcuni compagni di partito a cominciare da Grillo e Di Maio, sta evidentemente commentando un’altra vicenda, perché il Politecnico di Torino ha tutt'altro che confermato la bontà del progetto-stadio proposto dal M5S. Resta irrisolto, in particolare, il nodo della viabilità: la relazione del Politecnico conferma che l’impianto dovrebbe essere raggiunto con i mezzi pubblici e che quindi, di fatto, sarebbero propedeutiche al progetto proprio quelle opere pubbliche inserite nella delibera Caudo. Non sapendo a cosa aggrapparsi per provare a giustificare i toni trionfalistici, la Sindaca cita i 180 milioni stanziati dalla Regione per l’ammodernamento della Roma-Lido, un intervento che riguarda l’intera linea ed è quindi completamente indipendente dal progetto Stadio della Roma. Sveglia Raggi la partita sullo stadio è un’altra e se continuate a giocare così, non potrete che perderla, causando un danno ai tifosi giallorossi e privando la città di un’altra grande opportunità di sviluppo".
Stadio, Toninelli: "Brava Raggi. Avanti così" (foto)
Danilo Toninelli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, si è complimentato attraverso il suo profilo ufficiale Twitter con la sindaca Raggi per il progetto sul nuovo stadio della Roma. Queste le sue parole:
"Brava Virginia Raggi. E poi dicono che il M5S è contro le grandi opere. Avanti così!".
Brava @virginiaraggi. E poi dicono che il M5S è contro le grandi opere. Avanti così! #stadio #Roma
— Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 5 febbraio 2019
Un punto da vera Roma
IL MESSAGGERO - TRANI - I fischi dell'Olimpico, da mettere in preventivo dopo la figuraccia di Firenze, non sono certo per il pari contro il Milan: 1-1, esibizione decente e in crescendo. La Romagioca meglio dei rossoneri, ma paga l'ennesima distrazione e la rimonta non è completa nemmeno nello spareggio Champions. Gattuso si tiene il 4° posto, in vantaggio di 1 punto (e diventerebbero 2 in caso di arrivo al traguardo alla stessa quota). Di Francesco, nonostante l'emergenza, ritrova almeno il comportamento di squadra. Già è qualcosa.
ALLEANZA PLATEALE - Passano 15 minuti e la Sud, ricordato Antonio De Falchi, si svuota per metà: è la protesta della tifoseria contro la società, l'allenatore e i giocatori. Il più colpito è ancora Pallotta. La gente chiede rispetto e lo mette per iscritto. Da copione, dopo l'umiliazione di mercoledì al Franchi contro la Fiorentina. Anche perché niente è cambiato dopo il vergognoso 7-1 e l'eliminazione dalla Coppa Italia. Ma se Monchi ha fatto di nuovo scudo a Di Francesco che da settembre è nel mirino di Pallotta, l'allenatore ha provato a ricambiare al momento di scegliere la formazione di partenza (30esima stagionale) dando spazio, per sei-undicesimi, a giocatori portati a Trigoria dal ds: Olsen, Karsdorp, Kolarov, Schick, Pellegrini e Zaniolo. La Roma è simile a quella schierata nella ripresa a Firenze e crollata dopo la gaffe di Cristante e l'espulsione di Dzeko. Anche il sistema di gioco è identico, quel 4-1-4-1 che, con il rientro di De Rossi da play, garantisce maggior equilibrio all'assetto. Vulnerabile, a contare i 12 gol presi nelle ultime 3 partite prima di incrociare Piatek che si è fatto subito riconoscere. Karsdorp si riprende il posto di terzino destro, con Schick subito davanti e con Florenzi spostato sull'altra corsia, da esterno alto, a formare la catena di sinistra con Kolarov. Dzeko è il centravanti. Lo assistono Zaniolo e Pellegrini: doppio trequartista. Se Schick e Florenzi partono larghi, le mezzali si alzano per l'inserimento in area avversaria. Di Francesco, insomma, non pensa solo alla fragilità difensiva. Il Milan, nessun gol incassato in 3 partite, è compatto e organizzato nel suo 4-3-3. Bakayoko, regista e interditore, lascia la corsa a Kessie e la qualità a Paquetà. Dzeko conclude di sinistro, Donnarumma devia in angolo. I giallorossi non riescono, però, a essere efficaci: colpa dell'atteggiamento prudente scelto da Gattuso.
SOLITO REGALO - Piatek, già in gol all'Olimpico il 17 dicembre con il Genoa e sempre sotto la Sud, lascia presto il segno. L'omaggio al nuovo centravanti rossonero è però della Roma: Pellegrini, lato Tribuna Tevere, si fa strappare il pallone di Paquetà che chiama a rimorchio Piatek. Che, anticipando Fazio a centro area, con l'esterno timbra per il vantaggio: 22° gol stagionale e 1° in A con il Milan. I giallorossi chiudono all'attacco il 1° tempo: chance per Zaniolo, per Schick e soprattutto per Dzeko. Donnarumma è in serata. Bastano 25 secondi, dopo l'intervallo, per il pari. Karsdorp che va al cross dalla destra, Schick che usa il tacco e inganna Musacchio e Zaniolo che esplode il destro dentro la porta. L'azione è dedicata al biennio di Monchi sul mercato. La Roma ritrova subito il coraggio e anche la spensieratezza. I giovani, guidati da De Rossi, tentano il ribaltone. Di Francesco, con El Shaarawy per Florenzi, asseconda la squadra. Gattuso accetta la sfida: Castillejo per Paquetà, con Calhanoglu abbassato a centrocampo. Entra anche Kluivert per Schick. Gran finale giallorosso: Pellegrini gira di testa, su pennellata di Kolarov, e colpisce il palo (13° stagionale). Ecco, prima del recupero, Santon per Karsdorp, Laxalt per Suso e Cutrone per Piatek. Olsen salva su Laxalt. Parata che vale il 5° risultato utile consecutivo. Mai accaduto fin qui in questo torneo.
Pareggiare rafforza Roma e Milan, attaccate all’Europa
REPUBBLICA - CURRO' - Nella grande ammucchiata per la Champions, traguardo milionario esteso a più concorrenti per via degli inciampi dell’Inter, Milan e Roma restano avvinghiate. L’abbraccio finale tra eroi di Berlino, De Rossi capitano romanista e Gattuso stratega milanista, è la sintesi del mucchio selvaggio, che dietro Juventus e Napoli rimane il solo vero motivo agonistico del campionato. La trama del pareggio di ieri è stata un po’ avventurosa. La Roma ha saputo reagire ai fischi dei suoi tifosi per la disfatta di Firenze in Coppa Italia, Di Francesco agli epitaffi anticipati all’ombra di Paulo Sousa. Con la Curva Sud presto spopolata, per protesta e accompagnata dai cori contro il presidente Pallotta e l’altezzoso Kolarov, l’1-0 a metà partita, firmato dall’implacabile Piatek, avrebbe messo al tappeto una squadra meno orgogliosa e dotata di talento: non è un caso che il gol del riscatto l’abbia segnato il 19enne Zaniolo e che il 22enne Pellegrini abbia sfiorato la rimonta, stoppata solo dal palo. Ma anche Gattuso esce rafforzato dall’Olimpico, stesso stadio in cui due mesi e mezzo fa il ministro Salvini, incontenibile sui social, lo bollò come incapace: lo hanno aiutato sì le formidabili parate di Donnarumma, però con Suso e Çalhanoglu in versione meno spenta avrebbe probabilmente controllato meglio il vantaggio. La si può definire maturità di squadra: raggiunta, per paradosso, proprio quando l’addio di Higuain ha abbassato l’età media. Con Florenzi esterno offensivo a sinistra, Zaniolo in suo appoggio e Kolarov più ala che terzino, Di Francesco aveva studiato una tattica ad hoc per inchiodare al di qua della metà campo l’intera catena di destra milanista Calabria-Kessié-Suso. Completava il marchingegno il bracconaggio di Pellegrini su Bakayoko, la mossa che tagliava i rifornimenti a Paquetá e a Piatek. Qualche giocata imprevedibile di Zaniolo e gli agguati in area di Dzeko sfuggivano al controllo. Scampato all’egemonia romanista nei primi 20’, il Milan ha morso la partita a metà tempo con i due neoacquisti di gennaio. Paquetá, svellendo il pallone all’altezza della bandierina all’ingenuo Pellegrini, lo ha dribblato in un fazzoletto e lo ha recapitato in area: il fainesco Piatek ha anticipato Fazio d’esterno destro e ha firmato il primo gol in campionato con la nuova maglia. Le tre notevoli parate di Donnarumma, a una mano su diagonale di Zaniolo, in balzo su schiacciata di testa di Schick e infine di piede in uscita sulla ribattuta di Dzeko, garantivano in teoria la situazione tattica più adatta ai contropiedisti di Gattuso e in particolare al velocista Piatek. Invece il 1° episodio della ripresa ha ripristinato l’equilibrio: Donnarumma ha evitato l’autogol di Romagnoli su cross di Karsdorp, ma non ha battuto le leggi della fisica, quando Zaniolo ha scaraventato in porta l’1-1 da un metro. Il portiere si sarebbe ripetuto con un volo su colpo di testa di Dzeko. In mezzo c’era stato il rigore su Suso per il blocco di Kolarov: Maresca l’ha ignorato col conforto audio del Var (fuorigioco o assoluzione?). Di Francesco ha varato la logica staffetta El Shaarawy-Florenzi, mentre Gattuso, constatato l’esaurimento delle energie di Paquetá, ha inserito Castillejo e arretrato Çalhanoglu. Soltanto il palo, però, ha fermato il colpo di testa di Pellegrini, cui è stato in compenso risparmiato il 2° giallo per un fallo su Suso. L’innesto finale di Cutrone e Laxalt ha dimostrato la volontà di sottrarsi all’assedio per provare a vincere. E la parata di Olsen su Laxalt ha detto che la gara per la Champions sarà ancora lunga, forse appassionante, certamente equilibrata.
Fischi e speranze con Zaniolo: è pari ora la Champions
REPUBBLICA - FERRAZZA - Dopo l’eliminazione dalla coppa Italia, la Roma non perde il treno Champions, rialzando subito la testa e bloccando il Milan all’Olimpico (1-1). In gol, per la terza volta consecutiva in casa (in campionato), Zaniolo, che pregusta la convocazione azzurra di Mancini, riuscendo a non naufragare con la maglia giallorossa. Ma l’atmosfera è pesante, i tifosi sono infuriati e dal settore più caldo il dissenso si fa sentire in maniera piuttosto dirompente. Anche al termine della partita i fischi sono fortissimi, a sottolineare un malumore e una distanza talmente grandi da squadra, tecnico e società, che sarà complicato riavvicinare le parti. La contestazione comincia all’ingresso della squadra sul campo per il riscaldamento, con i fischi che diventano la colonna sonora anche della lettura ufficiale delle formazioni. Ne vengono sommersi un po’ tutti, in particolare Kolarov, Florenzi (fischiato anche al momento del cambio) e Di Francesco, fino a questo momento non incluso nella rabbia della gente. Si salva solamente De Rossi, al rientro in campo da titolare dopo tre mesi di stop: ovazione e applausi per il capitano giallorosso, in scadenza contrattuale a giugno. La batosta di Firenze è un ricordo troppo fresco e la curva Sud ha uno spartito preciso da seguire, per una serata tesissima. Emozionante la scenografia messa in piedi all’ingresso delle squadre per ricordare i (quasi) trent’anni dalla morte di Antonio De Falchi, il tifoso giallorosso morto nel giugno del 1989 in occasione di un agguato subito fuori San Siro da alcuni sostenitori del Milan. Vengono alzati 30 volti di De Falchi (ognuno a ricordo di un anno) e la scritta ai piedi del settore “Curva Sud Antonio De Falchi”. Presente in mezzo agli ultras la sorella Anna e i nipoti, commossi e partecipi. Comincia la partita e sono tanti i cori di contestazione, verso i giocatori e Pallotta: «Mercenari», «Andate a lavorare», «Tifiamo solo la maglia» alcuni di quelli intonati. Per protesta, si svuota poi tutta la parte bassa della Sud al quindicesimo del primo tempo, dopo aver esposto l’eloquente striscione: «Oggi solo Antonio dobbiamo onorare…a voi non vi vogliamo neanche guardare». Tolti stendardi e bandiere dei vari gruppi, in curva restano solamente cinque scritte sulle vetrate, tra loro identiche: «Portate rispetto». Da oggi la squadra dovrà cominciare a preparare la sfida con il Chievo, per quella che sarà una settimana corta. A Verona infatti si giocherà venerdì sera, a quattro giorni dalla riapertura della Champions. Dopo aver superato il girone, la Roma giocherà infatti l’andata degli ottavi all’Olimpico, contro il Porto(martedì 12 febbraio), sperando di riuscire a ritrovare quella marcia in più europea che ha caratterizzato fino a questo momento l’era di Eusebio Di Francesco.
La manona di Gigio para il sorpasso
IL MESSAGGERO - FERRETTI - È la storia di una partita emblematica, specchio fedele del momento, anzi della stagione della Roma. Mesi di alti e bassi, di prestazioni belle e altre brutte, e di tante contraddizioni anche sotto il profilo mentale. Risultato stretto, però, dopo l'umiliazione di Firenze e contro un avversario in salute.
Comincia la gara e ti rendi conto al volo che a Trigoria nulla, nella fase di preparazione, era stato lasciato al caso. Idea tattica chiara, uomini e posizioni condivise, sviluppo lineare del gioco in entrambe le fasi. Nulla da fare, come al solito, contro le imperfezioni tecniche, con errori che non aiutano sia a difendere che ad attaccare. Presenza in campo concreta, insomma. E discreta personalità. Un bel quadretto, niente da dire, se non fosse per la scarsa forza d'urto. Dopo meno di mezzora, però, lo stop: Milan in vantaggio con il solito gol di Piatek, quello che per Monchi costava 70 milioni e che invece è finito a Milano per 35. Piatek sarà pure bravo, ma se viene marcato da un centrale che ha attaccato gli scarpini al chiodo da almeno un anno tutto gli riesce più facile. Giusto? Eppure, nella recente sessione di mercato la Roma ha ritenuto opportuno non comprare nessuno per la difesa.
LA FORZA DI REAGIRE - Beccato il gol, la Roma perde ma recupera in fretta le certezze che aveva accumulato nella prima mezzora scarsa di partita. Il gioco, però, comincia a svilupparsi attraverso colpi singoli e non più collettivi, ma con buona intensità. E quando l'azione si fa realmente pericolosa, ecco la manona di Donnarumma a scacciare via tutte le paure del Diavolo. Riflessione a metà gara: risultato bugiardo. Nel calcio, però, contano i gol, e sorride chi li fa. A chi le becca non resta che fare un grosso mea culpa. E pedalare.
Ecco perché la rete di Zaniolo sotto la Sud, proprio alla ripresa dopo l'intervallo - e alla quinta chiara occasione - diventa pesantissima nell'economia del confronto. Donnarumma, però, non appagato per quanto fatto nel primo tempo continua a parare pure le mosche, vanificando così la pressione e le occasioni della Roma. Parando così il sorpasso in classifica. Una Roma che, guidata con il radar dal suo straordinario capitano De Rossi, non molla la presa e, seppur con le gambe pesanti, continua la sua ricerca della vittoria. Invano, alfine. Ma la prestazione, per una serie infinita di motivi, risulta migliore di quelle proposte in precedenza con il conforto dei tre punti. È il calcio, bellezza...
Oggi il raduno azzurro: dentro cinque romanisti
IL MESSAGGERO - Si raduna oggi a Coverciano l’Italia di Roberto Mancini per uno stage di due giorni:non ci saranno i giocatori della Lazio, impegnati stasera contro il Frosinone. Il ritorno in nazionale di Fabio Quagliarella e la prima chiamata per Alessandro Bastoni sono le novità principali tra i 32 convocati. Lo stage servirà al ct per testare le condizioni di alcuni giocatori in vista dei primi due match di qualificazione a Euro 2020 contro Finlandia e Liechtenstein. Presenti bene 5 giocatori della Roma: Zaniolo, El Shaarawy, Florenzi, Pellegrini e Cristante