Difra: “Non siamo guariti. Secondo tempo assurdo”

REPUBBLICA - FERRAZZA - «Il secondo tempo? Assurdo». È Di Francesco a sintetizzare tutto il paradosso di una gara che è stata semi-perfetta nella prima parte, risultando invece disastrosa nella ripresa. Un suicidio calcistico scivolato di mano dallo 0-3 al 3-3 finale. E per capire ancora meglio la portata del disastro, basta soffermarsi su un dato inquietante: era dall’ottobre del 2011, derby contro la Lazio, che la Roma non tentava neanche un tiro nei secondi quarantacinque minuti di una partita di serie A. Dato che da solo restituisce il senso di un pomeriggio in cui i giallorossi buttano due punti che avrebbero fatto rima con “quarto posto”, riuscendo a stringerne solamente uno. «Non me ne capacito, perché non è la prima volta che accade – è sconsolato, Di Francesco – quando dico che questa squadra non è guarita, mi riferisco proprio a questo: ha delle deficienze mentali che vengono fuori in queste occasioni. Non puoi buttare all’aria un 3-0 contro l’Atalanta».Dallo 0-3 al 3-3 finale, una frittata grossolana che annega il ritorno al gol di Dzeko (doppietta), l’ennesima bella prestazione di Zaniolo e la settima rete stagionale di El Shaarawy. «È una partita che infastidisce per come si era messa e per come è finita, anche se il risultato resta positivo. Dovremo esser bravi a ripulirci delle scorie del secondo tempo in fretta, troppe volte questa squadra ci ha mostrato due volti contrapposti». Eusebio è preoccupato, ai limiti dello sfinito, rispetto a un gruppo dalla personalità bipolare. Durante la ripresa a Bergamo si è sgolato, in particolare con Kluivert, entrato al posto di El Shaarawy al 62’. «Me lo mangio negli spogliatoi» ha urlato il tecnico, “spiato” dal bordocampista di Sky. Dopodomani la Roma avrà subito la trasferta a Firenze, per giocarsi l’accesso alle semifinali di coppa Italia in una gara secca contro i viola. E poi, domenica prossima, lo scontro diretto per il quarto posto, con il Milan, all’Olimpico (non ci saranno Cristantee Nzonzi che, ammoniti ieri, saranno squalificati). «Siamo delusi ma abbiamo preso comunque un punto – prova a vedere il lato positivo, Dzeko, tornato al gol – vogliamo superare il turno contro la Fiorentina, visto che è un obiettivo importante per noi. Manchiamo di qualità a volte e coraggio, ma personalità l’abbiamo. Io sono contento di essere uscito da un periodo difficile».


Incompiuta Roma: un’altra rimonta esalta l’Atalanta

REPUBBLICA - BOCCA - Nei 44 secondi che passano tra il rigore di Zapata sparato al cielo, e quel gol da lui stesso cercato con cocciutaggine e orgoglio e che avrebbe portato l’Atalanta a completare la più incredibile della rimonte sulla Roma, c’è tutto. C’è l’eterea inconsistenza della Roma che si è fatta rimontare tre gol sciogliendosi sul prato come la neve fina e bagnata di Bergamo, ci sono gli estremi di un calcio approssimativo e supremo al tempo stesso, c’è la straordinaria concretezza dell’Atalanta di Gasperini che fa tremare gli squadroni e fa loro concorrenza e li tormenta (la vittoria sull’Inter, il pareggio con la Juve) e sogna addirittura di sbarcare lei stessa in Champions League. In quei 44 secondi, un tempo compresso e denso come un buco nero, c’è tutta la follia e la bellezza di questi Atalanta-Roma che tra andata e ritorno ci hanno regalato 12 gol, con due risultati identici. Partite talmente forti da scuotere il fiero Gasperiniche guarda l’Atalanta che ne prende tre e si scuote, si preoccupa, si infuria a bordo campo. E poi guarda l’Atalanta del secondo tempo e quasi si convince che l’Atalanta che “fa punti e risultati con Milan, Lazio, Inter, Juventus, Roma” possa addirittura avere ambizioni proibite: «A questo punto mi dispiace pure non aver vinto». E che il suo laboratorio sia veramente qualcosa di straordinario, di unico in Italia. Una squadra che ha un grande settore giovanile, produce giocatori di buon livello in serie, ci guadagna e ogni volta rilancia. L’Atalanta di Gomez, Ilicic e Zapata ha il miglior attacco del campionato (47 gol), con il colombiano, l’uomo degli estremi, che va in gol da nove partite consecutive e dunque tampona anche lui Quagliarella e Batistuta. Viceversa tornata già a Roma la squadra di Di Francesco è andata a sdraiarsi tutta davanti allo psicologo per capire il mistero di una squadra che quando va in vantaggio si sconnette ed esce dalla partita, i corpi si muovono (poco) ma le teste sono altrove. Eh sì che Zaniolo aveva fatto ancora assist e bellissime cose, e si era persino svegliato Dzeko, di cui si erano perse le tracce in A addirittura da ottobre. Due gol (più uno di El Shaarawy) mandati al macero, sotto i colpi di Castagne, Toloi e infine lo show finale di Zapata. Non solo la Roma si è fatta rimontare tre gol ma nel secondo tempo non ha mai tirato in porta, e quasi non è entrata addirittura in area avversaria. Si contano 11 tiri a zero a favore dell’Atalanta. Di Francesco è apparso sconsolato, imbarazzato da queste continue rimonte (Chievo, Cagliari, il Torino battuto in extremis 3-2 dopo aver rischiato, e l’Atalanta sia all’andata che al ritorno) che ridicolizzano tutto il resto del lavoro. «Non possiamo essere una squadra di alto livello se non cambiamo e curiamo questo aspetto. Divento matto quando non vedo che non riusciamo ad avere continuità». A sottolineare l’impalpabilità di alcuni, Sky ha riportato come l’allenatore abbia mandato a dire a Kluivert: «Me lo mangio negli spogliatoi!» Non appena questa molle Roma ha cominciato a contare la serie di partite vinte (quattro compresa la Coppa Italia) ha preso un’altra lezione di carattere. Contro il Milan domenica, in una sfida simbolica per il quarto posto, non ci saranno Cristante e Nzonzi. Ma forse questo ora è solo l’ultimo dei problemi.


Anche Dzeko accusa: "Così non è possibile"

CORRIERE DELLA SERA - Grazie alla sua doppietta la gara della Roma si era messa in discesa. Poi il black-out che nemmeno Edin Dzeko, per la seconda settimana consecutiva capitano della squadra, è riuscito a spiegarsi. «È difficile capire - le sue parole - dopo un primo tempo straordinario siamo delusi dal secondo. Il gol del 3-1 ha dato forza e fiducia all’Atalanta, che ha pensato di farcela: alla fine ci sono riusciti ma noi nella ripresa non abbiamo mai giocato, non abbiamo fatto tre passaggi di fila e così non si può». Altro episodio senza logica, il pari di Zapata 44 secondi dopo il rigore calciato alle stelle dall’attaccante colombiano. «Anche questo non si può spiegare: normalmente una cosa del genere ti deve dare più forza, e invece abbiamo preso gol subito, non so cosa sia successo».


Dzeko, Zaniolo ed El Shaarawy non bastano: l'Atalanta rimonta 3 gol

LEGGO - BALZANI - La prima partita è finita 0-3, la seconda la Roma non l'ha nemmeno giocata. Nasce così lo strano e, per certi punti di vista, inquietante pareggio di Bergamo con l'Atalanta che costa il 4° posto ai giallorossi. Un risultato incredibile così come all'andata. Ma stavolta ancora più folle alla luce del parziale dei primi 45' ma che sta pure stretto alla squadra di Gasperini. A far sorridere Di Francesco erano stati DzekoZaniolo ed El Shaarawy. Il bosniaco era tornato al gol addirittura con una doppietta, Nicolò aveva regalato due assist d'oro e il Faraone aveva messo il marchio su una prima frazione in cui era stata comunque l'Atalanta a guidare il gioco.

Poi però Eusebio si è preoccupato, quindi incupito, infine infuriato. La rete di Castagne a fine primo tempo ha dato il via alla rimonta culminata con l'ex Toloi e Zapata che qualche minuto prima aveva fallito clamorosamente un rigore concesso col Var. Una tripla rimonta, figlia pure degli errori di Olsen, che riporta la mente a Cagliari quando la Roma riuscì nell'impresa di essere raggiunta sul 2-2 nonostante i due uomini in più. «Questo dimostra che non siamo guariti - certifica Di Francesco - Non è la prima volta che succedono queste situazioni ed è assurdo vedere questa differenza tra i due tempi. Dal punto di vista mentale c'è da lavorare tanto. La squadra non è guarita, è inspiegabile la differenza in certi frangenti, senza togliere i meriti all'Atalanta. Un 3-0 non si può buttare all'aria così, e ci è andata anche bene». Il tecnico romanista continua: «Una squadra di livello non si comporta così. Loro sono stati molto bravi su tutti i tipi di duelli, in questo senso l'abbiamo persa nettamente e quando c'era da addormentare la partita non l'abbiamo fatto. Già successo col Torino, o a Cagliari. Non è stata una questione di cambi nella ripresa».
Sugli urlacci a Kluivert in partita («Dopo me lo mangio») spiega: «Poteva darmi molto di più, ma è l'approccio a certe situazioni che non va». Pure Dzeko è perplesso: «Atteggiamento inspiegabile. Noi non abbiamo giocato nel secondo tempo, non abbiamo fatto 2-3 passaggi di fila e così non si può giocare». Le altre due brutte notizie arrivano dal referto arbitrale: Nzonzi e Cristante infatti non ci saranno contro il Milan perché squalificati (dovrebbe tornare De Rossi). Chiosa su Mancini, sostituito all'inizio della ripresa, e per il quale Monchi potrebbe chiudere nelle prossime ore per averlo però a giugno.

 

 

 

Roma, lo sconforto di DiFra: «Non riesco a darmi risposte»

CORRIERE DELLA SERA - Alla Roma di Di Francesco non era mai successo di dilapidare tre gol di vantaggio. Era capitato, in questa stagione, di subire rimonte partendo da più due nel punteggio: col Chievo e col Cagliari è arrivato un pareggio, col Torino, la settimana scorsa, i giallorossi hanno avuto la forza di vincere la partita. A Bergamo, alla fine, dopo la doppietta di Dzeko (salito a 4 in campionato) e il gol di El Shaarawy (7, capocannoniere romanista in campionato), è finita con un punto che cambia poco nella corsa Champions. L’analisi di Di Francesco, alla fine, è dura. «Non riesco a darmi una risposta - le sue parole - per quello che è successo. Ci sono state altre rimonte,èsicuramente un aspetto mentale e di personalità, che è da migliorare, è troppo palese. Come si fa a fare un secondo tempo del genere (zero tiri verso la porta dell’Atalanta, n.d.r.)? Nel primo tempo eravamo una squadra spumeggiante e viva, nella ripresa siamo stati tutti il contrario, quando loro erano degli animali». Di sicuro il processo di guarigione della squadra si è arrestato. «Quando dico che non siamo guariti mi riferisco a episodi come questi, la squadra ha delle deficienze mentali: alla fine è andata pure bene perché si poteva perdere. Divento matto perché non riusciamo ad avere la continuità nella partita: in questo modo non possiamo essere una squadra di livello, non si può avere il predominio e poi dare il pallino del gioco all’avversario. Alle prime difficoltà ho la sensazione di non riuscire a ritrovare il filo. Con il Torino è stato lo stesso, poi abbiamo ripreso la partita e abbiamo dimostrato forza mentale. Ma la sensazione era la stessa, se c’era una squadra che la poteva vincere quella era il Toro, non noi».


Le rimonte subite non possono più essere considerate casuali

IL TEMPO - MENGHI - Lo show di Dzeko e poi il nulla. Una Roma azzerata nel secondo tempo, un voltafaccia spaventoso e una malattia che non guarisce più: la «rimontite» in questa strana stagione ha portato via troppi punti e lasciato ai giallorossi un mare di rimpianti. Dal 3-0 al 3-3, a Bergamo va in scena un film visto e rivisto, da cui la squadra di Di Francesco sembra non imparare mai. All’andata la rimonta l’aveva fatta la Roma, dall’1-3 al 3-3 finale all’Olimpico in agosto, ma al ritorno l'Atalanta gliel'ha fatta pagare: stesso risultato, storia della partita molto diversa. Un preavviso c’era stato la settimana scorsa, quando il Torino per poco non era riuscito a pareggiare nella capitale dopo i gol di Zaniolo e Kolarov e a salvare la situazione ci aveva pensato El Shaarawy al 73’. Anche stavolta il tris porta la firma del Faraone, ma non basta per la vittoria. Prima dell'intervallo Castagne
infila Olsen e dà il via ad una scalata storica: è solo la seconda volta che i nerazzurri riescono a recuperare 3 gol da situazione di svantaggio in Serie A, la prima nel 1992 contro il Foggia. Di Francesco come Zeman, quindi. Lo stesso boemo a Roma ha subito batoste del genere, risultato di una filosofia di gioco votata all'attacco, con annessi rischi per la difesa e un equilibrio carente: di Zemanlandia è frutto il suicidio giallorosso con l’Udinese nell'ottobre 2012, dal 2-0 al 2-3 con doppietta di Di Natale. Solo un esempio di un vizietto antico, che negli ultimi vent'anni si è ripetuto più di 30 volte, come un testimone pesantissimo trasmesso da allenatore ad allenatore, da presidente a presidente.
L'anno scorso il tecnico abruzzese aveva fatto un miracolo, era la sua squadra l'artefice di grandi rimonte, in Europa le più belle, ma in questa stagione il vecchio male è tornato d'attualità e Pallotta aveva stigmatizzato quest'atteggiamento meno di due mesi fa: «I giocatori non capiscono che i match durano 90 minuti». La critica era arrivata dopo lo shock della Sardegna Arena, ennesima prova delle fragilità dei giallorossi. In tutto sono 8 i punti lasciati per strada per colpa di questo difetto, non saper spegnere le partite gestendo il risultato. Tutto è iniziato col Chievo a metà settembre, dal 2-0 del primo tempo al 2-2 finale, a Napoli il gol in extremis di Mertens a pareggiare i conti dopo il gol di El Shaarawy, poi Cagliari, campo che si è confermato maledetto col doppio vantaggio e la doppia superiorità numerica buttata all'aria. Ora un nuovo capitolo della saga dei rimpianti, a Bergamo la Roma si è spenta nella ripresa, non ha tentato nemmeno un tiro in porta, cosa che non capitava dal derby del 2011 contro la Lazio vinto per 2-1 dai biancocelesti, e non ha nemmeno mai toccato la palla nell’area avversaria nel corso dei secondi 45 minuti di gioco, mentre i bergamaschi hanno giocato il pallone nei 16 metri difesi da Olsen per ben 25 volte. Venticinque a zero, un divario enorme che racconta una storia diversa dal primo tempo, in cui i giallorossi erano andati al tiro 7 volte, con una precisione maggiore rispetto agli avversari (solo 2 fuori e 5 nello specchio di cui 3 trasformati in gol). La squadra di Di Francesco sarebbe settima se giocasse solo i secondi tempi, in cui ha segnato 19 gol subendone 17, mentre la classifica dei primi tempi la vede quinta, com'è, con 21 gol fatti e 12 incassati. Non sarà folle come il Parma, secondo stando ai 45 minuti iniziali e ultimo
dall’intervallo in poi, ma le due facce della Roma preoccupano. Residuo della crisi o malattia cronica che sia, va trovata una soluzione in fretta.


Contro il Milan senza centrocampo

IL TEMPO - MENGHI - Nzonzi e Cristante in Coppa Italia, De Rossi scalda i motori per il campionato. Due dei tre centrocampisti diffidati (Pellegrini si è salvato) sono stati ammoniti a Bergamo e salteranno Roma-Milan, ingenuo il francese sanzionato per proteste. Il capitano ha 6 giorni (oggi la ripresa) per prepararsi al ritorno dal 1’. Out Jesus, Under e Perotti, a Firenze Schick cerca spazio.


Assalito un pullman di romanisti

IL TEMPO - MENGHI - Quattro giorni dopo la condanna a 2 anni e 4 mesi per 9 ultras della curva nerazzurra protagonisti negli scontri con le forze dell'ordine avvenuti la sera del 22 novembre 2014 al termine di Atalanta-Roma, un nuovo episodio di violenza macchia questa partita, spettacolare in campo e decisamente meno fuori. Verso le 12:45 di ieri, un gruppo di tifosi atalantini ha preso a sassate un pulmino di romanisti in via Ruggeri da Stabello, a poche centinaia di metri dall’Atleti Azzurri d’Italia, e si è poi affrettato nella fuga, facendo perdere le proprie tracce. Fortunatamente gli unici danni sono stati al mini bus, che con i vetri in frantumi è riuscito comunque a raggiungere lo stadio, e non ci sono stati feriti. La polizia, intervenuta sul posto, sta indagando sulla vicenda e sta cercando gli ultras scappati dopo la sassaiola. Le due tifoserie non sono certo amiche, molti ricorderanno le polemiche per il carro armato con cui era stata schiacciata una macchina dipinta di giallorosso con la scritta «Roma merda» alla festa dell'Atalanta organizzata dalla curva nord nel 2013. I romanisti non hanno fatto mancare il loro sostegno in questa ostica trasferta, ieri il settore ospiti era sold out e Dzeko con un video sui social ha voluto ringraziarli: «Grazie a tutti i tifosi che sono venuti a Bergamo. Il vostro supporto è stato fantastico!».


Di Francesco: "Così divento matto"

IL TEMPO - MENGHI - Il meglio e il peggio in 90 minuti, roba da psicanalisi. Di Francesco prova a districarsi negli alti e bassi della sua squadra, gli viene difficile dare una spiegazione all’incredibile partita con l'Atalanta e quasi senza voce, per quanto ha urlato nel finale, confessa i limiti della Roma: «Non è la prima volta che ci accade, è assurdo vedere una squadra nel primo tempo e nel secondo un'altra: è una questione di caratteristiche mentali. Il vantaggio di 3-0 non puoi buttarlo via così e alla fine ci è andata anche bene col pareggio. Non siamo guariti totalmente e questa è la dimostrazione, oppure abbiamo deficienze tali che non ci permettono di avere continuità. Dal punto di vista mentale non finisce il nostro lavoro». Il tecnico deve curare la testa dei suoi giocatori, ma anche nella sua c'è un gran caos adesso: «Datemi voi la spiegazione perché io non ci riesco più. Come si fa ad immaginare una ripresa del genere dopo quel primo tempo? Questo fa riflettere. La squadra era spumeggiante, viva, poi tutto il contrario. C'è rammarico, devo sperare che in futuro il volto principale sia quello dei primi 45 minuti. Ora dobbiamo essere bravi a ripulirci subito». Quando ha cominciato ad imbarcare acqua, Di Francesco ha provato a tappare i buchi ritoccando l’undici, ma Kluivert non ha fatto altro che farlo arrabbiare di più («Me lo mangio negli spogliatoi», lo sfogo da bordocampo rivelato da Sky) e né Florenzi né Fazio sono riusciti a limitare i bergamaschi: «Gestire il risultato non vuol dire mettersi sotto la traversa. Ho dovuto cambiare per rafforzare la linea difensiva, arrivavano con troppa facilità alla nostra sinistra, creando i 2 contro 1. Mi fa impazzire e divento matto perché non riusciamo ad avere continuità nella partita. Ho la sensazione che alla prima difficoltà non troviamo più le cose buone fatte, col Torino avevamo fatto un po’ la stessa cosa. Non possiamo essere una squadra di livello se non cambiamo questo aspetto. Non parliamo di cambi, se la squadra è quella giusta nel primo tempo o se metti un difensore in più il gol lo prendi uguale. Se mando in campo uno come Kluivert mi aspetto non solo  che difenda, ma che quando ha la palla vada a fare male. Ma non dipende solo dagli attaccanti il fatto di non aver chiuso la partita». Dzeko il suo l'aveva fatto, ritrovando il gol perduto (non segnava dallo scorso 6 ottobre) e acquisendo quella fiducia tanto cercata che non a caso l’ha portato a fare doppietta, ma poi si è dissolto assieme ai compagni: «Sicuramente è successa una cosa incredibile e dobbiamo pensare di più a cosa abbiamo o non abbiamo fatto perché non siamo riusciti a fare due passaggi nel secondo tempo, e così è difficile arrivare in porta. Inspiegabile prendere gol 40 secondi dopo un rigore fallito che, piuttosto, dovrebbe darti forza. Con tutto il rispetto perl’'Atalanta, dopo un primo tempo del genere non potevamo non vincere questa partita. Sono più i demeriti della Roma, abbiamo perso 2 punti importanti: ci manca il salta di qualità. Speriamo che gli ultimi 4 mesi siano meglio dei primi 6. Io do tutto per raggiungere l’obiettivo, che è il 4° posto». Il bosniaco, capitano a Bergamo, indica la strada per ripartire, già dalla Coppa Italia: «Andiamo a Firenze a testa alta, guardiamo avanti. Con la Fiorentina non sarà facile, ma tutti dobbiamo dare tutto. Per me non difettiamo in personalità, ci serve solo più coraggio».


Atalanta-Roma 3-3, le pagelle dei quotidiani. Brillano Dzeko e Zaniolo, bocciata tutta la linea difensiva. Kluivert inutile

INSIDEROMA.COM – Finisce 3-3 il match tra Atalanta e Roma. Come all’andata ma a parti invertite. Dopo un primo tempo di strapotere la Roma crolla a Bergamo e si fa rimontare dalla squadra di Gasperini rischiando, addirittura, di perdere la partita. Uniche note positive in un pomeriggio nero per la Roma, la doppietta di Edin Dzeko – non segnava da ottobre – il gol del capocannoniere giallorosso El Shaarawy, e un Zaniolo sempre più convincente. Secondo tempo da dimenticare, nessun tiro nello specchio della porta avversaria, incapacità completa di gestire il pallone. Occasione sprecata dalla Roma di piazzarsi al quarto posto in solitaria, dato il pareggio del Milan col Napoli e la sconfitta della Lazio contro la Juve, e di avvicinare l’Inter, uscito sconfitto dalla partita contro il Torino. Di seguito le pagelle dei principali quotidiani:

Il Messaggero (Angeloni)

Olsen 4.5; Karsdorp 5, Manolas 5.5, Marcano 5, Kolarov 4.5; Nzonzi 6, Cristante 5.5; El Shaarawy 6, Pellegrini 5.5, Zaniolo 7; Dzeko 7.5. Subentrati: Kluivert 4, Florenzi 5, Fazio s.v.. All.: Di Francesco 5.5.

Leggo (Balzani)

Olsen 4.5; Karsdorp 5, Manolas 5.5, Marcano 4, Kolarov 4.5; Nzonzi 5, Cristante 5; El Shaarawy 7, Pellegrini 5, Zaniolo 7; Dzeko 7.5. Subentrati: Kluivert 4.5, Florenzi 4.5, Fazio s.v.. All.: Di Francesco 5.

La Gazzetta dello Sport (Elefante)

Olsen 5.5; Karsdorp 4.5, Manolas 5.5, Marcano 5, Kolarov 5; Nzonzi 6, Cristante 6; El Shaarawy 6, Pellegrini 5.5, Zaniolo 7; Dzeko 7. Subentrati: Kluivert 4.5, Florenzi 5, Fazio s.v.. All.: Di Francesco 5.5.

Corriere della Sera (Valdiserri)

Olsen 5; Karsdorp 5, Manolas 5.5, Marcano 5.5, Kolarov 5.5; Nzonzi 6, Cristante 6; El Shaarawy 5.5, Pellegrini 5, Zaniolo 7; Dzeko 7.5. Subentrati: Kluivert 5, Florenzi 5, Fazio s.v. All.: Di Francesco 5.

La Repubblica (Bocca)

Olsen 5; Karsdorp 5.5, Manolas 5.5, Marcano 5, Kolarov 5.5; Nzonzi 6, Cristante 5.5; El Shaarawy 6, Pellegrini 5.5, Zaniolo 7; Dzeko 7. Subentrati: Kluivert 5, Florenzi 5.5, Fazio s.v. All.: Di Francesco -.

Il Tempo (Austini)

Olsen 4; Karsdorp 5, Manolas 5, Marcano 5, Kolarov 4.5; Nzonzi 6, Cristante 5,5; El Shaarawy 6,5, Pellegrini 5, Zaniolo 7; Dzeko 7. Subentrati: Kluivert 4, Florenzi 5, Fazio s.v. All.: Di Francesco 5.

La Stampa (De Santis)

Olsen 4; Karsdorp 5, Manolas 5.5, Marcano 5, Kolarov 5; Nzonzi 6, Cristante 5.5; El Shaarawy 6.5, Pellegrini 5.5, Zaniolo 7; Dzeko 7. Subentrati: Kluivert 4.5, Florenzi 5, Fazio s.v. All.: Di Francesco 5.5.

Il Giornale (Basile)

Olsen 6; Karsdorp 5.5, Manolas 6, Marcano 5.5, Kolarov 6; Nzonzi 5.5, Cristante 5.5; El Shaarawy 6, Pellegrini 6, Zaniolo 6.5; Dzeko 6.5. Subentrati: Kluivert 5, Florenzi 5.5, Fazio s.v.. All.: Di Francesco 6.


Alfaro, all. Boca Juniors: "Barrios lascerà il club". Ancora nessuna offerta di Monchi

Gustavo Alfaro, allenatore del Boca Juniors, ha parlato del futuro di Wilmar Barrios, negli interessi della Roma, dopo il pareggio con il Newell’s Old Boys. Queste le sue dichiarazioni, riportate da Fox Sports:

“Abbiamo portato Campuzano e Marcone perché stanno lasciando Barrios e Nandez. Sono ancora qui, ma possono andarsene. Abbiamo il problema della quota di stranieri, per questo ci è sembrata la soluzione migliore”.

Secondo La Gazzetta dello Sport, non ci sarebbe stata ancora alcuna offerta della Roma per il calciatore. 


Allenamento Fiorentina, oggi alle 15 sessione a porte chiuse

La Fiorentina, prossima avversaria della Roma in Coppa Italia, proseguirà oggi la preparazione al match di mercoledì pomeriggio. I viola, infatti, effettueranno una seduta d’allenamento oggi alle 15:00 agli ordini di Pioli, che ha voluto una sessione a porte chiuse.