Quel dovere di non soffrire

IL MESSAGGERO - LIGUORI - La partita con il Milan ha fatto tornare un po’ di fiato nei polmoni ai tifosi giallorossi, ma è poca cosa perché non è stato possibile vincere e adesso siamo sempre al quinto posto in classifica, ma imbottigliati insieme ad altre squadre che, a volte, mostrano una condizione migliore. In queste ore il tentativo della società è sfruttare al massimo la “ripresina”, contando sull’annuncio dell’inizio dei lavori per il nuovo stadio e il perfetto accordo tra Monchi e l’allenatore che sta sfruttando finalmente i nuovi acquisti. ma la strategia non funziona: il primo tema, una volta importantissimo, oggi sembra logoro.

Lo Stadio sembra ormai alla maggioranza dei tifosi un business di Pallotta, vissuto come un americano antipatico, estraneo al cuore della Roma. Il secondo argomento è anche più volubile, perché dipende troppo dalle condizioni dei singoli giocatori. Abbiamo visto domenica sera un eroico capitano, rientrato per trascinare la squadra, ma non potrà avere questo ruolo in tutte le partite, specialmente ora che si ricomincia con due turni alla settimana, in un momento decisivo per la stagione. Se Daniele pensa al Porto, dovrà riposare a Verona. E col Chievo di queste ultime partite si rischia, tanto più per chi ha fatto cattiva figura all’andata. Infine, il mercato non può essere rivalutato solo perché Schick gioca 90 minuti. La massima urgenza riguardava un difensore centrale e Monchi non l’ha cercato: se Manolas avesse problemi, il Direttore spagnolo può nascondersi. Insomma, perfino contro il Chievo dobbiamo rischiare e soffrire. E spero di essere smentito.


Olsen e Manolas alzano bandiera bianca

IL TEMPO - MENGHI - La difesa aveva appena trovato le coordinate corrette e già deve ricercarle da capo. De Rossi non può sostenere due partite di fila, tenendo conto che martedì c’è la Champions e vuole esserci, perció verrà a mancare la diga centrocampo, ma non solo: Di Francesco deve fare a meno anche di Olsen e Manolas, rimasti a casa per risolvere i piccoli infortuni (52 totali in stagione, 29 di natura muscolare). Il portiere è alle prese con un problema al polpaccio, la speranza che possa recuperare in tempo per difendere i pali giallorossi contro il Porto, al suo posto a Verona ci sarà Mirante. Il centrale greco ha una lieve pubalgia che a Trigoriastanno gestendo con allenamenti personalizzati. Niente di grave, comunque, un po’ di riposo dovrebbe bastare e in Europa, salvo complicazioni, ci sarà.

La bella notizia è che Jesus è guarito in meno tempo del previsto e ha strappato la convocazione per il Chievo, ma si accomoderà in panchina (“non è proprio il caso di farlo giocare, ha rischiato l’operazione e non ha camminato per 3 giorni”, ha sottolineato l’allenatore) e allora ci sarà spazio per Marcano al posto di Fazio. Nelle 6 partite che lo spagnolo ha giocato da titolare è arrivato un solo successo, in Coppa Italia con l’innocua Entella, stavolta spera che la fortuna sia dalla sua parte. A destra visto il momento opaco di Florenzi il tecnico spremerà Karsdorp, a sinistra il discusso Kolarov. La mediana tornerà a tre con Cristante e Zaniolo ai lati di Nzonzi, che dopo il riposo obbligato causa squalifica si riprenderà la regia. Restano insieme davanti Dzeko e Schick, la combinazione che ha funzionato contro il Milan sarà riproposta a Verona con l’inserimento di ElShaarawy a sinistra.


Roma a Verona col Chievo per conquistare il 4o posto ma non avrà Olsen e Manolas

LEGGO - BALZANI - L’occasione è di quelle ghiotte, per provare a riprendere il 4° posto e per tornare alla vittoria dopo la disfatta con la Fiorentina e i pareggi con Atalanta e Milan. La Romastasera a Verona affronta il Chievo fanalino di coda. «Di punti con le piccole ne abbiamo persi anche troppi - avvisa Di Francesco - Queste squadre vanno affrontate in un certo modo. Sono agguerrite, fanno molto bene la fase difensiva». Eusebio dovrà fare a meno di Olsen e Manolas, colpiti da problemi muscolari. Il portiere ha un fastidio al polpaccio ed è a rischio pure per la sfida di martedì col Porto mentre il greco ha un dolore al pube e sarà tenuto a riposo precauzionale. Al loro posto Mirante e Marcano, poi poco turnover: fuori De Rossi e Pellegrini (squalificato), dentro Cristante e Nzonzi.

«Di sicuro giocherà Zaniolo - ha confessato Di Francesco - Il 4-3-3 lo possiamo fare anche con Nzonzi, seppur siano due giocatori diversi». Carezze anche per Karsdorp e Schick: «La crescita di Rick è uno stimolo anche per Florenzi. Schick invece ha messo la verve che deve avere ogni calciatore. Nel calcio non esiste solo eleganza e classe, a volte bisogna anche sapersi sporcare». Lo sa bene Kolarov che sta vivendo un momento molto complicato dopo le contestazioni dei tifosi: «È molto dispiaciuto per quel che è successo. Ma siamo tutti uomini e a volte sbagliamo. Il fatto che sia così difeso dalla squadra dimostra però che tipo di attaccamento ha sempre messo alla nostra causa. Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, dopo le partite non camminava».


“Prima le opere, poi lo stadio”. I paletti dei consiglieri M5S

IL MESSAGGERO - PIRAS - Evitano accuratamente l’argomento Tor di Valle i consiglieri di maggioranza. Tocca al capogruppo Giuliano Pacetti in queste ore il delicato compito di mediazione. «Nella costruzione verrà data priorità alle opere pubbliche nell’interesse di tutti i cittadini e non solo dei tifosi», assicura Pacetti ad almeno sette consiglieri per niente convinti che «lo stadio si fa», come ha detto sicura la sindaca Virginia Raggi. E allora per tenerli buoni il capogruppo ha dato la linea pronunciando le paroline magiche: «Prima le opere pubbliche». Cioè, secondo lui, il Comune le dovrebbe assicurare prima che venga posta la prima pietra dello stadio. Pacetti corregge anche l’altro grillino Enrico Stefano, presidente della Commissione Mobilità, che cerca di tenere il piede in due staffe dicendo che «stadio e opere pubbliche andranno di pari passo». Peccato che le intercettazioni abbiano già rivelato che sulle opere pubbliche (una su tutte il ponte Traiano, ora sparito dai radar) non erano comunque in cima ai pensieri dei protagonisti. Il silenzio dei consiglieri è inversamente proporzionale alle voci, terrorizzate, che arrivano dai municipi. «Venite con noi per un mesetto e negli orari di punta, prendete anche voi la Roma-Lido e ne riparliamo», dicono i pendolari del quadrante dove dovrebbe sorgerà l’Ecomostro, lo stadio della Roma. Proprio ieri l’assesore alla Mobilità Linda Meleo ha ammesso che «la Roma-Lido ha dei problemi cronici che si porta avanti da molti anni», «La Regione ha ricevuto dal Ministero 180 milioni già in tempi non recentissimi, so che la Regione sta lavorando per impiegare queste risorse”

LA REGIONE - Colpa della Regione anche secondo Pacetti: «I 180 milioni che da qualche anno la Regione ha ricevuto non li investe sulla Roma-Lido», risponde a un attivista su Facebook. Nessuno dice che quei soldi erano bloccati perché l’Atac (a cui sono state “concesse” quelle ferrovie) era sotto concordato. Per questo i primi a essere a disagio sono i consiglieri che arrivano, e lì hanno preso i voti, dalle zone dove si abbatterà l’impatto catastrofico dei cantieri. Tra questi ci sono Simona Ficcardi e Alessandra Agnello. Poi ci sono i malpancisti contro l’intera opera come Monica Montella, Agnese Catini, Marco Terranova. Sul fronte della trattativa per l’acquisto dei terreni, qualcosa si muove. James Pallotta avrebbe chiuso gli accordi per acquisire l’intero capitale di Eurnova, società di Luca Parnasi proprietaria dell’area dove sorgerà la nuova città-stadio di Roma. Prezzo: circa 100 milioni. Il contratto aveva tra le condizioni sospensive il via libera del Campidoglio che è arrivato due giorni fa. Ora si potrà aprire il cantiere per la costruzione dello stadio e delle attività satelliti. Il dg della Roma Mauro Baldissoni che segue direttamente l’operazione, starebbe costruendo lo schema del progetto, individuando le imprese di costruzioni. Il piano di investimenti si aggira attorno al miliardo, proprio la cifra comunicata da Raggi in conferenza stampa. Un ruolo di primo piano, secondo fonti bancarie, dovrebbe averlo SaliniImpregilo, il colosso delle costruzioni in queste settimane impegnato a portare a termine il salvataggio di Astaldi. Ma Salini non potrà farvi fronte da solo, servirà la creazione di una cordata organizzata in Associazione temporanea di imprese (Ati): al suo fianco potrebbe scendere in campo l’Impresa Pizzarotti di Parma che in passato ha avuto a che fare con il gruppo Parnasi. Nell’Ati si vorrebbe coinvolgere qualche altro imprenditore di standing.
Tutto questo succede nel silenzio dei consiglieri. C’è persino chi non ha ancora letto il famigerato parere del Politecnico di Torino. «E che lo leggo a fare, tanto la stadio si fa, no?», risponde polemica un’eletta.


Di Francesco: “Troppi punti persi con le piccole, invertiamo il trend”

IL MESSAGGERO - CARINA - Sarà che questa squadra la conosce come le sue tasche. Fatto sta che alla vigilia del match con il Chievo, Di Francesco lancia un monito: «Di punti con le piccole ne abbiamo persi anche troppi: sono agguerrite, fanno molto bene la fase difensiva. Noi spesso le abbiamo dominate, ma senza chiuderle. Ora dovremo essere più cinici, difendendo bene come abbiamo fatto contro il Milan». Senza Manolas (infiammazione al pube) e Olsen (problema al polpaccio) sarà più difficile: «Giocherà Mirante che è rientrato da poco. Kostas sente ancora fastidio. Per fortuna che abbiamo recuperato Juan Jesus, anche se giocherà
Marcano». Resterà invece fuori De Rossi, al suo posto Nzonzi: «Daniele non è nelle condizioni ideali per sostenere più impegni ravvicinati. Il 4-3-3 comunque lo possiamo fare anche con Nzonzi, anche se è un giocatore diverso. Più dei moduli comunque contano gli
atteggiamenti». E a tal proposito, sono salite le quotazioni di Schick e Karsdorp: «Mi stanno piacendo, a destra possono essere riproposti entrambi». Chiusura sul momento difficile di Kolarov: «Siamo tutti uomini, si possono dire cose sbagliate e lui è molto dispiaciuto. Ha dimostrato attaccamento alla maglia, ha giocato un mese e mezzo con il piede fratturato, fatto le infiltrazioni, pur di mettersi a disposizione. Ci sono delle cose in cui si può chiedere anche scusa. Credo che Kolarov sia importante per noi e spero che tutti tornino a sostenerlo».


Difra: “Roma, conta solo vincere”

IL TEMPO - MENGHI - È stata la prima rimonta subita dalla Roma di di Francesco, che col Chievo già lasciato: per strada settembre e stasera devi evitare di perderne altri, perché è nel gruppetto vicinissimo al 4o posto e le basta un (altro) passo falso per rischiare di perdere quota in classifica. La prestazione fatta con il Milan è stata incoraggiante, ma non basta: i giallorossi hanno bisogno di tornare a vincere dopo due pareggi consecutivi, anche per giocare in fiducia martedì col Porto. Centrare il 10o successo in campionato sarebbe fondamentale, non succedeva dalla stagione 2004-2005 di ottenere così poche volte i tre punti nell’arco di 22 partite e non finì bene, la Roma chiuse ottava. Questa Serie A è paziente, ma a lungo andare non perdonerà troppi sbagli e Dzeko e compagni hanno già perso 13 punti con le cosiddette piccole: “Li abbiamo persi - specifica Di Francesco - anche da altre parti, è capitato a noi ma anche ad altre squadre, visto quanto sono ravvicinate quelle in lotta per il 4o posto. Ora serve essere cinici. Serve una fase difensiva adeguata, come con il Milan”.

Ecco perché il tecnico abruzzese sta pensando di riproporre il 4-3-3 pure senza De Rossi (in panchina): “Lui e Nzonzi sono giocatori diversi, ma entrambi sono equilibratori. Abbiamo fatto belle gare con il 4-2-3-1, ma ci è sempre mancata la continuità. Al di là del sistema di gioco, batto il punto sugli atteggiamenti mentali, ma ci sta che a Vero a riproporremo lo stesso sistema”. La catena di destra è quella che ha funzionato meglio domenica: “Karsdorp ha avuto più continuità in fase difensiva, ha dato equilibrio alle sue scorribande. Schick è cresciuto in autostima, ha messo la grinta e la verve che deve essere tipica di ogni calciatore. Sono soddisfatto, possono essere riproposti insieme in futuro”.

Sta nascendo una nuova Roma nelle difficoltà, calciatori prima in penombra sono saliti sul palco a prendersi gli applausi e l’ex sconosciuto Zaniolo si sta facendo carico di grosse respinsabilità: “A livello mentale è libero, sfruttiamo la sua gioventù, la voglia, l’aggressività e la determinazione. Deve migliorare nelle scelte, è troppo generoso e puó cadere in certi errori. Ben venga, peró, l’esuberanza dei ragazzi”. Ad essere penalizzato è Pastore: “Anche per colpa mia - dice Di Francesco - non gioca con continuità, si allena sempre bene ma in partita ci sono tante situazioni che non lo avvantaggiano. Spero torni ad essere il giocatore che conosciamo”. Florenzi “tornerà a brillare”, assicura poi l’allenatore, che difende Kolarov, preso di mira dai tifosi: “Lui è dispiaciuto, accadono cose sulle quali si puó anche mettere una pietra sopra e chiedere scusa. A volte capita anche a me di sentire qualcuno che mi manca di rispetto, faccio finta di niente e vado da un’altra parte. Credo sia un giocatore importante per la Roma, torniamo a sostenerlo”. Settore ospiti mezzo vuoto: solo 650 tifosi a Verona.

 

 

 

Ko anche Olsen e Manolas, in porta spazio a Mirante. Difra: “Schick con Dzeko”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Quattro giorni per raddrizzare la stagione, provando a dribblare i continui problemi fisici che condizionano dalle prime partite le scelte di Di Francesco. Stasera il Chievo, a Verona. Martedì il Porto, all’Olimpico. E, in mezzo, due formazioni che non deludano nuovamente i tifosi, ancora inferociti per il 7-1 di Firenze. Olsen e Manolas sono gli ultimi due stop muscolari che si aggiungono ai 27 già infilati fino a questo momento dalla Roma: un numero alto, per certi versi impressionante, con il quale il tecnico e lo staff stanno facendo i conti, interrogandosi sui perché e sul modo di intervenire. “Olsen ha un problema al polpaccio che si è riacutizzato, giocherà Mirante in porta - spiega Eusebio - mentre Manolas ha un problema al pube. Resteranno a casa. Per il resto, da valutare solo De Rossi, non ancora nelle condizioni ottimali, ma sono felice per come sta. Per fortuna abbiamo invece recuperato Juan Jesus, ha accorciato i tempi di recupero, viene con noi, ma al massimo andrà in panchina. Giocherà Marcano accanto a Fazio”.

Dovrebbe essere risparmiato per la Champions, De Rossi, mentre è squalificato Pellegrini: in mezzo al campo tornano Nzonzi e Cristante, con Zaniolo confermato trequartista e la possibilità che Schick e Dzeko vengano messi nuovamente insieme. “Sono soddisfatto della crescita di Schick, ha messo la grinta e la verve che deve essere tipica di ogni calciatore, al di là del ruolo in cui gioca. Possono essere riproposti insieme non solo a Verona, ma anche in futuro”.

Pochi i tifosi che seguiranno la squadra in Veneto. I Boys - uno dei gruppi storici della curva - ha fatto sapere in un comunicato di disertare la trasferta per protesta verso i giocatori considerati “Indegni”. Altri andranno, ma la distanza con squadra e società è piuttosto evidente. Simboli di questo clima avvelenato sono Florenzi e Kolarov, due dei più bersagliati in questo momento dalla Curva Sud. “Kolarov è dispiaciuto - spiega Di Francesco - non so cosa sia accaduto realmente, ma il fatto che sia difeso dai compagni è dovuto al suo attaccamento al lavoro e a questa maglia. Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, usciva da Trigoria in ciabatte, facendosi più infiltrazioni del dovuto. Poi accadono delle cose sulle quali si può mettere una pietra sopra e chiedere scusa: torniamo a sostenerlo, abbiamo bisogno di lui”.


Stadio, tutti gli ostacoli alla prima pietra

IL TEMPO - MAGLIARO - Cantieri per lo Stadio aperti a fine anno: strada stretta che un solo intoppo puó far saltare, ma ancora fattibile. Si parte con il subentro di James Pallotta a Eurnova nell’affaire, già entro pochissimi giorni.

LE ELEZIONI EUROPEE UNO SNODO CRUCIALE - Il nodo centrale di questo timing è il 26 maggio, giorno delle elezioni europee. L’andamento dell’Amministrazione Raggi obbliga i 5Stelle, per evitare una batosta elettorale, a provare a usare lo Stadio come carta elettorale. Per farlo, ai grillini serve di votare variante e convenzione urbanistica almeno un paio di settimane prima del voto per sfruttare l’effetto “il ‘nostro” Stadio è realtà, ora tocca alla Regione” (leggi Pd). Non approvarlo prima del voto, invece, aprirebbe scenari ostici: un risultato elettorale dei 5Stelle molto lontano dal 35% delle Comunali 2016 significa la graticola politica del Sindaco e del suo entourage, il definitivo sfarinamento delle maggioranze grilline in molti municipi e l’emergere di tutti i malpancisti, oggi tenuti a freno, che potrebbero creare molti problemi in sede di voto sulla variante urbanistica

CHIUDERE IN FRETTA TUTTI GLI ACCORDI - Quindi, i tavoli aperti fra Comune da una parte e Regione e Città Metropolitana lato pubblico e Roma/Eurnova lato privato per le questioni aperte (acquisto dei treni, cessione delle aree, aggiornamento delle carte e dei progetti) devono essere chiusi in fretta entro marzo e positivamente. Anche perché lunedì 11 il GIP annuncerà la data dell'udienza, da fissarsi entro il 13 giugno, sul rinvio a giudizio chiesto dalla Procura a conclusione dell'Inchiesta Rinascimento e l'apertura del processo con brogliacci, interrogatori, dichiarazioni, intercettazioni può appesantire il già delicato clima politico in Consiglio comunale. Ipotizzato, quindi, che per fine aprile ci sia il voto positivo in Aula Giulio Cesare su variante e convenzione urbanistica, perché i cantieri aprano davvero per dicembre occorre un rapido adeguamento delle carte progettuali da parte della Roma alle prescrizioni della conferenza di servizi e della variante; e il completamento delle procedure di verifica di compatibilità ambientale.

DOSSIER IN REGIONE - Fatto questo, firma della Convenzione e trasmissione di tutto il dossier - variante, convenzione, verifica ambientale e tavole aggiornate - alla Regione che emana la propria delibera con cui si dichiara la «pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell'opera» e costituisce il titolo autorizzatorio a costruire. A quel punto, gare europee, bonifiche e scavi archeologici per poi giungere, per Natale, all'apertura dei cantieri veri e propri.

LE INCOGNITE - Strada stretta, si diceva: molte incognite che possono far saltare i conti. La prima, ovviamente, è l'incapacità che Comune, Regione, Città Metropolitana e proponenti chiudano i vari accordi in tempo utile. Più tempo passa senza che si giunga a un accordo più si assottiglia il margine temporale a disposizione per rispettare il cronoprogramma. C'è poi l'incognita archeologia che per Tor di Valle non dovrebbe essere un vero problema ma con il sottosuolo romano c'è sempre da andare cauti.

I RICORSI - A questi tre elementi, poi, vanno sommati quelli «giudiziari». A parte l'intreccio politica-processo Parnasi, vanno ricordati gli innumerevoli ricorsi presentati praticamente ovunque ci sia un tribunale da qualunque associazione o congrega abbia necessità di 15 minuti di visibilità mediatica ma che, in ogni modo, prima o poi andranno esaminati. Da ultimo, ci sono anche i possibili ricorsi che potranno essere presentati dalle società non vincitrici delle varie gare d'appalto. La Roma sarà di fatto general contractor nel bandire e assegnare le gare d'appalto europee per la realizzazione delle sole opere pubbliche (lo Stadio e tutta la parte privata non vanno a bando). Quindi, per ogni gara potrebbero arrivare i ricorsi con tutte le perdite di tempo del caso.


La Juve punta Zaniolo e pensa ad una strategia

La Juventus pensa a Zaniolo per rinforzare il centrocampo. I binconeri starebbero tentando di inserirsi prima che il classe '99 rinnovi il contratto con la Roma, strappandolo così ai capitolini. A riportare la notizia è il quotidiano Tuttosport.


Ceferin: " Mai la Superlega. Dialogo con la FIFA, lotta al razzismo”

GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI - «Ho commesso errori, non c’è leader politico che ne sia immune, ma l’Uefa oggi è diversa da quando sono stato eletto nel 2016». Non che ci fossero dubbi sulla riconferma per acclamazione, ma un discorso così diretto non era prevedibile. Eppure Aleksander Ceferin, rieletto presidente, ha approfittato del Congresso di Roma per definire l’Uefa che verrà, criticando Fifa e club, promettendo che con lui una Superlega non esisterà mai, vantandosi d’aver recuperato i club che volevano andarsene e applaudendo la Federcalcio sul razzismo. Alle 11.53 la proclamazione, quindi il discorso davanti alla moglie Barbara e alle tre figlie adolescenti: «Non mi prestano molto ascolto quando torno a casa, ma mi aiutano a ricaricare le pile dai miei impegni…». Avvocato sloveno di Lubiana, cintura nera di karate, Ceferin ha 51 anni e almeno altri quattro da numero uno di Nyon. Anni nei quali lui e l’omologo-rivale alla Fifa, Gianni Infantino, scriveranno il futuro del calcio.

FIFA E OTTIMISMO Naturalmente Infantino è stato al centro dei suoi discorsi. «Ci sono state tensioni di recente, non possiamo essere d’accordo su tutto. Rispetto significa lavorare insieme ma, allo stesso tempo, dire quando non si è d’accordo. Spesso sono quelli che dicono sempre sì a condurre i leader alla rovina. Chi espone il proprio dissenso in modo moderato e costruttivo può impedire gli errori». Naturalmente si parla dei due tornei – Global Nations League e Mondiale per club – «per i quali speriamo che la Fifa ci dimostri rispetto ascoltando il nostro punto di vista. Però sono un po’ più ottimista che in passato». Ha aperto uno spiraglio, sorprendendo anche i collaboratori.

NO SUPERLEGA Sarà necessario un incontro faccia a faccia. Nel quale Ceferin si presenterà forte del memorandum d’intesa con l’Eca e del rapporto personale con Andrea Agnelli. Ieri intanto ha rivelato che, dopo la prima elezione, alcuni club d’élite progettavano di separarsi dall’Uefa: «Ho detto loro che, se avessero lasciato la Champions, di grande sarebbe rimasto soltanto il passato. Abbiate fiducia e non ve ne pentirete, sono state le mie parole». Adesso Ceferin giura: «Con me e Agnelli non ci sarà mai Superlega, siamo una sola voce». Anche se la vera missione sarà disegnare la Superchampions dal 2024, senza quei posti per diritto divino che tanto la avvicinerebbero alla Superlega.

«CIARLATANI…» Nel taccuino delle proposte c’è la Nations League («un grande successo che vogliamo diventi importante come l’Euro»), l’idea di riportare il Mondiale in Europa nel 2030 «dopo la straordinaria edizione in Russia», solidarietà crescente, un nuovo calendario internazionale e «l’aggiornamento del fair play finanziario». Da sempre Ceferin ripete che l’obiettivo è la competitività dei tornei dove ci sono ormai squadre con due formazioni titolari e altre debolissime: «Ma siamo sinceri, il problema c’è sempre stato: nel 1956 il Real ha vinto la Coppa Campioni, e così nei quattro anni successivi. Chi pensa che si possa cambiare tutto con la bacchetta magica è un ciarlatano, in un pianeta in cui l’1% detiene il 50% della ricchezza». Sul fair play, però, ci sono questioni pendenti, come i Football Leaks sulle presunte irregolarità di City e Psg: «C’è una commissione che sta indagando e per tutti, non solo per Psg e City, in caso ci saranno sanzioni».

RAZZISMO E GRAVINA L’altro grave problema è il razzismo. In Italia un bel gruppo di idioti ha obbligato di recente la federazione a inasprire le misure. Ceferin si complimenta: «Le iniziative di Gravina meritano il sostegno. Al presidente dico: “Non ascoltare le critiche, l’Uefa è con te”. Sono preoccupato per quello che succede in Europa e anche dalle dichiarazioni di alcuni politici che sembrano andare in direzione diversa e non combattere il razzismo». Inevitabile il riferimento indiretto alle posizioni di Salvini in Italia, benché Ceferin si affretti a spiegare che «non mi riferivo a situazioni specifiche».

I CLUB NON SI LAMENTINO L’ultima bordata è per i club che hanno chiesto a gran voce la Var in Champions, fino a convincerlo, e i cui allenatori però non si sono presentati alla riunione di Francoforte con Rosetti. «Ce n’erano cinque, Allegri, Di Francesco, e poi quelli di Lione, Borussia e Schalke». Considerato che il Liverpool giocava, mancavano dieci tecnici. «Non è solo questione di rispetto: soprattutto loro avranno pochi motivi per lamentarsi». Tra gli assenti, Real, City Barça, Psg, Bayern… non le manda a dire Ceferin, proprio no.


Chievo-Roma, le probabili formazioni dei quotidiani. Out Olsen e Manolas, davanti tornano Schick e Dzeko insieme ad El Shaarawy

INSIDEROMA.COM - Questa sera, alle 20:30 allo Stadio Bentegodi si giocherà il match tra Chievo Verona e Roma. La lista degli assenti si allunga e il tecnico Di Francesco dovrà affidarsi ad una formazione rimaneggiata: a Pellegrini squalificato, e a Perotti e Under, ancora out per infortunio, si sono aggiunti anche Olsen e Manolas. Tra i pali torna Antonio Mirante, davanti a lui Karsdorp, Fazio, Marcano e Kolarov. A centrocampo si abbassa Zaniolo, che compone il reparto assieme a Nzonzi, mediano, e Cristante. In attacco rivedremo Schick, confermato esterno destro, insieme a Dzeko prima punta. ElShaarawy a sinistra a completare il tridente. Queste le probabili formazioni dei quotidiani:

IL MESSAGGERO

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

CORRIERE DELLO SPORT

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

TUTTOSPORT

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

CORRIERE DELLA SERA

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

LA REPUBBLICA

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

IL TEMPO

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

IL ROMANISTA

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.

LEGGO

Mirante; Karsdorp, Fazio, Marcano, Kolarov; Zaniolo, Nzonzi, Cristante; Schick, Dzeko, El Shaarawy.


De Rossi: "Un onore ricevere il Premio Bulgarelli"

Daniele De Rossi, capitano della Roma, ha ricevuto ieri sera il Premio Bulgarelli, riconoscimento per la migliore mezzala dell’anno. Premiato da Fabio Capello, il numero 16 ha commentato così il premio:

"Per me è veramente un onore ricevere il Premio Bulgarelli per la persona a cui è intitolato e per i componenti della giuria, tutte persone che hanno fatto tanto per il calcio".