Inter, che cosa hai fatto? La rabbia dei tifosi: dal tecnico al club tutti sotto accusa
GAZZETTA DELLO SPORT - Ogni gol una coltellata, questa è la verità. Perché Nicolò Zaniolo per l’Inter è come la fidanzatina delle scuole medie che poi perdi di vista. E quando la rivedi in tv, è perché gli stanno mettendo in testa la corona di Miss Italia. (…). I tifosi si dividono nella caccia al colpevole di una cessione che rischia di passare alla storia come altre illustri di casa Appiano, leggi Roberto Carlos, Pirlo, Seedorf, Cannavaro. «Perché noi tifosi potevamo non accorgerci del talento di Zaniolo, ma c’è chi è pagato per farlo»: così, più o meno, il mood generale. E così adesso qualcuno punta il dito nei confronti del direttore sportivo Piero Ausilio, reo di non aver posto il veto sul calciatore. E c’è chi invece se la prende con Luciano Spalletti, non esattamente il tecnico più convinto nel lancio dei giovani e dunque colpevole di aver convocato solo una volta in prima squadra il giovane nella scora stagione. (…). Ausilio, nell’estate 2017, aveva bussato all’Entella con 1,9 milioni di euro in tasca, sufficienti per portarsi a casa il ragazzo. Zaniolo nella Primavera dell’Inter fa oggettivamente molto bene, ma non al punto di pensare a un’esplosione così immediata, almeno questo nei giudizi del club nerazzurro. (…).La Roma vuole vendere Nainggolan, Spalletti chiede con forza di portare il belga a Milano come bonus di riconoscimento per la Champions League centrata. L’Inter allo stesso tempo ha bisogno di monetizzare le cessioni di molti dei protagonisti della Primavera 2017-18, per raggiungere i 45 milioni di euro di plusvalenza necessaria in ottica fair play Uefa. Così ecco l’incastro magico, anzi diabolico. Monchi chiede Radu, Colidio e Zaniolo ad Ausilio, l’Inter cede sul terzo nome, di fronte alla minaccia della Roma di mandare all’aria l’affare. E non potendo inserire una clausola di recompra, l’Inter ottiene almeno il 15% del prezzo della futura vendita. Magra consolazione. (…).
Vecchi: «In estate l’affare faceva comodo tutti…»
GAZZETTA DELLO SPORT - Stefano Vecchi è stato l’ultimo allenatore dell’Inter a lavorare con Zaniolo e uno degli uomini che lo ha fortemente voluto in nerazzurro, dopo averlo affrontato da avversario ai tempi dell’Entella: «Il merito in realtà è stato della società. In tanti avevamo visto in Zaniolo un talento del futuro e abbiamo fatto di tutto per prenderlo».
Vecchi, la domanda nasce spontanea: com’è stato possibile sacrificare un talento del genere la scorsa estate?
«A posteriori è facile parlare viste anche le prestazioni che sta facendo Nicolò. Però è anche giusto dire che la scorsa estate quell’operazione andava bene a tutti. L’Inter aveva bisogno di giocatori pronti per tornare subito competitiva per il vertice e giocare la Champions da protagonista. E nessuno poteva mettere in discussione un giocatore come Nainggolan. E poi la società aveva bisogno di fare delle plusvalenze per il fair play finanziario e oltre a Zaniolo nell’affare è entrato anche Santon, che ne ha portato una molto importante. La Roma è stata brava a crederci, anche se inizialmente credo lo avesse preso come comprimario...».
Per questo lei aveva provato a portarlo con sé a Venezia.
«Esatto. Appena arrivato ho chiesto alla società di provare a prendere Zaniolo, ma per la Roma era già incedibile. Così ho provato a parlare io con Di Francesco, ma da subito mi ha detto che era rimasto sorpreso dalle sue qualità e che non si sarebbe mosso da Roma».
Perrotta: «Nicolò vale il futuro, ma non paragoniamolo a Totti»
GAZZETTA DELLO SPORT - Su Instagram era stato chiaro: «Zaniolo è l’esempio lampante che i giovani talenti in Italia non mancano. Servono solo le opportunità per dimostrarlo». E Simone Perrotta è felice che sia proprio la sua Roma a crederci.
Zaniolo, quindi, sta illuminando una strada da seguire?
«Sì, con i giovani che valgono serve coraggio, proprio come ha fatto la Roma. Con il Porto Zaniolo mi è piaciuto non tanto per la doppietta, ma per come è stato dentro la partita, perché sembra già un calciatore con grande esperienza: aiuta, protegge la palla, crea gioco. I gol sono solo la classica ciliegina su una torta di per sé già buona».
(…).
A Roma in tanti paragonano questo Zaniolo al primo Totti.
«In Italia si va sempre alla ricerca di paragoni, così gli facciamo del male. Nicolò ha dimostrato qualità importanti, io lo farei crescere senza confronti. Anche perché, pure cercando, francamente non li trovo. Per caratteristiche forse ci rivedo un po’ Bernardeschi, ma non Totti. Sono così diversi...».
Qualcuno ha pensato anche di dargli la maglia numero dieci.
«Prima o poi qualcuno prenderà quella maglia e si assumerà la responsabilità di portarla, con tutto il peso che ne potrà conseguire, visto quello che ha rappresentato Francesco Totti. Ma ci andrei piano. Zaniolo ha giocato diverse partite buone. Ma sono ancora poche».
Non solo Nicolò. Tutta la mediana è ricca d’azzurro
MESSAGGERO - ANGELONI - Bryan Cristante, nell'Atalanta, faceva il trequartista; Lorenzo Pellegrini ha imparato (e gli piace pure tanto) a farlo; per non parlare di Zaniolo, che c'è nato. Tutti e tre oggi hanno imparato (o hanno ripassato) il ruolo di mezz'ala. Forse senza volerlo, o forse sì, Monchi ha costruito il centrocampo della Nazionale d'Italia. La prima partita azzurra che Cristante e Pellegrini hanno giocato da mezz'ala, a Bologna lo scorso settembre, contro la Polonia. Partita di inizio corso Mancini, prestazione da dimenticare di entrambi. E' passato tempo, ora questi tre ragazzi devono scalare un altro pezzo di montagna per diventare titolari dell'Italia di Mancini. Ora è difficile togliere il posto a Verratti e Barella (Jorginho fa il centrale). Diciamo che Cristante e Pellegrini sono le alternative del cagliaritano e del parigino, mentre Zaniolo, avendo imparato a fare un po' tutto (solo da centravanti non ha convinto), può essere speso pure nel ruolo di Bernardeschi. Mentre Zaniolo è a inizio percorso ed è un fenomeno tutto da scoprire in Nazionale, gli altri due hanno già un minimo di esperienza in più. Lorenzo ha nove presenze, mentre Bryan si è fermato a sei. Hanno il vantaggio di giocare nella Roma con lo stesso modulo di Mancini, che in tanto occasioni ha elogiato i romanisti, specialmente Zaniolo, addirittura convocato (senza poi giocare) con zero minuti in serie A sulle spalle, e all'epoca zero anche in Champions.
BENEFICI INTERNI Di Francesco ha trovato la via di mezzo, tornando al suo vecchio modulo: ha due/tre trequartisti a fare le mezze ali. Si è ribaltato tutto rispetto a settembre, quando i trequartisti erano solo trequartisti ed è stato necessario giocare con un modulo che prevedesse un calciatore alle spalle della punta. Pallotta per ora si frega le mani, pensando ai sui gioielli rivitalizzati in meno di un mese. E un giorno magari, e i tifosi della Roma se lo augurano e temono al tempo stesso, venderli al miglior offerente alla luce del principio del «nessuno è incedibile».
THE PRESIDENT «Zaniolo e Pellegrini sono ragazzi intelligenti, maturi ed equilibrati molto di più di quanto si immagini. Credo siano calciatori con la stoffa per diventare i futuri leader della Roma», così, il presidente, intervenuto alla radio statunitense Sirius XM FC all'indomani del 2-1 in Champions League col Porto. «Non sentiamo il bisogno di vendere i nostri giovani talenti. Tre anni fa ci siamo dati un obiettivo: rendere la Roma affascinante per i giovani. La stagione? Non sono molto contento, perché dovremmo essere al secondo o al terzo posto. Abbiamo perso un sacco di punti e spesso nei finali di gara, vedi Atalanta. E' stato scoraggiante. Kolarov? Se devono prendersela con qualcuno, lo facessero con me, piuttosto che con persone come Kolarov. Per me lui è un professionista vero, ne vorrei avere 22 come lui». Infine, sul Fair Play finanziario. «Quando guardiamo ad alcune sanzioni o alla scarsità di pene inflitte il mio punto di vista è perché mi sto preoccupando del FFP, non è meglio prendere 12 milioni di euro di multa e accettarla?».
Stadio da un miliardo. Pallotta paga i terreni ma bussa alle banche
REPUBBLICA - AUTIERI - Incassato il via libera della sindaca Virginia Raggi, James Pallotta è al lavoro per trovare chi metterà sul piatto quel miliardo di euro (centesimo più, centesimo meno) necessario per costruire a Tor di Valle il Colosseo del duemila, con la vasta area commerciale e residenziale che dovrebbe svilupparsi intorno alla struttura sportiva. Il primo tempo di questa partita è iniziato nelle scorse settimane e si gioca nei piani alti delle più importanti banche italiane. Fonti qualificate confermano che Goldman Sachs, la banca d’affari incaricata dal numero uno della As Roma, ha bussato alla porta dei primari istituti di credito alla ricerca di finanziatori. Il secondo tempo si apre invece oggi a Boston dove Pallotta incontrerà una delegazione della Eurnova (la società proprietaria dell’area di Tor di Valle) formata dall’ad Giovanni Naccarato e da Riccardo Tiscini per discutere la vendita dei terreni. Un passo importante per il presidente, convinto che subentrare nella titolarità dell’area e delle concessioni edilizie sia essenziale per accreditarsi con le banche e le grandi imprese di costruzioni, chiamate a condividere il rischio economico del sogno giallorosso.
L’ACQUISTO DEI TERRENI - Sciolto il nodo politico, Pallotta è ormai deciso a compiere la sua prima mossa: l’acquisto dei terreni di Tor di Valle e dei permessi a costruire dalla Eurnova di Luca Parnasi. L’incontro di Boston è significativo, anche se l’operazione non si concluderà prima di marzo, perché il presidente della As Roma vuole attendere l’approvazione in Campidoglio della variante al piano regolatore generale e la firma della Convenzione urbanistica. Una volta messo al sicuro il via libera al progetto, Pallotta è deciso a rilevare i diritti dell’Eurnova a un prezzo che si aggira intorno ai 100 milioni di euro. Secondo quanto riportato da alcune fonti qualificate in seno alla vicenda fallimentare che vede coinvolta Eurnova e Sais (vecchia proprietaria dei terreni di Tor di Valle), Pallotta si è dichiarato pronto a versare subito alla società di Parnasi 20 milioni di euro, parte dei quali serviranno per saldare il debito di Eurnova nei confronti dei creditori della Sais. Sono soldi che escono dalle tasche del presidente, o meglio delle sue società. Una fiche — per “vedere” e rimanere seduto al tavolo di gioco — che però non sarà sufficiente per vincere la partita.
LA HOLDING DEL PRESIDENTE IN CERCA DI LIQUIDITÀ - Comprare i terreni non basta per costruire lo stadio. Servono tanti soldi e per il momento l’unico contratto di finanziamento di cui si ha notizia è quello da 30 milioni di euro sottoscritto con Goldman Sachs International. Quei denari sono stati affidati alla Stadio Tdv, controllata direttamente dalla Neep Roma Holding e, indirettamente, dalla holding di Pallotta, la As Roma Spv LLc, società di diritto statunitense costituita nel 2011 e con sede legale al numero 615 di South Du Pont Highway, a Dover, nel Delaware. La sua finalità è la costruzione e la gestione del complesso stadio, per il quale, finora, sono più i costi che i guadagni. E infatti, come rileva il collegio sindacale nella nota allegata al bilancio, «i ritardi nel completamento del procedimento autorizzativo potrebbero avere un impatto negativo, anche significativo, sulla situazione finanziaria, economia e patrimoniale della società».
UN POOL DI ISTITUTI DI CREDITO PER FINANZIARE LO STADIO - Lo shock dell’inchiesta giudiziaria e i tentennamenti della politica costano a Pallotta e alle sue aziende tanti soldi. Per questo — secondo quanto confermato da fonti bancarie — Goldman Sachs sta stringendo i tempi e sta finalizzando la composizione del pool di banche che dovrebbe finanziare la costruzione dello stadio. I principali istituti sono stati coinvolti e alcuni di questi hanno mostrato interesse a partecipare all’operazione stadio. Un tentativo di partnership è stato fatto anche con alcune delle più importanti società di costruzioni italiane. Obiettivo: trovare un socio che sia insieme industriale (quindi capace di costruire lo stadio) e finanziario, ossia disponibile a partecipare ai costi. Ma sul fronte delle imprese i più importanti player di costruzioni hanno fatto sapere che sono disponibili a costruire lo stadio, senza però entrare in una partnership industriale che potrebbe risultare pericolosa per via delle insidie di un mercato difficile come quello romano.
Stadio, Pallotta pronto a comprare i terreni. La clausola: «Pago solo dopo il sì del M5S»
MESSAGGERO - DE CICCO - Esce definitivamente di scena Parnasi, Pallotta entra in campo per provare a portare a dama il progetto Tor di Valle. Ma le incognite sono ancora tante e il patron giallorosso vuole tutelarsi: per questo quando stamattina - ore 14.30 italiane - incontrerà a Boston i nuovi vertici di Eurnova (la società di Parnasi, che ha cambiato Cda dopo gli arresti) Pallotta dovrebbe sì chiudere l’accordo per acquistare a 100milioni i terreni dell’ex ippodromo e tutto il progetto stadio. Ma ne verserà solo 10 subito. E il resto? Al «perfezionamento del contratto». Insomma, solo quando e se sarà approvata dal Consiglio comunale la variante urbanistica con cubature record per negozi e uffici. Quello che dovrebbe siglare il presidente della Roma insieme all’ad di Eurnova, Giovanni Naccarato (Baldissoni non c’è, impegnato di nuovo in Comune), sarà un «sales and purchase agreement» con una clausola legata all’approvazione. Virginia Raggi ha ormai rinnegato la contrarietà al progetto sbandierata fino al 2016, tocca convincere però la fronda dei grillini ostili, pattuglia rinvigorita dopo la retata di giugno. La variante dovrebbe arrivare in Aula a ridosso dell’estate.
«NON È IL MIO GIOCATTOLO» Pallotta ha parlato ieri, qualche problema sul “closing” ancora c’è: «Con Eurnova c’è un accordo da 2 mesi, purtroppo abbiamo a che fare con un avvocato poco ragionevole che continua a chiedere cose che non accetteremo. Lo stadio?Non sarà il mio giocattolo, sarà di una holding di proprietà del club». Il Pd intanto minaccia di denunciare il Campidoglio per avere ordinato al Politecnico di Torino, autore del parere sulla viabilità a Tor di Valle, di «distruggere» tutti gli atti e i documenti.
L'Eur, il bar e la mamma social: c'è un bambino dietro il talento
MESSAGGERO - Martedì sera mentre rientrava a casa dopo la doppietta in Champions contro il Porto, Zaniolo ancora non si era reso conto che da lì a breve il suo modo di vivere sarebbe cambiato. Nicolò è un ragazzo semplice senza troppi grilli per la testa con la voglia di eccellere nel mondo del calcio, non contaminando la sua passione con altri eccessi che potrebbero trascinarlo sulla strada sbagliata. Basti pensare che non solo non ha la patente, pur avendo 19 anni, ma non ha nemmeno intenzione di prenderla perché vuole concentrare tutte le sue attenzioni sul campo. E allora ad accompagnarlo in auto tra Eur, Torrino e Trigoria ci pensa mammaFrancesca ormai diventata una social star con oltre 136 mila follower su Instagram: lo porta agli allenamenti mattina e pomeriggio, a fare shopping ed è a disposizione per tutti i movimenti quotidiani. Zaniolo, insieme alla mamma, vive nei pressi di viale Europa nel quartiere Eur scelto da quasi tutti calciatori giallorossi per la sua vicinanza con il Fulvio Bernardini.
UN AMORE DI NOME SARA Ed è proprio qui che Nicolò ha trovato l'amore: lei si chiama Sara, ha 20 anni ed è una studentessa di scienze della moda e del costume alla Sapienza. La passione è sbocciata da due mesi, ma già sono inseparabili. Al caffè Palombini raccontano di vederli spesso insieme all'ora dell'aperitivo seduti a un tavolo tra i clienti, fino alla settimana scorsa nessuno si avvicinava per chiedere un selfie, ma già ieri sera c'erano diversi tifosi in attesa dell'arrivo del centrocampista. Tra i suoi posti preferiti ci sono anche Checco dello Scapicollo, il ristorante dei fratelli Testa sulla Laurentina tra le mete preferite del Totti calciatore, e Met a Ponte Milvio. Ogni tanto frequenta la discoteca La Maison a Villa Borghese, qualche tempo fa ci è andato con Pellegrini, Scamacca e Militari ma senza fare le ore piccole. Non è un appassionato di moda come la mamma, ogni tanto si concede qualche strappo alla dieta andando a mangiare al Mc dell'Eur sempre con l'inseparabile Sara. Papà Igor vive a La Spezia con Benedetta, la sorella quattordicenne di Nicolò. Lei frequenta il liceo linguistico e finito l'anno scolastico si trasferirà a Roma. Un indizio in più per chi teme che qualche club blasonato possa portare via il talentuoso centrocampista: per adesso Zaniolo vuole restare nella Capitale e alla maglia numero 10 non pensa. È ben consapevole che di Totti a Roma c'è ne sarà per sempre uno e sostituire quel ricordo indelebile può diventare un'impresa ai limiti del possibile.
Il principe ereditario
MESSAGGERO - TRANI - Il flash back è stato immediato, martedì sera, e al tempo stesso ingombrante. Vedere la corsa di Zaniolo sotto la Sud, in piena full immersion di gioia con la gente, e pensare subito a Totti, perché la storia del Capitano sta sempre lì. Meglio chiarirlo in partenza: nessuno lancia il paragone, essendo proprio il tempo a impedirlo. Il semestre di Niccolò non si può accostare alle nozze d'argento di Francesco con la Roma. A quei 25 anni che hanno certificato il paradosso più incredibile: l'apoteosi nella fine, in quel pomeriggio del 28 maggio 2017. Ma è proprio l'addio del campione più amato a dare un senso alla nuova storia. Quel giorno ogni tifoso ha guardato il calendario senza poter evidenziare una data in cui provare con un altro giocatore le stesse emozioni trasmesse dalle le gesta del bimbo d'oro di Porta Metronia. Chissà quanto c'è da aspettare per l'appuntamento con il talento dei sogni. Che biondo e allegro pure lui, è uscito fuori dal cilindro, di solito vuoto a perdere. Da non crederci, è già qui, come si è accorto il pubblico dell'Olimpico. La vita è (di nuovo) bella dentro quella maglia: 10 o 22, stessi brividi.
VISTA SUL CAMPIONE Al cilindro si è dedicato il mago. Anzi, il Mancio. Perché Mancini, adesso è difficile far finta di niente, chiamò Zaniolo il 1° settembre tra i 31 convocati dell'Italia, impegnata nelle partite di Nations League contro la Polonia e il Portogallo. Niccolò in campo a Coverciano senza aver ancora giocato neanche un secondo con la Roma. Oggi fa ridere l'insinuazione confezionata per quella chiamata: il ct che fa un favore all'Inter per esaltare la plusvalenza del club nerazzurro. Che non sa più che cosa raccontare sulla svista d'estate, identica a quella della Fiorentina di Corvino. Il 19 settembre, ancora il cilindro. Dal palcoscenico sotto la collina di Fiesole al tempio di Madrid: Zaniolo spunta nella formazione titolare e, senza ancora aver giocato in serie A, debutta in Champions al Bernabeu contro il Real. E' notte d'estate e di stelle. Di Francesco, però, avanza tra i fulmini. Bocciato l'azzardo, senza chiedersi perché. È stato l'allenatore, a fine mercato, a tenersi stretto Niccolò, proposto al Chievo e al Sassuolo in prestito. L'altra faccia del mago. Quella romanista che non è così diversa dall'altra tinta di azzurro. Eusebio lo lancia, accompagnandolo nel futuro: mezzala, trequartista, falso nove, all'occorrenza pure playmaker e adesso esterno alto offensivo. Bastano 22 partite e 5 reti per farlo recitare da universale, il ruolo non è la gabbia. Appena ci mette piede, fa da molla. La personalità e il carattere sono le chiavi per entrare in squadra. Si diverte, anche a fare il cattivo. E diverte, trascinandosi dietro la tifoseria.
SENZA PREZZO Pallotta lo battezza: leader. L'Uefa l'incorona. È unico nel nostro calcio: primo italiano diciannovenne a segnare una doppietta in Champions. Il mercato, invece, lo quota. C'è da sbizzarrirsi. L'unità di misura in serie A, almeno la più recente, è Piatek: il Milan ha pagato il centravanti, classe 1995, 35 milioni. Il Cagliari, invece, ne chiede 50 per il centrocampista Barella, classe 1997. Il Real ha speso per l'attaccante Vinicius, classe 2000, addirittura 45 milioni. Il Psgne ha investiti 180 per Mbappé, classe 1998. Zaniolo, valutato 4,5 milioni l'estate scorsa, lievita di partita in partita. Il dibattito è d'attualità: 40, 50 o 70 milioni, fate il vostro gioco. Almeno dieci volte (o quindici) dal prezzo iniziale. Ma a Trigoria, dove al momento non è fissato alcun incontro per il rinnovo del contratto (scadenza 2023 e ingaggio da 270 mila euro più bonus che diventerà a fine stagione di 2 milioni, se non addirittura 2,5), devono finalmente entrare nel mondo della Favola. Che vale la pena leggere e approfondire per capire che cosa si prova. Non per pochi mesi. E magari nemmeno per altri 25 anni, perché sembra chiedere troppo. Zaniolo non è Totti, ma godiamocelo come possibile erede al trono. Che è qui e colorato di giallorosso.
Pallotta a tutto campo: «Voglio il 4°posto. Col nuovo stadio a livello delle big»
GAZZETTA DELLO SPORT - Non nascondiamolo: la Roma è il carburante segreto delle sue giornate. Grazie al «file» audio che ci giunge dagli Usa, lo si capisce dal tono con cui James Pallotta parla che ha l’universo giallorosso nel cuore. A cominciare dal Porto per arrivare al nuovo stadio che oggi vedrà una giornata importante, con l’acquisto da parte del presidente, per 110 milioni di euro, dei terreni di Tor di Valle di proprietà di Eurnova (i vertici sono a Boston), con clausola «liberatoria» qualora l’impianto fosse stoppato, ma non sembra esserci questo sentore. (…).«Non so se andrò a Oporto, ma quella dell’Olimpico è stata una bella sfida, in cui loro purtroppo sono riusciti a far gol su una palla fortunata . Hanno segnato quando nessuno se lo sarebbe aspettato – dice a Radio Sirius XM–. Credo che abbiamo giocato un’ottima partita. (…)». Sul campionato è tiepido. «Non sono molto contento, perché dovremmo essere al 2° o 3° posto. Abbiamo perso un sacco di punti quest’anno e spesso nei finali. È stato un po’ scoraggiante, come con l’Atalanta. Se prendessimo i due terzi dei punti persi in partite in cui ci siamo complicati la vita, saremmo vicini al Napoli. D’altronde abbiamo avuto un sacco di stupidi infortuni muscolari.(…). Mi aspetto di finire tra le prime 4». Poi Pallotta vira sullo stadio. «La sindaca Raggi vuole sbloccare l’inizio dei lavori per la fine dell’anno. Speriamo che entro fine maggio le cose verranno approvate. I problemi da affrontare sono legati all’acquisto dei terreni. Abbiamo trovato un accordo due mesi e mezzo fa con Eurnova. Purtroppo, abbiamo a che fare con un avvocato poco ragionevole che continua a chiedere cose che non accetteremo (…).Lo stadio sarà di una holding della Roma, cosa che molte persone non realizzano perché pensano che sia il mio giocattolo. Tutti i ricavi e le entrate che otterremo ci offriranno maggiore solidità. Spesso, infatti, siamo costretti a vendere per il “financial fair play”. La gente non lo capisce. Sei costretto a fare i conti con condizioni da cui alcuni sono riusciti a svincolarsi. Ma per noi non è così. Ho scritto una lettera alla Uefa. Quando guardiamo ad alcune sanzioni il mio punto di vista è: “Perché mi sto preoccupando del FFP, non è meglio prendere 12 milioni di multa?”». Ovvio però che lo stadio sia un’altra cosa. «La Roma ne ha bisogno per competere coi top club, non c’è altro modo per farlo. Puoi essere il più bravo possibile sul mercato, e questo per un po’ può funzionare, ma per rimanere stabili hai bisogno di queste entrate. (…)». La coda è su Kolarov. «È un professionista assoluto, dà sempre il 100%. A volte commette qualche errore, come tutti, ma ne vorrei avere 22 come lui in squadra, (…)».
Karsdorp lesione, salta il Bologna
GAZZETTA DELLO SPORT - La ripresa ci sarà alle 11, e Di Francesco spera che sia un allenamento in cui Perotti e Underpotranno allenarsi con i compagni per poter essere poi convocati lunedì per la partita contro il Bologna. (…).Per Karsdorp piccola lesione al flessore: sarà out col Bologna. Schick prova il rientro con la Lazio.
Quel ragazzo che ha già un prezzo indecente
MESSAGGERO - TROTTA - Sono i giovani d'oro, costosi come i grandi calciatori. Sono i '99 copertina degli ultimi mesi, richiesti e corteggiati dai maggiori club: Gigio Donnarumma e Nicolò Zaniolo. La doppietta in Champions League contro il Porto ha permesso al duttile centrocampista della Roma di far viaggiare velocemente il suo nome in giro per l'Europa. Tanti osservatori e dirigenti, presenti martedì sugli spalti dell'Olimpico, hanno voluto approfondire la sua storia e il suo percorso, mentre la Uefa ha deciso di celebrarlo con un tweet: «Il giovane prodigio che dopo la notte europea ha il mondo ai suoi piedi». Insomma, lo stupore per l'affermazione del talento giallorosso non conosce confini. Un'esplosione unica, inarrestabile: nessuno al momento riesce a fissare un vero e proprio prezzo del suo cartellino. I 40-50 milioni di euro ipotizzati giorni fa appartengono al passato.
RITMO Con questo ritmo Zaniolo, pagato appena 4,5 milioni di euro nell'ambito dell'affare Nainggolan, rischia di diventare l'italiano più caro del momento. E di superare quindi anche Federico Chiesa ('97, 60-70 milioni), Donnarumma ('99, 60-70 milioni) e campioni come Rakiticdel Barcellona (80 milioni) nella classifica delle valutazioni. La Roma si coccola pure Lorenzo Pellegrini ('96, clausola sui 30 milioni) e Bryan Cristante ('95) che, insieme a Nicolò Barella('97, 50 milioni) fanno parte della Nazionale del presente del futuro. Il sogno del ct Roberto Mancini è quello di avvicinarsi al modello francese, una selezione trascinata dalla tecnica e dalla qualità del bomber dei record: Kylian Mbappé, classe '98. Ancora più giovane è Vinicius Junior(2000). L'attaccante brasiliano sta conquistando i tifosi del Real Madrid a suon di giocate e di prestazioni convincenti. Presentato come nuovo Neymar, per il presidente Florentino Perez è già l'erede di Cristiano Ronaldo.
Olsen torna con il Bologna
CORRIERE DELLA SERA - Per Roma-Bologna, lunedì 18 alle 20.30, Di Francesco recupererà Olsen, in panchina col Porto. Il tecnico potrà contare anche su Perotti e Cengiz, ieri in campo mentre il resto della squadra ha riposato. (…). Out Schick e Karsdorp. Ieri è iniziata la vendita libera per il ritorno di Champions: circa 1.000 biglietti venduti on line, che si aggiungono agli oltre 500 acquistati in prevendita. (…).