Piatek passa al Milan. Higuain in prestito al Chelsea

Gonzalo Higuain passa al Chelsea di Maurizio Sarri in prestito con la possibilità di estendere per 18 milioni la durata fino al giugno 2020 o riscattarlo definitivamente il prossimo giugno per 36 milioni di euro. Il Milan al posto dell'attaccante argentino, ha acquistato Piatek che ha firmato fino al 2023 con il club rossonero.

 


Curci nuovo portiere dell'Hammarby

Gianluca Curci, ex portiere della Roma, continua la sua esperienza in Svezia. L'estremo difensore con l'Eskilstuna ha aiutato il club a riguadagnare un posto nella prima divisione di Svezia. Poi, negli ultimi giorni, la risoluzione del contratto e oggi l'accordo con l'Hammarby, altro club svedese con sede a Stoccolma. Oggi Curci ha svolto le visite mediche, domani sarà il giorno della firma su un contratto di 6 mesi con opzione per un altro anno e mezzo.


Roma, cena di squadra e compleanno di Schick

I ragazzi giallorossi festeggiano il rientro di De Rossi in squadra e il compleanno di Patrik Schick al ristorante di sushi "Finger's". Come riporta il sito gazzetta.it alla cena troviamo il festeggiato classe '96, Karsdorp, Juan Jesus, Pastore, Under, Coric, Kluivert e Fuzato, in un tavolo, mentre nell’altro sedevano i senatori Dzeko, Kolarov, Pellegrini, El Shaarawy, De Rossi, Manolas, Fazio e Perotti. E con loro Marcano, Cristante, Mirante, Nzonzi e Zaniolo.


Atalanta, Fiorentina e Milan senza margine d'errore

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Il quarto posto è durato appena due giorni. Dopo la mirabolante vittoria contro il Torino e la sconfitta della Lazio a Napoli, i giallorossi sono stati riacciuffati dal Milan, uscito trionfante dalla partita di lunedì pomeriggio contro il Genoa. Il posto in Champions League è – per il momento – soltanto uno e ci sono ben cinque squadre in lizza, separate da appena un punto l’una dall’altra: Milan (34); Roma (33); Lazio (32); Atalanta (31) e Sampdoria (30). C’è ancora tutto il girone di ritorno da giocare, è vero, e le difficoltà dell’Inter potrebbero impedire ai nerazzurri di sostenere a lungo il terzo posto. Per i giallorossi, però, si profila una settimana già cruciale per l’intera stagione, che vedrà gli scontri con Atalanta, Fiorentina e Milan.

A Bergamo sarà dura, è inutile negarlo. Ad attendere la Roma ci sarà un’Atalanta in forma e sempre ostica per i giallorossi, soprattutto dopo il boom-Zapata. Mercoledì prossimo, invece, si disputerà la partita da dentro o fuori con la Fiorentina, dove gli uomini di Di Francesco si giocheranno il passaggio alla semifinale di Coppa Italia, unico titolo per il quale i giallorossi sono ancora in corsa. “Non snobbatela, noi ci teniamo”, il monito della Curva Sud durante il match contro l’Entella. A chiudere il cerchio, il Milan allo Stadio Olimpico.

Senza contare che Di Francesco dovrà fare a meno sia di Cengiz Under – lesione confermata al retto femorale sinistro e stop di almeno venti giorni – sia di Diego Perotti, volato a Barcellona per tentare di risolvere definitivamente i problemi muscolari che lo affliggono ormai da mesi. Nzonzi e Florenzi, invece dovrebbero essere entrambi a disposizione per il match di Bergamo; da verificare le condizioni di De Rossi, fermo dal match contro il Napoli dello scorso ottobre. Il capitano è tornato ad allenarsi con la squadra e potrebbe rivedersi in panchina proprio domenica contro l’Atalanta.


4231, modulo che vince non si cambia

INSIDEROMA.COM - FRANCESCO GIOVANNI VENTURA - Dopo un inizio deludente con il 433, il passaggio al 4231 ha dato fiducia ha giocatori che piano piano si sono ritrovati. Il modulo esalta la velocità degli esterni giallorossi come ad esempio Under che ama spaziare su tutto il fronte offensivo proprio come fanno gli attaccanti moderni, o come El Sharaawy che con la sua capacità di convergere verso la porta è il capocannoniere di questo campionato. Il modulo, vuoi per le tante assenze a centrocampo, vuoi per il fatto che richiede un trequartista ha permesso l’inserimento di Zaniolo che sembra ricoprire quel ruolo da una vita. Il reparto di difesa sta trovando il suo equilibrio, complice l’esperienza dei suoi interpreti come la coppia centrale Fazio-Manolas e i sempre positivi Kolarov e Florenzi.

La mancanza più grande si riscontra sul riferimento offensivo, il numero 9. Dzeko non ha ancora trovata la continuità giusta che in Champions lo fa essere un altro giocatore e Schick, a volte spaesato, a volte ispirato, è un giocatore troppo altalenante per poterci fare affidamento. Il giovane attaccante ceco è sotto osservazione dalla società e da Monchi e delle buone prestazioni scongiurerebbero un addio a fine stagione.


Champions, il paradiso in 3 punti

MESSAGGERO - ANGELONI - C'era una volta la Lazio (al quarto posto venerdì), poi la Roma(sabato), quindi il Milan (ieri). L'ultima piazza Champions ha cambiato tre padroni in tre giorni. La corsa sarà lunga, tormentata ed è appena cominciata. Poi c'è l'Atalanta, che fa sul serio: per gioco, punti, per i gol che riesce a segnare con estrema facilità, spinta da un centravanti - Zapata - che segna come Ronaldo. Ecco, anche la squadra di Gasperini concorre, per adesso, almeno perché ha subito uno scontro diretto, domenica contro la Roma, che le sta davanti di soli due punti, il Milan tre e la Lazio uno. Un mischione da tre lunghezze appena. Tra un mese si avrà un quadro delineato di punti e valori Champions, come sappiamo, traguardo vitale per le casse dei club.

L'INTRUSA - L'intrusa Atalanta va come un treno, pare quasi inarrestabile. Il Milan, al momento quarto, barcolla ma non molla: va via Higuain, arriva Piatek, si fa male un giocatore a partita, ma poi vince a Genova e rieccola in zona premio. La Lazio si è sgonfiata a Napoli, e ha subito in due giorni un doppio scavalco, e vive oggi l'incubo dello scorso anno: pagare gli errori arbitrali. Questo - al di là se sia vero o meno, è un punto di vista che noi rispettiamo - rischia di distogliere l'attenzione dall'aspetto tecnico: la Lazio non è dominante come nello scorso campionato. Quest'anno c'è qualche problema tattico in più e qualche errore arbitrale in meno rispetto alla scorsa annata, terminata a sprintare con l'Inter fino all'ultimo respiro. Ma la squadra di Inzaghi è lì, con il quarto posto a portata di mano. Da qui al derby (il calendario delle candidate al posto Champions è qui sopra, ndr), cinque partite che potranno ritirarla su: Juve, Frosinone, Empoli, Genoa e Udinese. Mentre la Roma, ha subito lo scontro diretto con l'Atalanta e poi quello con il Milan, quindi Chievo, Bologna e Frosinone.

L'ALTALENA - Pesando ai due percorsi, si intuisce che la sfida per il quarto posto, a meno di disastri, sarà punto a punto almeno fino al derby, ovvero il 2 marzo. In agguato altre altalene. Le due società non sembrano troppo intenzionate a rinforzarsi in questo finale di calcio mercato, ma la Roma in questa fase sembra più lanciata rispetto ai biancocelesti. Sembra aver ritrovato uno spirito di gruppo, che prima mancava: potrebbero incidere - come sempre - gli impegni di coppa, Milan e Atalanta sono esenti. La Roma non ha un bomber, la Lazio sì, Immobile, e ce l'ha anche l'Atalanta, Zapata. Il Milan lo cerca in Piatek: sostituire l'Higuain degli ultimi numeri (appena 6 gol in campionato contro le 13 del polacco) sarà semplice, sostituire il suo peso specifico, no. Di Francesco aspetta il risveglio di Dzeko, che sotto porta ha lasciato a desiderare, solo due reti a ogg, e spera in Schcik, che però ha segnato solo due reti e ormai non possiamo nemmeno dire che abbia giocato poco. Sta a loro riportare la Roma al quarto posto, e dai quei giovani bravi e promettenti: Zaniolo, Pellegrini, Cristante. Tutti belli, tutti futuri azzurri. Ma se non si va in Champions sono dolori. Per tutti, tranne una.


Eusebio, terapia di gruppo

MESSAGGERO - TRANI - Il successo del Milan a Marassi contro il Genoa spinge di nuovo la Roma fuori dalla zona Champions. Solo per 2 notti, dunque, è rimasta al 4° posto, posizione che nelle 20 giornate del torneo non ha mai occupato. Di Francesco, nel giorno della ripresa degli allenamenti a Trigoria dopo i 2 giorni di libertà concessi al gruppo, più che alla classifica guarderà al campo. Cioè al comportamento dei giocatori in partita. Il rendimento in campionato, 4 vittorie nelle ultime 5 partite, ha rilanciato i giallorossi. Ma l'allenatore, pure dopo la gara contro il Torino, ha ammesso che la squadra è ancora «malaticcia». Eusebio non la considera completamente guarita. Promossa nei risultati e nelle intenzioni, da rivedere negli atteggiamenti.

DIBATTITO INTERNO - Chiariamo subito: Di Francesco è soddisfatto di quanto ha visto recentemente in partita. Anche in pubblico ha chiarito che la Roma, tra fine 2018 e inizio 2019, è migliorata. Ecco perché vuole confrontarsi con i suoi calciatori. Già oggi e comunque quotidianamente. L'aspetto che più gli è piaciuto, in particolare contro il Torino, è la voglia mostrata dagli interpreti. Hanno sempre giocato in verticale e invaso spesso in blocco la metà campo avversaria. E soprattutto hanno reagito, senza deprimersi e sbandare, dopo il pari granata, realizzato da Ansaldi a metà ripresa. Al gruppo, però, l'allenatore spiegherà quelle che sono le cointroindicazioni dell'esibizione di sabato. E chiarirà che, a volte, serve un po' di malizia, rallentando i ritmi sia nelle giocate che negli inserimenti. «Ogni tanto bisogna togliere il piede dall'acceleratore». E, quindi, pensare anche al controllo del match. Ancor di più sul 2 a 0, punteggio con cui i giallorossi sono arrivati all'intervallo. Da padroni della situazione, subendo, però, nel recupero del 1° tempo l'unica ripartenza. Esageratamente sbilanciati, si sono ritrovati 3 contro 3 nel contropiede che si è concluso con il palo esterno di Iago Falque.

ASSENZA IN REGIA - L'esuberanza e l'incoscienza dei giovani hanno di sicuro giovato alla squadra nell'interpretazione dell'ultimo match. Ma Eusebio, proprio a loro, chiederà più gestione in alcune fasi della gara. Per avere l'equilibrio che, come si sa, fa la differenza. La Roma, contro il Torino, ha rinunciato al palleggio e ha scelto la verticalizzazione. Forzando, senza risparmiarsi, anche nella ripresa. È il concetto su cui insisterà Di Francesco in questi giorni. Anche perché le caratteristiche dei calciatori a disposizione in questo momento non gli consentono alcun aggiustamento tattico. Sono interpreti chiaramente offensivi. Dai terzini Karsdorp, Florenzi, Kolarov e lo stesso Luca Pellegrini ai centrocampisti-trequartisti Cristante, Lorenzo Pellegrini e Zaniolo. E con loro, il tridente che prevede esterni d'attacco purissimi, solo El Shaarawy è abituato a rientrare, e il centravanti. La squadra ha bisogno del play che detta i ritmi di gioco. E quel giocatore, nella rosa, èDe Rossi. Sarà valutato attentamente dall'allenatore che già oggi vorrebbe riportarlo in gruppo. Lo stesso Nzonzi, aspettando il capitano, può rendere meno squilibrato il 4-2-3-1. Sembra scontato il suo rientro, domenica pomeriggio a Bergamo, contro l'Atalanta. L'esperienza e la fisicità di Nzonzi aiutano nella gestione della partita e nella protezione della difesa. Anche Florenzi, alto o basso che sia, diventa utile per la compattezza dell'assetto. Ma poi c'è da scegliere l'escluso del centrocampo azzurro che intriga per le giocate rapide e di qualità. Zaniolo, piede sinistro, ha già dato la disponibilità nel finale contro il Torino a spostarsi a destra. Al tecnico piace anche lì.


Manolas fermali tu

LEGGO - BALZANI - Duvan da Cali e Luis da Baranquilla. Entrambi classe 1991. Il pericolo colombiano è alle porte, anzi alla porta di Olsen. Nei prossimi due impegni con Atalanta e Fiorentina, infatti, la Roma andrà a casa di Zapata e Muriel che nell'ultima giornata hanno esaltato la serie A e che proveranno a far ballare la raggaeton alla non irreprensibile difesa romanista. Un doppio esame tosto che vale quarto posto (ieri ripreso dal Milan) e soprattutto semifinale di coppa Italia. Per questo Manolas sarà chiamato agli straordinari. L'impegno più difficile a Bergamo sarà proprio contro Zapata che alla Roma ha fatto male esattamente un anno fa. Era il 28 gennaio e la Samp espugnava l'Olimpico mettendo per la prima volta veramente nei guai Di Francesco. Era però tutto un altro Zapata. Il colombiano è definitivamente esploso con Re MidaGasperini tanto da aver superato già oggi il suo record di gol (17 complessivi, 14 in campionato) in stagione che risaliva al 2012-2013 quando vestiva la maglia dell'Estudiantes. Nel 3-3 dell'andata non segnò ma fu devastante. Il suo valore di mercato estivo di 26 milioni è schizzato al doppio. L'Atalanta ha detto no ai 40 offerti dal West Ham e in estate subirà l'attacco dell'Inter e forse della stessa Roma che più volte lo ha cercato in passato.

Tre giorni dopo, il 30 gennaio, a Firenze arriverà il colombiano del nord ovvero Luis Muriel (sul biglietto da visita c'è scritto 6 gol in 8 partite contro i giallorossi...). Un talento sopraffino che in carriera non sempre è stato accompagnato da una condizione fisica al top. Domenica ha segnato due gol incantevoli (il secondo ha ricordato molto Ronaldo, il Fenomeno) facendo innamorare Firenze che lo ha abbracciato meno di 20 giorni fa proveniente dalla Siviglia di Monchi. Pericoli quindi, ma non insormontabili per Manolas che in questi ultimi anni - tanto per citarne qualcuno - ha già messo a bada Messi e Hazard. Il greco, domenica a Bergamo, vivrà anche il confronto ravvicinato con un altro bomber inaspettato. Quel Gianluca Mancini che potrebbe sostituirlo nella Roma nella prossima stagione. Il difensore 22enne è ormai a un passo dai giallorossi per una cifra vicina ai 23 milioni. A confermarlo ieri il suo agente a Teleradiostereo: «I contatti sono ben avviati, ma è un affare per giugno. A gennaio non si muove». Anche se Monchiha provato a convincere l'Atalanta ad anticipare i tempi.


La Roma va in rimonta coi colpi da biliardo del Faraone di ghiaccio

GAZZETTA DELLO SPORT - La palla che rotola sul verde ha bisogno di precisione, velocità e forza. Ma siete sicuri che stiamo parlando di calcio? Pensateci, anche per il biliardo e le sue varianti occorrono le stesse qualità [...]. Sarà per questo che il Faraone dei nostri giorni giallorossi è anche lui innamorato del biliardo nella variante «snooker». [...] El Shaarawy ha una passione per lo «snooker», una variante del biliardo appunto, che lo ha portato in Inghilterra insieme al fratello Manuel per assistere alle finali dei «Masters» all’Alexandra Palace di Londra. [...]

Se avete l’impressione di una Roma serena non vi sbagliate, ed El Shaarawy ne è l’esempio. Non solo per i 6 gol che ne fanno il cannoniere del campionato (quello stagionale è Dzeko con 7), ma anche per il modo in cui sta segnando. Basti pensare che in A segna una rete ogni 160’, con una percentuale realizzativa in relazione ai tiri (23) superiore a tutti gli attaccanti giallorossi, ovvero il 26%, contro l’11% di Under e Schick, Kluivert al 9% e Dzeko addirittura al 4%. [...] Capitolo rinnovo: al momento non vede fissato nessun appuntamento per la trattativa, anche se la scadenza del 2020 è sempre più vicina. La sensazione, comunque, è che il lieto fine arriverà. [...]


Addio a Piedone Manfredini

LEGGO - BALZANI - Se n'è andato a 83 anni, a Ostia dove abitava da alcuni anni insieme alla moglie Ana Maria. Insieme a lei ha lavorato fianco a fianco nel bar: prima in piazzale Clodio, poi in quello sul litorale chiamato Roma e Lazio. Se ne è andato in silenzio, come aveva amato vivere dopo una carriera fatta di gol e vittorie. Pedro Manfredini, uno dei bomber più prolifici della storia della Roma, è morto ieri all'Ospedale Grassi dopo una lunga malattia legata al diabete. Centravanti argentino in giallorosso dal 59 al 65, famoso anche per il soprannome, Piedone. In realtà Manfredini calzava un normalissimo 43, ma quando sbarcò dall'aereo, acquistato per 78 milioni di lire dalRacing di Avellaneda, la prospettiva di una foto gli ingigantì la scarpa così da suggerire il nomignolo che lo accompagnò per sempre.

Con la Roma segnò 104 reti in 164 partite. Quinto miglior marcatore romanista, terzo per media più alta (0,63 a partita) vinse Coppa delle Fiere e coppa Italia. Non andò così bene con Inter, Brescia e Venezia per alcuni problemi fisici. Così Piedone decise di tornare a vivere a Roma. «Questa è casa mia». Lo è stata per 60 anni, lo resterà anche dopo la morte. Manfredini è entrato nella storia per altri due motivi. Grazie alla voce di Enrico Ameri, che interruppe - primo nella storia - un collega, per comunicare in un Tutto il calcio minuto per minuto il gol dell'argentino in Inter-Roma.Ma la sua fama è andata oltre il calcio. Nell'episodio Che vitaccia! de I mostri di Dino Risi, VittorioGassman urla dagli spalti dello stadio, durante una partita della Roma: «Vai, Piedone, vai!».Un'immagine storica. «Addio a uno dei più grandi attaccanti della storia giallorossa», il tweet della Roma. I funerali domani alle 11 presso la Chiesa Regina Pacis a Ostia.


La soprintendenza: «Reperti in mostra nell’area stadio»

GAZZETTA DELLO SPORT - Il soprintendente Prosperetti rassicura: «Nell’area di Tor di Valle contiamo di fare ritrovamenti archeologici [...]». Ieri ha parlato anche De Vito, presidente dell’assemblea capitolina. «Presto avremo la relazione sul traffico del Politecnico che speriamo che fughi i dubbi sulla sostenibilità della mobilità. Pois periamo di chiudere in fretta».


Tor di Valle, fronda M5S al municipio IX. Lite sul piano viabilità: lascia il consigliere

MESSAGGERO - PIRAS - «Gli approfondimenti? Dovrebbe farli la Procura della Repubblica».Hanno avuto l'effetto di una bomba a mano le parole del presidente della Commissione Urbanistica del Municipio IX Paolo Mancuso. Più la variante sullo stadio di Tor di Valle si avvicina e più i mal di pancia crescono in casa Cinquestelle. Ieri, nel miniparlamentino dell'Eur, c'è stato il clamoroso strappo. Mancuso, da sempre contrario allo stadio, ha lasciato il M5S e ha aderito al Gruppo Misto, seguendo l'altra dissidente (ma in Campidoglio) Cristina Grancio. È la dimostrazione che, in casa pentastellata, la fronda interna si allarga. In IX Municipio, lo scontro è emerso nell'ultima commissione Urbanistica, convocata per discutere dello studio trasportistico del Politecnico di Torino con gli assessori Linda Meleo e Luca Montuori. La prima ha dato forfait «per impegni assunti in precedenza», il secondo, quella relazione, non ce l'ha.

LE CRITICHE - Mancuso, ormai ex consigliere M5S, non è l'unico preoccupato che in Municipio le informazioni sullo stadio non arrivino. Altri consiglieri di maggioranza sono sul piede di guerra. E per capire che aria tira basta immaginare che erano presenti anche gli ambientalisti che hanno ribadito per l'ennesima volta che «il progetto non funziona e produce congestione su vasta area». I più in agitazione, però, sono i grillini. Dice uno di loro, Vincenzo Maisano: «Perché questo studio è stato commissariato?». Gli fa eco Roberto Tranquilli: «Sono stati fatti studi di flussi di traffico adeguati?». E un terzo, Giulio Corrente: «Continuano a emergere criticità che già da tempo sono state evidenziate da tutti». Ultimo, Raffaele Di Nardo: «Trasporti e stadio sono legati, gli studi migliori sono pervenuti dalle intercettazioni». E Mancuso a quel punto ha ribattuto così: «L'unico studio è della Eurnova, società proponente». Alla fine, Mancuso lascia M5S. «C'è un problema di democrazia interna», riferisce la Grancio che insieme a Mancuso frequentava il tavolo di lavoro sull'Urbanistica in cui il M5s maturò la contrarietà al nuovo stadio della Roma. Mancuso rimane contrario allo stadio e come lui almeno altri tre consiglieri rimasti in maggioranza hanno forti perplessità. Insieme all'abbandono di Mancuso la maggioranza M5S ha vissuto un altro strappo importante: il consigliere Paolo Barros, professione insegnante, che ha criticato il decreto Sicurezza, è stato spostato d'imperio dalla Commissione Scuola a quella Urbanistica pur ammettendo lo stesso consigliere di«non sapere nulla in materia». «Sono giorni agitati e non mi stupirebbe se finisse come all'VIII Municipio: la giunta cade e le decisioni urbanistiche vengono centralizzate», osserva Grancio.