Militao al Real Madrid a giugno

Eder Militao sarà un giocatore del Real Madrid dalla prossima estate. Secondo quanto riporta AS, il difensore del Porto prossimo avversario della Roma in Champions League, sarebbe ad un passo dal trasferimento ai Blancos dalla prossima estate. Le voci provenienti dalla Spagna parlano di accordo raggiunto tra il giocatore ed i 13 volte campioni d'Europa e per strappare il giocatore alla concorrenza pagheranno alla società allenata da Sergio Conceicao i 50 milioni di euro previsti dalla sua clausola rescissoria. 


Roma su Zapata. Da battere la concorrenza dell'Inter

La Roma interessata a Duvan Zapata. Questo è quanto fa sapere il portale calciomercato.it, che spiega come sul giocatore dell'Atalanta ci sia anche l'Inter e che il costo del suo cartellino è attualmente intorno ai 40 milioni di euro ma è destinato a salire viste le grandi prestazioni in maglia orobica. Inoltre, il colombiano classe '91 è attualmente il capocannoniere della serie A a pari merito con Cristiano Ronaldo a quota 14.


Serie A, pareggio per 2-2 tra Cagliari ed Empoli

E' da poco termina il match delle 18 di questa giornata di Serie A. Protagoniste Cagliari ed Empoli, che si sono divise la posta in palio con un pareggio per 2-2.
Il primo tempo si è chiuso con i padroni di casa in vantaggio grazie alla rete di Pavoletti al 36'. Nella ripresa l'Empoli sale in cattedra e ribalta il riusltato con Di Lorenzo (70') e Zajc (81'). Ma il Cagliari resta in vita ed in pieno recupero, 91', trova il 2-2 definitivo con Farias.


Ag. Andersen: "Gli piacerebbe fare un'altra stagione alla Samp. Non ha fretta"

Joachim Andersen, difensore della Sampdoria con 21 presenze in stagione tra campionato e coppa, sta inanellando una serie di prestazione sopra la media. Ciò gli è valso l'interesse di vari club, sia del campionato italiano che all'estero. Tra questi vi è anche la Roma, che vuole sistemare la rosa sia per questa stagione visto l'infortunio di Juan Jesus, sia per le stagioni che verranno. Ma un addio alla Sampdoria da parte di Andersen non è al momento possibile, come ammesso anche dal padre-agente del giocatore al sito b.t.dk: "È consapevole di giocare ogni weekend, e questo è molto importante. Lui mi ha detto “Quest’estate devo essere qui”, gli piacerebbe fare ancora una stagione. La Samp è una buona squadra, lui ama la città. Non ha fretta, crede fortemente di poter avere la carriera che si è immaginato. Per continuare a crescere deve giocare. In questo momento si trova già ad un alto livello e incontra attaccanti importanti ogni weekend. Grandi club ce ne sono già adesso, non vedo perché non dovrebbe riuscire a gestire un eventuale cambiamento. Era importante che continuasse a crescere dal punto di vista difensivo. Abbiamo considerato diverse cose, alla fine l’Italia era la soluzione migliore e così accettammo l’offerta della Samp. Se puoi fare il difensore in Serie A, lo puoi fare ovunque. Alla fine, comunque, è stato Joachim a prendere la decisione finale, mi ha detto “Posso farcela, giocherò!” Si è sentito parte della squadra fin dal primo giorno, è entrato in punta di piedi. Ricordo un episodio: mi chiamò dopo quattro mesi che si allenava e mi disse “Papà, l’allenatore mi ha parlato!”. Era la prima volta che l’allenatore gli parlava. Gli aveva dato una pacca sulla spalla dicendogli “Bravo!”".


Serie A, Napoli batte Lazio per 2-1

Nel posticipo serale di Serie A il Napoli ha piegato la Lazio con il risultato di 2-1.
Il Napoli in tre minuti, durante il primo tempo, ha messo il match dalla sua con un uno-due fulminio. Al 34' la sblocca Callejon su ottimo assist di Mertens, seguito al 37' da Milik che realizza direttamente su punizione.
Nella ripresa al 67' Correa accorcia le distanze, ma cinque minuti più tardi Acerbi viene espulso e lascia in dieci in suoi.


Miranda e ‘i suoi fratelli’, i possibili nomi per sostituire Juan Jesus

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Minuto nove dell’ottavo di finale di Coppa Italia tra Roma e Virtus Entella. I giallorossi sono già i vantaggio per uno a zero, grazie alla prodezza di tacco di un super Patrik Schick, quando il ginocchio destro del centrale brasiliano Juan Jesus fa crac.

Immediato il cambio, con il sostituto Marcano che poi siglerà una delle quattro reti che permetteranno ai giallorossi di asfaltare i pur coriacei liguri. L’ex Inter, invece, abbandona immediatamente lo Stadio Olimpico, per giunta in stampelle, un chiaro segnale del fatto che non si tratti del più banale degli infortuni.

I primi riscontri parlano di “trauma iperestensivo al ginocchio destro” mentre soltanto alcune ore dopo, ‘a freddo’, viene chiarito che Juan Jesus ha rimediato una lesione del menisco interno. Due le scelte, effettuare un’operazione chirurgica oppure optare per una terapia conservativa che, qualora porti ai risultati sperati, lascerebbe fuori dal campo il difensore ‘soltanto’ per un mese.

Ad ogni modo, una brutta tegola per mister Di Francesco, che insieme a Monchi era già alla ricerca di un nuovo centrale difensivo per rafforzare il reparto in vista della partenza di Marcano, bocciato dopo solo sei mesi nella Capitale.

La prima mossa del ds ex Siviglia è quella di bloccare l’addio dello spagnolo, dato da molti addetti ai lavori vicino al ritorno in patria dopo aver rifiutato la pur ricca proposta dei turchi del Galatasaray.

Tuttavia, Monchi inizia a scandagliare il mercato per capire quali possano essere le reali opportunità, rigorosamente low cost, in grado di ovviare allo stop forzato di Juan Jesus.

Il primo nome a comparire sulla lista del dirigente iberico è quello dell’esperto interista Joao Miranda, sulle cui tracce i giallorossi si erano già mossi prima dell’infortunio di Jesus, in previsione dell’addio a Ivan Marcano.

L’ex colonna dell’Atletico Madrid, che insieme a Godìn ha per anni permesso al mister dei Colchoneros Diego Simeone di dormire sonni tranquilli riguardo alla propria difesa, non rientra più nei piani della società nerazzurra come titolare e per questo a gran voce ha ultimamente reclamato più spazio, paventando, in caso opposto, un suo addio immediato.

La Roma ha già tentato (e continuerà a farlo nelle prossime ore) di portare a Trigoria Miranda attraverso un’offerta di prestito secco, al momento prontamente rispedita al mittente da Marotta e Ausilio.

Altro nome finito nel radar di Monchi è quello di Bram Nuytinck, classe 1990, arrivato all’Udinese nell’estate del 2017 dai belgi dell’Anderlecht. Dopo un anno di sostanziale apprendistato, l’olandese ha fornito prestazioni personali eccellenti in questa prima fase di stagione 2018/2019, nonostante una retroguardia friulana globalmente tutt’altro che impenetrabile.

Il roccioso centrale bianconero, un metro e novanta per circa novanta chilogrammi, può essere definito il tipico difensore ‘all’antica’, tanta sostanza e pochi fronzoli, in grado di far valere molto più la propria, imponente stazza che non la rapidità nell’uno contro uno. In riferimento a un suo possibile approdo in giallorosso, Nuytinck ha dalla sua parte il fatto di essere mancino, proprio come colui che dovrebbe andare a rimpiazzare, ovvero Juan Jesus.

Tuttavia, si sa, l’Udinese è ‘bottega cara’ e non sarà certo facile strappare a prezzo di saldo uno dei migliori elementi attualmente presenti nella rosa di mister Davide Nicola.

Spostandosi all’estero, altre chance per Monchi potrebbero riguardare i seguenti nomi (tutti rigorosamente mancini): Nacho Monreal (Arsenal); Victor Ruiz (Villarreal); Marcos Rojo (Manchester United).

I primi due calciatori della lista sembrerebbero coloro potenzialmente più abbordabili, se non altro poiché entrambi sono in scadenza di contratto con le rispettive compagini nel prossimo giugno.

Nacho Monreal, spagnolo a un passo dai 33 anni, è sempre stato prevalentemente un terzino sinistro ma con l’avanzare dell’età si è progressivamente spostato al centro della difesa per aver perso quella brillantezza fisica che lo aveva contraddistinto nei suoi anni migliori. I Gunners non hanno intenzione di rinnovargli il contratto e quindi potrebbe arrivare nella Capitale per una cifra veramente esigua. Il problema, come nel caso di Rojo, deriverebbe invece dall’alto ingaggio dei due calciatori militanti in Premier League.

Victor Ruiz, già visto in Italia in passato, seppur fugacemente, con la maglia del Napoli, si libererà a sua volta dal ‘sottomarino giallo’ il 30 giugno del 2019 e anche in questo caso appaiono assai poche le possibilità di rinnovo con gli iberici. Compirà trent’anni il prossimo 25 gennaio e il Villarreal potrebbe accettare di cederlo per pochi milioni di euro piuttosto che perderlo senza ricavare un centesimo dal suo addio.

Infine, l’argentino Marcos Rojo. Arrivato al Manchester United a suon di milioni e promesse nell’estate del 2014, il centrale sudamericano è poi spesso stato relegato in panchina nel corso della sua storia con i Red Devils, non diventando mai effettivamente un punto fermo della formazione inglese dapprima di Moyes, poi di Van Gaal e in ultimo di Mourinho.

Il suo contratto con il club mancuniano scade nel 2021. Come detto, c’è il problema dell’alto ingaggio ma anche quello legato al fatto che lo United difficilmente lo lascerebbe partire per pochi milioni di euro. Monchi potrebbe tentare con una proposta di prestito oneroso.

Comunque vada, le carte sul tavolo del ds romanista sono ancora molte e soltanto nei prossimi giorni si capirà su quale elemento (o più di uno in caso di reale addio a Marcano) l’ex Siviglia sceglierà di puntare con decisione.


Giù le mani da Nicolò Zaniolo

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Giù le mani da Nicolò Zaniolo. È un obbligo comune, della società, della tifoseria intera, dei giornalisti. Giù le mani da questo ragazzo. Classe ’99, arrivato alla Roma in punta di piedi, contropartita nell’operazione Nainggolan. Un giovane, un “primavera”, destinato al prestito o, chissà, a fare una-due presenze massimo in qualche turnover pensato da Di Francesco.

Ma le cose nella vita, quasi sempre, non vanno come te le aspetti e spesso nel calcio quelli che arrivano nel silenzio generale sono quelli che poi sorprendono di più. L’esordio al Santiago Bernabeu, infatti, non poteva essere un caso. Arrivano gli apprezzamenti di Mancini, il rammarico dei tifosi interisti, l’euforia di quelli giallorossi. Arriva l’esordio in Serie A, dove finisce per essere titolare in più di una partita a causa dei tanti compagni infortunati. Succede che Zaniolo gioca bene, con quella grinta e quella fame che ti spingono ad andare come un treno. Succede che Zaniolo sorprende, che è un giocatore a tutto campo, potente e intelligente. Succede che segna due gol, contro il Sassuolo, poi contro il Torino, uno più bello dell’altro.

Succede, forse, la cosa più pericolosa. Succede che questo ragazzo è amato dai tifosi. Non c’è cosa più rischiosa e potenzialmente deleteria per un giocatore così giovane. Perché uscire dalle grazie dei fan è assai più facile che entrarci, un momento tocchi il cielo con un dito, l’altro stai sprofondando a terra. Al primo sbaglio, al primo scivolone, non sei più il nuovo Totti. Sei solo un altro ragazzino che è passato per Roma, e tutte le frasi come: “Diamogli la 10”; “Zaniolo è il migliore giovane in circolazione”; “Alzate a Zaniolo lo stipendio” non avranno più alcun senso.

Non carichiamo questo ragazzo di un peso che non è pronto a sopportare. Lasciamolo giocare, lasciamolo esprimersi al meglio delle sue capacità. Lasciamolo crescere e fare sempre di più. Con la maglia della Roma, si spera.

Giù le mani da Nicolò Zaniolo.


E la “prima” è andata

INSIDEROMA.COM - FRANCESCO GIOVANNI VENTURA - La prima partita del girone di ritorno è andata, è andata bene. Iniziare bene era importante, non solo per dimenticare una prima parte di campionato deludente, ma per far capire ai tifosi che la Roma c’è e lotta per i suoi obiettivi: dal piazzamento in zona Champions ad un buon cammino nella competizione stessa.

La risposta - La partita verrà ricordata piacevolmente dai tifosi. Dzeko gioca la sua prima partita con la fascia da capitano dal primo minuto, Kolarov diventa il difensore più prolifico dal 2017 e Zaniolo fa capire a tutti chi è che comanda. La Roma tiene il gioco, è creativa, unita. La vittoria è un segnale liberatorio, lo fa capire anche l’esultanza di mister Di Francesco, sul gol di El Sharaawy, che in cuor suo starà pensando: “I miei ragazzi sono tornati”.

Si può sempre migliorare – L’errore che si potrebbe commettere è quello di pensare di essere già arrivati proprio nel momento in cui il campo chiede uomini e non più solo calciatori. I ragazzi di DiFra non possono permettersi cali di concentrazione che potrebbero costare una partita fin lì in pugno. E poi c’è da puntare a quell’ agognato clean sheet che il tecnico abruzzese vuole.

Infermeria – In questa stagione, la rosa giallorossa, sta assumendo sempre più i connotati di un pronto soccorso a cui nella gara di ieri si è aggiunto Under, uscito dopo una manciata di minuti per un problema muscolare. Le sue condizioni verranno monitorate e si spera naturalmente di poterlo recuperare per l’andata di Champions con il Porto.


Roma-Torino è soprattutto Dzeko-Belotti

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Oggi all'Olimpico di Roma va in scena il match tra i giallorossi ed il Torino. Sfida tra punte, Edin Dzeko d auna parte e Andrea Belotti dall'altra. Sul granta si è riferito di un interessamente anche della Roma ma ciò che è certo è che oggi "Il Gallo" proverà a farle male. La Roma ha finalmente scoperto il fascino (e forse i vantaggi) di avere concorrenza per il ruolo di centravanti. Ecco, con questa nuova consapevolezza Edin Dzeko oggi scenderà in campo contro il Torino, esattamente ad un girone di distanza da un pomeriggio dove era riuscito a tirare fuori dal baule della sua sapienza tecnica un gol straordinario, «uno dei più belli che abbia mai segnato in carriera», aveva ammesso lo stesso attaccante. Che cosa è cambiato intorno a lui? Pur essendo sempre il miglior realizzatore stagionale tra i giallorossi con 7 reti ed il re della Champions nell’anno solare 2018, il bilancio in campionato pare molto al di sotto delle aspettative (appena 2 gol). Non basta. Per la gioia della Roma, a diciotto mesi dal suo arrivo, anche Patrik Schick sembra aver ritrovato se stesso, e le reti realizzate con Sampdoria, Sassuolo ed Entella lo hanno certificato. Per questo anche Di Francesco ammette che, forse per la prima volta, Dzeko non ha più il posto in cassaforte: «Sia lui che Schick sono in ottime condizioni. È una valutazione che sto facendo, anche se in questo momento è leggermente favorito Edin». Per un duello ormai alle viste, occhio a dar fiato al proverbio che dice: «Tra i due litiganti il terzo gode». Già, perché il d.s. Monchi era stato chiaro: «Belotti mi piace». E allora, se in estate Dzeko e la Roma dovessero separarsi di comune accordo, chissà che non possa partire l’assalto al Gallo. 


Baselli dà forfait. Lukic recupera, Meité no sconti

GAZZETTA DELLO SPORT - Ha perso pezzi strutturali strada facendo. Un’emergenza così in stagione non si era mai vista: il Toro è atterrato ieri a Roma anche senza Daniele Baselli (non ce l’ha fatta a superare il problema all’anca) che si aggiunge all’infortunato Moretti e agli squalificati Izzo e Meité. Ieri ha stretto invece i denti Lukic, alle prese da giorni con noie muscolari: non è al top della forma, avendo solo due allenamenti completi nelle gambe, ma oggi Mazzarri sarà quasi obbligato a schierarlo non avendo alternative. Oggi il Toro è quindi da ridisegnare: tutte le indicazioni conducono al 3-5-2 con Lyanco in difesa, Lukic e Ansaldi come mezze ali, Aina e De Silvestri sulle fasce. Le assenze hanno aperto le porte della prima squadra a tre talenti della Primavera: in panchina ci saranno il difensore Ferigra (‘99), il centrocampista Adopo e l’attaccante Millico, gli ultimi due sono 2000. Nonostante i forfait, il Mazzarri-pensiero è chiaro: «Le assenze non diventino alibi, mi aspetto una grande risposta da chi giocherà e una prestazione importante. Dobbiamo ribaltare la delusione per l’eliminazione dalla Coppa Italia che ci ha fatto male».


Roma, l’Europa è in anticipo

IL MESSAGGERO - La chance è da sfruttare. La Roma ospita il Torino e sa bene che cosa deve fare. Obiettivo scontato: vincere il 4° match di fila e, sfruttando l’anticipo dell’Olimpico, piazzarsi al 4° posto davanti alla Lazio che, attualmente con 2 punti in più, giocherà domani sera al San Paolo contro il Napoli e al Milan che, con 1 punto di vantaggio sui giallorossi, lunedì pomeriggio affronterà il Genoa a Marassi. Il 1° turno del girone di ritorno è fondamentale per mettere pressione alle rivali per la zona Champions. Di Francesco è consapevole di quanto la Roma abbia deluso nelle 19 partite del girone d’andata, spesso irriconoscibile nel gioco e nello spirito. Vede però la squadra in crescita, ma nemmeno lui si fida fino in fondo: le ricadute, del resto, non sono mancate. Il miglioramento c’è, la guarigione ancora non si sa. I 10 punti in meno rispetto al torneo passato hanno inciso sulle ambizioni dei giallorossi che, a quota 30, sono al 6° posto e rischiano di restare fuori dalla prossima Champions. Il Torino è decimato almeno quanto la Roma che, nella rosa, è comunque più attrezzata. Mazzari deve fare a meno degli squalificati Izzo e Meité e degli infortunati Moretti e Baselli.Recuperati solo Lukic e Zaza, ecco quindi Ansaldi spostato a centrocampo. I granata in trasferta sono imbattuti: nei 5 principali campionati d’Europa, solo loro, la Juventus e il Psg non hanno mai perso fuori casa. Ma non bisogna sottovalutare la gara, perché adesso la Roma non può più sbagliare. In particolar modo Dzeko vorrà incominciare il girone di ritorno come quello d’andata, segnando a Sirigu.


Deludente è la proprietà

IL MESSAGGERO - Tutto bene, ci eravamo sbagliati e non resta che chiedere scusa a Monchi: Schick, Marcano e Karsdorp sono ottimi giocatori, in splendida forma e adattissimi al gioco di Di Francesco. Forse solo Pastore è da rivedere. Peccato per l’infortunio di Jesus,perché costringerà il direttore spagnolo a comprare un altro difensore e forse arriverà anche un centrocampista. Dopo le tre vittorie consecutive contro Sassuolo, Parma e Virtus Entella adesso arriva un calendario più tosto con Torino e Atalanta in campionato e nelle coppe Fiorentina e Porto. Al gioco giallorosso deve pensare DiFra, ai tifosi piace sostenere i colori e la squadra e non smetteranno mai, però la società è davvero deludente, ad essere molto gentili.