Roma, i punti nel cuore
IL MESSAGGERO - TRANI - Ranieri, come il 13 settembre del 2009 a Siena, vince al debutto: stesso punteggio, 2-1, e identica sofferenza. E va subito a dama: la Roma, dopo il weekend, supera l'Empoli quartultimo e torna da sola al 5° posto, a 3 punti dall'Inter quarta e a 4 dal Milan quinto. Domenica sera il derby di San Siro: la nuova chance non va dunque sprecata.
PALLEGGIO OCULATO «Oggi come ieri, buona fortuna mister Ranieri». Che, a fine ripresa, ringrazia il Var: annullata la rete del pari a Krunic. La Roma del nuovo corso, insomma, rischia nel finale. L'inizio è, invece, decente con il 4-2-3-1 che piace ai giocatori. Il sistema di gioco è spavaldo, almeno per le caratteristiche degli interpreti. Schick è il centravanti, sui lati Kluivert ed El Shaarawy intraprendenti e ispirati. Zaniolo torna trequartista, ma spesso si alza accanto a Schick. La coppia di mediani è scontata: Cristante e Nzonzi. Come non c'è scelta per quella in mezzo alla difesa: Jesus e Marcano, entrambi mancini. A destra il terzino è Florenzi, a sinistra va Santon. Mosse annunciate anche per l'emergenza che penalizza il nuovo allenatore. Fuori in 8: gli squalificati Kolarov, Fazio, Dzeko e gli infortunati Manolas, De Rossi, Pellegrini, Pastore e Under. E 37ª formazione diversa in 37 partite (per otto undicesimi il mercato di Monchi). Ma l'input è chiaro già dalla vigilia: chi imposta non deve perdere il pallone. Il fraseggio, dunque, è lento e in orizzontale. E' la soluzione è limitare i rischi con il possesso palla: 67 per cento nel 1° tempo (in 10, nella ripresa, calerà al 54). El Shaarawy colpisce subito da fuori: destro a giro e 9° gol in campionato. Si conferma, insomma, il miglior realizzatore del gruppo. Non basta, però, la sua rete a indirizzare il match. La Roma continua a incassare gol, soprattutto all'Olimpico (19 su 37 totali): peggio, in casa, solo il Sassuolo, il Chievo, il Frosinone e proprio l'Empoli. Punizione di Bennacer, torre di Silvestre e autogol di testa di Jesus.
BARICENTRO ABBASSATO Sono 56 i gol incassati in 37 partite. Ranieri interviene con qualche accorgimento. In difesa la linea a 4 è più vicina a Olsen. In fase di non possesso palla, Kluivert ed El Shaarawy si allineano a Cristante e Nzonzi per non lasciare a centrocampo la superiorità numerica all'Empoli, schierato da Iachini con il 5-3-2. E il pressing è ridotto al minimo. La Roma, intanto, sa di essere efficace in questa stagione sulle palle inattive: punizione da destra di Florenzi per lo stacco vincente di Schick. Sono 17 i gol, in campionato, su calcio da fermo. Prima del nuovo vantaggio, Pasqual centra l'incrocio dei pali, sinistro su punizione. Zaniolo, invece, calcia largo, dopo il tacco di El Shaarawy.
GRUPPO SPAVENTATO La Roma, timida e anche impaurita, prova comunque a gestire il match dopo l'intervallo. Entra Perotti per Zaniolo che non sta bene. El Shaarawy si sposta accanto a Schick. Dell'Orco salta davanti a Olsen, ma la girata di testa è a lato. Espulso Florenzi, doppia ammonizione: Maresca è fiscale e spesso distratto. Piove sull'Olimpico e sulla squadra decimata. Nel 4-4-1 entra Karsdorp per Kluivert. El Shaarawy, capitano in corsa, finisce la gara a destra. Debutta Celar, centravanti della Primavera (26° giocatore utilizzato), fuori Schick. Jesus sbaglia il rinvio, Olberlin fa muro con il braccio: ecco perché Maresca, aiutato dal Var, annulla il gol di Krunic. Decisione che pesa in classifica.
Il Var dà il benvenuto a Ranieri. La Roma cambia pelle e rinasce
LA REPUBBLICA - PINCI - Il clima da reunion non l’ha guastato nemmeno quel senso per l’autolesionismo di cui la Roma aveva già dato ampie prove. Il bentornato in Serie A e all’Olimpico a Claudio Ranieri è un gol annullato dal Var all’Empoli a tempo scaduto. Il primo segno di discontinuità col recente passato, forse: un fischio elettronico contestatissimo da Iachini, e benedetto da uno stadio infreddolito che nonostante l’ora e mezza di pioggia caduta sulla sua testa non avrebbe sopportato quella doccia gelata. Domani sarà passata una settimana dalla notte di Oporto che avviò la rivoluzione eppure la freschissima Roma di Ranieri può già giocarsi l’occasione di portarsi, nella peggiore delle ipotesi, a un punto soltanto dal 4° posto. Non subito, prima dovrà passare sulla Spal sabato, quando riavrà Dzeko, Kolarov e Zaniolo, uscito per precauzione: ma il sofferto 2-1 di ieri all’Empoli apre alla possibilità, oltre che a una nuova epoca.
Ed è simbolico che i gol li abbiano segnati El Shaarawy, l’escluso del Do Dragão, e Schick, l’uomo dei rimpianti portoghesi con quel rigore al 120’ che forse avrebbe meritato di ricevere. Raccontano che nei tre giorni di lavoro a Trigoria poche cose abbia potuto fare Ranieri: una era chiedere di giocare in modo semplice, cercando di garantire la difesa. E questo è quello che ha cercato di fare la Roma, pure allungandosi molto, perché più del gioco conta il risultato per dar forza all’inseguimento delle milanesi. Ha imparato a soffrire, a fingersi piccola senza esserlo, a sembrare umile e non arrogante. Anche se per la prima mezz’ora l’unica differenza con la gestione Di Francesco è stata il colore del cappotto, visto che Ranieri al paltò nero del collega ha preferito una giacca a vento bordeaux. Per questo il pareggio istantaneo dell’Empoli dopo il vantaggio di El Shaarawy aveva fatto rabbrividire. Ancora di più per la forma, visto che a spedirla in fondo alla porta di Olsen era stato il difensore romanista Juan Jesus, che in un delirio mistico doveva aver confuso la porta propria con l’altra. Colpo che avrebbe potuto affondare il Titanic appena riemerso dalla bufera. E invece, proprio a quel punto dev’essere scattato qualcosa. Schick, che tra campionato e Champions non aveva mai segnato nel 2019 (unica gioia, due gol all’Entella in Coppa Italia), s’è tolto il peso di quel digiuno, come a volersi riconoscere in quel ritratto celebrativo in cui s’era dilungato il nuovo allenatore presentandolo come «fortissimo, velocissimo, tecnico». La sua gara è sostanzialmente finita lì, eppure è quello l’istante che ha deciso la storia di una partita in cui «contavano solo i tre punti», come ha detto El Shaarawy, per la prima volta capitano nel finale dopo che l’arbitro Maresca, in imbarazzo continuo, aveva deciso di cacciare Florenzi. Ovviamente, negli occhi di tutti è rimasto il gol annullato a Krunic quando sarebbe stato troppo tardi per rimontarlo. Decisivo un tocco di gomito di Oberlin in un rimpallo precedente, un dettaglio colto dalla telecamera. L’Empoli era furioso, la Roma sorrideva. «Prendiamo troppi gol, ma la prima è andata», sospirava alla fine Ranieri: a lui, va benissimo così.
Ranieri: «Ci aiuteremo l'un l'altro per subire meno in difesa»
IL MESSAGGERO - CARINA - La Roma parte con il piede giusto. E Ranieri, al netto dello spavento finale per il gol annullato a Krunic, può sorridere: «Ero sicuro che sarebbe stata difficile ma devo fare i complimenti alla squadra perché in dieci siamo rimasti compatti. Il primo gol subito non l'ho capito. Sapevamo che l'ultimo uomo dell'Empoli avrebbe fatto il blocco. In Premier non fischiano fallo ma in Italia normalmente sì... Sul secondo, invece, il tocco con la mano era netto. Un grosso grazie va ai tifosi che nel momento difficile ci sono stati vicini». Soddisfatto ma senza esagerare: «La cosa migliore è il risultato. Dobbiamo lavorare molto, anche se in questo momento stiamo con la bombola d'ossigeno. Noi il gol prima o poi lo facciamo, dobbiamo invece restare concentrati per non subirne. Non è possibile prendere tutti questi gol. Mi fa essere positivo il fatto che fosse una partita difficile senza molti uomini. Nella ripresa eravamo un po' nervosi. Visto che in precedenza avevamo preso tanti gol in uscita, ho detto ai ragazzi di giocare la palla solo quando erano sicuri». Quella vista ieri, con il 4-2-3-1 in partenza, è un prototipo della squadra che ha in mente. Il futuro è 4-4-2 con il centrocampo a rombo in modo tale da poter sfruttare un uomo di qualità dietro a due punte: «Un'idea ce l'ho ma non la posso dire - prova a nascondersi il tecnico di San Saba - Ci aiuteremo l'uno con l'altro perché solo con una grossa organizzazione si può fare. Devo fare del mio meglio per aiutarli». La prima risposta dai singoli l'ha ricevuta da Schick, autore del gol del 2-1: «È un giocatore che ha tutto, velocità, dribbling e gol. Gli ho detto se mi fai vedere il carattere che ho visto a Oporto, sei uno dei miei uomini. Se l'ho visto bene contro l'Empoli? In alcune circostanze sì, deve farlo con più continuità. Ma tutti quanti devono dare di più». Torna sull'espulsione di Florenzi: «È un ragazzo che ha carattere. Ha giocato anche con il problemino al ginocchio ma lui mi ha detto che voleva esserci. Ha fatto di tutto per fermarsi. L'espulsione che ha rimediato è severissima, non so cosa abbia visto l'arbitro. E anche sull'ammonizione di El Shaarawy, l'arbitro mi è sembrato severo». Rivela un retroscena su Kluivert: «L'ho stressato molto, gli ho chiesto se ci avessero dato il più scarso. Alla fine aveva i crampi». Neo della serata l'infortunio di Zaniolo anche se Sir Claudio minimizza: «Mi ha detto che si è solo indurito il polpaccio. Avevo scelto lui per non rischiare Perotti che era tornato da poco da un lungo ko. Non dovrebbe essere nulla di grave».
LA RIVINCITA Serata speciale per Schick: «Devo ringraziare Ranieri per le belle parole spese sul mio conto. Cosa mi ha detto in privato? Che devo far vedere la cattiveria. Sono felice per il gol e per i tre punti, forse non è stata una partita bellissima ma contava vincere». Il ceco analizza il match: «La gara era molto difficile, anche dal punto di vista fisico. Per quanto mi riguarda stavo fuori da tre settimane. Alla fine ho avuto i crampi e per qualche istante ho avuto paura di essermi fatto male nuovamente. Fortunatamente tutto ok anche se quando sono uscito ero quasi morto dalla fatica». Ora a Ferrara potrebbe far coppia con Dzeko: «Ogni attaccante fa meglio quando gioca con un altro. Penso che anche Edin potrebbe rendere meglio». Non resta che attendere.
El Shaarawy e Schick: una notte per ripartire
LA GAZZETTA DELLO SPORT - La notte delle prime volte. La prima volta dei nove gol in campionato di El Shaarawy con la Roma, la prima volta sempre del numero 92 con la fascia di capitano, la prima volta in cui Schick si è sentito davvero decisivo. Nella serata in cui Claudio Ranieri (ri)debutta sulla panchina giallorossa, sono i due attaccanti a prendersi la copertina. (…).Complice la squaiifica di Dzeko, il primo ad esultare in tribuna al momento del suo gol, Schick ha voluto giocare a tutti i costi nonostante non stesse benissimo. Nel finale ha dovuto lasciare il campo, le sue condizioni saranno monitorate tra oggi e domani, ma ora che ha trovato un allenatore che crede nella possibilità di vederlo in coppia con Dzeko non ha alcuna intenzione di fermarsi. (…):«Devo far vedere cattiveria e mentalità giusta. Adesso devo crescere, anche fisicamente perché alla fine ero quasi morto, e penso possa aiutarmi giocare con Dzeko, così come penso possa aiutare lui. Ogni attaccante fa meglio quando non è da solo». Se Schick, dopo essere entrato bene ad Oporto, ha deciso la partita, nel momento di massima difficoltà è stato preziosissimo El Shaarawy. Ha corso per due e non solo per quella fascia di capitano indossata dopo l’espulsione di Florenzi: «È stato un onore-ammette -, anche se l’ho presa in prestito per pochi minuti. (…). Abbiamo vinto con le unghie e con i denti e siamo stati cattivi. Ci portiamo a casa tre punti che saranno fondamentali per le prossime gare». (…).
Rosi (dirigente Roma club Testaccio): "Siamo tutti col mister, l’Europa alla nostra portata"
LA REPUBBLICA - MONACO - «Siamo tutti con Claudio Ranieri. Ieri, nonostante si giocasse all’Olimpico, il club in via Ghiberti era quasi pieno. C’è curiosità, tanta voglia di Roma. Il mister ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi». Maurizio Rosi, 46enne dirigente del Roma club Testaccio, è fiducioso.
Pensa che Ranieri riuscirà a portare la squadra in Champions?
«Mi fido di Totti, se il capitano ha scelto lui vuol dire che è la persona giusta. Se i giocatori ce la metteranno tutta, al netto degli infortuni, l’Europa è alla nostra portata. Mi è piaciuto molto lo spirito che ha mostrato già dalla prima conferenza stampa. Ha parlato in modo schietto, da romanista».
Tre anni fa Ranieri vinse la Premier col Leicester e voi lo omaggiaste con uno striscione.
«Scrivemmo fuori dal club “Campione d’Inghilterra, core testaccino”: se lo meritava. Ranieri è un grande allenatore. Romano e romanista come noi».
Il Bomber e la sbronza: palo di Defrel. Con la Mercedes
LEGGO - CARBONI - Non muri difensivi, ma un muro di mattoni. Grégoire Defrel, 27enne attaccante della Sampdoria in prestito dalla Roma, stavolta non è riuscito a saltare l'ostacolo: a bordo della sua Mercedes infatti il calciatore francese si è andato a schiantare contro un muro, come conclusione di una notte brava a Genova. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 3 della scorsa notte il bomber blucerchiato avrebbe cercato di sfuggire all'alt di una pattuglia della polizia stradale, ma la sua fuga è durata ben poco. Il numero 92 della Samp infatti ha concluso la sua corsa contro alcune auto in sosta su corso Europa e poi contro un muro. Gli agenti della Poliziahanno immediatamente sottoposto il calciatore all'alcol test, che ha rivelato come Defrel si trovasse al volante della sua sportiva con un tasso alcolemico sopra il limite massimo consentito dalla legge: l'attaccante aveva un tasso alcolico pari a 1g/l. Il doppio del consentito dalla legge. Per questo i poliziotti hanno ritirato la patente all'attaccante, cui hanno anche contestato l'omesso controllo del veicolo. La sua Mercedes C 63 Amg coupé è andata distrutta, ma per fortuna il numero 27 doriano è uscito incolume dallo schianto.
La stessa società blucerchiata dovrebbe comminare una salatissima multa al suo tesserato, seguendo quanto stabilito dal codice comportamentale interno della squadra del presidente Massimo Ferrero. La stessa Sampdoria però smentisce che Grégoire Defrel sia scappato per cercare di evitare l'etilometro: «In merito a quanto accaduto nella notte al calciatore Grégoire Defrel, - si legge nella nota ufficiale del club - i dirigenti dell'U.C. Sampdoria hanno verificato con la questura di Genova e con il proprio tesserato che non c'è stato alcun inseguimento dopo un mancato alt a un posto di blocco». Nel comunicato blucerchiato poi si evidenzia come «la polizia è intervenuta in seguito all'incidente stradale in corso Europa, quindi è entrata in azione anche la polizia municipale. Defrel - si chiude la nota - non si è sottratto ad alcun controllo, ha anzi collaborato e ha dato la propria disponibilità per i rilievi e per la verbalizzazione dell'accaduto. Qualsiasi ulteriore ricostruzione dei fatti è dunque da ritenersi priva di ogni fondamento».
Silipo: "Una scelta perfetta è un allenatore fortissimo"
LA REPUBBLICA - MONACO - «Io e Claudio siamo fratelli, ci siamo sentiti anche ieri. È carico a molla, sono sicuro che farà bene». Claudio Ranieri e Fausto Silipo erano ragazzi quando con Roberto Vichi e altri scrissero la favola del Catanzaro, portando la formazione al settimo posto in A nella stagione 1981/’82.
Silipo, lei Ranieri lo conosce bene: ha accettato una sfida complicata.
«È un allenatore fortissimo, oltre che un signore. È molto concentrato sulla formazione da mettere in campo. È un tecnico serio. La Roma non poteva fare una scelta migliore».
Crede che Ranieri, in passato, sia stato sottovalutato qui a Roma?
«Il suo curriculum parla chiaro. Se Vučinić non avesse sbagliato un gol davanti alla porta ai tempi del primo incarico sulla panchina della Roma, adesso staremmo parlando dell’allenatore che aveva portato il quarto scudetto a Trigoria. Ha vinto ovunque e anche stavolta farà bene, sono sicuro».
Scaroni eletto in Lega, confronto tra Agnelli e Tebas
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Alla fine la Lega Serie A ha ripristinato il consiglio nella sua interezza: il posto lasciato vacante da Marco Fassone, allontanato dal Milan la scorsa estate, è stato ereditato proprio dal presidente rossonero Paolo Scaroni, eletto ieri in assemblea con 13 voti contro i 5 di Mauro Baldissoni, vice presidente esecutivo della Roma (2 le schede bianche). Sono stati decisivi i dieci minuti di pausa tra una votazione e l’altra, dopo l’equilibrio del primo scrutinio (8 voti per Scaroni, 7 per Baldissoni, 4 schede bianche e 1 nulla). Dieci minuti in cui, con la solita regia di Claudio Lotito, sono stati convinti gli indecisi ad appoggiare il n.1 del Milan. Nessuno, poi, ha sollevato obiezioni sulla doppia poltrona occupata dall'Inter che inizialmente aveva annunciato la disponibilità a uscire dal consiglio di Lega (dove siede Alessandro Antonello, mentre Beppe Marotta è consigliere federale). (…). Evidentemente sta bene a tutti così: alle grandi che temevano imboscate delle medio-piccole con conseguente rottura degli equilibri (gli altri consiglieri in quota ai club, oltre ad Antonello e Scaroni, sono Campoccia dell’Udinese e Percassi dell’Atalanta); e al fronte lotitiano che non aveva alcuna intenzione di aderire alla candidatura di Baldissoni. Ieri c’è stato spazio anche per un confronto di idee sul futuro delle coppe europee. Da una parte l’Epfl, l’associazione delle leghe europee, dall’altra l’Eca, il potente consorzio dei club. Dopo un’introduzione di Alberto Colombo, vice segretario generale Epfl, si sono succeduti Javier Tebas e Andrea Agnelli. Il n.1 della Liga (…):«Una sproporzione delle risorse delle coppe porterebbe a una perdita di valore dei tornei domestici, a vantaggio di pochissimi. Ci opponiamo fermamente all’ipotesi di collocare la Champions nel weekend, basta la finale al sabato». La replica del presidente dell’Eca e della Juventus: «È anche interesse dell’Eca che ci sia equilibrio competitivo, ma deve esserci a livello internazionale. I club devono concorrere in uno scenario globale, nel quale tra le leghe ci sono differenze notevoli di fatturato. (…)».
Ex Provincia, 105 sotto inchiesta: "Devono restituire 263 milioni"
LA REPUBBLICA - D’ALBERGO - In Regione e in Comune. Al Campidoglio e alla Pisana, bussando poi alle porte dei 105 tra politici e tecnici che, secondo la ricostruzione della procura della corte dei Conti, avrebbero creato un buco di 263 milioni di euro nel bilancio dell’ex Provincia. Ieri la Guardia di Finanza ha iniziato a notificare l’atto con cui i pm contabili vogliono mettere il primo punto sul caso della nuova sede della Città Metropolitana all’Eur. Un affare che i magistrati di viale Mazzini definiscono «fallimentare» e per cui ora saranno chiamati a difendersi gli ex presidenti della vecchia Provincia a guida Pd. Enrico Gasbarra da una parte e dall’altra il neosegretario dei dem, oltre che governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Nella lista ci sono anche l’ex sindaco Ignazio Marino e l’attuale prima cittadina 5S Virginia Raggi, entrambi alla guida del Comune e quindi della Città Metropolitana. A loro e a tutti i consiglieri che hanno dato il via libera all’acquisto del palazzone da 32 piani costruito sui terreni di Luca Parnasi, l’imprenditore arrestato per corruzione per lo Stadio della Roma, la corte dei Conti chiede, entro 10 giorni, «l’immediata restituzione in favore dell’ex Provincia di Roma» dei 263 milioni di euro. O comunque di una somma «non inferiore ai 107 milioni». Ognuno dei 105 a cui è stato notificato l’atto di messa in mora, secondo la ricostruzione del viceprocuratore Massimo Lasalvia, ha la propria fetta di responsabilità. C’è chi era a palazzo Valentini quando si decideva di cercare una nuova sede. Chi ne ha votato l’acquisto, chi ancora oggi in consiglio delibera atti per ripianare un buco milionario. Una voragine che si autoalimenta di anno in anno.
La lista dei «presunti responsabili del danno». come detto, è lunga. C’è l’ex commissario Riccardo Carpino, prefetto oggi alla guida del Demanio. C’è anche Umberto Postiglione, a sua volta commissario della Provincia, prefetto di Palermo e poi direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. Segue una lunga lista di politici di ogni colore: ci sono i vecchi sindaci di mezza provincia, consiglieri che poi hanno continuato la carriera in politica. Alla Camera per il Pd sono finiti Patrizia Prestipino e, nella scorsa legislatura, Roberta Agostini. Per Sel, invece, a Montecitorio c’era Massimo Cervellini. E Marco Silvestroni per FdI. Capitolo senatori: ecco il grillino Emanuele Dessì, ex “incandidabile” poi finito a palazzo Madama nonostante il caso del video che lo ritraeva con Domenico Spada, pugile del clan sinti, e quello della casa popolare affittata per 7,5 euro al mese nel comune di Frascati. Nell’elenco della corte dei Conti anche l’ex senatrice dem Giuseppina Maturani. Guardando al Campidoglio, spuntano i nomi del presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, e del capogruppo 5S Giuliano Pacetti. Consiglieri delegati rispettivamente al Bilancio e al Patrimonio. Per il Pd, invece, c’è il consigliere e presidente della commissione Trasparenza Marco Palumbo. Alla Regione, invece, c’è Mauro Alessandri, ex consigliere provinciale e attuale assessore ai Trasporti della Pisana. Il presidente del Consiglio e il suo vice, il piddino Daniele Leodori e Giuseppe Cangemi del gruppo misto. Ancora: Amalia Colaceci, ex assessora di palazzo Valentini e ora presidente di Cotral, e il suo vecchio collega Michele Civita. Assessore anche in Regione, per lui il 4 aprile potrebbe scattare anche il rinvio a giudizio per il nuovo stadio della Roma. Tornerebbe, quindi, il nome di Luca Parnasi. Sotto inchiesta per Tor di Valle e titolare della torre da 263 milioni che a ogni chiusura di bilancio rischia puntualmente di mandare in default la Città Metropolitana di Roma. Merito di una manovra finanziaria e immobiliare, messa in piedi negli anni del centrosinistra e mai più sanata, per acquistare un palazzo che al momento della stretta di mano peraltro «risultava inagibile e non fruibile agli scopi pubblici a cui doveva essere destinato». Il grattacielo comprato con l’idea di risparmiare e riunire tutti gli uffici della Provincia — mentre era aperto il dibattito sulla abolizione di quel tipo di ente — adesso rischia di trasformarsi in un costosissimo grattacapo per l’intero arco politico capitolino.
Ranieri riscalda la Curva Sud: «Non era facile, ma grazie ai tifosi»
IL TEMPO - MENGHI - L'aratro probabilmente è rimasto in qualche scatolone portato da Londra a Trigoria nelle ultime frenetiche ore e per vedere la Roma cattiva e determinata, pronta a morire per la maglia che indossa e arare il campo, Ranieri dovrà aspettare tempi migliori. Nel frattempo può consolarsi con una vittoria fondamentale in chiave Champions,poi aggiusterà magari le prestazioni, e con il calore dei tifosi, che nel giro di 24 ore, dalla convocazione in conferenza stampa al fischio d'inizio, si sono moltiplicati: i 6 mila biglietti di domenica sono diventati più di 10 mila e allo stadio, in un lunedì sera di bufera nella capitale, erano quasi 35 mila. E hanno accolto il nuovo allenatore con un bello striscione in curva:«Oggi come ieri... Buona fortuna mister Ranieri». Lui pure senza «i pezzi da novanta, i leader che danno un senso alla squadra» è riuscito ad ottenere i primi tre punti nella sua seconda avventura in giallorosso e l'ha fatto col vento della Sud a favore, cosa mancata a Di Francesco nei momenti bui: «Il vero pezzo da novanta dev'essere la Roma, la Roma con i suoi tifosi, che ci hanno dato una mano incredibile. Mi aspetto che a Ferrara vengano perché ne abbiamo bisogno, stiamo con la bombola d'ossigeno e ci servono tutti i dottori possibili». Ne servirebbe davvero uno bravo per curare tutti i problemi di questa squadra, a pezzi fisicamente e debole psicologicamente, «una squadra nervosa che viene da determinate situazione negative», ma la vittoria è sempre una buona medicina: «Aiuta l'autostima, aiuta a migliorarsi, certo noi dobbiamo migliorare molto».
Non c'è tanto tempo davanti, appena 11 giornate di campionato, e ce n'è stato sicuramente troppo poco per fornire istruzioni complete alla squadra: «Io gli ho chiesto proprio l'Abc. Li ho allenati talmente poco, ma ho notato Schick, che ha tutto: velocità, tecnica, dribbling, gol. Carattere? Gli ho detto: "Se mi fa vedere quello messo a Oporto sei uno dei miei uomini". In alcune circostanze l'ha fatto, ma deve farlo di più». I problemi della Roma non sono tanto davanti quanto dietro: «Una soluzione in testa ce l'ho, con una grossa organizzazione possiamo non subire gol, sapendo che poi li andiamo a fare. Non è possibile prendere tutte queste reti. Gli allenatori vedono delle cose ma ci vuole tempo per farle assorbire». Il tempo è un po' tiranno con lui, che si dice «concentrato, piuttosto positivo per il fatto che non era una partita facile, in cui anche in dieci siamo rimasti compatti. Florenzi? Per me l'espulsione è troppo severa perché lui ha fatto di tutto per fermarsi». Non è d'accordo nemmeno sul mancato fischio all'1-1 dell'Empoli: «Io sono super favorevole alla Var, in Inghilterra ho dato la mia adesione massima perché col gioco moderno, più veloce, gli arbitri poverini non ce la fanno a vedere tutto. Lo strumento è idoneo, mi aspettavo che la tecnologia intervenisse per il blocco sulla punizione dell'Empoli, mi sono sorpreso perché mi hanno detto che qui le fischiano queste cose». La Roma, intanto, esce tra gli applausi e di questi tempi sono oro colato.
Schick: "Ora fatemi giocare con Dzeko"
IL TEMPO - AUSTINI - Uno fa il capitano per la prima volta e si è guadagnato i gradi a suon di gol, l'altro ha dato ragione a Ranieri che ne parla con entusiasmo. El Shaarawy e Schick sono i protagonisti sul campo della prima vittoria di questa nuova Roma "testaccina", una rete a testa per superare paure, infortuni, squalifiche e continuare a sperare di riacciuffare il quarto posto. «Era un successo che contava a prescindere dalla sofferenza e dalla fatica fatta - racconta il Faraone a fine match - l'abbiamo vinta con le unghie e con i denti e siamo contenti della tenacia avuta, è quello che ci ha chiesto il mister, di essere cattivi». Parla col sollievo dopo il 2-2 annullato giustamente al video da un arbitro non all'altezza. Roma salvata dal Var dopo che in Champions si sono ricordati di usarlo solo a favore del Porto. «Va sfruttato - prosegue l'attaccante - per fortuna stavolta l'hanno utilizzato bene. Ci portiamo a casa i tre punti, importanti per la classifica e le prossime partite. Abbiamo cambiato siste-ma di gioco ma ci siamo adattati, quindi siamo soddisfatti. Ora ci prendiamo la vittoria e poi in settimana cercheremo di analizzare tutto per fare meglio». Trascinatore di una squadra alla disperata ricerca di serenità e continuità, El Shaarawy è uno dei pochi dal rendimento sotto la sufficienza in una stagione al di sotto delle attese: ieri il nono gol per lui, tutti segnati in campionato. «È stata una rete importante per me, per la continuità che sto avendo e soprattutto per la squadra. Dopo tre anni qua mi sento diverso e importante, ma la fascia di capitano l'ho presa solo in prestito: è stato un onore indossarla. Dispiace per l'espulsione di Florenzi, si era tolto su quel fallo, ora non deve abbattersi e reagire così come hanno fatto tanti ragazzi che non hanno vissuto un bel periodo. Stavolta non è neanche colpa sua».
In Champions a Oporto El Shaarawy non ha potuto giocare neppure un minuto visto che Di Francesco lo ha tenuto in panchina per tutti i 120', tra cambi forzati e la scelta di puntare su Schick. Era stata una mossa giusta, visto che il ceco si era guadagnato un rigore ignorato da arbitro e Var. Una parziale ricompensa è arrivata ieri, con Patrik a segnare il gol vittoria, il quinto in una stagione dove continua a segnare solo all'Olimpico al contrario di Dzeko. Ora Ranieri vorrebbe farli giocare insieme, «vediamo - è il commento di Schick - abbiamo ancora diversi giorni per prepararci alla Spal, ogni attaccante fa meglio quando gioca con un altro e non è da solo. Penso che possa essere un vantaggio anche per Edin». Il tecnico lo ha motivato come meglio non poteva, Schick ha risposto presente. «Il mister - racconta - mi ha detto che devo fare vedere la cattiveria e la mentalità. In questa partita tutti siamo andati in campo con l'intenzione di aiutarci quando qualcuno sbaglia. Forse non è stata una gara bellissima ma i tre punti sono importanti. Io faccio l'attaccante e sono felice di aver segnato. Alla fine ho avuto i crampi e ho avuto paura di essermi fatto male di nuovo. Quando sono uscito ero quasi morto». Come tutta la Roma, stremata ma felice per una sera.
L'infortunio non preoccupa: Zaniolo ok
IL TEMPO - MENGHI - Chi ha stretto i denti alla fine non ce l'ha fatta. Zaniolo aveva dato la sua disponibilità a Ranieri, ma il polpaccio destro che gli faceva male al rientro da Oporto si è indurito costringendolo a chiamare il cambio a inizio ripresa. Tra 4 giorni si torna in campo e stavolta il 19ennne dovrebbe lasciare spazio ad altri, anche se «non è nulla di grave», spiega il tecnico. Non preoccupano neppure Schick, uscito per un crampo, e Jesus, col ginocchio destro - lo stesso a cui si era lesionato il menisco - dolorante per la bella botta presa nell'impatto col terreno al gol annullato all'Empoli. Florenzi salterà la Spal per squalifica, torneranno Dzeko, Fazio e Kolarov con la «fedina» pulita. Da valutare Pastore, che potrebbe farcela per sabato, e Under. Manolas, Pellegrini e De Rossi si rivedranno, bene che va, dopo la so-sta. Intanto l'Uefa contesta alla Roma «atti di danneggiamento» al Do Dragao, la passano liscia sia Pallotta per le frasi post-match sia Di Francesco per la mancata conferenza stampa. E, aggiungiamo, lo speaker-tifoso che alzava i cori dopo il gol sbagliato da Dzeko ai supplementari e il rigore del Porto.