Edin, gol e nervosismo. Londra chiama Monchi

IL MESSAGGERO - TRANI - Dzeko a muso duro. Nervoso, tanto da rifiutare pure l’intervista di migliore in campo a fine gara, ma ancora decisivo. Il centravanti trascina la Roma, come spesso ha fatto dall’inizio del nuovo anno. La doppietta al Frosinone è pesantissima: la rete per rispondere a Ciano e pareggiare, l’altra alla fine del recupero per il successo. È sempre dentro la partita. Suo pure il contropiede per il 2° gol giallorosso. Si è scatenato quando il pubblico dello Stirpe ha deciso di offenderlo per aver restituito “male” il pallone al Frosinone. L’attaccante ha pensato che gli avversari volessero perdere tempo, interrompendo spesso il gioco. E lo ha detto, indurendo la mascella, pure a De Rossi, con il quale si è scambiato il cinque dopo la rete del pari. E dopo aver risposto alla gente che gli ha insultato a lungo la madre e gli ha urlato: «Zingaro». È stato anche ammonito, ritrovando l’arbitro Manganiello che lo cacciò a Firenze in coppa Italia. E ha difeso Manolas dai giocatori di Baroni. Ma si è sfogato come piace a lui, festeggiando con i tifosi della Roma l’85° gol in 166 partite. E in 6 degli ultimi 9 gol segnati dalla Roma in trasferta in campionato c’è stato lui: con 5 reti e 1 assist. In questo torneo fa centro solo fuori casa: 7 reti. In casa i 5 della Champions.

FUTURO NELLA CITY  - In Spagna e in Inghilterra, intanto, insistono: Monchi a fine stagione raggiungerà Emery all’Arsenal. Non c’è niente di ufficiale, ovviamente, ma sono però confermati i rumors sull’addio del ds giallorosso che lascerebbe dunque Trigoria in anticipo sulla scadenza del contratto (30 giugno 2021) e dopo appena 2 anni di lavoro con la società di Pallotta. Il club londinese avrebbe già presentato la sua offerta, anche per battere la concorrenza del Siviglia che ha proposto a Monchi il ruolo di presidente. L’Arsenal, invece, lo vorrebbe come direttore tecnico, affidandogli quindi il mercato e la gestione della squadra. Lo spagnolo, per liberarsi dalla Roma, dovrà comunque versare una penale che è superiore ai 2 milioni di euro, cifra che sarà pagata dalla società inglese.


Prima la Champions, poi quel che sarà sarà

IL MESSAGGERO - FERRETTI - La Roma non può permettersi di non arrivare tra le prime quattro del campionato. Non può permettersi, in parole povere, di non partecipare alla prossima edizione della Champions League. Perché non è padrona, lo conferma la sua storia recente, di non mettere in cassa i soldi derivanti dalla presenza nella massima competizione continentale. Qualora il traguardo Champions non venisse raggiunto, le conseguenze sarebbero gravi, ed evidenti già a partire dalla prossima sessione di calciomercato. Con movimenti che, soprattutto in uscita, potrebbero essere ancora più pesanti rispetto a quelli degli anni passati. Uno scenario inquietante, se ci pensate bene.

IL CONTRIBUTO DI EDIN - Ragionamenti non inediti, ma che vanno rinfrescati adesso che la lotta per conquistare un posto Champions si sta facendo sempre più serrata, con la Roma (per ora) fuori dal gruppo delle elette al di là del sofferto successo di Frosinone. Qui, però, non è più tempo di pensare a quello che (non) è stato, ma solo a quello che sarà. O che dovrebbe essere, per arrivare a dama. I punti lasciati in modo vergognoso per strada nei mesi passati non verranno mai restituiti e, adesso, non è neppure il caso di individuare responsabilità e responsabili. Serve far punti e basta. Non serve neppure ricordare che in gennaio la Roma non ha (colpevolmente) fatto mercato in entrata. Il fatto non va assolutamente dimenticato, ma ora non si può tornare indietro. Il tempo per fare bilanci non mancherà. Così come per capire che Roma, intesa come dirigenti, staff tecnico e giocatori, farà nella prossima stagione. Oggi se qualcuno non remasse verso un'unica direzione, quella dell'interesse supremo della Roma, sarebbe semplicemente un traditore. Poi, se sarà il caso, morto un papa se ne farà un altro. Come sempre, da queste parti.
A Frosinone, contro una squadra che non aveva mai vinto in casa, Dzeko, dopo aver cambiato gli scarpini, risolve la faccenda all'ultimo respiro e con la sua doppietta dà un'altra bella spinta alla squadra verso l'Europa che conta. Ma la prestazione lascia abbastanza perplessi. Archiviati i ciociari, sabato arriverà il derby con la Lazio. Che, vista la classifica, avrà un doppio, intenso valore. Non si giocherà solo per il primato cittadino, ma anche per la Grande Europa. Senza trascurare, ovviamente, quanto sta accadendo a Milano, con il Milan (che con gli innesti di gennaio sta letteralmente volando) avanti ai giallorossi.


Di Francesco: «Tanti errori ma si vince anche così»

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Il vento sta cambiando, signori. Il vento, e ce ne era tanto qui a Frosinone (freddo anche in abbondanza), prima di cambiare ha prima congelato la Roma e poi l’ha spinta alla vittoria. È una di quelle serate del tipo “contava solo vincere”. Già, perché la prestazione c’è stata, ma solo a sprazzi. Giocate tante, quelle sì. Lo sa anche Di Francesco, che continua a correre verso il quarto posto, sperando nel testa a testa con il Milan: l’Atalanta si è allontanata e sabato la Roma si augura di allontanare anche la Lazio. Certo, giocando così è complicato. Complicato anche se si pensa all’infortunio di Manolas, uscito in lacrime, su una barella e con le mani nei capelli: sospetta distorsione alla caviglia. Rischia proprio il derby, appunto. «Preferivo una prestazione differente, ma si vince anche così. L’ambiente e il vento non aiutavano, il Frosinone ce l’ha messa tutta. Cosa non è andato? Ho visto tanti errori tecnici, abbiamo rischiato di perdere, ma abbiamo voluto vincerla fino alla fine», le parole di Di Francesco.

DERBY E DINTORNI - Il modulo, stavolta 4-2-3-1, per DiFra è un falso problema. «Il secondo gol del Frosinone è arrivato dopo un calcio piazzato nostro su quale eravamo posizionati male. La partita ce l’avevamo in mano, anche se andava chiusa, non gestita. Non è il sistema di gioco, ma l’atteggiamento di squadra. Quando si sbaglia tanto nel palleggio, quando non sei pulito, dai forza all’avversario. La prestazione di Pellegrini? E’ trequartista, mediano e mezzala. Ha qualità differenti da Zaniolo: è meno fisico e ha più tecnica, ma nella continuità della partita ti dà tanto. È completo, può solo migliorare». Se Manolas rischia di saltare la partita contro la Lazio, almeno sono “salvi” gli altri diffidati. «Ho messo solo chi poteva avere più freschezza mentale. Era importante arrivare con una vittoria, quando si gioca con le squadre che lottano per la salvezza non è mai facile».

STEPHAN: «PIÙ CORAGGIO» - A fine partita Dzeko rifiuta l’intervista come migliore in campo (era ancora troppo nervoso) e scappa negli spogliatoi, tocca quindi a Pellegrini che ne approfitta per dedicare gol e vittoria alla bambina che la moglie Veronica in estate gli regalerà una figlia. Un gol pesante, il secondo in campionato, non segnava dal derby. E la prossima c’è proprio la Lazio. «Era fondamentale vincere nonostante le difficoltà partita fisica e cattiva. A volte abbiamo dovuto rinunciare al bel gioco ma l’importante era portare a casa la vittoria. Purtroppo continuiamo a prendere gol, ci dobbiamo lavorare. Ma era fondamentale la voglia di vincere con il gol all’ultimo minuto. Bellissima l’esultanza con tutta la panchina perché siamo un gruppo vero che si vuole bene e lotta fino alla fine. Il derby? Arriviamo alla sfida con la Lazio con una serie di vittorie, speriamo possano continuare...». Infine El Shaarawy, decisivo in due gol della Roma. «Io leader? Sento solo che sono cresciuto. Giocando sempre si acquisisce consapevolezza. Fisicamente mi sento bene, mi sento cambiato anche nell’attaccare lo spazio. Anche nel gol vittoria la palla di De Rossi la leggo prima e cerco di andare in profondità. E ci credo quando gli avversari non lo fanno: questa è la caratteristica migliore. Devo invece migliorare e avere più coraggio nell’uno contro uno».


Dzeko spinge in alto la Roma

IL MESSAGGERO - TRANI - All'ultimo respiro, e dopo aver rischiato la nuova figuraccia contro una piccola del nostro torneo, la Roma riesce ancora a replicare al Milan. E, battendo 3-2 il Frosinone penultimo nel freezer dello Stirpe, resta in scia dei rossoneri, quarti e sempre con il vantaggio di 1 punto (e degli scontri diretti). Di Francesco si tiene stretto soprattutto il risultato che gli permette di restare in corsa per la zona Champions e che dà continuità alla striscia positiva in campionato: adesso è di 8 match (6 vittorie e 2 pareggi). I giallorossi, dopo aver perso la sfida allo Stadium prima di Natale, viaggiano alla stessa velocità della Juve. La prestazione, però, non convince. Al gioco si sostituiscono le giocate: la doppietta di Dzeko, in questo senso, è davvero preziosa.

ANCORA DIVERSA - Lo spartito, nella circostanza, non aiuta il coro che in questa trasferta sembra stonato. Di Francesco, anche perché si presenta allo Stirpe con 5 novità dopo la vittoria di lunedì scorso contro il Bologna, schiera la 34esima formazione diversa in 34 partite. Il turnover chiama in causa 3 diffidati su 4: partono in panchina Florenzi, Fazio e Zaniolo (solo il primo non avrà spazio). Manolas, invece, viene rischiato, ma dietro entrano sia Santon a destra che Marcano in mezzo. In più tornano De Rossi, Perotti ed El Shaarawy. Ma, con la formula del doppio play, ecco il ritorno al 4-2-3-1, cioè al sistema di gioco utilizzato per gran parte della stagione e riproposto anche in corsa per mettersi a specchio con Mihajlovic nell'ultimo match di campionato. Pellegrinirisale da trequartista e Perotti comincia alla destra di Dzeko, pure se a metà tempo è già a sinistra dove si trova meglio, lasciando l'altra corsia a El Shaarawy che è più abituato a cambiare fascia. Baroni, invece, conferma il 3-5-2, con l'ex giallorosso Viviani in regia.

OMAGGIO PRE-CONFEZIONATO - Il regalo della Roma, inaspettato e improvviso, indirizza presto il match. Nzonzi, palleggiando lentamente, appoggia il pallone al limite dell'area, senza indirizzarlo verso alcun compagno. Il più vicino è De Rossi che non fa in tempo a intervenire. Più rapido è Ciano: conclusione dal limite che sorprende Olsen. Respinta, abbastanza goffa, di mano, e volo che produce l'effetto boomerang: il Frosinone va subito in vantaggio. La partenza dei giallorossi, nuovamente sotto ritmo, non convince. E giocare contro vento di sicuro non li aiuta nel possesso palla.

SORPASSO LAMPO - La Roma si sistema meglio in campo e, più spigliata nella gestione, diventa almeno propositiva. Dzeko, dopo aver incassato gli insulti del pubblico, fa centro, approfittando della distrazione di Goldaniga: destro, palo e pareggio alla mezz'ora. È il suo 1° gol al Frosinone, adesso in Serie A l'unica squadra a cui non ha segnato rimane il Parma. In appena 72 secondi i giallorossi completano la rimonta. Protagonista, ribaltando l'azione, è ancora il centravanti che apre per El Shaarawy a destra: sul tiro dell'attaccante sporcato da Sportiello, irrompe Pellegrini per il vantaggio.

ASSALTO FINALE - Il Frosinone resta in partita per l'incapacità della Roma di chiudere la partita. Egoismo, frenesia e superficialità sono fatali. Baroni, inserendo Molinaro e Pinamonti, complica la serata a Di Francesco che, dopo aver sostituito Nzonzi e Perotti rispettivamente con Cristante e Zaniolo, perde Manolas (distorsione alla caviglia destra). Dentro anche Fazio che assiste, con De Rossi, al contropiede decisivo, con Ciano che libera in area Pinamonti per il pari. Olsen salva su Trotta. E Dzeko non si arrende. El Shaarawy, su lancio di De Rossi, parte in profondità e gli offre il pallone da 3 punti. Davanti alla porta e al fotofinish, per la doppietta della vittoria.


Roma sorridi: è tornato Dzeko

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Guai a far arrabbiare i campioni. Nell’ultima azione della partita ci pensa Dzeko - beccato ferocemente dal pubblico di casa per gran parte della partita - a segnare il gol che regala alla Roma un 2-3 francamente ingeneroso per il Frosinone, che pensava di aver santificato un pari propiziato dalle reti di Ciano, Pellegrini, Pinamonti e dello stesso Dzeko. Niente da fare. Così i giallorossi continuano a restare in scia al Milan per il 4° posto, mentre la corsa salvezza dei ciociari - che pure era da ottobre che non segnavano più di un gol in casa - si complica ulteriormente. [..] Il gol partita però, viene appannato dall’infortunio alla caviglia destra occorso a Manolas, uscito in barella e con le mani sulla faccia. Inutile dire che, col derby e il Porto che incombono, per la Roma è la peggiore notizia della giornata.

 


Frosinone vs Roma, le pagelle dei quotidiani

INSIDEROMA.COM - Tre punti ma, ancora, quanta sofferenza. Il gol realizzato da Edin Dzeko al 96' contro il Frosinone ha regalato la vittoria alla Roma, che, come prevedibile, secondo i quotidiano ha visto proprio nel bosniaco il migliore in campo.

Bocciati invece Nzonzi e Olsen. Di seguito, le pagelle del match dei principali quotidiani in edicola oggi.

IL MESSAGGERO

Olsen 6
Santon 5,5
Manolas 6
Marcano 5,5
Kolarov 5,5
De Rossi 5,5
Nzonzi 5
Pellegrini 6,5
El Shaarawy 7
Dzeko 7,5
Perotti 5,5

Fazio 5,5
Cristante 6
Zaniolo 6

Di Francesco 6

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Olsen 5,5
Santon 5,5
Manolas 6,5
Marcano 6
Kolarov 6
De Rossi 6
Nzonzi 5,5
Pellegrini 6,5
El Shaarawy 7
Dzeko 7,5
Perotti 5

Fazio 5
Cristante 5,5
Zaniolo 6

Di Francesco 6

CORRIERE DELLO SPORT

Olsen 5
Santon 5,5
Manolas 6
Marcano 6
Kolarov 5
De Rossi 6
Nzonzi 5
Pellegrini 6
El Shaarawy 7
Dzeko 7,5
Perotti 5,5

Fazio 5,5
Cristante 6
Zaniolo 5,5

Di Francesco 6

IL TEMPO

Olsen 5
Santon 6
Manolas 6,5
Marcano 7
Kolarov 5,5
De Rossi 7
Nzonzi 4,5
Pellegrini 6,5
El Shaarawy 6,5
Dzeko 8
Perotti 5,5

Fazio NG
Cristante 6
Zaniolo 5,5

Di Francesco 6

CORRIERE DELLA SERA

Olsen 5,5
Santon 4,5
Manolas 6,5
Marcano 6
Kolarov 6
De Rossi 6,5
Nzonzi 5
Pellegrini 6,5
El Shaarawy 7
Dzeko 8
Perotti 5

Fazio 5
Cristante 6
Zaniolo 5,5

Di Francesco 5,5

IL ROMANISTA

Olsen 5,5
Santon 5,5
Manolas 6
Marcano 6
Kolarov 6
De Rossi 6
Nzonzi 4,5
Pellegrini 6
El Shaarawy 6,5
Dzeko 7,5
Perotti 5.5

Fazio NG
Cristante 6,5
Zaniolo 6

Di Francesco 6


Monchi verso l'Arsenal. Possibile soluzione interna

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Secondo alcuni media e spagnoli Monchi a fine stagione lascerà la Roma per passare all’Arsenal, dove ritroverebbe il tecnico Unai Emery. Per il club londinese – che gli riserverà il ruolo di direttore tecnico – non sarà un problema pagare la clausola liberatoria di circa 3 milioni che il club giallorosso può vantare. Con l’addio di Monchi, che ha ancora un contratto fino al 2021, si apre il capitolo della sua sostituzione. Oltre a nomi più o meno illustri – che vanno da Faggiano del Parma a Mirabelli ex del Milan –, a Trigoria però si valuta anche l’ipotesi di una sostituzione interna, ed a questo punto il tandem Balzaretti-Massara potrebbe avere chance per prendere il posto dello spagnolo.

 


Dzeko, lo stadio lo insulta e lui si carica: doppietta

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Non fate arrabbiare Edin Dzeko, altrimenti sono guai. Si sono azzardati Edoardo Goldaniga e il pubblico del Benito Stirpe. E all’improvviso il Frosinone si è ristretto sul più bello: col difensore il bosniaco aveva litigato in campo prima dell’uno-due della Roma del primo tempo, mentre con i tifosi di casa il centravanti aveva ingaggiato un lungo e aspro duello, rispondendo a gesti agli insulti e poi ai cori dispregiativi nei titoli di coda («Zingaro, zingaro…») con l’esultanza sfrenata dopo il 2-3: «Il suo nervosismo è stato utile – ha spiegato il tecnico Eusebio Di Francesco –, ha rivisto Manganiello, lo stesso arbitro di Firenze, che ha pure creato un’atmosfera antipatica. I cori Edin li ha sentiti perché di certo non è sordo, mi auguro sia sempre così nervoso». Una notte da leone. Una notte da gigante con la valigia sempre piena di gol e di estimatori (Inter): perché Dzeko i suoi 7 gol in Serie A in questa stagioni li ha segnati tutti lontano dall’Olimpico.

 


Se Edin tocca tre palloni che cambiano una partita

IL TEMPO - AUSTINI - Quando sei così forte, ti basta giocare tre palloni bene in 95 minuti e decidere una partita. Il talento e la fortuna del campione, quello che sostiene l'attacco della Romada quattro anni, tra alti, bassi, gol sbagliati, ma anche tantissimi decisivi segnati. Ora sono 85 in 166 partite in giallorosso, una media superiore a uno ogni due match. Edin Dzeko si riprende la copertina in mezzo al vento di Frosinone e se finora la sua strana caratteristica sottolineata da Di Francesco era quella di segnare tanto di sera e spegnersi nelle gare alla luce del sole, adesso c’è una nuova tendenza altrettanto curiosa: tutte e sette le reti di questo campionato le ha realizzate in trasferta. Quanto sia pesante il bottino di ieri allo Stirpe lo dice la classifica. Eppure la serata per lui era iniziata male, come se la partita fosse la prosecuzione di quel maledetto Fiorentina-Roma di Coppa Italia: l'arbitro era lo stesso, Manganiello che pare avere seri problemi a concedere punizioni a Dzeko e compagni (surreale il fallo non fischiato su Pellegrini nel finale), e al Franchi aveva fatto perdere le staffe al bosniaco espulso per la veemente protesta. Edin ricordava ovviamente tutto, è sceso in campo condizionato e alla prima punizione non concessa, con tanto di scarpino volato via, ha iniziato la sua personale battaglia col fischietto di Pinerolo. Era talmente stizzito che ci ha messo una vita a cambiare le scarpe e rientrare in campo, poi si è messo a litigare con gli avversari, i tifosi ciociari e De Rossi che provava a calmarlo. L'ammonizione, un po' severa, è arrivata puntuale ma a quel punto Dzeko ha ricominciato a fare quello che gli riesce meglio: il bomber. Ha punito l'errore di Goldaniga, 1 minuto e 12 secondi dopo è arrivato il gol del sorpasso di Pellegrini (l’uno-due più veloce della Roma dal 2012), propiziato da un pallone lavorato benissimo dall’attaccante di Sarajevo ma non bastava. Dzeko è andato di nuovo in letargo insieme a tutta la squadra, la curva del Frosinone continuava a dargli dello zingaro, con De Rossi che è andato a farlo notare all’arbitro (mal’annuncio anti-razzismo dello speaker non è arrivato), il gol di Pinamonti sembrava una condanna. E invece no, all'ultimo assalto Edin era lì, al posto giusto al momento giusto e ha buttato dentro non si sa bene come quel pallone servito da El Shaarawy. Urlo, corsa sotto al settore, icompagni a travolgerlo di gioia: è sembrato di tornare alla prima giornata, quando sempre lui aveva regalato un gol da tre punti nel recupero a Torino. Il resto è arrivato su Facebook, dove Dzeko nel post-partita ha pubblicato la foto di una scritta sul muro: «Sei bella come un gol al 95'», con ritocco sul «90°» della scritta originale, e un bel “daje Roma”. Sono queste le vittorie che danno morale, entusiasmo, fiducia e nascondono problemi tuttora evidenti. Le ultime due prestazioni hanno portato sei punti e troppe leggerezze, impossibile concedersele nei prossimi due impegni chiave della stagione. Tra derby e trasferta di Champions a Oporto la Roma sì gioca tanto, quasi tutto. E di solito, quando conta di più, Dzeko si ricorda di essere un campione.

 

 

 

Rissa in tribuna. Donna ferita ma non è grave

IL TEMPO - L'impresa sfumata a pochi secondi dalla fine ha lasciato una scia di tensione e amarezza in casa Frosinone: tensione sugli spalti, il cui apice si è toccato intorno all’ottantacinquesimo minuto, quando subito dopo il pari ciociaro due tifosi hanno finito per accapigliarsi nella tribuna centrale dello stadio Benito Stirpe, ruzzolando per le scale prima difinire addosso a una donna che dopo le prime verifiche non sembra aver riportato conseguenze significative. L'amarezza, invece, l’ha espressa tutta mister Marco Baroni a fine gara. «C'è delusione - ha spiegato il tecnico - perché, quando sfiori il risultato contro una squadra come la Roma, dispiace che poi vada a finire così. Come ho detto ai ragazzi dobbiamo continuare a lavorare di più, ciò che abbiamo fatto non è stato sufficiente: ci sono situazioni di un incontro che vanno affrontate in maniera diversa, abbiamo gestito bene la gara per poi cadere in un momento di sbandamento e prendere un gol in contropiede, sotto
questo punto di vista siamo ancora acerbi. Ci sono tante cose da sistemare, rimane la prestazione di vigore e aggressività di una squadra che ha creato gioco. Ma dirci bravi non serve a niente, bisogna fare punti». 


DiFra: «Ci complichiamo sempre la vita»

IL TEMPO - MENGHI - Un'altra partita al cardiopalma per la Roma, che vince grazie all'ultimo pallone spinto in rete da un super-Dzeko e si avvicina al derby con la miglior classifica che potesse avere. «Mio padre mi dice sempre che va dal cardiologo dopo ogni gara», ci scherza su Di Francesco al triplice fischio, dopo essersi disperato e dimenato per 95 minuti in cerca della quadra giusta: «Riusciamo a complicarci la vita con le nostre disattenzioni, poi dall'altra parte ci sono squadre con il coltello tra i denti e non è mai facile. Quello che mi ha sorpreso sono stati i tanti errori tecnici, forse dovuti al campo o al vento che non aiutava il calcio. Sicuramente preferisco una prestazione differente, è un periodo in cui non stiamo facendo benissimo, mi auguro che cercheremo di giocare meglio. Dovevamo essere più bravi nell’interpretare la gara, così si rischia di pareggiare o anche di perdere».
Aveva posto l’attenzione sull’approccio da fare con la testa giusta alla vigilia e neanche a farlo apposta è arrivato il primo gol nel quarto d'ora iniziale («doveva accadere perché noi non ci possiamo far mancare niente», sorride amaro l'allenatore) e la strada è diventata in salita. Su una cosa è stato ascoltato, l'invito a sbloccarsi è stato raccolto da Dzeko, che «ha trascinato la squadra, lo deve fare sempre. Quest'anno non ha fatto tanti centri in campionato, in questo momento abbiamo più una cooperativa del gol. Io spero ne faccia tanti. Penso fosse nervoso perché era lo stesso arbitro di Firenze, Manganiello ha fatto un po’ di tutto, creando un’atmosfera antipatica. Fa parte del calcio italiano, il suo nervosismo l’ha portato a voler far gol, mi auguro sia sempre un po’ nervoso». Il bosniaco ha messo lo
zampino pure nel 2-1 firmato Pellegrini, che ha voluto dedicarlo alla moglie incinta di una femminuccia, attesa in estate: «Sono felice, dedico il gol e la vittoria a lei e alla bambina. Arriviamo al derby con una serie di risultati positivi che vogliamo allungare». Con questa «vittoria di cuore», come la chiama El Shaarawy, la Roma rimane attaccata al Milan, a -1
dal 4° posto: «Per noi la Champions non è sicura come non lo è la retrocessione per questo vivo Frosinone. Il bicchiere - dice Di Francesco - è interamente pieno perché i 3 punti erano importantissimi. In passato si faceva fatica a vincerle queste partite, cadevamo in certe situazioni, invece ci abbiamo creduto e siamo stati bravi. Mi auguro che una prestazione migliore ci sia sabato, non possiamo permetterci contro la Lazio di giocare così».
Si alza il livello e non sono ammesse distrazioni: «Il secondo gol viene su un piazzato nostro dove eravamo posizionati male, De Rossi ha letto male. Avevamo la partita in mano, ma vanno chiuse, non gestite. Siamo una squadra che ha dimostrato la capacità di fare gol ma anche di prenderne. C’entra anche l'allenamento di squadra. I centrocampisti non sono stati puliti in determinati momenti, dobbiamo migliorare in queste situazioni di gioco. Li giustifico in parte, ma certe prestazioni non pagano se le proponi troppo spesso». Qualcosa bisognerà cambiare, allora: «Sicuramente sì e va fatto subito. Sono convinto faremo una grande partita, possiamo solo crescere perché non si può sbagliare così tanto». Non in un derby.


Lazio-Roma, già venduti 9 mila biglietti per il settore giallorosso

Il prossimo sabato, nello specifico il 2 marzo, è cerchiato in rosso sul calendario di molti tifosi giallorossi. Sabato 2 marzo, infatti, è il giorno del derby contro la Lazio. Un evento per tutta la città di Roma. Nonostante si giochi all'Olimpico, la Roma farà le veci di squadra ospite ed i biglietti per i propri tifosi verranno messi in vendita ufficialmente da domani. Ma dalle prime stime, come riferisce Il Messaggero, i tifosi giallorossi saranno di più rispetto ai cugini biancocelesti. Infatti ad oggi sono 9000 i tagliandi pre-acquistati dai tifosi della Roma contro i 6500 dei tifosi biancocelesti.