Santon: "Vittoria sofferta ma voluta fino alla fine. Adesso testa al derby" (Foto)

David Santon è con il pensiero al derby. Tolta di mezzo la sfida contro il Frosinone con tanto di vittoria, pubblica una foto con Kolarov e Dzeko sul profilo Instagram:
"Vittoria sofferta ma voluta fino alla fine... Adesso testa al derby".

 
 
 
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Vittoria sofferta ma voluta fino alla fine... Adesso testa al derby #ForzaRoma #DS18

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Serie A. Inter fermata nel finale a Firenze e Milan e Roma si avvicinano

Tutti i risultati della della 25a giornata di Seria A:

MATCH GIOCATI
Milan-Empoli 3-0 (49' Piatek, 51' Kessié, 67' Castillejo)
Torino-Atalanta 2-0 (42' Izzo, 46' Iago Falque)
Frosinone-Roma 2-3 (5' Ciano, 30', 90'+5 Dzeko, 31' Pellegrini, 80' Pinamonti)
Sampdoria-Cagliari 1-0 (66' rig. Quagliarella)
Bologna-Juventus 0-1 (67' Dybala)
Chievo-Genoa 0-0
Sassuolo-SPAL 1-1 (43' Peluso, 67' rig. Petagna)

Parma-Napoli 0-4 (19' Zielinski, 36' e 73' Milik, 82' Ounas)

Fiorentina-Inter 3-3 (1' aut. De Vrji, 6' Vecino, 40' Politano, 52' Perisic rig., 74' Muriel, 99' Veretout rig.)


Cracovia, Pigliacelli tira un rigore (Video)

Mirko Pigliacelli ha iniziato la carriera con i giovani giallorossi. Ha girato un po per l'Italia e a gennaio si è trasferito al Cracovia. La squadra di Devis Mangia aveva problemi nella scelta dei giocatori per battere i calci di rigore e ha puntato sul portiere, che però non ha salvato la sua squadra e la partitasi è conclusa con una sconfitta per 3-2 con l'FCSB.


Mai dare per sconfitto Edin Dzeko

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Minuto 95 della sfida tra Frosinone e Roma: Daniele De Rossi verticalizza improvvisamente il gioco in direzione di Stephan El Shaarawy, il ‘Faraone’ controlla la sfera e vede tutto solo in mezzo all’area di rigore l’accorrente Edin Dzeko, che, adeguatamente assistito dall’ex Milan, butta dentro, in un modo tutt’altro che calcisticamente limpido, il pallone del definitivo (e soffertissimo) 3-2 contro i ciociari. Il bosniaco esplode e con lui tutto il settore ospiti tinto di giallorosso dello Stirpe.

La Roma di Eusebio Di Francesco conferma il suo non eccellente momento di forma in campionato, dopo i tre punti con tanti patemi ottenuti la scorsa settimana contro il Bologna di Mihajlovic, ma continua a vincere e a credere quindi al quarto posto, attualmente occupato dal Milan di Gattuso e soprattutto del suo bomber Piatek.

Se nel capoluogo meneghino, sponda rossonera, si godono il nuovo acquisto arrivato dal Genoa, i tifosi giallorossi non possono che esultare per aver ritrovato (semmai si fosse realmente perso) il vero Edin Dzeko.

Con la doppietta realizzata contro la formazione di Marco Baroni, il centravanti ex City ha toccato quota 85 gol con la maglia della Roma. Tale dato proietta Dzeko all’ottavo posto in solitaria nella classifica all time dei marcatori della compagine capitolina: un risultato davvero straordinario se si pensa a come era iniziata la storia d’amore tra il bosniaco e i giallorossi, oltre che ai vari mugugni sul suo modo di scendere in campo in alcuni match durante i tre anni e mezzo sin qui disputati da Dzeko con la Roma.

Estate 2015. Rudi Garcia resta l’allenatore giallorosso nonostante il finale di stagione precedente infuocato e le dichiarazioni assai poco concilianti nei confronti dei vertici della società, rei di non essere trasparenti nei confronti dei tifosi perché qui “ogni anno bisogna vendere per poi comprare e così è impossibile colmare il gap con la Juventus”. Pallotta e Sabatini decidono di rispondere a tali accuse con i fatti e portano nella Capitale il grande bomber atteso probabilmente ormai dai tempi del mitico Gabriel Omar Batistuta: la scelta ricade su Edin Dzeko e l’opzione pare proprio non potesse essere migliore. Un nome altisonante, con tanta esperienza internazionale e valanghe di gol e successi alle spalle.

Il giorno dell’arrivo del bosniaco a Roma l’aeroporto di Fiumicino è praticamente bloccato: migliaia i tifosi accorsi per salutare e accogliere il nuovo beniamino. Passato l’iniziale entusiasmo, però, il campo dice tutt’altro; Dzeko appare il lontano parente dello straordinario attaccante ammirato nelle stagioni precedenti con le maglie di Wolfsburg e Manchester City. Nel frattempo, Garcia viene esonerato e con Spalletti, nonostante i tentativi iniziali di recupero del calciatore, Dzeko diventa sempre più una presenza fissa in panchina. La sua prima stagione termina con soltanto dieci reti totali all’attivo.

Colui che un anno prima veniva accolto come un re, l’estate seguente viene ritenuto uno dei principali problemi della Roma e non diventa così difficile immaginare un suo addio dopo soltanto una stagione in Serie A. Errore marchiano. Mai dare per sconfitto Edin Dzeko.

L’annata 2016/2017 è semplicemente meravigliosa per il bosniaco. Luciano Spalletti rigenera l’attaccante e lo porta fino alla clamorosa vittoria della classifica marcatori della massima serie (29 reti). In tutto, fanno 39 gol in 51 partite disputate: un mostro.

L’estate del 2017, però, porta via Spalletti da Roma e con il nuovo mister, Eusebio Di Francesco, le cose sembrano iniziare in modo non proprio ottimale per Dzeko, che dopo un sofferto pareggio casalingo per 0-0 contro l’Atletico Madrid in Champions League sbotta e afferma: “Non si può giocare così e restare in difesa per tutta la partita. Se non mi arrivano palloni giocabili, è difficile segnare”. Nonostante alcune perle autentiche (leggasi, ad esempio, rete al volo in Chelsea-Roma 3-3), il rendimento del numero nove romanista cala rispetto alla stagione precedente. Tornano, come nel primo anno, le critiche, alcune anche giuste, altre francamente inaccettabili. Si rivelerà un clamoroso autogol: mai dare per sconfitto Edin Dzeko.

Si arriva, così, al mercato di gennaio, quando in pochi giorni emerge che il Chelsea di Antonio Conte voglia puntare forte proprio su Dzeko per arricchire il proprio parco attaccanti. Si tratta di una sorta di fulmine a ciel sereno per i tifosi. La sera del 24 gennaio del 2018, il bosniaco scende in campo a Marassi contro la Sampdoria con un piede e mezzo già dentro alla nuova avventura londinese, almeno in base a quanto affermato da quasi tutti gli operatori di mercato e addetti ai lavori. Il destino vuole che sia proprio lui, a tempo scaduto, a siglare la rete del definitivo 1-1 contro i doriani.

Il giorno seguente, quello che dovrebbe mettere nero su bianco il trasferimento in Premier, il clamoroso dietrofront: Edin Dzeko rifiuta il Chelsea perché non se la sente di lasciare la Capitale. Succede così che diventi poi proprio lui tra i principali protagonisti della meravigliosa cavalcata romanista in Champions, stoppata in semifinale dal Liverpool dell’ex Salah sul più bello e del raggiungimento del terzo posto in campionato. Ancora una volta, mai dare per sconfitto Edin Dzeko.

Anno nuovo, storie vecchie. Edin Dzeko fatica, come tutta la squadra di Eusebio Di Francesco, nella prima parte della stagione 2018/2019 ed ecco, puntuali, arrivare i mugugni dei tifosi e le voci di mercato che lo vogliono in procinto di lasciare Roma, non rinnovando il proprio contratto in scadenza nel 2020. Il lungo periodo di astinenza dal gol fa il resto, ma non scoraggia Dzeko, che risponde come sempre sul campo.

Tante chiacchiere, eppure soltanto i fatti e i numeri possono parlare: Edin Dzeko ha siglato 85 reti in 166 partite con la maglia della Roma. Tra coloro che lo precedono nella speciale classifica dei migliori cannonieri della storia giallorossa, soltanto Manfredini è stato in grado di siglare tante reti con un numero minore di partite e nessuno, invece, ha una migliore media nel rapporto gol-minuti giocati (una marcatura ogni 153 minuti per il bosniaco, contro i 156 dell’indimenticato ‘Piedone’).

Mai dare per sconfitto Edin Dzeko, se non fosse chiaro.


Manolas rientrato a Roma senza stampelle, domattina la risonanza magnetica

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Quando è Kostas Manolas ad accasciarsi a terra i cuori dei giallorossi saltano un battito. Inutile dire che l’apprensione sia tanta per le condizioni del pilastro della difesa: Manolas è uno dei tre imprescindibili, insieme a De Rossi e Dzeko, e quando non c’è lui le cose sembrano sempre girare male. Tant’è che la Roma, poco dopo la sua sostituzione, incassa il gol del momentaneo 2-2 del Frosinone. Il centrale greco, in lacrime, si tocca sofferente la caviglia destra: si tratta probabilmente di una distorsione. Subito dopo il match (vinto in extremis dalla Roma), l’allenatore giallorosso Eusebio Di Francesco aveva espresso tutte le sue preoccupazioni:

"La caviglia di Manolas è gonfia. Spero non sia nulla di grave, dobbiamo valutarlo attentamente".

All’orizzonte ci sono due impegni importantissimi: il derby con la Lazio e, soprattutto, la delicata trasferta al Do Dragao. I giallorossi si giocheranno la qualificazione ai quarti di finale di Champions League contro il Porto e, con un risultato così aperto (2-1 allo Stadio Olimpico grazie alla doppietta di Zaniolo) la presenza di Manolas è più che mai fondamentale. Potrebbe essere Jesus, ormai recuperato, ad affiancare Fazio, ma il brasiliano è fuori da oltre un mese e potrebbe non avere i 90 minuti nelle gambe.

Questa mattina il difensore è rientrato senza stampelle, nonostante il gonfiore persistente. Per capire se c’è l’interessamento dei legamenti (oltre alla distorsione) bisognerà aspettare un esame più approfondito con risonanza magnetica a cui si sottoporrà domattina mattina.


Dailynews InsideRoma - Campionato Primavera, 0-0 tra Palermo e Roma - Lazio-Roma, già venduti 9 mila biglietti per il settore giallorosso - Monchi verso l'Arsenal. Possibile soluzione interna

NOTIZIE DEL GIORNO | 24 febbraio 2019

- Si è concluso a reti bianche, con un pareggio per 0-0, il match del Campionato Primavera tra la Roma ed il Palermo.
Il primo tempo è stato quasi tutto a tinte giallorosse che sprecano molto, ma nella ripresa i ragazzi di De Rossi hanno abbassato i ritmi. Più pericoloso il Palermo che sfiora il vantaggio al 75' con Cannavò, ma Greco è bravo a negargli di no con un ottimo intervento. Due minuti più tardi è il rosanero Gambino ad avere sulla testa la palla dell'1-0, ma sbaglia clamorosamente. Il match potrebbe prendere una piega in favore della Roma nel finale, con un calcio di rigore iper i giallorossi, ma Celar calcia alle stelle.

- Il prossimo sabato, nello specifico il 2 marzo, è cerchiato in rosso sul calendario di molti tifosi giallorossi. Sabato 2 marzo, infatti, è il giorno del derby contro la Lazio. Un evento per tutta la città di Roma. Nonostante si giochi all'Olimpico, la Roma farà le veci di squadra ospite ed i biglietti per i propri tifosi verranno messi in vendita ufficialmente da domani. Ma dalle prime stime, come riferisce Il Messaggero, i tifosi giallorossi saranno di più rispetto ai cugini biancocelesti. Infatti ad oggi sono 9000 i tagliandi pre-acquistati dai tifosi della Roma contro i 6500 dei tifosi biancocelesti.

- Secondo alcuni media e spagnoli Monchi a fine stagione lascerà la Roma per passare all’Arsenal, dove ritroverebbe il tecnico Unai Emery. Per il club londinese – che gli riserverà il ruolo di direttore tecnico – non sarà un problema pagare la clausola liberatoria di circa 3 milioni che il club giallorosso può vantare. Con l’addio di Monchi, che ha ancora un contratto fino al 2021, si apre il capitolo della sua sostituzione. Oltre a nomi più o meno illustri – che vanno da Faggiano del ParmaMirabelli ex del Milan –, a Trigoria però si valuta anche l’ipotesi di una sostituzione interna, ed a questo punto il tandem Balzaretti-Massara potrebbe avere chance per prendere il posto dello spagnolo.

-  Un'altra partita al cardiopalma per la Roma, che vince grazie all'ultimo pallone spinto in rete da un super-Dzeko e si avvicina al derby con la miglior classifica che potesse avere. «Mio padre mi dice sempre che va dal cardiologo dopo ogni gara», ci scherza su Di Francesco al triplice fischio, dopo essersi disperato e dimenato per 95 minuti in cerca della quadra giusta: «Riusciamo a complicarci la vita con le nostre disattenzioni, poi dall'altra parte ci sono squadre con il coltello tra i denti e non è mai facile. Quello che mi ha sorpreso sono stati i tanti errori tecnici, forse dovuti al campo o al vento che non aiutava il calcio. Sicuramente preferisco una prestazione differente, è un periodo in cui non stiamo facendo benissimo, mi auguro che cercheremo di giocare meglio. Dovevamo essere più bravi nell’interpretare la gara, così si rischia di pareggiare o anche di perdere».
Aveva posto l’attenzione sull’approccio da fare con la testa giusta alla vigilia e neanche a farlo apposta è arrivato il primo gol nel quarto d'ora iniziale («doveva accadere perché noi non ci possiamo far mancare niente», sorride amaro l'allenatore) e la strada è diventata in salita. Su una cosa è stato ascoltato, l'invito a sbloccarsi è stato raccolto da Dzeko, che «ha trascinato la squadra, lo deve fare sempre. Quest'anno non ha fatto tanti centri in campionato, in questo momento abbiamo più una cooperativa del gol. Io spero ne faccia tanti. Penso fosse nervoso perché era lo stesso arbitro di Firenze, Manganiello ha fatto un po’ di tutto, creando un’atmosfera antipatica. Fa parte del calcio italiano, il suo nervosismo l’ha portato a voler far gol, mi auguro sia sempre un po’ nervoso». Il bosniaco ha messo lo
zampino pure nel 2-1 firmato Pellegrini, che ha voluto dedicarlo alla moglie incinta di una femminuccia, attesa in estate: «Sono felice, dedico il gol e la vittoria a lei e alla bambina. Arriviamo al derby con una serie di risultati positivi che vogliamo allungare». Con questa «vittoria di cuore», come la chiama El Shaarawy, la Roma rimane attaccata al Milan, a -1
dal 4° posto: «Per noi la Champions non è sicura come non lo è la retrocessione per questo vivo Frosinone. Il bicchiere - dice Di Francesco - è interamente pieno perché i 3 punti erano importantissimi. In passato si faceva fatica a vincerle queste partite, cadevamo in certe situazioni, invece ci abbiamo creduto e siamo stati bravi. Mi auguro che una prestazione migliore ci sia sabato, non possiamo permetterci contro la Lazio di giocare così».
Si alza il livello e non sono ammesse distrazioni: «Il secondo gol viene su un piazzato nostro dove eravamo posizionati male, De Rossi ha letto male. Avevamo la partita in mano, ma vanno chiuse, non gestite. Siamo una squadra che ha dimostrato la capacità di fare gol ma anche di prenderne. C’entra anche l'allenamento di squadra. I centrocampisti non sono stati puliti in determinati momenti, dobbiamo migliorare in queste situazioni di gioco. Li giustifico in parte, ma certe prestazioni non pagano se le proponi troppo spesso». Qualcosa bisognerà cambiare, allora: «Sicuramente sì e va fatto subito. Sono convinto faremo una grande partita, possiamo solo crescere perché non si può sbagliare così tanto». Non in un derby.

- Tutti i risultati della della 25a giornata di Seria A:

MATCH GIOCATI
Milan-Empoli 3-0 (49' Piatek, 51' Kessié, 67' Castillejo)
Torino-Atalanta 2-0 (42' Izzo, 46' Iago Falque)
Frosinone-Roma 2-3 (5' Ciano, 30', 90'+5 Dzeko, 31' Pellegrini, 80' Pinamonti)
Sampdoria-Cagliari 1-0 (66' rig. Quagliarella)
Bologna-Juventus 0-1 (67' Dybala)
Chievo-Genoa 0-0
Sassuolo-SPAL 1-1 (43' Peluso, 67' rig. Petagna)

Parma-Napoli 0-4 (19' Zielinski, 36' e 73' Milik, 82' Ounas)

Fiorentina-Inter 3-3 (1' De Vrji aut., 6' Vecino, 40' Politano, 52' Perisic rig., 74' Muriel, 99' Veretout rig.)


Marco Baroni, l'ex che non ricordi?

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – Per Frosinone e Roma è arrivato il momento di scendere in campo. Questa sera infatti alle 20:30 le due squadre si sfidano in occasione della 25° giornata di Serie A. 90 minuti che almeno sulla carta sembrano avere poco da dire. Il Frosinone penultimo in classifica è reduce comunque da due vittorie nelle ultime cinque giornate e nonostante le difficoltà sembra vivere un periodo di ripresa; nell’ultima giornata di Serie A il club laziale è stato fermato allo Juventus Stadium da una Juve straripante che ha dominato la gara con un netto 3-0. Dall’altra parte gli ospiti, la Roma, in piena lotta per un piazzamento in zona Champions che per ora premia il Milan, al quarto posto già sicuro, per questa giornata, grazie al 3-0 conquistato ieri sera tra le mura amiche contro un Empoli mai entrato in partita. Eusebio Di Francesco, tecnico giallorosso, opterà molto probabilmente per un turnover comunque ragionato, lasciando spazio in campo a Kolarov, Dzeko (anche perché Schick è ancora ai box ndr), De Rossi ed uno tra Manolas e Fazio, oltre all’ormai solito Robin Olsen a difendere i pali. Probabilmente verrà invece dato un turno di riposo, a meno che le cose non prendano una brutta piega sul rettangolo verde, a Nzonzi e soprattutto a Zaniolo, al centro di svariate voci “gossippare” negli ultimi giorni, dopo il chiacchieratissimo servizio del programma Le Iene.

L’EX CHE NON TI ASPETTI – In una partita che prevede un vero e proprio esodo romanista in quel di Frosinone, tra i protagonisti della gara c’è uno di quelli che la maglia giallorossa l’ha indossata. Non facciamo riferimento a Federico Viviani, centrocampista da poco arrivato ai gialloblu e cresciuto sui campi di Trigoria ma bensì all’allenatore dei padroni di casa, Marco Baroni. Bisogna andare indietro nel tempo di un po’ di anni e fermarsi alla stagione 1986/87, il campionato italiano e l’Italia intera è a bocca aperta per le prodezze di un certo Diego Armando Maradona, appena arrivato al Napoli, che proprio alla fine di quella stagione porterà al primo Scudetto della sua storia. La Roma nell’estate dell’86 decide di puntare su un difensore dell’Udinese, un certo Marco Baroni, sì, proprio lui. Il Presidente è Dino Viola, l’allenatore Angelo Sormani e nel quadro dirigenziale, come direttore tecnico c’è Sven-Goran Eriksson, affiancato nel ruolo di segretario sportivo da Giorgio Perinetti, attuale dirigente del Genoa e da Dario Borgogno come direttore generale. Il mercato estivo e quello invernale si divodono tra gli acquisti di Baldieri, Agostini, Di Livio, Berggreen, Baroni, Luci e Gespi. Tra le ceccioni, spiccano i nomi di Ciccio Graziani, che va all’Udinese e dell’amato Toninho Cerezo, passato alla Sampdoria. Un’annata sfortunata che culminerà con il settimo posto finale della Roma, senza grandi squilli. Con la maglia capitolina per Baroni appena 19 presenze condite anche da due gol e poi un addio in estate, senza troppi ripensamenti, per approdare in Serie B al Lecce e per rilanciare una carriera che tocca il suo apice nella stagione 1989/90 quando con la maglia del Napoli vince Campionato e Supercoppa Italiana.

 


Roma: il grande tranello

MESSAGGERO - ANGELONI - Eusebio Di Francesco ha perso un po' il sorriso, non l'orgoglio. Ha superato ostacoli, crisi di risultati, possibili esoneri, si è visto camminare davanti prima il fantasma di Sousa, ora di Sarri. Come se ne esce? Con i risultati, che fino a ora sono stati altalenanti, ma che da qui in avanti possono prendere ben altre pieghe, chissà quali orizzonti. La Roma deve raggiungere il quarto posto (e può farlo), può arrivare ai quarti di finale di Champions(ne ha i mezzi e la possibilità, vista l'andata con il Porto, 2-1). Tutto è da giocare, tutto ancora si può sognare, come la semifinale europea dello scorso anno, raggiunta dalla Roma, allenata guarda caso dal tecnico che oggi siede ancora sulla stessa panchina. Il futuro è nei prossimi tre mesi, quelli che mancano alla fine della stagione, e comincia questa sera, a due passi da Roma. Contro il Frosinone, penultima in classifica con sedici punti e solo tre vittorie in questo campionato, nessuna allo Stirpe. Sembra facile, no? Vittoria da prendere al volo, sperie alla luce della vittoria del Milan. Tutto scontato, ma di scontato non c'è proprio nulla. E Di Francesco ricorda, appunto, le difficoltà vissute contro un'altra pericolante, il Bologna, per quello vuole «evirare figuracce». E la storia diSarri-Baldini non ha certo acceso i sorrisi del tecnico. «Questo è un ambiente che destabilizza e trova cose senza senso come questa storia qui a me non interessa nulla. Il mio referente resta Monchi. Tutto il resto sono chiacchiere. A me piace parlare di calcio, bisognerebbe approfittare di questo, ma ci sono maggiori interessi su altro. A me interessa il Frosinone e basta». Di Francesco fa riferimento a Monchi e i rumors spagnoli e non lo vogliono lontano dalla Roma la prossima stagione, per lui è come combattere una battaglia per il futuro. Che deve conquistarsi e quello che ha non vuole perderlo. Carattere. Che serve alla Roma, a partire da questa sera allo Stirpe, passando per la sfida con la Lazio e poi con il Porto, etc etc.
PASTORE E DILEMMI - La Roma deve far fronte agli infortuni e ai diffidati (Fazio, Manolas, Florenzi e Zaniolo), le insidie principali vengono da dentro. De Rossi deve mettere minuti e verrà rischiato, con o senza Nzonzi. Zaniolo viene messo a freno, così come Manolas. Gente come Kolarov e Dzeko, invece, non potranno riposare, vista la mancanza di alternative nei ruoli: Santon può sostituire Florenzi e non tutti e due gli esterni, Karsdorp è ancora out. Rientra Perotti, che Eusebio ha intenzione di utilizzare subito. Dubbio a destra, dove la spunterà uno tra El Shaarawy (favorito) e Kluivert (Under e Schick non sono ancora disponibili). C'è anche Pastore a reclamare il posto, che avrà, seppur non dall'inizio (a meno di ripensamenti dell'ultima ora). Il finale è su Zaniolo: DiFra chiede una maggiore tutela da parte degli arbitri, che non gli fischiano troppi falli a favore. «Se gli dovessi parlare solo per difenderlo gli creerei degli alibi. Deve capire che è un giocatore fisico e non deve sempre andare a terra. Ci sta che possa prendere un giallo ogni tanto perché è un calciatore di impeto. Sui pochi falli fischiati è vero, spesso è stato poco tutelato, ma non dico che sia stato preso di mira. Gli avrebbero dovuto fischiare qualche fallo in più, questo sì».


Baroni: io non firmo per il pareggio

MESSAGGERO - DE SANTIS - La sconfitta contro la Juve non ha scalfito l’ambiente giallazzurro. Il Frosinone intende ripartire dall’incoraggiante prestazione di Marassi, che ha fruttato la terza vittoria esterna in campionato, per provare l’impresa contro una big, la Roma.Ci crede il tecnico Baroni, ci puntano i leoni ciociari, in piena corsa salvezza e a caccia del primo successo interno.Ci proveranno stasera, in uno «Stirpe» gremito da almeno quindicimila tifosi. Baroni, il quale a differenza di patron Stirpe ha spiegato che non firmerebbe per un pareggio, schiererà il miglior Frosinone possibile. Si affiderà al 3-5-2 con  un centrocampo di sostanza,pronto a supportare le folate e le verticalizzazioni sulle corsie e in profondità. In mediana dovrebbe rientrare Maiello al posto di Viviani, mentre sulla fascia sinistra dovrebbe tornare Beghetto. Una mossa per sfruttare la mole di cross dell’esterno. L’unico dubbio è per l’attacco: scontata la presenza del fantasista Ciano, solo dopo la rifinitura il tecnico deciderà se affiancargli Ciofani o Pinamonti, con il bomber abruzzese che sembra in vantaggio. «Voglio pressing, aggressività e una costante compattezza - ha spiegato Baroni - Contro un avversario di qualità come la Roma, dovremo giocare con grande determinazione».


La nuova sede all’Eur, un viaggio nel futuro

MESSAGGERO - Un pezzo di Roma passa da Trigoria all’Eur, in viale Tolstoj. Lì, batterà il cuore amministrativo del club. Una piccola grande creatura inaugurata ieri. Presente la Roma, da Totti a Baldissoni, poi i big della politica italiana come il premier Conte («non me ne vado finché la mia maglia non verrà firmata da Totti».Che però se ne era andato) e la sindaca della Capitale, Raggi. Il padrone di casa,Mauro Baldissoni, ora vice presidente del club. «Questo è un edificio che ha un significato culturale, con riferimenti alla storia, all’impero. Siamo orgogliosi di essere sempre più parte del tessuto connettivo delle città. Volevamo avvicinare la Roma verso il centro». Con lui, anche Guido Fienga, ceo del club. «Prima eravamo solo una squadra di calcio, ora anche un’azienda con il suo quartier generale».


De Rossi sotto sforzo

MESSAGGERO - CARINA - Poche certezze. L’unica si chiama Daniele De Rossi: «Contro il Frosinone partirà titolare», l’ammissione di Di Francesco. Torna Daniele, torna il riequilibratore. Che sia 4-3-3 o 4-2-3-1 (più probabile questa sera) poco cambia. O meglio, cambia tutto. Perché c’è una Roma con De Rossi e un’altra senza. Una dicotomia più evidente dal rientro del centrocampista dopo i tre mesi di stop. Con lui in campo è un’altra squadra. Più coperta, maggiormente convinta dei propri mezzi, più cinica, più presente nella gara. I primi 67 minuti di Roma-Bologna, che anticipano il suo ingresso in campo, ne sono l’ennesima conferma.

IL FARO - Ma anche il primo tempo contro il Chievo, paradossalmente viste le due reti di vantaggio nei primi 18 minuti, può esser letto in quest’ottica. Senza Daniele, la Roma appare più fragile. È come se mancasse qualcosa: la carica ai compagni, la sicurezza ai giovani, la comunicazione, la tranquillità nella giocata. Chiamatelo come preferite: allenatore in campo, guida, capitano. La cosa importante è che ci sia. I numeri sono lì a confermarlo: 12 reti subite (Torino, Atalanta e Fiorentina) nelle tre gare prima del suo rientro dal primo minuto. Tre gol al passivo nelle successive quattro, dove De Rossi è partito titolare con Milan e Porto e subentrato in corsa con Chievo e Bologna. Oggi a Frosinone concederà il tris. Probabilmente vicino a Nzonzi. Una scelta che ha una sua logica visto il centrocampo a cinque che il Frosinone è solito utilizzare. Contro il Bologna, infatti, la Roma ha sofferto maledettamente le ripartenze centrali della squadra di Mihajlovic. Serve un argine, dentro quindi Daniele. Che lunedì s’è rivisto anche in fase offensiva: l’assist a Fazio, per il parziale 2-0, porta la sua firma. Il gol invece gli manca da tempo. Quasi da un anno. Lo scorso 9 marzo, sfruttando un assist di Nainggolan, l’ultimo acuto: il 2-0 contro il Torino (gara che poi si concluse con la vittoria dei giallorossi per 3-0). Sfruttando l’assenza di Perotti, Kolarov è diventato rigorista. Per un periodo, anche Daniele lo è stato. Ultima tranche dello Spalletti bis: tira un penalty nel derby e con il Milan, si ripete in nazionale contro l’Albania dopo aver già segnato alla Spagna. Se serve, anche adesso è pronto. Ma più che farli, i gol, in questa Romaha il compito di evitarli. Oggi, nel derby e con il Porto. Per arrivare quarti in campionato e ai quarti in Champions, c’è infatti bisogno di lui.


Le critiche del cuore

MESSAGGERO - LIGUORI - Non bastano le scuse a Zaniolo per sanare un brutto episodio che affonda le radici in un modo sbagliato di leggere il calcio e la Roma. Non si tratta di un delitto di lesa maestà sotto gli occhi dei tifosi giallorossi, al contrario si tratta di una specie di cristallizzazione e della mostrificazione di un giovane talento che merita rispetto e attenzione, l’esatto contrario della spettacolarizzazione dell’uso del personaggio per attirare l’attenzione. Bisogna lasciare in pace Niccolò, senza neppure pretendere che giochi sempre e porti sulle spalle il peso di una squadra incompleta. E conviene essere un po’ tolleranti anche con la Roma , che alterna prestazioni buone ad altre discutibili. Le ragioni le conosciamo. E se credessi seriamente che anche smettere di esprimere le critiche che mi sembrano ovvie ed evidenti, per conquistare questi obbiettivi possa essere utile, lo farei. Perché la pelle è giallorossa e il cuore ha quel colore lì. Però stasera a Frosinone bisogna essere concentrati e spietati. Non servono prediche. Una squadra che conosce i suoi obiettivi, probabilmente il tifo amico è l’unica cosa che serve.