Kolarov e l’insulto ultrà: «Sei un croato»
CORRIERE DELLA SERA - In altri tempi una partita come Roma-Milan, valida per il quarto posto che è l’ultimo treno per arrivare in Champions League, si sarebbe giocata in un clima infuocato e con un tifo caldissimo. Invece le possibilità che questa sera la formazione giallorossa sia accolta dai fischi dei circa 40mila presenti, di cui 2 mila milanisti che occuperanno il settore ospite, sono molte. Il clima intorno alla squadra di Eusebio Di Francesco è pesante: il 7-1 di Firenze è una ferita destinata a rimare impressa nella testa e nel cuore dei tifosi, soprattutto per le modalità con cui è maturata. [...]
Non è difficile prevedere fischi: da Di Francesco in poi, passando per Manolas (contestato alla stazione Termini prima della partenza per Firenze) e finendo a Kolarov, che ieri ha avuto un risveglio amaro. «Abbassa la cresta» e «croato di m...», sono state le scritte che il terzino serbo (e non croato) si è ritrovato sotto casa. La firma Asr è quella di un gruppo ultrà e testimonia come i rapporti tra l’ex calciatore del Manchester City e una parte della tifoseria si siano incrinati negli ultimi tempi.
I soldi dell’Europa per salvare il futuro dei proprietari Usa
LA REPUBBLICA - CURRO' - PINCI - Con lo scontro diretto tra Roma e Milan, cioè tra Dzeko e Piatek, tra Di Francesco accerchiato dalla critica e Gattuso di nuovo beatificato ("ma non mi importa se mi accarezzano o mi massacrano"), tra Kolarov e i tifosi che lo contestano e tra i due club nobili della serie A numericamente più provvisti di talenti italiani, inizia stasera all'Olimpico il campionato nel campionato. Lungo le 17 giornate restanti, impegnerà le 10 squadre sotto Juventus e Napoli nella corsa verso il terzo e il quarto posto, traguardo obbligato per qualificarsi alla prossima Champions: la fonte di introiti indispensabili, per non cadere nella terza fascia d'Europa.
La premessa circoscrive il romanticismo alla sfida del gol tra il centravanti polacco, che in Coppa Italia si è presentato con la formidabile doppietta al Napoli, e il collega bosniaco, che ha vissuto una pagina nera (gol divorati ed espulsione contro la Fiorentina) importante per la Nazionale la vetrina degli azzurri, tutti motivatissimi. Mancini ne ha chiamati 8 per lo stage di domani a Coverciano. Tra i milanisti saranno titolari stasera Donnarumma e Romagnoli, mentre Contivuole sfruttare l'eventuale spazio nella ripresa per scalare le gerarchie interne. Calabria, assente a Coverciano, ha invece l'occasione per convincere il ct, e Cutrone spera di averla a partita in corso. Tra una settimana anche Caldara, tornando a disposizione di Gattuso, potrà riprendere la rincorsa alla maglia azzurra. Nella Roma è squalificato Cristante, ma ci saranno gli altri 4 co-vocati di Mancini: Florenzi, Pellegrini, il giovane prodigio Zaniolo ed El Shaarawy. Di Francesco punta sugli italiani: immagina un centrocampo futuro Pellegrini-Cristante-Zaniolo e considera Florenzi ed El Shaarawy (con 7 gol migliore marcatore in campionato) più affidabili dei due giovani olandesi Karsdorp e Kluivert, teoriche stelle del mercato.
La campagna acquisti estiva dei due club e legata ai 50 milioni di euro in media che garantisce la Champions. Ne conosce l'importanza la Roma, semifinalista della scorsa edizione e 15a società europea per fatturato nel 2017-18, con 221 milioni. Lo studio appena pubblicato dalla Deloitte conferma l'eccessivo peso dei diritti tv (il 65% del fatturato): senza Champions, per via degli alti costi di gestione prodotti dal vorticoso scambio di calciatori che produce plusvalenze ma anche nuove spese da ammortizzare, la Roma rischia di dover ricorrere a cessioni per 140 milioni. Il Milan, 18° con 184 milioni di fatturato, attende di conoscere la portata delle restrizioni dell'Uefa per il fair-play finanziario, prima di altre spese come quelle da 70 milioni complessivi per Paquetà e Piatek. Nel frattempo anche gli osservatori dei due club hanno dato un'occhiata alla Coppa d'Asia: sono emersi l'attaccante del Qatar Almoez All e it portiere cinese Yan.
Roma-Milan ad alta tensione: rischio scontri tra gli ultrà
IL MESSAGGERO - MOZZETTI - Le misure di sicurezza, sul fronte del numero degli agenti per il controllo del territorio e delle tifoserie, sono state intensificate rispetto ad una normale partita di campionato. E questo perché ci sono almeno due fattori che rendono sensibile il match tra Roma e Milan, in programma questa sera alle 20.30 allo stadio Olimpico. La Curva Sud è pronta a contestare la società sportiva dopo la débacle subita dalla Roma a Firenze nei quarti di Coppa Italia dove è stata battuta dalla Fiorentina per 7 a 1. Non resteranno in silenzio i tifosi giallorossi che già da giorni promettono e annunciano contestazioni anche per aver visto la Lazio passare in semifinale di Coppa Italia battendo l'Inter ai rigori. A questo si aggiunge poi una ricorrenza che lega nella drammaticità la Roma al Milan e vola indietro di trent'anni. Sempre la Sud ha deciso di commemorare con una coreografia prima del fischio di inizio la memoria di Antonio De Falchi, il 19enne tifoso giallorosso, morto in seguito ad un pestaggio, avvenuto trent'anni fa (era il 4 giugno 1989) e compiuto da un gruppo di ultrà milanisti, di fronte all'ingresso dello stadio San Siro a poche ore da una partita Milan-Roma. Non è escluso che possano verificarsi degli scontri tra le due tifoserie. E quindi sì, per quanto il match rientri nella 22esima giornata di campionato è comunque un incontro che ha richiesto alle autorità un'attenzione maggiore. Anche perché il flusso generale degli spettatori dovrebbe attestarsi intorno alle 40 mila presenze, di cui 2 mila riconducibili alla tifoseria milanista.
LE MISURE - La macchina della sicurezza si è messa in moto venerdì quando, negli uffici di via San Vitale, si è tenuto il tavolo tecnico presieduto dal Questore Guido Marino. L'area intorno all'Olimpico sarà come per ogni appuntamento calcistico di rilievo controllata fin dalle prime ore di oggi pomeriggio. In campo, non solo agenti di polizia ma anche della guardia di finanza, dei carabinieri e della municipale con un aumento complessivo di uomini rispetto ad altri incontri. I cancelli si apriranno alle 18.30 mentre per il solo settore ospiti è stata disposta l'apertura anticipata alle 17.30 per motivi di ordine pubblico. Come di consueto è stato isolato un doppio percorso separato per le due tifoserie: per quella del Milan è stata riservata l'area del parcheggio di via Macchia della Farnesina mentre per la tifoseria locale la zona intorno a piazzale Clodio. A scattare saranno anche i divieti di transito e di sosta intorno all'Olimpico. Nel dettaglio, a piazzale della Farnesina, nel tratto compreso tra viale Paolo Boselli e Viale Antonino di San Giuliano-Via Alberto Blanc, auto e moto non potranno passare, fatta eccezione per i veicoli provvisti di contrassegno disabili, mentre non si potrà sostare in 21 tra strade e piazze che vanno da via Morra di Lavriano a piazza Lauro de Bosis, da piazzale della Farnesina a via Tommaso Tittoni, da via Mario Toscano a largo Ferraris IV. Nel tavolo tecnico è stato disposto anche il divieto della vendita per asporto e il trasporto di bevande in bottiglie di vetro ad eccezione dei generi alimentari di prima necessità confezionati esclusivamente in vetro in tutta l'area dello stadio e nelle strade limitrofe proprio per evitare possibili tafferugli.
LA DISPOSIZIONE - Il divieto scatterà alle 17.30 e durerà fino alle 24 quando l'area, al termine del match, dovrebbe iniziare a liberarsi. Per controllare che i divieti siano rispettati, è stata istituita una task force composta da personale della polizia, della guardia di finanza e della polizia locale di Roma Capitale che vigileranno sul rispetto delle ordinanze prefettizie e sulla presenza di bagarini, parcheggiatori e venditori abusivi.
Come anticipato, la Curva Sud ha deciso già da alcuni giorni di ricordare questa sera il giovane tifoso morto per un arresto cardiaco nel 1989 dopo esser stato accerchiato e picchiato da un gruppo di tifosi milanisti. Dei quattro imputati riconosciuti poi dagli amici di Antonio e dai poliziotti, tre non furono processati per insufficienza di prove e uno, Luca Bonalda, venne condannato a 7 anni per omicidio preterintenzionale con la concessione della libertà vigilata. All'Olimpico questa sera ci sarà anche la sorella di Antonio De Falchi con i due figli, invitata dalla Curva Sud a prendere parte all'incontro. I tifosi giallorossi, via social per lo più, hanno lanciato ai compagni questo messaggio: «Vi invitiamo a portare la sciarpa che, tesa durante l'inno, andrà ad abbracciare simbolicamente Antonio». Insomma, nessuna minaccia è trapelata finora ma le autorità sono pronte a controllare capillarmente le due tifoserie per evitare che la celebrazione dell'anniversario di De Falchi possa tramutarsi in uno o più scontri tra gli ultrà.
Di Francesco: «Roma agonizzante ma non si deve morire per forza»
CORRIERE DELLA SERA - Dieci minuti scarsi. Record di velocità. La durata della conferenza stampa di Eusebio Di Francescoprima di Roma-Milan racconta molto del momento che si vive dentro Trigoria. Voglia di parlare: zero. Ottimismo: sottozero. Gli parlano di squadra malata («Ma io avevo detto che non era guarita, non che era malata ed è diverso») e il discorso scivola su qualcosa di ancora più preoccupante e lugubre: «[...] È vero, a Firenze la Roma è stata agonizzante, ma questo non significa che per forza si deve morire. Ci si può anche salvare [...]».
[...] Sul banco degli imputati sale soprattutto Edin Dzeko, che si è fatto espellere sul 4-1 e che prima aveva litigato in campo con Cristante: «Certi comportamenti sono stati più brutti ancora di questa sconfitta dolorosa. Edin, però, è stato il primo a chiedere scusa pubblicamente per quello che è accaduto, perché è un giocatore di esperienza. Siamo uomini, ha avuto un atteggiamento sbagliato e non deve più succedere [...]».
Cangiano superstar abbatte il Milan: Roma al 3° posto
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Al Tre Fontane, sotto una pioggia incessante, la Primavera di De Rossi domina una partita a senso unico e cala un poker che blinda il 3° posto in solitaria in campionato. [...] Contro il Milana prendersi la standing ovation è Gianmarco Cangiano: tripletta, la seconda in carriera contro i rossoneri, che ha sbaragliato gli avversari. Mentre il poker è del solito Celar che firma, grazie al suo mancino, il suo 20° gol in campionato che vale la quinta vittoria romanista di fila, il terzo clean sheet consecutivo e il sesto trionfo su 9 partite casalinghe.
[...] Felicissimo il tecnico De Rossi: «Sono euforico: stiamo tirando fuori cose che avevamo dentro e si è visto carattere, concentrazione. Gara perfetta con un primo tempo di grande calcio».
Occhio a Piatek già a segno con il Genoa
CORRIERE DELLA SERA - Il Milan è l’unica squadra contro cui la Roma ha un bilancio negativo in casa nelle partite di serie A: 25 vittorie, 28 sconfitte e 31 pareggi. I rossoneri hanno vinto gli ultimi 2 confronti diretti (2-1 a San Siro, 2-0 all’Olimpico): non fanno tris dal 1996. La Roma è reduce per la prima volta in questo campionato da 4 risultati utili (3 vittorie e un pari) e ha vinto, segnando sempre 3 gol, gli ultimi tre incontri giocati all’Olimpico, contro Genoa, Sassuolo e Torino. [...] Dzeko, in giallorosso, ha segnato 3 gol al Milan, tutti a San Siro. [...]
Di Francesco ha perso 2 volte su 2 contro Gattuso, uno dei tre allenatori affrontati più di una volta in serie A contro cui è ancora a secco. Occhio a Piatek: in questo campionato ha già giocato 2 volte all’Olimpico, con la maglia del Genoa, segnando sia alla Lazio sia alla Roma.
Kolarov insultato: straordinari e gol non bastano più
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Neppure il gol al derby è riuscito a farlo entrare, definitivamente, nel cuore dei romanisti. Non c’è ti foso della Roma che possa rimproverare qualcosa ad Aleksandar Kolarov come professionista: esemplare, sempre tra i primi ad arrivare a Trigoria e tra gli ultimi ad andare via, in un anno e mezzo ha segnato in campionato, in Champions League e in Coppa Italia e in questa stagione, dove pure paga le fatiche fisiche del Mondiale, è già a sei centri. Mai aveva segnato così tanto in carriera, mai era stato così prolifico, ma forse mai si era sentito così contestato dai propri tifosi.
[...] Gli ultrà, nella notte tra venerdì e sabato, sono andati al Torrino, dove abita Kolarov, e scrivere sui muri: «Croato di m...» e «Kolarov abbassa la cresta». Insulti soprattutto quello riferito alla sua nazionalità, visto che il difensore è serbo che il giocatore non si aspettava ma a cui, almeno per ora, non ha replicato attraverso i suoi profili ufficiali. Aveva replicato, invece, martedì scorso, a Termini a chi diceva a lui e agli altri giocatori di «svegliarsi» e forse quella replica ha rappresentato una frattura difficile da rimarginare con la parte più calda del tifo romanista. [...]
Anche in serate come quelle di stasera, quando prima del fischio d’inizio non arriveranno certo applausi e carezze. Ma a Kolarov poco importa, lui va dritto per la sua strada, cioè la fascia sinistra. E se non è ama to da tutti la sensazione è che se ne sia già fatto una ragione.
C'è un trio a caccia della gloria perduta
IL MESSAGGERO - ANGELONI - I giocatori, quando si sentono definiti senatori, la prendono male. Come fosse un'offesa. Magari hanno pure ragione, perché chi lo dice, spesso, gli attribuisce un significato/tono negativo. Come a dire: il senatore è colui che ha privilegi, che comanda. Questo è sbagliato. Senatore è chi fa valere la sua esperienza, spesso è un leader, uno ascoltato più di altri, uno che, insomma, conta. Dzeko, Kolarov e Manolas, ad esempio, sono tre senatori della Roma, per classe, per militanza, per esperienza. Senatori, senza offese. Conteranno di più, in uno spogliatoio, le parole di Kolarov o di Luca Pellegrini (tanto per prenderne uno che è appena andato via)? Kolarov. Dzeko o Kluivert? Dzeko. Manolas o Bianda o Marcano? Manolas. Chiaro, no? Sempre senza offese.
DIFESA E ATTACCO - Ecco, tre giocatori come questi, e in momenti come questi, possono e devono dare qualcosa di più, non solo dal punto di vista sportivo, ma nei comportamenti. Ciò che è successo martedì a Termini, prima della partenza per Firenze, tra Manolas-Kolarov, in quel dialogo con alcuni tifosi, è da censurare. E non per prendere per forza le parti dei tifosi, ma perché non è normale reagire in quella maniera solo perché un tifoso - incavolato - ti invita a «svegliarti». Tra l'altro, quel tifoso, che si è beccato gli insulti di risposta, avrà pensato dopo Firenze che la Roma non tutto si è tranne «svegliata». Nemmeno quella muscolarità che certi calciatori pesanti usa nei momenti di difficoltà, ha aiutato. La muscolarità, oggi, la gente la vuole sul campo, se non per vincere, almeno per evitare brutte figure. Stasera, una buona parte dell'Olimpico risponderà a Manolas e Kolarov (quest'ultimo si è beccato qualche striscione poco carino in giro per Roma, in uno gli si dava del croato, in un altro lo si invitava a tenere abbassata la cresta). Le minacce no, quella vanno respinte al mittente. Ma tutto questo è il segnale che il clima che si respira non è invitante. I giocatori sanno perfettamente come basti poco per far girare di nuovo il vento nella direzione giusta. Che dire di Dzeko, invece? Edin è coccolatissimo, a Termini lui aveva preso anche applausi.
IL CALMO NEL CAOS - Ma l'essere senatore non ti deve portare a comportarti come ti sei comportato al Franchi. Un giocatore della sua esperienza deve essere più responsabile. Quel gesto contro Manganiello, non solo gli è costato due giornate e passi, ma è costato alla Roma il pesante 7-1. Il senatore/leader ti deve aiutare a superare le difficoltà, non spingerti in discesa. Stasera non sarà contestato singolarmente ma finirà nel vortice che coinvolge tutta la squadra. Dzeko era tornato a segnare, è tra i calciatori più importanti. E' quello che lo scorso anno è stato aspettato e coccolato da Di Francesco. E ora? C'è bisogno di lui, di Kolarov, di Manolas. I grandi giocatori. I senatori. Senza offese, eh.
L’ultimo schema di Di Francesco: «De Rossi deve fare il mister dentro la partita»
CORRIERE DELLA SERA - Capitano, pensaci tu. È quasi una preghiera quella che Eusebio Di Francesco, mai così rabbuiato e mai così voglioso di fuggire dalle domande dei giornalisti (la conferenza stampa di ieri è durata 10 minuti scarsi), lancia nell’aria alla vigilia di Roma-Milan. [...] All’orizzonte c’è la sicura contestazione che l’Olimpico ha promesso ai giallorossi, con in testa Kolarov, che ha già visto spuntare scritte sotto casa: «Kolarov abbassa la cresta», «Kolarov croato» e «Kolarov croato di m...». Un insulto atipico, fatto su misura per un serbo, firmato con una sigla ultrà.
Di Francesco deve ricorrere a De Rossi per le squalifiche di Nzonzi e Cristante, ma forse lo avrebbe fatto anche a rosa completa. DDR sarà il perno del 4-3-3 (con Florenzi «alto») [...]. Di Francesco, nel momento più nero, gli chiede di diventare la sua proiezione in campo: «Mi auguro che Daniele possa dare una prestazione dal punto di vista della presenza, dell’aiuto generale al gruppo, della capacità di stare in campo e di essere un po’ il mister dentro la partita. I dubbi sono come starà realmente, perché non gioca da tempo [...]»
De Rossi ok, Florenzi avanti. Gioca Santon
IL TEMPO - MENGHI - La Roma continua ad imbarcare gol e Di Francesco per evitare che la barca affondi potrebbe fare delle scelte più conservative contro il Milan. Non è escluso che si schieri a specchio, tornando al vecchio e caro 4-3-3, una mossa semplice e attuabile grazie alla duttilità di Zaniolo, che dalla trequarti potrebbe spostarsi di qualche metro e dare una mano alla coppia De Rossi-Pellegrini. Il capitano tornerà titolare dopo 98 giorni, ovvero dalla sfida con il Napoli fatale per il suo ginocchio, e difficilmente resisterà per 90 minuti visto che nelle gambe ha solo il quarto d'ora finale giocato in Coppa Italia.
Alle sue spalle ci sara la coppia Manolas-Fazio, a sinistra Kolarov e a destra potrebbe rivedersi Santon, anche se Karsdorp gli contenderà la maglia fino all'ultimo. Florenzi stavolta dovrebbe avanzare in attacco, dando una quota di equilibrio in più all'undici giallorosso. L'alternativa èKluivert, piaciuto poco nelle ultime uscite. El Shaarawy ha il posto assicurato dall'altra parte, Dzeko dopo le scuse ai compagni per la reazione esagerata contro l'arbitro a Firenze vuole farsi perdonare in campo. Né Under né Perotti hanno recuperato e in panchina ci sarà una new entry come rinforzo offensivo, prelevato direttamente dalla Primavera dopo la tripletta di ieri: Cangiano.Un premio per lui, una conferma per Riccardi, di nuovo convocato da Di Francesco, che ha ritrovato pure Mirante, mentre ha dovuto rinunciare agli squalificati Nzonzi e Cristante e all'infortunato Jesus.
Amore e odio, la parabola di Kolarov
IL TEMPO - MENGHI - Era il laziale traditore visto non di buon occhio al suo arrivo, è diventato presto idolo in una città che s'innamora dei tipi tosti, soprattutto se segnano gol pesanti, si è trasformato nel "croato" altezzoso da schernire sui muri di Roma, troppe volte imbrattati dai tifosi per mandare i loro messaggi insultanti a Trigoria o direttamente a Boston. Kolarov è il protagonista di questa folle parabola, prima ascendente e poi discendente, lui che aveva esultato al gol nel derby lo scorso settembre, alla faccia del suo passato biancoceleste, conquistando tutti quei romanisti che adesso gli consigliano di "abbassare la cresta", come recitava una delle scritte comparse nella notte di venerdì nella zona del Torrino, dove abita il calciatore serbo. "Croato di m... a", lo etichettano i tifosi consapevoli della relazione conflittuale che esiste tra i due paesi confinanti.
Ad incrinare il rapporto tra gli ultras e il serbo è stata una frase dello stesso giocatore, che ha messo al loro posto tutti gli allenatori italiani: "Il tifoso - diceva a fine novembre in risposta alle critiche ricevute - può essere arrabbiato e può esprimere la sua opinione allo stadio, ma deve anche essere consapevole che di calcio capisce poco". Si è scatenata una bufera sui social e si è creato un precedente a cui i sostenitori si sono aggrappati dopo il 7-1 di Coppa Italia: "Siamo noi che non capiamo di calcio, vero?". Un altro episodio di scontro c'era stato a Termini alla partenza della squadra per Firenze, quando un tifoso gli aveva urlato "sveglia" e Kolarov aveva risposto seccato: "Sveglia tua madre". Da "nemico" a idolo a "croato", questa città che si lascia trasportare facilmente dagli eventi e non perde mai l'occasione di dimostrare quanto sia difficile mantenere l'equilibrio qui.
Di Fra contro tutti
IL TEMPO - AUSTINI - La domanda arriva alla fine. Inesorabile e dovuta. Di Francesco si dimetterà se capisce che la squadra non è più al suo fianco? "E' un po' scontata - la risposta stizzita dell'allenatore della Roma - ma questo è un ambiente orientato al pessimismo. Alla fine sono i risultati che determinano, voi potete dire quello che volete. O parlate con i giocatori e cercate di capire se siamo realmente disuniti, altrimenti si fanno tanti discorsi che lasciano il tempo che trovano, cose campate per aria". E' questo - e c'era da aspettarselo - l'umore del tecnico giallorosso dopo la batosta incredibile di Firenze in Coppa Italia e alla vigilia di uno spareggio per la Champions con il Milan. Ci arrivano con le premesse peggiori possibili sia lui che la Roma, contro un avversario carico a mille, rigenerato dal mercato di gennaio, che Monchi invece non ha potuto (e voluto) sfruttare. Il solito, ennesimo psicodramma romanista contro cui opporre la partita del riscatto, del cuore.
Dove troveranno le forze Dzeko e compagni per trasformare i fischi annunciati stasera all'Olimpico in applausi? "Mettendo in campo una prestazione di alto livello - la ricetta di Di Francesco - non solo fisica, ma anche mentale. Capisco che c'è grande depressione, ma la forza sta nel ribaltarla. Noi ora siamo incudine, dobbiamo subire e poi diventare martello. Tre partite fa il Milan era nella stessa situazione, nel calcio una settimana cambia tutto". Vero. Domenica scorsa, non un anno fa, la Roma stava vincendo 3-0 sul campo dell'Atalanta. Nel giro di un tempo e di un'altra partita il mondo s'è rovesciato addosso ai giallorossi. Fragili, incapaci di reagire, nervosi al punto di litigare in campo e - nel caso di Dzeko - farsi cacciare. "E' stata la parte più brutta - sottolinea l'allenatore - Edin ha chiesto scusa a tutta la squadra. Non deve più succedere, nelle difficoltà dobbiamo essere ancora più uniti. Può arrivare una sconfitta, ma l'abbiamo fatta diventare dolorosissima". I primi segnali, in realtà, si erano rivisti col Torino: da 2-0 a 2-2, prima di trovare il jolly di El Shaarawy. "Avevo parlato di squadra non ancora guarita, cadiamo sempre in certi momenti delle gare".
E allora non c'è ritorno migliore di quello di De Rossi. "Mi auguro che Daniele possa dare tanto dal punto di vista della presenza, dell'aiuto generale, della capacità di stare in campo e di essere un po' il mister nella partita. I veri dubbi sono su come starà fisicamente perché non gioca da tanto ma ha ripreso ad allenarsi con costanza e non sente più dolore". Raccontano di un allenamento di rifinitura ben riuscito nonostante la pioggia battente, il gruppo dal punto di vista degli atteggiamenti in settimana ha deluso poche volte quest'anno, ma la prova del campo vero è un'altra storia. "Mi sento un po' un papà che in certi momenti a questa squadra non ha dato i consigli giusti - ammette Di Fra - dobbiamo ritrovare unità d'intenti, essere sinceri fra noi e io devo cercare soluzioni". Monchi gli ha dato altro tempo, tutto sta a trovarle.