Monchi alza il muro per DiFra. Ora rischiano tutti e due...

GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Se lo sfogo di Carlo Verdone su Radio Rai è diventato virale, di tutt’altra natura è la rabbia del presidente Pallotta. «Ask Monchi», è diventato l’hashtag bostoniano. Come dire, sul fronte tecnico le responsabilità sono delegate a Monchi che, spalleggiato da Totti ha le idee molto chiare. Ovvero: Di Francesco non si tocca, il tutto condito con le certezze di sempre: la rosa della Romaha le potenzialità per fare molto di più e molto meglio, ci sono dei problemi psicologici che attanagliano il gruppo, ma con il lavoro la stagione non è ancora detto che sia da buttare, soprattutto se si riuscirà a conquistare un posto nella prossima Champions. Istruzioni per l’uso: quello del d.s., non pare il solito braccio di ferro tra l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione. La convinzione è robusta, anche se corroborata da un postilla niente affatto banale. Cioè, a fine stagione si farà un bilancio. E se Pallotta (o Monchi stesso) dovesse ritenere che sia totalmente negativo – magari con aspetti umani deficitari – lo spagnolo è pronto a togliere il disturbo, anche perché le offerte non gli mancheranno. (...)

(...) Non è un mistero che l’ombra di Paulo Sousa (ma si segue anche Panucci, gradito al tifo) aleggi su Trigoria, ma dalla società si ribadisce come neppure un k.o. col Milan metterebbe in discussione Di Francesco, tanto da sottolineare anche l’inutilità di un ritiro già da oggi. (...) L’allenatore, comunque, ieri ha parlato alla squadra mettendola davanti alle proprie responsabilità, ai propri limiti caratteriali e di applicazione. (...)


Espulsione e nervosismo. Multa in vista per Dzeko

GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Ecco, a Firenze il «bon ton» è saltato completamente, ed a prescindere dal risultato finale. Troppa tensione, troppo nervosismo, tracimato soprattutto nella espulsione di Dzeko, che ha inchiodato la Roma alla goleada. Ma a colpire è stato in particolar modo la lite tra il centravanti e Cristante. Vistosa ed esageratamente lunga per essere la classica questione di campo. I labiali televisivi hanno raccontato di parole come «fenomeno» più volte reiterate, così come la simulazione di Dzeko stesso di tirare una pallonata al centrocampista. (...)

Com’è normale, la dirigenza ieri è intervenuta anche per richiamare tutti (non solo i due duellanti) a comportamenti più consoni allo stile del club, ma per il centravanti bosniaco è in arrivo anche una multa per l’espulsione, come peraltro da regolamento interno sottoscritto a inizio stagione. (...)


Cassetti: “Da un 7-1 ci si rialza solo aiutandosi. E questa squadra lo fa troppo poco”

GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Il 7-1 di Firenze, invece, è lacerante perché incassato con una squadra sulla carta non superiore alla Roma. Come rialzarsi? «Guardandosi in faccia e iniziando ad aiutarsi, per il bene di tutti», dice Marco Cassetti, uno che a Manchester c’era. E che dal 7-1 ha saputo rialzarsi.

Che ricordo ha di quella serata contro lo United?
«Ovviamente non belli. Venivamo dal 2-1 dell’andata, tra l’altro anche stretto. Nelle prime tre azioni prendemmo tre gol, il 4° poco prima dell’intervallo. Negli spogliatoi ci dicemmo: “Ora basta, bisogna reagire”. Ma erano imprendibili, viaggiavano ad un’altra velocità rispetto a noi. Un po’ come a Firenze, anche se la Fiorentina ovviamente non è lo United. E noi ci siamo rialzati subito, superando per 4-0 la Sampdoria».

Come è nata secondo lei una disfatta del genere?
«Mi aspettavo che sul 4 o 5-1 si provasse a salvare almeno la dignità, anche con le cattive in caso. Ed invece niente. Io ho un’idea da inizio stagione, in questa squadra non si aiutano. Ogni volta che prendono gol sempre tutti a testa bassa, nessun incoraggiamento. Ed invece a Firenze l’unica forma di comunicazione è stata quella di mandarsi a quel paese, a più riprese. E questo non è certo un segnale incoraggiante».

La Roma fa bene ad insistere su Di Francesco?
«A questo punto sì. Spetta a lui trovare le soluzioni, se serve anche con soluzioni drastiche. Dispiace per la Coppa Italia, questo era l’anno in cui si poteva vincere. Ma c’è ancora la Championse il quarto posto è sempre lì, ad un solo punto. Certo, ora non so che Roma aspettarmi con il Milan. Quest’anno il rendimento è stato troppo ondivago e anche quando la squadra sembrava uscita dalla crisi, poi ci è ricascata». (...)


Stadio: nodo traffico, il Comune respira

GAZZETTA DELLO SPORT - (...) È arrivata la relazione sui flusso di traffico nell’area del nuovo stadio della Roma, a Tor diValle, che il Politecnico ieri ha consegnato al Comune.
Dopo lo sconquasso che aveva provocato la divulgazione a dicembre della bozza («catastrofico» era stata l’aggettivo che aveva agitato i malpancisti anti-impianto), stavolta i termini paiono assai più contenuti, anche perché l’università torinese è stata inondata da ulteriori dati da parte dell’amministrazione comunale. Ciò che è stato evidenziato è la volontà, di prospettiva, di godere dei finanziamenti che porterebbero ad un utilizzo assai maggiore del trasporto ferroviario, senza contare la presa di posizione del governo – per opera prima del premier Conte e poi del ministro delle Infrastrutture Toninelli – disponibile ad intervenire finanziariamente per costruire il secondo ponte che nel progetto attuale non è contemplato. (...)

Per oggi è previsto un vertice in Comune per esaminare la relazione mentre lunedì dovrebbe riunirsi la Commissione Trasparenza sul tema stadio e, in settimana, ci si aspetta una conferenza stampa per illustrare.


Il flop di Pastore e la fatica di Nzonzi. I colpi dell’estate finiti sotto accusa

GAZZETTA DELLO SPORT - In tutto 51,2 milioni di euro, più 4 di possibili bonus. (...) Sono i soldi che la Roma ha speso in estate per portare in giallorosso Javier Pastore e Steven Nzonzi, due dei gio­catori più discussi in questa tormentata stagione giallorossa. Anche nella sfida di Firenze, quella dell’umilian­te 7­-1, dove Di Francesco si è visto costretto a cambiarli entrambi dopo appena 45 minuti. (...)

Il problema più grande è ovviamente legato alla situazione del trequartista argentino, completamente avulso a qualsiasi contesto di gioco. A Firenze, in un paio di circostanze, Di Francesco lo ha anche rimproverato aspramente. Il problema, però, non è solo lo stato di formafisica (che già di per sé potrebbe bastare) ma anche la sua flemma mentale. Pastore sembra non volersi proprio gettare nel progetto, sembra quasi ne voglia restare ai margini. A livello di impegno mentale, ovviamente, e di intensità. (...)

Diverso il discorso di Steven Nzonzi, che finora non ha deluso come Pastore, ma non ha neanche mai convinto in pieno. Anzi. (...) Ma altrettanto di certo si può anche dire che se c’è un aspetto dove ci si aspettava un giocatore diverso è sotto il profilo della personalità. Da un campione del mondo uno ci si aspetta un salto in avanti anche come esperienza, carisma, gestione di alcune fase delicate della partita. Ed invece, proprio in quelle fasi lì Nzonzi è finito con il perdersi, quasi nascondendosi (...)


Tifosi scatenati: hashtag #Difraout e Verdone attacca

GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Sul banco degli imputati, per la prima volta in un anno e mezzo sale Di Francesco. L’hashtag #DiFraout non diventa virale come con Garcia e l’ipotesi esonero non ottiene un plebiscito come per il francese, ma il tecnico non gode più di tanta popolarità.

C’è chi parla di «Zeman senza sigarette», chi di «fase difensiva che il parroco sotto casa mia organizza meglio» e c’è persino chi vorrebbe ringraziarlo così: «Dai sette colli ai sette golli. E ora arrosticini per tutti». Difficilmente Di Francesco avrebbe voglia di brace e risate, lui che a Roma ha vinto uno scudetto e vive questa crisi in prima persona ben oltre la sfera professionale, ma sa come funzionano le cose nel calcio. (...) Magari lo tocca di più sentir parlare di «vergogna», di «umiliazione» o, peggio, di «Ro­ma ­Barcellona come partita che ha rovinato tutto perché ha coperto i veri problemi»

Non le manda a dire Carlo Verdone, in diretta a «Un giorno da pecora»: «Voglio bene a Di Francesco, ma non riesce a formare il gruppo, la squadra non può essere così bipolare. Evidentemente c’è una spaccatura nello spogliato­ io, forse tra giovani e senatori. In questo modo non andremo avanti, qualcosa va cambiato (...)». L’attore e regista ne ha anche per Pallotta: «Per quanto riguarda il presidente, se non si sbrigano a dargli un ok allo stadio, che non arriva per colpa della burocrazia, sarà sempre così, penserà alle plu­ svalenze e alle vendite».

Secondo i tifosi, anche l’atteggiamento dei giocatori andrebbe modificato: il nuovo profilo di Kolarov è preso di mira per il battibecco di due giorni fa a Termini, quello di Totti, invece, è una sorta di muro del pianto con preghiere di ogni tipo. Il Capitano viene considerato il salvatore della patria, come se da dietro la scrivania potesse replicare le stesse magie che faceva in campo. Impossibile, almeno per ora. (...)


Stadio, segretato il parere sul caos dei trasporti

IL MESSAGGERO - DE CICCO - Più che giallorosso, il nuovo stadio a Tor di Valle si tinge di giallo. L'atteso parere del Politecnico di Torino, chiamato in causa dalla Raggi con la speranza che validasse il progetto travolto dall'inchiesta su Parnasi, è arrivato ieri a Palazzo Senatorio. Eppure, ufficialmente, il Campidoglio ha negato: «Il parere del Politecnico dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Roma Capitale organizzerà una conferenza stampa la prossima settimana per illustrarne i contenuti», ha comunicato la giunta con una stringata nota. In realtà l'approdo della delicata relazione sotto al Marc'Aurelio è stato confermato da diverse fonti comunali. E anche dall'estensore dello studio, il professor Bruno Della Chiara. Contattato al telefono, gli diciamo che il rapporto è finalmente arrivato. E lui: «Sì, ma non posso esprimere alcun commento». E secondo le prime indiscrezioni «gli studi sul traffico sono formalmente corretti». L'analisi sulla viabilità a Tor di Vallec'è, ma Raggi e i suoi vogliono prima spulciarla per capirne gli effetti sull'operazione calcistico-immobiliare sognata da Pallotta. Per ora il dossier rimane segretato, quindi, non proprio in linea con la trasparenza della propaganda 5 stelle: la casa di vetro del Comune avrà i vetri appannati. A proposito di trasparenza, lunedì la questione arriverà sul tavolo della Commissione di controllo, guidata dal dem Marco Palumbo. «Chiederemo che ci mostrino le carte», fa sapere il Pd. E chissà se arriverà un diniego da parte della giunta grillina.

ACQUE AGITATE - Tra gli stellati sono ore inquiete. Per oggi è stato convocato un vertice di maggioranza. Il rapporto per ora è in mano solo a due tre-fedelissimi della sindaca, tanto che anche molti big M5S ancora ieri si interrogavano sugli scenari possibili: stroncatura netta? Bocciatura soft? Sì ma con prescrizioni? Se c'è così tanta segretezza, è perché la prima bozza sfornata dal Politecnico era trapelata sui giornali. E veniva sconfessato in pieno l'auspicio di Raggi, che dopo avere criticato il progetto fino al 2016, a febbraio 2017 ha accettato un compromesso con i privati, sforbiciando un po' le cubature record per alberghi e uffici, che pure continuano a scavallare ampiamente i limiti del Prg.

LE CRITICITÀ - La prima versione del rapporto parlava di un impatto «catastrofico» sulla viabilità nel quadrante Sud, «un quadro oltremodo preoccupante, che vede negli scenari futuri un blocco pressoché totale della rete principale di connessione con la location stadio, a parità o circa di livelli di mobilità motorizzata attuale». Gli ingegneri sabaudi citavano quattro arterie a rischio tilt: Roma-Fiumicino, Colombo, Laurentina e viale Marconi. Senza contare il Gra, che «in ogni simulazione appare in blocco totale», con «punte di 8.500 veicoli per singola direzione laddove già solamente 6mila veicoli rappresentano il limite di saturazione». I flussi di traffico sarebbero stati considerati dai privati con ipotesi talvolta «troppo ottimistiche». Perfino le opere pubbliche che i proponenti avevano promesso di costruire in cambio delle volumetrie monstre, secondo il documento, sembrerebbero sostanzialmente inutili: «Il traffico non vede trarre beneficio degli interventi infrastrutturali a carico della rete». Frasi molto nette, difficili da smentire, dato che il progetto da allora non è cambiato.


Roma, la città sottosopra. Verdone: “E Pallotta pensa alle plusvalenze”

CORRIERE DELLA SERA - C’è stato un momento, nei minuti finali della partita del Franchi, in cui qualche romanista ha sperato che la Fiorentina ne segnasse ancora uno. E invece niente da fare, altro 7-1 da mandare giù, dopo quelli in Champions League contro il Manchester United e il Bayern Monaco.
«Ho visto più 7-1 che scudetti», la frase postata da un tifoso sui social, proseguita poi con un insulto come centinaia ne sono volati nelle ultime 24 ore. Virtuali, ma non solo. C’è chi si è presentato in tarda serata a Trigoria ad attendere il pullman e chi ha fatto lo stesso ieri mattina, aspettando i giocatori fuori dai cancelli e cercando spiegazioni. Daniele De Rossi ha abbassato il finestrino, ma non ha fatto un fiato. «Che sta a succede, Danie’, ci siamo rotti i c...., siamo romanisti». Patrik Schick, invece, si è limitato a chiedere «scusa», sulla scia di quanto fatto dal direttore sportivo Monchi, al termine della mattanza, nella pancia dello stadio di Firenze. E di pancia è stata anche la reazione di romanisti vip come Alessandro Gassmann: «Presi a pallate, che amarezza», il tweet eloquente, seguito da sette palloni come quelli che il povero Robin Olsen si è trovato costretto a raccogliere in fondo alla porta.

Carlo Verdone ci è andato giù durissimo. Stava vedendo Fiorentina-Roma con Enrico Vanzina, «poi - racconta a Un giorno da Pecora - al quarto gol lui si è alzato e se n’è andato, senza salutare nessuno. Io, invece, vorrei prendere la sedia e tirarla in testa a qualcuno». L’attore non risparmia nessuno. A partire da Di Francesco: «Non riesce a formare il gruppo, la squadra non può essere così bipolare». (...) Si passa a Pallotta: «Se non si sbrigano a dargli l’ok per lo stadio, che non arriva per colpa della burocrazia, continuerà a pensare alle plusvalenze».


Righetti: “Non serve cambiare tecnico”

CORRIERE DELLA SERA - (...) Ubaldo Righetti, difensore del secondo scudetto e oggi opinionista tv, il giorno dopo la disfatta di Firenze chiarisce il suo pensiero.

(...) A mente fredda che pensa?
«Credo che dentro Trigoria debbano andare alla ricerca del problema. Non bisogna pensare che quello di Firenze sia stato un incidente di percorso perché i segnali c’erano già stati».

Di chi è la colpa?
«Le responsabilità sono di tutti. C’è un problema profondo, che è esploso».

Deve pagare l’allenatore?
«Cambiare non dà nessuna garanzia, la soluzione va trovata dentro. Di Francesco ha la sua responsabilità e lavora tutti i giorni sul campo, la società deve farlo sui concetti di dovere e personalità. Monchi ha giocato, certe dinamiche di spogliatoio le conosce».

(...) Pallotta ha responsabilità del mancato mercato?
«Servono forse nuovi giocatori per battere Bologna, Cagliari, Spal e Chievo?»

(...) Come se ne esce?
«Tutti insieme e senza mollare».


Di Francesco a oltranza

IL TEMPO - MENGHI - Il coraggio di non cambiare, l’azzardo di tenere in panchina l’allenatore più discusso del momento e il rischio di subirne poi le conseguenze. Vince ancora la linea Monchi e Di Francesco batte tutte le sue ombre. La Roma rimane immobile, perde 7-1 a Firenze eppure sceglie di andare avanti con gli stessi uomini, in campo e soprattutto fuori, ma non lo fa per inerzia, crede davvero che la strada migliore sia quella già intrapresa, che il tecnico migliore si trovi già a Trigoria. Una valutazione sui possibili sostituti è stata fatta più volte in questa stagione, nessuno ha fatto innamorare il direttore sportivo, che finché avrà pieni poteri decisionali non caccerà Di Francesco. Salvo serie complicazioni legate all’obiettivo prioritario, il 4o posto in campionato, ma parliamo di una combinazione di risultati negativi e reazioni depressive del gruppo che al Bernardini si augurano di evitare. Pallotta ha delegato ogni decisione a Monchi, che si sta assumendo una grande responsabilità nel confermare l’allenatore e, se alla fine la Roma dovesse sbandare oltremisura, sarà il primo a essere messo in discussione. A fine stagione verrà fatto un bilancio generale, è inevitabile, ma al momento nessuno è in bilico e tutti insieme proveranno ad uscire da questa situazione. Il day after è stato dedicato ai faccia a faccia, Di Francesco ha parlato alla squadra, cosa che il diesse farà nei prossimi giorni (ha lasciato il centro sportivo intorno alle 15.30, quando i tifosi erano già andati via) per confrontarsi proprio con Monchi, che gli ha ribadito una fiducia totale. Prima o dopo Firenze non è cambiato nulla e non sarà il Milan, comunque vada, la partita della vita per l’abbruzzese.

La società preferisce ragionare con calma sul futuro, a giugno potrà eventualmente pescare tra una rosa di allenatori più ampia (vedi il caso Sarri, reduce da una figuraccia - il 4-0 col Bournemouth - e in bilico al Chelsea). Fare la rivoluzione a meno di 4 mesi dalla fine dell’anno calcistico non è qualcosa che rientra nella filosofia di Monchi, anche se forse sarebbe la strada piú facile e terrebbe a bada le smanie dei tifosi. Il diesse a fine gara li ha messi a dura prova, “niente ritiro, nessun acquisto e nessun esonero”, la sintesi delle sue parole spiazzanti ma sincere. Il mercato invernale della Roma si è chiuso senza mai essere iniziato, ieri Luca Pellegrini è andato a Cagliari in prestito secco e ci sono state solo altre operazioni minori in uscita: Marcucci a titolo definitivo al Foggia, col 30% sulla futura rivendita per i giallorossi, che incasseranno 1.25 milioni di euro a giugno grazie alla cessione di Machin (via Pescara) al Parma. Monchi ha sfiorato il colpo Vida, una volta saltato (per mancato accordo economico col Besiktas) ha scelto di non cercare altro, anche se teneva sott’occhio Skrtel e Kannemann, e l’ha fatto per ribadire la fiducia nei giocatori che ha. L’ultima volta con 0 acquisti a gennaio è stata nel 2010-11, non era mai accaduta nell’era americana. È una rivoluzione al contrario, funzionerà?


De Rossi si riprende la Roma

IL TEMPO - MENGHI - Tutto su De Rossi. Momento delicato l’emergenza centrocampo mettono fretta al capitano, che dopo il “riscaldamento” nella disfatta di Firenze vuole riprendersi la Roma sulle spalle e col Milan dovrebbe essere in campo dall’inizio. Senza gli squalificati Nzonzi e Cristante, Di Francesco non puó inventarsi molto e deve scommettere sulla tenuta del ginocchio del numero 16 e di Pellegrini. A due allenamenti di distanza dalla partita Under e Perotti si sono sottoposti a terapie, hanno bisogno ancora di tempo per rientrare e allora sulle corsie esterne dell’attacco le opzioni sono sempre meno, visto che Zaniolo stavolta dovrebbe giocare trequartista: Florenzi non è al meglio della condizione, ma potrebbe essere lui l’ala destra designata (con Karsdorp e Santon in ballottaggio per sostituirlo in difesa), a meno che Kluivert riesca a convincere l’allenatore. Schick guadagna punti coi tifosi, fermandosi ai cancelli a chiedere scusa, ma non con Di Francesco, che dovrebbe tornare a puntare su Dzeko dal 1’.


“Daniele che fate? Noi ci siamo rotti”. La rabbia dei tifosi dopo la disfatta

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Giocatori e allenatore sotto tiro, società in pieno caos decisionale, tifoseria sull’orlo di una crisi di nervi: il day after romanista prende in fretta le sembianze di uno psicodramma collettivo, di quelli che la città giallorossa faticherà non poco a digerire. La prima reazione all’umiliante 7-1 subito a Firenze - che vuol dire eliminazione dalla Coppa Italia e inspiegabile sgretolamento tecnico - si consuma nel settore ospiti del Franchi: intorno all’ottantesimo, i circa 2.500 sostenitori arrivati dalla capitale, levano bandiere e stendardi dalle vetrate, svuotando in segno di protesta le gradinate a loro dedicate. L’arrabbiatura vorrebbe sfogarsi alla stazione e sul treno, ma la società precauzionalmente fa rientrare nella notte la squadra in pullman, preferendo non ordinare il ritiro per evitare che il nervosismo presente tra i giocatori (vedi la lite in campo tra Dzeko e Cristante, per esempio) peggiorasse rapporti già logori all’interno. Meglio sbollentare gli animi, ritrovandosi il giorno dopo (ieri) alle 11 a Trigoria. Ma prima del “rompete le righe”, intorno alla mezzanotte, una trentina di tifosi ha accolto il pullman di rientro dalla Toscana, lanciando oggetti e insultando pesantemente tutti