Aldair: "Amo la Roma ma il Porto è più forte"
Vigilia degli ottavi di Champions tra Roma e Porto. Proprio sul match di domani Aldair, ex giallorosso, ha rilasciato unìintervista a Maisfutebol:
Aldair ha trascorso 13 anni a Roma e il suo numero di telefono è italiano. Vivi ancora in Italia?
"Ho una casa in Brasile, nello stato di Espírito Santo, a nord di Rio de Janeiro. Ma tengo una casa alla periferia di Roma e trascorro la maggior parte del mio tempo lì. In questo momento, curiosamente, sono in Brasile".
Quindi non vedrai Roma-FC Porto allo stadio?
"Non so se sarò lì in tempo. La partita è martedì? Sarà molto difficile. Vado spesso all'Olimpico, ma probabilmente per questa gara dovrò rinunciarci".
Conosci il club e questa squadra come nessun altro. Cosa manca a Roma per vincere più titoli?
"Il club ha subìto molti cambiamenti, sia nella società che nella struttura del calcio. E questo non aiuta per niente. Penso che le cose siano migliorate negli ultimi anni, ma il modo di pensare non è ancora abbastanza ambizioso. Non posso dire che la Roma abbia la dimensione europea di altri giganti, come Barcellona o il Real Madrid, perché mancano titoli nazionali e più presenza in Champions League".
In 13 stagioni a Roma, Aldair ha vinto solo il campionato 2000/01. Questo dimostra la mancanza di coerenza del club?
"Esattamente. Abbiamo avuto buone squadre, giocatori eccellenti, ma la mentalità non ha conquistato abbastanza. Nelle mie ultime quattro stagioni, tra il 1999 e il 2003, ho sentito il club cambiare, crescere. Abbiamo avuto squadre fantastiche. Basta parlare di Batistuta, Totti, Walter Samuel, Montella ... il potenziale era gigantesco e il titolo 2000/01 era il corollario di tutte queste grandi squadre".
Hai parlato di Totti. Cosa è cambiato a Roma dopo che ha smesso di giocare?
"È ancora difficile per me vedere la Roma giocare senza Francesco in campo. Era nato e cresciuto con il club, era sempre al mio fianco nello stabilimento balneare. Posso dire che era al limite delle abilità fisiche, negli ultimi tempi il giocatore si è allenato con delle limitazioni. Il club continua e tutti sanno che Francesco Totti sarà in futuro un manager di grande importanza nel club. In questo momento non ha ancora grandi poteri, ma sta imparando. È molto intelligente e sarà per sempre legato con l'AS Roma".
Torniamo ad Aldair. Il suo legame con la Roma è stata così grande che il club ha deciso di non ritirare la maglia numero 6.
"Ma sono sempre stato in disaccordo. Ci sono diversi nomi più importanti di me nella storia di Roma. È una buona cosa che il club abbia concesso di far indossare di nuovo la 6. Penso che sia stato con l'ingaggio di quel ragazzo olandese [Strootman, nel 2013]. Amo la Roma, ho avuto un legame fantastico con il club, ma non volevo vedere la mia maglia fuori. Preferirei vederla là fuori sul prato. Lo staff del club mi ha chiamato per chiedere il permesso di usare di nuovo il numero 6 e ho detto di sì. La Roma ha avuto eroi come Bruno Conti, Falcon, Giannini e non ha mai ritirato i loro numeri".
Qual è la differenza tra la Juventus e gli altri club?
"Il vizio della vittoria, la stabilità della società, l'organizzazione. Tre cose apparentemente semplici. Non c'è da meravigliarsi se la Juventus è stata campione per sette anni di fila e forse lo sarà di nuovo quest'anno".
Con Cristiano Ronaldo è diventata ancora più forte?
"Certo, certo. Credo davvero che con Cristiano la Juventus possa finalmente vincere la Champions League. La mentalità nell'Italia settentrionale è questa, sempre molto ambiziosa. A Torino e Milano. A Roma forse abbiamo perso troppo tempo a pensare alla rivalità con la Lazio. Il club deve guardare alla Juventus e motivarsi con i risultati di questo avversario per avvicinarsi".
A proposito, sembra che non sia ottimista per il pareggio contro l'FC Porto.
"Amo la Roma, mi sento romano, ma l'FC Porto è più forte e più abituato a questo tipo di duelli. La squadra sta ancora cercando di recuperare dalla vittoria per 7-1 a Firenze per la coppa, ma mi è già piaciuto quello che ho visto nel pareggio contro il Milan".
È vero che in Italia hanno iniziato a chiamarti Plutone?
"Sembra di sì (ride). Qualcuno si è ricordato che ero simile al personaggio Disney e questo è accaduto. Ad ogni modo, non mi dispiace. Sono sempre stato molto tranquillo".
Conferenza stampa, Di Francesco: "Domani una partita di gambe fresche ed esperienza". De Rossi: "Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento" (Video)
Di Francesco ha svolto la consueta conferenza stampa. Nella sala del centro sportivo a Trigoria, il mister con al suo fianco De Rossi ha risposto alle domande dei giornalisti in vista del match contro il Porto che si giocherà domani e vale gli ottavi di finale. Queste le loro parole:
Per Di Francesco: Ritorna la sua competizione dove l'anno scorso ha tracciato insieme alla squadra un percorso importante. È l'occasione per vedere la squadra guarita?
"Il percorso è sempre lungo però è la partita giusta per ritornare entusiasmato nell'ambiente".
Per De Rossi: la difesa a Kolarov è un modo per risanare la ferita tra lui e i tifosi?
"Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento. Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, che si sono sempre fidati di me, gli dico che è un grande professionista. Non dico che è romanista, ma è un grande professionista, dà sempre quello che deve dare, non salta un allenamento, in condizioni anche difficili. Io preferisco gente del genere, piuttosto che quelli che baciano la maglia o fanno dichiarazioni al miele e al primo dolorino si fermano. Comunque il tifoso va rispettato".
Per Di Francesco: Senza Marega e Corona che Porto si troverà domani?
"Credo abbiamo degli ottimi sostituti. Ottavio e Soaves sono giocatori forti, anche se con caratteristiche differenti, con qualità importanti. Il Porto al di là dei singoli è una squadra compatta, tosta, dura. È delle squadre di Cgampions che ha vinto più duelli difensivi e questo indica che dal punto di vista di squadra stanno veramente bene. Sarà una partita che dal punto di vista fisico molto dispendiosa".
Per De Rossi: che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest'anno? L'esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto?
"Ci fa arrivare a partite più pronte a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto quando abbiamo affrontato Real Madrid, Barcellona, Liverpool che erano più abituate di noi, fermo restando che il Porto è abituata a giocare partite così da diverso tempo. Anche per noi può essere un motivo di sicurezza con giocatori in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola 'esperienza' che è stata positiva. L'anno scorso poteva finire meglio perché siamo stati sfortunati però è totalmente un altro campionato e non possiamo attaccarci a quello che è stato e prepararci bene per domani".
Per Di Francesco: Qual è la situazione degli infortunati?
"Di quelli che non ci sono stati a Verona con il Chievo sicuramente Manolas che si è allenato con la squadra, mentre Olsen è in dubbio fino a domani mattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. tutti gli altri infortunati rientreranno domani, ma speriamo di riaverli con il Bologna: parlo di Perotti in particolar modo".
Per De Rossi: Cosa ti ha colpito positivamente e negativamente della Roma di questo periodo?
"Negativamente i risultati che non sono stati brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo perché secondo me abbiamo fatto delle gare molto buone e abbiamo portato a casa i punti che meritavamo come il Real Madird, con l'Inter in casa. Quelli che stanno fuori sono sempre i più bravi, si notava che quando predavamo gol in situazione già critica non riuscivamo a tirare fuori la testa, andando ancora più in difficoltà, cosa che non è avvenuta ultimamente perché, a parte Firenze, le prestazioni sono state positive".
Per Di Francesco: Schick contro il Bologna non ci sarà? Recuperano solo Perotti e Under?
"Sinceramente sto pensando al Porto, quindi non so dire se contro il Bologna ci sarà, ma Schick difficilmente sarà disponibile".
Per De Rossi: Sei starai bene fisicamente potrai continuare a giocare ancora per un altro anno?
"L'ho sempre detto. Se sto bene fisicamente continuerò a giocare. Per quanto riguarda quello che dicono i miei compagni e il mister, loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. In questi ultimi due anni mi hanno fatto sentire importante più di quanto lo sia stato in carriera. Per questo devo ringraziare solo loto, poi mi accorgo che le prestazioni sono buone e sono buone quando ti senti importante e diventa più semplice".
Per Di Francesco: Con il ritorno di De Rossi rischia il posto Nzonzi o come abbiamo visto negli ultimi minuti a Verona nel 4-3-3 c’è la possibilità di vederli insieme?
"Ho questo dubbio di poterli fare giocare insieme anche in questa partita, sto facendo delle valutazioni in base ai giocatori che ho a disposizione. Li ritengo dei titolari, sicuramente oggi Daniele farà l'allenamento con la squadra e se dovesse dare risposte positive giocherà sicuramente lui. Per il resto è tutto da vedere".
Per De Rossi: Percepisci pure tu un rumore, un'emozione diversa dei tifosi diversa quando entri in campo?
"L'Olimpico è sempre stata casa mia e sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene. Questo è stato il percorso che ha fatto Francesco: a metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, poi però alla fine si sono inchinati davanti alla sua grandezza. Lo sento che la gente mi vuole bene e sono contento, però penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto di giocare bene a pallone, non posso pensare ad altro e che fra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando fai le cose meno giuste: il calcio è così".
Per Di Francesco: Come giudica l'assenza di Marega e il suo ricordo di Conceiçao?
“Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha fatto benissimo anche a Nantes sta proseguendo il suo percorso di crescita. È un allenatore che sta dando un'identità alla squadra e ha anche dato al Porto qualcosa dal punto di vista caratteriale, una squadra che era con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità. Adesso la vedo molto più concreta sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda Marega è un attaccante differente rispetto a Suarez, più di fisicità, di gamba. Ovviamente quando c'è campo aperto diventa un calciatore pericoloso".
Per Di Francesco: Zaniolo lo preferisci come esterno d'attacco o come mezzala?
"Non lo so come lo vedo. potrebbe giocare sia a destra che come centrocampista. Non è una novità perché lo ha fatto e potrebbe giocare anche lui a destra, ma non posso darvi altre indicazioni perché potrebbe essere un ruolo ricoperto anche da Kluivert e Florenzi. Ci sono tante soluzioni, dipende da me la partita che andremo a fare rispetto agli avversari che ho di fronte".
Per De Rossi: tra l'anno scorso e quest'anno la Roma è stata sull'orlo del baratro 3-4 volte e siete riusciti a sollevare grazie anche a Di Francesco. Che cos'è che lui ha e che vi aiuta quando le cose vanno male?
"La sua idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno male o vanno bene. Sa quello che succede in campo riconoscendo i nostri problemi. Se le cose vanno male e l'allenatore mette 10 attaccanti o 10 difensori sconvolgerebbe l'equilibrio della squadra e non si riuscirebbe a reagire e invece lui continua fare le cose normali. È ovvio che lui sia facile dopo aver vinto una partita importante: gli umori sono sempre ricchi d alti e bassi, più di quanto lo siano quelli dei calciatori, però ha sempre tenuto la barra dritta anche in una città dove con è sempre facile rimanere saldi di testa e di polso. Poi sull'orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati dei momenti negativi dove si è parlato tanto del suo futuro, ma essere sull'orlo del baratro vuol dire un'altra cosa: io ho vissuto momenti quando eravamo quintultimi in classifica e ogni competizione e mi sentivo più sotto pressione".
Per Di Francesco: Domani è una partita più da gambe fresche o esperienza?
"È il mix giusto, però la gamba ci vuole sempre, non si po' giocare solo con l'esperienza. Spesso scherzo con Daniele e gli dico che a fine carriera mi rendevo conto che mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. Non possiamo pretendere che Daniele abbia una condizione ottimale perché ha già dato grande continuità, però l'esperienza, il saper vivere certe partite, a volte puoi avere grandi gambe però se ti tremano quando hai la palla poi è dura. La capacità sta anche nel preparare le gare in un certo modo perciò uniamo le due cose perché senza corsa non si va da nessuna parte".
Per De Rossi: Hai mai pensato che fosse tutto finito?
"Cerco di essere il più realista possibile. Non ho mai pensato di smettere perché ho fatto 3 mesi da calciatore serio: mi sono allenato sempre, ho fatto tutto ciò che c'era bisogno di fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questo tipo di sacrifici perché pensavo di poter rientrare, però il punto di domanda che avevo, e che in parte ho ancora adesso, è quanto reggerà la mia condizione fisica, come reggerà il ginocchio perché un'operazione alla cartilagine non l'avrei sopportata a 35 anni. Se invece risponde bene come sta rispondendo, non vedo perché io debba smettere o debba farmi domande che il campo smentisce".
Per Di Francesco: Quanto è importante ritrovare quella solidità difensiva che finora è mancata in questa stagione?
"Specialmente in queste due partite da 180 minuti, è importante nella prima gara avere grande solidità, giocando in casa dovremo fare ancor di più una grande fase difensiva per poter fare una grande fase offensiva. Sarà determinante mantenere inviolata la nostra porta. Rimanere inviolati non significa perdere l'identità di squadra: vuol dire avere qualche accorgimento in più specialmente contro giocatori capaci di ripartire con grande velocità e con esperienza in queste gare perché, se ricordo bene, la Roma non ha mai avuto un buon rapporto con il Porto".
Per De Rossi: Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile che è finito?
"Giorno dopo giorno, ogni risposta che mi dà il ginocchio sono piccoli coronamenti di un percorso che sto facendo. Io penso che bisogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla gara come qualsiasi altra gara, come ho sempre fatto quando ero fuori. L'importante non è se giocherò 6 mesi, un anno e mezzo o due anni e mezzo, ma è continuare a preparare bene questa partita e pensare da squadra. È logico che aggiornerò sempre il mister e il dottore sulle mie condizioni fisiche, ma non è il motivo principale per cui stiamo qui. Abbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare dei test sulla mia condizione fisica".
LIVE: la conferenza stampa di @MisterDiFra e Daniele De Rossi https://t.co/JAFM7Udpix
— AS Roma (@OfficialASRoma) 11 febbraio 2019
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Allenamento Roma, Olsen con Savorani e Manolas torna in gruppo
La Roma si allena a Trigoria. In vista del match di domani contro il Porto che vale gli ottavi di Champions League, la squadra torna a lavoro al Bernardini. Finita la conferenza stampa con Di Francesco e De Rossi, comincia il lavoro in campo: Olsen svolge lavoro individuale con il preparatore dei portieri Savorani, Manolas torna ad allenarsi con il gruppo che prosegue con un torello di riscaldamento prima della parte tattica.
Marcano: "Dovremo fare attenzione al modo in cui il Porto gioca come squadra"
Marcano tiene alta l'attenzione contro il Porto. Conosce dall'interno la squadra portoghese avendo indossato la sua maglia e parla di Conceiçao, l'allenatore:
Conceiçao?
"È un allenatore super esigente, che chiede sempre il massmo ai propri giocatori. La scorsa stagione ha vinto il campionato con il Porto, impresa difficile, sta facendo un ottimo lavoro. Conosco il Porto, è la mia ex squadra. Sarà particolare, come sempre quando sei un ex. Si basano sul collettivo, non sono un insieme di individualità. Molti giocatori giocano insieme da anni ormai. Dovremo fare attenzione al modo in cui giocano come squadra".
4000 biglietti venduti dal Porto (Foto)
4000 biglietti venduti ai tifosi del Porto. Ad annunciarlo è il club portoghese tramite il profilo Twitter: per la partita di domani sera all'Olimpico sono attesi migliaia di sostenitori della squadra.
Mais de 4.000 bilhetes vendidos para o jogo frente à AS Roma
Queremos ver as fotografias e vídeos da vossa deslocação com #MarAzul #FCPorto #ASRFCP #UCL pic.twitter.com/U1O97ZbrtF— FC Porto (@FCPorto) 11 febbraio 2019
Zahovic: "La Roma è forte, ma non ho dubbi che passerà il Porto"
Zlatko Zahovic, attuale DS del Maribor ed ex attaccante del Porto dal 1996 al 1999, ha parlato ai microfoni di tuttomercatoweb.com del match di domani tra la Roma ed i portoghesi:
Zahovic, che partita si aspetta domani tra Roma e Porto?
"Sarà una gara davvero tirata, una partita complicata per entrambe le squadre. Credo che molto si deciderà già all'andata".
Qual è la favorita per passare il turno?
"Il Porto, su questo non ho mai avuto alcun dubbio. La Roma è forte, lo sappiamo tutti, ha grandi giocatori e una lunga storia. Ma i Dragoes hanno una mentalità vincente e quest'anno stanno facendo una stagione incredibile. Sono primi in campionato, guidati da un ottimo allenatore come Sérgio Conceição".
Una società in cui ogni anno emergono nuovi giovani talenti.
"La forza del Porto è proprio la programmazione. In ogni stagione la rosa è infatti il giusto mix tra esperienza, come Iker Casillas o Hector Herrera, e giovani promesse, come il tanto chiacchierato Eder Militao in difesa".
Lo dice chi col Porto ha vinto di tutto tra il '96 e il '99.
"Sì, ho sicuramente ottimi ricordi della mia esperienza al Porto. Mi sono trovato molto bene in Primeira Liga, anche al Benfica. Ho vinto tanti trofei e segnato un buon numero di gol, non posso che esserne soddisfatto".
De Rossi: "Abbiamo la giusta dose di preoccupazione e rispetto, ma anche la consapevolezza di potercela fare"
Daniele De Rossi, centrocampista e capitano della Roma, ha parlato ai media alla vigilia del match di Champions League contro il Porto:
DE ROSSI A ROMA TV
"L’anno scorso abbiamo avuto dei momenti altalenanti e abbiamo dimostrato poi di essere pronti quando abbiamo affrontato questa sfide da dentro o fuori e sono convinto che lo saremo anche domani".
Come lo vedi il Porto?
"Sono abituatissimi, anche a vincere nel loro paese. Giocano insieme da tantissimi anni, si conoscono bene, stanno facendo un percorso in Champions incredibile. È una partita difficile tanto quanto lo sarebbe stata contro le altre big europee. Abbiamo la giusta dose di preoccupazione e rispetto ma anche la consapevolezza di potercela fare. Ogni partita dà delle risposte soprattutto in un momento in cui le cose non vanno benissimo. Anche piccoli risultati intermedi possono dare una risposta a lungo termine e noi cerchiamo questo. Vogliamo risollevare la stagione anche partendo da questa partita che vale quanto una stagione".
DE ROSSI A SKY
Quali certezze avete per domani?
"Siamo forti, con un idea precisa di gioco. Ci portiamo dietro anche dei ricordi, ad esempio l'anno scorso, dopo momenti altalenanti, ci siamo dimostrati una squadra più forte di quello che credevamo di essere proprio nella fase finale della Champions. Un buon auspicio lo possiamo trarre da questo ricordo".
Quali sono le pericolosità del Porto?
"Il Porto è una squadra forte, l'allenatore è bravo e sono abituati a giocare queste partite, in più giocano insieme da tanti anni. Sarà una partita difficile ma equilibrata, entrambe le squadre si equivalgono. Siamo elettrizzati di giocare questa partita, ma sappiamo che sarà veramente difficile".
Un pensiero su Kolarov?
"Tendo sempre a difendere i miei compagni quando lo meritano, e Kolarov lo merita, fermo restando che non si può rispondere ai tifosi sempre, bisogna valutare che ogni tanto bisogna girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. Questo lui lo sa, i tifosi hanno in campo un giocatore veramente attaccato alla sua professione, che stringe i denti quando bisogna stringerli. È un campione, ha delle qualità incredibili, ma a livello umano è uno di quei ragazzi da cui io vorrei essere sempre rappresentato. Lo dico non perché Kolarov è amico mio, ma perché è la verità. Non direi queste parole se non fosse così. Le mie condizioni fisiche? Non ho mai avuto un infortunio grave e lungo, questo è un bene. Se starò bene a lungo termine non vedo perché non debba continuare, le mie prestazioni sono in linea con quelle dei miei compagni, in questa squadra ci posso ancora stare, a patto che io non mi trascini in campo come ho sempre detto".
Conferenza Stampa Conceicao: "Dobbiamo essere forti come squadra". Pepe: "Domani vogliamo vincere e faremo di tutto per farlo"
Sergio Conceicao e Pepe, allenatore e difensore del Porto, hanno parlato in conferenza stampa alla vigilia del match di domani contro la Roma:
PAROLE CONCEICAO
Torni in un posto dove sei stato felice come calciatore. Il Porto è in un momento difficile? L’avversario di domani?
"Sono stato qui come giocatore. Indipendentemente da quello che ho vissuto come giocatore, domani siamo qui per giocare. Questo è il nostro incontro che sarà fantastico. Il Porto affronterà come deve questa prova perché vogliamo arrivare all’obiettivo. Noi siamo concentrati su domani".
Senti di più la parte tattica o strategica?
"Io sono pagato per trovare delle soluzioni e non per pormi dei problemi. Questo fa parte del mio lavoro. Non mi sentirete mai dire che questo o quel risultato è venuto fuori per delle assenze. Noi non evitiamo di essere positivi e siamo concentrati sul campionato".
Come vi sentite ad essere gli unici portoghesi rimasti in Champions?
"Noi l’anno scorso abbiamo incontrato il Liverpool, è stata un’esperienza importante. Sono 180 minuti che dovremo giocare e noi dobbiamo essere esigenti. Dobbiamo essere forti come squadra e questo sarà importante per affrontare domani la partita. Anche gli avversari sono da considerare. In Italia ci sono i migliori giocatori al mondo e noi dobbiamo essere all’altezza".
Il Porto è soddisfatto di affrontare la Roma?
"Diciamo che il Porto è una squadra che si trova ai livelli più alti nel mondo e quindi vi potrò parlare di quello che sarà il risultato domani. Siamo contenti di incontrare la Roma e anche la Roma sarà contenta di incontrare noi".
Avete più esperienza?
"L’esperienza conta poco, bisogna avere coraggio e un insieme di caratteristiche che rende possibile la vittoria. La mia squadra è pronta".
Quali sono le aspettative per la partita di domani?
"Ho già parlato della Roma. La Roma è una squadra che ha giocatori molto interessanti. Sono il terzo miglior attacco del campionato italiano e questo non è poco. Fa parte del dna delle squadre essere offensive. Dobbiamo essere quello che siamo. Credo che domani parte di questo successo verrà mostrato. Terremo conto anche del processo offensivo della Roma. Sarà una partita molto interessante. Cercheremo di fare più gol possibili".
Il suo passato da ex laziale costituisce una motivazione in più? Può rispondere alla frase di Totti sul sorteggio?
"Non ci sono dei sentimenti speciali nell’affrontare la Roma. Un sentimento speciale per portare con me l’orgoglio del Porto. Per quanto riguarda Totti forse per la simpatia o l’antipatia nei miei confronti".
Cosa pensa della decisione della punizione inflitta a Corona?
"Non voglio parlare di questo. Ho delle difficoltà a capire come il presidente possa considerare questi sogni dei giocatori. Non capisco questa punizione per Corona. Noi dobbiamo avere più soluzioni per affrontare una squadra e quindi non so".
Come vedi la decisione del VAR?
"Forse non mi conosci ma io non parlo mai di arbitri".
Che indicazioni ha tratto da Fiorentina-Roma?
"Sono partite che succedono. Sono casi isolati, non possiamo prenderla ad esempio. Vediamo la Roma come una squadra competitiva".
Cosa ne pensa di Zaniolo?
"E' uno dei giocatori più importanti nella fase offensiva della Roma. Noi ovviamente consideriamo la squadra e non le individualità. Lui è veramente un giovane di grande valore".
Che emozione ci sarà ad entrare all’Olimpico?
"Ho appena risposto a questa domanda. Io sono qui per rappresentare il Porto. Mi ricordo gli anni alla Lazio comunque qui ho trovato una struttura di livello alto. Per me è sempre un emozione venire a Roma, è ovvio che la mia concentrazione è sulla partita di domani".
Perché Marcano sta avendo difficoltà?
"Ho avuto modo di allenarlo l’anno scorso. So che è un eccellente professionista e una persona fantastica. Non so perché non è riuscito a convincere in Italia. Ha delle qualità immense e anche esperienza come persona. L’anno scorso ha fatto un percorso fantastico. Per me è un giocatore al di sopra della media. Ci sono poi diversi fattori come l’adattamento, non ne ho idea".
PAROLE PEPE
Cosa si prova a giocare la Champions League?
"Giocare la Champions League è sempre speciale per qualunque giocatore ma per me di più perché mi trovo in una squadra per cui provo affetto. Grazie a questa squadra sono quello che sono oggi".
L’ultima tua partita con il Porto in Champions League è stata contro il Chelsea…
"Per me è più importante il lavoro, quello che il Porto dimostra in questa Champions League. Abbiamo una passione molto profonda. Indipendemtne dall’esperienza che abbiamo dobbiamo essere noi stessi. Vogliamo raggiungere i nostri obiettivi".
Sei arrivato a gennaio e sei già seduto qua…
"Il fatto di essere qui seduto non significa molto, anche perché è il mister a decidere chi si siede qua. La cosa più importante è capire cosa è la squadra, il gruppo. Domani vogliamo vincere e faremo di tutto per portare a casa la vittoria".
Ci sono molte critiche alla difesa della Roma…
"Credo che il gruppo della Roma sia molto buono. Vogliono avere sempre il possesso della palla ma noi siamo molto preparati e sappiamo cosa dobbiamo fare per sorprenderli".
Che significato ha avuto incontrare Casillas dopo 4 anni?
"Devo dire che è sempre molto positivo trovare un compagno con il quale ho lavorato molto tempo come Iker. Abbiamo vinto molti titoli insieme e spero di poter dare continuità ai titoli che abbiamo vinto qui a Porto. Quando si vince tutto è molto più bello e io spero di continuare a vincere".
Hai già affrontato la Roma in passato. Quali sono le insidie di domani?
"Sono partite differenti. Quelle che ho giocato con il Real Madrid e queste. I giocatori sono diversi e anche le società. Avremo sicuramente difficoltà domani ma faremo di tutto per arrivare ad un risultato positivo per la nostra squadra".
Come ti senti per questa partita?
"Mi sento bene, forte. Sento che sto lavorando bene. Diciamo che il Porto chiede molto lavoro negli allenamenti e credo che questo sia il segreto".
Allenamento Porto, rifinitura allo stadio Olimpico alla vigilia del match
Dopo la conferenza stampa di mister Coinceicao e di Pepe, il Porto è sceso sul prato dell'Olimpico per la rifinitura della vigilia. I portoghesi, nei 15 minuti aperti alla stampa, si sono ritrovati intorno al porprio allenatore per ascoltarne le indicazioni. In seguito tutti all'opera con un riscaldamento incentrato sulla corsa.
Infortunio al flessore della coscia sinistra per Schick. Sarà out per due settimane
Piccola nota dolente in casa Roma. Patrick Schick, uscito prima della fine del match contro il Chievo, ha riportato un infortunio al flessore della coscia sinistra. Lo stop per il ceco inizierà già domani contro il Porto e lo costringerà a saltare anche i match di campionato contro Bologna e Frosinone.
Marcano: "Il Porto è una grande squadra. Noi abbiamo voglia di andare avanti"
Ivan Marcano, difensore della Roma arrivato in estate proprio dal Porto, ha parlato alla viglia del match di Champions League contro i Dragoes ai microfoni di Match Preview:
Torna la Champions League, arriva il Porto, un avversario che lei conosce bene…
“Sì è un avversario che conosco bene, la mia ex squadra, sarà una sensazione speciale per me affrontarli”.
A cosa e a chi fare maggiore attenzione?
“Il Porto è un'ottima squadra, non è composta solo da singole individualità. È una squadra che da molti anni gioca con gli stessi giocatori, hanno la stessa compatta ossatura da anni. Dovremmo quindi fare attenzione a come gioca come squadra, non nei singoli giocatori”.
Non ci sarà Marega. Quanto peserà la sua assenza?
“Sarà un'assenza pesante, è un giocatore importante per loro: attacca bene lo spazio, veloce e forte fisicamente. Il Porto ha ottimi giocatori, ma lui in particolare in questo momento sta facendo benissimo”.
Tra le squadre in lizza, tutti volevano incontrare il Porto. È stato davvero un sorteggio favorevole?
“Nel calcio non si sa mai, è evidente che a priori c’erano squadre di maggior blasone. Probabilmente il tifoso potrebbe pensare che il Porto sia la formazione più debole, ma loro sono una grande squadra. Lo hanno dimostrato ai gironi, hanno chiuso al primo posto e, tra l’altro, imbattuti”.
Sergio Conceiçao è stato il suo allenatore lo scorso anno, che tipo è?
“È un allenatore super esigente che spinge i propri calciatori fino al limite, l’anno scorso ha compiuto il progetto di vincere il campionato e non accadeva da molti anni. Sta svolgendo un gran lavoro”.
La Roma psicologicamente sta recuperando serenità dopo un periodo di appannamento…
“Sì, è vero, abbiamo attraversato un periodo difficile, ma stiamo acquisendo gara dopo gara maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Abbiamo disputato una buona fase a gironi in Champions, la continueremo ad affrontare con mentalità positiva perché abbiamo voglia di andare avanti”.
Giocare la prima in casa sarà un vantaggio?
“Difficile da dire. In passato ho pensato che fosse meglio giocare il ritorno in casa, ma la realtà è che dipende tutto da come va l’andata, potremmo dirlo solo a posteriori”.
Sarà importante non incassare gol nella prima gara. In questa stagione la fase difensiva ha avuto momenti di appannamento. Come mai?
“Sarà molto importante non incassare gol, in particolare in casa, perché il gol in trasferta vale doppio in caso di parità alla fine dei 180 minuti. È vero, dobbiamo lavorare di più e meglio in fase difensiva perché invece in attacco la squadra si sta rivelando abbastanza prolifica. Quello che ci manca è un po’ di sicurezza difensiva”.
Cosa l'ha colpita di più del calcio italiano? È vero c’è una grande differenza con gli altri campionati dal punto di vista tattico?
“Sì ci sono parecchie differenze. In particolare tutte le squadre sono ben organizzate e forti tatticamente. Probabilmente negli altri campionati le migliori squadre sono allo stesso livello tattico, ma quelle che sono dietro in classifica in Italia tutte hanno un elevato grado di organizzazione tattica. E abbiamo già visto più volte che le squadre in fondo classifica possono battere le prime”.
Che cosa l'ha impressionato di più nel lavoro quotidiano con i compagni?
“Niente in particolare mi ha sorpreso, a parte il livello molto elevato di diversi calciatori e la forte pressione che c’è intorno a noi. C’è un alto livello di attenzione che viene richiesto a tutti”.
Chi secondo lei può decidere la gara per la Roma?
“Non credo ci debba essere uno che da solo possa risolvere la gara. Dobbiamo cercare di essere superiori come squadra e imporre il nostro ritmo, portare la partita su un terreno che più ci si addice. Dobbiamo essere superiori al Porto nel complesso, come squadra”.
La Roma, in questa stagione, ha sorpreso in negativo o in positivo. Può essere anche quest’anno la sorpresa della Champions League?
“Quest’anno abbiamo avuto delle serie di risultati molto positivi e altre negative, è stata un po’ una stagione sulle montagne russe per certi versi. Credo che la Roma possa ripetere l’exploit della scorsa stagione in Champions League. Sarà difficile, ma ci proveremo. E il Porto è il primo passo”.
Antunes: “Totti era un grande capitano, la Roma mi è rimasta nel cuore"
Vitorino Gabriel Antunes ex giocatore portoghese della Roma, ha rilasciato una sua intervista al Match Program di AS Roma
Sapeva di essere l’unico giocatore portoghese della Roma ad aver giocato in Champions?
Non lo sapevo, sinceramente. Ma mi fa piacere, mi fa molto piacere. A Roma ci ho lasciato un pezzo di cuore. Torno spesso nella Capitale, ho tanti amici. È lì che la mia carriera è partita, una volta lasciato il Portogallo. E pensare che avrei potuto vestire un’altra maglia prima di firmare per la Roma…
Quale maglia?
“Quella bianconera, della Juventus. Avevo già firmato un precontratto con loro, ma nell’accordo rientrava che io sarei dovuto andare a giocare a Vicenza un anno per farmi le ossa. Il Vicenza, allora, era una squadra a cui la Juventus mandava tanti giovani. Poi verso la fine di agosto arriva una chiamata al mio procuratore e lui mi propone di partire per Roma. Era stato contattato dai direttori Pradè e Conti. Lì non ci ho pensato un attimo, dalla prospettiva di finire al Vicenza, mi ritrovai in una squadra che faceva la Champions League, con tanti campioni”.
Campioni come Totti, De Rossi, ma non solo. Come fu il suo approccio a una realtà così?
Era la mia paura iniziale più grande, quella di entrare in uno spogliatoio formato da tante personalità importanti. Ma l’impatto fu più semplice di quello che pensavo. I ragazzi mi fecero sentire uno di loro, accogliendomi nel gruppo da subito. Francesco era un grande capitano e una persona splendida, così come Daniele. Ma devo ringraziare anche Panucci. Pure lui mi ha dato tanto sul piano personale. Per non parlare di Spalletti…
Il suo primo allenatore in Italia…
Esattamente, gli sono grato. Mi ha insegnato molto a livello tattico e tecnico. Io pensavo già di avere una buona predisposizione a difendere, ma una volta arrivato in Italia ho capito che non bastava. Che c’era da lavorare tanto. E il mister mi fece lavorare in allenamento curando ogni dettaglio. Mi prendeva da parte e mi spiegava i movimenti corretti. Cose, concetti, che poi mi sono ritrovato nel proseguo di carriera.
Poi, arrivò la sera dell’esordio contro il Manchester United…
Giocai dal primo minuto e non venni sostituito. Ebbi un buon impatto sulla gara, andammo sotto nel punteggio, ma poi la riprendemmo anche se il risultato contava fino ad un certo punto. Ma quella partita mi servì per farmi capire che potevo giocare a buon livello. Tanto che l’anno dopo andai prestito a Lecce e iniziai molto bene, ma poi ci furono altri problemi. Non prettamente calcistici…
Ovvero?
L’allenatore, Beretta, ad un certo punto ebbe una sorta di indicazione dal club di non schierare più i giocatori arrivati in prestito dal mercato. Tra cui il sottoscritto, che ero ancora di proprietà della Roma. Evidentemente volevano valorizzare i tesserati di proprietà. E da quel momento la squadra ebbe una flessione continua. Venne esonerato Beretta e arrivò De Canio. Troppi cambiamenti, arrivò inevitabile la retrocessione. Un peccato.
Oggi ha 32 anni ed è tornato in Liga, al Getafe…
Sì, forse è il campionato migliore per le mie caratteristiche di esterno basso di spinta. Mi trovai molto bene nel Malaga nel 2012-2013, dove arrivammo fino ai quarti di finale di Champions, ora sono a mio agio nel Getafe. Gioco con regolarità e sono soddisfatto.
Vedrà Roma-Porto?
Certo che la vedrò. È una partita molto interessante, complicata per entrambe e difficilmente pronosticabile. La Roma è in un buon momento, il Porto è primo in classifica in campionato e con Sergio Conceiçao è diventata una formazione molto organizzata. Ci sarà da divertirsi, ma la Roma occupa ancora un posto particolare nel mio cuore, anche se sono portoghese.