Il Genoa punta Machin. La Roma ha il 50% sulla rivendita del giocatore
Il Genoa dopo Antonio Sanabria, su cui la Roma ha una percentuale sulla rivendita, ha messo nel mirino anche Josè Machin. Il centrocampista, ex Roma ed attualmente al Pescara, potrebbe passare ai liguri già in questa finestra di mercato. Una notizia che fa sorridere anche la Roma poichè, come riferisce Il Corriere dello Sport, i giallorossi hanno il 50% sulla rivendita del giocatore.
Monchi: "La Roma è sempre in prima linea nel preservare i valori e l’integrità del calcio"
L'Integrity Tour 2019 ha fatto tappa oggi a Trigoria. L'evento, che vuole rafforzare la cultura della legalità nel mondo del calcio e diffondere i veri valori dello sport, vede impegnati Lega Serie A, Sportradar e l’istituto per il Credito Sportivo. Allincontro tenutosi oggi al Centro Sportivo Fulvio Bernardini è intervenuto anche il DS Monchi, che ha dichiarato:
"Anche quest’anno accogliamo con grande piacere qui a Trigoria la Lega Serie A, Sportradar e l’Istituto per il Credito Sportivo. La Roma è sempre in prima linea nel preservare i valori e l’integrità del calcio e per questo motivo riteniamo fondamentale l’appuntamento di oggi nell’ottica di una crescita di coscienza che coinvolga tutti i nostri atleti, dai più giovani ai ragazzi della prima squadra".
La A.S. Roma Calcio a 5 dà il benvenuto nella famiglia giallorossa alla SER ALVORADA
La A.S. Roma Calcio 5 è lieta di annunciare l’importante accordo di collaborazione sportiva con la società SER ALVORADA. Il marchio della A.S. Roma Calcio a 5 approda in una importante scuola di Futsal in Brasile, la Ser Alvorada, con la prima squadra che milita nella Liga Argento, a dimostrazione del grande lavoro che la società, in particolare il Direttore Sportivo Gianluca Di Vittorio, sta attuando in questa stagione. Ringraziamo il tecnico della Ser Alvorada Fabiano Ventura, unitamente al presidente Sérgio Neris per questa importante collaborazione.
SER ALVORADA — La scuola di Futsal Ser Alvorada si trova a Rio Grande do Sul, in quella che è considerata la capitale brasiliana del futsal. Nasce per far crescere i giovani umanamente e socialmente attraverso progetti sportivi, culturali e sociali. Attualemente la società conta più di 400 bambini, suddivisi in categorie tutte competitive nei campionati Élite e un impianto di proprietà all’avanguardia. La Scuola di Futsal, sviluppa aspetti fisici, tecnici, psicologici, cognitivi, sociali, tutti i ragazzi apprendono situazioni quotidiane, attraverso una metodologia applicata all'interno di gruppi divisi per fasce di età. Fino all’età di 10 anni, tutti i bambini praticano esclusivamente futsal per poi passare a sviluppare combinatamente, nei successivi anni, futsal e calcio. Di grande importanza le regole, la tecnica, la tattica, il lavoro fisico, la disciplina, impegno e responsabilità, aspetti fondamentali alla Ser Alvorada.
Avv. Contucci: "Maestrelli dovrà affrontare il processo in Inghilterra. Ci difenderemo li"
Daniele Contucci, avvocato di Simone Maestrelli, ha parlato del mandato d'arresto europeo per il tifoso della Roma fermato dopo gli scontri di Liverpool dello scorso 24 aprile. Queste le sue parole riportate da AdnKronos:
L'estradizione di Simone Mastrelli in Inghilterra?
"Adesso ci difenderemo in quella sede. La pratica della Cassazione l'ho seguita io in Italia, adesso ci sono gli avvocati inglesi. Ora dovrà affrontare il processo in Inghilterra. La strada da fare non la sappiamo ancora perché l'estradizione deve essere ancora eseguita, per ora in Italia è stato mandato qualcosa di molto succinto, non hanno mandato tutti gli atti. È uscita una sentenza della Corte europea che dice che comunque anche il fatto che l'Inghilterra stia uscendo dall'Unione Europea non impedisce l'esecuzione delle estradizioni".
Sospese le ricerche di Emiliano Sala. Per la polizia di Guernsey non ci sono più speranze
Non arrivano buone notizie per quanto riguarda Emiliano Sala. L'aereo scomparso lunedì notte a nord-ovest dell'isola di Alderney, vicino al faro di Casquets. La polizia di Guernsey, tramite una nota ufficiale, ha reso noto di aver preso la sofferta decisione di sospendere le ricerche del giocatore: "A questo punto le speranze che ci siano dei sopravvissuti sono estremamente remote".
El Shaarawy: "Siamo in crescita e dobbiamo avere sempre più consapevolezza delle nostre forze"
Stephan El Shaarawy, giocatore della Roma, ha parlato per AS Roma Match Program in vista del prossimo match di campionato.
Partiamo dal suo gol contro il Torino. Una rete importantissima che, di fatto, rilancia definitivamente la Roma in campionato.
“Sì è stato sicuramente un gol importante perché abbiamo dato un segnale forte al campionato e alla corsa per la Champions. Abbiamo ridotto il distacco e siamo a un punto… sicuramente è stato un gol decisivo per me e per la squadra”.
Un gol importante per la squadra ma, evidentemente, anche per lei che ha ritrovato il campo dopo diverse settimane di assenza.
“Un gol importante per me a livello personale, perché dopo quasi due mesi di inattività era importante ritrovare il campo. Ma ancor più bello è stato ritrovare la via del gol che ti dà tantissima fiducia. È stato difficile entrare a freddo dopo pochi minuti, ho iniziato piano e poi con il passare del tempo sono andato più sciolto, le gambe hanno risposto bene ed è stato più facile. Le cose sono andate al meglio e di questo sono molto contento”.
La partita contro il Torino, nonostante la vittoria, ha evidenziato cali di concentrazione della squadra.
“C’è stato qualche calo di concentrazione, ma eravamo partiti veramente molto bene. Abbiamo fatto un primo tempo di grande sostanza, con entusiasmo, di qualità e soprattutto concretezza da parte di tutta la squadra. Nel secondo tempo abbiamo riproposto lo stesso atteggiamento, ma con il desiderio di andare a far male nella metà campo avversaria abbiamo perso un po’ di misure. Ci siamo allungati un po’ troppo dando loro la possibilità di partite in contropiede, perdendo sicuramente qualche distanza. Poi però abbiamo avuto una grande reazione, non è stata la prima volta, quindi per me è un segnale positivo. Siamo riusciti a portare a casa una partita veramente complicata anche perché il Torino non aveva mai perso fuori casa. Un dato importante”.
La vittoria di sabato, in rimonta dal 2-2, evidenzia che la squadra è cresciuta… anche di testa.
“Sì credo che questa squadra sia cresciuta molto anche dal punto di vista mentale nella gestione della partita. Anche dopo il 2-2 abbiamo avuto una grande reazione, si percepiva la possibilità che c’era di andare a fare il terzo gol. È chiaro che durante la gara bisogna leggere meglio alcune situazioni, anziché attaccare devi temporeggiare e gestire meglio la palla. È stato sicuramente un segnale molto importante, segno evidente che stiamo migliorando e dobbiamo proseguire in questa strada. Con questa vittoria, abbiamo dato un segnale non solo al campionato, ma anche all’ambiente e soprattutto a noi stessi. Una crescita non solo a livello di squadra, ma anche individuale”.
In questo periodo sono mancati tanti veterani, per forza di cose sono cresciuti i giovani…
“La crescita dei giovani è stato un messaggio importante non solo per la squadra, ma in primis per loro. Avevo già detto in estate di non dare giudizi affrettati sui giovani al loro primo anno in una grande squadra; piano piano hanno dimostrato di sapersi caricare la squadra sulle spalle anche in momenti complicati. Affacciarsi per la prima volta in campionato in una squadra così importante non è facile per nessuno. Dopo tutto quello che hanno fatto, ora ci vuole tanto equilibrio perché è facile esaltarsi. Ora bisogna continuare così, a lavorare con umiltà e proseguendo per la nostra strada”.
Dopo la gara di Coppa Italia contro l’Entella e il Torino, si è confermato in un buon momento anche Karsdorp.
“In queste due partite ha fatto vedere cosa sa fare, è un giocatore di grande corsa, tecnica e lo ha dimostrato. È qui da più di un anno, però ha giocato poco per via degli infortuni ed è stato difficile per lui trovare confidenza con il campo e il campionato italiano, che per lui è tutto nuovo. Si è fatto trovare pronto e per noi sarà un valore aggiunto”.
I prossimi venti giorni tra Coppa Italia, campionato e Champions saranno fondamentali per la stagione della Roma.
“Ci aspetta un periodo impegnativo anche dal punto di vista mentale, visto che giocheremo ogni tre giorni. Ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti per affrontare questo mese in forma mentalmente e fisicamente, ma siamo in crescita e dobbiamo avere sempre più consapevolezza delle nostre forze. Ci vuole molto equilibrio, ma sono fiducioso”.
Prima si va a Bergamo, contro un’Atalanta in grande forma. Che partita sarà?
“Sarà una gara molto complicata. Tutte le volte cha abbiamo giocato a Bergamo abbiamo avuto difficoltà, come le squadre che l'affrontano in casa. Hanno una grande forza dal punto di vista fisico, soprattutto davanti stanno attraversando un momento di continuità nei gol. Sicuramente non sarà un avversario semplice, ma dobbiamo andare lì a fare la nostra partita sapendo che possiamo accorciare la distanza con le squadre davanti”.
Possiamo dire che nella corsa Champions si iscrive di diritto anche l’Atalanta?
“Ha dimostrato di essere una squadra che può lottare per un posto in Champions, lo dicono i risultati. A maggior ragione sarà uno scontro diretto, fondamentale per noi, per dare ancora di più un segnale di continuità nel rendimento, quello che un po’ alla Roma è mancato nell’ultimo periodo. Per noi potrebbe essere una forma di rivincita per dimostrare che siamo una squadra solida”.
Hanno il miglior attacco in Serie A e il pericolo numero uno è, senza dubbio, Zapata che da inizio dicembre è sempre andato a segno. Con il Frosinone ne ha realizzati quattro.
“Fino alle tredicesima giornata aveva segnato solo un gol, poi ne ha realizzati tantissimi. Sta vivendo un ottimo momento di forma, dovremmo essere ancora più attenti in fase difensiva. Giocatori che stanno così bene possono crearti la giocata da un momento all’altro. Vanno prese le giuste distanze e fare la nostra partita, ma non solo a livello difensivo”.
Quanto merito ha Gasperini nell'affermazione dei giovani e nel conseguimento dei risultati?
“È un allenatore che lavora molto con i giovani e riesce a farti tirare fuori qualcosa in più. A me quando era al Genoa ha dato tanto, mi ha fatto esordire in A, prepara molto bene le partite lavorando sull’aspetto tattico, ma anche su quello fisico. E si vede”.
Tornando a parlare di lei, con sei centri in campionato, è il miglior marcatore della Roma.
“Sono felice di esserlo e l’obiettivo è arrivare in doppia cifra in campionato. È un traguardo che mi manca da un po’ di tempo. Però abbiamo bisogno dei gol di tutti per raggiungere gli obiettivi”.
Il suo stop forzato ha interrotto un buon momento di forma. Che stagione è stata fino a questo momento e che stagione sarà?
“Fino al momento dell’infortunio, la stagione la reputavo abbastanza positiva soprattutto dal punto di vista realizzativo. Mi sono fermato capocannoniere della squadra e sono tornato al gol al mio rientro. Sono ripartito bene e questo è il mio obiettivo da qui a fine stagione. Migliorare sempre, non solo in fase realizzativa, ma anche di prestazione. Quello che mi chiede sempre il mister è di alternare le due fasi, e pian piano sto migliorando la fase difensiva, prima di quella offensiva”.
A marzo torna la nazionale: non ha mai nascosto che si tratta di un obiettivo a cui tiene molto.
“Ho sempre detto che è una maglia a cui tengo tanto, ma la Nazionale è strettamente collegata a quello che fai nel club. Devo continuare la strada intrapresa nella Roma e l'azzurro arriverà di conseguenza”
Ferreira Pinto: "Di Francesco mi ha insegnato tanto ai tempi del Perugia. La Roma domenica dovrà essere umile"
Ferreira Pinto, ex giocatore dell'Atalanta, è intervenuto ai microfoni dell'AS Roma Match Program. Queste le sue parole:
Dal Brasile a Lanciano, passando per lo Standard Liegi in Belgio dove non ha mai giocato. È iniziata così la sua carriera.
“Giocavo in una squadra vicino casa, l’União São João, dove avevo segnato tanti gol e mi ero messo in luce. Fui ceduto in Belgio, allo Standard, ma lì non mi trovavo a mio agio. Non dormivo, non mangiavo, era un ambiente che non riuscivo a sopportare. Così, decisi di rompere l’accordo e tornare in Brasile. Ma lì la società si arrabbiò e mi regalò il cartellino”.
E cosa successe?
“Per un periodo tornai a raccogliere le arance nei campi, a lavorare come avevo sempre fatto. Anni precedenti – come sapete – facevo l’operaio in un mattonificio. Estraevo a mano mattoni bollenti dal ventre infuocato di una fornace, per dieci ore al giorno. Però volevo giocare a pallone e feci di tutto per trovare una soluzione. C’era un connazionale che stava per partire per giocare in Italia, a Lanciano, Adriano Mezavilla. Gli diedi un dvd con i miei gol e le mie giocate. Gli chiesi di portarlo con sé e farlo visionare. Parliamo del 2001”.
Funzionò, evidentemente.
“Sì, il mio fu un tentativo come tanti. Ma lui mantenne la parola e consegnò il disco ai dirigenti del Lanciano. Lo videro, mi chiamarono per fare un provino di una settimana. Verso la fine di questa esperienza, loro stavano preparando la partita con la Nocerina e l’inizio dei play-off. Ero sul punto di tornare a casa, ma lì iniziò la mia fortuna”.
Perché?
“Si fecero male i due attaccanti titolari, non sapevano cosa fare e si ritrovarono in casa il sottoscritto. Facemmo un accordo, mi avrebbero pagato 600 dollari a partita, fino al termine della stagione. Esordii contro il Pescara, prendendo una traversa. Uscii tra gli applausi del pubblico abruzzese. Iniziò tutto così, alla fine di questo ciclo di sei gare mi fecero firmare un contratto di due anni. Sono grato ad Adriano, lo dico sempre quando posso”.
Nel 2004, poi, si trasferì al Perugia.
“Fu un salto di categoria, in Serie B. Inizialmente, non ero sicuro di essere all’altezza di questo campionato. L’allenatore era Colantuono, giocavamo in modo molto aggressivo. Passaggi di prima e tagli in profondità. A Lanciano con Castori era diverso, palla lunga e pedalare. Non nego che trovai delle difficoltà a gestire il pallone. Credevo di essere il più scarso della rosa. Fino a quando un senatore del gruppo venne da me a darmi dei consigli…”.
Chi?
“Lo conoscete? Eusebio Di Francesco (ride, ndr). A Perugia giocò l’ultimo anno da calciatore. Mi insegnò alcuni fondamentali, su come proteggere il pallone e servirlo in una certa maniera, facendomi capire alcuni trucchi del mestiere. Sembrava allenatore già allora e mi fu utilissimo perché da allora presi ancora più consapevolezza, capendo di poter far parte del calcio professionistico a un certo livello. Ringrazio davvero Eusebio, non era scontato che facesse una cosa del genere, essendo a fine carriera. Gli piace insegnare calcio, non a caso ora allena la Roma”.
La Roma, la squadra a cui segnò uno dei suoi 14 gol in Serie A.
“Esatto, con la maglia dell’Atalanta, quando perdemmo 2-1 nel 2008. In Serie A ho disputato più di 100 partite, un traguardo che non avrei mai immaginato una volta partito dal Brasile. Però sono sempre stato consapevole e concentrato sui miei obiettivi. Giocavo a pallone per passione, ma dovevo pure mantenere la mia famiglia a distanza, mandando almeno 1000 euro al mese. È per questo che mi sono trovato subito una ragazza, non potevo perdermi in altri contesti, dovevo arrivare e restare con i piedi per terra. Sono stato fortunato, però me la sono cercata. Mia moglie l’ho incontrata a Lanciano, sono 17 anni che stiamo insieme. Abbiamo due figli, viviamo a Bergamo”.
A Bergamo dove gioca ancora a calcio. Nel Pontisola, tra i dilettanti.
“Finché mi diverto, non smetto. Quando vedrò che i ragazzi mi supereranno in tutto, dirò basta. Per ora non ci penso, credo di giocare ancora uno o due anni. Nel frattempo, gestisco un’accademia dove insegno ai giovani i fondamentali e alcuni trucchi del mestiere”.
Nel 2011, peraltro, ha raccontato la sua vita nel libro “Volevo solo giocare a calcio”.
“Credo sia un libro perfetto per i ragazzi tra 15 e i 18 anni. In quelle pagine ho voluto far capire che i sogni si possono realizzare, ma bisogna andarseli a prendere. Oggi vedo che per i più piccoli il mondo è semplificato in tutto. Parlo anche dei miei figli, naturalmente. Non solo dei bambini degli altri”.
Che ricordi ha delle sfide contro i giallorossi?
“L’ho sempre detto, la Roma e il Milan erano gli avversari che mi piacevano di più perché non speculavano mai sull’avversario, ma andavano a giocarsi la partita cercandosi di imporre sia in casa sia in trasferta. Sono sicuro che pure domenica vedremo una partita di alto livello”.
Vuole sbilanciarsi?
“L’Atalanta è in un ottimo momento, ha Zapata che fa tanti gol. La Roma dovrà essere umile per portare via punti dall’Atleti Azzurri d’Italia. Per me, vince l’Atalanta 2-1”.
A Roma ci si augura il contrario.
“Ovvio (ride, ndr). Comunque, avete un’ottima squadra. La Roma ha puntato su giovani calciatori che oggi gli stanno dando risultati. Un po’ come l’Atalanta. Non basta prendere un giovane, la differenza sta nel puntarci. E la Roma ci ha puntato, mettendosi nelle condizioni di avere un grande futuro davanti. Mi faccia dire cosa mi auguro più di ogni cosa per Atalanta-Roma…”.
Prego.
“Che sia uno spettacolo godibile anche sugli spalti, non solo sul terreno di gioco. Vorrei che le due tifoserie non fossero più ostili e ognuno tifi la propria squadra con lealtà. È questo il bello del calcio”.
Amauri: "La Nazionale italiana si rifarà nei prossimi anni"
Amauri, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a soccermagazine.it. Questo un estratto delle sue parole:
Che idea ti sei fatto dell’attuale momento storico del calcio italiano, considerando la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali?
"Per quello che ho visto essendo all’estero oggi, la Nazionale al Mondiale è mancata un po’ a tutti, perché ci sono parecchi tifosi dell’Italia in tutto il mondo. Sicuramente è stata una cosa cui era impossibile credere, però è successo. Oggi l’Italia ha un nuovo allenatore, ci sono nuovi progetti, perciò credo che la Nazionale si rifarà nei prossimi anni sicuramente".
Secondo te l’arrivo di Cristiano Ronaldo ha aiutato un po’ a dimenticare questa delusione del calcio italiano?
"L’arrivo di Cristiano secondo me è un bene per tutta la Serie A e per l’Italia, anche perché il campionato italiano ha sempre avuto dei grandi campioni in assoluto, ma negli ultimi anni ne sono arrivati pochi. Da qualche anno non ne arrivavano della dimensione di Cristiano Ronaldo. Sicuramente la Serie A, l’Italia in sé ci ha guadagnato con un giocatore straordinario come lui".
Da un paio di anni in Serie A c’è una prima punta molto promettente che però fatica ancora ad esplodere. Da ex centravanti, cosa pensi di Patrik Schick?
"L’ho visto. A me come giocatore piace, piace tanto. Quanti ha adesso lui? 23. Ha tutto il tempo del mondo. Io a 23 anni non avevo mai fatto tanti goal, Vieri lo stesso, tanti altri attaccanti che hanno cominciato a fare tantissimi goal dopo i 25 anni. So che gioca già in una grande squadra, la pressione è tanta, però credo che lui abbia dei compagni e delle persone al suo fianco che possano tranquillizzarlo cosicché possa crescere e fare quello che sa fare, che è goal".
Negli ultimi anni molti riferimenti storici del calcio italiano hanno conosciuto addii indesiderati per diversi motivi, tra Di Natale, Del Piero e Totti. Secondo te le società devono usare più delicate o comunque devono mettere in primo piano le proprie finalità?
"Io credo che le bandiere debbano avere un qualcosa in più. Anche Maldini, per quello che ha fatto nel calcio, sicuramente meritava di più. Però a volte è difficile capire queste cose. Come punto di vista e opinione personale le bandiere devono avere qualcosa in più, perché hanno dato veramente tutto per una maglia e secondo me meritano un po’ di più. Non dico di rispetto, perché ne hanno da tutti, non solo dalla società, ma meritano qualcosa in più per loro, ecco".
Monchi sonda il terreno per Barrios, nessuna offerta concreta per il momento
Wilmar Barrios, centrocampista del Boca Juniors, è l'ultimo nome accostato alla Roma, come innesto per la mediana. Secondo le ultime indiscrezioni il club giallorosso avrebbe offerto al club argentino un prestito secco di sei mesi e obbligo di riscatto a giugno. Secondo quanto riporta OLE, però, diverse squadre europee avrebbero sondato il terreno per Barrios, tra le quali anche i giallorossi di Monchi, ma al momento non è stata recapitata nessuna offerta concreta.
Sanabria atteso a Genova nelle prossime ore per le visite mediche
Antonio Sanabria è ormai a un passo dal Genoa. L’attaccante, su cui la Roma ricaverebbe il 50% del cartellino in caso di vendita da parte del Real Betis Balompiè, arriva in rossoblù con la formula in prestito fino al 2020 ed obbligo di riscatto fissato a 18 milioni di euro più bonus. Sanabria, come riferisce il giornalista di SportItalia Luca Cilli su Twitter, è atteso nelle prossime ore in Italia per effettuare le visite mediche con il Genoa.
Allenamento Roma, domani mattina la ripresa alle ore 11
La Roma sta preparando il prossimo match di campionato contro l'Atalanta. Gli allenamenti riprenderanno domani mattina a Trigoria alle ore 11.
Da Trentalange alle 'carte' di Totti passando per il ritardo di De Rossi, quant'è dura Bergamo per noi
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Domenica prossima, ore 15, presso lo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo, la Roma di Eusebio Di Francesco sfiderà la compagine orobica allenata da Gian Piero Gasperini nel tentativo di offrire ulteriore continuità a un filotto di vittorie che, compreso il successo negli Ottavi di Coppa Italia contro la Virtus Entella, vede i giallorossi in serie positiva da quattro partite.
L'impegno non si preannuncia dei più facili, innanzitutto per l'eccellente stato di forma attraversato attualmente dall'Atalanta, reduce da una sonora cinquina in quel di Frosinone e più in generale da quattro vittorie e un pareggio (conseguenza di una comunque ottima prestazione contro la Juventus di CR7) nelle ultime sei giornate di campionato. Inoltre, i nerazzurri hanno pure brillantemente superato il proprio turno nella coppa nazionale, andando ad espugnare la Sardegna Arena di Cagliari per 2-0 all'inizio del mese.
Come se non bastasse, si aggiungerà anche la caldissima atmosfera offerta dai tifosi padroni di casa, che attendono ogni anno la sfida tra le mura amiche contro la Roma come fosse un vero e proprio derby.
A testimonianza di ciò, è difficile dimenticare l'episodio avvenuto nell'estate del 2013, quando, in occasione della presentazione ufficiale della squadra, gli ultras atalantini prepararono un ingresso 'a effetto': l'ex bandiera Stromberg e l'allora centrocampista orobico Migliaccio entrarono in scena su un carro armato, finito poi a scontrarsi contro un'automobile con la scritta 'Roma M...'.
La formazione di mister Di Francesco, tuttavia, dovrà badare unicamente al campo e non lasciarsi intimorire dall'ambiente, poiché le grandi squadre è così che si comportano e il vero problema, semmai, dovrà unicamente essere legato alla sfera tecnico-tattica del match.
Ad ogni modo, c'è da dire che l'Atleti Azzurri d'Italia è storicamente sempre stato difficile terra di conquista per i protagonisti con la lupa sul petto.
Negli ultimi vent'anni, complice anche la spesso assai differente (in favore della Roma) cifra tecnica tra le due squadre, il bilancio di vittorie della squadra capitolina è migliorato, ma fino a metà degli anni Novanta Bergamo per la 'magica' era realmente un tabù.
È sufficiente evidenziare che dopo il successo per 2-0 nel primo confronto assoluto nella massima serie tra Roma e Atalanta (stagione 1937/38), i giallorossi tornarono a vincere in quel di Bergamo unicamente dopo quindici anni.
Lo stesso avvenne a partire dalla stagione 1952/53, annata in cui i capitolini centrarono appunto il secondo successo della propria storia contro gli orobici; sarebbero serviti altri tredici anni per assistere a una nuova vittoria romanista in terra bergamasca.
Dopo circa un trentennio di sostanziale equilibrio, la Roma ha poi iniziato a far sentire pesantemente la propria voce all'Atleti Azzurri d'Italia. Negli ultimi sedici confronti in Serie A, infatti, i giallorossi hanno ottenuto nove vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte.
Il dato viene raccolto a partire dalla stagione 1996/97, quella del 'fenomeno' argentino Carlos Bianchi in panchina per intenderci (anche se in quell'occasione in panchina c'era la coppia Liedholm-Sella, che sostituì proprio l'ex Velez), quando ebbe inizio una mini-serie di tre vittorie consecutive a Bergamo contro i padroni di casa (le successive due volte in cui la Roma conquistò i tre punti furono nell'anno seguente con Zeman al timone e poi nell'anno del tricolore sotto un diluvio universale e tanto fango con i gol di Delvecchio e Tommasi).
Nel corso di questo spazio temporale, tuttavia, sono arrivate anche alcune pesanti cadute, seppur per ragioni diverse.
Il 19 gennaio del 2003, ad esempio, la Roma di Fabio Capello si recò a Bergamo per sfidare la formazione nerazzurra allenata da Giovanni Vavassori e cadde 2-1 non certo per proprie colpe. Si trattò dell'anno dei tanti torti arbitrali subiti dalla compagine giallorossa, stranamente conseguenti alla battaglia per la presidenza della Lega calcio che vide il numero uno della Roma Franco Sensi uscire sconfitto all'ultimo istante contro l'ad del Milan Adriano Galliani. Dopo l'iniziale vantaggio capitolino siglato da Vincenzo Montella, salì in cattedra il signor Alfredo Trentalange, l'arbitro della sfida, che grazie a decisioni discutibili (eufemismo) contribuì in modo decisivo alla rimonta subita dalla squadra di Capello. Cristiano Doni e Paolo Tramezzani ribaltarono la situazione e condannarono la Roma a una bruciante sconfitta.
Il 26 febbraio del 2012, invece, i giallorossi non poterono accusare che se stessi per una prestazione realmente imbarazzante. La trasferta bergamasca di quella stagione era nata sotto una cattiva stella già prima del fischio d'inizio della partita, poiché l'allora coach della Roma Luis Enrique decise di escludere clamorosamente Daniele De Rossi dal match. Molte voci si susseguirono sulle motivazioni, fino a scoprire che il centrocampista di Ostia si era presentato in ritardo alla riunione tecnica immediatamente antecedente alla sfida. Un atteggiamento inaccettabile per l'ex esterno del Barcellona, che ebbe in seguito modo di affermare che "per diventare una grande squadra non basta comprare calciatori ma prima di tutto viene l'acquistare una mentalità da grande club". La Roma, di fatto, non scese in campo, subendo un pesante ma giusto 4-1 da parte dell'Atalanta di mister Colantuono e del 'tanque' Denis, autore addirittura di una tripletta.
Il 17 aprile del 2016, invece, in una partita assolutamente folle, la Roma uscì indenne da Bergamo, raccogliendo un punto al termine di un pirotecnico 3-3. Alla fine di quella sfida, però, successe il finimondo in casa giallorossa. Luciano Spalletti era tornato nella Capitale da appena tre mesi ma la frattura con Francesco Totti appariva già insanabile: Bergamo fu soltanto l'ennesima tappa di tale stillicidio. Entrato a pochi minuti dal termine, il Capitano firmò la rete che regalò il pareggio alla Roma eppure Spalletti nella conferenza stampa post match non ebbe parole al miele per Totti, anzi. Emergerà successivamente che, nella nottata prima della sfida, l'allenatore toscano aveva sorpreso diversi calciatori, tra cui appunto Totti, a giocare a carte fino a tarda notte ed era andato su tutte le furie. La tensione nell'ambiente romanista raggiunse le stelle.
Infine, l'assurdo ko del 20 novembre del 2016. La stagione giallorossa era iniziata con lo shock dell'eliminazione nei preliminari di Champions League contro il Porto e i primi mesi furono tutt'altro che semplici. Ad ogni modo, la Roma di Spalletti si presentò a Bergamo in ottima forma e disputò un primo tempo di assoluta qualità: il meritato vantaggio arrivò al 40' con Diego Perotti su calcio di rigore. Sembrava il viatico per un successo che sarebbe stato fondamentale tanto per la classifica quanto per il morale; come spesso accade a questa magnifica ma dannata squadra, però, nel secondo tempo si 'spense la luce' e gli orobici di Gasperini ribaltarono il risultato grazie ai gol di Caldara e Kessié (proprio a tempo scaduto, su calcio di rigore).