Conferenza Stampa Pedro: "Ho scelto la Roma per aiutare a creare una mentalità vincente"
La Roma ha ufficialmente presentato il neo acquisto Pedro, ex Barcellona e Chelsea che ha già giocato la sua prima partita in giallorosso a Verona.
Apre la conferenza stampa il CEO Guido Fienga: "Siamo felici di presentare in maniera ufficiale Pedro come nostro calciatore. Quando ha scelto la Roma e ha detto di sì siamo stati contenti, perché è inutile sottolineare come sia un giocatore che in tutti i campionati ha vinto più di tutti i ntutte le competizioni ufficiali. E’ un punto di merito che ci interessa sottolineare ed è uno dei motivi per cui ha scelto la Roma: avere uno come lui in squadra vuol dire inserire spirito vincente e competenze nella squadra. Sono contento di come si è inserito, anche perché uno dei compiti è stato quello di trasmetterle in campo. Lascio adesso le domande per lui".
DOMANDE PER PEDRO
In questo sistema di gioco di Fonseca quale è il ruolo in cui potresti rendere di più
“Buongiorno a tutti e grazie mille per le parole di Guido Fienga. In questo sistema di gioco il ruolo migliore per me può essere alle spalle della punta, in una posizione che possono occupare tanti giocatori. Mi trovo bene lì, mi sento comodo, è una zona in cui posso fare inserimenti in area, creare gli spazi per la punta. Posso giocare a destra o sinistra, mi adatterò dove il mister lo riterrà opportuno. Il mio obiettivo è aiutare la squadra, sarà questa la mia mentalità nel corso della mia esperienza qui a Roma”.
Cosa manca alla Roma per arrivare a livello della squadra che è arrivata in semifinale di Champions League?
“Siamo una squadra buona, con giovani e con un progetto a medio e lungo termine. Ci sono Edin e Miki, motivi per cui ho scelto di venire a Roma: per aiutare a creare una mentalità vincente. Tornare a fare la Champions è uno degli obiettivi e poi costruire una squadra più forte. Ho affrontato la Roma all’Olimpico con il Chelsea ed era molto forte. Ora c’è un giusto mix di esperienza e gioventù, l’obiettivo è di creare una squadra vincente per raggiungere gli obiettivi dei tifosi, ma anche i nostri”.
Senti di avere una responsabilità maggiore contro una big come la Juventus?
“Quando si affronta una squadra forte la responsabilità è alta, ma anche l’esigenza personale. Dobbiamo scendere per vincere ogni singola gara di campionato e di Europa League. Andare avanti e giocarsela con tutte. E’ un avversario difficile da battere, ma tutti vogliono vincere e gli stimoli sono particolari. Ora si tratta di tradurle e di metterle in campo domenica sera”.
Che ricordi hai della Champions League vinta qui a Roma?
“Non posso che conservare bei ricordi. E’ stata la mia prima Champions League vinta, ho avuto la fortuna di giocare all’ultimo minuto, era il mio primo anno al Barcellona. Far parte di una finale di Champions è stata la realizzazione di un sogno. Ora sono qui alla Roma e tornerò in questo stadio bello. Non posso che usare belle parole e bei ricordi per quella data”.
Quale motivazione spinge un calciatore che ha vinto tutto a venire alla Roma?
"La motivazione è la stessa. Di avere una forte voglia interiore di vincere e raggiungere gli obiettivi. Sarà difficile ma lavoriamo per questo, partita dopo partita. Serve una mentalità forte e vincente, per tornare a giocare la Champions League. Abbiamo una rosa idonea per questo, anche se sembra prematuro. A mio avviso è questo l’obiettivo minimo".
Dzeko ti ha parlato? E’ felice di rimanere alla Roma?
"Lo vedo felice. Edin è il nostro capitano ed è di un livello straordinario, ha fatto tantissimi gol. Ha un peso specifico importante nello spogliatoio e siamo contenti che lui resti con noi. Fa gol, fa la differenza e ti fa vincere le partite. Sono contento che resti con noi, la sua presenza e di altri calciatori importanti ci fa raggiungere i nostri obiettivi. E’ concentrato e spero che domenica possa giocare per farci fare una bella partita".
Hai la mentalità vincente, qui a Roma si parla già di Fonseca in bilico. Che consigli dai ai tuoi compagni per la partita?
"Sappiamo di affrontare un avversario complicato, sarà difficile. Bisogna essere compatti, solidi e uniti. Non dobbiamo guardare quello che succede fuori o ascoltare voci che ci distraggono. Servirà una grande partita e commettere meno errori possibile".
Quanto è stata determinante nella tua scelta la presenza di Dzeko e Mkhitaryan?
"E’ molto importante perché hanno esperienza e sono di livello. E’ una squadra giovane, ma con elementi d’esperienza. E’ importante quando scegli la squadra, questi calciatori rendono la squadra più forte. Colgo l’occasione per ringraziare i compagni per come mi hanno accolto dal primo giorno. Anche per i tifosi, per come hanno manifestato simpatia nei miei confronti. Spero di poter ripagare tutto questo sul campo".
Qual è l’obiettivo della Roma? Può tornare in Champions League la Roma?
“L’obiettivo è questo, vincere. Io quando scendo in campo lo faccio per vincere. Quando pareggio o esco sconfitto, anche in allenamento, sono arrabbiato. Dobbiamo ambire sempre al massimo: vincere campionato, Europa League e tutte le altre competizioni. Questo è l’obiettivo mio e di tutti. Non è semplice, ma l’asticella deve essere a questo livello. Se si inizia la stagione dicendo che l’obiettivo è il quarto posto, poi si finisce per arrivare al settimo o all’ottavo. Vincere per arrivare più in alto possibile, i conti poi si faranno alla fine. La Roma, per club, tradizione e rosa, può ambire tranquillamente alla prossima Champions League”.
Hai visto contro il Verona la fase difensiva in Italia. La conoscevi? Quanto è importante l’intelligenza tattica tua e di Mkhitaryan?
“Già conoscevo il calcio italiano, anche se non avevo avuto modo fino ad ora. E’ difficile trovare spazi tra le linee e creare occasioni da gol. E’ molto tattico e con calciatori dietro la palla. Servirà intelligenza e mobilità per trovare spazi. Io vengo da un campionato che è l’opposto in questo senso. Sto lavorando in allenamento e guardando molte partite per capirlo il più rapidamente possibile, è difficile per gli attaccanti avere occasioni, ma cercherò di aiutare la squadra il più possibile”.
Che ti ha colpito di più della città e dei tifosi della Roma?
“Roma è una città bellissima. Ho passeggiato un po’ per il centro ed ho visto la città. Sono contentissimo anche del rapporto con i tifosi, ho ricevuto un’accoglienza affettuosa e sono contento del mio arrivo qui. Adesso tocca a me fare il meglio per poter ricambiare l’affetto ricevuto”.
Come farai crescere la Roma?
“Non dovrò farlo io, ma la squadra deve essere convinta di poter vincere le partite e di essere difficile da battere. Io cercherò di dare il mio contributo per l’esperienza e in termini di gioco. Dobbiamo essere uniti e compatti per raggiungere un livello collettivo. Un calciatore da solo non può vincere dei titoli, sarà questa la chiave”.
DOMANDE PER FIENGA
Cosa si sente di dire riguardo il 3-0 a tavolino contro il Verona?
“L’episodio è basato su un errore fatto da noi in assoluta buona fede, che non ha arrecato nessun vantaggio alla Roma, che non portava a inserire giocatori in più, che non fossero stati tesserati, come nel caso del Sassuolo, citato più volte. Sono due episodi totalmente diversi e sulla base di questo riteniamo che la Roma abbia il diritto di potersi difendere. Sentire che organi federali, il presidente della Corte che ci dovrà giudicare, si esprimono già in anticipo rispetto al giudizio, ironizzando sulla questione, ci lascia sorpresi. Sembra che questo diritto alla difesa venga compromesso o reso inutile. Partendo da subito dicendo che non ci sono chances è come assimilare un errore al dolo, che giuridicamente non è assolutamente detto che sia così. Dispiaciuti per quello che abbiamo sentito, riteniamo di avere un legittimo diritto a difenderci. Il caso del Sassuolo è totalmente diverso. Speriamo che il giudizio futuro sia fatto in serenità e indipendenza, con lo stesso rispetto con cui noi rispettiamo gli organi federali e la giustizia”.
Qual è il futuro di Fonseca? State cercando un nuovo direttore sportivo?
“Fonseca non è e non è mai stato un tema aperto per la società: è il nostro allenatore. E’ partito un progetto con lui lo scorso anno, che prevedeva una squadra giovane, con un allenatore giovane ma con molte qualità, che doveva prendere le caratteristiche del nostro campionato. Abbiamo un anno di esperienza in più e non capiamo perché ci sia questa questione. Non è un argomento aperto. Riguardo il direttore sportivo: è una posizione vacante e sarà ricoperta quanto prima da chi giudicheremo più competente ed allineata alla filosofia del club. Creare una squadra basata su giovani talenti, aiutati a crescere da giocatori esperti come Pedro. Ho sentito il nome di Paratici ed è poco rispettoso nei suoi confronti che della Juventus fare il suo nome. E’ un nostro avversario oggi e speriamo di batterlo domenica e salutarci semplicemente. Non ci sono altre illazioni su di lui”.
Conferenza Stampa Pedro: "Ho scelto la Roma per aiutare a creare una mentalità vincente"
La Roma ha ufficialmente presentato il neo acquisto Pedro, ex Barcellona e Chelsea che ha già giocato la sua prima partita in giallorosso a Verona.
Apre la conferenza stampa il CEO Guido Fienga: "Siamo felici di presentare in maniera ufficiale Pedro come nostro calciatore. Quando ha scelto la Roma e ha detto di sì siamo stati contenti, perché è inutile sottolineare come sia un giocatore che in tutti i campionati ha vinto più di tutti i ntutte le competizioni ufficiali. E’ un punto di merito che ci interessa sottolineare ed è uno dei motivi per cui ha scelto la Roma: avere uno come lui in squadra vuol dire inserire spirito vincente e competenze nella squadra. Sono contento di come si è inserito, anche perché uno dei compiti è stato quello di trasmetterle in campo. Lascio adesso le domande per lui".
DOMANDE PER PEDRO
In questo sistema di gioco di Fonseca quale è il ruolo in cui potresti rendere di più
“Buongiorno a tutti e grazie mille per le parole di Guido Fienga. In questo sistema di gioco il ruolo migliore per me può essere alle spalle della punta, in una posizione che possono occupare tanti giocatori. Mi trovo bene lì, mi sento comodo, è una zona in cui posso fare inserimenti in area, creare gli spazi per la punta. Posso giocare a destra o sinistra, mi adatterò dove il mister lo riterrà opportuno. Il mio obiettivo è aiutare la squadra, sarà questa la mia mentalità nel corso della mia esperienza qui a Roma”.
Cosa manca alla Roma per arrivare a livello della squadra che è arrivata in semifinale di Champions League?
“Siamo una squadra buona, con giovani e con un progetto a medio e lungo termine. Ci sono Edin e Miki, motivi per cui ho scelto di venire a Roma: per aiutare a creare una mentalità vincente. Tornare a fare la Champions è uno degli obiettivi e poi costruire una squadra più forte. Ho affrontato la Roma all’Olimpico con il Chelsea ed era molto forte. Ora c’è un giusto mix di esperienza e gioventù, l’obiettivo è di creare una squadra vincente per raggiungere gli obiettivi dei tifosi, ma anche i nostri”.
Senti di avere una responsabilità maggiore contro una big come la Juventus?
“Quando si affronta una squadra forte la responsabilità è alta, ma anche l’esigenza personale. Dobbiamo scendere per vincere ogni singola gara di campionato e di Europa League. Andare avanti e giocarsela con tutte. E’ un avversario difficile da battere, ma tutti vogliono vincere e gli stimoli sono particolari. Ora si tratta di tradurle e di metterle in campo domenica sera”.
Che ricordi hai della Champions League vinta qui a Roma?
“Non posso che conservare bei ricordi. E’ stata la mia prima Champions League vinta, ho avuto la fortuna di giocare all’ultimo minuto, era il mio primo anno al Barcellona. Far parte di una finale di Champions è stata la realizzazione di un sogno. Ora sono qui alla Roma e tornerò in questo stadio bello. Non posso che usare belle parole e bei ricordi per quella data”.
Quale motivazione spinge un calciatore che ha vinto tutto a venire alla Roma?
"La motivazione è la stessa. Di avere una forte voglia interiore di vincere e raggiungere gli obiettivi. Sarà difficile ma lavoriamo per questo, partita dopo partita. Serve una mentalità forte e vincente, per tornare a giocare la Champions League. Abbiamo una rosa idonea per questo, anche se sembra prematuro. A mio avviso è questo l’obiettivo minimo".
Dzeko ti ha parlato? E’ felice di rimanere alla Roma?
"Lo vedo felice. Edin è il nostro capitano ed è di un livello straordinario, ha fatto tantissimi gol. Ha un peso specifico importante nello spogliatoio e siamo contenti che lui resti con noi. Fa gol, fa la differenza e ti fa vincere le partite. Sono contento che resti con noi, la sua presenza e di altri calciatori importanti ci fa raggiungere i nostri obiettivi. E’ concentrato e spero che domenica possa giocare per farci fare una bella partita".
Hai la mentalità vincente, qui a Roma si parla già di Fonseca in bilico. Che consigli dai ai tuoi compagni per la partita?
"Sappiamo di affrontare un avversario complicato, sarà difficile. Bisogna essere compatti, solidi e uniti. Non dobbiamo guardare quello che succede fuori o ascoltare voci che ci distraggono. Servirà una grande partita e commettere meno errori possibile".
Quanto è stata determinante nella tua scelta la presenza di Dzeko e Mkhitaryan?
"E’ molto importante perché hanno esperienza e sono di livello. E’ una squadra giovane, ma con elementi d’esperienza. E’ importante quando scegli la squadra, questi calciatori rendono la squadra più forte. Colgo l’occasione per ringraziare i compagni per come mi hanno accolto dal primo giorno. Anche per i tifosi, per come hanno manifestato simpatia nei miei confronti. Spero di poter ripagare tutto questo sul campo".
Qual è l’obiettivo della Roma? Può tornare in Champions League la Roma?
“L’obiettivo è questo, vincere. Io quando scendo in campo lo faccio per vincere. Quando pareggio o esco sconfitto, anche in allenamento, sono arrabbiato. Dobbiamo ambire sempre al massimo: vincere campionato, Europa League e tutte le altre competizioni. Questo è l’obiettivo mio e di tutti. Non è semplice, ma l’asticella deve essere a questo livello. Se si inizia la stagione dicendo che l’obiettivo è il quarto posto, poi si finisce per arrivare al settimo o all’ottavo. Vincere per arrivare più in alto possibile, i conti poi si faranno alla fine. La Roma, per club, tradizione e rosa, può ambire tranquillamente alla prossima Champions League”.
Hai visto contro il Verona la fase difensiva in Italia. La conoscevi? Quanto è importante l’intelligenza tattica tua e di Mkhitaryan?
“Già conoscevo il calcio italiano, anche se non avevo avuto modo fino ad ora. E’ difficile trovare spazi tra le linee e creare occasioni da gol. E’ molto tattico e con calciatori dietro la palla. Servirà intelligenza e mobilità per trovare spazi. Io vengo da un campionato che è l’opposto in questo senso. Sto lavorando in allenamento e guardando molte partite per capirlo il più rapidamente possibile, è difficile per gli attaccanti avere occasioni, ma cercherò di aiutare la squadra il più possibile”.
Che ti ha colpito di più della città e dei tifosi della Roma?
“Roma è una città bellissima. Ho passeggiato un po’ per il centro ed ho visto la città. Sono contentissimo anche del rapporto con i tifosi, ho ricevuto un’accoglienza affettuosa e sono contento del mio arrivo qui. Adesso tocca a me fare il meglio per poter ricambiare l’affetto ricevuto”.
Come farai crescere la Roma?
“Non dovrò farlo io, ma la squadra deve essere convinta di poter vincere le partite e di essere difficile da battere. Io cercherò di dare il mio contributo per l’esperienza e in termini di gioco. Dobbiamo essere uniti e compatti per raggiungere un livello collettivo. Un calciatore da solo non può vincere dei titoli, sarà questa la chiave”.
DOMANDE PER FIENGA
Cosa si sente di dire riguardo il 3-0 a tavolino contro il Verona?
“L’episodio è basato su un errore fatto da noi in assoluta buona fede, che non ha arrecato nessun vantaggio alla Roma, che non portava a inserire giocatori in più, che non fossero stati tesserati, come nel caso del Sassuolo, citato più volte. Sono due episodi totalmente diversi e sulla base di questo riteniamo che la Roma abbia il diritto di potersi difendere. Sentire che organi federali, il presidente della Corte che ci dovrà giudicare, si esprimono già in anticipo rispetto al giudizio, ironizzando sulla questione, ci lascia sorpresi. Sembra che questo diritto alla difesa venga compromesso o reso inutile. Partendo da subito dicendo che non ci sono chances è come assimilare un errore al dolo, che giuridicamente non è assolutamente detto che sia così. Dispiaciuti per quello che abbiamo sentito, riteniamo di avere un legittimo diritto a difenderci. Il caso del Sassuolo è totalmente diverso. Speriamo che il giudizio futuro sia fatto in serenità e indipendenza, con lo stesso rispetto con cui noi rispettiamo gli organi federali e la giustizia”.
Qual è il futuro di Fonseca? State cercando un nuovo direttore sportivo?
“Fonseca non è e non è mai stato un tema aperto per la società: è il nostro allenatore. E’ partito un progetto con lui lo scorso anno, che prevedeva una squadra giovane, con un allenatore giovane ma con molte qualità, che doveva prendere le caratteristiche del nostro campionato. Abbiamo un anno di esperienza in più e non capiamo perché ci sia questa questione. Non è un argomento aperto. Riguardo il direttore sportivo: è una posizione vacante e sarà ricoperta quanto prima da chi giudicheremo più competente ed allineata alla filosofia del club. Creare una squadra basata su giovani talenti, aiutati a crescere da giocatori esperti come Pedro. Ho sentito il nome di Paratici ed è poco rispettoso nei suoi confronti che della Juventus fare il suo nome. E’ un nostro avversario oggi e speriamo di batterlo domenica e salutarci semplicemente. Non ci sono altre illazioni su di lui”.
Pubblico, riforme, tamponi. Ora il governo è accerchiato
LA REPUBBLICA - La Serie A è ripartita e lo ha fatto con una riapertura, seppur parziale, degli stadi, che a oggi possono contenere un massimo di mille tifosi. La volontà e la speranza però di molte società, e di alcune regioni, è quella di poter aumentare il numero di spettatori negli impianti, arrivando a toccare il 25% del totale della capienza. Una sorta di frenata arriva dalle parole del Ministro della Salute Roberto Speranza: «Prima vogliamo valutare la risposta dal punto di vista dei contagi della riapertura delle scuole, che per noi sono prioritarie rispetto al calcio». Intanto nella giornata di oggi la Conferenza delle Regioni dovrebbe approvare le linee guida che prevedono l’apertura degli stadi per un massimo del 25% della capienza con gli impianti divisi in “blocchi funzionali”. Si attende poi una risposta da parte del Governo, che si esprimerà sull'argomento entro il 7 ottobre, anche se in molti sperano lo si faccia prima, magari per il giorno in cui andrà in scena Italia-Moldavia a Firenze, che potrebbe essere usata come banco di prova.
Si è spento il Var: rivoluzione soft e addio “rigorini”
LA REPUBBLICA - Quella a cui gli spettatori assisteranno in questa stagione dovrebbe essere un'inversione di tendenza. Se lo scorso campionato di Serie A si è chiuso con 186 rigori assegnati, un record per la massima competizione italiana, arrivati nella maggior parte dei casi con interruzioni di gioco e arbitro che si reca al VAR, in questa stagione invece stando ai dettami decisi dai vertici arbitrali europei si dovrà cercare di utilizzare meno la tecnologia ogni minuto, facendo in modo che il gioco sia più fluido e godibile. Questo è il caso dei movimenti in area di rigore dei difensori, che come spiega il designatore Nicola Rizzoli: «Non possiamo togliere al difensore la possibilità di fare un movimento istintivo: se il braccio non poteva essere più ritratto non deve essere punibile. L’obiettivo è permettere ai difensori di non giocare come pinguini. L’augurio è che si fischino meno rigori». Una Serie A più simile a quella del passato dunque, in cui si spera però non tornino le polemiche per le decisioni arbitrali.
Friedkin infuriati: “Ora si cambia”. Dzeko con la fascia
LA REPUBBLICA - L'unica certezza per la gara di domenica sera contro la Juventus è che Edin Dzeko giocherà e guiderà la formazione giallorossa con la fascia da capitano al braccio. Ne è convinto lo spogliatoio e lo è anche mister Fonseca, che arriva alla partita con i bianconeri cercando di emergere dal caos che regna a Trigoria. Da una parte ci sono i Friedkin delusi per la sconfitta a tavolino contro l'Hellas Verona e dall'altro lato c'è la fiducia nel mister, che si giocherà la panchina proprio contro la squadra di Pirlo. Intanto sul mercato non si sblocca la trattativa per Smalling, così alcuni pensano a un possibile ritorno di Rudiger, in uscita dal Chelsea.
Fonseca ora studia la formula fantasia
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Domenica sera Fonseca dovrà risolvere il primo grande dubbio relativo alla formazione da schierare in campo. In attacco ci sarà sicuramente Edin Dzeko, ormai lontano dalle voci di mercato e in cerca di riscatto con una rete all'Olimpico. Il problema sta nel scegliere chi giocherà alle sue spalle. Mkhitaryan, Pedro e Pellegrini: in tre per due maglie. L'armeno è stato il migliore nel precampionato giallorosso e Fonseca in più occasioni lo ha definito giocatore dotato di intelligenza particolare e che può giocare in ogni ruolo. Pedro è il nuovo acquisto, ma la sua esperienza calcistica è in dubbio e si è vista a Verona. Pellegrini è uno dei pupilli del tecnico portoghese, che lo ha anche definito il miglior giocatore italiano in circolazione. Nonostante i dubbi però c'è la possibilità di vederli tutti contemporaneamente in campo. Mkhitaryan e Pedro alle spalle di Dzeko e Pellegrini abbassato a centrocampo al fianco di Veretout, con Diawara in panchina. Sarebbe una Roma molto offensiva, ma contro la Juventus oltre i gol serve soprattutto la vittoria.
Friedkin passa all'azione
IL TEMPO - BIAFORA - Un errore che ha accelerato un processo iniziato già negli scorsi giorni. Nel loro prime mese da proprietari della Roma Dan e Ryan Friedkin, coadiuvati dai fedelissimi Marc Watts e Eric Williamson, hanno studiato ogni dettaglio della società giallorossa e quello di ottobre sarà un mese che vedrà profondi cambiamenti all’interno della struttura operativa del club. Il 3-0 a tavolino subito con il Verona non ha fatto altro che dare un'ulteriore spinta alla fase di rinnovamento: in una riunione andata in scena tra i vertici del Gruppo Friedkin ad inizio settimana è stato ammesso che probabilmente bisognava intervenire in maniera pesante immediatamente dopo la sottoscrizione del closing con Pallotta.
Fino all’assemblea degli azionisti convocata per il 29 settembre non ci saranno scossoni, ma dopo la nomina del nuovo consiglio d'amministrazione e l'approvazione del bilancio 2019/20 - la perdita sarà da record - partirà effettivamente il nuovo corso giallorosso. Tra Trigoria e gli uffici dell’Eur quasi nessuno può considerarsi al sicuro di restare al proprio posto, sia per quanto riguarda le persone coinvolte nell’area sportiva e sia per le varie figure che si occupano quotidianamente delle vicende extra-campo. I primi addii sono quelli del segretario sportivo Longo, le cui dimissioni per il caso Diawara sono state accettate dal Ceo Fienga, e del vicepresidente Baldissoni, che lascerà la Roma e non si occuperà più del progetto di Tor di Valle, che rappresenta una priorità del gruppo texano.
Da capire quello che sarà il destino dell'ad Fienga, mentre sono in bilico le posizioni del global sport officer Zubiria, dell'allenatore Fonseca (Allegri e Sarri sono alla finestra), del direttore sportivo De Sanctis (gli era stato chiesto di restare e di non accettare l'offerta da dg dell'Ascoli) e del team manager Gombar, tra i responsabili del pasticcio fatto con le liste, a cui nessuno è riuscito a mettere una pezza. Il primo obiettivo dei Friedkin - che ancora non hanno avuto modo di incontrare Totti - è quello di creare una struttura più compatta e armonica, con figure che siano in grado di collaborare e dialogare tra di loro. L'intenzione di affiancare a Ryan Friedkin un consigliere che conosca in maniera approfondita l'Italia e tutte le pieghe del calcio tricolore, andando poi a nominare un direttore sportivo dal profilo internazionale: il candidato numero uno è Rangnick, anche se ci sono stati alcuni contatti tra Paratici, in uscita dalla Juventus, e Fienga. In attesa di capire da chi saranno riempite le varie caselle destinate a svuotarsi verrà definita l'Opa ed entro la fine dell'anno sarà completato l'aumento di capitale.
Nuovo stadio a Tor di Valle. Il progetto sarà seguito da Ryan
LA GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma continua a lavorare a fare spenti per la questione legata allo stadio. Questo è il modus operandi con cui i Friedkin hanno abituato i tifosi a lavorare in queste giornate romane e la discussione in merito a Tor di Valle non fa sconti. Secondo alcune notizie a occuparsi del futuro stadio giallorosso, considerato fondamentale nella creazione di un progetto vincente e di lungo periodo, sarà Ryan Friedkin in prima persona. Entro Natale il progetto arriverà in aula e nei prossimi giorni la sindaca Raggi potrebbe incontrare i texani per discutere dell'argomento, nella speranza che entro l'anno si possa sbloccare l'iter definitivamente. Intanto i Friedkin si preparano alla loro prima gara casalinga all'Olimpico, in cui saranno accompagnati da mille tifosi nella speranza prima o poi di riaverli tutti sulle tribune.
Rivoluzione d'ottobre. Il caso Diawara scatena Friedkin: Totti numero 2 e Allegri più vicino
LEGGO - BALZANI - Dan, Max e Francesco ovvero Friedkin, Allegri e Totti. La nuova Roma guarda al domani perché l’oggi sembra più nero di ieri. Accade così che nella settimana di un Roma-Juve mai banale ci si proietti già al secondo start del campionato: quello dopo la sosta di ottobre. Un mese che fa venire in mente la Rivoluzione, quella vera. Questa di Trigoria è figlia dell’insoddisfazione dei Friedkin che hanno avviato una indagine interna che interessa tutti i comparti del club e delle società satellite. Alcuni conti, infatti, non tornano. E non solo quelli.
ALLEGRI - Non tornano ad esempio i risultati di un lavoro che Fonseca ha avviato un anno fa e di cui non si vedono ancora i frutti. La squadra è confusa: tatticamente e psicologicamente. Molti giocatori non credono più del progetto (a partire da Dzeko che domenica sfiderà da capitano la Juve) e alcune uscite pubbliche del portoghese non sono piaciute a Friedkin. La fiducia a Paulo è già finita anche perché monta l’entusiasmo per Allegri.
La Roma, nei primi contatti informali, ha presentato un’offerta da 8 milioni a stagione. Addirittura di più di quanti ne guadagnava alla Juve. Ecco alcune idee di mercato: da De Sciglio a Kean passando per Mandzukic e il ritorno di Rudiger che il Chelsea vuole cedere in prestito secco e rappresenta la migliore alternativa a Smalling. Max, in una cena “romana”, ha detto di essere interessato ma non ancora convinto al 100%. La pista B porta a Ragnick che ricoprirebbe il ruolo di allenatore per un anno per poi spostarsi dietro la scrivania (con Sarri?).
TOTTI - Il pasticcio che è costato lo 0-3 col Verona accelererà un processo che era già in atto e che prevede uno “snellimento” radicale. Il primo a saltare è stato il segretario Longo, ma ci sono altri personaggi nella lente d’ingrandimento della presidenza. Compreso De Sanctis di cui non è piaciuta l’uscita goffa all’Ansa relativa alla querela verso l’influencer “Er Faina”. I Friedkin pretendono un profilo basso da parte di tutti. Ormai a un passo l’addio del vicepresidente Baldissoni.
Un posto (un ruolo alla Nedved) che potrebbe essere preso da Totti che ieri si è rivisto in una comparsata a Roma Tv. Altro segnale dell’imminente ritorno di Francesco che domenica (probabile presenza in tribuna con la Juve) compirà 43 anni. Ma non basta per far tornare il sorriso a una piazza che non si accontenta più solo di buone intenzioni. Perché come diceva Nelson Mandela: “Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile”.
Per far tornare Smalling serve un bel rilancio
IL TEMPO - BIAFORA - La difficoltà nell'operare in uscita continua a bloccare il mercato della Roma in entrata, con la data del 5 ottobre che si avvicina sempre di più. A poco più di 10 giorni dalla fine del mercato ci sono soltanto due volti nuovi per Fonseca: Pedro e Kumbulla. La priorità per il tecnico è il ritorno di Smalling sul quale Solskjaer si è espresso apertamente: "Al momento, non abbiamo ricevuto offerte concrete. Non ci sono proposte che ci accontetano. Questa è la situazione allo stato attuale. La valutazione di Chris non dipende da me, non sono io a negoziare tra i club, ma non abbiamo avuto offerte sufficienti".
Le parole dell'ex attaccante dei Red Devils non lasciano spazio ad interpretazioni: o la Roma o alza l’asticella o il calciatore non tornerà ad indossare la maglia giallorossa. Negli ultimi giorni alcuni intermediari hanno tentato di piazzarlo all’Inter e al Milan, ma Smalling continua ad aspettare la Roma. Il nome in alternativa è quello del brasiliano Marcao, mentre alcuni agenti hanno offerto Rudiger, che il Chelsea cede in prestito con diritto di riscatto.
Intanto è stato ufficializzato l'acquisto del giovane Louakima, che ha firmato un triennale con opzione di rinnovo che scatterà automaticamente non appena diventerà maggiorenne: il PSG incassa 200mila euro più bonus e manterrà una percentuale sulla rivendita. News dal campo: Fonseca ha nuovamente a disposizione Fazio, tornato ad allenarsi in gruppo così come già aveva fatto da lunedì Bruno Peres. Ancora out Coric, che a Zagabria sta alternando fisioterapia e recupero atletico dopo l'infortunio alla caviglia.
Roma, il caso Diawara costa lo 0-3 a tavolino
LEGGO - BALZANI - Nella giornata di ieri il giudice sportivo ha emesso la sentenza in merito alla gara disputata dalla Roma contro l'Hellas Verona. I giallorossi hanno perso il punto conquistato con lo 0-0 e hanno perso a tavolino per 3-0, dopo che nella lita dei giocatori consegnata alla Lega il nome di Diawara figurava fuori dagli over 22. Stranezza però che chi ha redatto la lista, ossia Longo che ha già rassegnato le dimissioni, non si stesse occupando quel giorno dell'affare visto che stava definendo il passaggio di Under al Leciester, anche il turco però era inserito tra gli under 22. Insomma sembra sia stato fatto un copia e incolla e all'invio dell'allert da parte della Lega nessuno si è accorto di nulla. Intanto la Roma prepara però il ricorso, visto che il club non ha tratto vantaggi dall'errore e anzi nella lista dei giocatori over 22 erano presenti quattro slot liberi che avrebbero permesso a Diawara di essere inserito.
Biglietti, si attende l’ok per aprire il botteghino
IL MESSAGGERO - La Roma si prepara a scendere in campo domenica sera alle 20:45 per la prima gara all'Olimpico davanti a mille tifosi. Questa è la decisione della Lega e del Governo che hanno trovato un accordo per riportare, almeno parzialmente, i tifosi all'interno degli impianti. Le modalità di accesso non sono state ancora ben definite, ma il club giallorosso attende il via libera per aprire una sorta di biglietteria tra giovedì e venerdì. In alternativa si valutano differenti modalità attraverso cui assegnare i mille tagliandi ai tifosi.