Gravina lancia l'allarme: «Il calcio verso il default»

IL MESSAGGERO - Arriva l'eco all'appello lanciato da Gravina qualche giorno fa. Il presidente della FIGC ha spiegato nella giornata di ieri la necessità di un intervento dall'esterno per permettere al calcio di superare questo momento critico. Le condizioni che sono maturate a seguito del Coronavirus, infatti, aprono scenari di default. Da qui la richiesta di un recovery fund che aiuti non solo la Serie A ma anche le realtà minori.


Calciomercato Roma: salta il passaggio di Olsen al Watford

IL TEMPO - La Roma continua a lavorare per cedere gli esuberi presenti in rosa, così da poter abbassare il monte ingaggi e regalare a Paulo Fonseca una rosa funzionale prima della fine del calciomercato. Tutto da rifare per la cessione di Robin Olsen: il portiere svedese che ha trascorso l'ultimo anno in prestito al Cagliari era vicino ad un trasferimento al Watford, ma secondo quanto riferisce il quotidiano la trattativa per il suo passaggio tra le fila degli Hornets sarebbe saltato.


Roma sconfitta a tavolino

IL TEMPO - AUSTINI - Un errore inammissibile in qualsiasi categoria. Figuriamoci se commesso in Serie A. La Roma perderà 3-0 a tavolino la partita di esordio a Verona, la prima ufficiale dell'era Friedkin, perché si è dimenticata di inserire Diawara nella lista dei calciatori over 22 consegnata alla Lega alla vigilia della partita. Incredibile ma tutto tristemente vero, non bastava essersi presentati al Bentegodi senza un centravanti utilizzabile e sprovvisti di un difensore centrale pronto a giocare, Fonseca non potrà tenersi neppure il misero punticino conquistato sul campo contro un rivale altrettanto pieno di problemi.

Oggi applicando le norme vigenti, il Giudice Sportivo Mastrandrea non potrà far altro che decretare la sconfitta dei giallorossi, relegandoli all'ultimo posto in classifica insieme alla Sampdoria battuta - ma sul campo - 3 a 0 dalla Juventus. L'articolo 9 del regolamento sulle rose approvato dalla Figc 2014 e poi aggiornato a giugno 2018 parla chiaro: «l'utilizzo in una gara di campionato di un calciatore non inserito nell'elenco dei 25 calciatori o inserito nei suddetto elenco in violazione delle disposizioni precedenti, comporta, per la società responasabile, la sanzione della perdita della gara».

E sperare che il ricorso già annunciato in via informale dalla Roma possa portare ad un ribaltamento della decisione è quasi inutile. Com'è stata possibile una svista così madornale? Tutto nasce dall’errore di chi era addetto a inviare la lista alla Lega (spetta alla segreteria sportiva, per questo ha deciso di dimettersi il responsabile Pantaleo Longo) entro le 12 di venerdì. Il regolamento permette di inserire 17 giocatori over 22 nell'elenco dei 25, oltre a 4 cresciuti nel vivaio (la Roma ha solo Pellegrini) e altrettanti formati in Italia (inseriti Mirante, Santon, Spinazzola e Cristante).

Per gli under 22 (fino al 2018 erano gli under 21), quindi quest'anno tutti i ragazzi nati dal 1998 in poi, basta invece comunicare il numero di maglia perché non c'è un limite numerico di giovani utilizzabili. Visto che nello scorso campionato Diawara risultava tra i baby dell'elenco libero, chi ha compilato la lista ha dimenticato di spostarlo nello slot giusto. Il paradosso, che di una dimenticanza e non di una furbata, è che invece di 17 giocatori over 22 la Roma ne ha inseriti solo 13 in rosa. Per Diawara c'erano quindi ben 4 posti liberi. Al momento della consegna della formazione all'arbitro era ancora possibile salvarsi, non mandando in campo il centrocampista. E' scattato infatti l'alert automatico della Lega, ma invece di correggere l'errore si è completato il pasticcio: la Roma, in una telefonata, ha chiesto il motivo dell'alert ma non avrebbe ricevuto spiegazioni compiute stando a quanto raccontato da Trigoria. «Non siamo in grado di capire, poi vi diremo» sarebbe stata la risposta della Lega ma a quel punto nessuno si è reso conto che Diawara non aveva i titoli per giocare, nonostante sia un regolare tesserato giallorosso.

Un caso diverso da Pescara-Sassuolo, dove i neroverdi persero a tavolino per il mancato arrivo in Lega della pec con cui veniva inserito Ragusa sceso poi in campo. Nella circostanza di Verona si tratta invece di una pura svista. In buona fede, sì, ma gravissima. Una volta ricevuta oggi l'ufficialità del provvedimento del Giudice Sportivo, la Roma metterà in moto i legali per il ricorso da proporre alla Corte Sportiva d'Appello e poi, eventualmente, al Collegio di Garanzia. I margini per un successo sono quasi nulli, l'unico vero appiglio può essere la mancanza di spiegazione ricevuta dalla Lega al momento dell'invio dell'alert.

Il discorso sulla buona fede non ha invece alcun peso giuridico, nonostante sia vero che la Roma non abbia tratto vantaggi schierando Diawara dal momento che aveva piena libertà di inserirlo in uno dei quattro posti liberi.

Insomma l'avventura romanista di Friedkin non poteva iniziare in modo peggiore. E adesso, chissà, avrà ancora più chiara una cosa che già lo era: senza un'area sportiva strutturatale difficoltà non arrivano solo sul mercato ma si va incontro a disastri come quello di Verona.


La Juve scarica Dzeko: resta lui, niente Milik

IL TEMPO - BIAFORA - Non è destino. Alle prime avvisaglie di problemi tra Roma e Napoli per la questione Milik, ironicamente dall'entourage di Dzeko scherzavano sul fatto che potesse saltare anche il trasferimento alla Juventus, sulle orme di quanto successo nelle passate stagioni con gli affari con Chelsea e Inter. Quelle che erano soltanto battute si sono tramutate ieri in una dura realtà, con i bianconeri che si sono stancati di aspettare le altre squadre e hanno chiuso in fretta e furia la trattativa per Morata.

Già domenica, una volta registrato che il weekend non aveva portato nessun passo avanti nelle discussioni tra Fienga e De Laurentiis, Paratici si era mosso per lo spagnolo che l'Atletico Madrid ha messo alla porta in virtù dell'accordo con Suarez. L'arrivo di Morata, già atterrato ieri a Torino, blocca definitivamente l'acquisto di Dzeko, costretto suo malgrado a restare alla Roma dopo che si vedeva virtualmente con la maglia bianconera e dopo essere rimasto per tutta la partita in panchina contro il Verona: fuori dal Bentegodi era addirittura pronta una macchina della società di Agnelli per portare il bomber in Piemonte nel post-gara.

La tematica più delicata ora riguarda il rapporto tra il bosniaco e Fonseca (anche se aleggiano i fantasmi di Allegri e Sarri): in questi giorni sarà necessario mettere i due intorno a un tavolo e risolvere ogni questione, compresa quella della fascia da capitano, per affrontare la stagione nella maniera migliore. Un altro protagonista che resta con il cerino in mano è Milik, che dopo aver superato la visita alle ginocchia di venerdì (ad accompagnarlo il medico della Roma) e aver parlato a più riprese con Fonseca era convinto di diventare l'attaccante titolare della squadra capitolina, che ha però cambiato le carte in tavola con il Napoli cercando di rivedere le condizioni dell'operazione in modo da prevenire eventuali infortuni futuri. Una mossa, che aggiunta alle pendenze da risolvere tra il giocatore e De Laurentiis, ha del tutto impantanato l'affare: ieri sera c'è stata una cena tra i due club, ma sembra pressoché impossibile che si arrivi ad una nuova stretta di mano.

Intanto in uscita è saltato il trasferimento di Olsen al Watford, mentre in entrata si continua a lavorare per Smalling o per Marcao del Galatasaray e per Arias dell'Atletico Madrid, una trattativa svelata dal ds degli spagnoli Berta.


Giudice Sportivo, confermata la sconfitta a tavolino per la Roma contro il Verona

Il Giudice Sportivo ha emesso i propri verdetti dopo la prima giornata di campionato.
Brutta batosta per la Roma, che si è vista togliere il punto conquistato a Verona a seguito dell'errore nell'inserimento in lista Over22 di Diawara. Questa la decisione del Giudice Sportivo:

"letti gli atti relativi alla gara Soc. Hellas Verona e Soc. Roma e considerato che la società Roma ha impiegato un calciatore non iscritto nella “Lista dei 25” comunicata a mezzo PEC in data 14 settembre 2020 alle ore 12.14, nonostante fosse divenuto un “over 22”, in violazione dunque del divieto di utilizzo di cui al punto 8 del Comunicato Ufficiale F.I.G.C. N. 83/A del 20 novembre 2014 come successivamente modificato con Comunicato Ufficiale F.I.G.C. n. 76 del 21 giugno 2018;

ritenuto, pertanto, di dover applicare la sanzione della perdita della gara prevista al punto 9 del detto Comunicato Ufficiale F.I.G.C. N. 83/A;

P.Q.M.

delibera di sanzionare la Soc. Roma con la punizione sportiva della perdita della gara per 0-3".


Il giallo del bomber: affare Milik, Roma e Napoli ancora in stallo. E intanto Dzeko s'impunta: vuole solo la Juve

LEGGO - BALZANI - L'aereo Friedkin è ancora fermo al gate, ma il pilota è tutto tranne che spaventato. I problemi emersi a Verona e una campagna acquisti fin qui deludente non permettono il decollo di una Roma alle prese con un giallo di mercato con pochi precedenti. Il nuovo presidente, però, è più presente che mai e intende seguire da vicino ogni dettaglio della vicenda

GIALLO MILIK - Oggi doveva essere il primo giorno a Trigoria per Milik. E invece il polacco si ritrova ad allenarsi da solo in una Napoli che lo ha scaricato. I motivi? La bega con De Laurentiis, riguardante la multa non pagata per l'ammutinamento post Salisburgo, pesa. Ma non è l'unica ragione. Friedkin ha preteso la visita di Milik in Svizzera per testare la condizione delle ginocchia. E dopo qualche ora ha chiesto uno sconto al Napoli. Il club ieri si è affrettato a smentire con un comunicato anche perché Milik era andato su tutte le furie: L'AS Roma smentisce qualsiasi illazione sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore, per il quale nutre profonda stima e rispetto. Non commenta mai e mai commenterà, né in una comunicazione ufficiale né in via confidenziale, lo stato di salute o la forma fisica di un calciatore di un'altra società. Una mossa diplomatica che non fuga i dubbi. La trattativa prosegue, ma lo stesso Milik si è irrigidito e ora pensa alla fuga in Premier. La bilancia pende con forza ancora dalla parte della Roma.

L'IRA DI DZEKO - Lo stop a Milik ha avuto ripercussioni anche sull'affare Dzeko-Juve. Il bosniaco sarebbe dovuto scendere in campo a Verona, ma secondo alcuni rumors avrebbe rifiutato a poche ore dal match. Il club bianconero alzerà leggermente l'offerta (18 milioni) e pare impossibile ormai vedere ancora Dzeko con la maglia della Roma. Domenica, quindi, Fonseca potrebbe ritrovarselo da avversario ma non avere ancora un numero 9 a disposizione. Un paradosso che ha fatto infuriare i tifosi. Nel mirino anche Fonseca (Non l'ho fatto giocare per preservarlo) già messo sulla graticola soprattutto dopo la sibillina dichiarazione di Allegri a Ballando con le stelle: Allenare la Roma? Vediamo.

LE ALTERNATIVE - Se entro le prossime 48 ore non si sbloccherà Milik la Roma andrà su altre piste. Quasi impossibile quella che porta a Morata, più alla portata quella per Jovic che il Real ha pagato 60 milioni un anno fa e che ora potrebbe cedere in prestito con diritto di riscatto. Più indietro Giroud e Belotti mentre per il ruolo di vice sale la candidatura dell'argentino Bustos.


Per Milik è ancora rimpallo con De Laurentiis

IL TEMPO - BIAFORA - Un weekend interlocutorio, che non ha fatto registrare passi avanti nell'operazione che dovrebbe portare Milik ad essere il centravanti titolare della Roma e Dzeko quello della Juventus. Dopo la cena di sabato sera tra uno degli agenti del polacco e il ds del Napoli Giuntoli ieri tutti i protagonisti della vicenda non sono ancora riusciti a trovare un accordo sulle varie questioni in ballo, con l’entourage dell'attaccante dei partenopei che ha confermato che da parte del club di Friedkin è cambiata l’offerta presentata a De Laurentiis per ciò che riguarda una parte dei bonus.

Viene poi ribadito che le visite mediche sono state superate a pieni voti, come ha sottolineato la stessa Roma in un comunicato: «Smentiamo qualsiasi illazione sullo stato della trattativa e ancor di più sulle condizioni fisiche del calciatore, per il quale nutriamo profonda stima e rispetto. Respingiamo l’attribuzione di qualunque giudizio sulle condizioni fisiche del giocatore».

Intanto in difesa, in attesa di sviluppi su Smalling, c'è da segnalare che nei giorni scorsi, prima di formalizzare l'affare Kumbulla, i giallorossi hanno fatto un’offerta al Galatasaray per arrivare a Marcao (centrale mancino). I turchi hanno rifiutato due proposte - l’ultima da 13 milioni - e ne chiedono almeno due in più. Da Trigoria restano interessati nonostante la priorità sia l'inglese del Manchester United.


Rivoluzione Friedkin: Rangnick, Allegri o Sarri, la Roma è già nel futuro

IL TEMPO - AUSTINI - La Roma di oggi, con Fonseca in panchina e Fienga dirigente plenipotenziario, non sarà quella di domani. Sotto traccia, con la discrezione che li contraddistingue, i Friedkin stanno costruendo un piano alternativo. Lo stesso Fienga lavora insieme ai procuratori e ai suoi contatti nel mondo del calcio italiano per impostare un nuovo ribaltone, da proporre alla proprietà non appena si renderà necessario. Insomma la posizione di Fonseca è tutt'altro che solida, per ora il portoghese resta in sella ma è già sotto esame.

Nel frattempo l’area sportiva dovrà presto avere un altro protagonista. Perché così non si va lontani e la rosa a dir poco parziale con cui la squadra si è presentata a Verona è la dimostrazione palese delle difficoltà. Tre i nomi attorno a cui ruotano gli scenari di un futuro più vicino di quanto si possa immaginare: Rangnick, Allegri e Sarri.

Il manager tedesco, che è stato a un passo dal Milan (qualcuno parla addirittura di accordi firmati) prima della conferma di Pioli, ha risolto il contratto con la Red Bull, dove ricopriva il ruolo di responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico. Da allenatore a direttore, negli anni Rangnick ha allargato il raggio d’azione e ora cerca una nuova realtà dove portare le sue idee. Sono stati gli uomini del fondo Elliott - i proprietari del Milan - a presentarlo a Dan Friedkin, che ha incontrato Rangnick a Londra qualche giorno dopo il closing con Pallotta. Una prima chiacchierata per conoscersi e a quanto pare il patron giallorosso è rimasto favorevolmente impressionato. Da qui si spiega l'uscita allo scoperto del tedesco, che in un'intervista del 30 agosto al Corsera ha parlato con cognizione di causa della Roma: «Ha vinto l’ultimo dei suoi scudetti 20 anni fa - ha ricordato l’ex uomo della Red Bull - e l’ultima Coppa Italia 12 anni fa», per poi elogiare i Friedkin definendoli «imprenditori di successo che cercheranno di rimettere la Roma sulla strada della vittoria». Parole non certo casuali. Ma cosa verrebbe a fare Rangnick alla Roma? Il direttore sportivo o l'allenatore? Lui vorrebbe tutti i poteri, Friedkin è tentato e ci ragiona su.

Intanto Allegri rappresenta un'opzione concreta per la panchina, qualora il club giallorosso decidesse di sostituire Fonseca. L'ex tecnico bianconero è libero e ha contatti con la Roma. Diretti e indiretti. Per ora si tratta di conversazioni informali, ma l'ipotesi di una chiamata esiste davvero. Ecco perché Allegri, durante le prove a Ballando con le Stelle, non sapendo di essere in diretta (siamo sicuri?), ha risposto così all’istruttrice che gli chiedeva se sarebbe venuto alla Roma: «Vediamo, non si sa. Devo rientrare perché... basta». Non ce la fa più a stare fermo Max, è stato a un passo dalla panchina dell'Inter, ora lo intriga quella giallorossa, a meno di una chiamata improvvisa da Parigi. O da Milano.

E Sarri? Il suo nome è «spinto» dagli agenti vicini a Fienga e dallo stesso Paratici, che ha ottimi rapporti con il Ceo romanista ma non sembra intenzionato a raggiungerlo a Trigoria, nonostante sia in uscita dalla Juventus. Il diesse bianconero punta più in alto, a club del livello del Barcellona per intenderci, intanto sta aspettando di chiudere l’affare Dzeko, a dir poco imbufalito per quanto accaduto nel weekend. Ma Paratici e Fienga non avevano fatto i conti con Friedkin, che ha bloccato l’operazione dopo le visite mediche di Milik, chiedendo di inserire nei contratti col Napoli il diritto a uno sconto qualora il polacco si infortunasse in futuro. Sì, i nuovi proprietari texani hanno iniziato a incidere. Com'è giusto che sia.


Terzino destro, centrale e regista: a Paulo non manca solo il bomber

IL MESSAGGERO - Non passi il principio che alla Roma serva solo un attaccante. Serve anche il suo vice, manca il centrale di difesa (e per Fonseca non deve essere uno qualsiasi, ma uno preciso: Smalling)  e il terzino destro. A coprire quel ruolo ad oggi ci sono Karsdorp, Peres e Santon. Nessuno dei tre è affidabile al cento per cento.

Radio mercato ci ha detto in questi mesi che Fonseca avrebbe gradito anche un regista vero, visto che Diawara e Veretout hanno caratteristiche diverse. Si era parlato di Torreira, che poi è stato mollato. Anche lì ci sono calciatori in abbondanza (possibile la virata tattica, passando al 4-3-2-1), ma nessuno è un regista, un organizzatore di gioco. Non lo è Cristante, che adesso sta addirittura facendo il centrale ma lui si sente un centrocampista offensivo, di inserimento; non lo è Pellegrini, già sperimentato ad inizio della scorsa stagione in quel ruolo. Queste esigenze verranno evase nel caso in cui si presentasse l'occasione.


Ora Dan inizia a fare sul serio e cambia tutto

IL TEMPO - CARMELLINI - Non ci hanno messo molto: per fortuna. Ai Friedkin è bastato probabilmente quanto visto nella loro prima uscita italiana, sabato sera al Bentegodi, per capire che c'era bisogno di metterci le mani.

Anzi, forse quella è stata solo la conferma di quanto pensavano, perché quando sono piombati a Verona dopo aver stretto mani e rassicurato tutti, avevano già deciso di intervenire: o comunque si erano già guardati attorno. E lo dimostra il fatto che qualche giorno prima c’era stato a Londra l’incontro non certo con uno qualsiasi. Perché Ralf Rangnick (ex giocatore, allenatore e adesso dirigente sportivo di rilievo) è abituato a decidere tutto, uno al quale devi consegnare le chiavi e poi fidarti: una scelta netta, senza mezzi termini che boccia o comunque spazza via tutto quello che c’era prima. È chiara quindi l'intenzione di entrare subito nel merito, sistemata la pratica amministrativa, anche della direzione tecnicadiuna squadra lasciata, nonostante la buona volontà di tutti, da sola: senza una strada da seguire.

Sbagliato credere che persone, pur valide dal punto di vista manageriale, che si sanno muovere alla grande nei palazzi del potere, possano con altrettanta efficacia costruire una squadra di calcio: fare incontri con i procuratori, valutare giocatori, prendere decisioni prettamente tecniche.  Quello è un altro mestiere. Ognuno faccia il suo di lavoro e pensare di risolvere tutto semplicemente cambiando l’allenatore è quantomeno riduttivo per una società lungimirante.

La ricorsa al nome roboante in grado di scaldare il cuore dei tifosi, potrebbe sembrare il goffo tentativo di lasciare tutto com'è: e i Friedkin su questo invece sembrano pensarla diversamente. Qui si cambia, anche tutto se serve, all'insegna di quel progetto (il solo pronunciare questo termine fa tremare i tifosi giallorossi visti i precedenti) di crescita preventivato da una nuova proprietà che ha deciso di entrare a fari spenti, senza i clamori e gli annunci costati così cari a Pallotta &Co.. È chiaro come, a differenza del tycoon di Boston, la famiglia Friedkin ha messo e metterà nella Roma soldi «propri» e non provenienti da un fondo comune. Quindi massima attenzione agli investimenti, spendere si, ma con oculatezza: ed è questo forse il motivo che ha consigliato a papà Dan di mettere un uomo «pratico» del settore al fianco del figlio Ryan che resterà in pianta stabile nella Capitale.

Una persona in grado di dare consigli giusti, di muoversi con disinvoltura tra gli squali che vivono nell'immenso acquario chiamato calcio e di far crescere questa Roma alla sua seconda esperienza americana: senza nulla togliere a chi la sta gestendo in questo momento. Dan sta iniziando a fare sul serio.


Allenamento Roma, ripresa lunedì mattina alle ore 10

La Roma, dopo l'impegno odierno contro il Verona, potrò usufruire in una domenica di totale riposo.
Gli allenamenti, infatti, sono stati fissati per lunedì mattina alle ore 10; quando Fonseca ed i suoi inizieranno lavorare in vista del big match contro la Juventus.


Hellas Verona vs Roma 0-0 | Solo un punto per la Roma alla prima stagionale

VIRGINIA RIFILATO - Primo impegno stagionale per la Roma, che ritorna al campionato e ad una nuova stagione sportiva. I giallorossi saranno di scena in trasferta contro il Verona.
Per questo impegno mister Fonseca opta per Mirante come portiere; con linea difensiva a tre composta da Mancini, Cristante e Ibanez. Diawara e Veretout in mezzo al campo con Spinazzola e Karsdorp sugli esterni. Mkhitaryan scelto come prima punta, con alle spalle Pellegrini e Pedro.

FORMAZIONI UFFICIALI

VERONA (3-4-1-2): Silvestri; Cetin, Gunter, Empereur; Faraoni, Tamèze, Veloso, Dimarco; Danzi; Tupta, Di Carmine.
A disposizione: Berardi, Pandur, Dawidowicz, Casale, Ilic, Rüegg, Bocchetti, Barak, Lovato, Stepinski, Udogie.
Squalificati: -.
Diffidati: -.
Indisponibili: Benassi, Lazovic, Magnani.
Allenatore: Juric.

ROMA (3-4-2-1): Mirante; Mancini, Cristante, Ibanez; Karsdorp, Diawara, Veretout, Spinazzola; Pedro, Pellegrini; Mkhitaryan.
A disposizione: Pau Lopez, Boer, Santon, Calafiori, Kumbulla, Villar, Perez, Kluivert, Antonucci, Dzeko.
Squalificati: -.
Diffidati: -.
Indisponibili: Bruno Peres, Pastore, Perotti, Zaniolo.
Allenatore: Fonseca.

Arbitro: Chiffi.
Assistenti: Preti- Rossi
IV Uomo: Giua.
VAR: Irrati.
AVAR: Tolfo.