Vecchi: "Secondo me Zaniolo non si è ancora reso conto di quello che sta facendo"

Stefano Vecchi, ex allenatore di Zaniolo nell'Inter Primavera, ha parlato del talento dela Roma per il Match Program giallorosso:

Che rapporto ha con Zaniolo?
"A volte ci scambiamo messaggi con Nicolò, ma preferisco non disturbarlo troppo. Però posso dire che ci siamo sentiti anche pochi giorni fa. Stavo sfogliando la rivista del settore tecnico di Coverciano. C’era un’immagine di Nicolò esultante con la maglia della Nazionale. Ho fatto la foto di quella pagina e gliel’ho mandata in privato su Instagram scrivendo: “Ti voglio vedere presto di nuovo così”".

E lui?
"Era il giorno di Brescia-Roma, mi ha risposto dopo la partita. Non appena era tornato al gol. Più o meno come in quella foto".

Gli ha portato fortuna
"Sì, è quello che mi ha scritto anche lui. “Grande mister, mi hai portato bene”. Mi ha fatto piacere rivederlo in campo ad un buon livello. Se lo merita".

Qual era la dote che più la impressionava di Zaniolo?
"La fisicità da giocatore di Premier League e un sinistro magico con cui riusciva a fare tutto. Lui ha sempre avuto queste qualità tecniche. Il lavoro che facemmo noi all’epoca fu soprattutto di convincerlo a non accontentarsi mai, fargli capire che doveva sfruttare ogni volta le proprie doti, in ogni partita. Perché ne aveva la possibilità. Caratterialmente, poi, è ancora più forte".

Forte in che modo?
"Nell’unica stagione in cui l’abbiamo allenato, io e il mio staff, posso dire che ha sempre avuto la capacità di farsi scivolare addosso qualsiasi tensione. È un ragazzo sempre sereno. Secondo me non s’è ancora reso conto del tutto di quello che sta facendo con la Roma e anche nella Nazionale maggiore. (ride, ndc)".

Ha mai avuto la sensazione di avere a che fare con il giocatore italiano più talentuoso della sua generazione?
"Ripeto, le qualità le ha sempre avute. La consapevolezza ce l’aveva anche l’Inter stessa, altrimenti non avrebbe speso dei soldi per prenderlo dall’Entella. Poi è stato deciso dai dirigenti di andare a concludere con la Roma l’operazione Nainggolan, calciatore che seguivano da anni e tutto si è compiuto. In quel momento il trasferimento fu vantaggioso per entrambi i club. Ed era difficile immaginare cosa sarebbe accaduto nel futuro".

Brava la Roma a crederci, dunque
"Sì, ma è stato bravissimo soprattutto lui a non pagare lo scotto del salto di categoria, imponendosi dall’inizio. Ed è stato altrettanto lungimirante Di Francesco a credere nelle qualità di Nicolò. Addirittura da farlo esordire al Bernabeu, contro il Real Madrid, in Champions League".

Fonseca, invece, l’ha consacrato esterno d’attacco
"Agisce molto bene in quel ruolo. Quando parte in progressione diventa difficile fermarlo. In ogni caso, Fonseca è bravo perché sa valorizzare le caratteristiche dei suoi giocatori. Per me è un allenatore capace. Ha dato dei segnali precisi, un’impronta riconoscibile di calcio propositivo. Si è adattato immediatamente al calcio italiano, portando qualche buona idea nel nostro campionato. Ora ha cambiato sistema di gioco, mettendosi a tre in difesa, dimostrando versatilità e intelligenza. E lo apprezzo per il carisma, il carattere che ha. Sta tenendo botta in un ambiente non facile".

Alludeva ad alcune idee innovative apportate dal portoghese.
"Non è mai stato banale o scontato. Ha dato tante soluzioni ai suoi giocatori. E ha anche trasmesso un’identità precisa di gioco. Inoltre, sa gestire il gruppo. Non a caso Dzeko è rimasto in giallorosso. Credo che l’allenatore lo abbia fatto sentire importante fino a diventare il capitano della squadra".

L’Inter di Conte, invece?
"È partita dando l’impressione di essere competitiva per lo scudetto, ma poi ha perso punti importanti per strada. L’Inter è in crescita costante. Con Spalletti erano stati ottenuti risultati, due qualificazioni consecutive in Champions. Ora Conte sta facendo bene. Si sta avvicinando al livello della Juventus, partendo da un gap importante. E credo in estate faranno altri investimenti per avvicinarsi ancora".

Per lei guidare l’Inter da tecnico in prima cosa ha significato?
"Una grandissima esperienza, contraddistinta da buoni risultati in un momento di difficoltà. Ma resto legatissimo al percorso con la Primavera. Abbiamo avuto a che fare con tantissimi ragazzi che ora giocano in Serie A. Zaniolo e non solo lui".

A proposito di settore giovanile, anche Stefano Vecchi s’è formato come calciatore nel vivaio interista.
"Ma non giocai mai in Prima Squadra. Feci un ritiro con Trapattoni e andai in panchina nella finale di Supercoppa Italiana che vincemmo 2-0 contro la Sampdoria. La carriera, poi, s’è sviluppata altrove e in altre categorie".

Oggi è alla guida del Sudtirol, in C.
"Lavoro in una realtà seria, organizzata, ambiziosa. Abbiamo fatto un buon campionato arrivando quarti, ma perdendo alla ripresa nel play-off. A Bolzano non c’è la storia calcistica di altre realtà, però il club è strutturato. Sono totalmente a mio agio".

Il campionato di Serie C a che punto è?
"Ho trovato un torneo più competitivo rispetto a sette anni fa. Con diversi giocatori interessanti in tante squadre. Restano alcuni problemi atavici nella categoria. La gestione dei club è in perdita, non ci sono grandi entrate economiche. Se non gli incassi al botteghino e la valorizzazione dei giovani. Lavoriamo tutti nella stessa direzione, per migliorare il movimento".


Allenamento Roma, Smalling torna in gruppo e contro l'Inter sarà a disposizione (foto)

La Roma si sta allenando in vista del match di domenica prossima contro l'Inter. Per Fonseca, come riferito via Twitter dal giornalista Filippo Biafora de Il Tempo, ci sono buone notizie. Infatti il difensore Smalling ha smaltito il problema all'adduttore destro ed è tornato a sostenere l'intera seduta in gruppo e per domenica tornerà a disposizione. Continuano a lavorare a parte Mirante, Fazio e Santon.

 


Roma, vittoria tra le polemiche. Fonseca blinda l'Europa League

LEGGO BALZANI - Il tris è arrivato, tra le polemiche. La Roma vince anche col Verona e blinda il quinto posto utile per la qualificazione in Europa League. Un successo meritato ma fanno discutere il mancato rigore dopo il contrasto di Pau Lopez su Zaccagni e quello successivo concesso alla Roma per intervento di Empereur su Pellegrini. «Guarda che banda che siete, senza vergogna», ha urlato Juric espulso subito dopo da Maresca. Il tecnico si è spostato in tribuna dove ha continuato a inveire contro l'arbitro in occasione di un altro rigore per fallo di mano di Dzeko non concesso al Verona: «È mano netta». Con tanto di bestemmia. Con le nuove regole il penalty ci poteva stare.

In mezzo alle polemiche c'è il gran possesso palla del Verona (70%) e il cinismo della Roma che sblocca la partita col rigore glaciale di Veretout e sfiora il bis con il palo pieno di Mkhitaryan.  Il Verona gioca, i giallorossi ripartono e sfruttano ogni minimo errore. Da quello di Amrabat nasce il gol del 2-0 partorito da Pellegrini e Spinazzola e finalizzato da Dzeko che rompe un digiuno lungo 5 partite. Il bosniaco non esulta, forse stufo delle critiche e delle voci di mercato che lo rivogliono all'Inter causa ingaggio elevato. Nella ripresa il Verona parte forte con Zaccagni che beffa Mancini e mette al centro per lo splendido tacco di Pessina. La squadra di Juric (che in tribuna non si è azzittato un attimo) continua a macinare gioco ma le occasioni buone le ha tutte la Roma che sfiora tre volte il gol chiudi partita: Lazovic salva sulla linea sul tiro di Mkhitaryan poi è Dzeko a bucare due volte la doppietta.

Nel finale solito rodaggio per Zaniolo che ha avuto un battibecco con Mancini per un mancato rientro del numero 22.  Nella discussione è intervenuto anche Veretout dando ragione al difensore. «Sapevamo che era dura, ma se non giochiamo da squadra queste partite non le vinciamo», l'ammonizione del francese.


Virginia vuole il suo Colosseo

IL TEMPO - MAGLIARO - L'accelerazione è di quelle importanti: dopo mesi di melina, rinvii, mezze parole, ieri il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato che la delibera sul progetto Stadio della Roma «a breve arriverà in Giunta». Non ha specificato la data ma ha chiarito che sarà a giorni«compatibilmente con gli atti che sono in lavorazione nei vari uffici. Poi - ha aggiunto il Sindaco - passerà in Assemblea, immagino, dopo l'estate».

Le elezioni comunali si avvicinano e lo Stadio della Roma diventa una succulenta carta elettorale da giocarsi: insomma, dal «cancelliamo il progetto» espresso dalla Raggi nella campagna elettorale 2016 siamo passati al «fortissimamente volli» il nuovo «Colosseo». Lunedì 20 dovrebbe arrivare il via libera definitivo dei consiglieri 5Stelle in Campidoglio i quali, dopo la riunione in streaming del 7 luglio, si sono presi due settimane per riflettere e poter leggere gli atti della due diligence interna. Ogni lunedì i grillini tengono una riunione di gruppo e per quella del 20 è calendarizzata la discussione finale sul progetto Tor di Valle.

Ottenuto questo via libera -un atto giuridicamente inventato ma politicamente importante - la strada dovrebbe spianarsi secondo un cronoprogramma abbastanza chiaro nelle sue linee essenziali: prima di tutto in Giunta vanno adottati i testi delle convenzioni con la Regione Lazio per la Roma-Lido di Ostia e con la Città Metropolitana per la via del Mare. Atti che poi dovranno essere firmati e inseriti come parte integrante della delibera Stadio. Non a caso, la Raggi ha aggiunto un passaggio alle sue dichiarazioni: «Intanto mandiamo avanti i lavori in Giunta». Completato questo step, gli uffici potranno consegnare tutte le carte complete e, a quel punto, inizierà il vero iter che porterà alla votazione finale in Assemblea Capitolina. Prima la Giunta, poi le Commissioni - saranno quanto meno cinque: Urbanistica, Mobilità, Lavori pubblici, Ambiente e Commercio - e il IX Municipio. Poi finalmente il voto definitivo.

Il nodo politico per la Raggi è proprio la votazione: è probabile un sostegno al progetto sia da alcuni consiglieri della Lega, di Fratelli d'Italia e del Pd ma è la conta interna ai grillini quella che desta preoccupazioni. Ci sono alcuni nomi - Simona Ficcardi, Alessandra Agnello, Gemma Guerrini - che circolano come di «dubbiosi» se non proprio «dissidenti». E sarà necessario capire se questo dissenso sarà confermato o meno. Dalle opposizioni, l'unica voce che si leva è quella del capogruppo Pd, Giulio Pelonzi che, però, per l'ennesima volta dimostra di non conoscere le norme che regolano il funzionamento del Consiglio comunale. Pelonzi chiede che le bozze del testo vengano preliminarmente analizzate «in Commissione urbanistica per dare modo ai consiglieri visionare tutti gli atti» prima dell'inizio dell'iter vero e proprio: gli atti sono già accessibili, l'analisi preliminare non è prevista ed è anche pericolosa dato che costituirebbe una duplicazione di passaggi burocratici, un rallentamento ulteriore dell'iter e un precedente pericoloso per qualunque futuro progetto.


Tris servito per l'Europa

IL TEMPO - CARMELLINI - La Roma ne vince un'altra. La terza consecutiva, soffrendo più di quanto avrebbe dovuto, in una partita che doveva chiudere più volte ma che è rimasta aperta fino all'ultimo sospiro contro il Verona mai domo di Juric. Ma a Fonseca va bene anche così, consolida il quinto posto rifilando due punti al Napoli fermato sul pari a Bologna e rispondendo al successo del Milan sul Parma.

Il portoghese cambia ancora, inventa Kolarov centrale viste le assenze di Smalling e Fazio e continua a dar fiducia a Mancini e Ibanez nell'ormai nota difesa a tre. Per il resto è la Roma migliore senza Cristante ma con Diawara: conferme anche per Veretout e Mhkitaryan divenuto ormai uno degli intoccabili del tecnico portoghese. Pronti via e la Roma e avanti: prima rischia grosso sul primo affondo del Verona, poi sul ribaltamento di fronte Maresca concede ai giallorossi un rigore generoso. Dal discetto Veretout fa 1-0, poi mezz'ora di buon Verona, prima del 2-0 firmato Dzeko. Il bomber segna lt gol numero 105 (sesto di testa quest'anno) con la maglia della Roma, grazie alla gran palla recuperata da un grande Spinazzola. Il primo tempo non dice altro, se non l'insolita quanto inutile espulsione di Juric. Il tecnico ospite esplode in occasione del rigore giallorosso: "Che banda che siete, senza vergogna" urla all'arbitro che tramuta il giallo già estratto in un cartellino rosso. Finita? Macché, Juric continua a dare indicazione ai suoi urlando dalla tribuna nel silenzio spettrale di un Olimpico formato Covid.

Si riparte con il gran gol del 2-1 di Pessina dopo il quale la Roma avrebbe potuto più volte chiudere il discorso ma Mhkitaryan prima e due volte Dzeko non riescono a segnare dei gol già fatti. Clamoroso quello sbagliato dal bomber bosniaco al 74' che lascia tutti con l'amaro in bocca perché ci sarà da soffrire fino ai tre fischi di Maresca che faranno tirare un sospiro di sollievo alla banda di Fonseca arrivata in fondo senza fiato. Ora giusto il tempo di una doccia e poi di nuovo in campo: domenica sera all'Olimpico arriva l'Inter e stavolta per portar via l'intera posta servirà qualcosa di più.


L'AS Roma e Nike risolvono l'accordo di partnership

L'AS Roma e Nike hanno comunicato in data odierna di aver risolto anticipatamente il loro accordo di partnership e di sponsorizzazione tecnica.

Il Club aveva firmato nel 2013 con la multinazionale statunitense un contratto pluriennale, che ora volgerà al termine al concludersi della stagione 2019-20.

“La risoluzione anticipata di questo accordo commerciale consentirà all’AS Roma di esplorare nuove opportunità nel mondo dei materiali tecnici e del licensing”, ha dichiarato Francesco Calvo, Chief Operating Officer dell’AS Roma.

Per la stagione 2020-21, Roma e Nike hanno stipulato un nuovo accordo in base al quale Nike continuerà a fornire in esclusiva alla Società tutto il materiale tecnico da gara, da allenamento e casual della Prima Squadra, delle squadre giovanili e delle squadre femminili.


Spadafora, Ministro dello Sport: "Ci prepareremo affinchè a settembre ci siano le condizioni per riaprire gli stadi"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato durante il Question Time odierno della possibilità di riaprire gli stadi al pubblico:

"Con il ministro della Salute e con il Comitato tecnico scientifico riteniamo di dover continuare sulla linea di prudenza che ci ha consentito di far ripartire le attività sportive. Ci prepareremo in modo forte affinché a settembre, alla ripresa del nuovo campionato, ci siano davvero le condizioni per poter riaprire gli stadi e poter permettere ai tifosi di partecipare alle competizioni sportive. Se è vero che all’interno degli stadi ci potrebbero essere le condizioni per il distanziamento di un numero ridotto di spettatori, viene però considerato molto rischioso l’afflusso di un numero importante di persone che vanno a dirigersi tutte insieme verso un unico luogo con mezzi autonomi o con il trasporto pubblico. Mancando ormai poco più di due settimane alla fine del campionato, sarebbe difficile per le leghe e per le società organizzare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza. Il mio impegno è che tutto possa essere attuato a partire dal mese di settembre".


Ibanez: "Oggi è una partita dura. Dobbiamo vincere"

Roger Ibanez, difensore della Roma, ha parlato ai media prima del match contro il Verona:

IBANEZ A ROMA TV

Come stai?
"Sto bene, anche fisicamente. Oggi sappiamo che è una partita dura e dobbiamo vincere".

Oggi c'è la possibilità di trovare la terza vittoria consecutiva.
"Cerchiamo di farlo perché dobbiamo mantenere la continuità. Facciamo tutto quello che possiamo in campo per trovare la vittoria".

Sono partite importanti anche per preparasi all'Europa League e alla sfida col Siviglia.
"Ci sono ancora tante partite, bisogna pensare partita per partita. Giochiamo come sappiamo e andiamo forte".


Verre: "Sempre bello tornare qui, ma penso al Verona"

Valerio Verre, attaccante del Verona cresciuto nel settore giovanile giallorosso, ha parlato ai media prima del match contro la Roma:

VERRE A SKY SPORT

"E' sempre bello tornare qui, dove sono cresciuto. Ma penso al Verona e a dare tutto in questo finale di stagione".


Roma vs Verona 2-1 | Nella ripresa la Roma soffre ma porta a casa i tre punti

DALL'OLIMPICO - FEDERICO FALVO - La Roma, dopo i successi contro Parma e Brescia, ospita il Verona con l'obiettivo tre punti per tenere a distanza Milan e Napoli. Anche per questa partita Paulo Fonseca opta per la difesa a tre con Mancini, Ibanez e Kolarov. Out Cirstante, con Diawara e Veretout sulla mediana e Bruno Peres e Spinazzola esterni. Dzeko punta con alle spalle Pellegrini e Mkhitaryan.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Ibanez, Kolarov; Bruno Peres, Diawara, Veretout, Spinazzola; Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
A disposizione: Cardinali, Fuzato, Cetin, Zappacosta, Cristante, Villar, Pastore, Perez, Perotti, Zaniolo, Ünder, Kluivert, Kalinic.
Squalificati: -.
Diffidati: Diawara, Dzeko, Kluivert, Santon.
Indisponibili: Santon, Smalling, Fazio, Mirante.

VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Empereur, Günter, Kumbulla; Faraoni, Amrabat, Veloso, Lazovic; Pessina, Zaccagni; Verre.
A disposizione: Radunovic, A.Berardi, Rrhamani, Badu, Dimarco, Eysseric, Di Carmine, Lucas, Stepinski, Salcedo, Lovato, Borini.
Squalificati: -.
Diffidati: Amrabat, Faraoni, Lazovic, Rrahmani, Verre.
Indisponibili: Adjapong, Bocchetti, Danzi, Dawidowicz, Pazzini.

Arbitro: Maresca.
Assistenti: Schenone-Villa.
IV: Dionisi.
VAR: Di Bello.
AVAR: Fiorito.


Roma, ora servono i gol di Dzeko

IL MESSAGGERO - In vista del finale di stagione, la Roma ha bisogno dei gol di Edin Dzeko, a secco da 5 giornate. Il bosniaco vorrà riprendere la sua corsa a cominciare dal Verona, avversario che per il bosniaco rappresenta sempre qualcosa di speciale, avendo debuttato con la maglia giallorossa proprio contro i gialloblù. Le due perle contro la Sampdoria, datate 24 giugno, sembrano già appartenere alla preistoria. E così questa settimana, dopo averlo fatto riposare col Brescia, Fonseca si affida nuovamente a lui per chiudere in anticipo la pratica-Europa League. Nel frattempo il futuro è un rebus e benché a Trigoria smentiscano, senza Champions e in attesa del passaggio di proprietà, la Roma è costretta ad abbassare i costi di gestione. Iniziare da chi, a marzo spegnerà 35 candeline e pesa 14 milioni lordi di ingaggio a stagione per altri due anni, potrebbe rivelarsi una necessità più che una volontà.


L'addio di Pellegrini servirà per finanziare la conferma di Zaniolo

LEGGO - BALZANI - Nel piano pro Zaniolo spunta un pericolo. Per resistere alle tentazioni mondiali per il 21enne più promettente del nostro calcio, infatti, la Roma rischia di dover rinunciare a un altro talento: Lorenzo Pellegrini. La posizione del centrocampista di Cinecittà non è mai stata così in bilico tanto che la dirigenza non ha ancora fissato un appuntamento per il rinnovo con adeguamento ed eliminazione della clausola.
Al momento chi vuole prendere Pellegrini deve fare solo due cose: pagare 30 milioni (in due annualità) e convincere il giocatore a lasciare la sua squadra del cuore. Il secondo aspetto sembra più ostico del primo. La cessione di Lorenzo permetterebbe alla Roma di mettere il tassello più grande nel piano plusvalenze estivo che comprende anche Florenzi, Schick, Under e Kluivert. In attesa del possibile cambio di proprietà.  L'interesse più concreto per Pellegrini arriva dal Psg di Leonardo, mentre è calato quello di Juve e Inter complice anche l'abbassamento di rendimento del giocatore in confronto a quello di altri concorrenti come Tonali, Castrovilli o lo stesso Zaniolo che ieri ha dichiarato: «Se giochiamo come a Brescia battiamo il Verona, ci mancano i tifosi».  I numeri di Lorenzo in questo 2020 sono in picchiata: zero gol e tre assist in 12 partite. Nel 2019, in 23 gare, i passaggi vincenti erano stati nove e le reti tre. Ma più che i dati (quello relativo agli assist resta alto) fa discutere la difficoltà di Pellegrini di sapersi caricare la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà tant'è che l'unico gol davvero pesante della sua carriera giallorossa resta il tacco nel derby nel 2018 quando il ruolo di trequartista disegnato da Di Francesco sembrava calzargli a pennello.  Una piccola impronta se paragonata a quanto fatto alla sua età (24 anni) dai tre capitani romani che lo precedevano ovvero Totti, De Rossi e Florenzi. Di tempo Pellegrini per esplodere davvero ne ha. Per questo nella Roma non tutti sono convinti di lasciarlo partire. Meno dubbi su Dzeko che di fronte a una buona offerta sarà sacrificato visto l'ingaggio da 7,5 milioni. Non c'è solo l'Inter (che offre Vecino), ma pure la Juve. Capitolo Smalling: passi avanti con lo United ma serve ancora qualche milione. Il difensore non recupererà per domani col Verona quando torneranno Mkhitaryan e Cristante.