Garzya: "Petrachi ha fatto sempre gli interessi della società. Non credo abbia insultato Pallotta"

Luigi Garzya, ex difensore della Roma dal 1991 al 1994, ha detto la sua sulla sospensione del DS Petrachi ai microfoni di Centro Suono Sport:

Un giudizio sulla sospensione di Petrachi?
Questa situazione è stata attuata per cercare di evitare di pagare i restanti due anni di contratto. È una situazione particolare perché Gianluca avrà lavorato 5-6 mesi. Io lo avevo avvertito che Roma era una piazza particolare, però posso assicurare che ha fatto sempre gli interessi della società. Purtroppo ha questo carattere che non gli ha permesso di andare d’accordo con la stampa romana e così è dura sopravvivere a Roma”.

È possibile che abbia insultato Pallotta tramite messaggio?
Non c’è stato amore tra le parti. Gianluca era stato preso per fare squadre con pochissimi soldi, non ha avuto un gran rapporto con Pallotta. La verità la sanno solamente loro, non penso abbia insultato il presidente. Se avesse fatto una cosa del genere, penso che l’avrebbero licenziato per giusta causa. Non sapremo mai cosa sia realmente successo”.

Petrachi è un personaggio un po’ scomodo?
Quando dici le cose in faccia non piaci a tante persone. Ci sono persone che prediligono il fatto che tu sia dipendente e devi stare zitto e pedalare. Io sono contento di Gianluca perché è uno che le cose non le manda a dire ma con educazione, non penso sia una persona che mandi a quel paese una persona. Se fosse accaduto questo, sarebbe già stato licenziato”.

Durante Sassuolo-Roma sembra si sia “accesa la miccia” con lo spogliatoio…
Ma sono tutte scuse, se un DS entra negli spogliatoi per spronare la squadra va bene. Forse avrà sbagliato i tempi, ma questa non è una motivazione per esonerare un dirigente dopo 5 mesi. Se andiamo ad analizzare, la Roma è anche una buona squadra. I giallorossi sono una squadra in vendita in questo momento, è una situazione particolare e sotto questo aspetto l’ambiente non è sereno. In questo momento, tutti i dirigenti dovrebbero contare fino a 10 prima di parlare”.

Pallotta ha gestito male questa situazione?
Pallotta sembra quasi un presidente onorario, fisicamente non c’è mai e la Roma questa sua lunga assenza sicuramente l’ha accusata. È vero che Pallotta ha dei dipendenti che si occupano di queste cose, ma delle volte deve metterci la faccia”.


Bovo: "Allenarsi con la Roma dello scudetto era come fare 10 anni in uno. Fonseca propone idee diverse"

Cesare Bovo, ex difensore della Roma ed oggi collaboratore di Liverani al Lecce, ha ricordato l'anno dello scudetto capitolino ai microfoni di Non è la Radio:

"A Roma abbiamo fatto una partita non da noi, ma sicuramente i valori sono diversi, quindi non sono quelle le nostre partite. Mister Fonseca propone un lavoro di un allenatore con idee diverse, si vede la sua mano sulla squadra e il lavoro settimanale. I giallorossi propongono cose nuove. Io feci tutto l’anno con la Prima Squadra, aggregato da dopo il ritiro: giocavo con la Primavera, ma facevo qualche panchina se c’era bisogno. Per me è stato un anno di assoluta crescita, perché allenarsi con quella Roma stratosferica in ogni elemento, dall’allenatore ai giocatori, è stato importantissimo per la mia crescita. È stato come crescere tutto insieme, quasi dieci anni in uno, a differenza di quanto succede nel settore giovanile, quindi ricordo tutto con grande piacere. Non mi sento parte dello scudetto, ma è stato un anno inspiegabile per me. Capello? Era un allenatore che non parlava molto, ma gli bastavano due parole o uno sguardo per farsi capire. Una cosa che noto rispetto a quando ero giovane io: adesso i giovani sono molto più esuberanti e attaccati a cose un po’ superficiali, mentre con noi, soprattutto con quelle generazioni di allenatori, i valori dello stare al proprio posto e dell’imparare dai più grandi venivano esasperati. Poi comunque lui aveva una grande autorità, e io, che ero un ragazzo timido, al massimo gli dicevo “buongiorno”. Con lui, per un giovane bastavano poche parole per capire cosa volesse consigliarti. E i suoi consigli pratici mi sono rimasti per tutta la vita".


Baldini e De Sanctis per Pedro e cessioni

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Chiudere l’arrivo di Pedro, per cercare di far felice Fonseca e dare un segnale positivo alla piazza. È questa la priorità della coppia che guiderà, sotto Fienga, l’area sportiva della Roma: Morgan De Sanctis e Franco Baldini. Il primo per ora non sarà promosso formalmente a d.s. ma sarà il dirigente che lavorerà sul mercato e sarà l’uomo più vicino alla squadra. Da Londra e dal Sud Africa tutto sarà supervisionato da Franco Baldini, che si occuperà delle operazioni più importanti, ma non tornerà a Roma. Con una nuova proprietà si penserà a un nuovo direttore sportivo: piace Paratici, ma sono esclusi i ritorni di Massara e Sabatini.


Personalismi, gaffe, esibizioni muscolari: il club ha detto basta

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Provando a definire con una sola parola il sentimento che si respira nella Roma in questi giorni, verrebbe fuori questa: stupore. Nessuno cerca alibi, ma a tutti sembra incredibile come un anno fa il club si sia battuto strenuamente per legarsi con Gianluca Petrachi, che poi non si è rivelato adatto alle esigenze comunicazionali richieste dal ruolo di direttore sportivo della Roma. Eppure non è stato solo questo a portare allo scontro, con possibili strascichi, visto che si dice come Petrachi voglia fare causa per mobbing. A portare alla dissoluzione del rapporto è stato il puntiglio che il d.s. avrebbe mostrato negli ultimi giorni. Gli è stato detto di scusarsi con Pallotta per un messaggio definito irriguardoso. Ma il dirigente non ha raccolto l’invito, dicendo anzi che era a lui che avrebbero dovuto fare le scuse. Ma oltre a ciò sono state tante le uscite mediatiche a vuoto, dai meriti che si era attribuito nella trattativa sul rinnovo di Dzeko in tempi “sbagliati”, fino alla sua definizione del calcio come di “uno sport non per signorine“. Non sono piaciuti nemmeno i modi utilizzati a Trigoria, tollerati finché non hanno invaso l’area di Fonseca. L’irruzione nello spogliatoio durante l’intervallo della partita con il Sassuolo ha ghiacciato i rapporti con allenatore e squadra.


Fienga e il futuro: “Il d.s. sospeso? Era inevitabile, ma le ambizioni non cambiano”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Scompiglio nell’universo giallorosso. Ieri la Roma ha sospeso il d.s. Petrachi, da tempo non più in sintonia con i vertici del club e del gruppo. Guido Fienga, Ceo della società giallorossa, ha allora deciso di spiegare in un’intervista quali sono piani futuri adesso e che cosa sia successo con il dirigente salentino. Queste le sue parole:

La sospensione del ds a pochi giorni dal ritorno in campo sembra un autogol: quasi a volersi far male da soli. Cosa è successo?

Non crediamo che la Roma si stia facendo male. Proseguiamo convinti nel nostro progetto di crescita e ci affidiamo agli uomini che sappiamo interpretarlo. Avremmo voluto evitare la decisione di sospendere il d.s., ma evidentemente è stata inevitabile, essendosi rotto un rapporto fiduciario, che è la base di una relazione. Ma la concentrazione di club e squadra resta massima, in vista del campionato e dell’Europa League.

I social però ribollono. C’è chi pensa che la separazione dal ds sia dovuta a un ridimensionamento della ambizioni.

Innanzitutto ci tengo a dire che il progetto Roma non prevede ridimensionamenti, prescinde dai singoli e va avanti sulle stesse traiettorie che abbiamo sempre illustrato. Non cambia di una virgola l’intenzione di far salire di livello società e squadra con elementi all’altezza per far stare la Roma lì dove merita: ai vertici del calcio italiano e protagonista in Europa. Petrachi ha partecipato allo sviluppo di questo progetto, ma è stato evidente, specie nelle ultime esternazioni pubbliche e private, un disallineamento nella sua percezione dei ruoli e nel rapporto con i vertici della società. In ogni caso, il disallineamento non riguarda assolutamente temi di mercato.

 

I modi bruschi e le uscite a vuoto mediatiche del d.s. sono ormai note, ma non si poteva proprio temporeggiare?

Mi creda, avremmo preferito evitare una scelta del genere a una settimana ad una ripresa della stagione, soprattutto considerando la fatica che abbiamo fatto per riprendere. Evidentemente non è stato possibile.

La trattativa con Friedkin è ancora aperta?

Il tema della cessione del club è un discorso che riguarda la proprietà, che fa le sue valutazioni. Ma è assolutamente chiaro il compito del management che guida il club: portare la Roma sempre più in alto con un percorso di sviluppo che consenta a tutti i giocatori, dai giovani talenti ai campioni più esperti, di soddisfare le loro legittime ambizioni di giocare qualsiasi competizione sempre con la possibilità di vincerla. L’eventuale cambio della proprietà non ha alcun impatto sulla strategia e sulle modalità di gestione del club.

A volte i nomi dei giocatori giallorossi vengono associati ad altri club come se la Roma fosse un supermercato…

Io credo che già la scorsa estate la Roma ha dimostrato di non essere un supermercato, come molti la descrivevano o la consideravano. Il nostro obiettivo è quello di trattenere i giocatori migliori e sinergici ai nostri piani di crescita, offrendogli un progetto dove possano realizzare le ambizioni che nutrono. E posso assicurare che, dall’allenatore ai calciatori, il senso di appartenenza al progetto è veramente forte. In ogni caso, parlare di mercato quando ci sono 12 partite e l’Europa League da giocare è prematuro. Puntiamo a conseguire gli obiettivi e trattenere i giocatori che dimostreranno il loro valore. Il mercato ora è legato solo a completare alcune cessioni già impostate. Vogliamo entrare in Champions e vincere l’Europa League.

Quindi Pellegrini e Zaniolo restano?

La risposta è nei concetti che ho spiegato. Far trovare qui a Nicolò e Lorenzo riscontro alle loro ambizioni. Questo è il modo più corretto di motivare i nostri giocatori e fargli vedere il futuro sempre nella Roma.


Friedkin insiste. Ecco l’offerta inviata a Pallotta

LA REPUBBLICA - PINCI - Mentre la Roma esplode nell’ennesima questione con il caso Petrachi, c’è un osservatore interessato. Dan Friedkin non si è arreso all’idea di rinunciare all’acquisto della società giallorossa. Anzi, il magnate texano ha da qualche ora fatto arrivare segnali chiari: l’interesse è ancora vivo. Lo testimonia l’ultima proposta partita dal Friedkin Group all’indirizzo di Pallotta, un all-in da chiavi in mano, per come la vedeva l’offerente: 125 milioni da versare al closing, più altri 52 nei prossimi 6 mesi. A cui aggiungere ovviamente i 300 milioni di copertura del debito, ma soprattutto 85 milioni che il gruppo acquirente avrebbe investito entro il 31 dicembre nella squadra di calcio. Per coprire perdite e acquistare giocatori. Voci ricorrenti poi parlano di altri due gruppi che avrebbero mostrato interesse per la Roma. Ma la situazione del club non permette attese lunghe: e le condizioni proposte da Friedkin restano ancora sul tavolo.


Petrachi-Roma, è rottura. L’ombra di Baldini sul mercato

LA REPUBBLICA - CARDONE, PINCI - Ora la rottura è definitiva. La Roma ha sospeso il direttore sportivo Gianluca Petrachi, apice di una tensione germogliata durante il lockdown e materializzata, al ritorno del dirigente a Trigoria, con un’intervista molto poco gradita ai giocatori e un sms carico di rancore nei confronti del presidente James Pallotta. Per il momento le sue competenze sono state assorbite da Fienga, dirigente più alto in grado. Ma dietro di lui continuerà ad operare Franco Baldini, consulente sempre più presente nelle strategie di mercato della Roma: ha in pugno l’acquisto di Pedro e tratta lo scambio tra Kluivert e Mkhitaryan con l’Arsenal.

 


Petrachi sospeso, Roma senza pace

IL TEMPO - AUSTINI - Non ci si annoia mai a seguire le vicende della Roma. L'ultima puntata di una telenovela non proprio divertente è la sospensione del direttore sportivo Gianluca Petrachi, decisa ieri dopo che lo stesso aveva seguito a bordo campo l'allenamento mattutino della squadra. Sospeso e non licenziato, una roba mai vista, che ora può portare a due soluzioni: un accordo sulla buonuscita con separazione consensuale, oppure una causa in tribunale che potrebbe partire da ambo le parti. 

Pallotta, che già da tempo aveva scaricato il diesse, ha rotto gli indugi dopo aver ricevuto da Petrachi un sms di insulti (scritto in italiano) venerdì scorso e ha deciso di affidare la squadra direttamente a Guido Fienga, come annunciato dal comunicato ufficiale del club. Il Ceo, che ha rapporto diretto con i giocatori e Fonseca e ormai da mesi si occupa anche di calciomercato, è quindi il nuovo plenipotenziario di Trigoria. Sarà affiancato nell’attività di direzione sportiva da Morgan De Sanctis, che ha il patentino da diesse ed è quindi autorizzato anche a svolgere le funzioni burocratiche: ieri il dirigente abruzzese era segnalato a colloquio con l’agenteAlessandro Moggi, figlio di Luciano. Ovvero il nemico storico di Franco Baldini, che continua da Londra a trattare giocatori della (e per la) Roma in Inghilterra.

Petrachi era ormai un uomo solo, si è sentito fatto fuori dalla strategie, invaso nel suo campo e anche negli ultimi giorni ha continuato a sbottare a destra e sinistra, ma non ha intenzione di dimettersi e di lasciare sul tavolo il contratto da 1.2 milioni netti a stagione per altre due stagioni. In meno di un anno si è ritrovato contro diversi giocatori, in parte Fonseca che non gradiva le sue intemerate negli spogliatoi, gli altri dirigenti, la proprietà e persino i collaboratori che si era portato dietro da Torino: il segretario Longo, con cui ha litigato dopo una conferenza stampa in cui attaccò i media, e lo scout Cavallo restano per ora in sella. Ma è evidente che questa è una situazione transitoria, in attesa della cessione del club: Pallotta continua a cercare acquirenti negli Usa, Friedkin, seppur irritato, è ancora alla finestra.

Intanto Fonseca prepara la ripartenza: ha ritrovato in gruppo Pellegrini mentre si è fermato Mkhitaryan per un lieve affaticamento. Visita ok per Zaniolo dopo l’operazione al naso, ora punta a tornare disponibile nel giro di 15-20 giorni.


L’Uefa «allegerisce» il Fair Play Finanziario e allunga il mercato

IL TEMPO - BIAFORA - La Uefa viene incontro ai club sulla questione del Fair Play Finanziario. Dopo l'incontro sul calendario di mercoledì, ieri il Comitato Esecutivo si è riunito ed ha approvato una serie di misure di emergenza per ridurre l'impatto del Coronavirus sulle finanze dei club. L'obiettivo della federazione di Ceferin è quello di «affrontare il problema attuale della carenza di entrate dovuta all'emergenza COVID-19 e nona una cattiva gestione finanziaria».

Da parte della Uefa non c'è l'intenzione di fare sconti sui debiti scaduti ed è stato stabilito che cambieranno i periodi di monitoraggio. I bilanci chiusi nel 2018 e nel 2019 saranno valutati insieme (il deficit permesso è di 30 milioni): una buona notizia per i club italiani, a partire dalla Roma, che rientrerà agilmente all’interno dei parametri. Il monitoraggio successivo riguarderà invece quattro esercizi (dal 2018 in avanti), con quello del 2020 che sarà valutato insieme a quello del 2021, facendo la media del deficit combinato e consentendo ulteriori aggiustamenti specifici legati al Covid. In sostanza la deadline del 30 giugno non avrà alcun valore nell'attuale stagione (niente cessioni immediate per la Roma) e ci sarà un anno di tempo per sistemare la situazione dei bilanci. 


Kluivert: “Voglio vincere l’Europa League e segnare più spesso”

Justin Kluivert, attaccante della Roma, ha rilasciato un’intervista a Goal e Voetbalzone, nella quale ha parlato sia dei suoi progressi che dei suoi obiettivi, passando anche per l’inevitabile paragone con il padre. Queste le sue parole:

Come ti trovi con Fonseca?

All’Ajax e il primo anno alla Roma giocavo molto largo, ora invece sono più un numero 10 o faccio l’ala sinistra a piede invertito. Mi piace molto perché ho più libertà e posso trovare la mia posizione. Il mio secondo anno sta andando molto meglio, sono soddisfatto. Nella scorsa stagione era tutto nuovo: lingua, compagni, stile di gioco. Devi abituarti a tutto. Ora sono felice.

Quali sono i tuoi obiettivi?

Sono concentrato sull’obiettivo Champions e sull’Europa League. C’è ancora molta strada da fare ma vogliamo vincerla. Sarà un torneo ad eliminazione diretta quindi molto emozionante. Io voglio segnare più spesso e raggiungere quota dieci goal. Smalling è un guerriero, ha subito fatto la differenza. E anche Mkhitaryan segna, fa assist: è importante per la squadra. Posso sicuramente imparare da loro. Alla Roma parlo molto con i compagni più giovani come Cengiz Under o Karsdorp perché parla olandese ed è un ragazzo eccezionale.

Come vivi il paragone con tuo padre?

Un giorno spero di diventare una leggenda come mio padre. Nel mio nuovo ruolo segno più goal ma non sono ancora al suo livello. Lui pensava fosse meglio restare all’Ajax però mi ha supportato. All’Ajax mi vedevano tutti come il grande talento, è strano che non credano più in te a causa di un trasferimento. Se continuo a fare del mio meglio posso dimostrare che si sbagliavano.

Qualche anno fa hai vinto il NxGn. Questo ti ha creato maggiori pressioni?

Io adoro giocare a calcio. Faccio le cose per piacere e non sento la pressione per questo.

Quali sono gli obiettivi con la Nazionale per il prossimo anno?

Avrò un anno in più di esperienza e spero di guadagnarmi la convocazione. L’anno scorso non ero pronto, ora devo fare del mio meglio ed il premio arriverà automaticamente.

Che cosa ne pensi del razzismo?

Il razzismo è la cosa peggiore al mondo, non appartiene a quest’epoca. Dovrebbe essere finito, ma sfortunatamente non è così. Dobbiamo tutti rendere il mondo un posto migliore, insieme.

Farai qualcosa a riguardo in caso di gol?

Vedremo. Io non ho subito mai offese razziste, ma molti altri sì. Il calcio invece dovrebbe essere solo divertimento.


Leggero affaticamento muscolare per Mkhitaryan. In dubbio per la Sampdoria

La Roma continua il periodo di avvicinamento al match contro la Sampdoria, e se da un lato gioisce per Pellegrini che è rientrato in gruppo dall'altro si rammarica per Mkhitaryan.
L'armeno infatti, come riportato da calciomercato.com, ieri ha accusato un leggero affaticamento muscolare che verrò monitorato nei prossimi giorni. Ma le sue condizioni mettono in forte dubbio la presenza in campo contro la Sampdoria.


Tentata rapina ai danni di Cristante. Ma il giocatore riesce a fuggire

Mattinata di paura per Bryan Cristante, avvicinato da due individui mentre era in auto in zona Prati. I due armati di pistola, come riferisce ilmessaggero.it, hanno provato a strappargli dal polso il Rolex.
Ma Cristante è riuscito a fuggire sporgendo immediatamente denuncia al commissariato più vicino.