Juventus-Roma: i convocati di mister Gasperini
Ecco i calciatori a disposizione del tecnico.
Portieri: Svilar, Gollini, Vasquez
Difensori: Rensch, Angelino, Tsimikas, Celik, Hermoso, Mancini, Ziolkowski, Wesley, Sangaré, Mirra, Ghilardi
Centrocampisti: Cristante, Pellegrini, Kone, Baldanzi, Pisilli, Bah
Attaccanti: Ferguson, Soulé, Dybala, Bailey, El Shaarawy
Gasperini: "Hermoso è in dubbio per un affaticamento. Vogliamo misurarci con la Juve"
Gian Piero Gasperini, alla vigilia di Juventus-Roma, è intervenuto in conferenza stampa.
Come sta la squadra? Dovbyk?
“Dovbyk non è recuperato, anche se si sta allenando da parecchio sente ancora ha difficoltà a calciare. Per il resto ci siamo tutti a parte i due che sono partiti. Hermoso ha qualche problema ma speriamo di risolvere”
Perché ha preferito la Roma alla Juventus?
“Perché la Roma era più difficile (ride ndr). Sono contento di come è andata. Ora ci troviamo a giocare questa partita importante. La Juventus rimane una grande squadra, forte e che ha sempre la possibilità di rafforzarsi. Nel suo DNA c’è sempre l’intenzione di giocare ai massimi livelli per vincere. Noi arriviamo a questa partita da due belle prestazioni, vogliamo misurarci con questa squadra perché il campionato è nella fase più bella”
Come sta Dybala dal punto di vista psicologico? La Roma con un centravanti di peso ha sempre vinto.
“Importante è che sia un centravanti di qualità, l’importante è avere un centravanti. Non abbiamo mai giocato in 10. Dybala vediamo se è in grado di giocare dall’inizio o un spezzone. Le motivazioni sono sempre molto alte, non credo abbia questi problemi. L’importante è che stia bene, che possa calciare bene, giocare sui livelli che ci si aspetta da lui.”
Che peso ha il +4 sulla Juventus?
“Credo che siamo stati bravi: 15 partite sono una buona striscia che può dare indicazioni. Non so se siamo tra le più forti, ce ne sono altre forti. I ragazzi sono stati bravi in questi mesi in quasi tutte le partite, anche in quelle che non abbiamo vinto. In poche partite siamo stati deludenti. Il gruppo ha motivazioni forti, è cresciuto a livello tecnico e come compattezza di squadra. La forza sono i pochi gol pesi, ma la squadra ha sempre cercato anche di costruire opportunità e gol”
Che tipo di profili vuole sul mercato? Zirkzee e Raspadori?
“Niente di tutto questo. Domani c’è una partita molto importante. Per loro anche sarà importante per riagganciarci, noi dobbiamo tenerli distanti e cercare di aumentare il vantaggio. Bello giocare questa partita con questa classifica, per tutto il resto c’è tempo”
Quant’è cambiata la Juventus da inizio stagione? Il rapporto con Spalletti?
“Il rapporto con Luciano è amichevole. Quando era all’Inter è capitato di andare a cena insieme. Con la nazionale ci sentivamo spesso, è venuto tante volte anche a Zingonia. Ora ci sentiamo poco ma ci saluteremo cordialmente, c’è un clima sereno. Subentrare non è mai facile, credo stia cercando di portare le sue idee. Mi sembra che la Juventus sia cresciuta nelle ultime partite, hanno sempre giocatori di livello, è sempre una partita di valore Giocare con la Juve sarà un bel parametro per noi per misurarci e capire quanto possiamo essere forti”
Dai giocatori ha avuto segnali particolari su questa partita? Per lei la Juventus è un’avversaria come le altre?
“Normalmente, in tutta Italia e forse anche in Europa, quando giochi contro la Juventus ci sono sempre grandi motivazioni e una rivalità molto sentita in tutte le piazze. Credo che questa sia una situazione che, per quanto mi riguarda, anche per l’esperienza fatta nel settore giovanile di quella società, finisce per temprare la squadra, perché si trova sempre di fronte avversari estremamente motivati. Questo, anziché diventare uno svantaggio, a volte può rappresentare uno stimolo: almeno in passato era così. Nella mia carriera la Juventus è sempre stata un riferimento. Batterla non è successo molte volte, anzi, più spesso ho perso, soprattutto negli anni dei nove scudetti consecutivi, quando era davvero difficilissimo affrontarla. Però, quando riuscivi a vincere contro la Juventus, significava che eri competitivo e a un livello molto alto, perché anche nelle stagioni meno brillanti resta sempre una squadra tra le migliori, di altissimo livello”.
Le ultime due prestazioni di Rensch l’hanno convinta? Celik tornerà in difesa? Che problema ha Hermoso?
“Ha un affaticamento, quindi speriamo di riuscire a recuperarlo in tempo. Non è una stiramento, non è un problema muscolare, nulla di tutto questo. Vorrei toccare il meno possibile la squadra, perché per portare Celik dietro devi poi spostare un esterno, Mancini, e muovere tante cose: rischi di coinvolgere tre giocatori per rimpiazzarne uno solo. Non è l’ideale. È chiaro però che l’assenza di Ndicka ci costringe sicuramente a fare delle prove. Le soluzioni sono quelle: Ziolkowski, Celik, Ghilardi. Se dovesse mancare anche Hermoso, come dicevo prima, e anche Rensch, questo ci metterebbe indubbiamente un po’ più in difficoltà”.
Rensch può giocare anche nei tre dietro?
“Sì”
Come si sta sviluppando il calcio italiano dal punto di vista didattico?
“Per fortuna il calcio è fatto di tante componenti, si può giocare in tanti modi per fortuna. Se fossi riduttivo non piacerebbe così tanto. C’è spazio per grandi e piccole novità. Quello che non mi piace è questa situazione del portiere, bisogna trovare il modo di velocizzare. La regola degli 8 secondi viene applicata pochissimo, quando la palla è a terra passano 30 secondi prima che il portiere inizi a giocare. L’altra cosa che mi piace poco è il tempo con cui gioca il portiere. Contro l’Inter, il portiere del Como ha avuto 51 volte la palla tra i piedi e questo non piace alla gente. Il calcio è giocare in avanti, capisco il possesso palla ma così che possesso palla è? Il pubblico vuole vedere contrasti, dribbling, gioco in avanti. Così rischia di diventare un calcio brutto, più simile al calcetto, che può essere bello da giocare ma a volte brutto da vedere. Occorrerà studiare qualcosa che porterà a giocare a calcio in avanti Quando vedo il portiere che tiene la palla tra i piedi 20 secondi non mi piace”
Quanto è soddisfatto della crescita di Soulé?
“Sono soddisfatto di lui e di tutti. È una squadra che gioca con grande spirito e che ha il consenso dei propri tifosi anche quando non riesce a ottenere il risultato sperato, e questa è la cosa più importante. Su di lui, sicuramente, è tra quelli che si distinguono di più, perché ha caratteristiche particolari, quelle di cui parlavo prima, che piacciono maggiormente alla gente”.
Mancini a La Stampa: "Non sono un cattivo. Sul campo subentrano tanti fattori come l'adrenalina"
Gianluca Mancini ha parlato a il quotidiano La Stampa.
Negli occhi di tutti c’è ancora lei che discute animatamente con Fabregas al termine di Roma-Como: è davvero cattivo o la disegnano così?
«Assolutamente no, basta parlare con chi mi conosce bene. Poi in campo subentrano tanti fattori, come l’adrenalina e la tensione, che fanno parte di una competizione. Ma non mi sembra di essere mai stato protagonista di gomitate, entrate killer o pugni in faccia: i miei sono tutti scontri di gioco».
Le dà fastidio o la motiva di più essere antipatico ai tifosi avversari? Detto che per i romanisti è un beniamino…
«Penso a giocare con la massima dedizione, dando tutto per la maglia della mia squadra, per i miei compagni e per me stesso. L’antipatia di chi tifa per le squadre avversarie può dispiacere, ma preferisco sempre essere visto di buon occhio dai miei tifosi».
La Roma è la squadra che ha fatto più punti nel 2025 e la difesa meno battuta in Serie A.
«So di far parte di un grande gruppo: nel 2025 abbiamo fatto buonissime cose. La somma dei punti, riguardando due campionati differenti, va contestualizzata: alla fine conta il presente. La difesa meno battuta è la sublimazione di un lavoro di squadra eccezionale: un portiere che rappresenta un valore aggiunto; una batteria di difensori forti, a prescindere da chi gioca, che tiene l’ultima parte della squadra; centrocampisti che corrono non so quanti chilometri; attaccanti che fanno una pressione incredibile».
Sessione di esami per la Champions, con la Roma comunque almeno quarta: dopo il Como, la Juve. Sale la difficoltà?
«Tutte le partite rappresentano degli step: ogni incrocio può rappresentare una trappola. Dopo gli inciampi con Napoli e Cagliari, portare a casa una gara come quella col Como è stato importante. La sfida con la Juve è bella e stimolante: ci sarà da sudare, ma ci arriviamo carichi».
Avverte la mancanza di non aver mai giocato la Champions con la Roma?
«Mi manca. Non è un peso, ma un obiettivo. Vincere la Conference, così come arrivare in semifinali e finale di Europa League, è stato bellissimo. Ma sentire quella musichetta dei campioni piacerebbe».
Piacerebbe anche ai Friedkin…
«La nostra è una proprietà forte, generosa e disponibile: lo ha dimostrato prendendo Gasperini, una scelta giusta e importante. La famiglia Friedkin ha voglia di portare la Roma più in alto possibile e ha arricchito il brand del club. Noi siamo orgogliosi del loro operato e del loro progetto».
Come è il Gianluca Mancini del 2025 rispetto a quello arrivato alla Roma nel 2019?
«Sono arrivato che avevo 22 anni. Tantissime partite, battaglie, sofferenze, delusioni, felicità, emozioni: qualcosa di bellissimo che voglio continuare a vivere qui».
Il momento più bello è stato vincere la Conference League a Tirana?
«Tirana è stata unica. Vincere quella coppa non era semplice: sollevare il primo trofeo, vedere Roma e i romanisti felici mi ha riempito di orgoglio».
E quello più buio? La finale di Europa League persa?
«Sì, ripensando all’andamento della partita».
Come ha ritrovato, dopo sei anni, Gasperini?
«Il solito mister che ti insegna calcio e ti carica. Un maestro, ho avuto la fortuna di averlo all’Atalanta e già mi aveva fatto capire tante cose. L’ho ritrovato identico».
Quello che è successo un anno fa alla Roma con Ranieri?
«Quando Ranieri ha aperto la porta dello spogliatoio è stato come vedere una luce nuova. Ci ha fatto stare bene, nella nostra testa è scattato qualcosa».
Anche lei, avendo vinto la Conference, è del partito che un trofeo a Roma valga di più un titolo altrove?
«Sì, ha un valore enorme. Ricordare quello che è successo con la Conference, pensando di poterlo rivivere, mi fa quasi piangere dall’emozione».
I due ex della Signora
Soulè e Dybala con due storie diverse e un unico desiderio. Riprendersi la scena contro la squadra che li ha mandati via.
Cercano i primi gol alla Juve da avversari. Matias giocherà titolare, Paulo deve convincere Gasperini.
Fonte - corsport
Main sponsor, in arrivo novità nelle prossime settimane
L'idea sarebbe quella di una partnership con "Stake" - sponsor dell'Everton che da marzo non potrà essere più esposto sulle divise dei Toffees.
In Italia la situazione è delicata: Stake è un'azienda che si occupa di gioco d'azzardo (ed esporre il nome sulle maglie sarebbe illegale per il "Decreto Dignità"), per questo l'unico modo sarebbe quello di sponsorizzare un sito correlato e che si occupa - ad esempio - di news. Sono attese novità nelle prossime settimane.
Non è il sottosopra
Gasperini è cresciuto alla Juventus, prima da calciatore e poi da tecnico. Per Spalletti percorso inverso: la consacrazione a Roma, l'addio, il ritorno e ora il bianconero.
Entrambi hanno fatto la gavetta in provincia prima di raggiungere i vertici del calcio italiano e non solo. Accumunati dal gioco offensivo, hanno fatto da modelli per tanti altri tecnici venuti dopo di loro.
Fonte - ilromanista
Raspadori subito, Zirkzee poi. Dovbyk fa posto alla coppia per Gasp
Dopo il weekend nuovo contatto Roma-Atletico Madrid. Dovbyk piace al West Ham.
Dopo Napoli e Atletico Madrid, Raspadori non vuole più accontentarsi del ruolo di comparsa. Due scudetti e un Europeo a 25 anni, ma l'attaccante è in cerca del suo nuovo centro di gravità permanente. Ora vuole continuità dopo gli esordi al Sassuolo con De Zerbi e le vittorie con Spalletti e Conte.
Fonte - ilromanista
Gli opposti che non si attraggono
Quella di domani non è soltanto una sfida di campo: la rivalità fra Juventus e Roma rappresenta due visioni del mondo contrapposte. Da un secolo e nonostante i recenti avvicinamenti “politici”. È sempre tempo di far prevalere i nostri colori sul bianco&nero. Il culmine dell'attrito negli anni 80. Scudetti contesi pure a inizio millennio, con la coda del 2014. Scontri anche sul mercato, dalla tripla cessione del '70 a Pruzzo e Boniek e gli "scippi" di Moggi. Di recente ostilità affievolite tra i due club ma l'avversione in campo e fra i tifosi resta viva.
Fonte - ilromanista
Grandi manovre per Zirkzee
La punta del Man.Utd vuole la Roma: i giallorossi premono.
Bailey può lasciare il posto all'olandese. Il giamaicano possibile partente a gennaio (più Ferguson).
Fonte - corsport
Paulo in caldo
Dopo le 4 panchine Dybala punta la Juventus. Al netto degli infortuni non era mai stato fuori dall'undici titolare per più di 3 volte di fila.
Celik sulla linea dei centrali. Pellegrini e Soulè con Paulo.
Fonte - corsport
Hermoso è rifiorito col Gasp
Il difensore spagnolo voleva partire in estate.
Il tecnico della Roma ha creduto nelle sue doti e nell'esperienza. Ora è il leader dello spogliatoio.
Fonte - corsport
De Rossi chiama Pisilli
La Roma è incerta su Pisilli. Presto un vertice di mercato.
Le trattative ora entrano nel vivo: il Genoa è tra i club più attivi. Il giovane 61 giallorosso ha messo insieme 7 presenze tra A e Europa League in questa stagione. In tutto 202 minuti con nessun gol all'attivo.
Fonte - corsport
