Zoff: "Per tornare a giocare ci vogliono regole certe e chiare. L'orario delle partite è un falso problema"

Dino Zoff, ex portiere e CT della Nazionale Italiana, ha parlato sulle pagine de Il Mattino, per dire la sua sulla ripartenza del campionato:

"Tornare a giocare subito è il male minore, ma ci vogliono regole certe e chiare, senza distinzioni. Se gli scienziati dicono che si può ripartire dobbiamo fidarci. Non credo sarà questo il problema principale. Ci sono tanti nazionali in ogni squadra e loro sono abituati alle grandi manifestazioni: molte partite degli Europei e dei Mondiali non si giocano forse a luglio e di pomeriggio? Quindi ora niente alibi, è un falso problema".


Serie A, si lavora per la ripartenza. Si dovrebbe ricominciare con i recuperi della 25esima giornata

E' attualmente in corso l'Assemblea di Lega Serie A, in cui si deciderà in che modo ripartire il 20 giugno. Le opzioni sono due: iniziare con i recuperi della gare non disputate a causa del lockdown o inziare con tutte le gare della 27esima giornata.
Come riportato da Sportmediaset si dovrebbe ricominciare il 20 e 21 giugno con i recuperi di Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma e Verona-Cagliari, validi per la 25esima giornata.
Il 23 e 24 giugno, turno infrasettimanale, si disputerà la 27esima giornata con la Roma che ospiterà la Sampdoria e via di seguito giocando ogni tre/quattro giorni salvo intoppi.


Samuel: "A Roma ho dato sempre tutto. Fonseca mi piace molto, ha le idee chiare"

Walter Samuel, ex difensore della Roma dal 2000 al 2004, ha parlato ai microfoni di Roma TV durante la trasmissione A casa dell'ex:

Come stai?
"Bene, sono qui a casa, adesso un po’ più libero, ma tutto bene. Per fortuna adesso la situazione sta migliorando".

Il periodo appena trascorso?
"Sì vorrei salutare dei familiari che ho in Argentina e persone che conosco a cui sono morti dei cari, è stato molto brutto. Io mi sento argentino, ma vivo da tanti anni qui, due miei figli sono nati in Italia. Sento molto dispiacere per quello che è successo, speriamo che possa finire al più presto per tornare alla normalità".

Cos’hai fatto durante il lockdown?
"Ho fatto un po’ il cuoco la sera, mi toccava. Ho un piccolo spazio dietro casa e ho approfittato imparare a fare alcuni piatti che mi piacciono ma che non avevo mai fatto. Alcuni sono riusciti bene, altri meno".

All’Inter però tu cucinavi e gli altri mangiavano.
"No, facevamo tutti insieme, io però rimanevo tanto davanti alla griglia, insieme a Nico (Burdisso, ndr) ed altri ragazzi. Mi piaceva stare lì intorno, avevamo tutti dei compiti: Zanetti girava per i tavoli, noi stavamo alla griglia".

A Roma come mangiavi?
"Bene bene. È stato un periodo bellissimo, ho ottimi ricordi di Roma, lì è nata la mia prima figlia, abbiamo fatto una cosa incredibile vincendo lo Scudetto. Per il mangiare c’era di tutto, ti dicevano “Ci penso io” e non finivano più di portare roba da mangiare e pure buona. In Argentina non mangiavo tanto pesce, invece a Roma ho iniziato a mangiarlo e mi piace tanto".

Capello controllava tutto?
"Sì, il mister era un bel martello, personalmente mi ha fatto crescere molto. Lui ha tenuto in riga tutti, sapeva quando sgridare la squadra e ammorbidirsi, come dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Mi ha dato molta fiducia, lo ringrazierò sempre".

Da avversario, che sensazioni avevi ad affrontare la Roma?
"Le prime volte era una sensazione non dico brutta, però strana. C’erano giocatori con cui avevo giocato, come Totti, De Rossi, Cufré, era strano affrontarli. Piano piano è passata e poi subentra la voglia di vincere. A Roma ho dato sempre tutto, ero tranquillo non sentivo pressioni. I tifosi mi vogliono ancora bene, mi scrivono spesso anche sui social, mi fa piacere che sono rimasto nei loro pensieri. Ho giocato in un gruppo fantastico, durante i quattro anni alla Roma".

Su De Rossi al Boca Juniors?
"Ha fatto una scelta coraggiosa, andare in Argentina anche con la famiglia, io ho fatto il percorso inverso. È stata una bella sfida. Per me ha fatto bene se se la sentiva, io ho giocato in stadi incredibili, ma quello stadio è unico. Mi dispiace poi che abbia lasciato, perché forse altri sei mesi o un anno poteva fare qualcosa di importante. Come ha detto Burdisso, poteva aiutare anche gli altri ragazzi a crescere, perché Daniele è un ragazzo intelligente sia calcisticamente, che fuori dal campo. È durata poco, ma secondo me lui se l’è goduta tantissimo".

Che tipo di allenatore sei?
"Non ho un modulo preciso in mente, forse il 4-2-3-1, o il 4-3-3. Guardando il calcio e sentendo anche gli altri allenatori, penso che ognuno debba decidere in base ai giocatori a disposizione, sono pochi quelli che possono scegliere i giocatori. Forse soltanto chi allena le squadre importanti può scegliere quali giocatori prendere. Quello che ho chiaro è che mi piace il coraggio nella squadra, che prenda in mano la partita, non voglio una squadra che attenda".

Ti piace la Roma di Fonseca?
"Sì mi piace molto, ho anche avuto il piacere di conoscerlo, quando con il corso siamo andati a trovarlo. Sia lui che il suo staff mi sembrano molto preparati, spero che nel futuro possa arrivare a lottare per lo Scudetto. Mi sembra  una persona intelligente, con le idee chiare. Ci ha ricevuto benissimo, lo ringrazio ancora per questo. Fa un bel calcio, ha le idee chiare, ha giocatori a disposizione che possono crescere come Zaniolo e Pellegrini, la Roma può migliorare ancora".

Il tuo gol al Lecce nell’anno dello Scudetto su assist di Candela?
"Nemmeno ricordavo chi avesse fatto il cross. Sono stato molto contento, è stata una gara molto difficile. In Italia nessuna gara è facile, quella era una partita chiusa, in cui avevamo sofferto, anche se dovevamo vincere per forza. Ho avuto la fortuna di fare gol e mi è esplosa la gioia. Vincent era unico, era un trequartista a sinistra in pratica. Sinceramente penso che con quella squadra potevamo vincere di più, peccato".


Villar: "Non vedo l'ora di tornare in campo, Roma è la città più bella del mondo. Con Fonseca cresco ogni giorno"

Gonzalo Villar, centrocampista della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi tramite il profilo Twitter ufficiale della società:

 Il 20 giugno torna la Serie A, quanto aspetti il momento di tornare in campo?
"Non vedo l'ora. Speravo fosse il 13 la data per giocare, ma dovremo aspettare un pochino di più".

Eri nervoso prima del match col Cagliari? Ricordi del match?
"Ad essere onesti, non ero nervoso. Ero concentrato sul match e mi sono divertito da quando siamo saliti sul bus per andare allo stadio fino alla fine del match, che è stato pazzesco".

Il compagno più scherzoso? E quello più serio?
"Il più scherzoso Spinazzola. Il più serio non saprei, siamo una squadra divertente, scherziamo sempre tra noi".

Nemmeno Kolarov?
"Lui mi ha trattato come un fratellino dal primo giorno"

Le prime impressioni di Roma?
"All'inizio ero stupefatto, poi quando ho realizzato ero solo felice. Quando sono arrivato qui in due giorni ho ricevuto una quantità irreale di supporto. Non vedo l'ora di tornare in campo".

Il tuo rapporto con Perez?
"È stato fantastico da quando abbiamo fatto la prima esperienza insieme all'estero. Ci siamo incontrati nella Spagna U21, è stato fantastico per noi ritrovarci".

Ci vorrebbe il primo gol.
"Spero che arrivi presto, anche se sarà un peccato non festeggiare davanti ai tifosi".

Differenze tra Roma ed Elche?
"Facciamo allenamenti molto simili, perché entrambi i mister amano giocare col pallone. Con mister Fonseca cresco ogni giorno".

Che ne pensi della città di Roma?
"La amo, è la più bella città del mondo. Amici e familiari non vedono l'ora di venire quando si potrà".


Veretout: "Sono molto felice alla Roma. Campionato? Vogliamo ripartire"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni a beIN Sports:

"Sono molto felice a Roma, voglio rimanere il più a lungo possibile. Lavoro ogni giorno per migliorare, ho ancora molto da imparare. Campionato? Vogliamo tutti riprendere“.


Mancini: "La Nazionale sarà a Bergamo e Milano quando le condizioni consentiranno di riaprire gli stadi"

Roberto Mancini, CT della Nazionale, ha scritto al Think Magazine dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia. Queste le sue parole:

«È molto importante che si ritorni a giocare. Contribuirà a risollevare lo spirito del Paese senza mai dimenticare le migliaia di vittime del Coronavirus. Per ricordare quelle vittime, così come per celebrare tutti i protagonisti di questa lunga e ancora difficile lotta alla pandemia, la Nazionale sarà a Bergamo e Milano, quando le condizioni consentiranno di riaprire gli stadi, per testimoniare la solidarietà degli Azzurri al Paese e agli Italiani nell’ambito del progetto "Lo Scudetto del Cuore". Perché la Nazionale, che nelle scorse settimane ha compiuto 110 anni, è il simbolo di un Paese che nelle grandi difficoltà non molla mai, con uno spirito di collaborazione straordinario da parte di tutti gli italiani. Penso che non dimenticheremo mai questo periodo, con le sue tragedie e le sue sofferenze, anche io ho perso un amico di infanzia che lavorava come volontario alla Croce Rossa. Il campionato di calcio, e di conseguenza l’attività internazionale della Nazionale, potrà ridare alla nostra vita una parvenza di normalità: ci saranno difficoltà da affrontare e gestire, dal numero delle gare da giocare in un periodo compresso al fatto di dover scendere in campo in stadi vuoti, senza il calore dei tifosi, ma sono convinto che tutti i protagonisti, calciatori e allenatori, sono pronti per tornare a fare il proprio lavoro e regalare alle persone quelle emozioni che lo sport, e ancora di più il calcio per la sua dimensione nazionalpopolare, è in grado di dare». 


Gonalons: "Non mi ha contattato nessuno, appartengo ancora alla Roma"

Maxime Gonalons, centrocampista di proprietà della Roma in prestito al Granada, è stato accostato al Dijon. A tal proposito, il calciatore transalpino ha commentato a beIN Sports:

"Non so da dove provengano queste informazioni. Il mio agente mi ha telefonato. Fino ad oggi non ci sono stati contatti. Appartengo ancora alla Roma. Nel mio contratto con il Granada ci sono due clausole che non sono state ancora validate. Voglio davvero finire questa stagione qui. Abbiamo vissuto momenti incredibili prima del virus. Eravamo sul punto di raggiungere la finale della Coppa del Re e siamo noni in campionato, proprio dietro alle grandi".


Ufficiale, la Serie A ripartirà dal 20 giugno. Il calendario sarà reso noto nei prossimi giorni

L'Assemblea della Lega Serie A si è riunita oggi alla presenza di tutte le 20 Società collegate in video conferenza. I Club hanno accolto con soddisfazione il via libera alla ripresa della Serie A TIM comunicato ieri dal Ministro Spadafora e hanno votato all'unanimità la disputa dei 4 recuperi della sesta giornata di ritorno (Atalanta - Sassuolo, Hellas Verona - Cagliari, Inter - Sampdoria e Torino - Parma) nel weekend del 20/21 giugno e la programmazione dell'ottava giornata di ritorno a partire da lunedì 22 giugno. Inoltre, accogliendo l'auspicio del Ministro Spadafora, l'attività sportiva della stagione 2019/2020 riprenderà da subito con la Coppa Italia, la cui finale è programmata per il giorno 17 giugno. Date e orari delle gare saranno resi noti dalla Lega Serie A nei prossimi giorni.


Calcio no stop

IL MESSAGGERO - Oggi si decide il futuro del calcio italiano, il governo dovrebbe dare  il via libera alla ripresa della stagione 2019-2020. Le date restano quelle: 13 giugno o più probabilmente 20 giugno. La Serie A si chiuderà il 2 agosto, poi via con le Coppe Europee. La stagione attuale, come già comunicato dalla FIGC, si chiuderà ufficialmente il 31 agosto, la prossima si apre il giorno dopo, con il mercato estivo che si svolgerà dal primo settembre al primo ottobre 2020. Insomma tutto è già stato stabilito, non ci saranno stop, vanno solo limati alcuni dettagli. Ci sarà anche la Coppa Italia, da capire invece il futuro della Supercoppa.  In tutto spazio anche all'Italia di Roberto Mancini che si radunerà dal primo al 9 di settembre per preparare le due gare di Nations League.


Serie A, appuntamento per la ripartenza ma nel Bologna c'è già un caso Covid-19

IL MESSAGGERO - La Serie A è pronta a ripartire, ma il rischio di inciampare è ancora alto. Il caso del Bologna ha ribadito ancora una volta quanto sia sottile il filo su cui il futuro del campionato è in equilibrio. Un membro dello staff rossoblu è in isolamento e la squadra chiusa in ritiro per 2 settimane. Il Cts lo ha ribadito: dai 14 giorni di stop non si scappa. Oggi il ministro Spadafora alle 18,30 incontrerà in video conferenza Figc e Lega di A. Si deciderà come e quando ripartire, con data probabile 20 giugno.  Il grande nodo è quello delle gare in chiaro. Spadafora non boccia l'idea ma spera che Lega e Sky trovino un accordo, con la Rai che resta alla finestra. Nel frattempo il Ministro ha chiarito che saranno emessi voucher per rimborsare proprietari di biglietti o abbonamenti visti gli stadi vuoti.


La Bundesliga non sarà più sola

IL MESSAGGERO - Dopo la Bundesliga si sta pian piano rimettendo in moto tutto il calcio europeo, pur partendo dai tornei con meno appeal. In attesa di Premier, Serie A e Liga ripartono i massimi campionati in Danimarca (oggi), Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia. Ad inizio giugno si ripartirà anche in Grecia e Portogallo. L'Italia dovrebbe cominciare il 13 o il 20, così come il campionato inglese (il 19), mentre la Liga spagnola darà il via nella settimana dell'8 giugno. La Francia, come anche l'Olanda, il Belgio, la Scozia, Malta e il Lussemburgo,  ha scelto anzitempo di stoppare tutto. Intanto in Inghilterra, in attesa della riapertura della Premier, sono cominciati gli allenamenti collettivi.


Effetto Covid sul pallone: sarà la prima recessione

GAZZETTA DELLO SPORT - Anche il calcio conosce la parola crisi. Il dopo Covid infatti è un grande buco nero, qualche colpo è già arrivato, qualche altro arriverà. Di sicuro, sarà la prima volta dall’inizio del XXI° secolo che il calcio farà un passo indietro. Il movimento aveva continuato a crescere persino quando nel 2008 e negli anni successivi il resto del mondo era stato investito dalla tempesta finanziaria. La nuova ricerca di Kpmg, che calcola l’Enterprise Value, il valore d’impresa, dei 32 migliori club, però, per il quarto anno consecutivo, cioè da quando lo studio viene elaborato, viaggia al +12% al 1° gennaio 2020. La cattiva notizia è che per la prima volta nella Top Ten delle società più pregiate non figura nessuna italiana: la Juventus, che era decima, è scivolata di una posizione. Real Madrid e Manchester United hanno mantenuto le prime due posizioni, con un valore rispettivamente di 3 miliardi e 478 milioni e di 3 miliardi e 342 milioni, mentre il Barcellona ha scavalcato il Bayern Monaco al terzo posto. Male le italiane,  L’Inter si colloca al 14° posto. Disastrosi, al contrario, i numeri del Milan: è l’unica società, fra le 32 migliori d’Europa, ad avere visto diminuire il proprio valore negli ultimi quattro anni (-3%). Oggi il suo valore è crollato a 526 milioni (22° in classifica), inferiore a quelli di Roma e Napoli presenti in classifica al 16° e 17° posto, mentre la Lazio si sistema in 28a posizione.