Definito il prestito di Cetin all'Hellas Verona

L'Hellas Verona ha definito con la Roma il passaggio di Mert Çetin in Veneto. Il giocatore si trasferirà in prestito con diritto di riscatto e controriscatto in favore dei giallorossi per 15 milioni di euro. Lo riporta Sky Sport. 


Il Pallone d'Oro 2020 non verrà assegnato

In questo 2020, per la prima volta da quando è stato istituito nel 1956, non verrà assegnato il Pallone d'Oro. A riferirlo è France Football tramite il proprio sito ufficiale.
Dunque in questa stagione nessun giocatore potrà fregiarsi di questo illustre riconoscimento. Il motivo della sospensione è dovuto all'emergenza Covid-19 che ha compromesso la stagione sportiva e di conseguenza non permette vi siano gli equi presupposti per assegnare il premio.


La prossima settimana incontro tra la Roma e l'agente di Zaniolo per chiarire la situazione

Negli ultimi giorni i rapporti tra la Roma e Zaniolo sembrano essere diventati un pò tesi. Il tutto ha avuto inizio mercoledì scorso contro il Verona quando il giocatore è stato ripreso dal mister Fonseca e dai compagni per non aver aiutato in fase difensiva. Ieri, incvece, il giocatore non è sceso in campo contro l'Inter per un problema al polpaccio.
Ma sia Zaniolo che il proprio agente (Vigorelli) vogliono vederi chiaro e, come riferisce Sky Sport, si incontreranno la prossima settimana con la dirigenza della Roma per capire il futuro del giocatore e la gestione che ne vorrà fare il club.


Roma vs Inter 2-2 | La Roma si fa male da sola, ma porta a casa un punto

La Roma, dopo il successo casalingo di mercoledì scorso contro il Verona, torna all'Olimpico per affrontare l'Inter. Un big match che Fonseca decide di affrontate nuovamente con la difesa a tre. Confermato Kolarov nei tre davanti Pau Lopez, insieme a Mancini e Ibanez. A centrocampo agiranno Veretout e Diawara con esterni Bruno Peres e Spinazzola. Confermato anche il reparto offensivo con Mkhitaryan e Pellegrini dietro Dzeko.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Ibanez, Kolarov; Bruno Peres, Veretout, Diawara, Spinazzola; Pellegrini, Mkhitaryan, Dzeko.
A disposizione: Cardinali, Fuzato; Zappacosta, Smalling, Cetin; Perotti, Villar, Pastore, Cristante; Under, Kalinic, Perez, Kluivert.
Squalificati: -.
Diffidati: Diawara, Dzeko, Kluivert, Santon.
Indisponibili: Mirante, Fazio, Santon, Juan Jesus, Zaniolo.
Allenatore: Paulo Fonseca.

INTER (3-4-1-2): Handanovic; Bastoni, De Vrij, Skriniar; Candreva, Barella, Gagliardini, Young; Brozovic, Sanchez, Lautaro.
A disposizione: Padelli, Berni, Godin, Lukaku, Moses, Ranocchia, Borja Valero, Esposito, Agoumé, D’Ambrosio, Biraghi, Eriksen.
Squalificati: -.
Diffidati: Borja Valero, De Vrij, Gagliardini, Vecino.
Indisponibili: Sensi, Vecino.
Allenatore: Antonio Conte.

Arbitro: Di Bello.
Assistenti: Cecconi, Galetto.
IV: Giua.
VAR: Guida.
AVAR: Di Vuolo.


Petrachi licenziato fa causa a pallotta Fienga gestisce il mercato pre-cessione

Una volta ricevuta la notifica di una decisione già presa da tempo (licenziamento per giusta causa), Petrachi ha deciso di fare causa alla Roma. Il ds è pronto ad impugnare il licenziamento e presentarsi davanti alla sezione lavoro del Tribunale di Roma. Una decisione inevitabile non essendoci ad oggi l'accordo Collettivo tra Lega Serie A e direttori Sportivi.

Al netto del giudizio sull'operato tecnico, privarsi di Petrachi rappresenta un salto nel vuoto. E se De Sanctis ricopre ufficialmente il ruolo per la modulistica federale, tocca a Fienga acquisire le mansioni dell'ex granata. Ad affiancare il CEO c'è Baldini che si sta occupando in prima persona anche del gruppo sudamericano interessato all'acquisizione del club. Baldissoni, invece, si sta muovendo sul versante dei paesi arabi. Tutte operazioni che necessiterebbero almeno di 6 mesi tra due diligence e proposte varie.

Oggi pomeriggio la Roma - Fienga, Baldissoni, il medico sociale Manara e il team manager Gombar - è attesa in Procura Federale: la vicenda riguarda il deferimento per non aver rispettato il distanziamento in panchina al San Paolo contro il Napoli. Il club giallorosso ha chiesto di essere ascoltato.


Zaniolo-Fonseca alla resa dei conti?

LEGGO - BRUNI - L'infastidito, il disorientato, il redarguito. Nella Roma che batte il Verona e avvicina la qualificazione all'Europa League, ci sono tre generazioni calcistiche che vivono momenti differenti: Edin Dzeko, Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo. Il bosniaco, tornato al gol dopo 5 partite e nonostante la solita buona prova, in determinati momenti della partita è apparso nervoso e stranamente impreciso sotto porta.  Il tutto arricchito da qualche sbuffata un po' troppo plateale verso alcuni compagni. Cose di campo che, tuttavia, hanno fatto raddrizzare di nuovo le antenne ai tifosi, consapevoli di quanto il numero 9 giallorosso sia sempre ambito dall'Inter. Discorso a parte, invece, per Pellegrini. Quello che fino a poco tempo fa, per tutti, era Il Magnifico ora sembra prigioniero di sé stesso. Vittima e carnefice allo stesso tempo, come un dannato che deve sempre fare la giocata più difficile per dimostrare il proprio (enorme) valore e ricordare a tutti che pure lui è nato nella capitale. Come Francesco Totti e Daniele De Rossi. Romani, romanisti e capitani che rappresentano un modello da seguire, non da emulare per forza.  Infine, c'è Zaniolo. Giovane, forte ma che ogni tanto dimentica di fare i compiti. La mezzora contro l'Hellas, il battibecco con Mancini, la tirata di orecchie di Paulo Fonseca davanti alle telecamere, paradossalmente, lo hanno restituito a una dimensione più adeguata alla sua anagrafe.
Ieri, c'è stato il chiarimento tra allenatore e giocatore: perché ogni tanto, bisogna riportare con i piedi per terra chi umanamente tende alle nuvole. E una sua esclusione domenica (ore 21.45) all'Olimpico contro l'Inter non è da escludere: è capitato anche a Under e Kluivert.

Tuttavia, a prescindere dalle scelte, serviranno compattezza e pragmatismo per concludere dignitosamente il campionato e, dal 6 agosto, fare all in sull'Europa. E lì, non ci dovranno più essere musini, smarrimenti e indolenza. Che si parli di mercato o cessione del club. Intanto, sempre ieri, l'ad Fienga e il medico Manara sono stati sentiti dalla Procura Federale dopo l'esposto presentato dal Napoli per il presunto mancato distanziamento sociale sulla panchina giallorossa durante la recente sfida al San Paolo.
Infine, la Roma ha risolto il contratto con la Nike: il brand, però, continuerà a fornire materiale tecnico anche nella prossima stagione. Per il futuro: Macron, New Balance o Under Armour.


Lo sponsor tecnico lascia i giallorossi. Altro segnale del cambio di proprietà

IL MESSAGGERRO - La Roma e Nike si separano. Il contratto stipulato il 12 marzo 2013 con data di scadenza prevista per il 31 maggio 2024, è stato anticipatamente risolto e volgerà al termine al concludersi della stagione 2019-20, con la sola opzione per la prossima stagione, quando sarà ancora la casa americana a produrre il materiale. Poi dal 2021-22 toccherà al nuovo sponsor. Un amore mai sbocciato con Nike, con il malcontento di Pallotta che si manifestò già poco dopo l'accordo con: «Non siamo contentissimi della loro produzione». Rimostranza dovuta al tipo di contratto stipulato perché a fronte di un'entrata iniziale di 6 milioni e di 4 milioni annui, gli introiti erano legati perlopiù ad una percentuale sulle future vendite. Alla base della risoluzione potrebbe dunque esserci un cambio di proprietà all'orizzonte. In tal senso sta destando molta curiosità sui social la figura di Fahad Al Baker, uomo d'affari del Kuwait (non legato al fondo sovrano) che ha dichiarato di aver presentato un'offerta per l'acquisizione di un club italiano quotato in borsa, per poi ritrattare.


Ago, a teatro lo spettacolo per Di Bartolomei

LEGGO - SCI - La storia di Agostino Di Bartolomei, il Capitano Silenzioso, lasciato ai margini da un mondo che non si volta indietro. Un uomo cresciuto in borgata, a Tor Marancia, tra partite sui prati e cinematografi, che con il suo linguaggio forbito portava in giro per l'Italia una romanità diversa, fondata sui valori di solidarietà e ironia. Ago, andrà in scena oggi e domani alle 21 e domenica alle 18 al Teatro di Tor Bella Monaca (via B. Cirino). Lo spettacolo, diretto e interpretato da Ariele Vincenti, racconta l'uomo e il calciatore, un calcio popolare e un tempo che non c'è più, attraverso gli occhi e la memoria di un tifoso della Roma, ex Ultrà di curva anni '80, cresciuto nello stesso quartiere e amico di infanzia di Ago. «Credo che Agostino possa essere un esempio importante per i giovani - spiega il regista - La funzione del teatro è mandare messaggi attraverso il richiamo a personaggi che diventano metafora dei tempi di oggi». A chiudere lo spettacolo Il calcio figlio del popolo, brano del cantautore Emilio Stella.


Lite col Napoli: i giallorossi al contrattacco

IL TEMPO - BIAFORA - Continua a colpi di carte bollate il duello tra Roma e Napoli. Il club di Trigoria aveva chiesto di essere ascoltato per replicare alle accuse dei partenopei su eventuali violazioni, nella gara giocata al San Paolo lo scorso 5 luglio, del protocollo pensato per evitare contagi. Ieri pomeri in Procura Federale Fienga e Manara: l'ad e il medico giallorosso -accompagnati dall’avvocato Conte e dal segretario Longo - hanno fatto presente, anche utilizzando toni duri, che non è stato violato nulla di quanto imposto dal CTS e addirittura alla Roma (non patteggerà) sono pronti a presentare un contro-esposto sui buchi gestionali da parte del Napoli. II dottor Manara, sentito dai sostituti procuratori Scarpa e Ricciardì, ha inoltre fatto presente che nel giorni che avevano preceduto la sfida, insieme al team manager Gombar, era stato trovato un accordo con il Napoli sulle modalità del distanziamento in panchina. Lo stesso Gombar sarà ascoltato la prossima settimana, così come il vice-presidente Baldissoni: la procura Figc ha accolto la richiesta della Roma di effettuare ulteriori approfondimenti dopo aver inizialmente rigettato la possibilità di audire gli altri dirigenti. Capitolo mercato. In uscita. Per Defrel è scattato l'obbligo di riscatto del Sassuolo ed è stato ceduto al Palermo Silipo, sul quale viene mantenuto un diritto di riacquisto. Saluta Trigoria anche Bianda, difensore classe 2000 che si accasa allo Zulte Waregem. Il francese, acquistato nel 2018 per 6 milioni di euro e 5 di bonus, non ha mai trovato spazio in prima squadra: De Sanctis lo ha ceduto in prestito oneroso con diritto
di riscatto, con ì belgi che pagheranno gran parte dell'alto ingaggio.


La Roma sulle tracce di Nunez. Gli agenti saranno in Italia la prossima settimana

La Roma, vedendo quasi sfumato l'affare Bustos, si guarda intorno in cerca di un attaccante che possa far rifiatare Dzeko già dalla prossima stagione.
L'ultimo nome che circola in orbita giallorossa è quello dell'uruguaiano Darwin Nunez, 21enne di proprietà dell'Almeria. Sull'attaccante, già 15 reti in 29 presenze, c'è l'interesse di vari club europei tra cui anche il Napoli. Ma la Roma, come riferisce calciomercato.it, potrebbe sfruttare l'arrivo in Italia degli agenti del giocatore per gettare le basi di una trattativa. Infatti l'Almeria è pronta a privarsi di Nunez per non meno di 20 milioni di euro.
Ma la Roma, che all'Almeria ha prestato il centrocampista Coric (15 presenze), potrebbe inserirlo come contropartita per provare ad abbassare il prezzo.


Bavagnoli: "Si riparte dalla consapevolezza che stiamo diventando una squadra di un certo livello"

Elisabetta Bavagnoli, allenatrice della Roma Femminile, ha parlato ai microfoni di Roma TV delle ambizioni della squadra nella prossima stagione:

"Quando ci siamo ritrovate è stata una bella emozione perché dopo tanto tempo e tanti allenamenti individuali, calpestare il tappeto verde è stato veramente emozionante e sono stata molto felice di ritrovare le mie giocatrici in una condizione molto buona. Adesso non vediamo l’ora di andare avanti, di continuare ad allenarci insieme e di costruire qualcosa di importante.
L’aver ripreso dopo lo stop ci porta e ci deve portare sicuramente a lavorare tanto con la palla, perché questo è quello che è mancato in assoluto. Cercheremo di alternare, ma daremo soprattutto prevalenza ai lavori anche con obiettivi condizionali ma con l’attrezzo, questo sarà fondamentale. 
La Roma riparte da quando ci siamo fermate, proprio da quello stop che ci aveva viste protagoniste di un ultimo periodo, prima che ci fermassimo, in cui la squadra si stava esprimendo e aveva interiorizzato alcuni meccanismi e una buona organizzazione di gioco. Quindi si riparte da lì, con quelle capacità e determinazione. Si riparte anche dalla consapevolezza che stiamo diventando una squadra di un certo livello e quindi è da quella consapevolezza che dobbiamo continuare questo percorso.
La Supercoppa sarà un grande stimolo, così come il campionato e la Coppa Italia. Non sono una persona che pensa si possa arrivare ovunque senza la fatica, l’impegno e senza la determinazione e la voglia di raggiungere risultati importanti. Noi cercheremo sicuramente di fare sempre di più rispetto a quello che abbiamo fatto finora, cercheremo di fare il massimo delle nostre possibilità".


Vecchi: "Secondo me Zaniolo non si è ancora reso conto di quello che sta facendo"

Stefano Vecchi, ex allenatore di Zaniolo nell'Inter Primavera, ha parlato del talento dela Roma per il Match Program giallorosso:

Che rapporto ha con Zaniolo?
"A volte ci scambiamo messaggi con Nicolò, ma preferisco non disturbarlo troppo. Però posso dire che ci siamo sentiti anche pochi giorni fa. Stavo sfogliando la rivista del settore tecnico di Coverciano. C’era un’immagine di Nicolò esultante con la maglia della Nazionale. Ho fatto la foto di quella pagina e gliel’ho mandata in privato su Instagram scrivendo: “Ti voglio vedere presto di nuovo così”".

E lui?
"Era il giorno di Brescia-Roma, mi ha risposto dopo la partita. Non appena era tornato al gol. Più o meno come in quella foto".

Gli ha portato fortuna
"Sì, è quello che mi ha scritto anche lui. “Grande mister, mi hai portato bene”. Mi ha fatto piacere rivederlo in campo ad un buon livello. Se lo merita".

Qual era la dote che più la impressionava di Zaniolo?
"La fisicità da giocatore di Premier League e un sinistro magico con cui riusciva a fare tutto. Lui ha sempre avuto queste qualità tecniche. Il lavoro che facemmo noi all’epoca fu soprattutto di convincerlo a non accontentarsi mai, fargli capire che doveva sfruttare ogni volta le proprie doti, in ogni partita. Perché ne aveva la possibilità. Caratterialmente, poi, è ancora più forte".

Forte in che modo?
"Nell’unica stagione in cui l’abbiamo allenato, io e il mio staff, posso dire che ha sempre avuto la capacità di farsi scivolare addosso qualsiasi tensione. È un ragazzo sempre sereno. Secondo me non s’è ancora reso conto del tutto di quello che sta facendo con la Roma e anche nella Nazionale maggiore. (ride, ndc)".

Ha mai avuto la sensazione di avere a che fare con il giocatore italiano più talentuoso della sua generazione?
"Ripeto, le qualità le ha sempre avute. La consapevolezza ce l’aveva anche l’Inter stessa, altrimenti non avrebbe speso dei soldi per prenderlo dall’Entella. Poi è stato deciso dai dirigenti di andare a concludere con la Roma l’operazione Nainggolan, calciatore che seguivano da anni e tutto si è compiuto. In quel momento il trasferimento fu vantaggioso per entrambi i club. Ed era difficile immaginare cosa sarebbe accaduto nel futuro".

Brava la Roma a crederci, dunque
"Sì, ma è stato bravissimo soprattutto lui a non pagare lo scotto del salto di categoria, imponendosi dall’inizio. Ed è stato altrettanto lungimirante Di Francesco a credere nelle qualità di Nicolò. Addirittura da farlo esordire al Bernabeu, contro il Real Madrid, in Champions League".

Fonseca, invece, l’ha consacrato esterno d’attacco
"Agisce molto bene in quel ruolo. Quando parte in progressione diventa difficile fermarlo. In ogni caso, Fonseca è bravo perché sa valorizzare le caratteristiche dei suoi giocatori. Per me è un allenatore capace. Ha dato dei segnali precisi, un’impronta riconoscibile di calcio propositivo. Si è adattato immediatamente al calcio italiano, portando qualche buona idea nel nostro campionato. Ora ha cambiato sistema di gioco, mettendosi a tre in difesa, dimostrando versatilità e intelligenza. E lo apprezzo per il carisma, il carattere che ha. Sta tenendo botta in un ambiente non facile".

Alludeva ad alcune idee innovative apportate dal portoghese.
"Non è mai stato banale o scontato. Ha dato tante soluzioni ai suoi giocatori. E ha anche trasmesso un’identità precisa di gioco. Inoltre, sa gestire il gruppo. Non a caso Dzeko è rimasto in giallorosso. Credo che l’allenatore lo abbia fatto sentire importante fino a diventare il capitano della squadra".

L’Inter di Conte, invece?
"È partita dando l’impressione di essere competitiva per lo scudetto, ma poi ha perso punti importanti per strada. L’Inter è in crescita costante. Con Spalletti erano stati ottenuti risultati, due qualificazioni consecutive in Champions. Ora Conte sta facendo bene. Si sta avvicinando al livello della Juventus, partendo da un gap importante. E credo in estate faranno altri investimenti per avvicinarsi ancora".

Per lei guidare l’Inter da tecnico in prima cosa ha significato?
"Una grandissima esperienza, contraddistinta da buoni risultati in un momento di difficoltà. Ma resto legatissimo al percorso con la Primavera. Abbiamo avuto a che fare con tantissimi ragazzi che ora giocano in Serie A. Zaniolo e non solo lui".

A proposito di settore giovanile, anche Stefano Vecchi s’è formato come calciatore nel vivaio interista.
"Ma non giocai mai in Prima Squadra. Feci un ritiro con Trapattoni e andai in panchina nella finale di Supercoppa Italiana che vincemmo 2-0 contro la Sampdoria. La carriera, poi, s’è sviluppata altrove e in altre categorie".

Oggi è alla guida del Sudtirol, in C.
"Lavoro in una realtà seria, organizzata, ambiziosa. Abbiamo fatto un buon campionato arrivando quarti, ma perdendo alla ripresa nel play-off. A Bolzano non c’è la storia calcistica di altre realtà, però il club è strutturato. Sono totalmente a mio agio".

Il campionato di Serie C a che punto è?
"Ho trovato un torneo più competitivo rispetto a sette anni fa. Con diversi giocatori interessanti in tante squadre. Restano alcuni problemi atavici nella categoria. La gestione dei club è in perdita, non ci sono grandi entrate economiche. Se non gli incassi al botteghino e la valorizzazione dei giovani. Lavoriamo tutti nella stessa direzione, per migliorare il movimento".