La Roma segue il giovane Angel Gomes. Su di lui anche il Chelsea

La Roma, in crisi economica dovuta all'emergenza Coronavirus, non vuole rinunciare a migliorare la propria rosa ed ha messo nel mirino il giovane Angel Gomes.
Gomes, trequartista classe 2000 con doppia nazionalità portoghese ed inglese, è sotto contratto con il Manchester United con cui però ha raccolto solo otto presenze tra campionato e coppe  in prima squadra e cinque presenze e quattro reti con la formazione U23. Un bottino molto scarno, che ha messo in discussione il suo rinnovo con i Red Devils. Infatti Gomes, il cui contratto scade a giugno e come riferito da tuttomercatoweb.com, ha rispedito al mittente tutte le offerte di rinnovo del club ed avrebbe intenzione di cercare fortuna altrove.
Sempre in Inghilterra è finito nel mirino del Chelsea; mentre in Italia piace molto alla Roma che vorrebbe acquisirlo a parametro zero e valutarlo in chiave futura.
Gomes inoltre è cugino di Nani, ex stella portoghese di Sporting Lisbona e dello stesso Manchester United nonchè ex giocatore della Lazio.


FIGC, Di Lello: "La Procura controlla che si rispettino le regole. Aspettiamo di vedere il protocollo definitivo"

Marco Di Lello, procuratore aggiunto della FIGC, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo di come stanno lavorando per garantire allenamenti e ripresa del campionato:

"Abbiamo definito 106 procedimenti e fatto proposte per consentire di lavorare anche nelle prossime settimane. Un lavoro utile che ha portato la Federazione ad incassare un po’ di soldi, con la ripresa degli allenamenti e l’avvicinarsi alla ripresa, la Federazione ha chiesto di svolgere attività e lasciare alla Procura il controllo del rispetto delle regole. I nostri collaboratori sono sottoposti ad un protocollo particolare, quello dell’esclusione di diffusione del contagio resta una priorità assoluta. Tanto gli allenamenti, quanto il campionato, riprenderanno con protocolli sanitari da rispettare per coloro che fanno parte del mondo del calcio. La Procura per ogni partita del calcio professionistico invia circa 3 ispettori, adesso c’è da controllare anche il rispetto del protocollo. Proveremo a ridurre il numero in Serie A, dato che si svolgerà a porte chiuse. Ovviamente la Procura continuerà a svolgere la sua funzione. Non esprimo opinioni particolari, prendo atto della scelta e comprendo sia una situazione d’emergenza. Oggi il codice sportivo, dopo la riforma della scorsa estate, ha accorciato i termini per arrivare rapidamente alla decisione. Comunque vada, alla fine ci saranno decisioni che aspetteranno al Consiglio Federale, non al campo. Aspettiamo di vedere il protocollo definitivo sperando in un accordo tra Governo e Federcalcio. Intanto ci stiamo attrezzando, selezionando i nostri collaboratori tenendo conto delle prerogative. Vedremo nel dettaglio quelle che saranno le ulteriori funzioni e altri atteggiamenti che dovranno controllare gli ispettori".


AIC, Tommasi: "Abbiamo sempre chiesto la massima sicurezza ed il controllo medico di tutti"

Damiano Tommasi, ex giocatore della Roma ed oggi Presidente dell'AIC, ha commentato ai microfoni di TGR Veneto la possibile ripresa del campionato:

"Quello che abbiamo sempre chiesto è la massima sicurezza e il controllo medico di tutti quelli che sono chiamati a far parte del gruppo, quindi sia giocatori che tecnici, che gli staff medici e tutte le persone che servono per mandare avanti una squadra di calcio. Abbiamo chiesto che siano i medici ovviamente a darci delle indicazioni e a trovare la modalità per andare avanti in sicurezza con chi non è positivo. Servono delle norme per tutti per capire se per il mondo del calcio, per l’attività sportiva di una squadra che aumenta il numero dei test, può essere accorciato il tempo della quarantena, altrimenti può diventare un problema, sicuramente quando si andrà a giocare ma può diventare un problema anche in questa fase in cui si effettuano allenamenti di gruppo".


CTS, Richieldi: "Il nostro interesse รจ far ripartire un'attivitร  importante a livello economico e sociale come il calcio"

Luca Richieldi, presidente della società italiana di penumologia e membro del Comitato Tecnico Scientifico, ha parlato ai microfoni di Radio Radio circa la ripartenza del campionato:

"Non posso parlare per venti persone, ma posso dire che l’interesse del Comitato tecnico scientifico è quello di far ripartire un’attività importante come il calcio, non solo a livello economico ma anche a livello sociale, con il minimo del rischio. Personalmente preferirei vedere una situazione epidemiologica ancora più sotto controllo per avere maggiore tranquillità, piuttosto che prendere oggi questo rischio. A breve il Cts aggiornerà il proprio parere e necessariamente si terra’ conto della situazione epidemiologica nel nostro Paese. Non sono in grado di dire quale sara’ la risposta, ma sicuramente per far ripartire ogni attività il rischio deve essere calcolato, deve essere al minimo. Noi siamo sulla strada giusta, infatti oggi hanno aperto attività importanti, ma non siamo ancora al rischio minimo".


FIGC, riunione del Consiglio Federale il prossimo 20 maggio

La FIGC, tramite il proprio sito ufficiale, ha diramato un comunicato in cui annuncia di aver convocato una riunione del Consiglio Federale per il prossimo 20 maggio alle ore 12:

"La riunione del Consiglio Federale è stata convocata per le ore 12 di mercoledì 20 maggio. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, oltre all’approvazione dei verbali delle riunioni del 24 febbraio e 10 marzo e alle comunicazioni del Presidente, i seguenti punti: informativa del Segretario Generale; modifiche regolamentari; nomine di competenza; decreto Presidente Consiglio dei Ministri del 17 maggio 2020: provvedimenti conseguenti; circolare UEFA n. 24 del 24 aprile 2020: determinazioni in ordine alle modalità di conclusione dei campionati stagione sportiva 2019/2020; competizioni ufficiali professionistiche e dilettantistiche stagione sportiva 2019/2020: provvedimenti conseguenti; Licenze Nazionali stagione sportiva 2020/2021; termini tesseramento in ambito professionistico stagione sportiva 2020/2021; ratifica delibere di urgenza del Presidente Federale; varie ed eventuali".


Allenamento Roma, rapiditร  ed atletica per i giallorossi (video)

La Roma, come riferito dalla stessa società sul proprio profilo Twitter, ha comunicato che è terminato l'allenamento dei giallorossi sempre nel rispetto delle direttive del Governo.
I giocatori hanno svolto un lavoro di rapidità alternato con ostacoli. A seguire esercizi di atletica con allunghi, con l'utilizzo del pallone (singolarmente) per una parte della seduta.

 


Castan: "Ho sempre la Roma nel cuore, la seguo sempre. Il rammarico e non aver vinto li"

Leandro Castan, ex difensore della Roma dal 2012 al 2018 con tre prestiti tra Torino, Sampdoria e Cagliari, ha parlato ai micrfoni di Tele Radio Stereo:

Vuoi tornare in campo?
"Non ho paura di tornare in campo, la mia paura è di essere contagiato e di portare il virus a casa. Tutti la pensano più o meno così, la preoccupazione più grande è che non tutte le squadre in Brasile hanno i soldi per adottare tutte le precauzioni".

Stai seguendo la Roma?
"A dicembre sono venuto a Roma, la seguo sempre quando posso. Qui in Brasile non si vede la Serie A e non posso vedere le partite, ma seguo sempre i risultati, ho sempre la Roma nel cuore, così come i tifosi che mi hanno sempre sostenuto. Provo un affetto grande verso questi colori".

Se ti senti ancora con Benatia? Hai più trovato un compagno come lui in difesa?
"Lui è stato il difensore con cui mi sono trovato meglio, eravamo simili in molte cose, ci trovavamo bene. Molti dicevano che non potevamo giocare insieme, che eravamo lenti, ma tutte le critiche ricevute ci hanno motivato moltissimo. Abbiamo fatto bene, peccato perché se avessimo continuato insieme avremmo fatto ancora meglio perché entrambi eravamo all'apice della carriera. Lui è un mio grande amico ormai".

C'è il rammarico per non aver vinto lo scudetto nel 2013/2014?
"C'è un po' di rammarico perché io penso sempre a vincere, mi rimane il rimpianto di non aver vinto niente a Roma. Però se pensiamo a quello che era successo l'anno prima abbiamo fatto grandi cose, avevamo un grande carattere a livello collettivo. Purtroppo abbiamo trovato una Juve che ha fatto più di 100 punti, ma noi abbiamo fatto un campionato pazzesco. Rimane comunque il rammarico di non aver vinto nulla".

La vittoria di Udine dove hai fatto un incredibile salvataggio sulla linea?
"Una partita molto difficile, ma sapevamo che avremmo vinto. Garcia ci aveva dato questo spirito di vincere che ci mancava, quello era il nostro segreto, il carattere. Purtroppo i 4 pareggi consecutivi ci hanno un po' ridimensionato".

Chi ha fatto fare il salto di qualità a quella Roma dal punto di vista mentale?
"Tanti insieme, eravamo una squadra di uomini. In una squadra devono esserci più giocatori che sanno darti la giusta mentalità. A gente come Maicon bastava uno sguardo, la squadra parlava con gli occhi e sapevamo sempre cosa fare. Il mio punto di riferimento è sempre stato De Rossi".

Il litigio a Verona tra Maicon e Benatia?
"Non è successo niente, entrambi hanno tanta personalità ma sono bravi, si è risolto tutto subito".

Bastos anche ha dato molta esperienza?
"A gennaio lui e Nainggolan ci hanno dato una mano, la nostra rosa era corta e abbiamo sofferto questa cosa. Con loro a gennaio ci siamo ripresi, ma comunque era difficile con quella Juve. Poi l'infortunio di Strootman anche ci ha tolto tanto, era uno dei centrocampisti più forti in Europa".

Ora come stai. come vedi il tuo futuro?
"Ora sto bene, mi sono ritrovato, sono diventato capitano e ho rinnovato il contratto, quindi penso che rimarrò qui al Vasco. Non so cosa farò in futuro, con tutto quello che è successo ho imparato che devo vivere giorno per giorno. Penso che continuerò nel calcio, ma vedremo cosa mi riserveràm il destino".


Mkhitaryan: "Sarebbe bello restare a Roma. Abbiamo dei grandi talenti"

Henrik Mkhitaryan, giocatore della Roma, ha rilasciato un'intervista all'Ambasciata Italiana in Armenia parlando anche del suo futuro:

In una recente intervista hai parlato dei tuoi piani per restare Roma. Che livelli vuoi raggiungere, la Champions? 
"Dal primo giorno che sono arrivato a Roma mi sono trovato bene, con al squadra, la città, era tutto fantastico. Ovviamente sarebbe bello restare qua. L’obiettivo principale sarebbe la Champions, e ovviamente giocare e vincere dei titoli". 

Hai giocato in Ucraina, Germania e Inghilterra, ora sei in Italia. Cosa ti ha dato la Serie A?
"Paragonandola al calcio inglese, tedesco e ucraino, ha le sue particolarità. Alcuni la sottovalutano, ma è molto interessante giocare qui. Non è forse come 20 anni fa, ma sono sicuro che il campionato stia continuando a crescere e anche la scelta del prestito dell’anno scorso parla da sé. Sono molto felice di essere qui, giocare in Italia con questi tifosi è davvero incredibile. Avevo sentito molto sul fatto che i tifosi qui fossero pazzi in senso buono, ma non potevo credere che fosse davvero così. Sono molto soddisfatto di giocare per la Roma e di avere questi tifosi. Non è un segreto che il successo di ogni giocatore in campo dipenda anche dai suoi compagni e da una collaborazione efficace tra di loro". 

Raccontaci qualche aneddoto sui tuoi compagni. 
"Ovviamente una buona performance non si basa solo su di te, dipende anche da tutti gli altri perché non puoi vincere una partita da solo. Devi vincere con 11 giocatori più quelli in panchina, perché il calcio è uno sport di squadra. Non puoi pensare: “Ok, oggi gioco da solo, dipende tutto da me”. No, dipende da tutta la squadra. Cerco di fare del mio meglio per aiutare i compagni e loro fanno lo stesso per me. Dal primo giorno che sono arrivato sono rimasto impressionato da alcuni giocatori, dei livelli che non avevo visto in Germania, Inghilterra o Ucraina. Non farò i nomi ma dico che abbiamo dei grandi talenti, dei grandi calciatori che possono raggiungere livelli altissimi e spero che con le loro qualità potranno aiutare la Roma per raggiungere gli obiettivi".

La situazione più divertente nella quale ti sei trovato in Italia? Anche gli italiani come gli armeni hanno un grande senso dell’umorismo…
"Gli italiani con la loro mentalità sono molto simili agli armeni ed è una cosa buona per me perché mi trovo molto bene con loro e mi rende la vita più facile. Di cose divertenti ne sono accadute, la prima è stata mentre stavo prendendo il volo, il 2 settembre, per viaggiare da Londra a Roma. Ero seduto in aereo e l’assistente di volo è venuto da me e mi ha chiesto: Hai già firmato con la Roma? e io gli ho risposto: beh, come vedi sto andando a Roma a vedere se firmare o meno. Quando sono sceso dall’aereo c’erano tantissimi giornalisti e ho chiesto all’ufficio stampa della Roma: non ho ancora firmato, perché c’è tutta questa gente con le telecamere che si aspetta che dica qualcosa sulla Roma. E mi ha risposto che l’Italia va pazza per il calcio, quindi sarei dovuto essere pronto per queste cose. Forse ora la storia non è così divertente ma comunque ti dice molto: ero in una situazione in cui io stesso non sapevo se avrei firmato o meno con la Roma, ma tutti già lo davano per scontato". 

In che modo la tua famiglia ti sprona ad essere più motivato?
"Anche prima di sposarmi avevo la famiglia che mi motivava, mia madre mia sorella, ma anche mio cugino, i miei amici. Io gioco a calcio per me stesso ma voglio che anche loro siano felici. Se gioco bene significa che staranno bene anche loro. Il livello successivo è stato quando mi sono sposato ed è nato mio figlio. Ogni volta che vado agli allenamenti penso a loro. Sfortunatamente non ho ancora giocato una partita dalla sua nascita, ma spero che presto ci saranno altre gare. Durante gli allenamenti penso sempre a loro, penso ad allenarmi e a giocare con più impegno". 

Impossibile evitare l’argomento della buona cucina
"Quando ho iniziato ad assaggiare il cibo qui, in tanti ristoranti ho pensato: oh mio Dio. In tutto l’anno che ho passato qui ho provato un sacco di cose e tutto ciò che ho assaggiato è stato fantastico. Certamente anche questo può spronarti, perché ti dici che ti sei allenato e hai giocato e poi puoi goderti la vita in Italia". 

Qual è il tuo prossimo obiettivo nel calcio a livello personale? 
"Ho già ottenuto molto, ma per me quello è il passato. Voglio di più per l’anno prossimo, non mi restano molti anni in carriera ma sono sicuro che sto facendo del mio meglio per raggiungere i miei obiettivi. Alla fine dalla tua carriera tutti penseranno a cosa hai fatto per le squadre, cosa hai vinto, come hai giocato… Quindi per me è molto importante lasciare un ricordo positivo: vincere qualcosa, un titolo, fare qualcosa di buono per la squadra". 

C’è qualche gergo particolare per il calcio italiano? 
"L’italiano è una lingua splendida e quando ero giovane avevo l’obiettivo di impararla, ora ho questa opportunità. Grazie a Dio sto andando bene, anche gli altri sono soddisfatti del mio italiano e ho già fatto delle interviste. In più è molto più facile parlare con i compagni perché non ti servono frasi lunghe, dici solo un paio di parole. Non è facile, ma credo che il modo in cui mi sono dedicato allo studio dell’italiano sia ottimo, anche grazie alle persone che mi hanno aiutato". 

Durante la quarantena hai più possibilità di contattare i tuoi fan attraverso i social media? Di cosa parlate?
"Sì, ho fatto alcune interviste e dirette e ho risposto ad alcune domande su come stessi passando la quarantena, come mi tengo occupato, le serie tv che sto vedendo, oppure se potevo uscire per brevi allenamenti. Sono felice di avere dei fan anche per parlare io con loro e per sapere come stessero loro in quei giorni". 

Che tipo di feedback hai dai tifosi italiani?
"Le uniche occasioni di contatto che ho avuto sono quelle dopo le partite. Quando prendo la macchina per andare a casa a volte mi fermano per un autografo o una foto. Sono felice di poter parlare con loro, certo alcuni sono felici ed altri no, ma è normale. Non puoi essere amato da tutti, fa parte del calcio. Ma io provo a fare del mio meglio per rendere tutti felici. Come? Devo giocare, segnare o fare assist. Per me la cosa più importante è che la mia squadra vinca". 

So che hai visto “The Last Dance” su Netflix e c’è un momento in cui Michael Jordan dice: “Sono un giocatore di basket, non mi interessa la politica”. Tu come la vedi? È davvero difficile per uno sportivo professionista essere qualcosa di più?
"Beh se l’ha detto ha ragione. Non puoi essere attivo in politica se stai facendo sport, no? Anche io sono totalmente concentrato sul calcio e non sto a pensare ad altro. Non è da me, mi sono dedicato al calcio, sono impegnato nel calcio, voglio restare nel calcio e non guardare da altre parti per vedere cosa succede, cosa posso fare, o se devo dire qualcosa di provocatorio. Il mio lavoro è giocare a calcio e basta, voglio godermi questo". 


NNNNNNNNNN

INSIDEROMA - SARA BENEDETTI


Spalletti: "Dzeko gioca un calcio totale. Con Totti sono sempre stato lo stesso, era cambiata la situazione"

VIRGINIA RIFILATO - Luciano Spalletti, per due volte in carriera alla guida della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky del suo passato giallorosso e del rapporto con Totti:

Videomessaggio di Walter Sabatini: "Luciano è un genio, ha fatto cose grandi in carriera. La sua genialità si vede nella qualità del suo gioco, nelle scelte, una su tutte è la trasformazione di Nainggolan, ma anche Emerson Palmieri, che lui ha lanciato e lo ha reso una delle più grandi plusvalenze della Roma". 
"Lui è un vero genio e un grandissimo amico. All'inizio ci siamo un po' studiati, poi è nata un'amicizia totale fatta di stima e professionalità. Passavamo le notti intere a parlare di calcio e di calciatori. Lui sa dire le cose in un modo inimitabile, sa trovare sempre calciatori che sanno emozionare il pubblico. Nel 2015-2016 senza soldi mi portò Perotti ed El Shaarawy, due calciatori fondamentali per sterzare in quella stagione e far bene nelle successive".

Hai spesso cambiato ruolo a molti centrocampisti (Perrotta, Nainggolan ndr).
"Cerco sempre di rendere protagonisti i calciatori. Si difende ciò che riguarda il club, ma i calciatori devono essere i protagonisti assoluti. Dialogo con loro, sento quello che hanno da dire. Perrotta partiva mediano, ma vedevo che sapeva inserirsi nei momenti giusti della partita. Somiglia molto a Vecino, entrambi si inseriscono e finalizzano. Allo stesso modo Nainggolan, sono giocatori che hanno bisogno di inserirsi in area. Con Perrotta c'era Totti che sapeva sempre mettersi dove era difficile da marcare e apriva degli spazi per Perrotta che nell'inserimento era un maestro. Bisogna ascoltare i comportamenti dei giocatori in allenamento".

La tua prima avventura a Roma?
"Era una squadra baciata da sole di Roma, era fatta di calciatori che si passavano la palla senza mai mettere in difficoltà il compagno. Per fare ciò ci vuole tanta qualità e loro l'avevano, i passaggi facili che vanno a buon fine fanno la differenza per giocare bene a calcio come faceva quella Roma".

Pizarro?
"Lui mi ha dato una mano fondamentale in carriera. Lui è il calciatore che tiene continuamente la squadra connessa. La prima volta l'ho conosciuto ad Udine, era sul lettino dei massaggi, ho visto che era molto basso e sono rimasto perplesso. Poi alla prima partitina è stato incredibile, sembrava che giocasse da sempre in squadra, ha toccato un'infinità di palloni. Anche a Roma ha fatto partite di un livello incredibile, per certi versi era fin troppo generoso. Gli somiglia molto Brozovic, entrambi vogliono toccare tutti i palloni e spesso spendono troppe energie. Pizarro era eccezionale anche nello spogliatoio, un amico unico per tutti i compagni. In più canta benissimo, quando si pesava, siccome ogni tanto prendeva qualche chilo in più, tentennava molto, cercava di perdere tempo, ci voleva un'ora per farlo salire sulla bilancia. Poi quando si scopriva che il suo peso era nella norma, lui iniziava a cantare. Poi andava nell'armadietto, prendeva un vassoio di pastarelle e le offriva a tutti".

Roma 2016/2017 la più completa che hai mai avuto?
"A Roma avevo una squadra piena di campioni, Nainggolan, Strootman, Manolas, Rudiger, Salah. Poi Dzeko, con lui puoi giocare in ogni modo. Dzeko sa segnare e fare assist, gioca un calcio totale, sa segnare, sa venire incontro a fare il regista, sa giocare in profondità. È completo, si trova in ogni calcio che si gioca. Forse il suo limite è che ogni tanto si accontentava delle grandi giocate che faceva. Ricordo che una volta fece due gol, poi nella riunione di inizio settimana ho cercato di stimolarlo, anche perché le cose di solito a un calciatore le dico quando fa bene, e lui mi rispose in maniera seria. Lui ha un grande carattere, ma in dei momenti tende ad accontentarsi, magari ha fatto due gol, senza pensare che poteva farne altri due".

Videomessaggio di Aquilani: "Quella sera che all'una di notte mi hai bussato a casa, che volevi?"
"In alcune società ho acquisito una confidenza molto profonda. Lui era un ragazzino al tempo, lo minacciavo che lo sarei andato a trovare a casa per controllarlo e allora una sera ci sono andato. Serviva per tenere alta la guardia".

Totti?
"Penso di essere stato sempre lo stesso con Francesco. Lui ha parlato di fase 1 e fase 2, io sono stato sempre lo stesso, ma queste due fasi richiedevano un atteggiamento diverso. Con Francesco ho avuto un buon rapporto, poi per me contano i risultati della squadra e devo per forza pensare a quello. La Roma meritava di stare in Champions, dovevo portarcela. Io sono sempre stato lo stesso, ciò che cambiava era la situazione. Ho dovuto adottare due comportamenti diversi, ma solo per mettere al primo posto i risultati della squadra. Auguro a Francesco una grande carriera da procuratore".

La citazione "Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli" com'è nata?
"È nata casualmente. Mi ha fatto piacere vedere in questi giorni un medico che ha scritto questa frase sul proprio camice. È una frase sintetica, che fa arrivare subito il messaggio. È venuta come vengono altre frasi, cercando di stimolare i calciatori".

Un calciatore che avresti voluto allenare?
"Ce ne sono tanti, Drogba, Rooney, Kaka, Cannavaro. Però ne ho allenati tantissimi che mai avrei pensato di allenare. Mi bastano quelli che ho allenato".


Zaniolo a rischio cessione

IL TEMPO - AUSTINI - Da incedibile a sacrificio necessario il passo è breve. La Roma dai conti in rosso non può più permettersi di lasciare Zaniolo fuori dal mercato, né lui né Lorenzo Pellegrini. Uno scenario amaro: sono già partiti i primi segnali agli agenti per scandagliare le possibili offerte. Ad oggi sul calciatore c’è sicuramente la Juventus, intenzionata però a proporre uno scambio inserendo contropartite (come Bernardeschi), mentre in Inghilterra aveva mosso qualche passo il Liverpool. Il prezzo pre-Coronavirus per Zaniolo era di 80 milioni, cifra che pochi club potrebbero spendere, ma oltre ai reds non si registra altro interesse da parte delle big finora. Discorso diverso per Lorenzo Pellegrini, che ha una clausola rescissoria da 30 milioni circa e che piace al Psg. L’obiettivo di Petrachi è di salvare almeno uno dei due calciatori, ma sarà il mercato a dettare le regole. Zaniolo sarebbe felice di restare e Pellegrini è ancora più restio a partire. In lista di uscita ci sono anche Florenzi, Under e il baby Riccardi. Bisogna poi piazzare Schick, Olsen, Nzonzi, Karsdorp e Coric, mentre Pastore, Perotti, Fazio e Juan Jesusnon rientrano più nei programmi.


Roma e Lazio restano in attesa

IL TEMPO - I giocatori di Roma e Lazio, mentre attendono l’ok definitivo per tornare ad allenarsi in maniera collettiva, sono già tornati nei rispettivi centri sportivi. I calciatori, seguendo tutte le rigide norme del caso e dopo aver effettuato il tampone ed essere risultati negativi, hanno ricominciato ad allenarsi in maniera individuale. Corsa, scatti, lavoro aerobico, tecnica individuale col pallone e niente più per il momento. La normalità è lontana, ma gli addetti ai lavori sono fiduciosi e attendono la data di lunedì, che sembrerebbe rappresentare l’inizio degli allenamenti di gruppo. Nel frattempo a Trigoria si è registrato il primo infortunato, è il portiere Pau Lopez, che ha rimediato una microfrattura al polso sinistro.