Gli agenti di Smalling a lavoro: il giocatore vuole restare a Roma
Chris Smalling vuole rimanere alla Roma, nonostante le diverse offerte ricevute, soprattutto da club di Premier League. Gli agenti del giocatore, secondo alfredopedulla.com, stanno lavorando per la sua permanenza. Il Manchester United continua a chiedere oltre 20 milioni per il cartellino del difensore.
Veretout: "Vorrei che si giocassero le ultime dodici gare di campionato rimaste"
Jordan Veretout ha rilasciato un'intervista al quotidiano Le Parisien. Ecco le sue parole.
Come vive l’incertezza sulla possibile ripresa della Serie A?
«Prima di proiettarsi verso questa scadenza, aspettiamo il via libera delle autorità per iniziare le sedute collettive. Poi, ovviamente, vorremmo essere sicuri del campionato. Tutto dipenderà, ne sono ben consapevole, dall’evoluzione della curva di contagio del coronavirus. È quindi difficile avere una data precisa. Ma, nella vita quotidiana, la mancanza di poter vedere tranquillamente gli altri è pesante e frustrante».
La volontà dei club di riavviare il campionato verso la metà di giugno le sembra realistica?
«Il presidente del sindacato dei giocatori italiani ha chiesto che i giocatori abbiano almeno quattro settimane di allenamento completo nelle gambe prima della ripresa. Condivido questa opinione. A Roma, anche durante il confinamento, si è comunque seguito un programma di manutenzione basato soprattutto sulla corsa e sul rinforzo muscolare. "La società non ha risparmiato sui mezzi per offrirci le migliori condizioni di preparazione possibili. Lo stesso vale per gli altri club. Di conseguenza, il periodo di un mese mi sembra sufficiente per non espormi al rischio di infortuni. La salute dei giocatori deve sempre prevalere. Lo teniamo tutti a mente".
Come spiega il fatto che gli organi sportivi e le autorità pubbliche fatichino a trovare un terreno di consenso?
«Sono un giocatore di calcio. Non spetta a me decidere su questi argomenti. La situazione è già abbastanza complessa. Mi attengo alle istruzioni fornite dal mio club. Mi concentro sul mio mestiere. Cerco di andare avanti così».
Sarebbe favorevole ai playoff per completare la stagione?
«Di questi tempi si sentono molte cose. Se viene scelta questa formula, perché no. A mio parere, la soluzione migliore sarebbe quella di andare fino in fondo alla competizione e di giocare le ultime 12 gare. Ci adatteremo. Abbiamo anche in testa l’Europa League con un doppio confronto contro il Siviglia. A causa della diffusione dell’epidemia non abbiamo potuto giocare e non siamo potuti andare in Spagna per l’ottavo di finale d’andata. Abbiamo preso la decisione più saggia».
D’altronde non era forse irragionevole aver permesso, a febbraio, lo svolgimento della partita Atalanta-Valencia a Milano con la presenza dei tifosi?
«Totalmente. Il virus potrebbe essersi diffuso rapidamente in Lombardia. È tutt’altro che un caso che la città di Bergamo si sia ritrovata nel cuore della pandemia con un drammatico numero di morti. È stata una follia permettere al pubblico di assistere a questo incontro».
Si preoccupa dei casi positivi registrati in diversi club di Serie A come la Sampdoria o il Parma?
«Tutti sono colpiti. Gli sportivi non sono risparmiati. Il virus non si ferma alle porte degli spogliatoi. Ci si impegna a rispettare le misure di distanziamento. Non c’è molto altro da fare per proteggersi. Non siamo al sicuro, naturalmente. Puoi andare a fare la spesa ed essere nel posto sbagliato al momento sbagliato contraendo il virus».
Cosa pensa riguardo la ripresa della Bundesliga?
«È stato un po ‘strano. Vedere gli stadi vuoti, l’assenza di festeggiamenti, queste restrizioni dopo un goal. Il calcio è emozione da condividere con il pubblico. Non scendiamo in campo per giocare tra di noi».
L’Italia è stata uno dei paesi al mondo più colpiti dall’epidemia. Ha avuto paura per la sua salute o per quella dei suoi cari?
«Non particolarmente per me. Per mia moglie, i miei figli. Chiamavo la mia famiglia in Francia ogni giorno. Dall’inizio del lockdown abbiamo spiegato ai più piccoli (Aalyah e Kaylie di 5 e 2 anni, ndr) perché dovevamo stare a casa, perché fossi lì tutto il giorno. I primi tempi sono andati bene, disegnavamo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro… Ma dopo due o tre settimane, è diventato più complicato il fatto di non poter uscire. La più grande mi ha persino detto: "Papà, c’è il mostro di fuori?". E io gli ho risposto: "Sì, ma non possiamo vederlo, è una piccola bestia che sta nell’aria". Qualche giorno fa, siamo riusciti ad andare un po’ davanti casa nostra per farle fare un giretto. Era come se fosse Natale per lei, nel mese di maggio. Era radiosa».
La vita sta riprendendo il suo corso a Roma?
«Roma è una città sempre affollata, vivace e felice. Durante questo periodo era quasi morta. Congelata. Sembrava un film catastrofico. Ora si sta riprendendo. Si vede già dal mio quartiere. Di solito c’è sempre rumore e vita. A marzo e aprile, quando ero in giardino con le mie figlie, c’era una sensazione di vuoto, di niente. Era strano, ma ci dovevamo convivere. Ora, c’è di nuovo movimento, le persone tornano a passeggiare. Sono felice persino di vedere ripassare le macchine. Fa bene al morale».
Se mantiene il suo livello con la Roma pensa che nella prossima stagione sarà convocato per Euro 2021?
«La Nazionale rimane un obiettivo. È sempre presente in uno spazio della mia testa. Ho già passato le preselezioni. Sono fortunato a giocare in uno dei più grandi club italiani. Devo continuare a fare bene per sperare di essere chiamato un giorno. C’è ancora molta strada da fare, ma perché no. Se dovessi essere convocato, sarebbe uno dei giorni più felici della mia vita da calciatore».
Borussia Dortmund, Zorc: "Gotze pronto a partire in estate"
Mario Gotze è seguito con insistenza dalla Roma. Michael Zorc, dirigente del Borussia Dortmund, ha parlato ai microfoni di Sky Sport DE confermando le voci secondo cui il giocatore non rinnoverà il contratto e andrà via al termine della stagione:
"Ci separeremo da Mario Götze quest'estate. È stata una decisione presa di comune accordo e col massimo rispetto. Mario è un grande uomo".
La Roma mette nel mirino il giovane Kökçü del Feyenoord. Ma il giocatore preferirebbe l'Arsenal o il Siviglia
La Roma guarda sempre al mercato ed ai nuovi prospetti che il calcio ha da offrire. L'ultimo talentino comparso sul taccuino del DS petrachi, come riferito da estadiodeportivo.com, è Orkun Kökçü del Feyenoord.
Il trequartista classe 2000, olandese ma di origini turche, ha già collezionato 35 presenze e tre reti (più sei assist) tra campionato e coppe, attirando su di se le mire non solo della Roma. Infatti su Kökçü vi sono anche Chelsea, Atalanta, Betis Siviglia, Siviglia ed Arsenal. Ed è proprio verso queste due ultime società che Kökçü ha mostrato maggior interesse, con i Gunners che avrebbero già presentato un'offerta d'acquisto di 20 milioni.
Boni: "Per me non è calcio senza pubblico. Sarà un calcio diverso, senza la solita intensità"
Loris Boni, ex giocatore della Roma dal 1975 al 1979, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport della possibile ripresa del campionato:
La Serie A dovrebbe riprendere a metà giugno…
“È un momento delicato, si guardano gli interessi che ci sono in ballo e, di conseguenza, l’interesse prevale sui rischi. Spero che tornando a giocare non si arrivi a toccare la salute dei protagonisti”.
Sei favorevole alla ripresa?
“Per me non è calcio giocare senza pubblico. Comunque, bisogna guardare gli interessi, le tv non vogliono pagare le società e quindi bisogna adattarsi al momento”.
Dal punto di vista psicologico, cosa pensi possa provare un calciatore quando tornerà in campo?
“Secondo me in campo vincerà la paura, sarà un calcio molto diverso. Non ci sarà l’attenzione, la voglia, l’intensità solita. Il calcio tedesco è diverso dal nostro ma mi sembrano partite di allenamento, non vedo intensità e agonismo, non vedo la mente libera nei calciatori e direi che è impossibile. Basta vedere gli allenatori in panchina con la mascherina per capire cosa stiamo vivendo, il problema esiste. Ho guardato la prima giornata di Bundesliga e ho notato molta tensione, sembra quasi si voglia evitare il contatto fisico. I calciatori sono umani come noi, è normale che abbiano un po’ di paura, non si può pretendere un cambiamento radicale dopo tre mesi vissuti in questa maniera. Il calcio è uno sport fisico, di contatto, di emozioni e queste componenti non ci sono. È un calcio irreale che non piace a nessuno. Questa è una pandemia imprevedibile, il Governo doveva intervenire per sanare le società, doveva chiudere il campionato e ripartire possibilmente a settembre. Con la ripresa, la Serie A diventerà un campionato irreale”.
Alcuni giocatori hanno parenti che non stanno bene, potrebbero essere ulteriormente condizionati in campo...
“Il rischio che uno corre è questo, dopo i calciatori vanno a casa ma magari potrebbero avere dei problemi, questa cosa non è prevedibile. Oltre ai tanti controlli che hanno, non possiamo avere la certezza che non ci sia un positivo. Io amo il calcio, ma quello di adesso è una cosa un po’ robotica”.
La Serie A aspetta il via libera: Figc al lavoro sul protocollo per la ripresa
ANSA - Dopo il semaforo verde concesso dal premier Pedro Sanchez alla Liga, la Lega Serie A e la Federcalcio sperano di ottenere lo stesso responso dal governo Conte sabato prossimo. Nel frattempo, lunedì la Figc dovrebbe inviare al ministero dello Sport il protocollo per la seconda fase di preparazione, dal 2 giugno, e per la ripresa delle partite. Se arriverà il via libera, si ricomincerà a giocare il 13 giugno, al massimo una settimana più tardi. Infatti, nonostante il Consiglio federale abbia prorogato il termine della stagione al 20 agosto, Figc e Lega continuano a lavorare per riuscire a partire con la Serie A già dal 13 (così da poter chiudere il 2 agosto), sempre che il governo cambi la norma inserita nell'ultimo Dpcm che vieta qualsiasi tipo di evento, anche a porte chiuse, fino a domenica 14.
Sulla ripresa del campionato «si è scelta una direzione, ma occorre capire quali decisioni verranno prese a livello governativo - ha osservato il presidente del Torino, Urbano Cairo, che dall'inizio è stato fra i più freddi rispetto ai piani per portare a termine la stagione -. Inoltre bisogna valutare cosa succederebbe in caso di nuovo stop. Leggevo di playoff e playout, che esistono già in altri sport, ma sono decisi prima dell'inizio del campionato. Non si possono cambiare le regole in corsa».
Il destino del campionato in caso di nuova sospensione potrebbe essere al centro di una delle prossime riunioni del consiglio federale. Intanto lunedì la Federcalcio invierà al governo il protocollo, su cui si esprimerà il Comitato tecnico scientifico. Il documento per la ripresa del campionato è quasi pronto e nelle prossime ore sarà ultimato per poter essere inviato al ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora. All'interno confluiranno le nuove indicazioni sanitarie della commissione medica della federcalcio che le indicazioni logistiche relative allo svolgimento delle partite - anche quelle in trasferta.
Al vaglio c'è anche l'ipotesi di installare in ogni stadio e centro sportivo un sistema in grado di svolgere test sierologici rapidi, con risultati nel giro di 8 minuti. Gli spalti deserti non saranno l'unica novità del calcio, costretto dal coronavirus a cercare una nuova normalità. Nelle linee guida in via di studio, c'è anche il divieto dei calciatori di protestare nei confronti degli arbitri, a cui non si possono avvicinare a meno di un metro e mezzo per nessuna ragione.
Smalling: "Orgoglioso di essere alla Roma. Nel corso dell'emergenza ha dato l'esempio"
Chris Smalling, difensore della Roma in prestito dal Manchester United, ha rilasciato una lunga intervista a The Times. Eccone uno stralcio:
L'impegno per l'associazione Football Beyond Borders?
«I calciatori possono avere una pessima reputazione e a volte questo sentimento è giustificato perché le persone commettono errori: si possono fare stupidaggini ma in tutte le classi sociali, non solo noi come calciatori. Molti di noi calciatori sono consapevoli delle responsabilità che abbiamo».
Come hai fatto ad arrivare ai massimi livelli del calcio?
«Ora vedono tutti il mio successo nel mondo del calcio ma è stato un lungo viaggio. Voglio dimostrare che tutto è possibile, affinché i più giovani sognino in grande. Se riesco a ispirarli, è fantastico. Molti bambini vogliono diventare calciatori, ma la mia realizzazione non è mai arrivata fino a quando non avevo 19, 20 anni. Quando cresci, molti sogni possono essere infranti. Non pensi che siano nemmeno possibili a volte”.
Quanto è importante l'autostima per la crescita personale?
«Tutti hanno bisogno di qualcuno che punti su di loro, ma alla fine si tratta solo di forza di volontà. È importante ripetersi spesso: "Questo è quello che voglio e lo avrò a prescindere da qualunque cosa, anche se i miei genitori dubitano di me, anche se i miei amici non mi credono, anche se la società pensa che non ho possibilità". Può anche richiedere molto tempo, prima che arrivi la fortuna e ti continui a guidare nel tuo percorso. È qualcosa che cerco di sottolineare ai bambini. Non credo che si possa arrivare in cima senza quella convinzione. Anche i migliori ricevono critiche».
Quanto influiscono i social media?
«Fa decisamente male quando attraversi dei periodi difficili e ricevi critiche, giuste o sbagliate che siano, è sempre difficile prendersele. Alcune persone sono solo dispettose, altre si scatenano perché hanno i loro problemi. I leoni da tastiera vogliono solo provare a rovinare la giornata di qualcuno. Non ci si può nascondere dai commenti ma credo fermamente in me stesso. È qualcosa che deve essere controllato, le aziende possono fare di più. Ci sono tanti casi, molto tristi, che riguardano l’abuso dei social media e ciò che hanno causato».
Kanté ha deciso di non tornare ad allenarsi con il Chelsea...
«È una scelta personale. Siamo stati tutti a casa, isolati, siamo potuti uscire solo quando era necessario. Si può fare un passo indietro in allenamento quando si saprà che tutte le misure sono state prese e ci sono stati tutti i test del caso. Posso capire la posizione di tutti quelli che si tirano indietro quando manca la massima chiarezza. Fortunatamente, qui a Roma, ho la sensazione che abbiano questa chiarezza. Ci hanno tenuti al corrente. Abbiamo avuto incontri regolari con il CEO, Guido Fienga, per parlare delle diverse misure e restando aggiornati. È stato molto utile conoscere le loro discussioni con la Lega e i dottori e ce lo stanno trasmettendo direttamente. Ecco perché credo che molti giocatori qui si sentano a proprio agio nel tornare, perché conoscono le diverse misure. Conoscono i protocolli di sicurezza. È stato tutto elencato, ma se alcuni giocatori in alcuni club non hanno ancora chiara la situazione, allora posso capire che siano un po' spaventati fino a quando non viene tutto alla luce. Anche io vorrei lo stesso”.
Le iniziative della Roma durante la quarantena?
«La Roma ha un cuore molto grande. L’ho notato rapidamente qui. Ha aiutato molto le persone, senza limiti. È fantastico. Hanno davvero dato l’esempio e altri club ne hanno preso spunto per fare lo stesso. Sono molto orgoglioso di essere associato alla Roma grazie a tutte le loro iniziative».
L'arrivo alla Roma?
«Era una sfida che volevo fare. Sono una persona che vive senza avere rimpianti. Mi piacciono le nuove sfide fuori dalla mia zona di comfort e il poter mostrare alla gente che tutto è possibile».
Perché hai scelto di diventare vegano?
«Mia moglie è un’ottima cuoca. È qualcosa che mi ha aperto gli occhi quando l’ho incontrata. Stiamo cercando di avvicinare i bambini alla cucina, mangiando in modo sano. Mia mamma non era una grande cuoca. Era un tipo "prendi quello che puoi e mettilo in forno”. Essere vegani è qualcosa di cui sono appassionato. Ricevo molte domande sul veganismo da persone nel calcio, da diversi sport, da nutrizionisti di altri club per consigli. Sono felice di parlare e condividere il mio percorso».
Crollati i contatti social dei club: tifosi spariti negli ultimi due mesi
LEGGO - BALZANI - Meno like e tante polemiche. Il calcio italiano perde appeal anche tra i tifosi nonostante le promesse di ripartenza di Lega e Figc. E non parliamo solo degli ultras che il 6 giugno manifesteranno a Roma contro la ripresa del campionato.
A testimoniare la disaffezione anche del pubblico non da stadio c'è uno studio di Socialmediasoccer, piattaforma che opera un monitoraggio quotidiano delle pagine ufficiali. Se i social sono i moderni Bar dello Sport (e anche lì di calcio si parla sempre meno per dare spazio a problemi ben più importanti), si può partire da lì per misurare quanto interesse si è perduto.
I commenti sono decimati e molte squadre stanno contando i followers perduti. A fare da contraltare c'è la spensieratezza di alcuni ex giocatori come Totti o Vieri che invece hanno accumulato follower grazie alla dirette Instagram. Il calcio attuale, invece, perde like. Per esempio Leonardo Bonucci ha perso quasi tremila iscritti alla sua pagina Facebook negli ultimi 25 giorni. Gigi Buffon è in linea: da 4 milioni e 964mila di fine marzo a 4 milioni e 961 mila in queste ore. Score di commenti in picchiata anche sui profili di Higuain, Dzeko, Immobile o Insigne, mentre su Instagram è in leggero aumento Zaniolo.
Da notare poi un incremento per quei calciatori che hanno vissuto il dramma del Covid-19. La pagina di Dybala ad esempio è passata dai 4 milioni e 222mila iscritti nella seconda metà di marzo ai 4 milioni e 263mila. Aumento pure per Rugani e Gabbiadini. Resistono i grandi guru social come Cristiano Ronaldo, Ibra e Balotelli. Anche i club registrano uscite di massa. La pagina Facebook della Juve è scesa da una media di 2.900 commenti quotidiani a circa 700. Al Milan era attribuita una media di 4.300 commenti al giorno, adesso siamo intorno ai 670. Anche l'Inter è in perdita di 1100 dopo l'ottimo lavoro dei social manager che aveva portato quasi 7000 commenti quotidiani. I tifosi del Napoli commentavano 1.500 volte e i loro interventi si sono ridotti di due terzi.
Stesse dimensioni per Lazio e Roma. Il crollo più fragoroso è dell'Atalanta (Bergamo è stata devastata dal virus) che ha perso il 90% dei commenti.
La ripresa del campionato farà risalire l'attenzione così come i commenti, ma anche i tifosi al momento sembrano presi da altri problemi tanto che il 70% delle opinioni è negativa per un nuovo inizio della serie A per motivi etici («Come si fa a giocare quando ci sono ancora tanti morti») e per ragioni tecniche («Giocare senza tifosi e con calciatori fermi da 70 giorni con 35 gradi non è calcio»).
Nepi Molineris (dir. Parco Foro Italico): «Spogliatoi, vie di fuga e percorsi alternativi. L'Olimpico è già pronto per ricominciare»
IL MESSAGGERO - Si prepara a ripartire anche lo Stadio Olimpico, dove i lavori per garantire un manto erboso adatto alle partite di calcio sono partiti negli ultimi giorni. Diego Nepi Molineris, direttore del Parco del Foro Italico, ha spiegato come l'impianto della Capitale sia particolarmente adatto a soddisfare i criteri che verranno presentati nell'apposito documento della Serie A. Spalti direttamente collegati al campo garantiranno la possibilità di spostare le panchine in tribuna, e la tanto discussa pista d'atletica si trasforma in uno spazio cuscinetto utilissimo a mantenere tutte le distanze.
Le dimensioni dell'impianto garantiranno poi ai calciatori di cambiarsi in tutta sicurezza, così come le diverse vie di accesso al campo permetteranno ai tesserati di diverse squadre di non doversi incrociare nella 'pancia' dell'Olimpico.
La Roma pensa al voucher
LEGGO - BALZANI - E ora chi rimborsa gli abbonati? La domanda è lecita con gli stadi chiusi almeno fino a settembre e una media di 6 partite già pagate e non visibili dal vivo. La Roma dopo giorni di riflessione sembra aver sciolto il nodo. Il decreto “Cura Italia” del governo, infatti, ha previsto la possibilità di effettuare i rimborsi dei titoli di accesso per eventi e spettacoli annullati, "tramite l'emissione di voucher al portatore”. La Roma sta valutando quindi due vie: una quota di rimborso economico da erogare tramite bonifico (come ha fatto la Spal con Vivaticket) oppure il congelamento degli importi delle 6 partite rimanenti da riscattare poi tramite voucher per nuovi abbonamenti o biglietti o comunque da utilizzare per iniziative commerciali del club. La decisione sarà presa entro giugno. Quando si potrà tornare all’Olimpico ancora nessuno lo sa ma per la prossima stagione si pensa a una riduzione dei posti da 75 mila a 25 mila per mantenere il distanziamento sociale.
AIC: «Pagano solo gli atleti»
IL MESSAGGERO - Ferma opposizione espressa in un comunicato dell'Assocalciatori alla possibilità paventata nel corso dell'ultimo Consiglio Federale, per cui tutti i club professionistici italiani potranno iscriversi al prossimo campionato pagando anche una sola mensilità ai propri giocatori per il periodo compreso tra marzo e giugno. Tutto questo nonostante i calciatori, pur non scendendo in campo, abbiano continuato ad allenarsi quotidianamente da casa.
L'AIC auspica la possibilità di trovare soluzioni con i piani alti del calcio, ma il tema è delicato ed il braccio di ferro va avanti da quando il Coronavirus ha imposto lo stop.
Mkhitaryan e Smalling i poli del mercato
IL MESSAGGERO - Sono chiare le linee guida del mercato a Trigoria, dove la priorità è preservare i gioielli Zaniolo e Pellegrini per cedere il maggior numero possibile dei calciatori che rientreranno dai rispettivi prestiti. 2-3 gli elementi sacrificabili in ottica plusvalenze, 6-7 - della rosa attuale - non sono indispensabili e possono essere ceduti anche rischiando di conceder loro la lista gratuita. L'obiettivo è quello di abbassare il monte ingaggi del 15-20%.
In entrata si tenterà di accontentare Fonseca con un terzino destro ed un vice-Dzeko, più gli acquisti per rimpiazzare gli eventuali addii di Smalling e Mkhitaryan. La parola chiave sarà 'attesa'. La Roma è infatti intenzionata a vedere quanta liquidità circolerà nel prossimo calciomercato per poter giocare al ribasso. Anche se questo volesse dire rischiare di perdere Smalling. Del resto i giocatori sul mercato, validi anche se dal nome poco altisonante, ci sono: uno di questi è Akpoguma dell'Hoffenheim.
Sul trequartista armeno c'è meno ottimismo: per questo si valutano possibii sostituti. Uno di questi è Aleksei Miranchuk, della Lokomotiv Moska, dal prezzo del cartellino ritenuto però troppo alto. Difficile che i giallorossi decidano di accontentare Pedro, che ha chiesto 5 milioni di euro a stagione, così si considerano profili come quello di Chakvetadze del Gent e Tete dello Shakhtar.
Tornando al terzino, un tentativo per Tomiyasu si farà, ma le richieste sono esose ed il piano B potrebbe essere Santiago Arias dell'Atletico Madrid.