Corsa, strategia e idee: Fonseca apre il laboratorio

GAZZETTA DELLO SPORT - Il consenso di cui gode Paulo Fonseca tra i giocatori della Roma è alto, e l'allenatore portoghese potrebbe sfruttare la stima che la rosa nutre nei suoi confronti per inculcare con più facilità i dettami della difesa a tre. Il tecnico ha dichiarato in passato che approfondire il bagaglio tattico della squadra sarebbe senz'altro un'arma in più.

Fonseca ha poi in mente di lavorare duramente sulle palle inattive, almeno quando si potrà tornare a fare le mischie da area di rigore: prima della pausa forzata la Roma ha cominciato a subire un po'troppo dai piazzati, dettaglio che non è andato giù all'allenatore.

Altro punto su cui il portoghese intende battere, poi, è la precisione delle conclusioni: la Roma è terza nella speciale classifica per numero di tiri, ma il bersaglio viene colto di rado.

 


Da Kluivert a Kean, la Roma aspetta un assist da Raiola

CORRIERE DELLA SERA - Un ruolo determinante nel prossimo mercato della Roma potrebbe essere svolto da Mino Raiola. All'agente è stato dato mandato di sondare possibili destinazioni per uno dei suoi assistiti, Justin Kluivert. Fin quando non si avranno novità sullo stato dell'arte della trattativa Pallotta-Friedkin la Roma deve essere pronta a lavorare anche sulle plusvalenze dolorose.

Ma Raiola può essere decisivo anche in entrata. L'agente gestisce infatti anche gli interessi di Bonaventura - l'interesse della Roma non è un segreto - e Mkhitaryan, ma potrebbe anche essere la chiave per arrivare a Moise Kean. L'Everton è disposto a cedere il calciatore in prestito, ma solo a fronte di un obbligo d'acquisto in futuro. Per il ruolo di terzino destro, poi, a Trigoria è stato offerto Santiago Arias, ma prima di pensare alle entrate andrà prima sfoltito il parco terzini.

 


Vitek cala l'asso del fondo USA. Raggi: «Ci sono novità in arrivo»

GAZZETTA DELLO SPORT - Il tempo volge al sereno sul tema Stadio della Roma. Non è un caso che la Sindaca Virginia Raggi abbia speso nella giornata di ieri parole incoraggianti rispetto al progetto avviato da Pallotta, ed anche i contatti per portare le società di Parnasi - tra cui Eurnova che detiene la proprietà dei terreni scelti per lo stadio - nelle mani di Radovan Vitek sono ripresi. L'imprenditore ora è affiancato anche da un fondo Usa, York, ma punterebbe a spendere il 20-30% in meno rispetto alle cifre immaginate prima della crisi Coronavirus.

La questione dovrebbe prescindere dall'effettivo proprietario dei terreni, ma un cambio di mano lascerebbe più soddisfatta anche la componente che da sempre si è mostrata contraria alla realizzazione del progetto, vale a dire il Movimento 5 Stelle.

 


Caos ripartenza: la rivolta dei calciatori

IL TEMPO - PIERETTI - I calciatori incrociano le gambe. Non è una questione di soldi, ma è anche una questione di soldi: al di là dei timori per la salute dei propri assistiti, l'Associazione Italiana Calciatori si mette di traverso e contesta la decisione del Consiglio Federale per quanto riguarda l'ampia manovra amministrativa consentita ai club sulle garanzie da presentare per le iscrizioni ai campionati e - conseguentemente - per il pagamento degli stipendi. Ieri il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha annunciato interventi per un miliardo di euro per sostenere il Sistema sportivo italiano.

LA RIVOLTA DELL’AIC - All'indomani del Consiglio federale l’Assocalciatori si è ritrovata per opporsi alle decisioni prese dalla Federcalcio. «E' forte la delusione nell’apprendere che i club di tutte le serie professionistiche potrebbero iscriversi al campionato 20/21 a fronte del pagamento di un solo mese di stipendio del periodo marzo-giugno 2020 - si legge nel comunicato dell’Aic - si tratta di norme programmatiche irricevibili che pregiudicheranno la tranquillità economica della maggior parte dei tesserati professionisti. La Federazione è intenzionata a controllare per l'iscrizione di fine agosto (termine della stagione 19/20 prorogato durante la stessa riunione) l’avvenuto pagamento delle retribuzioni di marzo, aprile e maggio 2020 per tutte e tre le categorie professionistiche con la particolare previsione che - in caso di contenzioso per le mensilità di marzo e aprile - si dovrà dimostrare il pagamento della sola mensilità di maggio 2020. La nostra Associazione auspica l'adozione di un sistema che favorisca le intese collettive». Rivendicato lo status da professionista per le calciatrici della serie A.

PROTOCOLLO PARTITE - Il nuovo dispositivo perle partite imporrà nuove regole per i club che dovranno far fronte a un protocollo piuttosto rigido. Le partite si giocheranno in tre differenti orari: 16.30-18.45-21. All'interno degli spogliatoi verranno utilizzati separatori per i lettini dei massaggi, consentito l’utilizzo moderato di macchinari fisioterapici e medici, necessarie le sale separate per i test antidoping. Del tutto abolito il protocollo dell'ingresso in campo: niente mascotte, nessun bambino in campo, niente foto di squadra, nessuna stretta di mano tra capitani e con arbitri e assistenti. Durante la partita, i calciatori non potranno più protestare con gli ufficiali di gara, e dovranno restare a non meno di un metro e mezzo di distanza dall'arbitro.

INNO AL GIOCO - «La delibera adottata è un inno al gioco - afferma il Presidente della Figc Gravina in una lettera aperta alla Lega Pro - si desidera scendere in campo ovviamente tenendo in massima considerazione la tutela della salute di tutti i protagonisti. Il percorso prevede la ripresa regolare del campionato solo se nelle prossime settimane i protocolli sanitari divenissero pienamente applicabili anche in Lega Pro. In caso contrario, individueremo un nuovo format per far disputare in sicurezza - più avanti nel tempo - sia play off che play out, affinché siano i risultati del campo a determinare le promozioni e le retrocessioni».


Zappacosta: «Voglio restare qui»

IL TEMPO - BIAFORA - La sua stagione è stata più che sfortunata per via di una lesione al polpaccio e per l'infortunio al crociato, ma Zappacosta ha voglia di ripagare la fiducia della Roma. Il terzino destro, arrivato nella Capitale in prestito secco gratuito, ha raccolto soltanto una presenza in maglia giallorossa, ma la sua intenzione è di restare anche il prossimo anno agli ordini di Fonseca: «Mi piacerebbe tanto rimanere a Roma per diversi motivi. Il principale è quello di dimostrare alla piazza, ai compagni e alla dirigenza il giocatore che sono».

L'esterno difensivo era pronto a torna-re in gruppo dopo aver completato la riabilitazione al ginocchio ed ora è smanioso di scendere in campo per guadagnarsi la riconferma, un argomento ancora non affrontato tra Petrachi e il suo agente: «Mi sono allenato tanto e ho fatto tanti sacrifici per poter essere a disposizione alla ripartenza del campionato. Credo di essere a un buon 90% della condizione, quindi penso di essere a disposizione per inizio campionato». Intanto ieri la Roma ha effettuato una doppia seduta dopo il giorno di riposo concesso da Fonseca: oggi tutti in campo a Trigoria per un singolo allenamento


Roma, il piano di Friedkin: tenere Zaniolo e Pellegrini e investire 85 milioni

MILANO FINANZA - L'interesse di Dan Friedkin per la Roma non si è spento. Il magnate texano ha ovviamente rimodulato al ribasso la valutazione del club giallorosso, che si aggirerebbe ora sui 500 milioni di euro. Ciò che però l'imprenditore non avrebbe ridimensionato sono i progetti per il futuro del club: 85 milioni per l'aumento di capitale ed il veto alla cessione dei gioielli Pellegrini e Zaniolo. Al termine della giornata di borsa di ieri la capitalizzazione della Roma si attestava sui 250 milioni, un valore a metà strada tra i 300 milioni che dà dell’equity giallorosso Pallotta (a cui vanno aggiunti 300 di debiti) e i 200 stimati da Friedkin.

 


Scommesse, l'ad di Eurobet: «Il governo vuole farci fallire»

IL TEMPO - SOLIMENE - Punti vendita chiusi «a tempo indeterminato» e tasse aumentate. E la paradossale situazione nella quale si è trovato il settore del gioco legale in Italia dopo la pubblicazione del decreto Rilancio in Gazzetta ufficiale e del cronoprogramma delle riaperture previsto dall'ultimo Dpcm di Conte. Una «stretta» che rischia di mettere in ginocchio un settore che in Italia, attraverso uffici amministrativi e una rete sul territorio di oltre 10mila punti scommesse, dà lavoro a circa 125mila persone. Il Tempo ne ha parlato con Andrea Faelli, ad di Eurobet, "braccio" italiano della multinazionale Gvc che, nella penisola, gestisce circa 900 ricevitorie.

Faella, come giudica l'operato del governo in questa emergenza?
«In generale ho notato il contrapporsi tra buone intenzioni e una rete burocratica che, purtroppo, le ha vanificate. La mia azienda, per dire, è stata costretta a mettere parte del personale in cassa integrazione e ad anticiparne il pagamento, perché dallo Stato i fondi arriveranno come minimo in gran ritardo».

E dal punto di vista del gioco legale?
«Non è stato facile spiegare ai nostri referenti internazionali come mai un governo che aveva promesso di non alzare di un centesimo le tasse non solo non ci permette di riaprire - caso unico, perché tornano al lavoro persino i tatuatori - ma ha addirittura deciso di aumentare il prelievo dello 0,5%».

Si tratta di istituire il fondo salva Sport. Conviene anche a voi...
«Col piccolo particolare che per salvare i 100 mila addetti del mondo dello sport, si mettono a rischio i 100 mila lavoratori del settore gioco legale. Si sposta il problema, invece di risolverlo».

Una multinazionale non può permettersi un rincaro dello 0.5%?
«L'errore sta proprio nel ragionamento "tanto è una multinazionale, i soldi ce li ha". Perché il grosso dell'impiego nel mondo del gioco sta negli oltre 10mila punti vendita gestiti in franchising da famiglie o piccoli imprenditori che dai primi di marzo sono chiusi e non sanno se e quando riapriranno. A quanto ci risulta, i titolari di un 10% dei circa 900 punti scommesse che gestiamo ha già deciso di mollare. E anche sul "piccolo rincaro" di tasse c'è da obiettare. Perché è calcolato sulla raccolta, non sul profitto. Abbiamo stimato che per noi rappresenterà un aumento del 17/18% su quanto versiamo oggi al Fisco. Ed è qui che si crea un altro paradosso».

Quale?
«Lo Stato aumenta le tasse sulla nostra attività ma al momento non ci permette di svolgerla. Un atteggiamento incoerente. Perché noi, alla fine, facciamo un lavoro per conto dello Stato, pagando concessioni a prezzi importanti e versando cifre altrettanto considerevoli al Fisco. Se non ci permette di lavorare, l'amministrazione pubblica si dà la zappa sui piedi. Senza considerare che, se si impedisce ai circa 18 milioni di italiani che in un anno giocano almeno una volta di rivolgersi alle strutture legali, una buona parte di essi giocherà comunque, ma lo farà nell'illegalità».

Questo è un problema che esisteva anche in tempi normali.
«Si, ma l'Italia fin dagli anni '90, attraverso una politica volta a far emergere il fenomeno, a farlo diventare legale e quindi a controllarlo, aveva inferto un colpo importante al malaffare. Ma questo lo aveva potuto fare grazie a un principio di competitività. Se quando riapriremo la tassazione resterà così elevata come previsto nel dl Rilancio noi non riusciremo a offrire quote allettanti rispetto a quelle dei picchetti illegali. Il risultato sarà scontato...».

Nelle sale scommesse non è facile garantire le norme sanitarie.
«Da parte nostra ci siamo già organizzati per adattarci ai protocolli. Avevamo acquistato sanificanti, mascherine per almeno due mesi, plexiglass per dividere clienti e operatori, oltre ad aver previsto strisce per indicare le giuste distanze. La nostra rete di rappresentanti commerciali avrebbe garantito un controllo de visu nelle varie agenzie per assicurarsi che tutto fosse a norma».

Magari, in un momento di crisi, il rischio che in tanti si «buttino» sul gioco e si crei un allarme ludopatia ha frenato il governo.
«Ma è proprio questo rischio che dovrebbe spingere a far riprendere il gioco legale. Noi siamo i primi a voler combattere la ludopatia. Un ludopata per noi è un cliente perso. Con la nostra chiusura il gioco ci sarà lo stesso, ma sarà in mano a gente senza scrupoli che non attuerà politiche di controllo. E poi mi chiedo che differenza ci sia tra scommettere sul Bayern o sul 5 sulla ruota di Roma... (Lotto ed Enalotto sono ripartiti il 4 maggio, ndr)».

Quanto tempo potete reggere al blocco forzato senza fare scelte drastiche sul personale?
«È chiaro che di fronte a una chiusura prolungata, magari fino a fine anno, potrebbe imporsi la necessità di operare dei tagli. Ma al momento non mi va neanche di parlarne, perché il punto è un altro. Il punto, come detto, sono le famiglie che gestiscono la rete sul territorio e, soprattutto, la percezione che avrà della situazione italiana il gruppo multinazionale a cui apparteniamo. Se in Italia manca la certezza delle regole, ai grandi player del settore converrà abbandonare il Paese e investire altrove».

Avete manifestato tutte queste perplessità al governo?
«Purtroppo c'è una parte della maggioranza che con noi non vuole sedersi neanche al tavolo. Infatti le nostre richieste di incontro sono rimaste lettera morta. E così dal decreto Dignità. Anche in quel caso si è manifestata la stessa miopia. Si sono vietati gli spot come se il mondo del gioco non esistesse. Invece esiste, come esistono ancora i ludopati. Ma si preferisce non vedere»


Malagò: "Non lo so se la trattativa tra Pallotta e Friedkin sia terminata, sicuramente il Coronavirus non ha aiutato"

Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante una lunga intervista al programma radiofonico radio incontro olympia. L'imprenditore romano si è espresso anche sulla Roma, in particolare sulla trattativa tra Pallotta e Friedkin per la cessione del club. Si è espresso anche in merito alla ripartenza della Serie A in seguito all'emergenza coronavirus. Questo uno stralcio dell'intervista: 

«Non lo so se la trattativa sia terminata, sicuramente il Coronavirus non ha aiutato. Questo è poco ma sicuro».

«Se c'è egoismo da parte di tutti i presidenti dei Serie A sul fatto di voler giocare o no? Si, tutti hanno in qualche modo un condizionamento da una posizione di classifica, non mi sento di dire che ci sono buoni e cattivi. Questo forse è nella natura umana che ci possono essere delle spinte, in virtù anche del fatto che nel momento in cui si è fermato tutto uno era ad un punto dalla retrocessione o dallo scudetto». 

 

 


AIC, Calcagno: "Sono tutti preoccupati. Bisogna valutare se ci sono le condizioni per ripartire"

Umberto Calcagno, vice presidente dell'AIC, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport per spiegare la situazione del calcio italiano:

Giocare le partite di pomeriggio durante la ripresa?
"Ho giocato per tanti anni nei campi di serie C del sud alle 15, e posso assicurare che non è facile. Spero che su questo si possa ragionare, ma andiamo per step. Noi stiamo aspettando i protocolli che sono in corso di validazione, è in programma per il prossimo 28 maggio una riunione importante, vediamo cosa uscirà fuori".

Si è parlato molto della questione stipendi dei calciatori. Siete preoccupati?
"Siamo molto preoccupati. La Federazione, con le norme emanate l’altro ieri, per cinque mesi e mezzo non controllerà nessun pagamento. Quindi per le società di Serie A, che avevano il controllo previsto al 31 di maggio per le mensilità di gennaio, febbraio e marzo, è stato tolto il controllo della mensilità di marzo. Quindi capite bene che per cinque mesi e mezzo non ci saranno stipendi. Posto che Marzo, aprile e maggio sono stati spostati all’ammissione al campionato, ma se i campionati andranno avanti, come ci auguriamo tutti, le iscrizioni verranno fatte a fine agosto. Noi dobbiamo considerare che non esistono solo i calciatori di Serie A, ci sono giocatori di Serie B e Serie C. Ricordo che il 70% dei calciatori di Serie C hanno un ingaggio lordo non superiore a 50mila euro; ecco a loro non controlliamo nulla per cinque mesi e mezzo. Vi sembra normale una cosa di questo tipo? Si sta ragionando su come rientrare in campo e ad oggi, l’unico presupposto deciso, è che si tornerà in campo senza esser pagati. Mi sembra una situazione assurda".

I calciatori sono tranquilli e sicuri di scendere in campo? Hanno espresso preoccupazioni?
"Sono tutti preoccupati, tutti i professionisti, non solo i calciatori. Io faccio l’avvocato e ci sono colleghi che ancora non hanno ricominciato a lavorare, per esempio. Tornando ai calciatori, abbiamo l’esempio di Michael Agazzi che non si è sentito sicuro e ha preferito risolvere il proprio contratto che ricominciare a giocare. Non c’è un discorso di essere pro o contro la ripresa: c’è una comunità scientifica che consiglia e ci sono protocolli in fase di validazione…vediamo. Poi dobbiamo vigilare che i protocolli vengano rispettati, ma questo fa parte del nostro lavoro. Bisogna valutare se ci sono le condizioni per ripartire, e in questo momento sembrano esserci. Ripartire non con il rischio zero, ovviamente, ma con un rischio minimo. Ma questo discorso vale per tutti i settori, non solo per il calcio".

Sembra che questa stagione possa finire il 20 agosto e la prossima ricominciare il primo settembre. Qual è la posizione dei calciatori, soprattutto per le settimane di ferie che gli spetterebbero?
"Le ferie vanno godute singolarmente, il calcolo non è uguale per tutta la squadra, è fatto sul singolo. La questione è già stata risolta, comunque. Uno dei primi DPCM del governo diceva di far godere le ferie ai dipendenti, in questa categoria rientrano anche i calciatori ovviamente. Per cui le settimane di marzo in cui non si è giocato, in cui non ci sé allenati, vengono ‘risolte’ in questo modo. Anche per questo prima parlavo dell’importanza della questione stipendi".

Sono state rimandate le elezioni dell’Associazione Italiane Calciatori, che prima o poi però ci saranno. Lei si candiderà?
"Certamente farò parte della partita. Il virus ha rimandato anche le nostre di elezioni, che spero comunque si faranno a breve. Anche perché ci aspetta un quadriennio importante, che condizionerà un’intera generazione di calciatori e secondo me condizionerà molto anche le società".

Qual è il suo programma?
"Le nostre proposte, quindi le mie e quelle del mio gruppo, è di andare in continuità con tutto quello che abbiamo fatto. Dobbiamo essere forti e mantenere tutte le tutele che oggi abbiamo. Continuare a confondere la riforma dei campionati con il format, cioè dire quante squadre è giusto avere, è sbagliato. Riforma dei campionati significa ridistribuire le risorse in maniera differente. Andiamo a vedere come fanno in Germania, Inghilterra e Spagna quale percentuale di diritti televisivi vengono distribuiti verso il basso, quanto è importante la piramide. Se parliamo della nuova Champions, ci rendiamo conto di cosa significherebbe fare 4 gironi da 8 invece che 8 da 4? Per questo dico che le decisioni che prenderemo nei prossimi anni condizioneranno generazioni di calciatori ma anche di presidente. A me sembra si stia andando nell’ottica di dare di più a chi ha molto e di preoccuparci poco di chi abita sotto di noi. Con la Superchampions, ad esempio, si rischia di non badare più a chi vive sul nostro stesso pianerottolo. Io sono sinceramente molto preoccupato da questo punto di vista".


Il mondo del calcio piange la scomparsa di mister Simoni

Si è spento all'età di 81 anni Luigi Simoni, ex calciatore ed allenatore, in seguito a complicazioni di salute dopo esser stato colpito da ictus lo scorso giugno.
Simoni, da claciatore, ha vestito tra le altre le prestigiose maglie di Napoli, Torino e Juventus; vincendo nel 1961/62 una Coppia Italia con i partenopei.
Da allenatore ha ottenuto otto promozioni in campionati professionistici (un record condiviso con Osvaldo Jaconi), di cui sette dalla B alla A.
Ma è nel 1997/98 che raggiunge l'apice della sua carriera vincendo con l'Inter la Coppa Uefa ed individualmente il premio Panchina D'Oro.


L'Inter Miami punta Pastore, ma c'è distanza tra domanda ed offerta

Nei giorni scorsi si era parlato di un interesse di alcune società americane per Javier Pastore. Sul giocatore, come riferisce tuttomercatoweb.com, c'è il forte interesse dell'Inter Miami di David Beckam. La Roma è disposta a cedere il giocatore, ma c'è distanza tra domanda ed offerta. Infatti i giallorossi vorrebbero 10 milioni per lasciar partire Pastore, mentre l'Inter Miami ne offre solo cinque.
Le parti stanno ancora trattando, mentre non risultano al momento offerte dai Seattle Sounders e gli Atlanta United.


Il ritorno di Baldini, sarà consulente di mercato della Roma

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Franco Baldini è pronto ad iniziare il quarto capitolo della sua avventura in giallorosso, dopo i precedenti incarichi nella Roma: in estate, infatti, sarà protagonista delle mosse di mercato per aiutare il club a risanare i conti tramite plusvalenze e abbattimento del costo del lavoro (sostanzialmente cedere i giocatori in esubero). Con la pista Friedkin che non si è ancora concretizzata, Pallotta ha chiesto all'amico Baldini di tornare ad essere operativo: questa volta, però, sembra solo come consulente esterno per le operazioni di mercato.

A Baldini si chiederà di trovare strade e spazi insperati sul mercato soprattutto inglese, ma anche francese o spagnolo. Il club giallorosso deve infatti piazzare giocatori come Pastore, Fazio, Jesus, Florenzi, Schick, Gonalons e Karsdorp, mentre in Inghilterra sta seguendo Pedro, Kean, Lovren, Vertonghen, Angel Gomes e su tutti sarà importante il parere di Baldini. La verità è che il rapporto con la Roma non si è mai interrotto, ma negli anni è solo cambiato.