Settimo cielo
Il rapporto Uefa sul calcio europeo pone il pubblico romanista come il 7° più numeroso. La percentuale di riempimento degli spalti è ancora più alta. Nessuna sorpresa: da sempre respiriamo passione. Anche a Genova, dove ci saranno oltre duemila romanisti a tifare.
Fonte - ilromanista
Edoardo Bove: "A Roma ero fuori dal progetto. Io voglio essere protagonista"
Edoardo Bove il giorno della sua presentazione alla Fiorentina torna a parlare anche della Roma: "L'addio alla Roma? È stata una mia scelta perché mi hanno detto che non avrei avuto lo spazio sufficiente per crescere. Ero fuori dal progetto, io voglio essere protagonista ed essere al centro del progetto. Questo credo valga per ogni calciatore, al di là dell’età e del tifo."
Il Galatasaray continua a lavorare per arrivare a Nicola Zalewski
Di Marzio di Sky Sport: il Galatasaray continua a lavorare per arrivare a Nicola Zalewski. Un emissario del club turco è a Roma per trovare l'accordo con la società giallorossa. Il polacco, intanto, non ha ancora deciso nonostante sia lusingato dall'importante offerta messa sul tavolo. Sono ore di tira e molla ma il tempo stringe, vista l'imminente chiusura del mercato in Turchia (13 settembre).
Totti a Il Messaggero: "De Rossi rischia di fare la fine di Mourinho"
Francesco Totti ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne de Il Messaggero.
"Vorrei fare il direttore tecnico, ma solo alla Roma. Sul mercato avrei speso i soldi diversamente. De Rossi parafulmine, rischia di finire come #Mourinho senza Champions. #Pellegrini? Gli voglio bene ma non sta giocando come dovrebbe e per questo i tifosi lo criticano."
𝐌𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐓𝐨𝐭𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚? 𝐂𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜'𝐞̀ 𝐝𝐢 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐥𝐞𝐢?
"Forse troppa lealtà, eccessiva sincerità. Forse sono una figura ingombrante. Quello che dico io viene preso in considerazione, quello che dicono altri, meno. È come se avessero paura di avere una figura importante dentro la società, credono che non possa aiutare".
𝐇𝐚 𝐫𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐚𝐥 𝐭𝐞𝐥𝐞𝐟𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐃𝐞 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐨 𝐦𝐞𝐬𝐞. 𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐨?
"Sì, ma non è una mia decisione. Se nessuno mi chiama… Non sono io che vado a bussare alla porta".
𝐈𝐧 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞?
"Direttore sportivo non lo farei mai, mi vedrei in un ruolo come quello ricoperto da Ibrahimovic o Zanetti: un riferimento tra società, squadra e allenatore. In poche parole, una figura come quella del direttore tecnico. Uno che ci mette la faccia, che dice le cose come stanno. Un incarico operativo, non uno da chiamare solo quando ci sono dei problemi".
𝐂𝐨𝐧 𝐃𝐞 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐩𝐩𝐢𝐚
"Con Daniele non ho mai avuto problemi. Per lui non darei una mano, ma un braccio, per farlo stare bene e tranquillo. Anche perché se lavorassi per la società è come se lavorassi per Daniele. Cammineremmo insieme".
𝐇𝐚 𝐦𝐚𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐥𝐮𝐛?
"Qualche squadra mi ha chiamato, ma come ho sempre dichiarato, io sono fedele alla Roma. Se dovessi fare il dirigente in un altro club sarebbe un fallimento per la Roma."
𝐀𝐝 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐬𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐥𝐥𝐮𝐬𝐨 𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐮𝐬𝐨?
"Sono rimasto deluso, anche perché per quello che ho fatto io per la Roma, per la società, per tutti, mi aspettavo qualcosa di diverso. Ogni due, tre, quattro, cinque anni la proprietà cambia e chi arriva ha le sue idee e i suoi pensieri. E alla fine sono da rispettare".
𝐔𝐧 𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐃𝐞 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞?
“Deve chiudersi in se stesso e parlare con chi di dovere. Deve soprattutto farsi rispettare”.
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐥’𝐞𝐬𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 “𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐫𝐞” 𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞?
“Al suo staff, alle persone che sono vicino a lui, quelle in grado di dargli una mano, che cercano di fargli capire gli errori. Daniele ha un gruppo di lavoro forte, valido. Mi auguro e penso che ci riuscirà perché conosce bene la piazza, l’ambiente e la società”.
𝐀𝐥𝐭𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐚𝐟𝐮𝐥𝐦𝐢𝐧𝐞.
“Daniele è il parafulmine. E chi ci rimette è lui. Però, ripeto, fortunatamente è uno che conosce tutto e tutti”.
𝐍𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐌𝐨𝐮𝐫𝐢𝐧𝐡𝐨?
“Certamente, anche se in questo momento è l’unico che può fare l’allenatore a Roma. Ma torniamo al solito discorso, se c’è la società forte che esce allo scoperto e parla chiaro sugli obiettivi, allora è tutto tranquillo. In questo modo la piazza sa tutto. Invece ora la colpa, nel caso le cose non dovessero andare bene, ricadrebbe tutta su Daniele. È quello che è accaduto a Mourinho, perché José ci metteva la faccia. Però nessuno lo aiutava, nessuno parlava. Dopo è dura eh, mettersi contro sei milioni di persone. E dura, perché puoi essere chi vuoi, se non porti risultati, diventi il capro espiatorio. Ma Daniele ne è consapevole”.
𝐍𝐨𝐧 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐃𝐞 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢, 𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐨𝐧𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞?
“No. Ormai no. Avete visto cosa gli hanno detto dopo queste prime partite? Quello che ha fatto l’anno scorso è già il passato. Se lo sono dimenticati tutti, è passato anche ciò che ha fatto da calciatore. Sono i lati positivi e negativi del calcio. Ci si dimentica facilmente, guardate cosa è accaduto con me. E poi un conto è essere calciatore, un altro allenatore. Lui adesso ha la responsabilità di tutto”.
𝐏𝐞𝐥𝐥𝐞𝐠𝐫𝐢𝐧𝐢 è 𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐢𝐟𝐨𝐬𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐦’𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐚 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐧𝐢𝐧𝐢. 𝐋𝐞𝐢 𝐥𝐨 𝐡𝐚 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨. 𝐂𝐡𝐞 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞?
“A Lorenzo voglio bene, ma poi conta solo il rettangolo di gioco. Se non ti esprimi al meglio là dentro puoi essere chi ti pare. Ultimamente non ha giocato come dovrebbe. Purtroppo è la realtà dei fatti, Roma è una piazza particolare e le reazioni ci sono. La gente vuole l’attaccamento alla maglia, ma pure che giochi al cento per cento. E lui, essendo capitano, ha maggiori responsabilità rispetto agli altri”.
𝐋𝐞𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐝𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞? 𝐃𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐨 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐯𝐢𝐚?
“Difficile dirlo, se hai una tifoseria contro è complicato giocare. Lo è già salire le scalette dell’Olimpico. Ricordo i tempi di Tommasi, non guardava in faccia nessuno quando fischiavano, giocava e basta”.
È 𝐢𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐨 𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐓𝐨𝐦𝐦𝐚𝐬𝐢?
“Questo non lo so, perché non lo conosco bene. Però io penso di sì”.
Con quella faccia un pò così
Ritrova il Genoa, contro cui esordì 5 anni fa, e al Ferraris supererà Ferraris IV per gare nella Roma. Al netto degli arrivi di Hermoso e Hummels, lui resta un punto fermo. In campo e fuori.
Fonte - ilromanista
Settebello De Rossi: ha l'oro al centro
Pellegrini, Le Fèe, Konè, Cristante, Paredes, Pisilli e anche il jolly Baldanzi.
Tre posti, sette centrocampisti: il tecnico adesso ha ampia scelta e può variare uomini e soluzioni. Ci saranno ballottaggi in tutte le gare per alzare il livello della competizione.
Fonte - corrieredellosport
Konè già vola. La Roma è sua
Primo in tante statistiche nel match vinto dalla sua Francia contro il Belgio. Ora prepara la prima da titolare in giallorosso perchè De Rossi lo lancerà a Genova.
Konè ha giocato una partita pazzesca con la sua nazionale. Con lui giocherà Cristante e forse Baldanzi: Le Fèe non recupera.
Fonte - corrieredellosport
Non c'è ancora accordo tra Roma e Galatasaray per Zalewski
Filippo Biafora: "Roma e Galatasaray non hanno ancora l'accordo per il trasferimento di Zalewksi. Per accontentare le richieste del calciatore (2 milioni più bonus d'ingaggio e anche una clausola dopo un paio d'anni) i turchi hanno fatto uno sforzo e giocano al ribasso sul cartellino: ad ora c'è distanza tra le parti, per il sì alla cessione serve un rilancio o che il giocatore riduca le pretese economiche. Il mercato in Turchia chiude il 13."
Totti a Sky Sport: "Nessuno nella Roma mi ha mai cercato. Sento spesso De Rossi per dei consigli"
“Un po’ mi manca lavorare nel calcio, ma allo stesso tempo sto bene ugualmente perché ho altre cose da fare. A Roma si parla sempre tanto del mio ritorno, ma poi in realtà non c’è nulla di vero. Nessuno mi ha mai chiamato o cercato, e sinceramente non me lo aspettavo. Nonostante questo siamo tutti felici, anche se i tifosi un po’ meno”. Così Francesco Totti ai microfoni di Sky Sport.
“Quest’anno si sono rinforzate parecchie squadre, soprattutto quelle più blasonate. La Juventus è la squadra che ha cercato di fare il mercato più importante. Se mi piace il mercato della Roma? Nì, all’ultimo hanno iniziato a mischiare un po’ tutto. Bisogna vedere se hanno avuto ragione, speriamo di sì”.
Sulla Roma aggiunge:“Tocca a De Rossi mettere bene in campo i giocatori e trovare la loro migliore condizione. Nell’ultimo mese ci siamo sentiti molto spesso io e lui, gli ho dato consigli così come lui li ha dati a me. È contento di quello che sta facendo, ma ovviamente cerca di fare meglio perché non pensava di partire in questo modo. Ha però la testa per fare una grande annata”.
Dimmi Konè
Baldanzi esagerato. Tre gol e l'Italia va
Under 21 vittoriosa in Norvegia con un super Baldanzi autore di una tripletta. Adesso alla squadra di Nunziata, prima nel girone, basterà un pari con l'Irlanda.
Fonte - tuttosport
Francesco Checcucci: "Trovato un bell’ambiente, giocatori disponibili e i tifosi sono incredibili"
Francesco Checcucci è uno dei collaboratori tecnici di mister De Rossi.
Classe 1989, toscano di Bagno a Ripoli e, a vederlo di primo aspetto, sembra di incontrare Giorgio Chiellini. Una somiglianza che non lascia indifferenti e sulla quale lui ci scherza anche.
Proprio come l’ex bandiera della Juventus, Checcucci è stato un difensore centrale, calciatore professionista, “ma non sono mai andato oltre la Serie B. Ho fatto più C, diciamo”. Oggi si occupa di altro. Non ha più il pallone tra i piedi, “ho preferito smettere presto”. Il suo compito è principalmente sull’analisi degli attaccanti avversari e dello studio dei calci da fermo, di possibili contromisure da adottare in partita.
La sua età potrebbe essere ancora valida per un calciatore in attività, eppure lei ha già maturato diverse esperienze da collaboratore tecnico.
“Sì, ho smesso di giocare a 26 anni dopo una carriera di categoria. Mi sono sempre posto il limite di restare ad un buon livello, quando ho visto che non ci arrivavo più, ho preferito dire basta. Mi piace il mondo del calcio, intendevo restarci, non volevo andare troppo oltre e diventare un giocatore mediocre. Ho preferito ributtarmi nella mischia, imparando subito bene un altro mestiere”.
E questo passaggio, da un fronte all’altro, come è stato?
“Quasi naturale. Ho sempre giocato a Football Manager, sono sempre stato abbastanza malato di tattica, di attaccanti, di tecnica individuale. Mi è sempre piaciuto un monte… Ho iniziato con i ragazzi del Chievo, poi quell’anno ho fatto il corso da analista e ho avuto l’opportunità di andare subito in prima squadra ed è stato bello, indubbiamente. Stavo finendo l’università, avevo iniziato questo lavoro e mi ci dedicavo anche la notte, mi appassionava tanto”.
Al Chievo, dunque, un’esperienza di quattro anni. Poi, il passaggio alla Spal, dove ha incontrato proprio De Rossi da allenatore.
“Inizialmente ero andato a lavorare lì come scout e analista, poi ci siamo trovati, restando in contatto anche dopo, arrivando poi insieme alla Roma. Ringrazio Daniele e la Società per questa grande possibilità, in un top Club”.
L’approccio con il lavoro in un Club di Serie A da zona europea, come è stato per lei?
“Lavorare ai massimi livelli è spettacolare e, paradossalmente, anche più facile. Io spesso mi occupo di vedere i giocatori offensivi, attaccanti avversari e situazioni da palle inattive. Farlo in un mondo che è più conosciuto, in primo luogo ti facilita per il reperimento delle informazioni, inoltre è stimolante per andare a ricercare un dettaglio un po’ più nascosto, per non scoprire l’acqua calda, ecco…”.
Entrando più nel dettaglio dei suoi compiti?
“Beh, si cerca di lavorare con i difensori sui movimenti e gli orientamenti degli avversari. Come prepararsi in base alle caratteristiche dei giocatori che ti puntano, dare questo tipo di informazioni ai nostri difensori per affrontare le partite. Poi, c’è ovviamente lo studio della squadra avversaria che facciamo tutti insieme con lo staff. La decisione finale spetta sempre all’allenatore”.
Da ex difensore, che effetto ti fa rapportarti con interpreti del ruolo così forti? Ne sono arrivati due negli ultimi giorni di mercato con enorme esperienza internazionale come Hermoso e Hummels.
“Il confronto con atleti di un livello così alto, fa indubbiamente crescere ed è bello, stimolante. Si imparano senza dubbio molto meglio alcuni dettagli, alcune nozioni che è bene tenere a mente in ogni fase della partita”.
Ad esempio?
“Nel calcio ci sono due fasi. Con la palla o senza. Da giocatore, senza palla – da difensore – ho fatto esperienza e le squadre per cui giocavo venivano sempre messe abbastanza sotto pressione. In Serie B o C è così. La fase con la palla, invece, necessita di attenzioni diverse. Tipo la valutazione dei controlli, degli spazi, i ritmi: tutte queste cose me le ha facilitate Daniele, offrendomi una chiave di lettura diversa, decodificandole in un’altra maniera e potendo poi offrire ai ragazzi informazioni quanto più precise e dettagliate possibile”.
Un bilancio di questi mesi?
“Che dire? Ganzo… Tante cose sono andate bene per me e non era affatto scontato. Abbiamo trovato un bell’ambiente, tante brave persone, i giocatori molto disponibili, i sono tifosi incredibili…”.
E lavorare in una struttura come Trigoria quanto aiuta il lavoro?
“Tantissimo. Gli investimenti della Proprietà sulle strutture tecniche del centro sportivo sono sotto gli occhi di tutti: è assolutamente in linea per il livello della squadra e del Club. Abbiamo ogni cosa a disposizione, nessun tipo di problema, viene tutto naturale. Non manca niente. Niente. Non ci sono alibi, anzi in centro del genere resti più volentieri se devi fare una terapia o approfondire alcuni aspetti”.
Una battuta finale: le hanno mai detto che somiglia particolarmente a Chiellini?
“Tutti… Non mi taglio quasi mai i capelli così corti come ce li ho adesso, altrimenti è una rovina. Poi, il ruolo in campo era simile, alti più o meno uguali, toscano come lui…”.
Anche la voce, la cadenza, lo ricorda molto.
“Già, non a caso Mancio (Gianluca Mancini, ndr) mi chiama Giorgione…”.
ASRoma.com