Karsdorp: “Riprovo con la Roma”
IL TEMPO - BIAFORA - “Vorrei riprovarci con la Roma“. Tra i giocatori destinati a tornare alla base dopo il prestito c’è Rick Karsdorp, che ha concluso la sua avventura al Feyenoordcon 22 presenze e 2 reti. La federazione olandese ha decretato lo stop dell’Eredivisie e per il terzino destro, ceduto in prestito secco senza alcun diritto di riscatto, si riaprono le porte di Trigoria. “Mi restano ancora due anni di contratto con la Roma, vedremo cosa succederà la prossima estate. Io vorrei riprovarci“. Difficilmente il suo futuro prevederà una seconda occasione, visto che già lo scorso anno era arrivata la bocciatura di Petrachi e Fonseca, “Mi ha detto subito che ero libero di andarmene“.
Niente calcio fino al 14 giugno
IL TEMPO - PIERETTI - Oggi si riunisce la Commissione medica della Figc per iniziare la stesura del dispositivo di sicurezza sanitaria relativo alla ripresa del campionato. Domani andrà in scena il Consiglio federale. Ieri la Figc ha prorogato la chiusura dell'attività sportiva fino al 14 giugno: atto dovuto, dopo aver recepito le direttive del Decreto del Presidente del Consiglio. Sul fronte Lega-televisioni, l'incontro tra l’ad della Lega De Siervo e i vertici delle emittenti tv non ha prodotto sviluppi incoraggianti.
STOP AL CALCIO - Nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione della autorità competenti, la Federcalcio proroga lo stop ai campionati fino al prossimo 14 giugno. La Figc - si legge nel comunicato - preso atto delle determinazioni assunte nel Dpcm del 17 maggio recante «misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale» e preso atto della sospensione sino al 14 giugno 2020 degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, di cui al citato Decreto, nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione della autorità competenti a riguardo, ha prorogato la sospensione dell'attività sportiva fino al 14 giugno 2020. L'Uefa intanto ha annunciato di aver posticipato il proprio Comitato esecutivo al prossimo 17 giugno.
IL PARERE DEL CTS - Il Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile ha ricevuto ieri mattina il protocollo con le integrazioni fatte dalla Lega e dalla Federazione. I prossimi passi saranno relativi all'istruttoria e alla valutazione del dispositivo. Non tutti spingono per una ripresa celere del campionato, almeno ascoltando i membri del Comitato. «Posso dire che l'interesse del Comitato tecnico scientifico e quello di far ripartire un'attività importante come il calcio con il minimo del rischio - ha sottolineato Luca Richeldi, presidente della società italiana di pneumologia e membro del Comitato tecnico scientifico - personalmente preferirei vedere una situazione epidemiologica ancora più sotto controllo. A breve il Cts aggiornerà il proprio parere, e necessariamente si terrà conto della situazione epidemiologica nel nostro Paese». Ci vorrà quindi qualche altro giorno per la fase dibattimentale, mentre ad horas dovrebbe arrivare il via libera al protocollo per gli sport di squadra: il CTS ha chiesto qualche limatura al Ministero dello Sport per quanto riguarda le linee guida, ma già domani anche i calciatori potranno fare piccoli passi in avanti per avvicinarsi in maniera concreta agli allenamenti di squadra. Intanto i gruppi ultras - riponendo storiche rivalità - hanno annunciato una manifestazione di protesta contro il Governo per il prossimo 6 giugno a Roma. L'iniziativa parte da Brescia e avrà modo di coinvolgere gran parte dei gruppi delle tifoserie italiane.
LIGA E PREMIER AVANTI - In Spagna e Inghilterra arriva l'autorizzazione governativa per riprendere gli allenamenti di squadra. Vincoli più stretti in Premier League, dove da oggi i club torneranno agli allenamenti collettivi a piccoli gruppi formati - al massimo - da cinque giocatori che dovranno rispettare le norme sul distanziamento sociale. Decreto più permissivo in Spagna, dove i gruppi saranno composti al massimo da dieci calciatori. Conferita una deroga governativa per le squadre delle regioni più colpite: Real, Atletico, Getafe, Leganes, Barcellona ed Espanyol comunque allenar- si al pari delle altre formazioni. L'obiettivo delle due Leghe sarebbe quello di riprendere il campionato tra la metà e la fine di giugno, ma non mancano le criticità e i timori da parte dei calciatori. In Scozia, la Federazione ha ufficializzato la chiusura del campionato: Celtic campione nazionale perla 51' volta, titolo assegnato grazie alla media punti, Hearts retrocesso in seconda divisione.
Fatica e infortuni. I calciatori hanno la memoria esaurita
LA REPUBBLICA - PINCI, VANNI - È possibile che un portiere dimentichi in due mesi come parare? O un giocatore come si tira in porta? Fino a qualche giorno fa era complicato trovare una risposta: infortuni a parte, nessun calciatore era mai rimasto per più di due mesi in vita sua senza colpire un pallone. Il ritorno agli allenamenti ha rivelato che questa quarantena al calcio non ha tolto solo campionati e stadi pieni. Ma anche l’abitudine al gesto tecnico. “Non so se so ancora stoppare un pallone”, ha detto Balotelli in una live chat. E forse scherzava soltanto fino a un certo punto. Dopo una settimana di allenamenti, il portiere della Roma Pau Lopez s’è fatto male a un polso per una parata troppo fiacca. Colpa dell’inattività.
Mariani: “Zaniolo? Fin dal suo infortunio si è concentrato sul rientro. E' un talento naturale"
Il dottor Mariani, medico che ha operato Nicolò Zaniolo al ginocchio infortunato presso Villa Stuart, segue il centrocampista con apprensione e ha espresso il suo punto di vistariguardo al recupero dello stesso calciatore. Queste le sue parole riportate da La Gazzetta dello Sport:
“Sta rispettando i tempi. Lui è un talento naturale, perciò non mi sorprende che sia già tornato a toccare il pallone. Fin dal suo infortunio, è sempre stato focalizzato sul rientro in campo”.
Di Biagio: “Pellegrini è il prototipo del giocatore moderno"
Luigi Di Biagio ha espresso la sua opinione riguardo alla ripresa del campionato, lasciandosi andare ad un commento su Lorenzo Pellegrini, che ha avuto modo di allenare quando era tecnico della Nazionale Under 21. Queste le sue parole a La Gazzetta Dello Sport:
Per me è il prototipo del giocatore moderno.
Sulla ripresa del campionato…
I dubbi ci sono, io come tanti ho paura. Negli occhi mi sono rimaste le immagini di Milano e Brescia: ho giocato 10 anni in Lombardia, conosco tante persone in quelle città e temevo per loro. Ma dobbiamo provare a tornare in campo, sarebbe un segnale per tutto il Paese, un atto di responsabilità. Ci aspetta un periodo in cui dovremo adeguarci all’emergenza che non potrà mai essere la normalità. Quella la riavremo quando i tifosi torneranno negli stadi.
Casarin: "Bassa qualità arbitrale in Serie A. Sbagliato separare la A dalla B"
Paolo Casarin, ex arbitro italiano, ha parlato della sua categoria ai microfoni di Toscana TV:
"L'origine della bassa qualità arbitrale nella massima serie è la riduzione dell'organico: ci sono 21 arbitri che hanno il posto fisso in Serie A. Oggi si pensa che un direttore di gara possa essere sempre designato, a prescindere dal suo rendimento recente. Anni fa è stato commesso un errore gravissimo, ossia la separazione della B dalla A, creando due gruppi separati, dove i fischietti di A avrebbero diretto solo gare di Serie A e quelli di B solo di Serie B, con magari qualche match di A. Questo ha levato spinta agli arbitri di B, e tutto è diventato gestione del posto fisso: che si dirigano le partite bene o male, non cambierà nulla. Gli arbitri che se ne vanno sono solo quelli che hanno raggiunto i 45 anni, il limite d'età. Ecco perché non è avvenuto il ricambio generazionale".
Mancini: "Ringrazierò sempre Capello per la fiducia che mi ha dato. Riguardo spesso il gol al derby"
Amantino Mancini, ex giocatore della Roma dal 2003 al 2008 con una parentesi al Venezia in prestito, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del suo passato:
Da dove arriva il soprannome “Mancini”?
“Mancinho significa mansueto. Io non miangevo mai, mio fratello era il gordo, il cicciottello. Piano piano, quando ho iniziato a giocare in Brasile, andai a Belo Horizonte dove l’allenatore diceva che mancinho fosse troppo dolce, quindi sono diventato Mancini”.
Ora sei più mansueto?
“Più diventi vecchio e i più sei tranquillo. Prima ero più agitato, da allenatore devi essere più calmo”.
Quante volte hai rivisto il gol alla Lazio?
“Tante, è stato un gol importante, il primo in Italia. Poi nel derby…”
Tu arrivi in Italia e vai a Venezia. Quell’avventura è surreale, in B hai giocato meno che in A. Può darsi che fossi talmente forte che facevi fatica in un calcio minore?
“Può darsi. Però quando uno viene dal Brasile, a gennaio, da 40 gradi a -4 fu molto duro. La Serie B italiana era tutta palla alta, era difficile. Mi ha aiutato molto ad ambientarmi nel calcio italiano, imparare la lingua e capire come funziona. Anche giocando pochissimo, mi è servito tanto per capire. A Roma sono arrivato più maturo, parlando italiano, mi ha aiutato tanto”.
Quanto è stato importante Capello nella responsabilità che ti ha dato e che ti ha tolto nel dover sostituire Cafu?
“L’arrivo a Roma non è stato facile. Ricordo il primo giorno a Trigoria, Capello mi chiese perché a Venezia non giocassi. Andammo in Austria per la preparazione, dal primo giorno mi ha messo nei titolari e non sono più uscito. Mi ha dato fiducia, io facevo un lavoro eccezionale sul campo. Dovrò ringraziarlo per sempre per la fiducia che mi ha dato, io da professionista ho sfruttato l’opportunità, nella prima stagione feci 8 gol e più di 15 assist, un inizio molto importante”.
Da sconosciuto eri diventato uno dei giocatori più importanti, fino alla notte di Lione.
“È stata una notte splendida, un gol meraviglioso, il Lione aveva una squadra molto forte e l’abbiamo battuta. Ricordo la gara di andata, facemmo 0-0 e fummo sfortunati. A Lione una serata fantastica. In quel periodo lì eravamo forti, giocavamo a memoria, Spalletti era un allenatore eccezionale, uno dei più forti che ho avuto. Voglio prendere un po’ di esempio da lui, non voglio copiarlo, per me lui è stato un grandissimo”.
È vero che Capello avrebbe voluto portarti alla Juventus?
“Sì, dopo il primo anno”.
Ci saresti andato?
“No, perché era la prima stagione con la Roma e volevo sfruttare il momento, il primo anno bellissimo”.
Com’era giocare con Cassano? È stato lui il più forte con cui hai giocato?
“Cassano è un giocatore eccezionale, con incredibile qualità. Ho giocato con calciatori fortissimi, ma Cassano era un fuoriclasse. Con un cervello più equilibrato sarebbe stato ancora più forte”.
Come mai non sei stato riscattato dal Milan?
“Non giocavo da tanto, al Milan feci 3 partite prima di infortunarmi. Quasi due mesi e mezzo fermo per un problema al flessore, poi finì il prestito”.
Com’è stata la tua parentesi milanese?
“L’Inter al primo anno andò bene, giocavo. Poi cambiò sistema Mourinho e mi tolse. L’Inter è una società importantissima, la ringrazio, mi voleva tantissimo. Una squadra magari fa benissimo, poi non riesce a giocare, in quel periodo magari non stavo bene. Non è sempre colpa dell’allenatore, magari non stavo al top io in quel periodo. Un’esperienza unica con due grandi club, ringrazio Milan e Inter”.
Vuoi prendere esempio da Spalletti a livello tattico o caratteriale?
“Luciano lo vedo più sul discorso tattico, è veramente bravo, ti insegna il calcio, ti fa capire un sacco di cose. Durante gli allenamenti ti prendeva per il braccio e ti insegnava i movimenti. Voglio copiare questo di Luciano, sul campo è il numero 1”.
Di Capello cosa prenderesti?
“Lui è un generale, lo rispettavano tutti. Teneva sempre la linea. La sua presenza era molto importante”.
Quando sei arrivato in Italia, ti aspettavi che la tua avventura sarebbe stata eccezionale?
“Ci credevo sempre. Ho avuto sempre il sogno di diventare un calciatore, venire in Italia in quell’epoca, con un calcio visto in tutto il mondo. Quando avevo 10-12 anni vedevo 3-4 partite di campionato italiano in diretta. Anche se a Venezia ho vissuto momenti particolari, ho sempre voluto continuare questo percorso per realizzare il mio sogno e fare la storia in un altro paese”.
Quanto è cambiata la Serie A da allora?
“Tanto. In quel periodo, 15-20 anni fa, la qualità tecnica era molto superiore. Era un calcio più competitivo. Si vedeva anche dalle squadre di media classifica, che giocavano a calcio vero. Vai a giocare ad Ancona ed era difficile”.
Ti rivedi in Kluivert?
“Sono unico! (ride, ndr). Penso che nel calcio di oggi l’esterno debba saltare l’uomo, negli ultimi anni gli esterni saltano poco l’uomo, dovrebbero puntarli di più e fare superiorità numerica”.
Com’è stato giocare con Totti?
“Un onore, era diverso dagli altri per qualità tecnica, assurda. Un piacere”.
Che capitano era?
“Tranquillo. Quello che lui rappresenta, è molto umile, un ragazzo eccezionale”.
Tu come Gattuso?
“No, mi vedo come allenatore tranquillo. Ci sono momenti e momenti, se la squadra va male ti scaldi. Ma con tranquillità”.
All’Inter hai perso il posto perché non avevi ruolo nel nuovo sistema di gioco?
“Mourinho ha capito che il 4-3-3 non andava bene, fece il 4-4-2 e mi tolse. In quel periodo stavo bene, è giusto così, è normale. È un allenatore che riesce a trarre il meglio dai suoi giocatori. Ricordo che perdemmo 3-0 una volta, lui cercò di togliere responsabilità ai giocatori creando una polemica e nessuno parlava più della partita. Questa è una bravura dell’allenatore, era molto bravo”.
È vero che fu lui a bloccare il tuo trasferimento al Genoa?
“No, sono io che non volli andare”.
Qual è stato il gol più bello della tua carriera?
“Non è facile, ma dico il tacco nel derby. Gesto tecnico meraviglioso”.
Ag. Pastore: "Javier vuole rimanere alla Roma"
Javier Pastore, giocatore della Roma, è finito nel mirino di Seattle Sounders e Inter Miami così come riferito da Footmercato. Ma Marcelo Simonian, agente del giocatore, ha ripetuto la volontà di Pastore di rimanere alla Roma:
"Non c’è assolutamente nulla, è impossibile. Per ora non abbiamo ricevuto nessuna offerta e Javier vuole rimanere alla Roma".
Spadafora, Ministro dello Sport: "Speriamo che il campionato possa riprendere il prima possibile, ma al momento non ci sono certezze"
Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato della possibile ripresa del campionato ai microfoni di Italpress:
"Tutti speriamo che il campionato possa ripartire il prima possibile ma al momento non ci sono certezze, come detto anche dal premier Conte. Se le curve dei contagi scenderanno ancora possiamo confermare la data prevista per la ripartenza ma dobbiamo arrivarci gradualmente, muovendoci con prudenza e responsabilità".
Un caso di positività nei calciatori potrebbe compromettere la continuità del campionato?
"In primis comprometterebbe la salute, non si tratta solo di un tema sportivo. Capisco che in caso di positività tra i giocatori un ulteriore stop potrebbe incidere in maniera determinante sul prosieguo delle partite, per questo stiamo prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili e validate dai medici. L’obiettivo che dobbiamo realizzare non è solo quello di far ripartire il campionato, bensì di riuscire a farlo terminare”.
Se le cose andranno bene si cambierà il protocollo?
"Certo, ma ora non dobbiamo abbassare la guardia, dato che non abbiamo certezza della evoluzione del virus. Per questo abbiamo scelto di procedere gradualmente. Un’impostazione avuta fin dal primo momento e che stiamo continuando a tenere. Qualora i dati siano incoraggianti, possiamo pensare di adottare regole meno stringenti, viceversa dovremo necessariamente fare il contrario".
SPADAFORA A RAI DUE
La notizia dell’ok del CTS?
"Mi sembra un’ottima notizia cosi gli allenamenti potranno riprendere. La FIGC è stata disponibile a rivedere la sua prima proposta. Ci sono dei chiarimenti anche sui tempi di quarantena e di isolamento di eventuali giocatori. Si raccomanda la necessità che i tamponi non vadano a incidere sulla necessità dei cittadini".
Non ci sarà la quarantena per tutta la squadra…
"Sì esatto. Ci siamo potuti arrivare perché oggi la situazione ci consente di rivedere queste regole in senso migliorativo. È giusto che in un momento in cui tutti gli italiani hanno delle condizioni di ripartenza, anche il calcio possa riprendere in sicurezza".
Tommasi predica cautela da parte delle istituzioni ma chiede una data certa per la ripresa…
"Ho convocato poco fa una riunione il 28 maggio alle 15 con Gravina, Dal Pino e tutte le altre componenti di Federazione e Lega. Giovedì prossimo potremo avere tutti i dati per decidere se e quando ripartirà il campionato. Decideremo in quella data".
Si parla dell’ipotesi dei playoff…
"Mi accusano di essere totalmente estraneo al mondo dello sport. A cambiare idea non sono solo io ma in tanti, penso anche alla Uefa che ha allentato la dead-line. Penso sia importante concludere il campionato. Quindi si devono valutare tutte le soluzioni che possono far concludere il campionato".
Tommasi: "I giocatori non vedono l’ora di tornare in campo"
Il presidente dell’AIC Damiano Tommasi ha parlato ai microfoni di Rai Sport della ripartenza degli allenamenti di squadra autorizzata dal Cts e della ripresa della Serie A. Queste le sue parole:
E’ giusta la cautela che si sta usando in tema di ripresa del calcio?
"La prudenza prima di tutto, servono certezze dal punto di vista medico. I tempi che ci aspettiamo e di cui abbiamo bisogno però non coincidono con quelli della scienza, speriamo di poter accelerare nelle prossime settimane. Abbiamo chiesto che ci sia un organo di controllo che possa dare a tutti le stesse garanzie di sicurezza".
Quante settimane di allenamento serviranno?
"Almeno 4, anche se alcuni ragionano su 6 settimane. Diciamo che comunque almeno 4 servono per evitare infortuni".
13 giugno o 20 giugno, quale la data più credibile per la ripartenza del campionato?
"Non poniamo limiti se vogliamo essere in grado di ripartire, le 4 settimane per gli allenamenti non devono essere un problema, anzi vediamole come necessarie per tornare in forma ed evitare infortuni. I giocatori non vedono l’ora di tornare in campo”.
Raiola lavora su Kean
Moise Kean continua ad essere un grande obiettivo della Roma, alla ricerca di un attaccante in grado di far rifiatare Edin Dzeko. Secondo quanto riportato dal sito calciomercato.com, Mino Raiola, procuratore del giocatore, starebbe trattando con l'Everton un prestito oneroso con diritto di riscatto a 20-22 milioni di euro.
Bonaventura verso i giallorossi, possibile la firma già nelle prossime settimane
Giacomo Bonaventura è sempre più vicino alla Roma. La crisi causata dal Coronavirus ha colpito anche il bilancio del club giallorosso che, non potendo fare grandi investimenti, sta monitorando con attenzione il mercato dei giocatori a parametro zero. Tra questi c'è proprio Jack Bonaventura al quale il Milan gli ha comunicato già a febbraio la sua esclusione dalla rosa del prossimo anno. Come riferisce il quotidiano bergamasco, l'Atalanta, anche lei interessata al giocatore, sta per vedere sfumare l'opportunità di far tornare il classe 1989 marchigiano a Zingonia, dove è cresciuto, poiché già nelle prossime settimane il 5 rossonero potrebbe firmare con la Roma.