L'Arsenal vuole 11 milioni per Mkhitaryan. La Roma vorrebbe far abbassare il prezzo

L'Arsenal è pronto a cedere Mkhitaryan, che potrebbe quindi rimanere alla Roma anche dopo la scadenza del prestito.
I Gunners, come riferito dal Mirror, vorrebbero 11 milioni per cedere il giocatore e monetizzare il più possibile.
La Roma però, considerando troppo alta la cifra, vorrebbe inserire una contropartita tecnica per far abbassare il prezzo.


Spadafora, Ministro dello Sport: "Gli allenamenti non riprenderanno prima del 18 maggio. Del Campionato per ora non se ne parla"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una nota in cui esprime il proprio pensiero sulla ripresa degli allenamenti e del campionato:

"Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio.
Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport e dei centri sportivi (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!".


El Shaarawy: "Sono affezionato a Roma, mi sono sentito a casa"

Stephan El Shaarawy, ex giocatore della Roma oggi allo Shanghai Shenhua, ha parlato in una diretta Instagram con Fabio Cannavaro della sua carriera:

La città che ti è piaciuta di più?
"Io sono affezionato a Roma. Lì ho costruito molto più che un percorso calcistico, per me Roma è stata la rinascita dopo Monaco. Poi ho costruito un bel rapporto con tutti lì. È stato il posto dove mi sono sentito più a casa, all'interno di una grande famiglia. Quando sono tornato a Roma e sono andato allo stadio, ho apprezzato tantissimo l'affetto che ho sentito nonostante fossi andato via".

Il tuo soprannome?
"È nato nella finale scudetto primavera. Ho segnato e ho mimato il gesto del faraone e da lì è nato questo soprannome che mi piace tantissimo".

Compagno con cui sei rimasto più legato?
"Alla Roma con Pellegrini". 

Una città in cui vorresti andare a giocare?
"Mi piacerebbe Londra".

A gennaio volevi tornare in Italia?
"C'era la possibilità. Poi quando è scoppiato il virus avevo parlato con la società, dicendogli anche avevo bisogno di giocare in vista degli europei. Ho cercato insieme al club quindi di trovare una situazione, ma poi non si è fatto più niente. Comunque ci sono stati contatti con due squadre italiane, ma non le diciamo. Una comunque si è saputo, diciamo che è una in cui ho giocato prima (Genoa, Milan e Roma ndr)".

Preferisci giocare a sinistra?
"Ho sempre giocato lì. Poi certo quando arrivi ad alti livelli ci sono delle esigenze, devi giocare in posizioni diverse. A Roma poi le mie migliori partite le ho fatte a destra, ho saputo adattarmi".

Il difensore più forte che hai incontrato?
"La partita in cui ho sofferto di più è stata Barcellona-Milan, dalla mia parte avevo Dani Alves e Messi, è stata tosta lì. Quindi Dani Alves, poi anche Ramos, Marcelo, Puyol".


Serie A come la Francia? Lo scudetto andrebbe alla Juve, la beffa al Milan

REPUBBLICA -  Scudetto alla Juventus, Brescia e Spal in Serie B. E Milan fuori dalle coppe. Non è ciò che racconta oggi la Serie A, ma è quello che potrebbe dire domani. La Federcalcio non ha ancora fissato i parametri con cui stilare la classifica nel caso in cui il campionato non potesse ripartire. Ma basta prendere in prestito il sistema scelto dalla Ligue 1 in Francia per divertirsi a vedere che ne sarebbe di noi. Lì, per assegnare il titolo al solito Psg, hanno il criterio della media punti, una specie di livella per annullare la differenza tra chi ha giocato più partite e chi meno. Una situazione che riguarda anche la Serie A. In cui, applicando lo stesso sistema, sarebbero in tanti a vivere di rimpianti.

Lo scudetto andrebbe alla Juventus davanti alla Lazio: 2,42 punti a partita i bianconeri contro i 2,38 della squadra di Inzaghi. Ma oltre al 2-0 sull’Inter nell’ultimo scampolo di campionato, Maurizio Sarri dovrebbe forse ringraziare quel punticino striminzito raccolto in casa col Sassuolo: poteva sembrare un mezzo passo falso, eppure senza quel rigore del 2-2 di Ronaldo oggi dovrebbe rassegnarsi a lasciare il titolo per differenza reti alla Lazio. Che a sua volta può maledire il recupero del match col Verona, rinviato a dicembre per prepararsi alla Supercoppa e giocato poi a febbraio all’Olimpico senza però riuscire a smuovere lo 0-0. Avesse battuto i gialloblù, oggi il presidente Lotito potrebbe legittimamente rivendicare il titolo, almeno secondo i parametri francesi, grazie a 0,04 punti a partita più della Juve. Si consolerà con un posto in Champions, dove - applicando il modello francese - finirebbero anche Inter e Atalanta, che dovrebbe benedire la rimonta sulla Roma del 14 febbraio: avesse perso, il 4° posto sarebbe finito ai giallorossi, oggi invece costretti ad accontentarsi dell’Europa League (col Napoli).

Ma la beffa maggiore è forse quella del Milan. Il motivo? Prima dello stop al campionato la squadra rossonera aveva due strade per raggiungere l’Europa League. Poteva arrivarci vincendo la Coppa Italia – è in semifinale – ma anche senza vincerla: se infatti l'avesse vinta una delle altre semifinaliste (Juve, Inter, Napoli), che classifica alla mano sarebbero già in Europa, a beneficiarne sarebbe infatti la settima in classifica, proprio il Milan. Il metodo francese però ribalterebbe la classifica attuale: la media punti infatti farebbe precipitare la squadra di Pioli al 9° posto, superata dal Verona – in Europa per differenza reti - e dal Parma. Un boccone decisamente amaro da mandare giù.

Più semplice la questione retrocessioni: il Lecce a causa della solita differenza reti, chiuderebbe il campionato al terzultimo posto, dietro al Genoa, con cui divide gli stessi punti. Per i salentini però non vorrebbe dire retrocedere in Serie B. La Ligue 1 infatti ha disposto due sole retrocessioni e due promozioni dalla Ligue 2, vista l’impossibilità di giocare i playoff (lì la terzultima avrebbe sfidato la terza della seconda serie). Se lo stesso concetto fosse applicato in Italia, in Serie B scenderebbero soltanto Brescia e Spal. Mentre in Serie A sarebbero promosse Benevento e Crotone, ai primi due posti della Serie B. Ma con la gestione della classifica la Serie A finirebbe per ereditare anche la sequenza di ricorsi che ha già minato le decisioni dei francesi: anche quello del Tolosa, che nonostante l'ultimo posto in classifica a retrocedere non ci sta. In Italia, gli scontenti sarebbero tanti – dal Frosinone che chiede di salire in Serie A, alla Roma che non vorrebbe arrendersi al 5° posto – e il rischio di paralizzare anche la prossima stagione a colpi di battaglie legali sarebbe un’ipotesi fin troppo concreta.


Arrestato il fratello di Pastore in Argentina per violazione della quarantena

Juan Manuel Pastore, fratello del giocatore della Roma Javier, è stato arrestato ieri per aver violato il lockdown imposto dal governo. Il ventisettenne è stato fermato dalla polizia argentina mentre era alla guida di un Suv sulla Route 38 in compagnia della sorella. Dopo un controllo i poliziotti hanno scoperto che il ragazzo non aveva un permesso per circolare liberamente e lo hanno arrestato. Juan Manuel Pastore è stato successivamente rilasciato dopo essere stato trattenuto dalla polizia per più di due ore.


In America parte una class action contro Pallotta

L'emergenza coronavirus ha momentaneamente rallentato la cessione della Roma, che sembrava ormai chiusa e che avrebbe visto Dan Friedkin subentrare a James Pallotta. Dall'America però vengono rivelati retroscena sul magnate di Boston, che sembrerebbe doversi difendere dalle accuse mosse da un gruppo di investitori di minoranza del club giallorosso, facenti parte del gruppo AS Roma SPV LCC, che avrebbero attuato una class action contro Pallotta che avrebbe voluto estrometterli dalla vendita della società. L’accusa è guidata dai due investitori Daniel Feldman e Jonathan Wyatt Gruber. “Questo caso riguarda le persone che controllano la gestione quotidiana di una società che cerca di spazzare via gli interessi economici dei membri di minoranza dell’azienda attraverso una transazione nuda e autointeressata. L’impatto di questo cambiamento retroattivo è stato quello di garantire che, se la società fosse stata venduta, gli investitori di minoranza avrebbero ricevuto sostanzialmente meno soldi in cambio dei propri interessi“.


Pellegrini: "C'è stato un momento in cui parlavo più con Edin che con mia moglie a casa"

Lorenzo Pellegrini ha rilasciato un'intervista su SKY SPORT  in cui ha parlato della propria storia e del proprio passato con la maglia giallorossa, del presente che sta vivendo in un momento così difficile per tutto il paese e, infine, delle aspettative per il futuro. Questo un estratto delle sue parole:

Che ruolo hai avuto nell'accordo che avete raggiunto con la società, anche per rinunciare a delle mensilità...
"Abbiamo raggiunto l'accordo per andare incontro alla società, nonostante in una squadra ci siano tante emozioni contrastanti tra chi è contento e sa di rimanere e chi pensa che magari possa andare via, però nessuno ha fatto alcun tipo di problema ed è stato talmente tanto semplice che nessuno di noi ha avuto un ruolo più importante o meno importante perché abbiamo deciso tutti quanti e tutti insieme. Questo è quello che fa una squadra vera secondo me e noi siamo una squadra vera."

Fonseca ha annunciato un'investitura su Lorenzo Pellegrini capitano nel post Dzeko...
"Alle parole bisogna dare un peso, quindi è importante vedere chi le dice determinate parole. Con il mister ho un bellissimo rapporto e ho una grande stima di Fonseca, sicuramente sentir dire queste cose da lui mi rende molto orgoglioso."

E' vero che sei stato un "bel martello" la scorsa estate quando Dzeko era vicino all'Inter per convincerlo a restare?
"Forse martello è poco. C'è stato un momento in cui parlavo più con Edin che con mia moglie a casa, che tra l'altro era incinta e stava quasi per partorire. Quindi è stato un po' un momento così, ci siamo visti anche fuori dal campo e continuavo fino a che non mi ha detto in anteprima che avrebbe rinnovato e si era messo d'accordo con la società. Io sono stato felice come se avessi rinnovato io."


Premier League punta alla ripartenza ma solo su campi neutrali

La Premier League, il massimo campionato inglese, sta lavorando per portare a termine le restanti partite della stagione. Nell'ipotesi di una ripresa la Lega inglese starebbe valutando la possibilità di far scendere in campo le squadre solo in 8-10 stadi neutrali, che avranno i permessi per ospitare le squadre e saranno messi in sicurezza prima di ogni partita. Questo è infatti quanto è emerso dalla riunione tra i club.

"In una riunione della Premier League, i club hanno discusso i possibili passi verso la pianificazione per riprendere la stagione 2019/20, quando è sicuro e appropriato farlo. La priorità della Premier League è la salute e la sicurezza di giocatori, allenatori, dirigenti, personale del club, tifosi e la comunità in generale. La Lega e i club stanno prendendo in considerazione i primi tentativi di avanzamento e torneranno ad allenarsi e a giocare solo dopo indicazioni del Governo, sotto la consulenza medica di esperti e previa consultazione di giocatori e dirigenti. I club hanno riconfermato il loro impegno a terminare la stagione 2019/20, mantenendo l’integrità della competizione e hanno accolto con favore il sostegno del Governo".


La Regione dice sì? I piani per lunedì di Fonseca e Inzaghi

GAZZETTA.IT - Filtra ottimismo sul fatto che in giornata possa arrivare l'ok dalla Regione Lazio ad allenarsi singolarmente all'interno dei centri sportivi anche per gli atleti di discipline non individuali. Ai giocatori, dunque, dovrebbe essere consentito di potersi recare a Trigoria o Formello, nel caso di Roma e Lazio, per poter lavorare da soli in palestra o in campo nel rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza. Ovviamente non sono consentite partitelle o corse di gruppo.

La Roma è pronta a ripartire: al "Fulvio Bernardini" ci sono tre campi disponibili, 23 camere per la prima squadra più 13 per le giovanili con bagno privato. I ristoranti sono due, uno al primo piano e l'altro al piano terra, diviso in tre spazi destinati a calciatori, dirigenti e dipendenti. I giocatori, inoltre, si allenerebbero a scaglioni, dalla mattina al tardo pomeriggio, sarebbero costantemente controllati e tornerebbero a casa subito dopo la seduta.


Regione Lazio, Leodori: "Stiamo cercando di capire col Governo come far ripartire gli allenamenti"

Si è diffusa in giornata la voce sulla possibilità che gli atleti di sport professionistici, attraverso allenamenti individuali, possano ricominciare ad allenarsi già a partire da lunedì 4 maggio. In merito, la risposta di Daniele Leodori, vicepresidente della Regione Lazio:

"Stiamo cercando di capire come definire gli allenamenti individuali per gli sport di squadre professionistiche, stiamo cercando di capirlo col Governo perché i nostri atteggiamenti rientrano in una logica di collaborazione costante e diretta col Governo, cui è demandato di stabilire le date delle riaperture".


Lucescu: "Mkhitaryan è un giocatore decisivo. Under? Gli serve tempo per maturare"

Mircea Lucescu, ex CT della Turchia e tecnico dello Shakhtar, è intervenuto nel corso di Taca La Marca su Radio Musica Television e ha parlato anche di Mkhitaryan e Ünder.

Su Mkhitaryan.
"È un giocatore decisivo, anche se l’allenatore gli deve trovare la collocazione giusta. L’ho trasformato in seconda punta viste le sue qualità da assist-man. Per acquisire fiducia non può essere in prestito, il ragazzo ha bisogno di certezze. A Manchester non ha fatto bene perché partiva troppo lontano dalla porta e tatticamente non era messo nelle migliori condizioni. È un gran bravo ragazzo e mi ha fatto molto piacere poter lavorare con lui, con me è stato un grande goleador".

Ünder?
"La continuità la può avere in un campionato di altissimo livello come quello italiano. Ha tanta qualità ma tutto dipenderà da come i vari allenatori lo gestiranno, gli devono spiegare i movimenti da fare e dare le giuste direttive. Ci metterà un po’ più di tempo per maturare e diventare un top player, ma sono convinto che ci arriverà".


AIC, Calcagno: "I calciatori stanno chiedendo di fare il possibile affinché si riprenda, ma non a tutti i costi"

Umberto Calcagno, vicepresidente dell'AIC, ha parlato della situazione legata all'emergenza covid-19 ai microfoni di Sport Mediaset:

"A me preoccupa tutto quello che la Serie A sviluppa all’interno del nostro sistema. La mancanza di ricchezza che potrebbe arrivare dall’alto potrebbe ammazzare il mondo professionistico di più basso livello, potrebbe ammazzare il mondo dilettantistico. Noi abbiamo tanti ragazzi e ragazze che vivono di calcio e che certamente non sono dei privilegiati all’interno del nostro contesto. Le ordinanze a livello regionale sulla riapertura agli allenamenti dei club? Sono provvedimenti in linea con le nostre richieste. È una responsabilità di sistema: i calciatori e le calciatrici ci stanno chiedendo di lavorare e di fare tutto il possibile affinché si possa riprendere ma, ripeto, non a tutti i costi”.