Roma, il rosso non cambia. Limitato dal taglio stipendi

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - I numeri sono rimasti quelli, con quel rosso di 86,97 milioni di euro che era già stato ufficializzato lo scorso 28 febbraio. Ma nella semestrale della Roma uscita ieri sera c’è un aspetto importante: il taglio degli stipendi di giocatori e staff tecnico ha permesso di salvare un importo lordo di 30 milioni di euro. Dal punto di vista contabile, ossigeno puro per il bilancio, che avrà un rosso intorno ai -110 milioni. La Roma dunque è stata colpita dall’emergenza Coronavirus ma senza subire ancora danni irreparabili. Ovviamente tutto dipenderà anche da come si evolverà la situazione e soprattutto dall’eventuale ripresa del campionato. Certi numeri verranno studiati con attenzione da Friedkin: ieri bocche chiuse da Houston su tutto il fronte, ma nella semestrale si conferma come i contatti siano ancora in corso, anche se ovviamente rallentati dalla diffusione della pandemia.


Mercato in apnea: contratti e prestiti, caos a fine giugno senza norme ad hoc

LA GAZZETTA DELLO SPORT - LAUDISA - Due mesi in apnea, se non si corre ai ripari. Dal 1° luglio, infatti, con chi giocheranno i calciatori col contratto in scadenza? E quelli in prestito da chi verranno pagati? La maggior parte delle squadre di Serie A ha in casa problemi di questo tipo. Che dire di Mertens? Il belga non ha ancora rinnovato con il Napoli e dal 30 giugno in poi è in teoria libero di giocare con chi meglio ritiene. Ovvio, è un caso limite, ma non inverosimile. Attenzione pure ai romanisti Smalling e Mkhitaryan, entrambi destinati a tornare in Premier a fine giugno, salvo rafferma in extremis. O Kulusevski: a luglio vestirà ancora la maglia del Parma o sarà già a Torino? Un conto è se la Serie A sarà ripartita: in tal caso sarebbe giusto che rimanesse in Emilia… Viceversa, a bocce ferme in Italia, perché non pensare allo svedese già in bianconero, nella parte finale di Champions? È solo teoria. La logica consiglia di regolamentare in fretta queste clamorose prospettive.

 

Per non dimenticare, poi, la spina degli stipendi. Negli auspici della Lega di serie A c’è che il via libera del Governo arrivi prima dei raduni veri e propri. In ballo c’è il pagamento di una mensilità, non è una questione da poco di questi tempi.

Nel calderone dei problemi ci sono anche le date del mercato. Su questo argomento la Fifa, all’inizio della tempesta, ha parlato di una finestra unica da luglio a fine gennaio. Qualcuno si è illuso che ci fossero le porte aperte ad un maxi mercato. Invece, poi, la correzione di Infantino e dei suoi collaboratori ha chiarito che le singole federazioni dovranno delimitare i tempi delle contrattazioni, per evitare pericolose sovrapposizioni con il campionato in corso. Ma questo è il punto dolente: quando si avranno le idee più chiare sulla sfera agonistica e su quella contrattuale? Per ora regna la confusione.


Spadafora: "Serve un piano B. Sentiero sempre più stretto". Gravina: "Non firmo lo stop"

LA GAZZETTA DELLO SPORT - GOZZINI, PICCIONI - Lo “spiraglio” è diventato “un sentiero sempre più stretto”. Le parole di Vincenzo Spadafora sulla ripartenza del campionato danno l’idea che le speranze si siano ulteriormente ridotte. Ieri, il ministro dello Sport ha chiesto esplicitamente al calcio un piano B.

In serata, però, c’è stato un rilancio di Gabriele Gravina. Il presidente della Federcalcio ha detto: “Non sarò io a firmare per il blocco dei campionati perché sarebbe la morte del calcio italiano. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori. Qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti”. Questo «qualcuno» è chiaramente il governo.

La Lega di Serie A si riunirà domani in forma straordinaria, ma già oggi potrebbe partire una lettera (ma alcuni club sarebbero contrari, altri dubbiosi) al ministro dello Sport per chiedere una decisione. L’ultima fotografia scattata vede però una robusta maggioranza di favorevoli alla ripartenza.

E allora a fare da spartiacque ci potrebbe essere la data dell’8 maggio, il consiglio federale. In quel momento, anche sulla base della situazione dei contagi nel Paese, e dopo l’approfondimento del Comitato tecnico-scientifico del governo, si potrebbe scrivere l’ultima parola. In pratica, se entro quella data non ci fosse il via libera per la ripresa degli allenamenti il 18 maggio, anche la più ottimistica delle tabelle di marcia – quella che prevede le semifinali di coppa Italia il 10 giugno e la ripresa del campionato al 14 – finirebbe definitivamente nel cestino.


Roma, il futuro nella semestrale. Friedkin stoppato dalla pandemia

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - Il CdA della Roma ha approvato ieri la semestrale che era stata rinviata nel marzo scorso, proprio per capire i reali effetti dell’emergenza pandemia sui conti del calcio. La perdita è di 87 milioni di euro, principalmente per i mancati introiti da Champions League e per i costi “vivi” della rosa. L’accordo sul taglio degli stipendi ha dato una mano importante: circa 30 milioni di euro, anche se molti potrebbero essere poi restituiti. Per la stabilità finanziaria Pallotta ha già versato 89,1 milioni di aumento di capitale per garantire liquidità al club, anche se spera che in futuro “i fabbisogni finanziari del Gruppo verrebbero coperti da apporti di risorse del suddetto investitore“. Si tratta naturalmente di Dan Friedkin, che prima dell’emergenza pandemia era a un passo dall’acquisto della società. Come scritto nella semestrale, però, “i contatti tra la società e un potenziale investitore sono attualmente rallentati per effetto della diffusione del virus Covid-19“.


Fonseca: “Allenamenti a Trigoria, perché no?”

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma non molla l’osso sulla ripresa dei campionati. A spingere per una ripresa degli allenamenti sui campi di Trigoria – tutto era pronto per iniziare con le visite mediche questa settimana – è Fonseca: “È difficile capire perché si possa andare al parco e perché non ci si possa allenare a Trigoria in maniera sicuraLa Roma – ha detto l’allenatore ai microfoni di Tele Radio Stereo – può aiutare a dimenticare questo grave problema sociale. Se abbiamo una squadra che può far sognare tutti i romanisti, sicuramente la gente sarà più contenta, lascerà da parte i problemi più facilmente“.


Balotelli e il calcio di Totti: “Non mi ha chiesto scusa”

IL TEMPO – “Ha fatto un brutto fallo, ha preso rosso, cosa dovevo dirgli?“. Mario Balotellinella giornata di ieri ha parlato in diretta su Instagram, ricordando diversi momenti e aneddoti della sua particolare carriera. Tra i vari fatti ha parlato del calcione subito da Totti nella finale di Coppa Italia del 2010. “Negli anni non mi ha chiesto scusa, ma in quel momento i suoi problemi erano altri, io tra virgolette l’ho capito“.


Pallotta tiene aperto l'affare con Friedkin

IL TEMPO - AUSTINI - Bocche cucite a Houston, ma da Roma confermano: l'affare tra Pallotta e Friedkin è ancora in corso. Lo si evince dalla relazione del club sulla semestrale chiusa al 31 dicembre 2019 con 87 milioni di perdite, approvata ieri dopo il rinvio per lo stop del campionato. «Sono in essere - si legge nella nota - contatti tra tale società (la controllante con base in Usa, ndr), e un potenziale investitore al fine di permettergli di valutare l'opportunità di un possibile investimento». Poi la Roma specifica che i contatti si sono «rallentati» per l'emergenza coronavirus e nel caso in cui l'operazione andasse in porto, sarebbe proprio Friedkin, non nominato nel comunicato, a coprire i fabbisogni finanziari del club.

Pallotta, a dir poco irritato per il blocco della Serie A imposto dal governo, ha comunque garantito per iscritto in una lettera il supporto finanziario alla Roma dopo aver già versato 89,9 milioni di euro sui 150 totali dell'aumento di capitale. A quanto risulta, il bostoniano, spinto dai soci, è ora pronto a trattare al ribasso il prezzo della vendita del club, accettando una minusvalenza pur di disimpegnarsi definitivamente. 


Regna il caos, entro il 25 maggio la Uefa vuole il quadro completo

IL MESSAGGERO - BUFFONI - La Uefa entro il 25 maggio ha chiesto di sapere dalle 55 federazioni le loro intenzioni. Anzi, da 53 federazioni perché Olanda e Francia hanno già archiviato la pratica. Da Nyon hanno fatto sapere: “I club che sono ancora in corsa per Champions ed Europa League potranno giocare lo stesso”, nella fattispecie Psg e Lioneancora in corsa in Champions. Entro il 3 agosto, poi, la Uefa vuole una classifica “di merito sportivo” per organizzare le Coppe 2020/21. Tutto nella massima libertà di ricorrere anche a formule inedite come i playoff. Tutto, però in contrapposizione alla Fifa. Il presidente Infantino, infatti, avrebbe ben visto una stagione articolata sull’anno solare con Europeo spostato all’inverno del 2021 che avrebbe allineato il calcio europeo al Mondiale di Qatar ’22.


Tommasi: “Il calcio è parte del paese, serve sicurezza”

IL MANIFESTO - Nel dibattito che ha coinvolto le varie fazioni del calcio italiano sull’eventuale ripresa delle attività, spesso la posizione dell’Aic, rappresentata dal suo presidente Damiano Tommasi, è stata in contrapposizione con le idee di club e federazioni che spingevano per un ritorno in campo. Sull’argomento allenamenti però, sembrano tutti d’accordo sul voler riprendere, rispettando ovviamente la sicurezza di tutti i calciatori. L’ex centrocampista della Roma e della Nazionale ha parlato di questi temi. Di seguito, le sue dichiarazioni:

Per l’Aic il calcio deve ripartire o no?

Sugli allenamenti siamo tutti dalla stessa parte: vogliamo che avvengano in sicurezza. La nostra richiesta è renderli possibili in forma individuale anche per gli sport di squadra. Serve un protocollo ad hoc, come quello che seguono gli atleti di sport individuali, da applicare almeno per le prossime settimane. Così si potrebbe arrivare al 18 maggio, quando dovrebbero ricominciare gli allenamenti in squadra, avendo fatto individualmente una parte del lavoro presso i centri sportivi. Questa richiesta di valutazione è al vaglio. Il comitato scientifico non ha ancora validato il protocollo del 18 e visto che l’allenamento individuale ha meno vincoli speriamo di poter fare almeno quell’attività sul campo sportivo.

E il campionato?

Per il momento non se ne sta parlando. Sicuramente l’orizzonte temporale non è quello che tutti speravamo. Ci sono pochi mesi davanti.

Continuano a scarseggiare i tamponi e per ricominciare a giocare bisognerebbe usarne un bel po’ per la Serie A. Ha senso?

È una delle condizioni che hanno chiesto anche i giocatori, con tutto il mondo del calcio. La sicurezza deve inserirsi nel contesto paese. Soprattutto in alcune regioni è doveroso che nel caso in cui ci sia la possibilità di fare attività sportiva con i test, come da protocollo eventualmente approvato, ciò dovrà avvenire sapendo che si è in Italia, in Lombardia, in emergenza e non ci si può permettere di creare ulteriori tensioni.


Spadafora: "Ok alla ripresa se ci sarà l'accordo sul protocollo. Altrimenti chiuderemo la stagione"

Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è intervenuto su Rai Tredurante la trasmissione Mi manda Rai Tre:

“Siamo in un punto dove bisogna lanciare un appello alla Lega Calcio di finire polemiche e scontri. Il calcio deve dividerci solo per il tifo. In questi giorni il comitato scientifico sta incontrando gli esponenti dello sport, compresi quelli della FIGC, se si troverà una sintesi sul protocollo riprenderanno gli allenamenti e questo darà un riflesso positivo anche alla ripresa del campionato. Altrimenti il governo si muoverà per chiudere qui la stagione cercando di limitare i danni economici, ricordiamo che il calcio è una grande impresa del nostro paese”.


Roma e Lipsia verso l'accordo per Schick

Patrik Schick, giocatore della Roma in prestito al Lipsia, è a un passo dal restare in Bundesliga. Come riportato da Sky Sport, preso le due società troveranno l'accordo definitivo, con la Roma che incasserà circa 30 milioni di euro, senza alcun sconto al club tedesco. 


Balzaretti: "A livello europeo Zaniolo è uno dei talenti più grandi. Ringrazio sempre la Roma che mi ha permesso di essere un dirigente"

Federico Balzaretti, ex giocatore della Roma prima e dirigente poi, ha parlato di se e della squadra giallorossa ai microfoni di TeleRadioStereo:

Il gol al derby
"Un momento dove si è fermato il tempo ed è bello che sia rimasto nella memoria collettiva di tutti. Tutte le volte che ricevo un messaggio che mi ricorda quel momento e mi scrivono grazie, rispondo sempre grazie a voi". 

Come stai vivendo questo periodo complicato?
"Fortunatamente stiamo tutti bene a casa e  nessuno dei nostri familiari è stato colpito dal Covid 19. Poi posso dire che noi riusciamo a stare bene in famiglia per cui le giornate passato tranquille insieme alle bambine, dato che con Eleonora ne abbiamo 4, quindi non ci si annoia di certo. La mattina facciamo i maestri e poi cerchiamo di fare delle attività che coinvolgano tutta la famiglia. Con i compagni del Palermo abbiamo creato un'associazione fondi che sta andando molto bene per aiutare le famiglie che sono in difficoltà. Si cerca quindi di rendersi utili e fare delle cose importanti per la comunità".

Oltre al gol al derby, qual è stata l'emozione più grande che ha provato da calciatore? Cosa è mancato alla Roma della stagione 2014-15 per fare un ulteriore salto di qualità?
"Un momento che ricordo è la semifinale dell'Europeo 2012 con la Germania. Nel mio cuore quella partita ha un posto speciale, è stato davvero un bel momento dal punto di vista personale. Anche perché dal punto di vista fisico loro erano molto forti, il più piccolo era un metro e ottantacinque. Ci sembravano grandissimi e invece riuscimmo a dare una grande soddisfazione a tutti gli italiani. Purtroppo nella stagione 2014-15 ho vissuto soltanto gli ultimi 2 mesi e mezzo con la squadra, perché stavo combattendo contro quella maledetta pubalgia. Nell'ultimo periodo sono rientrato in gruppo perché me lo chiese anche la società, dato che era un momento particolare e bisognava stringere i denti e conquistare la Champions League. Il rimpianto più grande posso dire che  è stato il primo anno, quello delle vittorie consecutive. Se non ci fosse stata una Juve straordinaria avremmo potuto provare a vincere il titolo". 

Qual è la difficoltà più grande per un direttore sportivo? Zaniolo può diventare un top player in poco tempo?
"Il direttore sportivo ha più aree di competenza, la parte sportiva non è soltanto comprare i giocatori o fare i contratti. È un ruolo molto grande e totale e soprattutto meno tangibile nell'immediato. Ha bisogno di più tempo e di un certo tipo di continuità, ripeto il ds lega molte più aree all'interno della parte sportiva. Deve essere bravo a legare questi rapporti e deve avere persone vicino fidate, perché non può gestire tutto. È una squadra nella squadra, ha bisogno di collaboratori bravi. Su Zaniolo dico che se non lo è già, sicuramente lo diventerà. Stiamo parlando a livello europeo di uno dei talenti più grandi che c'è in circolazione". 

Come vive un calciatore professionista l'evoluzione a dirigente e cosa deve studiare per arrivare al top della forma in questa nuova veste?
"Io ho intrapreso questa strada perché mi piace, molti vogliono fare gli agenti o gli allenatori. Ognuno cerca la propria strada. A me piace molto un ruolo manageriale ma bisogna studiare. Il mio percorso è iniziato con la Roma, che ringrazio sempre, che mi ha dato la possibilità di seguire tutti i ragazzi in prestito e collaborare con la direzione sportiva. Un ruolo molto importante e di responsabilità. Io ho preso il diploma di direttore sportivo e poi da quando mi è scaduto il contratto con la Roma sto facendo un master universitario che fa la UEFA, dove siamo ex calciatori come Drogba, Kakà, io, O'Shea, per cui dico che bisogna sempre studiare e aggiornarsi, poi però l'esperienza la fai sul campo. Non c'è un giorno in cui non guardo almeno 2-3 partite, ieri ad esempio abbiamo fatto una sessione su come la UEFA sta lavorando sul Covid 19,  ci sta dando la possibilità di aggiornarci e studiare con questo corso. Poi però c'è assolutamente una parte di pratica che va fatta sul campo. Non basta essere stato un buon giocatore per essere un buon dirigente".

Come agiresti per far ripartire il calcio in questo momento?
"Bisogna davvero avere un quadro totale e se devo essere sincero, in questo momento non ce l'ho. Parlo da tifoso e da grande appassionato di calcio e sapendo quello che porta a livello di emozioni a tutti noi è chiaro che la speranza sia quella di poter ripartire. Non c'è dubbio. In Italia, il calcio ha un valore altissimo ma è chiaro che ci sono dei pensieri molto più grandi da fare. La salute delle persone va sicuramente tutelata per cui bisognerebbe avere un quadro talmente grande e completo per poter prendere questo tipo di decisioni che io sinceramente non ho. C'è la speranza che si possa ripartite con calma, ma le soluzioni non sono facili. Ripeto, ieri abbiamo fatto questa lezione di due ore e la stessa UEFA ha tanti dubbi. Si parla di trasferimenti, di viaggiare da una città all'altra, di talmente tante cose, ad esempio dei giornalisti e addetti ai lavori. Mi auguro e spero che vengano prese decisioni che salvaguardino la salute delle persone a casa e in secondo piano per il calcio e che per una volta gli interessi personali possano essere messi dietro a quelli che sono gli interessi della collettività. La speranza rimane quella che si possa ricominciare e finire la stagione".