Fonseca, l'app e il patto con i giallorossi

IL TEMPO - AUSTINI - Quarantena giallorossa, 44esimo giorno. L'ultimo allenamento in campo a Trigoria risale all’11 marzo, alla vigilia di quel Siviglia-Roma che non si è mai giocato e chissà se mai si farà. Da allora, come in quasi tutto il mondo, i calciatori possono esercitarsi solo a casa. E il gruppo romanista ha scelto di farlo nelle rispettive abitazioni Capitale, senza disunirsi come successo altrove.

Sono rimasti tutti qui, giovani, nuovi acquisti, veterani, italiani e stranieri. Tra le grandi del campionato la Roma è l’unica che non deve aspettare rientri dall'estero - con successiva quarantena obbligata - per riprendere gli allenamenti. I giallorossi sono pronti a farlo dal 4 maggio, alcuni hanno già eseguito i tamponi (familiari compresi), ora si attende solo l’ok per ritrovarsi nel centro sportivo.

Intanto si prosegue col lavoro a distanza, reso più semplice dagli informatici di Trigoria che hanno creato un'app specifica, utilizzata dai giocatori per collegarsi in tempo reale tutti insieme con Fonseca e lo staff, seguire il programma che cambia ogni settimana (mentre quello alimentare è lo stesso dall'inizio), inviare e ricevere dati. Il tecnico è molto presente, stimola i giocatori ogni giorno, cerca di tenere alti morale e concentrazione perché c'è ancora un quarto posto da conquistare e un'Europa League da inseguire. Non resta che ripartire, ma chissà quando.


Roma, c’è folla sugli esterni. In pole Mkhitaryan e Under

GAZZETTA DELLO SPORT - Quando si ripartirà, Paulo Fonseca stenterà a crederci: avrà tutto il gruppo a disposizione, una rarità in questa stagione. Compresi i 6 esterni d'attacco che il tecnico giallorosso non ha mai avuto tutti insieme. Davanti a tutti, considerato l'infortunio di Zaniolo, ci sono Under e soprattutto Mkhitaryan. E la Roma vorrebbe investire su di lui per il futuro, senza però spendere i 20 milioni chiesti dall'Arsenal. Ci sta lavorando Raiola, che punta al rinnovo di contratto con i Gunners e al rinnovo del prestito. In seconda fila per gli esterni ci sono Kluivert e l'ultimo arrivato Carles Perez, ultimo Perotti.


Ecco Diawara: «Mai pensato di rioperarmi»

GAZZETTA DELLO SPORT - «Ora sto bene ma mi manca il campo, è frustrante». Alla ripresa del campionato Fonseca potrà contare anche su Amadou Diawara. Il centrocampista della Roma è tornato a parlare ieri del suo recupero dall'infortunio al ginocchio: «Non c’è stato alcun dubbio sulla scelta di non operarmi. Ho subito un’operazione a ottobre, ma lì il ginocchio era bloccato. Questa volta si poteva recuperare diversamente. Ho scelto così, per provare a dare il mio contributo fino in fondo»


Un Totti alla Lazio? Forse ci penserei

CORRIERE DELLA SERA - Il tempo passa, ma la ferita non si rimargina. Il traumatico addio di Francesco Totti alla Roma continua a fare rumore. Una ferita ancora aperta, come testimoniano le parole dell'ex capitano giallorosso, protagonista ieri di una diretta Instagram a Er Faina, personaggio social molto seguito e dichiarato tifoso della Lazio: «Se arrivasse una proposta della Lazio per Cristian? Se dipendesse da me ci penserei. Conoscendo Cristian, però, neanche mi farebbe mettere seduto. Se ci fosse solo quella o cambia lavoro o sceglie la Lazio». Nella diretta social si è inserito Mehdi Benatia: «Preferisco un figlio senza lavoro piuttosto che uno che gioca nella Lazio».

Il tutto, va sottolineato, in un clima di scherzo molto disteso, con Totti che ha ricordato anche quando giocava alla Lodigiani e sia Roma che Lazio si fecero avanti per metterlo sotto contratto. Ma la dichiarazione, come dimostrato da alcune reazioni di tifosi romanisti, non è piaciuta a tutti. Nessuna voglia di scherzare invece quando ha parlato del presidente James Pallotta: «Non è stato lui a dirmi che non mi avrebbe rinnovato il contratto, me lo ha fatto arrivare da altri. Quando servi servi, quando non servi più ti lasciano andare. Mi dispiaceva perché quello che ho fatto per la Roma era un riconoscimento. Ho portato rispetto a 360 gradi, dal portiere al presidente, nessuno può dire qualcosa di male contro di me».


Inter pensa a Mertens e Verthongen

GAZZETTA DELLO SPORT - Due idee a basso costo per la Roma, ma non solo. Dries Mertens e Jan Vertonghen, entrambi in scadenza di contratto, sono due nomi accostati ai giallorossi nelle ultime ore, ma il club capitolino trova una concorrente per entrambi. Come riporta il quotidiano sportivo anche l'Inter sta pensando a loro per allungare la rosa e regalare alternative di livello a Conte. Due nomi 'sponsorizzati' dal connazionale Lukaku. Se Vertonghen è tentato dall'esperienza in Italia, il nodo nel caso di Mertens però è il contratto: il giocatore chiede un contratto triennale e a 33 anni difficilmente potrebbe essere accontentato.


Un'estate in... Champions. Campionati fino al 2 agosto e poi le coppe, dall'Uefa subito soldi ai club

GAZZETTA DELLO SPORT - Campionati e coppe da giocare fino alla fine. Magari cambiando anche le formule dei tornei. E lo stop fosse inevitabile, servirà comunque una classifica “sportiva” dei campionati per qualificare alle coppe ‘20-21. Questo il senso, abbondantemente annunciato, dell'Esecutivo Uefa andato in scena ieri, che indicato il percorso per finire la stagione e cominciare la prossima.

Restano sempre due scenari. 1) Campionati e coppe in contemporanea (inizio tra maggio e giugno, fine ai primi di agosto). 2) Prima i campionati, poi le coppe (con finale Champions il 29 agosto). Il secondo è lo scenario più grafito all’Uefa, che ieri ha ufficializzato che i tornei nazionali devono finire entro il 2 agosto e la Figc s’è subito adeguata.

Arrivano poi un po’ di soldi in anticipo. L’Uefa ha deciso di anticipare 70 milioni dei circa 200 che spettano alle squadre per la partecipazione dei propri giocatori all'Europeo (rinviato all'annao prossimo). In dettaglio: 50 milioni ai club che hanno rilasciato giocatori alle 39 nazionali non coinvolte nei playoff; 17,7 milioni ai club che hanno rilasciato giocatori alle 16 nazionali nei playoff; 2,3 milioni infine dopo i playoff.


Roma, Pastore è un problema: stipendio troppo alto

LEGGO.IT - BALZANI - Non è Dzeko il peso più difficile sulle spalle di una Roma che deve limare il monte ingaggi. Nonostante l’alto stipendio, infatti, il bosniaco è importante sia da un punto di vista tecnico che commerciale. Meno lo sono una schiera di “panchinari” comandati da Javier Pastore e di cui fanno parte pure Perotti, Fazio, Juan Jesus e il ritornante Florenzi (a meno che il Valencia non ottenga un anno ulteriore di prestito). Per un totale di 30 milioni lordi circa all’anno.

El Flaco è lo stipendio più alto della rosa dopo Dzeko con i suoi 4,5 milioni di euro netti a stagione fino al 2023. Praticamente si tratta di altri 14 milioni netti, un’enormità considerato che Pastore ha giocato appena 5 partite da titolare in questa stagione soprattutto a causa dei numerosi infortuni. L’ultimo, un’edema osseo all’anca, l’argentino se lo porta dietro addirittura da fine novembre e ancora non è del tutto guarito. Danni collaterali di un acquisto da 25 milioni totalmente sbagliato da parte di Monchi (e Baldini?).

A 30 anni e con uno stipendio del genere, infatti, nessuno ha provato a bussare alla porta della Roma. Il club potrebbe chiedere nei prossimi giorni al giocatore di limarsi l’ingaggio vista la situazione economica del club e la crisi post coronavirus, ma il vero miracolo Petrachi lo farebbe in caso di cessione. In Argentina alcuni club lo tentano ma nessuno può offrire nemmeno la metà di quanto guadagna oggi alla Roma. Stesso discorso in Europa dove l’unica timida manifestazione d’interesse è arrivata qualche tempo fa da parte del Lione. C’era la possibilità di andare in Cina dove gli avrebbero garantito lo stesso ingaggio, ma il Covid-19 ha bloccato sul nascere ogni tipo di trattativa.

Oggi il mercato per Pastore tace in maniera inquietante mentre hanno fatto rumore eccome alcune dichiarazioni (parzialmente smentite) recenti dell’ex palermitano: “Forse se fossi stato in condizioni fisiche migliori o avessi giocato un po’ di più, sarei rimasto al Psg”.

 

 


Allenamenti dal 18 maggio

LA STAMPA - Dal 4 maggio, in Italia,  partirà la fase 2 dell'emergenza Coronavirus. C’è chi aveva ipotizzato che fosse anche il giorno della ripresa degli allenamenti per le squadre di calcio, ma così non sarà. Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha deciso che gli allenamenti riprenderanno dal 18 maggio. Il Ministro può contare anche sull’appoggio di Giovanni Malagò, presidente del Coni: entrambi vogliono che gli atleti di tutti gli sport possano tornare ad allenarsi tutti insieme, senza concedere favori o strappi alle regole al mondo del pallone.


FIFA, al via la distribuzione dei finanziamenti per le federazioni

La FIFA, tramite il proprio sito ufficiale, ha dirmato un comunicato in cui annuncia di partire con il supporto finanziario ai club:

"La FIFA nei prossimi giorni distribuirà i finanziamenti operativi dovuti alle federazioni associate per gli anni 2019 e 2020, come primo passo di un piano di soccorso per aiutare la comunità calcistica colpita dalla pandemia di COVID-19. Questa misura comporterà la distribuzione di circa 150 milioni di dollari tra le 211 leghe calcistiche nazionali in tutto il mondo.
Nell'ambito della decisione, tutti i diritti rimanenti delle associazioni associate ai costi operativi nell'ambito del programma Forward 2.0 saranno interamente resi noti per gli anni 2019 e 2020. In particolare, il rilascio della seconda quota dei costi operativi per il 2020, originariamente previsto a luglio, sarà pagato immediatamente. In circostanze normali, le associazioni facenti pare della FIFA avrebbero ricevuto l'intero importo del contributo solo dopo aver soddisfatto criteri specifici. Invece, la FIFA sta trasferendo l'importo come supporto attivo per aiutare a salvaguardare il calcio in tutte le federazioni affiliate. Concretamente, questo significa che la FIFA rilascerà 500.000 dollari a ciascuna associazione membro nei prossimi giorni, nonché eventuali diritti rimanenti per il 2019 e il 2020.
Questa assistenza finanziaria immediata dovrebbe essere utilizzata per mitigare l'impatto finanziario di COVID-19 sul calcio nelle federazioni affiliate, in particolare per far fronte agli obblighi finanziari o operativi che potrebbero esserci nei confronti del personale e di terzi. Gli obblighi e le responsabilità standard in relazione all'utilizzo di questi fondi, come indicato nei regolamenti Forward 2.0, restano pienamente applicabili e saranno soggetti al processo standard di audit e rendicontazione. Questo piano di agevolazioni finanziarie è possibile grazie alla forte posizione finanziaria che la FIFA è stata in grado di consolidare negli ultimi quattro anni. Le prossime fasi del piano sono attualmente in fase di finalizzazione e verranno comunicate prossimamente".


Infantino: "Come governo del calcio è nostro dovere esserci e supportare le federazioni"

Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha voluto esprimere il proprio parere dopo la delibera del piano di auti finanziario per le federazioni:

"La pandemia ha causato sfide senza precedenti per l'intera comunità calcistica, così, come governo mondiale della stessa, è dovere della FIFA esserci e supportare le federazioni con bisogno impellenti. Questo comincia dall'immediata distribuzione di aiuti finanziari alle nostre associazioni, molte di queste in grave difficoltà finanziaria. È il primo step di risposte all'emergenza che attraversa tutta la comunità calcistica".


Malagò: "Lavoreremo al fascicolo da presentare al Ministro Spadafora"

Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlat della possibile ripresa del campionato ai microfoni di Rai Radio 2:

"È chiaro che gli sport individuali sono favoriti rispetto agli sport di squadra, ma speriamo che possano riprendere anche gli sport di squadra: parliamo di allenamenti, con delle precauzioni, ovviamente di distanziamento. Sabato e domenica lavoreremo a questo fascicolo insieme al Segretario Generale e alla struttura degli uffici del CONI, al massimo lunedì mattina sarà sul tavolo del Ministro Spadafora che, insieme al Governo, farà le sue valutazioni".

La data del 4 maggio può essere quella giusta per una ripresa, almeno parziale, delle attività?
"Io faccio un ragionamento che penso sia di buonsenso: c'è una progressione. C'è un inizio, ci auguriamo il 4 di maggio. Magari si farà un discorso diviso in aree geografiche, perché ci sono dei contesti più complessi. Ma anche questo è tutto da verificare. C'è una situazione che logicamente riguarda la parte delle attività per fare movimento, qualunque esso sia, sia a livello professionistico che amatoriale. E poi c'è la pianificazione della gestione della manifestazione, dell'evento sportivo, della gara, quello è un altro discorso".

C’è una cosa che vorrebbe dire al mondo del calcio?
"No, quello che dovevo dire l’ho detto e penso di averlo fatto anche con molto rispetto".


Fazio: "Segnare al derby è bellissimo. Contro il Liverpool la peggiore partita con la Roma"

Federico Fazio, difensore della Roma, ha risporto alle domande dei tifosi durante una diretta Instagram sul profilo ufficiale della società giallorossa:

Stai in giardino?
"Sono in balcone, non posso fare tanto rumore che ho appena lasciato mio figlio sul letto".

Ricordi le emozioni del tuo esordio con la Roma?
"Ho esordito nel match di andata contro il Porto nel 2016, preliminare di Champions League. Sono entrato nella ripresa e stavamo pareggiando 1-1 con uno o due in meno, non ricordo. È stato bello, poi ho esordito da titolare all'Olimpico alla prima giornata di campionato e abbiamo battuto 4-0 l'Udinese".

Il numero 20 ha un significato particolare?
"No, quando arrivi in una nuova squadra devi vedere quali numero sono disponibili, il 20 mi è sempre piaciuto".

Ne avresti scelto un altro?
"In Italia è diverso perché si usano tanti numeri alti, in Premier League e in Liga vanno dall'1 al 25, a me piace l'87, il mio anno di nascita".

Chi vince quando giochi a ventuno?
"Diciamo che vince di più mio fratello piccolo Fabrizio, Mariano invece vince alla playstation".

Ti piace Tivoli? 
"Sono stato da tante parti vicino Roma, mi piacciono queste zone. I miei nonni erano italiani e mi piace conoscere l'Italia, mi piace girare vicino Roma".

Jesus ti scrive "mamma mia che capelli"...
"Siamo tutti nella stessa situazione (ride, ndr)".

Con quale leggenda argentina ti sarebbe piaciuto giocare?
"Il mio idolo era Batistuta, mi piaceva tanto ma non sono riuscito a giocarci insieme. Un altro idolo era Riquelme, io sono tifoso del Boca Juniors e sono stato fortunato perché ho giocato con lui nelle Olimpiadi del 2008".

Qual è stato l'attaccante più difficile da marcare?
"Non solo un attaccante, ho giocato una partita a Siviglia nel 2007 contro l'Arsenal. Perdemmo 3-0 pur avendo una grandissima squadra ma in quella partita loro praticamente hanno giocato senza punte ma hanno disputato un match incredibile, tutta la squadra ci mise in difficoltà".

Ti ricordi il gol di Dzeko contro il Chelsea? Nasce da un tuo lancio...
"Certo. Io in allenamento provo un po' di tutto, oggi il calcio è molto tattico ma in allenamento si prova tutto. In partita poi dipende, devi decidere in pochi secondi cosa fare. Dalla prima partita che ho giocato con Edin l'ho sempre visto bene".

Ti sei preso un bel rischio in quell'occasione...
"Certo, c'erano altri compagni liberi. Una volta, in un derby contro il Betis, feci un assist simile a Negredo ma prese la traversa e nessuno se lo ricorda".

Il gol contro il Cagliari convalidato dopo il consulto del VAR?
"Era il primo anno del VAR, ricordo che contro di noi si fermava sempre... Io posso dirti che al 100%, pur non vedendosi bene, non ho mai preso la palla con la mano, poi mi ricordo la lunga attesa e la gioia finale".

Che emozione è stata segnare al derby?
"Tutto ciò che hai dentro lo scarichi quando la palla entra, segnare al derby è bellissimo".

Chi cucina meglio l'asado tra te, Perotti e Pastore?
"Perotti, lui lo fa spesso".

Tu cucini?
"A me piace cucinare, mi piace fare tutto anche impastare la pizza".

Tornerai a Trapani?
"Mio nonno era di Trapani, ci sono stato un anno fa. Bellissima città, ho fatto un bel giro".

Piatto preferito della Sicilia?
"Il cous cous, lo faceva mio nonno e mi è rimasto il piatto caratteristico per eccellenza, mi piacciono anche i cannoli".

Quando hai capito che saresti diventato un calciatore professionista?
"L'ho capito quando ho esordito in Argentina nel 2005, poi sono andato al Siviglia. Avevo 17 anni e nemmeno mi sono reso conto troppo".

Un errore che ti ricordi con la Roma?
"Secondo me la partita contro il Liverpool, quella di andata, è stata la peggiore. Avevamo disputato una grande Champions League, nel ritorno anche disputammo un grande match. Quelle due partite avranno sempre un sapore un po' dolce e un po' amaro".

Speriamo di rivedervi in campo presto...
"Lo speriamo un po' tutti, vogliano uscire da questa situazione quanto prima".