Niente sconti. La Serie A unita contro Sky e Dazn

LA REPUBBLICA - Braccio di ferro tra Serie A e tv con Sky in testa. La questione ruota intorno ai 156 milioni dell'ultima rata che Sky non ha ancora pagato e che i club pretendono. La Lega di A è unita nel voler continuare a giocare perché se a staccare la spina del campionato fosse il vertice del calcio, si verificherebbe un'inadempienza contrattuale che permetterebbe alle tv di non versare la quota restante. Sarebbe il default del sistema. Al contrario, il contratto in essere garantisce i pagamenti delle tv se lo stop del campionato fosse per cause di forza maggiore. Per questo i club chiedono sia il governo a decidere.

Sky ha inviato una lettera per quantificare i danni subiti e per gettare le basi della trattativa: se le partite ricominceranno, l'emittente è pronta a saldare ciò che resta dei diritti di questa stagione, ma chiede uno sconto per la stagione 2020/21 fra il 15 e il 18% pari a circa 140 milioni. Nella lettera è prospettato anche l'altro scenario, cioè la ripresa: tornando a giocare i danni sarebbero di 100/120 milioni per l'emittente, con lo stop invece di circa 250/300 milioni. Di fronte alla lettera di Sky, Urbano Cairo, presidente del Torino, ha reagito con un "non esiste".

Tensioni anche sul nome con cui sostituire il rappresentante della Serie A nella commissione medica, il dottor Tavana. L'ad Dal Pino aveva proposto Nanni del Brescia, per Lotito non era un tema "all'ordine del giorno", che vuole candidare un suo medico. Anche il ministro dello Sport Spadaforasi riserverà di valutare i propri consulenti medici.


Kolarov: "Futuro? Come giocatore posso dare ancora tanto" (video)

Aleksandar Kolarov, difensore della Roma, ha parlato del suo futuro a DAZN. Queste le sue parole:

"Penso da tempo a cosa farò nel futuro visto che non sono un giocatore giovane. Non mi sento vecchio, però la maggior parte della mia carriera è alle spalle. Ho i miei programmi già da uno o due anni. Ora mi vedo come giocatore, posso dare ancora tanto, mi sento bene fisicamente. Sono concentrato sul campo. Dopo la fine della carriera mi vedo sempre nel calcio, è poco ma sicuro. Il ruolo oggi non saprei dirlo. Avrò altri due anni per pensarci, poi deciderò con tutta la serenità".

 


Fienga: "La Roma è in prima linea per la tutela della salute di giocatori e tifosi"

Guido Fienga, CEO della Roma, è intervenuto ieri ai microfoni di Sky Sport:

Qual è la posizione della Roma sulla ripresa degli allenamenti?
"La posizione della Roma è quella di terminare questo percorso che sta cercando di minimizzare l'impatto del virus. Noi da subito stiamo oltremodo sensibili nel mettere al primo posto l'esigenza la tutela della salute di tutti, giocatori e tifosi. Ricordo l’episodio dell’incertezza sulla partita con il Siviglia d'Europa League, dove abbiamo assunto una posizione molto forte. Come per tutti i cittadini e le attività industriali l’ambizione è quella di ritornare ad una nuova normalità, che non può che essere quella di prima in convivenza però al Coronavirus che purtroppo è il nuovo elemento di cui dobbiamo tenere considerazione in vista della ripresa alla normalità". 

Com’è il quadro intorno alla Roma?
"Sono convinto dell’aiuto che il calcio può dare alla ripresa di questa nuova normalità. Penso che per tutte le attività produttive e per tutti i cittadini, riprendere in convivenza con il Coronavirus significa riprendere con la possibilità di avere accesso facilitato e a basso costo a sistemi di diagnosi sicuri e veloci. L'unico modo, fin tanto che non ci sarà un vaccino, è minimizzare il rischio. In questo senso che il calcio è uno straordinario attore, per poter raggiungere questo tipo di obiettivi. Poche industrie come il calcio possono investire nel settare protrocolli di controllo. certamente all'inizio costoso che poi diventandone uno standard, diventeranno standard per tutti". 

Riunione Lega Serie A?
"Nell'assemblea di Lega è emersa un'unità di visione per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti e il calcio. Questo lo sottolineo perché si dà spesso una immagine faziosa e di contrasto che invece è un mal intendere un confronto tra club, c'è stato un confronto ma la posizione della Lega è unita e compatta ed è quella di lavorare per risolvere i problemi e per esser pronti quando le autorità ci diranno che possiamo ripartire e immediatamente non soltanto ripartire, ma mettere a disposizione della comunità tutto quello che è il nostro patrimonio di conoscenze di protocolli e controlli che poi potrà usare chiunque. Dall'assemblea di domani (oggi ndr) mi aspetto un confronto costruttivo e che non sia semplicemente un confronto sulla data (della ripresa ndr), ma su che cosa si possa fare insieme tra le istituzioni e il calcio e quello che può essere il contributo del calcio, un contributo formidabile, non tanto sulla ripresa del calcio, ma sulla ripresa della nostra vita normale". 

 

 
 

Spadafora: "Lo sport è importante come valore economico e sociale ma nel rispetto della salute"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, sta rispondendo al Questione Time in Senato. Qui uno stralcio delle sue parole: 

"Ho chiesto che tutte le federazioni spieghino in quale modo poter riaprire in sicurezza. Oggi incontrerò alle 12:00 gli esponenti del calcio e della FIGC, in modo tale da capire entro il 4 maggio come ripartire. Dobbiamo riaprire perché lo sport è importante come valore economico e sociale ma nel rispetto della salute. Quindi gradualmente potremo pensare di riaprire gli allenamenti, per quello che riguarda i campionati e l'attività motoria all'aperto valuteremo con il comitato tecnico scientifico della Protezione Civile, consapevoli che la ripartenza vada spinta ma vada anche tutelata la salute di tutti i cittadini".


Lippi: "De Rossi? Avrà successo come allenatore. Ha grandi qualità"

Marcello Lippi, CT della Nazionale italiana Campione del Mondo nel 2006, ha rilasciato alcune dichiarazioni a SportMediaset, parlando anche di Daniele De Rossi. Queste le sue parole:

"Di De Rossi dico la stessa cosa che ho sempre detto dei grandi campioni che ho allenato: prima di essere dei grandi campioni sono anche dei grandi uomini. Anche lui è una grande persona, una persona che riuscirà sicuramente a coinvolgere quelli che lavoreranno accanto a lui. Qualunque cosa farà, l'allenatore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, anche se penso che farà l'allenatore sicuramente avrà successo perché ha delle grandi qualità".


Cessione Dzeko, la Roma smentisce: "Il suo futuro è nella Roma, nessuna strategia in atto"

In mattinata si era sparsa la voce che la Roma, qualora non si tornasse a giocare, potrebbe cedere Dzeko per far quadrare i conti o chiedergli di ridursi l'ingaggio. Ma la società giallorossa ha smentito il tutto tramite i microfoni dell'Ansa:

"L’AS Roma è estremamente soddisfatta di come Edin stia interpretando il ruolo di capitano, ancora di più in un momento così delicato. Non c’è nessuna strategia in atto per cambiare il suo futuro, che è nella Roma, né il club ha pensato di rivedere i propri accordi con il calciatore. Le notizie in merito ad altri rinnovi di contratto, pubblicate da alcuni organi di stampa nei giorni precedenti, sono del tutto prive di fondamento".


Spadafora, Ministro dello Sport: "Mi confronterò con il Ministro della Salute, nei prossimi giorni emaneremo le disposizioni"

Quest'oggi si è tenuto un incontro tra Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, e la FIGC per discutere delle linee da seguire per portare a termina la stagione calcistica e riprendere gli allenamenti. Queste le parole del Ministro al termine dell'incontro riportate da Sky Sport:

"Ringrazio tutti i partecipanti alla riunione: ho ascoltato con grande attenzione le diverse posizioni emerse e nei prossimi giorni, dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità per una ripartenza degli allenamenti".


Cassano: "Al Real Madrid ho buttato via una grande occasione. Non penso Zaniolo sarà tra i più forti al mondo"

Antonio Cassano, ex giocatore della Roma e del Real Madrid, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport in cui ha parlato del suo passato e del suo futuro:

Un consiglio per diventare un calciatore?
La cosa prioritaria è divertirsi fino ai 15-16 anni e poi devi essere fortunato ed essere baciato da Madre Natura. Non c’è una ricetta sicura per fare il calciatore, ci sono tante situazioni che ti portano a farlo, serve anche un pizzico di fortuna”.

Ti senti di aver buttato via il tuo talento?
Negli ultimi 15 anni probabilmente sono stato il miglior talento e un po’ mi sono buttato via. Fare il professionista è un conto, litigare con tutti tutto il giorno è un’altra cosa, genio e sregolatezza sì ma fino a un certo punto. Tante volte ho oltrepassato il limite”.

Euro 2004 il maggior rammarico della carriera?
Il mio più grande rammarico è quando, a 23 anni, vai al Real Madrid e non sfruttare quell’occasione. Tutti pagherebbero di tasca loro per andare nei Galacticos, è stata la maggior scemenza del calcio, mi sono bruciato. C’erano Ronaldo, Zidane, ho buttato via un’occasione clamorosa”.

Capello ha il rammarico di non essere riuscito a “controllarti”…
Lui ha fatto tantissimo per me, con il Real Madrid mi ero rimesso in sesto. Dopo aver giocato 2-3 partite di fila, alla quarta mi ha messo fuori e io sono andato fuori di testa e ci ho litigato. Se gli manchi di rispetto ti fa fronte ma lui mi ha ridato un’occasione a due giornate dalla fine, io ho fatto poco per lui e lui tanto per me”.

La miglior esperienza in carriera?
Dico la Sampdoria dove abbiamo raggiunto un quarto posto, un sesto posto, una finale di Coppa Italia. Penso che questa sia l’esperienza migliore, poi ho conosciuto mia moglie a Genova e vivrò qui per il resto della vita”.

Qual è il giocatore più forte in carriera che hai affrontato?
Il calciatore più forte che mi ha fatto dannare l’anima era Maldini. Con gli altri difensori come Nesta, Cannavaro, Samuel sapevo come metterli in difficoltà ma con Maldini non sapevo come fregarlo, era rapido, forte fisicamente, aveva personalità. Per me è stato il difensore più forte che abbia incontrato a livello mondiale”.

Rapporto con Ibrahimovic?
Straordinario, io giocavo per lui. In allenamento si allenava al 100%, l’unica cosa è che al suo fianco non c’era un grande campione si arrabbiava, gli altri avevano difficoltà mentre con me non c’era. Dopo Ronaldo il Fenomeno e van Basten, come centravanti dico Ibrahimovic”.

Allenatore preferito?
"Fabio Capello".

Ti ricordo com'eri soprannominato a Roma? Ti senti più Fantantonio Peter Pan?
"Mi chiamavano Peter Pan e così morirò. Fantantonio mi sembra che me lo diede Ivan Zazzaroni, sono legato a Peter Pan perché mi fa sentire piccolo".

Cosa ti disse Collina quando hai rotto la bandierina in Roma-Juventus 4-0?
"Mah niente, mi chiese cosa mi fosse passato per la testa (ride, ndr)".

Zaniolo può essere tra i più forti al mondo?
"Tra i più forti al mondo non penso, non lo vedo come un talento tipo Sancho che ha un talento fuori dal normale. Per me Zaniolo è una mezzala".

Con quale compagno ti senti più legato?
"Il Pupo (Totti, ndr) e Bobo Vieri. Totti è più introverso, un figlio di una buona donna (ride, ndr). Vieri, invece, è un pazzo scatenato".

Quale bomber ha più beneficiato dalla tua presenza?
"Pazzini ha fatto 40 gol con me in due anni, poi ne ha fatti 60 negli altri dieci...".

Qual è stato il giocatore con il quale hai avuto il miglior feeling?
"Francesco Totti, c'era un'affinità imparagonabile. Quando lui aveva la palla io già sapevo cosa avrebbe fatto, ho avuto un feeling pazzesco con Totti".


Kluivert: "Non vedo l'ora si riprenda a giocare. Ho lavorato molto duramente per fare il calciatore"

Justin Kluivert, giocatore della Roma, ha parlato di come sta vivendo questo periodo di quarantena in una diretta Instagram sul profilo ufficiale della società giallorossa:

Come stai?
"Sto a casa al sicuro, questo è l’importante. Non vedo l’ora che si riprenda il gioco che tutti amiamo".

L'educazione è importante nel calcio?
"L’educazione è importante su tutto. L’educazione è una cosa che devi avere nel tuo bagaglio personale, non solo per fare il calciatore".

Qual è stata la sfida più difficile per te?
"Quando ero giovane, ho riflettuto molto con mio padre sul fatto di fare il calciatore essendo suo figlio. Molte persone potevano pensare che fossi facilitato. Ma ho lavorato molto duramente. Se credi in una cosa veramente, prima o poi riesci a realizzare il tuo sogno.Un esempio può essere Cristiano Ronaldo, ha avuto difficoltà da giovane. Ma ha creduto talmente tanto in se stesso da portare a termine l’obiettivo".

Hai un rito specifico prima delle partite?
"Bevo caffè con tanto zucchero per avere energia e ascolto musica nel pullman prima di raggiungere lo stadio".

Qual è la tua miglior partita finora?
"Non ho un match in specifico. Ne ho qualcuno. Quando ero all’Ajax e ho giocato contro il Feyenoord a 17 anni. Ho segnato un gol bellissimo".

Quale messaggio vuoi mandare alle persone?
"Dovete stare a casa e prendervi cura di voi stessi. State con la vostra famiglia".

Quale allenatore ti ha ispirato di più?
"Il mio primo allenatore in assoluto. Lui ha creduto in me. Avevo molti sogni e lavoravo duramente".

 


Totti: "Il calcio di prima era più bello, tornare un passo indietro sarebbe un bene per tutti"

Francesco Totti, ex capitano della Roma, è tornato a parlare del suo addio al calcio in una diretta Instagram con l'attore Salvatore Esposito:

Futuro nel cinema?
"Ti ringrazio Salvatore ma ognuno deve fare il suo. Io ho fatto il calciatore, poi sì sono simpatico, scherzoso ma da calciatore ad attore non mi sembra il caso. Una parte di Gomorra però la farei (ride, ndr)".

Racconta il tuo nuovo percorso che hai intrapreso.
"Io sto cercando nuovi talenti, non mi piace essere definito procuratore. Io spero di trovare il nuovo Totti, il nuovo Cannavaro, sto cercando in tutto il mondo e spero che questo ruolo mi porti risultati non solo per me ma per il mondo calcistico".

Quanto ti ci vuole per capire che un ragazzo è forte?
"Non voglio essere presuntuoso ma l'occhio ce l'ho e mi basterebbe poco. Sarebbe facile portare uno che fa la rovesciata o un gol a centrocampo, da quello che vedo io, io valuto lo stop, la posizione del corpo, come calcia col destro, con il sinistro, il posizionamento. Se tu dovessi scovare un nuovo attore, lo potresti trovare no? Sei del mestiere".

Per te Maradona è il più forte giocatore di sempre...
"Sì l'ho sempre detto. Prima erano altri tempi, è vero, ma Maradona ha significato tutto, hanno inventato il calcio perché c'era Maradona".

Perché Maradona tecnicamente era forte?
"La differenza la fa il campo, tutti parlano, tutti straparlano ma quando stai là dentro le chiacchiere le porta via il vento. Lui entrava in campo e si divertiva, la palla era come se andasse a cercare lui, quando calciava sentivi il rumore del pallone, come se lo accarezzasse".

Qual è il giocatore che ha fatto la differenza quando giocavi?
"Il calcio di prima era più bello di quello attuale. C'era più tecnica, c'èra un sapore diverso, andavi allo stadio perché sapevi che prima o poi poteva uscire qualcosa d'importante, qualcosa di bello da vedere, c'erano giocatori più forti. I giocatori dal 1993 fino al 2015, 2016 incontravi squadre come Bologna, Brescia che avevano giocatori impressionanti, basta che pensi a Baggio, a Signori, giocatori che erano top e che oggi è difficile ritrovare. Costacurta, Baresi, Aldair, Cafù, cioè gente di altro livello".

Questione economica questo cambiamento?
"Purtroppo in Italia non si riesce a spendere come fanno in Spagna o in Inghilterra dove hanno più chances di prendere giocatori già affermati, per vincere serve comprare giocatori top".

Un Totti, un Maradona a 19 anni quanto valevano?
"Penso che alla mia epoca, con le cifre di adesso, penso che un calciatore normale sarebbe costato tantissimo. Dopo Neymar è successo il finimondo".

Il COVID-19 potrebbe avere ripercussioni in ambito di calciomercato?
"Dovrebbero tornare alla normalità, da una parte va bene così. Tipo Mbappè, con tutto il rispetto che diventerà tra i più forti al mondo, non può costare 200 milioni di euro, mi sembra un'eresia. Un giocatore di 20 anni che guadagna 20 milioni di euro l'anno non mi sembra normale. Se però nel calcio girano questi soldi è giusto che li guadagnino ma tornare un passo indietro sarebbe un bene per tutti. Io a 20 anni guadagnavo un millesimo di quello che si guadagna oggi".

Quanto sono stati importanti i gradoni di Zeman a livello mentale?
"Dal punto di vista della preparazione era il top, ce ne sono pochissimi che ti fanno preparazioni mirate. Lui partiva dalla base, alla fine dell'allenamento eri cotto, eri stremato. Le dicerie che dicevano che non mangiavi, che stavi a dieta, tutte cavolate. Si mangiava pasta in bianco, petto di pollo, cibi classici da professionista".

Servirebbe una sorta di "vecchia scuola" nel calcio?
"Io come società farei tre passi indietro, per prima cosa andrei a scovare talenti nei settori giovanili. Oramai si va all'estero, basta che hai un nome tipo Ronaldinhos che finisci per s e sei più forte di un calciatore italiano. Io punterei ai settori giovanili, sarebbe un'iniziativa bella ritornare al passato".

Nella tua nuova veste punti sui giovani?
"Sì, li vorrei fare crescere come io vorrei. Per carità, io non sono il santone di turno e ho sbagliato anche io ma so cosa insegnare a un giovane, ci sono tante piccolezze che sono significative per un giovane calciatore".

Il rapporto con Napoli?
"Quando giocavo che ero il capitano della Roma, i tifosi del Napoli non è che mi accogliessero nel migliore dei modi com'è giusto che sia. Purtroppo tra Roma e Napoli è successo un episodio bruttissimo ma sarebbe bello tornare ai tempi del gemellaggio, le famiglie devono tornare negli stadi. Nel calcio come negli altri sport le incomprensioni ci sono. Sull'ultima partita che ho fatto a Napoli mi hanno applaudito tutti e sono rimasto sbalordito perché non me lo sarei aspettato e io li ringrazierò per sempre, è stato un gesto significativo. Quando sono tornato a Napoli come dirigente della Roma pensavo mi massacrassero, invece mi hanno applaudito tutti come hanno fatto per Maradona e in quel contesto mi sono sentito un santone. I napoletani mi piacciono, sono simili ai romani caratterialmente".

Il tuo addio?
"Io non sono il tipo che va da un allenatore e pretende di giocare, se io ho meritato di andare in campo è perché lo decideva il rettangolo di gioco. Io ho avuto allenatori forti e giocatori forti, poi rimanendo a Roma si sa che non si hanno le possibilità come altre squadre, poi non è che mi mettevano in campo per tamponare le cose. Mi hanno fatto smettere, io mi sentivo bene e anche se giocavo poco facevo crescere i giocatori, cercavo di aiutare nel mio piccolo se c'erano problemi. Nel calcio ci sono i pro e i contro, io ho sempre detto che avrei indossato una sola maglia, se fossi andato a giocare da un'altra parte per dimostrare che volevo continuare non mi sarebbe cambiato nulla, fondamentalmente quello che ho fatto io in 25 anni è difficilmente ripetibile".

De Rossi è andato al Boca Juniors...
"Lui voleva continuare e ha fatto bene, lo rispetto. Io invece ho smesso".

Com'è stato rifiutare il Real Madrid?
"C'è stato un momento in cui ho pensato seriamente di andare al Real Madrid, mancava un tassello. Il Real Madrid era l'unica squadra per la quale sarei andato via da Roma, poi però l'amore della gente, la famiglia, il trofeo più grande che ho è quello di aver indossato un'unica maglia. Avrei potuto vincere di più indubbiamente, però dentro me stesso ho vinto tutto quello che c'era da vincere perché nessuno potrà mai intaccarmi questa cosa, il sogno mio era questo e l'ho portato avanti sino alla fine".

Ti partiva la "brocca" in campo?
"Durante le partite si usava di tutto di più tra insulti, minacce. Quando diedi il calcio a Balotelli ho sbagliato, poi abbiamo chiarito e fatto pace, una volta finite le partite il rispetto deve prevalere su tutto e in campo si può sbagliare. Io sono uno che se fa un gioco devo vincere, sono un rosicone, voglio vincere anche alla playstation contro Cristian".

Quando ti vedremo tra le icone di FIFA?
"Sto su PES non so se mi diano l'esclusiva anche là".

Tre under 20 giovani che sono forti?
"Non li dico altrimenti me li portano via (ride, ndr). Ti dico che ci sono in Serie B e in Serie C".

Come vedi la ripresa dei campionati?
"In questi momenti si deve pensare più alla salute che al pallone, penso soprattutto per il rispetto di tutte le persone scomparse. Noi non possiamo stare senza sport in generale, ma in questo momento bisogna accantonare tutto perché la salute è prioritaria. A che serve ricominciare a porte chiuse, non puoi spogliarti con i compagni, che calcio è? Secondo me è una cosa che non ha significato, ora li fai allenare, poi li fai mangiare in camera propria, tanto vale che sto in casa in quarantena e aspetto che tutto finisca. Ci saranno persone che decideranno e noi aspetteremo il loro responso".

Si pensa di più al fattore economico che a quello della salute...
"Secondo me dovrebbero scendere in piazza le società, ma se vogliono continuare... I giocatori stanno a disposizione delle società, tu sei pagato da loro e se ti dicono che devi giocare, giochi. Vediamo il 4 maggio cosa succede".

Se facessi parte del cast di Gomorra, come vorresti essere chiamato?
"Io mi metto dietro di te, non faccio spia, non faccio niente, faccio l'autista (ride, ndr)".

Stai giocando a calciotto...
"Devo dire che è un campionato divertente, poi vai a cena con gli amici. Una volta che ti sposi, non puoi fare più niente tra moglie e figli, hai altre priorità".

Come sono quelli che giocano contro di te?
"Si vede che per gli avversari sia una giornata diversa, a me fa piacere perché ritorno alle mie origini. Giocare con questi ragazzi di 20-30 anni mi fa piacere, io sono innamorato dei miei compagni perché mi fanno sentire un ragazzo normale, per me è tutto".

Quando ti danno i calcetti ti chiedono scusa?
"Sì sì non lo fanno con cattiveria, poi quando entri sul terreno di gioco ci sta tutto, altrimenti mi sarei messo il tutu e avrei fatto il ballerino".

Tiri poco però in porta...
"La differenza in quel contesto si vede, io cerco di far divertire i ragazzi. Aspetta però, quando perdo vado in puzza eh (ride, ndr). Vedi i 20enni che vanno il triplo di te, se non stai bene fisicamente non ce la fai. Il calciotto è un altro sport rispetto alla Serie A, è come se un tennista lo metti a giocare a padel".


Spadafora: " Aspettavo con entusiasmo gli Europei di quest’estate, ma saranno rimandati"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha pubblicato sul proprio profilo ufficiale di Facebook un post in cui ha parlato dell'incontro svoltosi oggi con i rappresentanti della FIGC, in cui si è discusso su come poter far riprendere il campionato nel modo più sicuro per tutte le squadre. Queste le sue parole:

"Sono anche io un tifoso cui manca seguire la propria squadra. Aspettavo con entusiasmo gli Europei di quest’estate, ma saranno rimandati. Come sono state rimandate le Olimpiadi. Come è stato rimandato il Giro d’Italia. Come sono state rimandate le competizioni di tutti gli sport nel nostro Paese. E’ un enorme dispiacere, dentro un dolore molto più grande e più profondo, dentro un lutto atroce che ha colpito il nostro Paese, l’Europa, il mondo intero.
Posso assicurare che mantenere un profilo di estrema prudenza, come sto facendo, è la posizione più impopolare che si possa immaginare ma abbiamo il dovere e la responsabilità di far si che tutto il Paese, compreso ovviamente il mondo dello Sport, possa superare al più presto e al meglio l’emergenza sanitaria che ci ha colpito. In tutti gli sport infatti vi sono indotti da tutelare, lavoratori che stanno vivendo difficoltà economiche e che meritano la giusta considerazione.
Oggi, oltre ai rappresentanti della FIGC, ho incontrato anche i 19 Presidenti delle Discipline Associate alle quali va riconosciuta l’attenzione che meritano anche per il valore sociale e la rete territoriale che esprimono. L’incontro, sempre in videoconferenza, mi ha permesso di avere ulteriori suggerimenti per sostenere al meglio le centinaia di realtà sportive in difficoltà in questo momento drammatico.
Farò di tutto perché nel decreto che a breve approveremo siano contenute tutte quelle norme che assicurino a tutto il mondo dello sport e ai lavoratori il sostegno necessario per impedire che anche una sola realtà sportiva debba chiudere o che una sola persona perda il suo lavoro".


Vertonghen: "Voglio firmare con il club giusto, potrebbe essere il Tottenham o un’altra squadra"

Jan Vertonghen, difensore del Tottenham, ha aperto nella giornata di oggi a una sua possibile partenza da Londra. Il belga ha infatti dichiarato che nella prossima stagione la sua intenzione sarebbe quella di firmare per il club giusto, che sia ambizioso e soprattutto che giochi in Europa. Sarebbero molte le squadre interessate a lui, e in lizza per ingaggiarlo sembra ci sia anche la Roma, che non ha la certezza di riuscire a trattenere Smalling anche per la prossima stagione. Queste le sue parole: 

"Voglio firmare con il club giusto, potrebbe essere il Tottenham o un’altra squadra. Deve essere però un club ambizioso, voglio giocare in Europa perché la nazionale è importante per me".