Ecco come Friedkin voleva prendere il club. Protesta all'Eur
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Negli ultimi giorni tra Pallotta e Friedkin è calato il gelo. Il presidente della Roma ha infatti rifiutato l’offerta da 575 milioni di euro del magnate texano per l'acquisto del club. Friedkin era pronto a versare i soldi con questa modalità qui: 125 milioni direttamente al closing, altri 52 nel corso dei successivi sei mesi, 85 entro la fine dell’anno per il consolidamento della prima squadra e, infine, 300 milioni per la copertura del debito. E' anche difficile dire se poi il rapporto tra Pallotta e Friedkin riprenderà nei prossimi giorni. In questo momento è tutto bloccato, ma in finanza le cose possono cambiare da un momento all’altro. Intanto ieri sono apparsi degli striscioni di contestazione all’Eur, sotto la sede della Roma contro le possibili cessioni dei prossimi mesi e indirizzati a Pallotta, Baldini e Baldissoni.
La missione di Edin: pronto a sfondare un muro fatto di gol
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sono due gli obiettivi fissati da Edin Dzeko in vista della ripresa del campionato: salire sul podio dei goleador giallorossi di sempre (ha segnato 102 gol con la Roma, attualmente sesto nella classifica all time romanista, al terzo posto c’è Amadeo Amadei con 111), ma anche quello di raggiungere quota 300 reti segnate con i propri club. Dzeko. con le rispettive squadre in cui ha giocato, ha segnato in tutto 288 gol in 651 partite. Ora l’obiettivo è arrivare appunto a quota 300. Dei 288 gol, 102 li ha realizzati con la maglia della Roma: un bottino accumulato nelle 211 partite giocate in giallorosso, con una media-gol di 0,48 a partita. Se dovesse riuscire a raggiungere quota 300 già quest'anno, vorrebbe dire che Dzeko con i suoi gol avrebbe aiutato la Roma nella corsa alla zona Champions.
Da Fonseca una "gufata" a Inzaghi
IL TEMPO - AUSTINI - Una domenica di relax, con la compagna e una coppia di amici a Torvaianica, nel ristorante che spesso frequentava Spalletti, Fonseca si si è concesso anche una battuta... da derby. Il caso ha voluto che nel ristorante dove stava pranzando sia stato intercettato ca un cronista di lalaziosiamonoi.it che gli ha chiesto un pronostico sullo scudetto, «Lo vince la Lazio? No, non scherziamo - ha sorriso il tecnico grallorosso - vincere il titolo è difficilissimo. Vedremo chi la spunterà». Con la sua Roma, per adesso, può puntare al quarto posto e all'Europa League. «Possiamo farcela per entrambi gli obiettivi» giura Carles Perez. Stamattina Fonseca riprenderà ad allenare la squadra con una seduta al giorno fino a sabato, solo domani è previsto il lavoro di pomeriggio, aspettando buone notizie dal campo e dall'infermeria. Pau Lopez ne avrà per un’altra settimana circa e dovrebbe essere pronto il 24 alla ripresa contro la Samp. Idem Perotti, mentre Zaniolo ha bisogno un mese. Sul fronte societario è stallo, i tifosi temono partenze eccellenti e ieri è stato esposto uno striscione fuori dagli uffici dell'Eur ammonendo Pallotta: «La Roma non si risana con le cessioni».
La Champions a palla ferma
IL MESSAGGERO - I ritmi di gioco inevitabilmente più lenti che si vedranno in campo alla ripresa della Serie A potrebbero favorire la Roma e il gioco di Fonseca. I giallorossi in serie A sono andati a segno già 17 volte a seguito di un calcio piazzato sulle 51 reti complessive (33,3% delle marcature). Tre le punizioni dirette siglate da Kolarov, 5 i calci di rigore realizzati tra il serbo, Veretout e Perotti, 6 le reti scaturite da calci d'angolo e una (Mkhitaryan) a seguito di un cross di una punizione. Trend confermato anche in Europa League: delle 14 reti all'attivo ben 6 (42,8%) sono arrivate da palla inattiva. Schemi, certamente, sui quali Fonseca continua ad insistere anche in questo riavvicinamento al campionato. Ma anche una squadra che fa della fisicità una delle sue caratteristiche principali. Merito degli ottimi calciatori di punizioni come Kolarov e dei grandi colpitori di testa (Zaniolo, Mancini, Smalling, Fazio), abili a sfruttare le parabole disegnate sui calci d'angolo da Pellegrini e dal serbo.
Poli (responsabile Osservatorio Cies): «Cartellini in ribasso. Zaniolo rischia di fare la fine di Salah»
IL MESSAGGERO - Un calciomercato in stile NBA, con più prestiti e scambi. Ma anche una sessione di trattative ispirata dalla ricerca di formule anti-Covid. Raffaele Poli, cofondatore e responsabile dell'Osservatorio Cies, immagina così la nuova ed inedita finestra di calciomercato. «Con la svalutazione dei cartellini, i club dovranno prevedere dei bonus o delle percentuali sulla rivendita in grado di compensare il rischio di perdita. Ma in assoluto converrebbe rimandare le cessioni dei giovanti talenti». Anche alla Roma, quindi: «Assolutamente. Ad esempio, nel caso in cui decidessero di vendere Nicolò Zaniolo, il pericolo è che il trequartista giallorosso possa essere il nuovo Salah. E mi riferisco al valore. Ricordo che l'egiziano era stato ceduto per motivi di bilancio a fronte di un corrispettivo di 42 milioni più bonus, quando noi lo stimavano già sui 60».
Perez punta in alto: vuole l'Europa e il quarto posto
LA REPUBBLICA - Alla ripresa del campionato, sarà il momento giusto per Carles Perez per dimostrare il suo valore. Complice l'assenza di Zaniolo - che dovrebbe tornare a disposizione tra fine giugno e i primi di luglio - lo spagnolo può rappresentare la sorpresa della ripartenza giallorossa. Almeno lo spera. «Siamo determinati a ripartire forte, sia io sia i miei compagni. Felici che ci sia una data per la ripresa - le dichiarazioni dell'ex Barcellona a Sky - sono convinto che abbiamo tutte le carte In regola per vincere l'Europa League e per arrivare quarti, siamo un ottimo gruppo». Fonseca ha deciso di utilizzarlo come esterno destro: «Il mister mi ha subito dato fiducia. AI Barcellona ero abituato a giocare più largo, qui mi chiede di stare più interno e mi sta insegnando i movimenti e quando inserirmi al momento giusto. Con lui sto migliorando molto. Spero davvero di restare a lungo nella Roma per fare tanti gol e assist, aiutando la squadra a collezionare risultati e vittorie».
La Roma fa muro per Zaniolo e Pellegrini: Florenzi-Spinazzola in partenza
LA GAZZETTA DELLO SPORT - La Juve sta studiando un piano per arrivare a Nicolò Zaniolo. I bianconeri infatti starebbero pensando di offrire alla Roma il cartellino di Bernardeschi per abbassare in maniera sensibile il prezzo del gioiellino giallorosso. La Roma però non vorrebbe lasciar partire né Zaniolo né Pellegrini: i due pezzi pregiati della rosa. Pellegrini quasi certamente resterà, per Zaniolo invece - che garantirebbe una ricca plusvalenza - molto dipenderà dalle indicazioni del presidente Pallotta, che deve ancora decidere se tenere o vendere la società. La Roma però non è convinta dall'ipotesi Bernardeschi, il che rende l’assalto della Juve tutto in salita. Via libera invece agli addii di Florenzi (cercato da Siviglia e Fiorentina) e Spinazzola che potrebbe andare a Firenze in cambio di Biraghi.
Stadi parzialmente aperti al pubblico? La Lega ci pensa
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Nei prossimi giorni magari già nella prossima assemblea di Lega o nel Consiglio Federale dell’8 giugno, verrà proposto il tema della riapertura parziale degli stadi. Il protocollo in futuro potrà essere aggiornato con norme meno stringenti in base all’evoluzione generale dell’emergenza sanitaria. Il principio che anima il punto di vista delle società è: se il governo concederà di accomodarsi al cinema o in teatro, a maggior ragione potrà essere più permissivo riguardo la possibilità di assistere a un evento sportivo all’aria aperta. Ovviamente nel rispetto del distanziamento sociale e di quelle che saranno le normative generali date al paese. E per l'eventuale riapertura si fanno già delle ipotesi su come organizzarsi: gli abbonati avrebbero la priorità, gli altri fortunati spettatori potrebbero essere “sorteggiati”.
L'algoritmo che fa un gol più del Diavolo
LA REPUBBLICA - «L'algoritmo» è già sotto accusa. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina l'ha presentato da tempo come lo strumento che permetterà di stilare una classifica il più possibile oggettiva nel caso si dovesse fermare di nuovo il campionato. Ma come funzionerà l’algoritmo? L'obiettivo è arrivare a una classifica ponderata da tre fattori: il rendimento in casa e trasferta, il numero di gare giocate e i gol segnati. Non prenderà in considerazione invece il valore delle avversarie passate e future. Il sistema calcolerà la media punti in casa e quella in trasferta, poi le proietterà sul numero di partite residue per simulare una graduatoria Con la classifica ponderata il Milan sarebbe dietro a Verona e Parma, fuori dall'Europa.
Entro domani la Figc definirà la percentuale di impatto sulla classifica reale del sistema di calcolo. Poi giovedì alle 12 lo presenterà a Serie A, B, C, calciatori, allenatori e arbitri. L'algoritmo però non deciderà lo scudetto: se non si potranno giocare i playoff, il titolo non verrà assegnato. Ma la formula può generare paradossi. Ad esempio, se la Juve perdesse a Bologna e subito dopo Il campionato fosse fermato per un caso di coronavirus, la Lazio potrebbe superarla senza giocare. Altra ipotesi: se il Milan uscisse in semifinale di Coppa Italia e il campionato non ripartisse, perderebbe in un colpo solo due chance di andare in Europa
L'algoritmo è solo il piano C, da usare se il campionato verrà interrotto e se non ci sarà tempo per i play-off. E l'effetto sulla classifica sarà contenuto. Ma già toglie già il sonno a molti club.
L'ultima lite sul campionato. Oggi orari e date
IL TEMPO - Il calcio si rimette in moto, nelle prossime ore la Lega ufficializzerà le date e gli orari - con anticipi e posticipi - delle prossime giornate di campionato fino al 35° turno che sarà disputato in mezzo alla settimana. Nella giornata odierna arriverà anche il via libera per l'anticipo al 12 giugno per la prima semifinale di ritorno della coppa Italia come richiesto dalla Lega Calcio; l'altra semifinale di ritorno si giocherà il 13 giugno. Confermata la data della finale che andrà in scena il 17 giugno allo Stadio Olimpico di Roma: il Presidente della Repubblica Mattarella non presenzierà all'atto conclusivo, probabile la presenza del Presidente del Senato - seconda carica dello Stato - come accadde nella passata stagione.
TROPPO CALDO - Il calcio riparte, le polemiche non si sono mai fermate: anche ieri, il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi non ha perso occasione per ribadire il proprio parere negativo alle partite programmate nel pomeriggio; calcio d'inizio alle 17.15, orario canonico per Europei e Mondiali. Per completare il campionato verranno disputate 124 partite, quelle programmate nel pomeriggio sarebbero complessivamente 12, e andrebbero in scena soltanto il sabato e la domenica. Potrebbero scendere addirittura a 10 qualora la Lega Calcio decidesse per la contemporaneità di tutte le partite dell'ultimo turno di campionato in programma il 2 agosto. «Mi auguro non ci siano grossi ostacoriflettere modalità per evitare questo - ha dichiarato Tommasi - non sono capricci o impuntature strumentali. Bisogna mettere nelle migliori condizioni possibili chi dovrà generare lo spettacolo. Il tema riguarda la tutela della salute e quello degli orari mi auguro non diventi un problema. Si faccia una scelta logica, visto che bisognerà giocare tante partite in un breve lasso di tempo. Mi auguro si vada verso la tarda serata piuttosto che il tardo pomeriggio».
CAMPAGNA ELETTORALE - Le prossime elezioni per la carica di presidente dell'Assocalciatori (ancora non è stata convocata una data per l'Assemblea elettiva ndr) accende l'agone, il candidato Marco Tardelli sul proprio profilo Twitter non le manda a dire. «Dodici partite su 124 alle 17.15: davvero vogliamo discutere di questo? Cara Associalciatori, non facciamoci ridere dietro». La campagna elettorale ufficialmente non è ancora iniziata, gli interventi di Tardelli continuano a essere energici, determinati, dei tackle al limite, come quando aveva le scarpe con i tacchetti ai piedi. Il suo antagonista non potrà essere Tommasi - ha esaurito i mandati ndr - che dalla sua scrivania continua a disegnare la linea con alterne fortune. Anche sulla calendarizzazione della Coppa Italia, il presidente dell'Aic ha qualche dubbio. «La perplessità sono i pochi giorni di tempo fra semifinali e finale - sottolinea Tommasi - anche nella tutela di chi va in campo. Due partite di coppa Italia obbligano le squadre a scendere in campo con le migliori formazioni possibili, e per questo si rischia di far giocare tre partite in poco tempo agli stessi giocatori».
LE ALTRE SERIE - I problemi non sono legati unicamente alla calendarizzazione delle partite, il sindacato calciatori punta l'attenzione anche sulla situazione della Serie B e C dove le criticità non mancano. «Ci sono alcune squadre che hanno difficoltà con il rispetto del protocollo - sottolinea Tommasi - e a oggi non hanno ancora ripreso gli allenamenti di gruppo. La sensazione è che per ripartire tutti alla stessa data è necessario che tutti si mettano in linea con l'applicazione del protocollo e di conseguenza permettere ai giocatori di avere stesse condizioni».
Cose mai viste
LA STAMPA - Quello che vedremo alla ripresa della Serie A sarà un calcio diverso. Algoritmi, termoscanner, spogliatoi separati e panchine lunghissime. E non nel senso di ampia disponibilità di rincalzi all'altezza dei titolari, ma di spazi obbligatoriamente più ampi del normale per distanziare le riserve, in mascherina fino alla sostituzione, più probabile con la novità dei cinque cambi. La parola d'ordine sarà mantenere le distanze. A partire dalle proteste dei giocatori che non dovranno mai avvicinarsi a meno di un metro e mezzo dagli arbitri. I direttori di gara eviteranno i contatti con gli atleti. Non ci sarà neanche l'appello negli spogliatoi: le squadre dovranno arrivare separate allo stadio. Possibilmente su più pullman per ridurre la vicinanza durante il viaggio. Non ci saranno i saluti tra i 22 titolari prima del calcio di inizio.
Novità anche per quanto riguarda gli orari: l'Aic propone le 22 come in Spagna. Le gare delle 17.15, le più indigeste per i calciatori, dovrebbero essere appena 10.
Per quanto riguarda i seggiolini vuoti, la Lega sta valutandola possibilità di sistemare sulle tribune maxi-schermi con le immagini via zoom dei tifosi a casa, come successo in Danimarca. Allo studio effetti di luce per simulare la presenza di bandiere, striscioni e sciarpe. Le tribune deserte potrebbero essere riempite anche da maxi-teloni pubblicitari in modo da aumentare la visibilità degli sponsor, se i regolamenti lo consentiranno. E potrebbe entrare in scena una nuova variante in caso di sospensione del campionato che impedisca anche la disputa di playoff e playout: l'algoritmo, evocato dal presidente federale Gravina, per stabilire la classifica se le squadre non avranno giocato lo stesso numero di partite.
Gravina apre a una stagione di riforme: "Ma niente stravolgimenti non condivisi"
L'UNIONE SARDA - Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano per parlare della ripartenza della Serie A e dei cambiamenti che il mondo del calcio sta affrontando a causa dell'emergenza sanitaria legata al coronavirus. Queste alcune delle sue parole:
Presidente Gravina, quali sono le sue sensazioni?
«C'è grande soddisfazione. ma anche la consapevolezza che bisogna continuare a lavorare come abbiamo fatto negli ultimi mesi, con serietà e spirito di servizio, per consentire al calcio giocato di tornare ad essere quel grande spettacolo che era prima delle pandemia».
C'è stato un momento, soprattutto nel rapporti col ministro Spadafora, in cui pensava potesse saltare tutto?
«Abbiamo vissuto periodi molto difficili, per il Paese, non solo per il calcio. Il confronto quotidiano con Spadafora, invece, è stato sempre improntato sulla collaborazione e sulla comprensione reciproca dei ruoli: il presidente della Figc ne ha uno, il ministro dello Sport ne ha un altro, ma risultati, compresi gli interventi in favore del mondo del calcio contenuti nel Decreto Rilancio. ci stanno dando ragione».
La ripresa, anche se a porte chiuse, salverà davvero tutto il sistema?
«La ripartenza eviterà al sistema un danno altrimenti difficile da riparare. Perché, oltre ai mancati guadagni nel breve periodo, dobbiamo iniziare a ragionare sul medio-lungo periodo, ad esempio stadi a porte chiuse, svalutazione delle rose e il rischio di una ridefinizione al ribasso del valore del diritti tv. Prima si riparte, prima si inizia a lavorare per invertire la tendenza in futuro».
Quello che sta succedendo in Francia. con il rischio di cause e club che annunciano il fallimento. è sotto gli occhi di tutti..La questione delta scadenza contrattuali al risolverà con una proroga?
«Stiamo lavorando con Leghe e Aic per arrivare ad una raccomandazione stringente, sulla base delle indicazioni pervenuteci dalla Fifa. Siamo tutti concordi nel ritenere che non ci sia altra via se non quella di finire la stagione con le rose con cui e stato interrotto il campionato».
Nel caso di un nuovo stop, il Piano B prevede il ricorso a spareggi e il Piano C la cristallizzazione delle classifiche?
«E' un percorso chiaro, indicato in una delibera dello scorso Consiglio federale. Nelle prossima riunione definiremo il format di eventuali playoff e playout, nonché il criterio da utilizzare per rendere effettivamente meritorie le graduatorie cristallizzate. Penso ad esempio al numero delle partite giocate da tutte le squadre, piuttosto che quante partite siano state giocate in casa o in trasferta».
Le polemiche sollevate da chi voleva fermarsi non sono mancate. Interessi di parte o effettive richiesta d sicurezza?
«La tutela della salute è stata la bussola che ha indicato la rotta anche di chi sosteneva la ripartenza, nessuno ha mai chiesto di giocare in piena emergenza. Per questo, non ho mai condiviso la retorica di alcuni presidenti della non ripartenza che hanno, invece, anteposto i loro interessi di parte a quelli dell'intero sistema».
Anche Sky, dopo la diffide de parte delta Lega out rispetto dei patti, starebbe aprendo a una piccola offerta in chiaro. Come si risolverà la questione del diritti tv in prospettiva?
«È un tema di grande interesse e attualità, la Lega riuscire ari affrontarlo con soddisfazione. Parlare con i broadcaster non è una competenza della Figc, noi abbiamo il compito di creare le condizioni generali affinché l'intero sistema si possa sviluppare al meglio e si renda sempre più appetibile sul mercato televisivo. I periodi di crisi di eolico aprono le porte a grandi stagioni di riforme».
Ci saranno anche loro nel calcio?
«Me lo auguro, stiamo lavorando per quello. Ma chi pensa che lo strumento normativo messo a disposizione del Governo, per la riscrittura in corsa dei format attuali e di quelli della prossima stagione sportiva, sia il paracadute per stravolgimenti di sistema non condivisi, si sbaglia di grosso. È stato lo stesso ministro Spadafora, giovedì in riunione, a chiarire questo aspetto».
Playoff o playout saranno parte integrante nella riforma della Serie A?
«Sono un convinto sostenitore del fascino di queste formule, ma non è all'ordine del giorno per una riforma stabile. Sono solo condizioni eventuali per risolvere il problema di mancanza di date, generato dal Covid-19».
A proposito, Serie B e Serie C sono davvero in grado dl ripartire?
«Il nostro progetto prevede, con le necessarie differenze, la ripartenza del calcio professionistico e anche quello della Serie A femminile perché sarebbe un bel messaggio di speranza per tutto il Paese. La B ha già detto di voler concludere la stagione con il calendario regolare, mentre in Lega Pro, non essendoci tutte le date utili, penso adotteremo playoff e playout per assegnare i titoli sul campo».