La Uefa potrebbe mettere mano al ranking decidere le qualificate in Europa. In questo caso la Roma andrebbe in Champions League

La stagione calcistica è momentaneamente ferma a causa del Coronavirus, ed ancora non si sa si riprenderà a giocare o meno. Ma nel caso non si tornasse a giocare e quindi la stagione non si concludesse, quali squadre parteciperanno alle Coppe Europee?
A rispondere a questa domanda è Repubblica.it, che esclude spetti alla FIGC prendere questa decisione e che quindi vadano in Champions League le prime quattro dell'attuale classifica. Infatti la FIGC deve comunicare alla Uefa le squale qualificate solo a stagione conclusa, mentre non è probabile che si faccia riferimento alla classifica della scorsa stagione.
Dunque la decisione finale, con molta probabilità, spetterebbe alla Uefa che potrebbe avvalersi del Ranking. In questo caso le italiane in Champions League sarebbero Juventus, Roma, Napoli e Lazio; con Atalanta ed Inter in Europa League.


Lega Serie A, le società unite per finire la stagione qualora il Governo ne consenta lo svolgimento

La Lega Serie A, tramite il proprio sito ufficiale, ha diramato un comunicato stampa in cui si rende nota la decisione delle società di continuare con la stagione a patto che il Governo dia il via libera:

"L'Assemblea della Lega Serie A si è riunita questa mattina e ha confermato, con voto unanime di tutte le venti Società collegate in video conferenza, l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. La ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2, come già evidenziato in passato, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonchè in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori".


Uefa, forte raccomandazione alle federazioni di terminare i campionati e le coppe

La Uefa, dopo la videoconferenza odierna con le 55 federazioni che ne fanno parte, ha pubblicato un comunicato in cui rende nota la raccomandazione di terminare i campionati:

"Quest'oggi, l'UEFA ha incontrato le sue 55 federazioni in videoconferenza e ha presentato un aggiornamento circa le ipotesi vagliate dai due gruppi di lavoro che sono stati creati a metà marzo.
Sono state presentate diverse ipotesi di calendario comprendenti sia per quanto riguarda le partite delle nazionali e dei club.
È stato inoltre discusso il finanziamento delle federazioni nazionali attraverso il programma dell'UEFA Hat Trick, con l'UEFA che ha ribadito il suo impegno nel riconoscere i pagamenti alle federazioni come pianificato.
C'è stata una forte raccomandazione di terminare le divisioni maggiori dei campionati nazionali e le coppe, ma saranno valutati casi speciali una volta che saranno sviluppate le linee guida riguardanti la partecipazioni alle coppe europee in caso di cancellazione dei campionati.
Qualsiasi decisione sugli argomenti di cui sopra sarà annunciata dopo la riunione del Comitato Esecutivo UEFA di giovedì".


Malagò: "Spero nel via libera allo sport dal 4 maggio"

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha rilasciato un'intervista per il settimanale Chi. Questa un'anticipazione delle sue dichiarazioni, che verranno pubblicate in modo integrale nel numero di domani:

"Confido che dal 4 maggio ci sia un’apertura, con tutte le prescrizioni e le indicazioni concordate con il ministro Vincenzo Spadafora e il comitato scientifico naturalmente. Ci sono 387 discipline sportive chiuse. Il governo ci farà sapere, ma noi stiamo già preparando tutto. Ci sono molte differenze. Sport individuali e di squadra. Outdoor e indoor. È evidente che un golfista che sale in macchina, va da casa sua al campo, si allena senza passare dallo spogliatoio, sta due ore sul green e poi torna a casa in auto a farsi la doccia, è cosa diversa da un match di judo o di pugilato. Va tutto codificato. Non si può dire solo ‘stai a casa’.

"Si potranno fare soltanto allenamenti senza contatto - continua il presidente del Coni -, oppure gli atleti dovranno certificarsi. Certo, chi fa atletica leggera e corre da solo a distanza di 30 metri dagli altri all’aperto non mette in pericolo nessuno. Ecco, se non ci saranno controindicazioni, dal 4 maggio questi potranno ricominciare. Con le dovute differenze a seconda delle discipline. Le competizioni riguardano tutti e comprendono spostamenti anche impegnativi, nazionali e internazionali” spiega Malagò. “Situazione diversa dai semplici allenamenti. Ma per essere pronto un atleta deve allenarsi. Stiamo preparando un protocollo con tutte le federazioni da sottoporre al governo e al comitato tecnico. Siamo a buon punto".


Garcia: "Mi auguro che Pellegrini sia la futura bandiera. Non mi è piaciuta la gestione dell'addio di Totti"

Rudi Garcia, attuale tecnico del Lione con un passato anche alla Roma, è stato intervistato da Sky Sport. Ecco le sue dichiarazioni:

Possibile la ripartenza del campionato francese dal 17 giugno?
“Qua c’è la stessa situazione che c’è in Italia ma con una settimana di ritardo. Ci sono tanti dibattiti sulla ripresa, se dobbiamo mantenere una distanza tra i giocatori non si può giocare a calcio, magari ci si può allenare a piccoli gruppi per 7-10 giorni ma non si può fare una partitella in gruppo, mi sembra complicato riprendere”.

Discutete della ripresa su una chat What’s App con altri allenatori?
“L’ho creato io per fare un dono i nostri eroi che ci stanno aiutando, ovvero gli infermieri e i medici e quindi abbiamo fatto questa raccolta con tutti gli allenatori di Ligue 1 e Ligue 2 e abbiamo dato alcuni soldi. Questo era l’obiettivo del gruppo e poi anche qui diciamo la nostra, ci scambiamo le nostre idee. Adesso anche Domenech è nel gruppo, è il direttore del sindacato dei calciatori, è importante che lui sappia quello che noi abbiamo in testa, noi allenatori siamo preoccupati”.

(Messaggio di Totti)
“Ciao mister, volevo salutarla. È tanto tempo che non ci vediamo, spero che questo problema finisca quanto prima così la verrò a trovare in Francia. Le mando un grande abbraccio, lei fa parte del mio percorso e ci vediamo presto. Ah dimenticavo, salutami Fred e Claude che sono i due pilastri”.

“Fred e Claude sono due miei collaboratori. Non sono sorpreso che Checco li abbia salutati. Lui è un uomo che conta molto per me, è un onore aver avuto un giocatore del genere, sono sempre emozionato quando vedo le immagini di lui in campo”.

Cos'è rimasto dell'esperienza di Roma?
"Ho scoperto la Roma e Roma, ho scoperto la vostra cultura, la vostra lingua. Ogni giorno con Francesca (la compagna, ndr) mi alleno con l'italiano e mi tengo al corrente di tuttò ciò che succede. Per sfortuna ora ci occupiamo di altro oltre al calcio, al momento la preoccupazione è la salute e ogni giorno siamo al telefono per sapere se le cose migliorano".

Rimpianti per non aver vinto con la Roma?
"Si può sempre fare meglio ma non ho rimpianti, sono fiero del percorso che abbiamo fatto. Vi ricordo solo che abbiamo un avversario di altissimo livello perché la Juventus, soprattutto il primo anno, ha fatto il record con 102 punti in campionato ed è anche importante accettarlo. Non so se fosse più forte della nostra ma aveva più esperienza, hanno vinto 8 scudetti di fila ed è un grande club. Già avergli dato un po' di problemi è stata una bella cosa. Sto vedendo il gol di Balzaretti nel derby, ricordo che ero arrivato sulle ceneri perché la Roma aveva avuto la brutta idea di perdere la Coppa Italia contro la Lazio. Tutti erano preoccupati per il derby, io l'ho vista come un'opportunità. Siamo arrivati a punteggio pieno e abbiamo vinto 2-0, ricordo le lacrime di Balzaretti che sento spesso, sono legati per tutta la mia vita a questi giocatori, avevo un gruppo di lupi, dal capitano a De Rossi a De Sanctis, Benatia e Castan erano giocatori di alto livello, soprattutto avevamo leader e coesione in squadra, sono contento di rivedere queste immagini".

Un giorno tornerà ad allenare la Roma?
"Io sto benissimo a Lione, spero di fare grandi cose qui. Come si dice nel calcio mai dire mai, sarebbe una bella cosa ma per il momento sto bene a Lione e voglio vincere qualcosa qua".

Qualche squadra italiana dopo la Roma l'ha cercata?
"Durante e dopo la mia permanenza alla Roma ci sono stati dei contatti ma le cose non sono andate avanti. Con il Marsiglia sono arrivato in finale di Europa League, ora sono al Lione e spero di poter giocare il ritorno contro la Juventus perché la Champions League è una cosa meravigliosa, il virus ci ha tolto il piacere di tornare in campo, speriamo di poter dare gioia alla gente".

Possibile giocare in estate?
"Penso di sì, in inverno abbiamo già uno stop programmato. A giugno e luglio non si gioca mai e sono forse i migliori momenti per giocare. Ci saranno temperature alte ma magari basta giocare la sera, anche alle 22. Se il calcio riprendesse in tutti paesi nello stesso momento sarebbe bello ma non penso sia possibile. In Germania sembrano essere avanti, ma nazioni come Italia e Francia sono state molto toccate dal virus non so se si possa riprendere quanto prima, Milano per esempio è stata veramente presa da questo problema e per me la priorità è la sanità, i giocatori sono in ansia in vista di una ripresa".

Lione-Juventus 1-0: si aspettava qualcosa in più dai bianconeri? La Juventus affrontata con la Roma era una squadra più forte?
"Era una squadra differente, ogni anno le squadre cambiano a meno che non si riesca a tenere per più di un anno la stessa squadra. La Juventus rimane una squadra fortissima, nel girone ha fatto benissimo, con noi ha perso ma aveva fatto un percorso da Juventus in Champions League. Inter e Lazio stanno facendo benissimo in campionato ma per me, se il campionato dovesse continuare, per me i campioni saranno ancora loro".

La famosa frase "Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio" detta dopo un derby l'ha ripetuta anche in Francia?
"In Francia non c'è una città grande dove ci sono due club che giocano in Ligue 1 e nello stesso stadio. In Italia, invece, è una cosa comune, a Milano, Torino, Roma, Genova ci sono due squadre e in Francia non esiste questa cosa. Un derby in Italia è molto importante e come ho detto bisogna contestualizzare tutto, la Lazio era orgogliosa di aver vinto la Coppa Italia contro la Roma e la vittoria nel derby ha riportato la chiesa al centro del villaggio".

In futuro può tornare in Italia?
"Ho risposto prima, la cosa che mi piace sono le prove d'amore che hanno i tifosi romanisti verso di me. Non dimenticherò mai questa tifoseria perché è una delle migliori al mondo, quando canta ed esulta sui gol, non solo la Curva Sud che è il cuore dell'Olimpico ma tutta la tifoseria, auguro alla Roma un trofeo quanto prima. Difficile che possa vincere il campionato, ma magari un giorno potrà prendersi questo scudetto. Alla Roma manca un trofeo da troppo tempo, non ho rimpianti ma un trofeo sarebbe stato magico durante il mio periodo. Occhio a quello che dico però, altrimenti in Francia pensano che voglia andare via (ride, ndr). Io sto bene al Lione".

(Messaggio di Rocco Papaleo)
"Per me è un piacere mandarti questo messaggio, mi manchi molto, mi manca il tuo modo di fare, la tua energia, la tua capacità di sintesi. La tua famosa frase è un po' un'attitudine poetica che tu hai, si vedeva che avevi un grande rapporto con i calciatori, sei uno sportivo di altissimo livello e veramente sento la tua mancanza. Per me, poi, hai una bellissima faccia da cinema (ride, ndr)".

"Rocco è una persona speciale, lo adoro ed è una delle belle persone che ho incontrato a Roma. L'ho sentito un po' di tempo fa, abbiamo parlato anche poco tempo. La cosa bella di scoprire una regione, una città è di avere questi rapporti umani che per me sono la cosa più importante della vita".

Qual è il ricordo più bello lasciato a Roma?
"Sul piano calcistico direi il primo derby perché era un'emozione particolare, festeggiai sotto la Curva Sud e non era previsto, mi prese De Rossi e fu un momento forte. Sul piano personale ovviamente dico quando ho incontrato la mia compagna Francesca, Roma è la storia non è una città, quando cammino sembra che stai scoprendo la storia del mondo. Roma la conoscevo poco, ero andato una volta con i miei figli ma per tre anni me la sono goduta bene, la Roma non è solo calcio ma un modo di vivere".

Che tipo di presidente è Aulas? Se le chiede un giocatore lo prende?
"Ho sempre lavorato in modo collettivo con li club, i soldi li gestisce il padrone che è il presidente ed è sempre lui che prende le ultime decisioni, in questo caso i giocatori. Dal punto di vista sportivo, io ho avuto come direttore sportivo Walter Sabatini che lavorava con Massara che adesso è al Milan, con loro ho sempre avuto uno scambio di idee, quando volevo un giocatore chiedevo se fosse possibile e se tutti fossimo d'accordo su questo fatto".

Ai tempi della Roma che valore aggiunto era avere un rapporto più stretto con i romani?
"Questa è una cosa particolare, ho avuto la fortuna di avere giocatori del vivaio e a Roma questa è una cosa unica. Nell'ordine parliamo di Totti, poi di De Rossi, poi di Florenzi e questi giocatori sono la Roma, sentono molto le cose a tal punto che prima di un derby parlavo soprattutto con De Rossi perché non volevo facessero il derby prima di giocarlo, era quasi una questione di vita o di morte. Quando però hai la fortuna di avere questo tipo di giocatori, come Totti che è rimasto sempre alla Roma ed è una cosa che accadrà poche volte, questa cosa è unica per me. Quando penso alla Roma penso spesso alle bandiere che ora non ci sono più, Florenzi è al Valencia, Totti e De Rossi si sono ritirati ma seguo la loro vita. Secondo me, Lorenzo Pellegrini potrebbe essere un erede di queste bandiere, l'ho mandato io per la prima volta in campo con la Roma. Non dico che ci saranno altri Totti, ma almeno altri Florenzi o De Rossi".

Perché è finita con la Roma?
"Ovviamente l'addio era evitabile ma il calcio è così, non è solo la voglia dell'allenatore ma c'è anche chi paga e chi decide, chi sbaglia a volte nel prendere le decisioni. Il problema del calcio è che non c'è tempo, in poche giornate ci sono risultati meno buoni come tre pareggi di fila, a volte secondo i presidenti, i dirigenti c'è un'ansia che ti fa dimenticare tutto ciò che è stato fatto prima ma questo è il calcio. Io ho la valigia sempre pronta in casa perché il calcio è così, poi la storia ha dimostrato che cambiando spesso allenatore non è che porti sempre risultati. L'importante è guardare sé stesso nello specchio e dare il meglio ogni giorno per la squadra. Io sono appassionato di questo sport e di questo mestiere".

Chi porterebbe al Lione della Roma attuale?
"Sono contento della rosa che ho al Lione, poi ovviamente la Roma ha giocatori forti. Speravo di poter giocare contro la Roma da quando me ne sono andato ma per il momento non è accaduto, spero di incontrarla in Champions League".

Com'è gestire Balotelli che ha allenato al Marsiglia?
"L'ho sentito pochi giorni fa e posso dire che ho avuto un bel rapporto, lui è una persona particolare, da scoprire. Ha sentimenti profondi, io gli ho detto subito le cose in faccia, quello che io volevo da lui, dal punto di vista individuale è uno dei più forti che abbia mai visto, secondo me è ovvio che avrebbe potuto fare di più in carriera, delle volte ha sbagliato, forse avrebbe potuto dare di più. Con il Marsiglia è stato un uomo di qualità, non è come la gente può pensare e spero che potrà salvare il Brescia in Serie A e che possa fare ancora grandi cose in carriera".

Sta seguendo De Rossi?
"Il mio rimpianto è non essere riuscito a vedere con la maglia del Boca Juniors. Io ero triste quando ho lasciato la Roma, pensavo chiudesse la carriera con un'unica maglia e ha fatto comunque bene ad andare bene in Argentina, per finire la carriera ha scelto un bel club. Lui adesso ha le capacità per diventare un allenatore di alto livello ma è anche intelligente per capire che devi prima studiare e imparare il mestiere perché è importante impararlo e capire quali sono le cose importanti da fare quando si è allenatore. Un tecnico pensa il 100% del suo tempo alla squadra, quando si è calciatore si pensa solo a sé stesso, ma lui e il capitano pensavano a tutti. Penso possa diventare un grande allenatore".

De Rossi allenatore della Roma?
"Perché no, può diventarlo".

(Messaggio di Max Giusti)
"Ci manchi Rudi, ogni volta che torni a Roma ci fai capire che sei un romano al 100%".

"Mi mancano le nostre partite di tennis, era veramente una bella cosa scambiare con lui. Sono stupito dal talento di questo uomo, fare il suo mestiere è una cosa incredibile. I romanisti sono tanti, il bello del calcio è che ti appassioni a un club e i romanisti sono tanti".

Il gesto del violino contro la Juventus, a distanza di anni, lo rifarebbe?
"A volte si riscoprono cose che non avrei mai pensato. Non pensavo che sarei andato al Lione da ex allenatore del Marsiglia, a Marsiglia non sono contenti che sia andato al Lione e a Lione non sono contenti che sono arrivato dal Marsiglia (ride, ndr). Per il tuo club sei tutto ma non per questo non devi rispettare gli altri club. Adesso si parla molto di rispetto e io penso che stiamo perdendo il rispetto delle persone e delle cose. grazie a internet e ai social media stiamo facendo cose belle ma anche cose brutte dopo il rispetto non c'è più. Tifare la tua squadra non significa non avere rispetto per un'altra squadra e un altro allenatore, spero che queste cose un giorno cambieranno, mi auguro che due tifoserie possano arrivare allo stadio abbracciandosi, se c'è rispetto è una cosa fattibile, l'odio tra le tifoserie non lo sopporto più. Io rispetto la tifoseria della Juventus, non ho mai pianto nelle cose della mia vita e il gesto del violino per me non è stato irrispettoso".

Che effetto le fa vedere Totti e De Rossi lontano da Roma?
"Ho pianto moltissimo il giorno dell'addio di Totti. Quando ero alla Roma sognavo di essere io il suo ultimo allenatore, il modo in cui è arrivato il suo addio non mi è piaciuto per niente, quando hai una figura simile nel club le cose vanno preparate meglio. L'Olimpico era bello ma non mi è piaciuto come si è arrivati all'addio".

(Messaggio di Daniele Buzzilli)
"Ciao Rudi, ti saluto moltissimo".

"Lui è il mio dentista romano, è un uomo di grande qualità. Per me è un piacere sentirlo e vederlo".

(Messaggio di Gervinho)
"Spero che stia bene, la ringrazio per gli anni passati insieme e di quello che mi ha dato".

"Lui è come un figlio per me, è emozionante vedere come si ricorda delle cose e del rapporto che abbiamo e abbiamo avuto. Sono stato importante per la sua carriera, mi ha messo anche pressione perché mi ha detto che devo raggiungere gli obiettivi con il Lione (ride, ndr)".


I campioni al tempo del virus: follower come gol

IL MESSAGGERO - Gli appuntamenti virtuali sono all’ordine del giorno. Non solo quelli tra amici, ma anche quelli pubblici tra le star del pallone, che in diretta Instagramsi mettono a chiacchierare di fronte a migliaia di persone. In questo periodo chi ha utilizzato spessissimo il sistema è Francesco Totti, che in 20 giorni è stato ospite di: Luca Toni 2 volte, Candela, Aquilani, Cannavaro e Vieri, per un totale di circa tre ore di diretta. Nei live vengono snocciolati aneddoti, si ricordano i bei tempi e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Il tutto con una naturalezza che ha stregato i tifosi di calcio di ogni latitudine. Questo ha addirittura aumentato la popolarità sui social dell’ex capitano giallorosso, che negli ultimi venti giorni è passato da 3,4 milioni di followers a 3,5 milioni. Un incremento di 100mila persone in soli 20 giorni.


Agosto col vento in Coppa

IL MESSAGGERO - BUFFONI - Agosto, ultima frontiera. Non c’è il capitano Kirk a indicare la rotta e non siamo sulla Uss Enterprise, ma il viaggio che sta compiendo il calcio in questa vita sospesa causa pandemia somiglia a un’avventura di Star Trek nello spazio ignoto. Quest’anno è la data astrale di riferimento per le partite più belle, quelle che mancano per assegnare Champions ed Europa League di questa disgraziata stagione.

Comincia una settimana decisiva per la Uefa. Domani la federcalcio europea tornerà a riunire in videoconferenza le 55 federazioni affiliate. Mercoledì sarà la volta delle Leghe nazionali e dell’Eca (l’associazione dei Top club continentali presieduta da Andrea Agnelli). Giovedì 23, infine, si terrà il Comitato Esecutivo dove verranno tirate le somme. Difficile, però, che si arrivi a scelte definitive perché la diffusione del coronavirus resta ancora imprevedibile e i governi non hanno ancora intrapreso con decisione la strada della cosiddetta Fase 2 di parziale riapertura. Ma un indirizzo più leggibile circa la traiettoria che prenderà il pallone è lecito aspettarselo. L’obiettivo della Uefa è quello di concludere il percorso delle due coppe entro agosto, termine oltre il quale sarà praticamente impossibile andare se non si vuole compromettere anche la prossima stagione. Così lo schema è bell’e pronto: Champions League, ritorno dei due ottavi di finale che mancano il 7 o l’8 (Juventus-Lione, andata 0-1; e Barcellona-Napoli, andata 1-1) e poi, quarti con andata e ritorno dall’11 a Ferragosto; semifinali dal 18 al 22 e finale all’Ataturk Stadium di Instanbul sabato 29 agosto ovvero tre mesi dopo la data iniziale del 30 maggio. Parallelo il cammino dell’Europa League: il 2-3 agosto via agli ottavi con Siviglia-Roma e Inter-Getafe (ritorno il 6); quarti 10-13; semifinali 17-20 e finale a Danzica mercoledì 27. Tutto, ovviamente, a porte chiuse ma in diretta tv.

Per raggiungere l’obiettivo la Uefa ha però l’esigenza di conoscere il cammino dei campionati nazionali che è tutto tranne che uniforme. Da Nyon hanno dovuto dissuadere per esempio il Belgio che, a inizio aprile, aveva già deciso di finirla lì e di assegnare il titolo al Bruges. Decisione rientrata dopo il richiamo dell’Uefa a scegliere un percorso condiviso. Richiamo che però non è arrivato alle orecchie della Scozia, dove attraverso la votazione dei club è stato deciso di assegnare il titolo al Celtic facendo infuriare i Rangers che, pur staccati di 13 punti, hanno contestato il voto. Mentre gli Heart of Midlothian, ultimi, hanno annunciato ricorso contro la retrocessione d’ufficio.

La Uefa ribadirà a Federazioni e Leghe che, pur andando ovviamente oltre la data canonica del 1° giugno, avrà bisogno di conoscere una classifica definitiva per poter stabilire la partecipazione alle Coppe 2020/21. Non servirà dichiarare una squadra campione, ma indicare una prima, una seconda, una terza in classifica e così via. Ma si parlerà, chiaramente, anche e soprattutto di soldi. Naturalmente i campionati maggiori, ovvero Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1, sono i più importanti. Ma il sistema calcio è fondato sulle interconnesioni sportive e di mercato per cui, in caso di un numero di fallimenti consistente, tutto il movimento rischia di affondare. È il principio istitutivo del Financial Fair Play (allentato ma non cancellato) e dell’esistenza di 565 milioni accantonati in un Fondo che, presumibilmente, verrà usato. Ma la Uefa conta su 1,2 miliardi e sono i tifosi che, soltanto in Europa, seguono questo sport e continueranno a seguirlo. Anche se solo in tv, fino alla fine della guerra al Covid-19.


Lo sconto sugli stipendi vale 30 milioni lordi

IL MESSAGGERO - CARINA - “Con la speranza di fare qualcosa che aiuti la società a far ripartire al meglio il progetto Roma, abbiamo deciso di fare questa proposta“. È il passaggio chiave della lettera pubblicata ieri da Dzeko e compagni che ufficializza il taglio-stipendi, confermato poco dopo da una nota del club: “I calciatori, Fonseca e il suo staff hanno scelto spontaneamente di fare a meno di 4 mesi di retribuzione“. Soddisfatto il CEO Fienga: “Abbiamo dimostrato che siamo davvero tutti assieme. Ringraziamo i calciatori anche per il loro magnifico gesto nei confronti dei nostri dipendenti“. Il riferimento è al fatto che i calciatori integreranno le casse integrazione dei dipendenti giallorossi. La mossa del taglio degli stipendi consentirà di alleggerire l’attuale esercizio di 30 milioni lordi.


Nicolò ai tifosi: “Voglio diventare la vostra bandiera”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - “Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma, come lo sono stati Totti e De Rossi, ma ora devo pensare solamente a rientrare e a far felice la gente“. Nicolò Zaniolo ha le idee chiare sul suo futuro in giallorosso e, nel corso dell’intervista a Sky, non fa che ribadirle: “La mia idea è restare il più a lungo possibile nella Capitale. Alla Roma devo tutto e sono innamorato della città. Sto sempre meglio dopo l’intervento al ginocchio e, se si giocherà per finire il campionato, punto ad esserci“. Nel frattempo il numero 22, insieme ai suoi compagni, a Fonseca e al suo staff, hanno deciso di rinunciare al pagamento di quattro mensilità di stipendio dell’attuale stagione sportiva. Nelle prossime settimane si perfezioneranno gli accordi individuali per stabilire un piano di rientro dei soldi perduti (di fatto, solo marzo), con la spalmatura nel prossimo esercizio di bilancio dei mesi non percepiti (aprile, maggio e giugno) attraverso anche bonus, premi vari e rinnovi contrattuali.


Stipendi, taglio ufficiale. Risparmio di 30 milioni

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Trenta milioni di euro, lordi. È questa, euro più euro meno, la cifra che la Roma potrà risparmiare dopo l’accordo, ufficializzato ieri, con calciatori, tecnico e staff, sul taglio degli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Dzeko e compagni hanno anche concordato di pagare collettivamente la differenza economica per garantire che ogni dipendente interessato dalla cassa integrazionepossa continuare a percepire il proprio stipendio netto. Anche i dirigenti del club rinunceranno a parte dei loro stipendi per aiutare il club ad alleggerire l’impatto economico e finanziario causato dalla sospensione della stagione a causa del Coronavirus.


L’ultima doppietta della “riserva” Totti

CORRIERE DELLA SERA - PERRONE - Il 20 aprile del 1986, Roma-Lecce 2-3? Lasciamo perdere quello scudetto buttato, meglio ricordare un altro 20 aprile di 30 anni dopo: un mercoledì, un altro 3-2, stavolta a favore, quello contro il Torino nel 2016. Quando Totti entrò in campo all’86’, al posto di Keita, impiegò appena 22 secondi per pareggiare con una spaccata di destro. Tre minuti dopo trasformò un rigore, firmando il ribaltone e l’ultima doppietta della sua carriera.


Zaniolo: “Qui a lungo, sogno di diventare una bandiera”

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - “Se ci sarà l’occasione per tornare in campo prima della fine del campionato sarò il primo ad esserne felice“. Dal 12 gennaio, Nicolò Zaniolo vede per la prima volta la possibilità di tornare in campo a stagione in corso. “Il recupero va molto bene – prosegue ai microfoni di Sky -, ogni giorno miglioro un po’ di più, il ginocchio risponde bene“. Il giovane talento ha inoltre aperto alla possibilità di un nuovo rinnovo, confermando di vedere il suo futuro nella Roma: “L’idea è restare qui il più a lungo possibile, alla Roma devo tutto e sono innamorato della città. I tifosi mi amano, vorrei diventare una bandiera, ma Totti e De Rossi difficilmente potranno essere eguagliati. La maglia numero 10? No, quella è impossibile, sono felice con la 22 e me la tengo stretta“.