Spadafora, Ministro dello Sport: "Quarantena? Speriamo di chiudere con un atto amministrativo già domani"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato ai microfoni dell'Ansa per spiegare come sarà la quarantena nel mondo del pallone:

"I miei uffici, in contatto con quelli del Ministero della Salute, hanno vagliato tutte le ipotesi per cercare quella più veloce ed efficace, e speriamo di chiudere con un atto amministrativo già domani. Da quando ieri pomeriggio ho letto il verbale del CTS, che mette nero su bianco quanto la proposta FIGC sia valida dal punto di vista medico-scientifico ma non compatibile col Decreto Legge del 16 maggio, sto lavorando, con il ministro Speranza, per superare il problema normativo che è emerso, e che di certo non ho creato io".


Fonseca: “Kluivert è il futuro. Champions? Possibile”

IL MESSAGGERO - “Kluivert è uno dei giovani su cui punta la Roma per il futuro“. Paulo Fonsecablinda l’attaccante anche se l’intenzione della società è proprio quella di far cassa con l’ex Ajax sfruttando la sua parziale annata positiva.

Una stagione che potrebbe impreziosirsi ancora di più con la Champions: “È possibile arrivarci. Le altre 4 squadre sono molto forti, ma è l’Atalanta il nostro principale rivale. Non ci arrenderemo in questa lotta“, ha detto il tecnico in un’intervista al quotidiano portoghese Publico.


Friedkin, le verità di Jim

IL MESSAGGERO - CARINA - Pallotta esce allo scoperto: “Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide. Vorrei qualcuno che sia una buona guida per la Roma e che le permetta di poter competere come a tutti noi piacerebbe“. 

Per la prima volta l’azionista di maggioranza del club giallorosso ammette candidamente la volontà di cedere il club. E, fatto a dir poco inconsueto, parla apertamente del potenziale acquirente e della nuova offerta ricevuta non più tardi di 20 giorni fa: “Il gruppo Friedkin si è avvicinato a noi lo scorso autunno e verso la fine dell’anno stavamo iniziando a trovare un accordo. Abbiamo approfondito i dettagli, nei quali spesso si nascondono le difficoltà, ma dopo le modifiche apportate dai loro avvocati e banchieri, la proposta ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di sempre meno appetibile sia per la Roma che per il nostro gruppo di investitori. L’ultima offerta semi-concreta che abbiamo ricevuto dal gruppo Friedkin non era minimamente accettabile“.

 

Dall’intervista, emergono altri punti chiave: 1) Fienga, chiamato per nome (Guido), gode ancora della sua massima fiducia 2) Jim rimarca come la pandemia abbia «gravemente colpito il club» alla voce ricavi 3) Quanto accadrà nel mercato estivo, “molto può dipendere da potenziali investimenti nel club“. Nessun riferimento a Petrachi che ingloba nel management quando dichiara”di aver apprezzato da Guido in giù, come il nostro management abbia fatto un passo avanti nel momento del bisogno, essendo presente non solo per i calciatori ma anche per le loro famiglie“.

Appare improbabile che si riferisse all’ex dirigente granata che ritiratosi in Salento dal primo giorno del lockdown, è stato l’ultimo a tornare a Roma. Come ieri Petrachi quando a Trigoria ha incontrato Fienga. Il ds è stato chiaro: non ha nessuna intenzione di dimettersi. Ergo, al momento, si va avanti da separati in casa.

Bisogna trovare un’intesa sulla buonuscita (guadagna 1,2 milioni a stagione sino al 2022) ma il ds ha già fatto presente a Fienga che non si accontenterà delle briciole. La palla passa a Pallotta.


Pedro è la priorità. Pressing di Fonseca per l’uomo-record

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Pedro è il primo nome sulla lista dei desideri di Paulo Fonseca. Il tecnico lo ha chiesto a Petrachi, lo ha chiesto a Fienga, il messaggio è arrivato forte e chiaro anche a Pallotta e Baldissoni: per lui lo spagnolo è la prima scelta. L’allenatore ha capito in fretta che a Roma in pochi hanno alzato trofei in carriera e questo nello spogliatoio si sente. Ha bisogno di gente esperta, forte, che sia sicura di sé e infonda questa fiducia ai compagni. Pedro in questo senso è una garanzia: a 33 da compiere a luglio ha finora in bacheca 4 campionati nazionali, 4 coppe nazionali, 4 supercoppe nazionali, 3 Champions, 3 supercoppe europee, 2 mondiali per club e un’Europa League. Con la Nazionale ha portato a casa un Mondiale e un Europeo. In tre parole, ha vinto tutto. La Roma dovrà fare un investimento importante a livello di stipendio per prenderlo ma ha fiducia di concludere l’operazione.


E Fonseca si coccola Kluivert: “Ci puntiamo anche per il futuro”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE -  Il futuro di Justin Kluivert sembra essere destinato lontano dalla Roma, ma nonostante ciò le parole di Fonseca vanno in direzione opposta: “Justin è diverso dal padre, che era un grande attaccante. Ma ha le qualità per diventare dello stesso livello, è uno dei giovani su cui la Roma conta per il futuro“. Il mercato ci dirà se poi alla fine l’olandese farà davvero parte della Roma della prossima stagione o meno. Di certo ne farà parte Paulo Fonseca, che riscuote sempre più successo dentro e fuori Trigoria, all’interno dell’universo giallorosso. “Qui sono estremamente felice: amo il club, i tifosi, la città. Mi piacerebbe restare per molti anni, non è facile trovare una passione così grande“. Passione che Fonseca potrà ritrovare già dal 24, quando riprenderà il campionato e con questo la rincorsa al quarto posto: “L’Atalanta è molto forte, ma noi non ci siamo arresi. Il campionato italiano è imprevedibile, ora più che in passato. Una cosa è certa: la Roma giocherà sempre con la palla e non si chiuderà mai in difesa“.


Con Petrachi è guerra fredda. Il d.s. vive da separato in casa

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE -  Separati in casa. Almeno per ora, almeno fino a che uno dei due non farà un nuovo passo. Che, allo stato attuale, sembra indispensabile per il bene della Roma. Il d.s. Petrachi ieri si è recato a Trigoria e ha avuto un lungo colloquio con il Ceo Guido Fienga. Un colloquio dai toni piuttosto accesi, anche duri, durato circa un’ora e mezza. Per capire e chiarirsi. La posizione del dirigente leccese è oramai quella di un uomo isolato, ai margini, che ha anche pochi appoggi nel club. Ora, però, il problema è capire come andare avanti. Petrachi non si vuole dimettere e anche di questo ha parlato ieri con Fienga. In caso, vuole una buonuscita. Se non tutti e due gli anni che gli restano, giù di lì. Se dovesse lasciare, il prossimo mercato sarà condotto da Morgan De Sanctis.


Per Schick opzione scaduta: oltre al Lipsia ora c’è la Premier

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - L’opzione è scaduta, da oggi se Patrik Schickdiventerà a titolo definitivo un giocatore del Lipsia sarà soltanto perché il club tedesco avrà trovato un accordo con la Roma. Accordo che, nelle intenzioni del Lipsia, dovrà essere al ribasso rispetto ai 29 milioni previsti un anno fa. Schick vorrebbe restare in Germania, ma sa che non sarà facile. La Roma non vuole venderlo a meno di 25 milionie il Lipsia non sembra avere intenzione di spendere quella cifra. Ecco allora che i giallorossi, con il supporto di Baldini, stanno sondando il mercato inglese per la punta ceca. La speranza rimane che il Lipsia si qualifichi alla prossima Champions League e vada il più avanti possibile in quella attuale, in modo tale da rendere più agevole l’acquisto del giocatore.


James apre e chiude: “Lascerò la Roma, ma in mani sicure. Per farla vincere”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - La voglia di lasciare la Roma, la trattativa con Friedkine il futuro prossimo del club. Il suo pensiero James Pallotta l’ha espresso ieri, affidandolo al sito della Roma. Con parole che hanno creato polemiche e divisioni. “Invecchiando sto pensando al futuro e vorrei lasciare il club in mani ottime, solide – ha detto il presidente giallorosso -. Vorrei qualcuno che sia una buona guida e che permetta alla Roma di poter competere come a tutti noi piacerebbe. Fino a quel momento, io e i miei investitori continueremo a sostenere il club in ogni modo e a investirci denaro, per assicurare la competitività ad alti livelli“. Poi Pallotta è entrato a gamba tesa sull’esito della trattativa sfumata con Friedkin, chiarendo perché l’offerta del tycoon texano era stata valutata irricevibile: “Dopo le modifiche apportate dagli avvocati e dai banchieri del gruppo Friedkin, l’offerta ha iniziato ad essere meno appetibile. L’ultima proposta semiconcreta non era minimamente accettabile. Un accordo del genere non funziona con il seller-financing. Se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo per coprire i costi delle ristrutturazioni che voglio fare. Non è così che funziona. Se Friedkin ha i soldi e vuole avanzare un’offerta accettabile, lo ascolteremo“.


Petrachi: addio al veleno

IL TEMPO - BIAFORA - L’era del quarto direttore sportivo della Roma americana è ormai giunta al capolinea. In nove anni alla guida del ramo tecnico della società di Trigoria si sono succeduti Sabatini, Massara, Monchi e poi Petrachi, la cui avventura in giallorosso è ai titoli di coda ad appena un anno di distanza dall’annuncio ufficiale del suo incarico. La scintilla che ha fatto divampare l’incendio è stata rappresentata da un paio di sms inviati dal dirigente salentino direttamente a Pallotta, accusato di aver dimenticato il nome del ds nell’intervista rilasciata in settimana al sito ufficiale della Roma. I toni usati dall’ex Toro sono stati durissimi e hanno puntato il dito direttamente contro il presidente, che - dopo essersi fatto tradurre il messaggio - ha preferito non replicare e affrontare il problema con i suoi referenti romani. La presa di posizione non è stato affatto gradita dal numero uno bostoniano e in generale tutti i dirigenti sono rimasti abbastanza sorpresi dei contenuti evidenziati da Petrachi, soprattutto a breve distanza da un’intervista in cui il ds aveva delineato le strategie future del progetto giallorosso, che di certo - sottolineano a Trigoria - non è stato stravolto dall’oggi al domani. Il tema della rottura con Petrachi non sarà però di facile risoluzione, soprattutto in virtù del ricco contratto che lo lega per altri due anni alla Roma: 1,2 milioni netti a stagione più bonus (200mila euro per la qualificazione alla Champions; 200mila euro per la vittoria dell’Europa League; 100mila euro per ogni passaggio del turno in Champions a partire dagli ottavi; 150mila euro per la vittoria della Coppa Italia; 300mila euro per la vittoria scudetto) e altri benefit come vettura e telefono aziendale, una casa in affitto e i rimborsi spese per tornare a Lecce. Il dirigente, considerato un separato in casa da settimane (i calciatori e Fonseca hanno poco apprezzato le sue uscite e con il segretario Longo c'è stata una lite), non ha alcuna intenzione di dimettersi e di lasciare i soldi sul tavolo, mentre in casa Roma stanno studiando ogni tipo di soluzione, compresa quella del licenziamento per giusta causa. Più plausibile una rescissione con tanto di ricca buonuscita. Al suo posto sarà probabilmente promosso De Sanctis, allettato da un’offerta dall’Ascoli per ricoprire la carica di direttore generale. Con un imminente ribaltone è però destinato a restare a Trigoria. E’ circolato anche il nome di Massara, ma nel colloquio andato in scena a Boston lo scorso anno ci fu una netta divergenza di vedute sui programmi futuri ed in particolare sull’opportunità di continuare la trattativa con Conte. Bisognerà in particolare capire quali saranno le mosse e le decisioni del presidente Pallotta, che continua la sua ricerca di un nuovo compratore dopo lo stop della trattativa con Friedkin. Di certo non si fermano le operazioni di mercato: Pedro è virtualmente della Roma, ampiamente fiduciosa di poter trattenere Smalling e Mkhitaryan.


Pallotta fa fuori Petrachi

LEGGO - BALZANI - Petrachi esce, Fienga (ancora) resiste, Baldini risale e De Sanctis attende la promozione. A Trigoria la rivoluzione è permanente sia per quel che riguarda i giocatori sia per i dirigenti. Un tutto contro tutti a pochi giorni dalla ripresa e in un clima infuocato anche a causa della vicina chiusura di bilancio che preannuncia un rosso di oltre 300 milioni. Il primo a farne le spese dovrebbe essere Petrachi. Il ds ha avuto un duro confronto su Pallotta sia per alcune dichiarazioni non gradite sia per il limitato raggio di operatività sul mercato causato sia dalle poche risorse (Pedro rischia di saltare) sia dall’ingerenza del sempreverde Baldini che si sta dando da fare anche nella ricerca di nuovi soci. Petrachi potrebbe essere licenziato per giusta causa. Ai saluti pure capitan Florenzi vicino all’Atalanta.


Una partita in chiaro nei prossimi due turni

IL TEMPO - PIERETTI - Almeno una partita in chiaro nei prossimi due turni di campionato. L'ambizioso progetto del Ministro del Sport Vincenzo Spadafora pian piano prende forma, e prossimamente potrebbe generare un accordo tra le parti. Le lettere di Mediaset e Discovery - inviate nei giorni scorsi con il monito di non trasmettere partite in chiaro - farebbero parte di una trattativa che negli ultimi due giorni è andata avanti in maniera spedita; Sky Sport ha dato la propria disponibilità a trasmettere su La8 - canale di sua proprietà sul digitale terrestre - le partite di campionato che dovrebbero essere almeno un paio. Resta il nodo legato al bando della Lega per l'assegnazione dei diritti tv in cui non era presente il calcio in chiaro, servirebbe un intervento, e soprattutto il pagamento dell'ultima rata dei diritti tv che la Lega Calcio attende dalle emittenti. Nell'Assemblea che verrà programmata dopo la finale della Coppa Italia, i presidenti valuteranno la possibilità di svincolare il calcio in chiaro. Con la riduzione dell'embargo sui momenti salienti delle partite di campionato, Rai e Mediaset potrebbero valorizzare al meglio i palinsesti, ottenendo benefici indiscutibili anche dal punto di vista commerciale. Anche DANZ appare allineata all'accordo quadro, entro la settimana potrebbe arrivare la fumata bianca con un accordo quadro tra Santa Giulia, Cologno Monzese e Viale Mazzini. La Figc - dopo aver ricordato le vittime del Covid-19 nelle due semifinali della Coppa Italia - ha disposto un minuto di silenzio anche alla ripresa dei campionati di Serie A, Serie B e della Lega Pro.


Fonseca: "Sarà più difficile ed impegnativo tornare in modalità competizione"

Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha parlato sulle pagine del portale portoghese publico.pt della squadra giallorossa e degli obiettivi in campionato:

La Serie A ritorna il 20. Ritiene che ci siano le condizioni per tornare?
"Sì, credo che ci siano tutte le condizioni. C’è un protocollo molto rigoroso che dobbiamo rispettare. La Roma è un esempio in questo senso. Stiamo lavorando in condizioni di massima sicurezza, stiamo testando regolarmente tutti. La situazione sta migliorando nel paese e credo che ci siano tutte le condizioni".

Come vede la prospettiva dei giochi a porte chiuse?
"E’ l’unico scenario possibile. Capisco che al momento è difficile giocare senza gli spettatori, ma penso che a breve termine troveremo il modo di portare i tifosi allo stadio. Questo è strano per noi, è qualcosa che non vogliamo, vogliamo vivere la partita con i tifosi".

Com’è stata una giornata tipo durante la quarantena?
"Mi svegliavo, facevo colazione con la mia famiglia, giocavo con mio figlio, facevo sport, mettevo mio figlio a dormire o fare un “siesta”. Sono stato fortunato ad avere una casa con tanto spazio. Poi, giocavo con lui, guardavo un film… E ho visto alcune serie e partite".

E l’esperienza di vedere la città di Roma senza nessuno?
"Difficile. È una città bellissima. Vivo vicino al centro e sono abituato a vedere le strade di Roma piene di gente. In questo senso, i romani sono stati esemplari, hanno rispettato le regole".

L’Italia è stato uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. Hai provato paura? Hai pensato di tornare in Portogallo?
"No, mai. Non ho mai avuto alcun tipo di paura. La Roma ha una magnifica organizzazione e ho sempre sentito il sostengo del club. Non ho sentito il minimo desiderio ne necessità di tornare in Portogallo, anche se lì ho la mia famiglia: i miei genitori, i miei figli, mia sorella. Sono sempre stato in contatto con loro e sono sempre stato tranquillo qui a Roma".

Anche la Roma si è unita alle proteste contro il razzismo.
"La Roma è stata pioniera e un esempio nella lotta contro il razzismo. È un problema ancora molto sentito nel calcio italiano. Non posso dire di sentirlo molto durante le partite, ma questo anche perché sono molto concentrato sul gioco. Quello che so è che le autorità italiane hanno preso ogni iniziativa per ripudiare ogni tipo di forma di razzismo e discriminazione. Abbiamo una visibilità enorme, possiamo e dobbiamo partecipare a tutte le iniziative".

Manca molto poco al ritorno della Serie A. Sarà difficile tornare in modalità competizione?
"Sarà più difficile del solito. Non ci sono partite di preparazione, quello scenario dovrà essere creato tra di noi non è la stessa cosa. Si è visto che l’intensità non è la stessa, né può esserlo. Ci sono stati molti infortuni nel campionato tedesco e molti infortuni in questo periodo di preparazione. Giocheremo ogni tre giorni, sarà molto impegnativo e questo genera preoccupazione".

L’obiettivo è quello di arrivare in Champions?
"E’ possibile. Le altre quattro squadre sono molto forti. L’Atalanta, il nostro principale rivale, è molto forte, ma non arrendiamoci in questa lotta. Quest’anno il campionato italiano è imprevedibile, più che negli ultimi anni".

Parere sulla Serie A.
"Nella mia prima esperienza nel campionato italiano, sono rimasto sorpreso in senso positivo. La qualità dei giocatori, degli allenatori, ma anche per la qualità del calcio. L’idea che abbiamo dell’Italia con un campionato difensivo non corrisponde alla realtà. Hanno squadre molto buone e sono molto ben preparate nel momento di difendere, ma devo dire che sono andato a vedere durante la quarantena il numero di gol nei principali campionati europei (fino allo stop) e al momento siamo stati battuti solo dall’Inghilterra. Questo la dice lunga. La verità è che c’è molto lavoro da parte degli allenatori italiani dal punto di vista difensivo, più che in altri campionati, questo sì, sono molto forti, e le squadre non hanno problemi a scendere in campo per difendere. Lo fanno molto bene".

Quindi come si è inserito Paulo nel campionato italiano?
"Questo progetto è estremamente sfidante per questo. Mi ha costretto a vedere le cose in modo diverso e ad evolvere. In Italia, sento di essere cresciuto nel modo in cui vedo e preparo le partite. Abbiamo uno scenario diverso in ogni partita. È una sfida".

Può dire che il Paços de Ferreira è la sua migliore creazione calcistica?
"Non lo so. La verità è che abbiamo ottenuto qualcosa di unico nel calcio portoghese. E’ stato quasi come vincere lo scudetto. All’epoca Paços aveva un piccolo bugdet e poche risorse e arrivare con quei magnifici giocatori a quel terzo posto è stato epico, uno dei momenti più importanti della mia carriera. Ma per fortuna ho avuto più gioie che dolori. E vincere la Coppa dei Portogallo con lo Sp. Braga è stato un altro grande momento, tutti i titoli che ho vinto con lo Shakhtar, che non vinceva da due anni, vincendo il campionato e la Coppa per tre anni di seguito, sono stati momenti notevoli. Per fortuna ne ho avuto un pò".

Cosa farà sempre una squadra di Paulo Fonseca e cosa non farà mai?
"Proverà sempre  a giocare con la palla. Quello che non faremo mai è chiuderci in difesa e giocare senza palla. A meno che non sia necessario. A volte giochiamo con squadre più forti, ma non è mai mia intenzione. Chiunque tu abbia di fronte, dobbiamo puntare sempre lo sviluppo del gioco".

Avete scoperto qualcosa in questi tempi di quarantena?
"Impariamo sempre quando vediamo gli altri. Ci sono quegli allenatori che tendiamo a vedere di più. Ma in questo periodo sono stato più attento alla mia squadra e al campionato italiano che a guardare per imparare. Come dice Guardiola: “Siamo tutti ladri delle idee altrui”.

A chi altro rubi qualche idea di solito?
"Mi piacciono molto le squadre di Guardiola, le guardo con molta attenzione. E anche a Guardiola piacciono molto le mie squadre. Questo ha a che fare con il coraggio che abbiamo avuto nei giochi contro di lui. Posso farvi un esempio. Nel mio caso, mi dà piacere quando gli altri allenatori hanno coraggio di dirlo e, anche se non vinciamo, dobbiamo valorizzare e lodare coloro che hanno questo coraggio. In Italia, per esempio, ho perso contro il Sassuolo, che è una squadra molto coraggiosa e che ha un allenatore molto forte. Contrariamente a quanto si fa, bisogna dare credito agli altri. Va bene lodare o riconoscere quando gli altri sono stati migliori".

Ora da lontano, come allenatore, cosa pensa di Fonseca come giocatore?
"Non credo che fosse un giocatore molto forte [ride, ndr]. Ero un giocatore normale. Era un calcio molto diverso. Credo di essere stato molto normale. Ho fatto la carriera che meritavo. Non credo che Paulo Fonseca giocherebbe nella maggior parte delle mie squadre. Non ero un difensore molto veloce. Ero forte di testa e nel gioco aereo e nel posizionamento. Queste erano le mie caratteristiche. Ricordo, ad esempio, a Belenenses, il mio primo gol in campionato, dove siamo andati a vincere 2-1 allo Estádio da Luz ed io ho segnato a Preud’Homme, ma vi confido che non mi ricordo dalla maggior parte delle partite come giocatore".

La tua idea è quella di rimanere a Roma per un lungo periodo?
"Sono estremamente felice a Roma. Amo il club, amo i tifosi, amo la città. Mi piacerebbe restare per molti anni, è un club enorme. Non è facile trovare una passione così grande come qui a Roma".

E Justin Kluivert, è bravo come suo padre Patrick?
"Sono diversi. Papà era un grande giocatore, un grande attaccante. Justin ha le qualità per essere un giocatore dello stesso livello. È uno dei giovani su cui la Roma conta per il futuro".

Non avete giocatori portoghesi nella vostra rosa?
"Al momento non ho nessun portoghese e nessuno che gioca nel campionato portoghese".

C’è un invito che rimpiange di non aver accettato?
"No, niente affatto. Sono una persona che guarda poco indietro. Prendo decisioni molto consapevolmente".