Roma, il rischiatutto di Pallotta. Friedkin mai così lontano

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - James Pallotta e Dan Friedkin non sono mai stati così lontani, tanto da far pensare che il texano se ne sia andato per sempre. L’offerta era valida ma la mancata risposta del presidente della Roma è stata presa come un “no”. Ora servirebbe un miracolo per far riprendere la trattativa. Pallotta è pronto a tenere la società rischiando sul futuro. Molto dipenderà dal mercato che è un’incognita. I tifosi hanno paura di perdere Zaniolo e Pellegrini. Se Fonseca facesse l’impresa di portare la Roma in Champions League molte cose potrebbero cambiare.


Partenza sprint, si lavora con il modello Shakhtar

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Da una parte Fonseca e i suoi che si allenano. Dall’altra gli ispettori federali. Niente di anomalo: hanno fatto visita a tutti i ritiri per osservare se i club rispettano le regole. Oggi terminerà la seconda fase della preparazione legata al risveglio muscolare. Da lunedì aumenterà gradualmente il carico di lavoro. Fonseca ha ricalcato quello che faceva in Ucraina durante lo stop previsto durante il rigido inverno: tre fasi. Una di risveglio, una di fondo, l’ultima di velocità. Oggi la situazione è più o meno questa anche se da giugno la possibilità di allenarsi sarà quasi nulla: a Trigoria si svolgerà o lo scarico o la rifinitura.


Florenzi: "Sarà strano giocare senza tifosi. Qui a Valencia voglio dare il massimo"

Alessandro Florenzi ha rilasciato un’intervista sui canali ufficiali del Valencia, raccontando la sua esperienza in Spagna e l’imminente ripresa del massimo campionato spagnolo. Di seguito le sue dichiarazioni: "Sono stati due mesi a casa che ho cercato di sfruttare al meglio per restare fisicamente bene. Adesso abbiamo cominciato a fare allenamenti di gruppo, speriamo al più presto di riaggrupparci tutti insieme e di tornare ad essere una squadra, perché vogliamo finire bene la stagione. Non è stato facile, perché all’inizio abbiamo fatto tre partite, dopo ho avuto la varicella e dopo c’è stato il Covid-19, quindi non ho potuto sfruttare quello che è l’ambiente Valencia, quello che si respira nello stadio. Ho molta voglia di far vedere ai tifosi quello che so fare. Non sarà facile per noi giocare senza di loro, perché comunque tutti sanno la forza del tifo di Valencia. Lo abbiamo visto anche nel ritorno contro l’Atalanta, dove ci hanno supportato fuori dallo stadio. Sarà sicuramente diverso giocare senza tifosi, ma vogliamo dare loro una grande gioia dopo questi momenti di difficoltà. Sono andato a correre al rio un paio di volte, quando potevo, e ho visto tanta gente con la maglia del Valencia e questo mi ha fatto tanto effetto. Il pallone è il nostro lavoro, ma anche la nostra passione. È quello che ci accende la fiamma dentro, abbiamo tanta voglia di ricominciare, siamo contenti che si ripartirà presto, perché abbiamo tanta voglia di scendere in campo. Voglio dare più del 100% per questa maglia, lottare dal primo minuto al novantesimo, cercare di dare una mano ai miei compagni e raggiungere quello che è il nostro obiettivo. Dobbiamo vincere più partite possibili per arrivare in Champions League. Giocare senza tifosi sarà un male per noi, perché sono il nostro dodicesimo uomo. Sicuramente avremo qualcosa da dare in più per loro sul campo, anche se non ci saranno".


Ag. Bustos: "Per la Roma è una priorità"

Ignacio Campo, agente di Nahuel Bustos, ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale argentino iamnoticias.com.ar, parlando dell’interesse della Roma per il suo assistito, che però ha riscosso successo anche in diversi club europei. Di seguito le sue parole: "Ci sono Valencia, Siviglia, Roma e molti altri, ma sono solo intenzioni. Esistono molte sondaggi, ma poche certezze. Quello che succede è che ognuno ha una difficoltà diversa per via della pandemia. Si sta ragionando su come riprendere i campionati e questo condiziona gli affari. Alla Roma lo hanno come priorità, ma poiché i tornei non sono finiti, devono ancora capire quali giocatori rimarranno e quali andranno via. Ad oggi non c’è nulla di concreto".


Gravina: "Siamo pronti per ripartire"

Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è stato intervistato da Sky Sport in merito alla ripresa della stagione. Ecco le sue parole:

Dopo questa notizia è più sollevato e più soddisfatto?
“Siamo sempre attenti, in una fase sempre meno complessa, ma è un momento delicato. È il momento della programmazione, pronti per ripartire ma vigili perché i rischi sono molto alti”.

Quanto ha influito il movimento europeo?
“Sapevamo benissimo che all’interno dei top 5 campionati non potevamo essere estranei a questa ripartenza. Il titolo de L’Equipe è emblematico e sono contento di non doverlo leggere per quanto ci riguarda. Oggi portiamo a casa un risultato importante all’interno del nostro panorama internazionale. Ha influito la nostra determinazione, è stato molto utile essere coordinati con la UEFA”.

Una fotografia del nostro calcio dopo giovedì?
“Il calcio ne esce in maniera rafforzata, armoniosa. L’incontro con il Ministro è stato un momento di grande condivisione di un percorso. Eravamo più sollevati da un peso che portavamo dentro da tantissimo tempo. Un calcio che ha dimostrato grande coerenza dall’inizio, un calcio che ha preso consapevolezza anche dei suoi limiti. Abbiamo dialogato con Spadafora, abbiamo costantemente avuto confronti interni. Ci sono stati momenti di tensione, ma il calcio ne esce con grande forza, con grande possibilità di dare messaggi di speranza al nostro Paese. Sappiamo comunque che i rischi sono presenti e dietro l’angolo. Dipenderà molto dal nostro senso di responsabilità ed anche un pizzico di fortuna”.

Che momento è stato?
"Complesso, difficile, ma per tutto il nostro Paese. Impegnativo anche, costernato da una serie di piccoli accenni a momenti di grande amarezza, soprattutto legato a quello che è la capacità di relazionarsi. Sono venuti fuori aspetti chiari ed evidenti, mostrando il vero volto dei personaggi che ti circondano. Ho capito tante cose. Questo periodo mi ha insegnato molto, ho seguito alcune indicazioni che sono arrivate anche da Papa Francesco. Ha messo a nudo quella che la vulnerabilità del nostro essere umano, abbiamo capito quante fragilità abbiamo e questo mi ha reso molto più forte rispetto a prima".

È vero che sta pensando ad un nuovo format per accorciare la prossima stagione?
"Se il campionato è in grado di partire il 12 settembre, andando ad intensificare il periodo della sosta invernale, chiuderemo nei tempi giusti. Valutiamo però anche soluzioni alternative".

A chi faceva riferimento prima? Ci sono state mosse politiche?
"I nomi li tengo per me perché è un rapporto mio e personale. Ma sono abbastanza evidenti i termini di confronto che ci sono stati in questo periodo. Voglio escludere qualsiasi tipo di riferimento a contrasti di natura politica, sarebbe gravissimo. Mi dispiacerebbe per il calcio italiano che è uno dei riferimenti per lo sport italiano. Ha una funzione importante, non solo economica, ma ha una multi dimensionalità che merita rispetto. Il mio agire è stato sempre ispirato da grande determinazione, ma anche da prudenza per la salute".

Piano B in caso di nuovo stop?
"Il nostro piano B è strutturale, molto chiaro, che prevede in caso di momentanea sospensione della stagione, della impossibilità di completare il campionato come è stata strutturata, fare ricorso a playoff e playout. Un format più contenuto e leggero per far sì che ci sia risultato legato a merito sportivo. Nel caso in cui il campionato dovesse subire una sospensione definitiva, dovremo ricorrere ad un algoritmo che approveremo prima della partenza del campionato. Lo proporremo al consiglio federale dell’8 giugno. Sarà un algoritmo che terrà conto di diversi fattori comunque sempre legati ai risultati sul campo e ad elementi oggettivi della classifica di ciascuna squadra, in modo che si arrivi comunque alla definizione di questo campionato. Faremo ricorso a questo algoritmo che proietta la classifica di quel momento alla fine del campionato”.

Sui contratti
"Tema molto delicato, la FIFA ha dato delle indicazioni. Stiamo cercando di arrivare ad un accordo tra tutte le componenti".


AIC, Calcagno: "Dobbiamo tutelare la salute dei calciatori. Giocando di pomeriggio ne risentirebbe anche lo spettacolo"

Umberto Calcagno, vicepresidente dell'AIC, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo degli orari delle partite ora che è arrivata l'ufficialità della ripresa del campionato:

"Cancelliamo i match di pomeriggio, va preservata la salute degli atleti. Giocare alle 16.00-16.30 in certi periodi dell’anno diventa un problema non solo al Sud, ma anche altrove. E’ un modo per tutelare la salute dei calciatori, che saranno sottoposti ad un tour de force, impiegarli negli orari caldi potrebbe significare metterli ancora più a rischio. Abbiamo fatto una richiesta specifica alla Lega e speriamo di avere un riscontro, è opportuno evitare lo slot del pomeriggio, perché chiediamo di andare in campo ogni tre giorni ad atleti sottoposti a stress e reduci da un lungo periodo di inattività. Dobbiamo evitare le alte temperature pomeridiane di giugno e luglio e giocare su più giorni, credo sia interesse di sistema preservare i calciatori dal pericolo infortuni, ne risentirebbe anche lo spettacolo".


Zoff: "Per tornare a giocare ci vogliono regole certe e chiare. L'orario delle partite è un falso problema"

Dino Zoff, ex portiere e CT della Nazionale Italiana, ha parlato sulle pagine de Il Mattino, per dire la sua sulla ripartenza del campionato:

"Tornare a giocare subito è il male minore, ma ci vogliono regole certe e chiare, senza distinzioni. Se gli scienziati dicono che si può ripartire dobbiamo fidarci. Non credo sarà questo il problema principale. Ci sono tanti nazionali in ogni squadra e loro sono abituati alle grandi manifestazioni: molte partite degli Europei e dei Mondiali non si giocano forse a luglio e di pomeriggio? Quindi ora niente alibi, è un falso problema".


Serie A, si lavora per la ripartenza. Si dovrebbe ricominciare con i recuperi della 25esima giornata

E' attualmente in corso l'Assemblea di Lega Serie A, in cui si deciderà in che modo ripartire il 20 giugno. Le opzioni sono due: iniziare con i recuperi della gare non disputate a causa del lockdown o inziare con tutte le gare della 27esima giornata.
Come riportato da Sportmediaset si dovrebbe ricominciare il 20 e 21 giugno con i recuperi di Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma e Verona-Cagliari, validi per la 25esima giornata.
Il 23 e 24 giugno, turno infrasettimanale, si disputerà la 27esima giornata con la Roma che ospiterà la Sampdoria e via di seguito giocando ogni tre/quattro giorni salvo intoppi.


Samuel: "A Roma ho dato sempre tutto. Fonseca mi piace molto, ha le idee chiare"

Walter Samuel, ex difensore della Roma dal 2000 al 2004, ha parlato ai microfoni di Roma TV durante la trasmissione A casa dell'ex:

Come stai?
"Bene, sono qui a casa, adesso un po’ più libero, ma tutto bene. Per fortuna adesso la situazione sta migliorando".

Il periodo appena trascorso?
"Sì vorrei salutare dei familiari che ho in Argentina e persone che conosco a cui sono morti dei cari, è stato molto brutto. Io mi sento argentino, ma vivo da tanti anni qui, due miei figli sono nati in Italia. Sento molto dispiacere per quello che è successo, speriamo che possa finire al più presto per tornare alla normalità".

Cos’hai fatto durante il lockdown?
"Ho fatto un po’ il cuoco la sera, mi toccava. Ho un piccolo spazio dietro casa e ho approfittato imparare a fare alcuni piatti che mi piacciono ma che non avevo mai fatto. Alcuni sono riusciti bene, altri meno".

All’Inter però tu cucinavi e gli altri mangiavano.
"No, facevamo tutti insieme, io però rimanevo tanto davanti alla griglia, insieme a Nico (Burdisso, ndr) ed altri ragazzi. Mi piaceva stare lì intorno, avevamo tutti dei compiti: Zanetti girava per i tavoli, noi stavamo alla griglia".

A Roma come mangiavi?
"Bene bene. È stato un periodo bellissimo, ho ottimi ricordi di Roma, lì è nata la mia prima figlia, abbiamo fatto una cosa incredibile vincendo lo Scudetto. Per il mangiare c’era di tutto, ti dicevano “Ci penso io” e non finivano più di portare roba da mangiare e pure buona. In Argentina non mangiavo tanto pesce, invece a Roma ho iniziato a mangiarlo e mi piace tanto".

Capello controllava tutto?
"Sì, il mister era un bel martello, personalmente mi ha fatto crescere molto. Lui ha tenuto in riga tutti, sapeva quando sgridare la squadra e ammorbidirsi, come dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Mi ha dato molta fiducia, lo ringrazierò sempre".

Da avversario, che sensazioni avevi ad affrontare la Roma?
"Le prime volte era una sensazione non dico brutta, però strana. C’erano giocatori con cui avevo giocato, come Totti, De Rossi, Cufré, era strano affrontarli. Piano piano è passata e poi subentra la voglia di vincere. A Roma ho dato sempre tutto, ero tranquillo non sentivo pressioni. I tifosi mi vogliono ancora bene, mi scrivono spesso anche sui social, mi fa piacere che sono rimasto nei loro pensieri. Ho giocato in un gruppo fantastico, durante i quattro anni alla Roma".

Su De Rossi al Boca Juniors?
"Ha fatto una scelta coraggiosa, andare in Argentina anche con la famiglia, io ho fatto il percorso inverso. È stata una bella sfida. Per me ha fatto bene se se la sentiva, io ho giocato in stadi incredibili, ma quello stadio è unico. Mi dispiace poi che abbia lasciato, perché forse altri sei mesi o un anno poteva fare qualcosa di importante. Come ha detto Burdisso, poteva aiutare anche gli altri ragazzi a crescere, perché Daniele è un ragazzo intelligente sia calcisticamente, che fuori dal campo. È durata poco, ma secondo me lui se l’è goduta tantissimo".

Che tipo di allenatore sei?
"Non ho un modulo preciso in mente, forse il 4-2-3-1, o il 4-3-3. Guardando il calcio e sentendo anche gli altri allenatori, penso che ognuno debba decidere in base ai giocatori a disposizione, sono pochi quelli che possono scegliere i giocatori. Forse soltanto chi allena le squadre importanti può scegliere quali giocatori prendere. Quello che ho chiaro è che mi piace il coraggio nella squadra, che prenda in mano la partita, non voglio una squadra che attenda".

Ti piace la Roma di Fonseca?
"Sì mi piace molto, ho anche avuto il piacere di conoscerlo, quando con il corso siamo andati a trovarlo. Sia lui che il suo staff mi sembrano molto preparati, spero che nel futuro possa arrivare a lottare per lo Scudetto. Mi sembra  una persona intelligente, con le idee chiare. Ci ha ricevuto benissimo, lo ringrazio ancora per questo. Fa un bel calcio, ha le idee chiare, ha giocatori a disposizione che possono crescere come Zaniolo e Pellegrini, la Roma può migliorare ancora".

Il tuo gol al Lecce nell’anno dello Scudetto su assist di Candela?
"Nemmeno ricordavo chi avesse fatto il cross. Sono stato molto contento, è stata una gara molto difficile. In Italia nessuna gara è facile, quella era una partita chiusa, in cui avevamo sofferto, anche se dovevamo vincere per forza. Ho avuto la fortuna di fare gol e mi è esplosa la gioia. Vincent era unico, era un trequartista a sinistra in pratica. Sinceramente penso che con quella squadra potevamo vincere di più, peccato".


Villar: "Non vedo l'ora di tornare in campo, Roma è la città più bella del mondo. Con Fonseca cresco ogni giorno"

Gonzalo Villar, centrocampista della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi tramite il profilo Twitter ufficiale della società:

 Il 20 giugno torna la Serie A, quanto aspetti il momento di tornare in campo?
"Non vedo l'ora. Speravo fosse il 13 la data per giocare, ma dovremo aspettare un pochino di più".

Eri nervoso prima del match col Cagliari? Ricordi del match?
"Ad essere onesti, non ero nervoso. Ero concentrato sul match e mi sono divertito da quando siamo saliti sul bus per andare allo stadio fino alla fine del match, che è stato pazzesco".

Il compagno più scherzoso? E quello più serio?
"Il più scherzoso Spinazzola. Il più serio non saprei, siamo una squadra divertente, scherziamo sempre tra noi".

Nemmeno Kolarov?
"Lui mi ha trattato come un fratellino dal primo giorno"

Le prime impressioni di Roma?
"All'inizio ero stupefatto, poi quando ho realizzato ero solo felice. Quando sono arrivato qui in due giorni ho ricevuto una quantità irreale di supporto. Non vedo l'ora di tornare in campo".

Il tuo rapporto con Perez?
"È stato fantastico da quando abbiamo fatto la prima esperienza insieme all'estero. Ci siamo incontrati nella Spagna U21, è stato fantastico per noi ritrovarci".

Ci vorrebbe il primo gol.
"Spero che arrivi presto, anche se sarà un peccato non festeggiare davanti ai tifosi".

Differenze tra Roma ed Elche?
"Facciamo allenamenti molto simili, perché entrambi i mister amano giocare col pallone. Con mister Fonseca cresco ogni giorno".

Che ne pensi della città di Roma?
"La amo, è la più bella città del mondo. Amici e familiari non vedono l'ora di venire quando si potrà".


Veretout: "Sono molto felice alla Roma. Campionato? Vogliamo ripartire"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni a beIN Sports:

"Sono molto felice a Roma, voglio rimanere il più a lungo possibile. Lavoro ogni giorno per migliorare, ho ancora molto da imparare. Campionato? Vogliamo tutti riprendere“.


Mancini: "La Nazionale sarà a Bergamo e Milano quando le condizioni consentiranno di riaprire gli stadi"

Roberto Mancini, CT della Nazionale, ha scritto al Think Magazine dell’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia. Queste le sue parole:

«È molto importante che si ritorni a giocare. Contribuirà a risollevare lo spirito del Paese senza mai dimenticare le migliaia di vittime del Coronavirus. Per ricordare quelle vittime, così come per celebrare tutti i protagonisti di questa lunga e ancora difficile lotta alla pandemia, la Nazionale sarà a Bergamo e Milano, quando le condizioni consentiranno di riaprire gli stadi, per testimoniare la solidarietà degli Azzurri al Paese e agli Italiani nell’ambito del progetto "Lo Scudetto del Cuore". Perché la Nazionale, che nelle scorse settimane ha compiuto 110 anni, è il simbolo di un Paese che nelle grandi difficoltà non molla mai, con uno spirito di collaborazione straordinario da parte di tutti gli italiani. Penso che non dimenticheremo mai questo periodo, con le sue tragedie e le sue sofferenze, anche io ho perso un amico di infanzia che lavorava come volontario alla Croce Rossa. Il campionato di calcio, e di conseguenza l’attività internazionale della Nazionale, potrà ridare alla nostra vita una parvenza di normalità: ci saranno difficoltà da affrontare e gestire, dal numero delle gare da giocare in un periodo compresso al fatto di dover scendere in campo in stadi vuoti, senza il calore dei tifosi, ma sono convinto che tutti i protagonisti, calciatori e allenatori, sono pronti per tornare a fare il proprio lavoro e regalare alle persone quelle emozioni che lo sport, e ancora di più il calcio per la sua dimensione nazionalpopolare, è in grado di dare».