Pastore vede la luce in fondo al tunnel. L'agente: "E' pronto, non ha più dolore alla gamba"

IL TEMPO - BIAFORA - Un calvario che va avanti quasi ininterrottamente dal 10 novembre. Quella di Javier Pastore è una stagione che ha subito un'importante svolta in negativo a partire dal match di novembre con il Parma, gara nella quale ha rimediato un trauma all'anca che gli ha causato un problema cronico e di difficile risoluzione. Il trequartista argentino, prima dello stop alle competizioni, era riuscito a tornare tra i convocati e poi in campo per una fugace apparizione nel derby, prima di dover alzare di nuovo bandiera bianca per il dolore lancinante.

Dopo aver optato per una terapia conservativa - svolta principalmente con il consulto di uno specialista spagnolo - ora il Flaco, che rischiava di aver terminato in anticipo la propria stagione, punta a dare il proprio contributo se e quando si dovesse riprendere il campionato. "Javier è pronto, non ha più dolore alla gamba" le parole di Marcelo Simonian, agente che cura gli interessi di Pastore da oltre dieci anni. Di certo sarà difficile che Fonseca possa averlo a completa disposizione sin dai primi giorni in cui si dovrebbe radunare il gruppo, ma il trentenne di Cordoba vuole dimostrare di essere ancora un giocatore da Roma, che su di lui ha investito 25,66 milioni per acquistarlo dal PSG. Anche perché ci sono altri tre anni di contratto a 4 milioni netti a stagione da onorare.


Il calcio prova a rialzarsi

IL TEMPO - CARMELLINI - Il calcio ci prova, avanti adagio, cercando la quadra per tornare in campo. L'incontro virtuale di ieri in Federcalcio è servito a immaginare delle linee guida per la ripresa del calcio, o comunque intanto degli allenamenti, ma anche delle partite che si potrebbero iniziare a giocare alla fine del mese di maggio. Queste indicazioni, supportate da tutte le specifiche tecniche del caso, verranno "impacchettate" dal presidente della commissione medico scientifica Zeppilli, consegnate al numero uno della Figc Gravina e spedite ai ministri dello sport Spadafora e della salute Speranza affinché facciano le loro valutazioni e decidano poi se la strada è percorribile. Perché è chiaro che nulla si può muovere in questa situazione senza l'ok del governo.

Insomma, la serie A potrebbe ripartire e probabilmente farlo prima della B e della C: almeno questa è la proposta lanciata dalla Federcalcio nel corso della riunione che si è svolta ieri mattina con la commissione medico scientifica incaricata di stilare un protocollo da seguire per poter riavviare l'attività sportiva in piena sicurezza dopo l'interruzione per la pandemia. Una proposta studiata assieme a uno staff di tutto rispetto formato da esperti di livello assoluto. Gravina come sempre resta ottimista sulla possibilità di far ripartire il calcio in sicurezza. "E' fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l'attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via" ha detto il presidente della Figc.

Si tratta in soldoni di un protocollo, ispirato ai principi di semplicità, fattibilità e attendibilità, che prevede una serie di prescrizioni e raccomandazioni per l'individuazione e la conservazione di un "gruppo squadra" formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente "negativo". Il lavoro della Commissione raccomanda il ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento (vedi preparazione estiva), propedeutico alla piena ripresa dell'attività e con la sorveglianza del medico sociale e/o del medico di squadra. II ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il "gruppo squadra". Tali indagini prevedono, oltre all'esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico, un'anamnesi accurata, una visita clinica ed esami strumentali e del sangue. Poi, come se non bastasse, il protocollo prevede la completa sanificazione del luogo dell'allenamento (Centro Sportivo, palestre, spogliatoi e alberghi qualora i club non abbiano una sede per il ritiro), e si incentrerà sulla gestione del ritiro. Insomma sara tutt'altro che semplice tornare in campo e comunque nulla sara più come prima. Ancor più difficile pensare al secondo step, quando a fare il grande rientro toccherà alle serie B e C che con budget molto ridotti saranno alle prese con problemi, anche logistici, non indifferenti.

Problemi palesati anche in Germania dalla Bundesliga che era stata la prima a provare a ripartire. Il governo tedesco ha annunciato di aver prolungato le misure restrittive per il contenimento della diffusione del coronavirus fino al 3 maggio. A questo punto l'assemblea di Lega programmata per il 23 aprile dovrà annunciare un'ulteriore sospensione del campionato, al momento bloccato fino al 30 di questo mese. La ripresa sarà comunque a porte chiuse: vietati infatti i grandi assembramenti fino al 31 agosto. Ma dal mondo del calcio arrivano anche buone notizie: sono guariti Matuidi e Rugani che hanno effettuato, come da protocollo, il doppio tampone per il coronavirus. Gli esami hanno dato esito negativo, i giocatori non sono più sottoposti al regime di isolamento domiciliare e alla Juventus a questo punto non resta che recuperare Dybala.

 

 


Coppe «compresse» e forse 5 sostituzioni

IL TEMPO -  Anche per quanto riguarda la Champions è ancora tutto in aria. Così, mentre continuano a  girare voci su un fantomatico accordo Uefa-Eca per giocare ad agosto, restano aperti due scenari: procedere in contemporanea con campionati e coppe, oppure chiudere la stagione dei  campionati entro luglio al massimo i primi di  agosto per poi poter giocare le coppe. Su queste la Uefa è ancora lontana da una decisione.

Sono addirittura quattro le ipotesi allo studio: giocarle tutte (17 partite); giocare con formula ridotta in gara secca (11 gare); fare delle final four in sede unica (11); oppure fare delle final eight sempre in sede unica (11). Comunque andrà a finire si prepara un tour de force per i giocatori, motivo per il quale Fifa e Ifab stanno pensando alla possibilità di far effettuare alle squadre 5 cambi (6 nelle coppe) invece dei consueti 3. Per ora comunque solo ipotesi.


Uefa, riunione prevista per il 23 aprile. Si deciderà circa la ripresa dei campionati

Le prime risposte sulla ripresa del campionato potrebbero arrivare tra una settimana, ovvero giovedì 23 aprile. Infatti, come riferisce Sky Sport, in quel giorno si terrà una riunione del Comitato Esecutivo dell'Uefa al termine della quale dovrebbe arrivare la decisione definitiva sulla ripresa delle competizioni.
Ricordiamo che la proposta dell'Uefa è di terminare prima i campionati e successivamente le coppe.


La Lega Serie A replica a Malagò: "Stupiti per l'ingerenza del Presidente del Coni"

La Lega Serie A ha voluto replicare alle dichiarazioni del presindente del Coni Malagò con una nota sul proprio sito ufficiale:

"La Lega Serie A manifesta stupore per la leggerezza e l'ingerenza del Presidente del Coni Giovanni Malagò nel descrivere, in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, i rapporti tra la stessa Lega e i licenziatari dei diritti televisivi. 
La Lega Serie A, dall'inizio della situazione di emergenza legata all'impatto del Covid-19 sul calcio, è in costante contatto con i broadcaster titolari dei diritti TV. Tali rapporti sono peraltro regolati da chiare previsioni contrattuali.
La Lega Serie A è inoltre in continuo aggiornamento con la FIGC e le altre componenti del sistema calcio per vagliare tutte le opzioni possibili, proseguendo allo stesso modo il dialogo con le altre Leghe europee, l’Eca, l’UEFA e la FIFA.
Ci si augura, in un momento di grande difficoltà per il Paese, che ogni Istituzione lavori, con senso di responsabilità, in modo costruttivo e propositivo per il bene comune, senza creare, come dice il Presidente del Coni, "conflittualità che danneggino qualsiasi progettualità".


Mkhitaryan: "La Roma ci segue costantemente, stiamo lavorando duro anche da casa"

La società giallorossa, tramite Whatsapp, ha intervistato Henrikh Mkhitaryan.. Queste le sue parole:

Ciao Micki, come va? (Posso chiamarti Micki sì?)
“Ciao! Come no? Mi chiamano tutti così! Qui tutto bene, è strano non avere la possibilità di uscire ma spero che tutto passi presto e che non succeda più”.

Come stai affrontando il lockdown?
“Sono qui, nel mio appartamento. Quando c'è bel tempo e non si può uscire per fare una passeggiata è un peccato. Peccato anche non avere un giardino per stare un po' di tempo all'aperto. Ma bisogna restare a casa, questa è la cosa più importante da fare in questo momento”.

Però sei diventato papà da poco, complimenti!
“Grazie!”.

L'aspetto positivo almeno è che puoi passare tanto tempo insieme al piccolo Hamlet
“Sì, da questo punto di vista sono stato fortunato. Passare tutto questo tempo con la mia famiglia e con lui è la cosa migliore del mondo”.

Chi altro c'è a casa con voi?
“Con noi ci sono anche mia madre e mia suocera. Erano venute per la nascita di Hamleth, poi è iniziata questa emergenza e sono rimaste qui. Ed è un piacere per noi”.

Sei sempre aggiornato sulla situazione dei tuoi familiari e amici in Armenia?
“Sì, seguiamo costantemente le notizie da lì e gli aggiornamenti dei nostri amici. Anche in Armenia ci sono stati casi di Covid-19, ma la situazione è ancora sotto controllo e spero che si mantenga così. Abbiamo valutato se per qualcuno di noi fosse il caso di tornare in Armenia, ma poi abbiamo deciso che era meglio che nessuno si muovesse. Tutti dobbiamo fare la nostra parte”.

Come vanno gli allenamenti?
“Bene, ovviamente è una situazione diversa dal solito ma stiamo andando avanti con il lavoro. Il Club ci segue costantemente, inviandoci anche l'attrezzatura necessaria. Abbiamo un programma da seguire e stiamo lavorando duro. Visto che dentro casa non riesco a correre sto utilizzando molto la cyclette”.

A livello psicologico quanto è faticoso questo periodo?
“È difficile rilassarsi restando sempre nello stesso posto. L'obiettivo è riuscire a rimanere calmi e rilassati, accettare la situazione e concentrarsi sui prossimi passi. Sappiamo bene che la situazione non tornerà alla normalità rapidamente e che avremo bisogno di ulteriori settimane di lavoro per riprendere a giocare. C'è voglia di ripartire, ma al primo posto deve esserci la sicurezza di tutti”.

In che modo provi a rilassarti?
“Beh, per prima cosa c'è Hamlet da seguire. Poi c'è Netflix, sto guardando un sacco di film. Già ne vedevo molti, ora ancora di più”.

Che tipo di film vedi? E in che lingua?
“Vedo qualche film armeno, anche se quelli non si trovano su Netflix. Come lingua scelgo spesso il russo e l'inglese. Per l'italiano ancora non sono pronto, faccio fatica senza aggiungere i sottotitoli. Provo a seguire le notizie e i canali TV in italiano per migliorare il mio livello, ma per quanto riguarda i film faccio molta più fatica a capire”.

Tutti si sono accorti di quanto tu sia bravo con le lingue. Immagino che avrai tante chat aperte sul telefono in tante lingue diverse...
“Sì, cambio molto spesso la lingua in cui scrivo i messaggi di chat in chat”.

E questo non fa impazzire il correttore del telefono?
“Il mio cervello più che il correttore! Spesso mi trovo a non ricordare come si dice una parola nella lingua in cui sto scrivendo, mentre mi vengono in mente tutte le altre traduzioni”.

Quali sono i temi che ricorrono in questi giorni nelle differenti chat e nei gruppi?
“Principalmente aggiornamenti che riguardano il virus e le ipotesi su quando potremmo tornare ad allenarci. E poi girano un sacco di meme. Tutti li riceviamo e inviamo”.

Hai un esempio?
(Mkhitaryan invia un meme che ritrae un padre seduto comodamente sul divano e suo figlio neonato appeso al muro con una cinta di scotch, ndr). Questo fa ridere ma non riflette realtà. Hamlet ci tiene occupati parecchio ma è la normalità. A volte è difficile capire perché un bambino sta piangendo!”.

Con la spesa come va?
“Bene, ovviamente è più difficile del solito ma accompagno io in macchina mia madre o mia suocera al supermercato a prendere ciò di cui abbiamo bisogno”.

Grazie Micki, speriamo di rivederci presto a Trigoria!
“Grazie a te, a presto e stay safe!”.


Nuno Romano: "Abbiamo fatto un piano di allenamento personalizzato per tutti. Si cerca di fare il possibile"

Nuno Romano, collaboratore della Roma nello staff di Fonseca come Fitness Coach, ha rilasciato un'intervista alla giornalista portoghese Claudia Garcia tramite una diretta Instagram:

"Restiamo in casa 24 ore su 24 ore, usciamo solo per le cose estremamente necessarie. Il lavoro da casa è completamente differente, cambia tutto, è da inventare. All'improvviso non fai più quello che sei abituato a fare. È una situazione completamente nuova. Bisogna cercare di mantenere la miglior forma possibile per i giocatori, facendoli allenare in casa".

Sulla divisione dell'allenamento.
"Sono un po’ diversi, abbiamo fatto un piano di allenamento personalizzato per tutti i calciatori. È diverso in piccole cose, anche se i principi e il grosso del lavoro sono gli stessi. Poi ci sono cose che vanno adattate alle caratteristiche e al ruolo di ogni giocatore. Nella Roma a partire dal 12 di marzo siamo entrati in isolamento. Pensavamo che sarebbero stati pochi giorni, ma ora sono diventati quasi due mesi. Abbiamo stilato un programma settimanale che viene inviato ai giocatori, inoltre abbiamo stabilito un orario e dei giorni settimanali in cui facciamo una diretta con il gruppo, attraverso delle slides, con la partecipazione anche dello staff medico. In questa situazione è impossibile lavorare al massimo con gli atleti, di qualsiasi sport, ma si cerca di fare il possibile per mantenere una certa forma. Si lavora anche dal punto di vista psicologico, mentale. È più un controllo che un vero allenamento. Il sovraccarico e l’intensità, ovviamente, sono differenti rispetto agli allenamenti in campo. È una preparazione simile a quella che i giocatori fanno durante il loro periodo di ferie. Si fa una sorta di mini-preparazione rispetto all’inizio della stagione. Bisogna stare attenti all’alimentazione, c’è un piano alimentare individuale fatto con il nutrizionista. Lavoriamo a livello muscolare e di resistenza. In quattro settimane l’atleta perde la forza massima e la capacità di produrre potenza diminuisce".

Sul controllo dei calciatori.
"Si perdono alcuni parametri che si seguono durante un periodo normale. Monitoriamo il carico dei lavori e si cerca di replicare quanto più possibile quello che si fa in campo. Un giocatore è abituato ad allenarsi in un campo e all'improvviso lo deve fare in una stanza o in un giardino. Diventa difficile fare lo stesso, quasi impossibile. Qui non si può correre fuori casa, altrimenti avremmo la possibilità di seguirli con un gps. Si possono però stabilire la frequenza cardiaca di ciascun atleta attraverso una ‘lan’ che me lo comunica su ‘icloud’. Poi c’è una scala di valori, da zero a dieci o da zero a cento, attraverso cui il giocatore ci dice quanto è stato difficile l’allenamento. Noi di solito cominciamo l’allenamento in campo alle 11 di mattina, in genere dura un’ora e mezza, poi i giocatori fanno alcuni esercizi specifici o fisioterapia e pranziamo tutti insieme".

Cosa fai a Roma di solito nel tempo libero?
"Non mi piace dormire. Cerco di finire le ultime cose che riguardano il mio lavoro, a volte giro per Roma, che è una città fantastica, altre volte invece studio. A Roma abbiamo incontrato giocatori molto professionali, non pensavamo di trovare una cosa simile. È una fortuna per noi dello staff. In questo periodo siamo tranquilli che loro stiano lavorando nel migliore dei modi in casa. Siamo contenti di avere un gruppo così".

Differenze con i giocatori ucraini?
"Gli ucraini hanno una cultura fisica dell’allenamento, gli italiani meno. I giocatori passano con noi preparatori fisici quattro ore al giorno, per il resto dipende dall’educazione alimentare e fisica di ognuno di loro. È stato difficile reinventarsi in poco tempo nel sistema di allenamento, e non sai mai se è la scelta migliore quella intrapresa. È una novità per tutti. Un’altra difficoltà è mantenere concentrati i giocatori e cercare di sapere se fanno quello che gli hai detto. Poi dal punto di vista personale la maggior difficoltà è la lontananza rispetto ai familiari, un po’ di ansia dovuta anche al fatto che mio padre è medico e quindi penso tanto al fatto che lui stia in prima linea in Portogallo e potrebbe infettarsi". 

Quanto tempo serve per riportare al meglio la squadra prima di tornare a giocare?
"Nel pre-campionato si conosce il tempo a disposizione e ci si prepara. Oggi invece ancora non si sa e non si è mai saputo. Noi ci aggiorniamo giorno dopo giorno. Quando si riprenderanno gli allenamenti sarà un lavoro duro per noi preparatori. Si avranno a disposizione tre settimane per preparare un calendario intenso e competitivo di due mesi".


I giallorossi cambiano le ali

IL MESSAGGERO - CARINA - Doveva essere il suo anno, quello del riscatto. Per Under, invece, quella attuale rischia davvero di trasformarsi nella stagione dell’addio. E pensare che soltanto la scorsa estate aveva rinnovato sino al 2023, prologo per un torneo in prima fila. Le premesse c’erano tutte: infortuni alle spalle e fiducia incondizionata di Petrachi e Fonseca. Poi il lungo infortunio e la consacrazione di Zaniolo proprio nel suo ruolo hanno cambiato tutto. A questo si è aggiunto anche l’acquisto di Carles Perez. L’impressione è che anche il feeling con Fonseca si sia incrinato e che la sua avventura alla Roma sia giunta ormai al capolinea. Con il turco in partenza e con Mkhitaryan che probabilmente farà ritorno all’Arsenal, la Roma è alla ricerca di due ali. In queste settimane è stato visionato Tete dello Shakhtar, mentre si segue da tempo Urzi del Banfield. Tra i profili c’è anche Chakvetadze, giocatore del Gent, incontrato in Europa League.


È dietrofront della Fifa: è caos calciomercato

IL MESSAGGERO - Arriva il dietrofront da parte della Fifa: nessuna proroga dei contratti oltre il 30 giugno e nessuna maxi sessione di trattative, come ha fatto sapere Emilio Garcia Silvero, direttore dell'ufficio legale della Federcalcio mondiale. In tal modo, senza deroga dei contratti in scadenza il 30 giugno, molte squadre dovrebbero rinunciare ai giocatori in prestito ma anche ai tesserati con il contratto a breve termine. Ad esempio la Roma dovrebbe fare a meno di Smalling, Mkhitaryan e Kalinic, anche se tutti e tre i calciatori hanno manifestato la volontà di concludere la stagione in maglia giallorossa in caso di ripresa del campionato. Si respira aria di ottimismo: tutte le Leghe sono convinte di poter trovare, eventualmente, una soluzione tra i club con trattative individuali. Molti i dubbi: che succede con i tesseramenti dei giocatori già acquistati a gennaio (vedi Kulusevski )? Chi tra il nuovo e il vecchio club dovrebbe a quel punto pagare lo stipendio di luglio?


Uefa, Champions League in campo ad agosto con le Final Eight

LA REPUBBLICA - Il 23 aprile il comitato esecutivo della Uefa si riunirà in conference-call per organizzare la ripresa del calcio europeo. Tra le ipotesi paventate per la conclusione della Champions League c'è quella di disputare ad agosto una Final Eight in campo neutro, non necessariamente a Istanbul visto il numero di contagi sempre crescente della Turchia. Nel pomeriggio dello stesso giorno si riunirà anche la Federcalcio che ha convocato tutte le componenti per affrontare il tema delle date e dei criteri da adottare alla ripresa degli allenamenti secondo le decisioni assunte dall'Uefa.

Intanto oggi è in programma il meeting della commissione medica della Federcalcio: si va verso il "no" ai tamponi, basteranno esami sierologici. Ma il protocollo può slittare alla prossima settimana.


Coronavirus, Gravina: «Il campionato arriverà in fondo»

LA REPUBBLICA - Gabriele Gravina, presidente della Figc, ribadisce ancora una volta la volontà di concludere il campionato, altrimenti, con uno stop definitivo, «darebbe inizio a una serie di contenziosi». Anzi, nell'intervista rilasciata al quotidiano oggi in edicola, il numero uno federale è chiaro: «il campionato va portato a termine». Questo dunque uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Il direttore dell’Iss, Rezza, è contrario al ritorno in campo. È un parere che vi condizionerà?
«Ho massimo rispetto per la scienza e per chi ha la responsabilità di applicarla, ma non posso ammainare bandiera. Lavoriamo sul come, non sul quando. Quando il Paese tornerà a vivere, quando ci saranno le condizioni per altri settori tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine. C’è tempo».
 
(...)
 
Perché esclude lo stop definitivo?
«Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità. La Fifa ha tracciato la via: non comincerà la nuova stagione senza aver concluso prima questa».
 
C’è una deadline per ripartire?
«No, non c’è. Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio. A seguire, le coppe. Se invece dovremo ripartire a settembre, chiuderemo questo campionato a novembre. Per ritornare in campo a gennaio».
 
A quel punto il prossimo campionato cambierebbe formula?
«Valutiamo tutte le ipotesi. Una è organizzare le competizioni su anno solare, ma, ripeto, serve il coordinamento con tutte le federazioni europee. Altrimenti, dovremo chiudere la stagione a maggio prima dell’Europeo. Il campionato 2021 potrebbe disputare in 5 mesi. Ci sono delle idee sul tavolo, ad esempio una formula con due o più gironi e poi play-off e play-out. Misure eccezionali, solo per una stagione».
 
Giocare a Bergamo alla ripresa sarà molto difficile.
«Sì. E anche a Milano, a Brescia o a Cremona. Un campionato sotto il Rubicone, senza partite al nord, è una possibilità».
 
L’Nba valuta di trasferire il circo a Las Vegas, la A potrebbe trasferirsi tutta in una sola città?
«Non si possono giocare 10 partite sullo stesso campo in un week-end e servirebbero 20 centri d’allenamento».
 
(...)
 
Qualche squadra rischia di scomparire.
«La preoccupazione c’è, ma faremo in modo di accompagnare questo processo. Il nostro Fondo Salva Calcio è importante anche per questo».
 
Cosa pensa del taglio degli stipendi? La Lega di A decidendo da sola ha delegittimato l’Assocalciatori?
«Assolutamente no, qualcuno ha pensato strumentalmente di riconoscere all’Aic un ruolo diverso da quello politico. Ma è il codice civile che indica la rivisitazione dei contratti. Vedo più del sano realismo che un depotenziamento».
 
(...)
 
E il balletto sul ritorno in campo? L’impressione è che più d’un presidente abbia preso posizioni guardando solo i propri interessi.
«Sicuramente si poteva, e si può fare, di più. Non possiamo abbandonarci all’idea di perseguire convenienze di parte e mi dispiace ripetermi ancora una volta: dovremmo evitare di inseguire posizioni animate solo dalla tutela della propria convenienza».

Roma, in estate si svolta: monte ingaggi giù del 15%

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Il monte salariale della Roma è tra i più elevati della Serie A, circa 160 milioni di euro. È per questo che la società, dalla prossima estate, ha intenzione di abbassare gli stipendi di circa il 15%del totale cedendo gli esuberi della rosa e adottando la politica che prevede, per i nuovi arrivi, un tetto agli ingaggi di 3 milioni netti. Inoltre i bonus non saranno più un modo per incrementare in maniera surrettizia gli stipendi, ma scatteranno al raggiungimento di traguardi sportivi quali la vittoria dello scudetto o di un coppa o anche la qualificazione alla Champions o all'Europa League. Sforbiciata anche alle commissioni agli agenti e ai mediatori. Tutto questo in attesa, forse già a fine settimana, che i calciatori giallorossi presentino il progetto sui tagli degli stipendi.

Intanto a fine mese il presidente James Pallotta provvederà al completamento della ricapitalizzazione prevista, portando nelle case societarie circa 132 milioni in poco più di quattro mesi.