Castellacci, pres. medici sportivi: "Non ci si rende conto delle problematiche. Non siamo in grado di ripartire"

Enrico Castellacci, ex medico della nazionale ed oggi presidente nazionale dei medici sportivi del calcio e consulente per il Guangzhou di Cannavaro, ha rilasciato un'intervista a La Stampa in cui ha parlato della ripresa del campionato:

"In Cina nonostante due o tre mesi di vantaggio sull’emergenza, non si parla ancora di riapertura del campionato. Le linee guida sono tutte giuste e ineccepibili nella teoria. Ma tutte le società possono mettere e mantenere in sicurezza i centri sportivi? Ci sono strutture per creare tanti piccoli spogliatoi? Che staff medico servirebbe per controllare tutti i giorni giocatori, tecnici e persone a contatto con la squadra e ogni quattro fare i tamponi? In A forse, anche se esistono realtà territoriali diverse. In quasi tutta la B e in C no. Sono stato inondato da una marea di messaggi di medici sportivi che dicono: ‘Non siamo in grado’. Non ci si rende conto delle problematiche".


Moriero: "Mi voleva la Lazio, ma appena seppi della Roma non esitai. Ero il tutor di Totti"

Francesco Moriero, ex centrocampista della Roma dal 1994 al 1997 ed oggi allenatore senza panchna (esonerato dalla Cavese a settembre scorso), ha parlato del suo periodo in giallorosso durante una diretta Instagram sul profilo del giornalista Nicolò Schira:

"Il mio arrivo alla Roma? Fu una trattativa un po’ particolare. Il Cagliari voleva cedermi alla Lazio dove c’era Zeman che spingeva per avermi, ma appena seppi della Roma non esitai: scelsi ancora una volta di raggiungere Mazzone. La Roma mi pagò 10 miliardi più due giovani e così sbarcai nell’estate 1994 nella Capitale.
Totti agli inizi? Era piccolino ma talentuosissimo. Mazzone mi mise con Gigi Di Biagio a fare da tutor a Francesco, ma aveva già la testa giusta. Aveva 17 anni ma faceva già giocate impressionanti. È rimasto il ragazzo umile e fantastico che conoscete. Fa strano vedere la Roma senza Totti in campo, così come mi sarebbe piaciuto per lui una carriera dirigenziale come Zanetti. È il simbolo della Roma e meritava un trattamento diverso per quello che ha dato alla Roma, serviva più rispetto per Francesco. Invece l’hanno mandato a quel paese. Sapevo che Francesco aveva qualche problema con la Roma e mi spesi a lungo per convincerlo a venire all’Inter. Lui ci ha pensato, ma alla fine amava troppo la Roma e non se l’è sentita di andare via ed è stato giusto così. C’era stata la possibilità di guidare la Roma: avevo parlato con Totti, ma poi hanno deciso di non fare la squadra B e con l’addio di Francesco è venuto tutto meno".


Riscatto Schick, il Lipsia ci ripensa. Pronti 30 milioni ma per un solo giocatore

Nei giorni scorsi, dopo i problemi economici che le società dovranno affrontare per l'emergenza Coronavirus, si era parlato della possibilità che Schick non venisse riscattato dal Lipsia. Una notizia non ancora smentita del tutto ma che potrebbe avere dei risvolti diversi da quanto emerso. Infatti, come riferisce la rivista tedesca  Kicker, il Lipsia starebbe pensando di stanziare una cifra di circa 30 milioni di euro da investire per un solo giocatore. Ed il riscatto di Schick si aggira proprio su quella cifra, con la Roma che percepirebbe 28 milioni di euro (29 milioni in caso di qualificazone in Champions League dei tedeschi).
Nulla di sicuro, solo un'ipotesi, ma forse la cessione di Schick potrebbe essere la prima uscita della Roma per la prossima stagione; con un tesoretto di circa 30 milioni da reinvestire per aumentare il livello della rosa.


L'Almeria considera troppo alto il riscatto di Coric. Pronti a rinegoziare con la Roma

Ante Coric, centrocampista croato arrivato alla Roma nel 2018, è stato ceduto in estate in prestito all'Almeria. Con gli spagnoli, che militano nella Liga 2 (nostra Serie B), ha collezionato solo 13 presenze per un totale di 597 minuti. Un bottino povero, condizionato dai tanti problemi fisici e d fiducia che hanno afflitto Coric.
Porprio per questo motivo, come riferisce il sito ideal.es, l'Almeria vorrebbe rivedere la cifra del riscatto concordata con la Roma in estate. Infatti gli spagnoli considerano troppi i 6 milioni rischiesti dai giallorossi per il diritto di riscatto e vorrebbero poterlo acquistare per una cifra inferiore.


Rezza, ISS: "Diaconale ha preso sul serio una battuta. Sapendolo non l'avrei fatta"

Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Suiperiore di Sanità, ha commentato ai microfoni di TMW Radio la sua battuta sull'essere tifoso della Roma che ha scaturito la piccata risposta del portavoce della Lazio, Diaconale ("Gli scienziati facciano gli scienziati e non i tifosi"):

"Diaconale ha preso sul serio una battuta (ride, ndr). Sapendo quello che avrebbe detto qualche ora dopo non avrei fatto quella battuta. E’ un argomento molto sensibile in Italia, quindi è chiaro che la decisione va ponderata. La gente stando a casa passerebbe anche del tempo con il calcio. Più avanti si può valutare una riapertura a porte chiuse. Siamo ancora nella Fase 1, poi sarà da valutare se ci saranno le condizioni. Il problema è che è molto complicato a pensare a dei controlli. Dovrebbero effettuare dei tamponi e servirebbe un protocollo molto stretto. La vedo dura attuarlo, ma è da valutare. Sarà una decisione difficile. Non siamo noi a decidere la riapertura dopo il 3 maggio. Noi possiamo dare solo delle indicazioni su come comportarsi".


Serie A, in programma due riunioni per definire la ripartenza

Quest'oggi, come riferito da Sky Sport, ci sono state delle conference call tra i componenti del comitato medico-scientifico per decidere le linee guida da seguire in vista della possibile ripartenza del campionato. Queste linee guida domani verranno comunicate a Lega e FIGC che nei prossimi giorni si riuniranno internamente per decidere il da farsi.


Governo, no al calcio prima del 4 maggio

IL MESSAGGERO - L'emergenza coronavirus prosegue e in Italia nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha confermato durante una conferenza stampa convocata in serata di aver esteso le misure di restrizione di questi giorni fino al 3 maggio. In questo contesto il calcio italiano non è stato esentato, come in molti speravano, da questo decreto. Se infatti alcuni presidenti non vorrebbero proprio tornare in campo, altri speravano di poter riportare le proprie squadre nei centri sportivi per riprendere gli allenamenti già dal 24-25 aprile. Si dovrà attendere ora e sperare che il governo non sia costretto a dover estendere ulteriormente il lockdown, in modo che il mondo del calcio possa sperare almeno per inizio maggio di tornare ad allenarsi. Se la situazione dovesse migliorare potrebbe essere chiesta una proroga, ma come annunciato dal Ministro Spadafora in una lettere indirizzata al presidente del CONI Malagò e a Pancalli, presidente del comitato paralimpico: «Vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio p.v., nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici».


Il mercato più povero fa riscoprire il valore dei talenti made in Italy

IL MESSAGGERO - Quando la pandemia sarà finita la speranza è quella di poter tornare alla normalità, ma molte cose cambieranno. Tra queste, una è certamente il calciomercato estivo che vedrà sicuramente un ridimensionamento, sia per quanto riguarda il tipo di colpi messi a segno dalle squadre sia per quanto riguarda le cifre che verranno spese. Il mercato in Serie A infatti si appresta a essere una sessione molto particolare, in cui saranno per la maggior parte dei casi proprio i giocatori italiani a esser messi al centro di ogni trattativa. Da Cragno a Florenzi, da Rugani a Romagnoli, fino ad arrivare a Chiesa e Belotti. Ogni squadra avrà a disposizioni un proprio "jolly" che proverà a inserire nelle trattative per arrivare ad altri obiettivi di mercato. In casa giallorossa piace molto Castrovilli, della Fiorentina, e sembra probabile che nel caso in cui Petrachi proverà l'affondo per il viola allora nella trattativa possa rientrare Florenzi, attualmente in prestito al Valencia, che piace molto alla squadra di Commisso.


Riecco il calcio. La A in campo fra 50 giorni

LA REPUBBLICA - Il calcio italiano potrebbe aver trovato finalmente una possibile data per ripartire. In conformità a quanto espresso nel decreto emanato nella giornata di ieri dal presidente Conte, le squadre potrebbero tornare ad allenarsi nei rispettivi centri sportivi dal 4 maggio. In questo modo si potrebbe rispettare il piano che la Lega Serie A stava cercando di mettere in atto, ossia riprendere il campionato già dal 31 maggio, precisamente tra cinquanta giorni. Ogni squadra dovrebbe giocare nel proprio stadio a porte chiuse, ma per i club che dovrebbero scendere in campo nelle città più colpite dal virus l'idea è di trovare un campo neutro dove poter giocare. La proposta di spostare tutti i club a Roma, arbitri compresi, per poter disputare solo gare all'Olimpico è stata scartata. Intanto ogni società è stata invitata ad avviare i processi di bonifica dei propri impianti, per poter arrivare pronti alla data di fine lockdown in cui i giocatori, tecnicamente, potrebbero finalmente tornare ad allenarsi.


Roma, Smalling lontano. Serve la rivoluzione verde

CORRIERE DELLA SERA - Due anni e un giorno fa la Roma si imponeva per 3-0 contro il Barcellona nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League, ribaltando il risultato dell'andata in cui i blaugrana si erano imposti per 4-1. Di quella rosa nella Capitale sono rimasti ormai pochi reduci, solo sette, ma cosa resterà nella prossima stagione del club giallorosso? Nel momento in cui la pandemia sarà finita e si tornerà a giocare a calcio si dovranno fare i conti anche con la prossima stagione, che sul piano economico per ogni squadra si preannuncia molto dura. I giallorossi puntavano sulla conferma di Smalling, che però da quanto appreso in questi giorni non verrà riscattato vista l'alta richiesta fatta dal Manchester United che cercherà di monetizzare il più possibile. Petrachi dovrà piazzare così molti colpi in uscita, tra questo Olsen, Karsdorp e Florenzi che torneranno dai prestiti, uno tra Fazio e Jesus che hanno stipendi molto elevati per le casse della società. I dubbi rimangono in attacco, dove l'unica certezza nonostante i 34 anni si chiama Edin Dzeko; per il resto Kalinic dovrebbe tornare in Spagna e il futuro di Schick è ignoto, visto che il Lipsia potrebbe non poter o voler più pagare i 29 milioni di euro previsti per il suo riscatto. Nella Capitale piace molto Pedro, attaccante in scadenza a giugno con il Chelsea, che però non sarà facile convincere a causa dell'alto ingaggio richiesto.


Menez: "Ero come Kakà e mi voleva Conte, ma ho fatto troppe cavolate"

GAZZETTA DELLO SPORT - Jeremy Menez, giocatore che in Italia ha vestito la maglia della Roma e del Milan, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo in cui ha parlato del proprio passato, dell'esperienza con la maglia giallorossa e di quello scudetto mancato sotto la gestione Ranieri. Queste le sue parole.

Ci racconti il rapporto con Spalletti e Ranieri... 
«Luciano era una bella persona. A volte mi sgridava, voleva farmi crescere. Sia lui che Ranieri sono stati due secondi padri. Mi guardavano con un occhio di riguardo. Nel 2010, poi, sfiorammo lo scudetto, non capisco ancora il perché di quella sconfitta con la Samp. A Roma non ho vinto niente, ma ho vissuto tre anni pieni di passione. Con grandi compagni, primo fra tutti Totti, un fratello maggiore. In campo ci intendevamo a occhi chiusi. I primi mesi ho vissuto a casa dei suoi genitori, come aveva fatto anche Cassano anni prima. Persone fantastiche, come De Rossi. Giocavamo a carte durante i ritiri e stavamo sempre insieme».

Segue ancora la Serie A?
«Soprattutto Milan e Roma. Pastore è un amico. Talento puro. Peccato per gli infortuni, ma se sta bene è una garanzia. Poi voglio Mandare un abbraccio a Mihajlovic, tornerà più forte di prima»


Dries, De Laurentiis e il rinnovo mancato. Napoli si allontana?

GAZZETTA DELLO SPORT - Il Napoli a giugno rischia di perdere a parametro zero uno dei giocatori più importanti della propria rosa: Dries Mertens. Il belga infatti a oggi, anche a causa dell'emergenza sanitaria, non ha trovato ancora un accordo con il club per il rinnovo del contratto e non è chiaro se ci sarà modo e voglia di farlo. L'attaccante fa gola a molte squadre, soprattutto in Premier League dove molti club avrebbero già preso contatti con il suo agente per intavolare una trattativa. Mertens però potrebbe anche rimanere in Italia, dove la Roma sembra essere molto interessata all'esterno e potrebbe farsi avanti per chiudere il colpo nei primi giorni del mercato estivo.