Lega Serie A: "Elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive"
La Lega Serie A, tramite il proprio sito ufficiale, ha emesso un comunicato ufficiale a seguito dell'incontro tenutosi oggi con i medici ed i dirigenti della FIGC e della FSMi:
"Si è tenuto questa mattina, in un clima di fattiva collaborazione, l’incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della Fmsi Maurizio Casasco e il rappresentante dei medici della Serie A, Gianni Nanni. Sono stati analizzati i punti del protocollo difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive. Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali, formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS".
AIC, Tommasi: "Speriamo di trovare un modo per superare le criticità e ripartire"
Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, ha parlato ai microfoni di Rai News circa la possibile ripresa del campionato:
Il Protocollo di sicurezza?
"Ci siamo ritrovati per analizzarlo e capire quali sono le novità. Ci sono delle criticità che hanno evidenziato i club, speriamo di trovare un modo per superarle in modo da poter ripartire. Sicuramente non avere una data certa per l’inizio della stagione genera incertezza, vorremmo avere più dati ed indicazioni. Il ritiro, vista la gestione dei casi di positività che rischia di bloccare un’intera squadra, è uno dei punti in sospeso. È un grande punto interrogativo, una positività potrebbe interrompere sul più bello il percorso. Bisogna capire cosa fare in caso di una singola positività".
Responsabilità penale per i medici?
"Siamo in contatto con i medici e con il dottor Nanni, indicato dalla Lega come riferente. Essere allineati sulla stessa posizione è importante, per noi devono esserci le condizioni uniformi per tutti. Questo è uno degli scogli da superare, ma questo non è un tema che riguarda solo il mondo del calcio".
La Serie A riparte il 13 giugno?
"Speriamo di avere una data certa. Da una data certa si può costruire un percorso fatto di controlli, test e modalità di allenamento. Questo aiuterebbe tantissimo, oggi la difficoltà è avere una data certa. Quella del 13 giugno è un’ipotesi, speriamo di poter avere una data certa al più presto".
Gli stupendi dei calciatori?
"La ripresa riguarderebbe solo la serie A, le altre categorie non hanno le possibilità di attuare il protocollo. Il problema dei tanti atleti che vivono di calcio è un problema che dobbiamo affrontare al più presto. Il nuovo decreto dovrebbe prevedere anche la cassa integrazione per i professionisti sotto un determinato reddito e questo dovrebbe essere importante soprattutto per la Lega Pro".
Risposte dal Governo?
"Se si vuole tenere viva la speranza di tornare a giocare dobbiamo navigare a vista, seguire la curva dei contagi e la situazione del paese. Purtroppo in alcune regioni del paese l’emergenza è ancora forte. Abbiamo imparato a convivere con questo virus, dobbiamo imparare a conviverci anche dal punto di vista sportivo.La nostra estate dovrà vederci uniti per arrivare pronti alla prossima stagione".
Un messaggio a tifosi?
"Servirà tanta pazienza, io sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. Questa pausa forzata darà l’entusiasmo per tornare a vedere le partite dal vivo, ma servirà ancora tanta pazienza, È una cosa triste, in qualsiasi emergenza bisogna fare un passo alla volta per non mandare in fumo quello che è stato fatto in precedenza".
Gravina: "Preoccupati per la quarantena di tutta la squadra in caso di positività. Il protocollo va modificato"
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in un'intervista concessa alla Rai fa il punto sul protocollo chiesto dal Governo e contestato dalle società nelle ultime 24 ore: "C’è una difficoltà oggettiva: l’impossibilità di reperire strutture recettive disponibili per i ritiri. Quindi dobbiamo consentire, condividendo il percorso con Spadafora e Speranza, una piccola variazione al protocollo che possa consentire di continuare ad allenarsi, trasformando gli allenamenti da individuali a collettivi. L’INAIL con una sua circolare ha già chiarito che c’è responsabilità solo in caso di dolo e di colpa grave. Quello che ci preoccupa rimane il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Tema che affrontiamo con determinazione e anche con attenzione, per evitare un rapporto stressato che porti tensioni e il blocco del campionato. L'ipotesi playoff non è accantonata, dobbiamo essere pronti a qualunque evento. Ad oggi esiste la possibilità, attraverso la programmazione deliberata dalla Lega Serie A, fissando la data di partenza nel 13 giugno, di un calendario molto denso di appuntamenti ed impegni. Dobbiamo però essere pronti e metteremo sul piatto della bilancia anche il ricorso ad una modalità diversa per la chiusura del campionato".
Veretout: "Mi fa piacere rivedere i compagni, anche se da lontano. A Roma sto bene"
Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi tramite una diretta Instagram sul profilo ufficilale del club giallorosso:
Come stai?
"Sto molto bene, sono contento di essere tornato a Trigoria, di aver rivisto i compagni, di allenarmi con loro. Anche solo vederli da lontano mi fa piacere".
Cosa hai pensato la prima volta che hai visto l'Olimpico da avversario?
"Lo stadio è impressionante, così come la curva. Giocare all'Olimpico contro la Roma era una cosa bella, è impressionante".
Zaniolo?
"Sono contento di rivederlo in campo dopo l'infortunio. Sper che torni presto a giocare con noi".
Vedrai la Bundesliga?
"Si, mi manca troppo vedere le partite".
Una leggenda francese con cui vorresti giocare?
"Zidane, per noi è una leggenda".
Il primo gol in giallorosso?
"Contro il Napoli, su rigore. Kolarov lo aveva sbagliato nel primo tempo, per me doveva calciare anche il secondo ma lui ha voluto che lo tirassi. Anche Edin mi ha detto di calciare, la palla pesava tantissimo. Poi alla fine ho segnato e soprattutto abbiamo vinto".
Lo stadio più bello in cui hai giocato?
"In Inghilterra e Francia sono molto belli, il Velodrome, Nantes, Saint'Etienne. Lo stadio del Galatasary in cui ho giocato nella coppa del mondo under 20, anche al Bernabeu ho giocato".
Un giocatore a cui ti ispiri?
"Mi piace molto vedere le altre partite e cerco sempre di ammirare i grandi centrocampisti. Uno in particolare non c'è, ma me ne piacciono tanti. Uno è Nainggolan, che ha giocato qui e ha fatto benissimo. Lui per me è un esempio".
Molti tifosi ti chiedono di restare a lungo.
"Sto bene a Roma, così anche come la mia famiglia. Non voglio andare via".
La tua partita più bella con la Roma?
"A Bologna ho fatto una bella azione, poi Lorenzo ha fatto un grande passaggio per il gol di Edin. Questa vittoria è stata importantissima. Quando ho preso palla ho pensato di portarla più avanti possibile, poi ho visto Pellegrini e gliel'ho passata".
Il rigore col Basaksehir?
"Lo stadio lì è assordante, non senti nemmeno il fischio dell'arbitro. Poi ho visto il portiere muoversi e ho scelto l'angolo".
Stai vedendo la serie su Michael Jordan?
"No, un amico mi ha detto di guardarla e sicuramente lo farò. Mi piace vedere le storie di leggende, anche di altri sport".
Vedi Serie TV?
"Si, soprattutto ora. Breaking Bad è tra le mie preferite, anche The Walking Dead, Peaky Blinders".
Un allenatore particolarmente importante?
"Tutti gli allenatori sono stati importanti, da quando ero piccolo. In Italia sicuramente Pioli mi ha migliorato tanto, gli sono molto grato, è anche una bravissima persona. Anche oggi con Fonseca mi trovo molto bene, è un grande allenatore e mi farà crescere ancora di più. Mi piace il suo gioco, sono felice di lavorare con lui".
In questi 5 mesi alla Roma potevi fare meglio?
"Si, si può sempre fare meglio. Penso di aver fatto bene, ma a centrocampo abbiamo avuto tanti infortunati e ho dovuto giocare tutte le partite. Non è semplice mantenere prestazioni costanti, ho avuto un problemino alla caviglia e ho dovuto stringere denti. So che posso fare meglio, in questo periodo ho lavorato per farmi trovare pronto al ritorno in campo e spero di far vedere presto un grande Veretout".
Malagò: "Al 99.9% la Serie A riparte il 13 giugno"
Giovanni Malagò, presidente del Coni, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 2, per parlare della ripresa del campionato:
"Al 99.9% il campionato di Serie A riparte il 13 giugno. La sfida tra alcuni medici e il CTS non la capisco. Si sta facendo di tutto per ricominciare, è l’obiettivo primario. Una volta ricominciato, non so quando finirà, ci vorrebbe la palla di vetro".
AIC: "Le modalità di gestione di eventuali positività e del protocollo non garantiscono la conclusione del campionato"
L'Assocalciatori ha diramato una nota ufficiale al termine dell'incontro odierno con i rappresentanti delle squadre di Serie A. Ecco il testo:
Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro di approfondimento con i rappresentanti delle squadre di Serie A, al quale ha partecipato il dottor Walter Della Frera, per esaminare le modifiche apportate al protocollo FIGC a seguito delle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico del Governo.
Le perplessità tra noi condivise riguardano soprattutto le tempistiche della ripresa della stagione.
L’ipotesi del ritiro per la creazione del “GRUPPO Squadra” è stata valutata e condivisa fin dall’inizio, ma in assenza di date certe per la ripresa del campionato 2019/2020 appare prematura ogni valutazione sulle tempistiche di svolgimento dello stesso.
Inoltre, le modalità di gestione delle eventuali positività di un membro del “GRUPPO Squadra”, così come definite dal nuovo protocollo, non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato; esiste il concreto rischio di doversi fermare nuovamente non appena si potrà tornare in campo, vanificando così tutti gli sforzi profusi.
L’esigenza sentita da tutti noi è quella di avere chiarezza sui futuri protocolli concretamente attuabili nelle settimane successive alla prima fase di ritiro, soprattutto con riguardo alle modalità di svolgimento delle partite di campionato; la consapevolezza dei passi da compiere per tornare in campo ci aiuterebbe a condividere un percorso, senza malintesi e rischi inutili in questo momento.
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni si valuteranno ulteriormente tutti gli aspetti critici, anche attraverso un confronto con i medici, i tecnici e gli arbitri che, come i calciatori, non vedono l’ora di trovare la giusta modalità di ripresa, preservando l’incolumità e garantendo l'uniformità di trattamento per tutte le persone coinvolte.
Il Lipsia non va oltre 20 milioni per Schick
Il Lipsia avrebbe messo sul piatto 20 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni sportive diPatrik Schick. La società giallorossa non avrebbe però nessuna intenzione di scendere dall'attuale richiesta di 24 milioni. Si preannuncia un braccio di ferro tra le due società per l'attaccante ceco classe '96. Lo riporta kicker.de.
Kluivert: "Mi godo ogni istante a Roma, voglio rimanere a lungo"
Justin Kluivert ha pubblicato il secondo video sul suo canale Youtube, parlando di cosa lo ispira:
"Far parte della lista candidata al pallone d’oro under 21 è stato fantastico, anche se non l'ho vinto. Nel mondo ci ono così tanti giocatori di grande talento. Io la penso così, sono questi i risultati che ti fanno la carica per dare di più. È stato un bel momento della mia vita, sono grato dell'opportunità. Forse un giorno riuscirò a vincere il pallone d’oro, bisogna provarci. Questo è il mio sogno. Le persone vogliono una foto con te e non riesci a capire il perché ed è incredibile. Questo dimostra che sei sulla buona strada perché gli altri ti apprezzano. Il fatto che la gente voglia le foto con te ti fa capire che sei sulla strada giusta".
Che differenza c'è tra giocare all'Ajax e giocare alla Roma?
"Qui sento come se fosse davvero una questione di vita o di morte i tifosi darebbero tutto per il club e questa è la sensazione che ho qui. È diverso dall’Olanda, anche li sono straordinari ma credo che la differenza sua qui realmente, farebbero qualcosa per te. È quello che sento tutte le partite ed è fantastico. Sono sempre pronti a sostenerti, in alcune partite più di altre, la tifoseria intera e lì e questo mi motiva, giocare non solo per te stesso ma anche per loro. Perché si percepisce che ci mettono il cuore e l’anima per la squadra ed è bellisimo vedere questo ogni partita. Questo è il momento in cui l’emozione si fa sentire".
Il tuo modello?
"Ronaldo, in campo e fuori per come si muove e le cose che fa anche sui social che oggi sono importanti, ha 200 milioni di follower come nessun altro, 200 milioni di persone che si ispirano a lui è veramente speciale. Messi e Ronaldo hanno dato molto per essere dove sono per così tanto tempo e questo fa di loro i migliori del mondo, perché riescono a mantenere il successo per 13-14 anni. Tutti gli altri sono un gradino più basso. Stavo giocando contro Ronaldo ed è stato divertente perché a inizio partita ci siamo trovati l’unico contro l’altro e sorridendo parlavamo e mi ha detto tuo padre era molto alto e tu sei più basso…gli ho detto che aveva ragione, era perché mia madre era bassa".
La Roma?
"Un giorno prima durante l’allenamento capisci chi sarà titolare perché ti danno una casacca e realizzi che ok, è arrivato il tuo momento. È questo ciò che provi ma puoi esserne certo solo 30 minuti prima della partita. Ok è questa la formazione teneveti pronti. Questo è il mio secondo anno qua quindi sono piuttosto nuovo qua, in realtà sono qui da un anno e sei-sette mesi e mi sto realmente godendo ogni istante e voglio restare a lungo qui”.
Pastore: "Darò il massimo alla Roma e a fine carrierà tornerò al Talleres"
Javier Pastore, in una diretta social sul profilo del Talleres, club dove ha esordito, ha parlato di passato, presente e mercato
I ricordi nel Talleres
“In questo club sono cresciuto e ho vissuto diversi periodi magnifici, ho tantissimi amici e quando vado a Cordoba li vedo sempre. Sono passati 20 anni ma il ricordo non lo perdi se lo mantieni vivo”.
Tornerai qui? I tifosi ti acclamano
“E' un cosa che ho in progetto di fare e la realizzerò, sono sicuro. Tornare nella mia nazione e stare vicino ai miei sono le cose che più mi sono mancate in carriera".
Quale è la situazione a Roma?
“Fortunatamente qui e nel Lazio in generale i numeri dei contagi sono calati di molto e la situazione sembra sotto controllo. Molti pazienti stanno tornando a casa con il benestare dei medici e gli ospedali comunque sono forniti di molti respiratori. Mi auguro che anche al Nord tutto possa migliorare perchè so che li le cose attualmente sono molto più difficili”.
Un bilancio sulla tua carriera?
“Voglio dire grazie alla mia famiglia, ai miei amici e a tutte le persone che mi hanno aiutato ad arrivare fino a qui. Sognavo di raggiungere traguardi del genere e la vita ora mi sorride. Sono cresciuto con dei valori importanti, questi hanno contribuito a farmi diventare l’uomo che sono oggi”.
Sull'esperienza a Palermo
“Sono arrivato in Sicilia a 19 anni e sono rimasto li per due stagioni, se devo essere sincero ho preso i primi tre mesi dell'avventura a Palermo come una vacanza. Vivevo in un albergo fronte mare e a fine allenamento andavo sempre in spiaggiavevo 19 anni. Coi rosanero si giocava davvero bene, chiaramente per inserirmi inizialmente ho avuto difficoltà tattiche. Era un sogno condividere il campo con Miccoli, Cavani e Balzaretti ed affrontare campioni come Del Piero alla Juventus o Totti alla Roma, non ci potevo credere".
Il calciatore che ti ha impressionato maggiormente?
“Ho avuto il privilegio di stare in squadra con dei campioni come Ibrahimovic, Cavani, Neymar, Mbappé, Beckham, Thiago Silva, Thiago Motta, Verratti, e De Rossi che in un anno mi ha lasciato tante cose positive. Ammiro tanto anche Messi e Riquelme”.
Piani per il futuro
“Ho altri tre anni di contratto con la Roma e voglio dare il massimo per terminarli nel miglior modo possibile, poi tornerò come detto prima in Argentina al Talleres. Non mi interessano le offerte che ogni anno ricevo per andare a giocare in Cina, mi piace inseguire grandi obiettivi, giocare la Champions”.
Perrotta: "Il cambio di modulo è stato un colpo di genio di Spalletti. Rigiocherei Roma-Sampdoria"
VIRGINIA RIFILATO - Simone Perrotta, ex giocatore della Roma e della nazionale campione del mondo 2006, ha parlato ai microfoni di Sky Sport:
Cosa serve oggi a un giovane per affermarsi?
"Non basta solo il talento, ci vogliono una serie di dinamiche da saper cogliere. Non credo nella fortuna, devi essere bravo a saper cogliere le occasioni che ti vengono date".
La Roma degli ultimi anni?
"Fare un paragone col calcio di prima è superficiale. Il calcio è cambiato, così come il rapporto che c'è nello spogliatoio. Ad esempio ai miei tempi il telefonino era bandito, c'era la multa se lo usavi. Nello spogliatoio prima si condivideva di più, oggi con l'uso dei telefoni e dei social ci si conosce di meno. A livello di campo la mia Roma è nata da un'esigenza, col cambio di modulo nato per emergenza visto che mancavano le punte. Ci siamo tolti belle soddisfazioni, potevamo ottenere qualcosa in più, ma evidentemente c'erano altre squadre che meritavano di più".
Il 4-2-3-1?
"È stato un colpo di genio. La squadra stava andando male, c'era un'aria molto tesa, Spalletti era in discussione. Lui poi ebbe questa genialata, facemmo undici vittorie consecutive e la storia cambiò. Totti segnò con una continuità mai vista prima, io giocavo da trequartista atipico, Tommasi mi defini d'interdizione e credo fosse appropriata come definizione. Ero il primo a pressare il mediano loro e spesso mi trovavo come uomo più avanzato, perché Totti si abbassava".
Il cambio ruolo?
"Vivevo un momento particolare, il mister mi disse che avrei fatto il trequartista e subito mi chiesi dove avrebbe giocato Totti. Io non avevo quelle qualità, ma il mister mi disse di giocare come sapevo e ci aveva visto lungo. Mi sono molto divertito in quel ruolo".
Vecino ti somiglia?
"Vecino è un giocatore che segue molto bene l'azione, ha fatto gol determinanti, è molto forte. Mi fa piacere che mi paragonate a lui".
Il tuo ruolo?
"Ho cambiato spesso ruolo, ma mi piaceva come cosa perché mi permetteva di crescere".
Il giocatore più importante con cui hai giocato alla Roma, togliendo Totti.
"L'importanza di un giocatore non si vede solo in campo, ma anche nello spogliatoio. In quella Roma c'erano molti giocatori di personalità, Burdisso è una persona eccezionale, mi ha trasmesso la mentalità giusta per affrontare ogni situazione. Era sempre concentrato. Poi c'era Montero alla Juve, mi ha aiutato moltissimo".
La Nazionale?
"Ho avuto un po' di fortuna, mi sono trovato al posto giusto al momento giusto. Il mondiale 2006 ha per me una storia pazzesca, mio fratello si doveva sposare e io dovevo fargli da testimone. Ero fuori dal giro della Nazionale da un anno e mezzo e quindi abbiamo fissato il matrimonio a luglio, l'11. Non credevo di andare al mondiale, tanto meno in finale, e invece fu così. Finale di mondiale il 9 luglio. poi di corsa il matrimonio l'11. Io fui convocato in Nazionale nel marzo 2006, il mister mi disse che non c'era il mio ruolo in squadra e quindi pensavo che non avrei mai giocato. Invece arrivai al ritiro in grandissime condizioni e giocai sempre".
Il ricordo più bello del mondiale?
"Quando diedi la coppa a mio padre. L'ho ripagato di tutti i sacrifici che ha fatto, ora da genitore capisco cosa ha provato".
Ti fa strano non vedere Totti alla Roma?
"Certo che è strano non vedere Francesco a Trigoria e sentire che non entra più lì, che è casa sua. Totti è Roma, quando vado all'estero e dico che sono di Roma, tutti dicono subito Francesco Totti. Vederlo lontano da Roma stride un po', spero che possa tornare l'amore che ha contraddistinto Totti e la Roma".
Ora chi è il giocatore più forte della Roma?
"A detta di mio figlio, Zaniolo"
Il rimpianto più grande?
"Lo scudetto 2009-2010. Eravamo a un passo da realizzare un sogno, poi quando fai una cavalcata come quella che abbiamo fatto noi, vivi delle situazioni come quel derby vinto 2-1, pensi che siano segnali propizi. In realtà poi con la Samp giocammo un bellissimo primo tempo, ma perdemmo e sfumò quel sogno. Però un calo d'energie mentali purtroppo ci stava".
Hai mai giocato in squadra con un tuo idolo?
"No, io ero tifoso del Napoli, in casa tutti tifavano Juve, nel mio paese si tifavano solo squadre del nord, ma io scelsi il Napoli e non giocai mai con i giocatori di quel Napoli che tifavo. Però da piccolo li incontrai in un albergo e feci molte foto con loro".
Una partita che vorresti rigiocare?
"Roma-Sampdoria. L'unico rammarico è non aver vinto qualcosa di importante con la Roma".
Difesa: Lovren o Vertonghen. Caccia al gol: Kean o Pedro
LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - La Roma, anche con il supporto di Franco Baldini, sta provando a prendere Vertonghen dal Tottenham che ha esattamente le caratteristiche che cerca il club giallorosso: integro ed esperto, arrivando a parametro zero potrebbe avere qualcosa in più sull’ingaggio.
La concorrenza però è tanta. Ecco perché resta aperta la pista Lovren e pure il sogno di trattenere Smalling.
Restando in Premier proseguono i contatti per arrivare a Pedro, che però vuole 4 milioni di stipendio, e si continua a lavorare per far restare a Trigoria Mkhitaryan. Intanto continua il corteggiamento a Kean, grande amico di Zaniolo.
Pellegrini, capitan quarantena si coccola la Roma. Ora e per il futuro…
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Qualcuno, scherzandoci su, l’ha chiamato anche Capitan quarantena. Senza nulla togliere a Dzeko, ma se c’è un giocatore che insieme al capitano bosniaco ha fatto di tutto per tenere la Roma unita in questo periodo di lockdown, quello è proprio Lorenzo Pellegrini. È fatto così: schietto, sincero, buono di animo e anche di cuore. E ci tiene a ripartire, perché ha capito che molto del futuro della Roma dipende dal fatto che quel pallone torni presto a rotolare. In questi due mesi è stato spesso al telefono, ha cercato di far sentire la sua vicinanza ai compagni più fragilidal punto di vista psicologico, ha svolto un ruolo chiave nell’accordo sul taglio degli stipendi. Insomma, la quarantena l’ha visto protagonista in prima persona. Adesso sarà da capire quale sarà il suo futuro. Fosse per lui resterebbe per sempre alla Roma, esattamente come il club vuole continuare a puntarci come giocatore e come uomo. Ci sono i conti della Roma però da sistemare e se il campionato dovesse ripartire, le possibilità di una cessione del numero 7 sono basse. In caso di stop definitivo della stagione invece si alzerebbero.