Due anni senza Pallotta. Ma sullo stadio ancora c’è una speranza
LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Era il maggio 2018 quando James Pallotta salutò per l’ultima volta Roma. I giallorossi erano appena stati eliminati in semifinale di Champions League ad opera del Liverpool e il futuro sembrava radioso. All’orizzonte, tra l’altro, anche il nuovo stadio di Tor di Valle pareva essere più vicino e dunque nessuno immaginava che il presidente sarebbe scomparso dai radar capitolini così a lungo. Ma è possibile che la questione stadio non sia tramontata, anche se per il via libera del Comune si andrà probabilmente a dopo l’estate, se non nella nuova legislatura. Il gruppo Eurnova, che detiene l’area, oltre a credere che Vitek possa tornare alla carica, sta infatti sondando anche altri potenziali acquirenti.
I medici sgonfiano il pallone
IL TEMPO - PIERETTI - La Federcalcio accoglie le indicazioni vincolanti e restrittive del Comitato Tecnico Scientifico, ma i medici sportivi insorgono per la responsabilità che il protocollo di sicurezza sanitaria ha loro assegnato. Le indicazioni del CTS graveranno infatti sulle spalle dei medici della Serie A, che dovranno assumersi la responsabilità civile e penale. La categoria non intende piegarsi: “Il protocollo sanitario dovrà essere preciso, realizzabile e semplice nella sua applicazione, altrimenti sarà difficile per un medico di una squadra di A assumersi la responsabilità in caso di nuovi contagi da Coronavirus. Molti medici sono pronti a dimettersi“.
Fonseca sorride, Diawara è pronto
IL TEMPO - BIAFORA - Recuperato al 100%. È questa la diagnosi dello staff medico della Roma su Diawara dopo i primi giorni di allenamento individuale a Trigoria. Il ginocchio del centrocampista guineano ha risposto al meglio alle sollecitazioni del campo e può considerarsi completamente recuperato: “Mi sento bene, non vedevo l’ora di tornare in campo. Se si tornasse a giocare – ha detto a Roma Radio – dovremmo andare a mille per non perdere l’obiettivo che è arrivare tra le prime quattro“. Intanto sul fronte della trattativa con il Lipsia per Schick si registrano le parole dell’agente del giocatore, Paska: “Ci sono contatti molto intensi, tutti sanno che l’importo del riscatto sarà inferiore“. Il procuratore è atteso in Germania ma la Roma è stata chiara: lo sconto sarà del 10% e soltanto se i tedeschi verseranno l’importo in un’unica soluzione.
Governo-Figc, ultimo atto
IL MESSAGGERO - BERNARDINI - Sette giorni per capire se il campionato potrà riprendere. Il ministro dello Sport, Spadafora continua a rinviare la palla nell’altra metà del campo allungando i tempi. L’ultima parola, però, spetterà al premier Conte. Ed è su questa direttrice che si muoveranno Figc e serie A. In agenda c’è un appuntamento tra il presidente del consiglio e quello della Federcalcio, Gravina. Questione di giorni. Domani o al massimo venerdì. Sarà decisivo.
Il presidente della Figc chiederà di uniformarsi al resto d’Europa: isolamento solo per il giocatore contagiato. Germania e Inghilterra sono usciti dal pantano proprio grazie a questo accordo. Di pari passo Gravina sta studiando una soluzione da proporre al governo: test capillari a immunofluorescenza. Un’idea nata grazie al presidente della Lazio, Lotito e dal medico sociale, Pulcini.
Intanto da via Allegri hanno già rispedito il protocollo rivisto e corretto al ministro della Salute e a quello dello Sport per avere il definitivo via libera agli allenamenti di gruppo da lunedì.
Il timore dei presidenti di serie A è che si torni agli allenamenti ma senza poi giocare. Sedute di gruppo e campionato non sono consequenziali. Convocando i giocatori si tornerà a pagare anche gli stipendi. E sarebbe una doppia beffa se poi il torneo non dovesse iniziare o se addirittura venisse interrotto in corso d’opera. Questione di soldi.
Quelli che le tv hanno deciso di non versare. Sky l’ha ribadito in una lettera in cui si legge anche che: “non procederà al saldo delle fatture emesse. L’ informazione sarà comunicata anche ai soggetti terzi che si siano resi cessionari dei crediti portati da dette fatture“. I presidenti sono sul piede di guerra. Immediata la risposta dell’ad di Lega De Siervo: “Dialogo aperto, ma Sky paghi l’ultima rata“.
Pellegrini, il futuro è da leader
IL MESSAGGERO - CARINA - Se volesse andare via, impiegherebbe poco a salutare. Lorenzo Pellegrini, con la sua clausola da 30 milioni, rimane un affare anche nel mercato del Coronavirus. Le offerte non mancano: Juventus, Psg, Inter e Tottenham sono alla finestra. La vita però è una questione di scelte e la sua Pellegrini l’ha fatta: restare. Poi è chiaro, se il campionato non dovesse ripartire gli scenari potrebbero cambiare radicalmente e in quel caso il club potrebbe vedersi obbligato a prendere decisioni (per lui e/o Zaniolo) che ad oggi non vuole nemmeno prendere in considerazione. Inoltre Pellegrini già si sta costruendo una sua credibilità nell’universo giallorosso. È stato lui la voce della Roma nei rapporti quasi quotidiani con l’Aic di Tommasi. Ed è toccato sempre a lui farsi promotore col gruppo del rispetto delle regole nella quarantena e dettare le linee guida (insieme a Dzeko, Fazio e Kolarov) per l’intesa con la società riguardo agli stipendi. Leader si diventa anche così. In silenzio.
Trattenere Smalling, missione quasi disperata
CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - “Chris è straordinario, è adorato dai tifosi ed è uno dei leader dello spogliatoio. È una persona incredibile, so che vuole rimanere alla Roma e io farò qualsiasi cosa per trattenerlo“. Non ha bisogno di interpretazioni il pensiero di Paulo Fonseca riguardo a Chris Smalling. Il centrale inglese è la sua priorità anche in vista del prossimo anno, ma le richieste del Manchester United complicano notevolmente le cose per una permanenza del giocatore nella Capitale. I Red Devils valutano il centrale 20 milioni, considerati troppi da Petrachi, che dunque cercherà di trattenerlo ma inizia a guardarsi intorno. Un nome tornato prepotentemente di moda è quello del croato Dejan Lovren, che già la scorsa estate era stato vicinissimo alla Roma, ma poi non se ne fece più niente. Oggi, con il contratto a scadenza nel 2021, le cose potrebbero finire diversamente. Anche il piano B è una vecchia fiamma. Si tratta di Jan Vertonghen, che a fine stagione si libererà dal Tottenham e sarà a parametro zero. Più complicata invece la pista Todibo, che piace anche a Juventus e Lipsia.
Pellegrini l’antidivo e un futuro da numero 10. Ma il Psg lo tenta
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - La clausola di Lorenzo Pellegrini continua a ondeggiare sulla testa della Roma come una spada di Damocle della quale sbarazzarsi il prima possibile. E il ds Petrachi sta trattando da mesi con il ragazzo per toglierla dal contratto. Antidivo per eccellenza, il vice-capitano della Roma, nonostante la giovane età (sta per compiere 24 anni), è più maturo rispetto ai suoi coetanei. Se Zaniolo è in ascesa dal punto di vista dell’immagine e Kluivert è apertissimo comunicativamente, qualcosa in questo senso manca a Pellegrini. O forse è la sua arma in più, che lo contraddistingue dal resto del mondo del calcio attuale. Il suo futuro lo vede alla Roma, ma il Psg è molto interessato a lui e la Roma dovrà resistere al corteggiamento del suo gioiello in una fase piuttosto delicata per il bilancio. Lorenzo sta bene nella Capitale e non ha intenzione di spostarsi, pronto, quando sarà a raccogliere la fascia indossata adesso da Dzeko.
Spadafora: "La FIGC riadatterà protocollo per ripresa allenamenti dal 18 maggio"
Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato nel corso di un'informativa al Senato:
durante un'informativa del Senato: “Credo che la FIGC possa riadeguare il protocollo in attesa della ripresa degli allenamenti. Se il campionato di Serie A riprenderà questo avverrà perché siamo riusciti a mettere in sicurezza tutti coloro che sono inclusi in questo mondo. Manteniamo la linea di massima prudenza senza farci condizionare. Sono pienamente consapevole dell’importanza non solo sociale del calcio, sarebbe paradossale non riconoscessi l’importanza di questo mondo anche perché dati alla mano, è un’industria importante del nostro paese con un giro d’affari importanti e dà al fisco oltre un miliardo l’anno ma è eccessivo l’inasprimento del dialogo, anche agli occhi degli italiani che pensano alla salute. L’altro ieri sono arrivate le valutazioni del comitato tecnico-scientifico sul protocollo della FIGC per la ripresa degli allenamenti di squadra, sono numerose e ne cito tre significative: la prima sulla quarantena di squadra dopo un primo positivo senza alcun contatto, la seconda sulla responsabilità ai medici dei club, la terza sull’enorme numero di tamponi che non vada ad impattare sui cittadini”.
“Credo che le osservazioni saranno prese in considerazione dalla FIGC che riadatterà il proprio protocollo per la ripresa degli allenamenti dal 18 maggio. Poi resterà la necessità di definire la riapertura del campionato: il campionato se riprenderà come tutti auspichiamo lo farà perché saremo arrivati a questa decisione dopo una serie di attività che avranno consentito di riprendere in totale sicurezza per tutti. Non era possibile decidere solo per una fretta irresponsabile o per le spinte di qualcuno. D’altronde tutti i paesi hanno dovuto analizzare la curva dei contagi prima di prendere una decisione. Il Governo ha tenuto una linea precisa e coerente di prudenza, mentre abbiamo visto cambiare opinione da parte di molti presidenti. Abbiamo coerentemente tenuto sempre la stessa linea senza farci condizionare”.
“Qualcuno si è chiesto come mai se in un supermercato una cassiera risulta positiva non si chiude il negozio mentre nel caso di una squadra si prescriva che vada tutta in quarantena. La risposta è banale, nel supermercato è possibile tenere il distanziamento e utilizzare le mascherine, al contrario nel calcio che è per sua natura uno sport nel quale non è possibile. I calciatori devono marcarsi e assembrarsi in area di rigore. Per questo nasce l’autoisolamento per tutti, Siamo consapevoli che necessità di terminare i campionati nasce non solo da questioni sportive ma anche da legittime e indiscutibili ragioni economiche, essendo legata al tema dei diritti televisivi da cui dipende tutto il sistema ma anche molte squadre fortemente indebitate”.
Frattura al polso per Pau Lopez
ANSA - Primo infortunato in Serie A dopo la ripresa degli allenamenti: il portiere della Roma Pau Lopez infatti ha subìto la microfrattura del polso durante la seduta di preparazione. Per il giocatore giallorosso si prevedono tre settimane di stop.
Krosche, DS Lipsia: "Non sarà possibile per noi pagare l'importo completo per Schick"
Patrick Schick, di proprietà della Roma, è attualmente in prestito al Lipsia e vorrebbe restarci anche nelle stagioni a venire. Il riscatto del giocatore è fissato a 28 milioni (29 in caso di qualificazione in Champions League dei tedeschi). Ma questa cifra, come riferito dal DS Krosche ai microfoni della Bild, è troppo alta:
"Non sarà possibile per noi pagare l’importo completo per il riscatto di Schick. Vogliamo trovare una soluzione".
Assemblea di Serie A, la maggioranza dei club vota per la ripresa al 13 giugno
E' in corso un'assemblea tra i 20 club di Serie A per decidere la data di un'eventuale ripresa. Da quanto emerso, e come riferito da tuttomercatoweb.com, la maggioranza dei club ha votato per il 13 giugno come data per la ripresa.
Adesso si aspetta la risposta del Goveno che, come detto dal Ministro Spadafora, si prenderà ancora del tempo per decidere e dare il via livera alla ripartenza del campionato.
Lettera di Fonseca: "Difficile immaginare di giocare senza l'abbraccio dei tifosi"
Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha inviate una lettera ad A Bola, in cui ha parlato delle sensazioni provate durante la quarantena e lontano dal lavoro e dagli affetti familiari:
"Quasi sessanta giorni di isolamento. Inimmaginabile una separazione del genere con il mondo, soprattutto con il mio mondo.
Devo confessare, egoisticamente, che questa separazione mi ha donato alcuni momenti di felicità che la mia professione, di solito, non mi permette di avere.
Il tempo mi ha abbracciato con calore, regalandomi semplici momenti trascorsi a casa, con mia moglie e mio figlio.
Ma il tempo ha anche alimentato un sentimento di enorme mancanza nei confronti del resto della mia famiglia, un incredibile desiderio di riabbracciare i miei altri due figli, che sono in Portogallo, i miei genitori e gli altri familiari.
E poi il tempo mi ha costretto a pensare e riflettere in modo diverso, ha anche generato dubbi e incertezze.
Non sono uno di quelli che sostengono con forza che il mondo cambierà completamente, ma sono convinto che ci saranno perdite a tutti i livelli, che non potremo recuperare mai.
Torniamo al mio mondo, il mondo del calcio. Anche qui si percepiscono gli immensi cambiamenti in arrivo.
Durante questo periodo di quarantena ho cercato di scacciare pessimismo e paura: credo che il mio mondo diventerà più forte e unito che mai. Fino al nostro ritorno è necessario prendere decisioni immediate e prenderle ora è quasi come arbitrare una partita senza fischietto e senza cartellini
Presto ci tornerò, nel mio mondo. Finalmente. Ma, da quanto si intravede, so già che tornerò in un mondo che sarà comprensibilmente diverso.
Protocolli rigidi e necessari stanno trasformando la nostra quotidianità: allenamenti individuali, equipaggiamento dei giocatori a casa o nelle loro stanze dei centri di allenamento, divieto di incontri e tutto il resto.
E, quando si tornerà a giocare, bisogna rispettare una serie di altre misure. Tutti quanti, in modo da poter vivere in sicurezza. Sono misure indispensabili, che trovano il mio sostegno.
Ma è difficile per me immaginare...immaginare di giocare senza la passione dei tifosi e soprattutto di giocare senza QUELL’ ABBRACCIO.
Sì, QUELL’ ABBRACCIO con cui celebriamo il momento più alto del calcio, il gol. Il momento in cui il giocatore che segna viene schiacciato in mezzo a tanti abbracci, il momento in cui corre nella direzione di colui che lo ha sostenuto per abbracciarlo e dedicargli il gol. Io come festeggerò? Non abbraccerò più i miei assistenti come faccio di solito? Quanto è stata emozionante la mia carriera nel celebrare questa magia. E che momenti ho avuto quando QUELL’ ABRACCIO ha deciso il mio destino.
Nel mio primo anno di Shakhtar, e in una partita in cui siamo passati da 0-2 a 3-2 negli ultimi minuti di gioco, tutti i giocatori sono venuti ad abbracciarmi per festeggiare l'ultimo gol. Non lo dimenticherò mai. E a Braga, con il gol di Marcelo che ci ha regalato la Coppa nazionale. Non lo dimenticherò mai. O a Paços (de Ferreira), con il gol di Manuel José che ci ha qualificato per i playoff di Champions.
O ora a Roma, con il gol all'ultimo minuto di Dzeko a Bologna. Sono così tanti i gol che finiscono con QUELL'ABBRACCIO che non dimenticherò mai.
Come sarà senza QUELL’ ABBRACCIO all'inizio o alla fine della partita all'allenatore avversario? Qui in Italia ci sono molte persone che mi piace abbracciare, per vari motivi. E come sarà confortare i nostri giocatori, nei momenti difficili, senza QUELL’ ABBRACCIO? E come sarà quando vinceremo titoli e trofei senza QUELL’ABBRACCIO? E come sarà guardare gli spalti senza intravedere QUELL’ABBRACCIO tra i tifosi?
Ma devo confessare che la cosa più difficile da immaginare è lo spogliatoio senza QUELL’ABBRACCIO. Forse per chi non ha mai condiviso questo spazio sacro è difficile da capire. Ma immaginate le tonnellate di energia presenti in QUELL’ABBRACCIO. Soprattutto prima della partita. Quel semplice gesto che trasmette ciò che le parole non possono trasmettere. Questi sono momenti di grande importanza per me. E la maggior parte dei giocatori lo capisce.
Oggi ho con me un calciatore che capisce e vive quel momento come nessun altro, Fazio. Che ABBRACCIO! Che emozione! Che energia! Incredibile! Il calcio, ne sono sicuro, non sarà lo stesso senza QUELL’ABBRACCIO.
Ci sono tantissimi abbracci con molta più importanza degli abbracci nel calcio in questo momento, lo so. E so anche che presto torneranno tutti quegli abbracci che hanno molta più forza e significato nella nostra vita. E poi con tutti gli altri abbracci tornerà QUELL’ABBRACCIO. E il calcio continuerà ad essere lo spettacolo più emozionante del paese, come è sempre stato".