Balzaretti: "Amo la Roma ed i romanisti. Il gol derby il più emozionante della mia carriera"

Federico Balzaretti, ex giocatore della Roma, ha parlato ai microfomi di TMW Radio raccontando la sua carriera e dando un suo parere su quanto sta succedendo in Italia:

Si riprenderà a giocare secondo te?
"Mi auguro con tutto il cuore che il calcio dia una grande risposta. Una volta finita l'emergenza, se ci comportiamo come si deve, spero che il calcio sia il motore di questo Paese. Magari si riuscisse a finire la stagione, anche in estate. Sempre se questo virus ce lo permetterà. I tifosi ora devono avere grande pazienza e unirsi contro questo male".

Che anni con Palermo e Roma...
"Sono stati anni stupendi quelli di Palermo. Il gol al derby è stato uno dei più emozionanti della mia carriera e si è visto anche con l'esultanza. È stata una grande condivisione con il popolo romanista, che amo come la squadra".

Chi ti assomiglia?
"Luca Pellegrini del Cagliari, anche qualitativamente e come forza fisica è più forte di me. Nel modo di giocare, nella falcata e nel dinamismo, mi rivedo in lui".

Hai promosso una bella iniziativa con gli ex giocatori del Palermo..
"Sono dei fondi per i buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Volevamo fare qualcosa per questa città che ci ha dato tanto. Così ridiamo almeno in parte l'amore che ci hanno dato. Ci sono Miccoli, Ilicic, Pastore e tanti altri. Hanno condiviso il messaggio anche Chiellini e Dybala, quest'ultimo con un messaggio video. Ci preoccupiamo di famiglie che non hanno la nostra stessa fortuna".


L'aggiornamento sui rimborsi per le partite contro il Siviglia di Europa League

AS Roma desidera aggiornare i tifosi relativamente al rimborso dei biglietti acquistati per le partite degli ottavi di finale di Europa League che si sarebbero dovuti disputare il 12 e 19 marzo.

Partita SIVIGLIA-ROMA del 1 marzo

CANCELLAZIONE ACQUISTO VOUCHER SU ASROMA.COM

Tutte le operazioni di acquisto del voucher valido per il ritiro del biglietto presso lo Store di Piazza Colonna sono state automaticamente annullate e stornate.

L’importo pari al valore del biglietto valido per l’ingresso allo stadio Sanchez Pizjuan verrà restituito sulla carta di credito o il conto Paypal utilizzati per l’acquisto online.

I tempi di accredito possono variare in base a termini e condizioni di utilizzo della carta di credito o conto Paypal.

 

 

Partita ROMA-SIVIGLIA del 19 marzo

 ACQUISTI EFFETTUATI ONLINE SU ASROMA.COM

 Tutti i biglietti acquistati sul sito ufficiale www.asroma.com, sono stati automaticamente annullati nelle scorse settimane. I tempi di accredito degli importi possono variare in base a termini e condizioni di utilizzo della carta di credito o conto Paypal utilizzati.

ACQUISTI EFFETTUATI PRESSO I PUNTI VENDITA 

  • AS ROMA STORE: i tifosi potranno richiedere il rimborso recandosi presso lo stesso punto vendita in cui si è precedentemente acquistato il biglietto. Sarà necessario presentare i biglietti in originale o la e-mail di conferma dell’acquisto. Dovranno inoltre essere esibiti i documenti degli intestatari dei biglietti per validare l’annullo e il rimborso.

  • PUNTI VENDITA VIVATICKET: i tifosi potranno richiedere il rimborso recandosi presso lo stesso punto vendita in cui si è precedentemente acquistato il biglietto. Sarà necessario presentare i biglietti in originale. Sarà rimborsato l’importo di pari valore dei biglietti restituiti. Dovranno inoltre essere esibiti i documenti degli intestatari dei biglietti per validare l’annullo e il rimborso.

Il calendario relativo al rimborso presso gli AS Roma Store e i Punti Vivaticket sarà reso noto nelle prossime settimane in base all’evolversi della situazione di emergenza sanitaria nazionale.

Ulteriori dettagli disponibili cliccando qui.


Totti: "Dopo il ritiro avevo opportunità, ma la mia scelta di vita era di indossare un'unica maglia"

Francesco Totti, leggenda ed ex capitano della Roma, è intervenuto in diretta su Sky Sport tramite videochiamata:

Come passi il tempo a casa?
"La giornata è lunga ma per fortuna ho una famiglia che mi sostiene e stiamo sempre dietro ai bambini, tra compiti, giochi, palestra il tempo passa".

C'è qualche film che ti piace particolarmente e che rivedresti?
"In questi 20 giorni abbiamo scaricato Netflix tra Serie Tv e film. La sera è l'unico modo per passare il tempo e da stasera inizierà la Casa di Carta".

Cosa state facendo per aiutare lo Spallanzani?
"Non ci saremmo mai aspettati di trovarci in queste condizioni, un problema reale, serio. Abbiamo comprato 15 macchinari, abbiamo raccolto quasi 350.000 euro che utilizzeremo nel migliore dei modi, prendendo autoambulanze, macchinari per salvare quante più persone possibili. Con i campioni del mondo 2006 abbiamo realizzato un'iniziativa con la Croce Rossa e abbiamo ottenuto una bella somma".

Domanda di Lippi: non credevi di poter recuperare per il mondiale 2006. Alla fine ci sei riuscito con una gran forza di volontà
"A febbraio ebbi quell'infortunio molto serio. La sera stessa Mariani mi operò per la frattura del perone e la rottura dei legamenti. Fu un intervento duro, mi passò in testa qualsiasi cosa, ero sicuro che non sarei riuscito ad andare ai mondiali. Mariani mi disse dopo l'intervento che aveva fatto tutto e che sarebbe toccato a me di recuperare. Il giorno dopo ebbi questa bellissima sorpresa con la visita di Lippi. Vidi la volontà, l'amore e la voglia che mi trasmise il mister con quel discorso. Mi diede la forza di uscire dal tunnel lungo e buio con la voglia di partecipare al mondiale. Sapevo sarebbe stato l'ultimo. Grazie al mister e ai compagni ho avuto la forza in più per partecipare e vincere il trofeo più importante si possa vincere".

Come mai hai lasciato presto la Nazionale?
"Era una decisione presa prima di farmi male. Ogni anno facevo quasi 60 gare e avevo un problema alla schiena e dovevo mettere da parte qualcosa. Non potevo mettere da parte la Roma, anche perché non giocando con la Roma non sarei potuto andare in nazionale. La Roma è stata tutto, la vita, il mio percorso più bello. Fortunatamente ho chiuso l'avventura in nazionale vincendo il mondiale".

Domanda di Del Piero: Siamo cresciuti insieme. Le nostre carriere sono simili. Come vedeva la figura mia e della Juve nei confronti della sua figura e di quella della Roma. Com'è stata vissuta nell'arco della sua carriera?
"Ci hanno messo sempre in competizione, hanno cercato di metterci contro ma vendo due caratteri quasi simili ci siamo uniti sempre di più. Ci siamo capiti l'un contro l'altro. Ognuno ha sostenuto l'altro. Avevamo e abbiamo un gran rapporto e nessuno ce lo toglierà".

De Rossi ha chiuso la carriera con un'altra maglia. Tu l'avresti fatto avendo l'opportunità?
"Rispetto ciò che ha fatto Daniele, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Di opportunità ne ho avute a fine carriera, sia all'estero che in Italia ma ero dubbioso. Io volevo continuare, sentivo di poter dare ancora qualcosa ma alla fine un anno o due non avrebbe cambiato nulla. La mia scelta di vita era di indossare un'unica maglia e fare un anno fuori avrebbe cambiato tutto, avrei cancellato tutto".

Chi ti ha chiamato dall'Italia?
"La Samp mi voleva a tutti i costi, Ferrero ha un debole per me, è romano e romanista".

La Samp ti voleva anche all'inizio della carriera
"Se non ci fosse stato il torneo Città di Roma con Ajax e 'Gladbach io la settimana dopo sarei andato alla Samp. Il mister non mi vedeva bene ma quella serata cambiò tutto. Fortunatamente sono riuscito a rimanere in questa splendida città. Chi lo sa dove sarei andato".

Se non avessi fatto il calciatore, quale altro sport avrebbe fatto?
"Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto qualsiasi sport. Ultimamente mi trovo bene con il padel, avrei giocato a tennis. Avrei fatto il benzinaio anche per l'odore della benzina".

Domanda di Mangiante: Sei amico con Federer. Cosa vi lega? Lui disse che tu sei stato una fonte di ispirazione per giocare fino a 40 anni. Sei andato anche a vederlo giocare nell'ATP Finals di Londra, com'è andata?
"Lui per me è il tennis, è un mio amico. Spesso ci sentiamo via messaggio. Lui non parla italiano, io non parlo inglese, con translate è più semplice. Purtroppo siamo lontani, lui è sempre in giro per il mondo, io prima giocavo e non potevo muovermi tanto. C'è stima reciproca, mi identifico tanto con lui. Quando lui fa punto è la normalità, come quando io facevo un passaggio di prima mentre per altri sarebbe impossibile fare queste cose. Lui è il tennis, un personaggio esemplare, positivo, lui è Federer".

Giannini?
"Avevo il poster suo nella casa a San Giovanni".

Domanda di Giannini: Ci sono tante cose che ci legano, i colori giallo e rosso, il numero e il pezzo di stoffa portato al braccio importantissimo. Quando vuoi ci sfidiamo a tennis
"Accetto la sfida volentieri. Lo ringrazio perché quando avevo 16 anni mi ha dato tanti consigli. Sono stato molto fortunato ad averlo vicino. Quel pezzetto di stoffa è diverso da tutto il resto: per noi romani significava tanto, portare più in alto possibile i colori della Roma. Essere capitano della Roma è un vanto, un privilegio, un onore che tutti i bambini vorrebbero realizzare".

Che emozioni ricordi di tre anni fa?
"È come se non fossero passati tre anni. Spesso e volentieri riguardo quella giornata indimenticabile, nella quale si racchiude tutto il mio amore per questa squadra, per i colori e per i tifosi. Ricordo tutto, speravo non arrivasse mai la fine. Quando ho fatto la passerella non avrei voluto salutare alcune persone, ma per quello che c’era intorno ho dovuto mettere tutto da parte. È un giorno bello e brutto allo stesso tempo. Brutto perché ho smesso di giocare, bello per l’amore che mi ha dato la gente quel giorno. Non pensavo si potesse piangere così, non ho retto nemmeno all’emozione. Sapevo cosa sarebbe potuto succedere in quella partita e li ringrazierò per sempre perché mi hanno dato e mi danno ancora tanto. Il campo per me era tutto, sapevo quello che potevo dare e contraccambiavo in campo lo facevo per far contento questo popolo che, per la Roma, farebbe qualsiasi cosa. So cosa significa essere romani e romanisti, cosa significa vedere la Roma dalla Curva o dalla Tribuna. I romani sono questi e sono fiero".

Quale partita vorresti rivedere tra Roma-Parma del 2001, Lazio-Roma 1-5, Roma-Juve 4-0 e Inter-Roma 2-3 con quel pallonetto?
"Tutte e 4 le gare hanno un sapore diverso. Il pallonetto è tra i più bei gol della carriera, con la Juve c'è sempre stata rivalità e fu una gara stratosferica. Nel derby ci fu la dedica a Ilary (Sei unica), magari se non avessi fatto quel gol non avrebbe mai visto quella e non l'avrei mai sposata. Roma-Parma è la gara dello scudetto, dico quella".

Domanda di Pizarro: tra il gol di San Siro e il gol contro la Samp quale scegli?
"Il Peq è il numero uno, un figlio di una buona donna (ride ndr). Veramente un simpaticone, fa scherzi quotidianamente. Quando gli rode è un permalosone. Comunque tra i due gol".

Domanda di Bergomi: Quanto ti piaceva giocare qui a San Siro, quali emozioni ti dava?
"La scala del calcio, dopo l'Olimpico lo stadio più significativo, min dava emozioni, lì tra Inter e Milan ho fatto tanti gol per fortuna, con prestazioni ad alto livello. Lì erano abituati a vedere i campioni. Uno stadio dove ti veniva voglia di giocare".

Il tuo rapporto con il primo Spalletti? Cosa è successo dopo?
"Sono stati due personaggi diversi. Il primo Spalletti è stato top, come un secondo padre, una persona con cui stavo quasi h24. Il secondo Spalletti ha avuto le sue ragioni, ha voluto non dico mettermi i bastoni tra le ruote ma le cose non sono andate come avrei voluto. Ho cercato di tenere la testa alta e fare il mio meglio anche se ero in difficoltà".

Dopo aver segnato di rovesciata al derby cosa hai pensato?
"Quello era un derby ormai perso, perdevamo 2-0 e poi nella ripresa siamo rientrati con un'altra mentalità e cattiveria e voglia di ribaltare il risultato. Mi sono trovato al posto giusto al momento giusto in entrambi i gol. Il secondo è stato molto difficile: a quell'età fare un balzo del genere non è facile".

Hai una bella amicizia con Simone Inzaghi. Qual è stato il giocatore della Lazio con cui hai avuto più rivalità?
"Con Simone ho un bellissimo rapporto, c'è rispetto reciproco, abbiamo giocato in nazionale, condividiamo tanti amici. Lui è tra gli allenatori più forti della Serie A, sta facendo grandi cose. Rivalità con Nesta, con cui ho un ottimo rapporto".

Da tifoso romanista come stavi vedendo l'ascesa di una Lazio straordinaria. Saresti stato contento per l'amico Inzaghi o avresti preferito non vincesse il campionato?
"Sarei stato contento se avesse allenato un'altra squadra. Da tifoso della Roma spero si fermino il prima possibile. Sono quelle annate in cui ti dice tutto bene. Spero ci possa essere un black out il prima possibile".

Domanda di Marchegiani: ero presente a Roma-Torino quando entrasti a pochi minuti dalla fine e, con due palloni toccati, facesti vincere la tua Roma. Cose che fanno solo i più grandi. Perché oggi così pochi numeri 10 come tu e Del Piero?
"Del Piero va visto e rivisto nelle scuole calcio di tutto il mondo. Trovare un altro numero 10 non sarà facile perché ognuno ha le sue caratteristiche, il suo metodo di giocare. Bisogna puntare tanto sui settori giovanili e non cercare all'estero gli stranieri".

Domanda di Assogna: con la tua società di Scouting hai già individuato dei profili interessanti e hai già chiamato questi giovani calciatori e che reazioni hanno avuto?
"Eravamo partiti con questo progetto ma ora siamo un po' bloccati, anche se stiamo lavorando lo stesso. Vorrei trovare un altro Totti. Cercherò in tutto il mondo, in Italia e in Europa. Cercherò di farli crescere nel migliore dei modi. Ho preso qualche giovane e lo crescerò come ho sempre voluto fare col mio pensiero. Riuscirò a trovarlo".

Che idea ti sei fatto di Fonseca?
"In questo momento, la Roma è alti e bassi e purtroppo siamo abituati a questo. Fonseca è un grandissimo allenatore che sta capendo il calcio italiano, sta capendo Roma e tante cose. Me ne parlano tutti bene, in primis i giocatori. Con alcuni innesti precisi della società, possiamo fare un grandissimo campionato l'anno prossimo"

Da sottolineare il possiamo
"Anche se sono fuori da Trigoria il mio cuore è lì dentro".


Lega Serie A, ripresa dell'attività sportiva quando le condizioni sanitarie lo permetteranno

Si è tenuta quest'ggi l'Assemblea di Lega Serie A, di seguito il comunicato che spiega di cosa si è discusso:

"Si è svolta oggi pomeriggio l'Assemblea della Lega Serie A, alla presenza di tutte le Società collegate in video conferenza. 
In riunione è stata rappresentata la posizione emersa dal tavolo di lavoro tra UEFA, ECA e Leghe Europee svoltosi ieri. Riguardo alla possibile disputa delle restanti partite di Serie A TIM e di Coppa Italia, la Lega Serie A considererà la ripresa dell'attività sportiva quando le condizioni sanitarie lo permetteranno, attenendosi, come ha sempre fatto, ai decreti del Governo e tenendo in primaria considerazione la tutela della salute degli atleti e di tutte le persone coinvolte. 
Nell'affrontare i diversi scenari, che restano tuttora incerti, la Lega Serie A, con la partecipazione dei rappresentanti delle Società, proseguirà nei prossimi giorni, attraverso i tavoli di lavoro già costituiti, ad analizzare l'impatto e le conseguenze del Covid-19 a livello medico, economico, normativo, sportivo e di risk assessment per i Club e la stessa Lega Serie A".


AIC, Tommasi: "La situazione è seria ed ancora imprevedibile. Non si può tornare all'attività calcistica"

Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, è intervenuto ai microfoni di Radio Marte per parlare della possibilità di riprendere il campionato e del taglio degli stipendi:

Sulla possibilità di tornare in campo
Siamo tra una riunione e l’altra e sono sempre più spesso e più lunghe, visto che sono da casa. Non so chi mi critichi e chi mi dia schiaffi, ma la situazione è seria e ancora imprevedibile. Difficile prevedere quando finirà, ma da alcune settimane abbiamo delle certezze, ovvero quella che bisogna stare a casa, che non si può giocare a calcio e che non ci si può allenare. Non si può tornare all’attività calcistica normale, anche perché in questo momento l’emergenza, oltre che la Lombardia, riguarda l’intero paese. Noi che ci occupiamo di calcio dobbiamo andare avanti e capire settimanalmente cosa si può fare e quali siano le posizioni. Oggi l’agenda non la dettiamo noi, né la Fifa, né la Uefa, ma la comunità scientifica, in base ai dati che arrivano quotidianamente da tutti i paesi. Ricordiamo che questa è una pandemia, non è un tema che riguarda Bergamo o l’Italia”.

Sulle misure da tenere in caso di ritorno in campo
Il problema è che ci si illude che il parere della maggioranza possa determinare le scelte. Conta quello che dice la comunità scientifica in base ai dati e alle misure che si devono contrapporre a essi. Inoltre sarà importante che la ripresa delle attività sia graduale e progressiva. Sul tema della salute dei ragazzi bisogna vedere se chi è stato contagiato ha qualche cicatrice o addirittura danni permanenti che possano comprometterne l’idoneità fisica per l’attività agonistica. È un tema da tenere sotto controllo, vedremo anche il protocollo che verrà formulato. Dovremo controllare non solo i calciatori, ma tutti quelli che lavorano intorno. Anche per quanto riguarda i mezzi di trasporto, per esempio. Su questo ci stiamo lavorando, perché la sicurezza viene al primo posto. Non vediamo l’ora di metterci a lavoro e tornare a giocare. È fuorviante discutere di quanti club vogliano ripartire o meno, lo stesso per le Leghe, ripeto, non c’è un discorso di maggioranza”.

Sul taglio degli stipendi
Con la Lega finora abbiamo avuto più discussioni attraverso i giornali che tra di noi, l’esito dell’assemblea ci darà un suggerimento su come andare avanti. Bisogna sottolineare i casi specifici, perché ad esempio chi è in scadenza non può avere lo stesso trattamento di chi ha un contratto di cinque anni. Le situazioni individuali le devono sbrigare i club con i giocatori. Il nostro obiettivo è che società e calciatori trovino l’accordo, vogliamo aiutare le parti a essere in sintonia, non alimentari contrasti. Qualsiasi discorso di riduzione, spostamento o sospensione degli stipendi dipenderà anche dall’eventuale ripresa della stagione in corso. I calciatori sono disponibili a fare la loro parte, ma se dall’altra parte non c’è qualcuno disposto a fare la propria vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa. Bisogna capire che tutti in questa fase dovranno perdere qualcosa. Quando si parla di stipendi bisogna fare la differenziazione tra le categorie, ci sono quelle non professionistiche ma in cui di fatto ci sono calciatori che giocano a calcio come prima attività. Bisogna trovare il modo di tutelare al 100% queste fasce di reddito. Il problema vero della Lega Pro è che non si può pensare di tagliare stipendi a cuor leggero, perché lì sono necessari per la sussistenza”.

Su quanto successo in Belgio
Quella del Belgio per ora non è una decisione, ma una proposta, vedremo se si farà. In Olanda invece si vuole riprendere, ma poi hanno gli allenamenti sospesi fino a giugno. Il mio timore è quello di non riuscire in una ripresa graduale in Italia, perché se appena appena si aprono le porte non seguiamo più le direttive della comunità scientifica si rischia di tornare al punto di partenza. La ripresa della stagione dipende dalla condizione del paese e non del referendum di favorevoli e contrari”.


Serie A, ecco le date: si parte con i recuperi

IL MESSAGGERO - La Lega di Serie A è sempre più convinta di poter riprendere a disputare il campionato in corso, evitando di dover assegnare il titolo a tavolino o peggio ancora lasciarlo vagante. Ciò che è emerso nella giornata di ieri durante la conference call con la Uefa è che si tenterà di tornare in campo domenica 24 maggio, addirittura dopo la data che lo stesso presidente Gravina aveva ipotizzato, ossia il 20 maggio. Per domani è  stato convocato un altro consiglio di Lega in cui si cercherà di fare il punto della situazione, mentre le squadre attendono di conoscere la data per ricominciare ad allenarsi. Si ipotizza di poter riprendere le attività tra il 15 e il 18 aprile, visto che per ora il Governo ha bloccato ogni attività sportiva solo fino al 13 aprile. Bisognerà però aspettare e valutare giorno per giorno l'evolversi della situazione.


Scudetti e Coppe in piena estate

IL MESSAGGERO - Nella giornata di ieri in conference call si sono riuniti i rappresentanti delle 55 leghe nazionali più i delegati della Uefa per provare a trovare una soluzione per la conclusione dei campionati e delle competizioni europee. Ciò che è emerso è stata la volontà di voler portare a termine tutti i campionati prima di poter disputare le rimanenti partite di Champions League ed Europa League. L'idea sembra essere quella di scendere nuovamente in campo da domenica 24 maggio per poter concludere così entro il 15 luglio, lasciando spazio subito dopo alle rimanenti partite di Coppa, che dovrebbero vedere l'assegnazione dei titoli entro la metà di agosto. A prevalere alla fine è la volontà di tornare in campo per evitare di perdere ancora altri introiti, si stima infatti che non portare a termine il campionato solo per la Serie A poterebbe a perdite che si aggirerebbero intorno ai 700 milioni di euro. Proprio per questo motivo le dichiarazioni di Gravina rispecchiano la voglia di poter tornare a concludere il campionato non appena sarà possibile. "La finestra di fine maggio, fino al 15-31 luglio sarebbe quella che io individuerei, in modo da avere tutto il tempo per iniziare a programmare la stagione 2020-21".


Roma, conti in rosso e incertezza

IL MESSAGGERO - CARINA - L'emergenza coronavirus ha bloccato la trattativa per la cessione della Roma e, nel medio lungo periodo, continuerà a creare gravi disagi a James Pallotta. Infatti il valore del club stabilito a dicembre tra lui e Friedkin non dovrebbe rispecchiare più la cifra che il magnate di Boston dovrà richiedere. Quella cifra di 704 milioni verrà rapidamente modificata, considerati i mancati introiti da questa stagione, visto che anche se dovesse ripartire il campionato si farà a porte chiuse. A fine anno la società giallorossa stimava perdite intorno ai 110 milioni di euro, ma venivano considerati nel calcolo gli introiti delle partite. Adesso non è chiaro cosa accadrà e quanto questa situazione graverà sulle finanze della Roma. Una boccata d'ossigeno arriva però dalla Uefa, dove nella riunione di ieri è stato deciso di allentare alcuni paletti del Fai Play Finanziario.


Sogno Pedro. La Roma inizia il secondo round: ma c’è la concorrenza araba

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Già a gennaio la Roma si era avvicinata a Pedro. I giallorossi volevano il giocatore in prestito, ma essendo disposto il Chelsea a cederlo solo a titolo definitivo, non se ne fece nulla. Lo spagnolo però ha il contratto in scadenza a giugno e potrebbe dunque essere un’occasione da cogliere. L’ostacolo è l’ingaggio da 5 milioni ed è per questo che dovrà essere battuta la concorrenza del riccoAl Sadd di Doha, club allenato dall’amico Xavi. Il giocatore comunque lascerà i Blues e la Roma è pronta a puntare con forza su di lui. Sembra più difficile invece che Petrachipossa percorrere la pista Gotze.


Micki, una mira da cecchino: Fonseca non vuole perderlo

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Nel mese più complicato, ma al tempo stesso più bello della sua vita, quello in cui si è goduto a casa il primogenito Hamlet, Henrikh Mkhitaryan ha parlato spesso con il suo agente, Mino Raiola. E a lui ha ribadito quanto detto a Petrachi: se dipendesse da lui, vorrebbe restare alla Roma anche il prossimo anno. Difficile immaginare un rinnovo semplice del prestito, più facile immaginare un acquisto tramite un obbligo di riscatto, se tutte le condizioni di incastreranno (compresa una riduzione dell’ingaggio). Di certo, il capitano dell’Armenia comunicherà anche all’Arsenal la sua volontà, per la gioia di Fonseca, che spera resti in giallorosso. I numeri del giocatore infatti, nonostante diversi problemi fisici, sono brillanti: 6 gol e 4 assist in appena 17 partite.


Pronti a tornare: la Serie A richiama i suoi campioni

LA GAZZETTA DELLO SPORT - BREGA - Non sono vacanze estive e nemmeno pause invernali per tirare il fiato. Sono viaggi per ricongiungersi ai famigliari, assistere alla nascita di un figlio, per curare problemi fisici o semplicemente per trascorrere questo periodo di attesa nei luoghi più cari. Il gruppo di giocatori della Serie A che ha lasciato l’Italia è abbastanza ampio, ma non uniforme. Sostanzialmente ci sono delle squadre, come Juventus, Parma e Inter, che vedono la loro rosa in gran parte in giro per il mondo; ci sono poi i casi singoli, come Leao e Ibrahimovic per il Milan e Ribery per la Fiorentina; ci sono infine i giocatori del Torino, del Verona, del Lecce, dell’Atalanta, del Napoli, della Roma, del Sassuolo e dell’Udinese che sono rimasti tutti in Italia. I periodi di quarantena sono terminati secondo scaglioni differenti. L’isolamento e il rispetto verso gli altri e verso se stessi invece non avrà scadenza se non quando le istituzioni della sanità diranno che si può tornare poco alla volta ad affrontare la nuova normalità. Ecco perché perché ad ora nessuna società ha lanciato lo sguardo oltre al 13 aprile. L’Italia e il Mondo sono ancora chiusi e, di conseguenza, anche i giocatori.


Villar, la quarantena e gli esami universitari: “Ora ho tutto il tempo”

IL CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Se, come ha spiegato qualche giorno fa, Aleksandar Kolarov nel giorno del suo arrivo nello spogliatoio della Roma lo ha praticamente obbligato a chiamarlo “signore“, tra qualche tempo Gonzalo Villar potrà pretendere che il servo lo chiami “dottore“. È per quello, oltre che per diventare un grande calciatore, che sta lavorando in questi anni il centrocampista spagnolo. Il ragazzo è iscritto all’Università cattolica Sant’Antonio di Murcia, che ha tra i proprio iscritti molti atleti spagnpoli, e frequenta il corso di laurea quadriennale in amministrazione e gestione delle imprese. Ovviamente non è semplice per lui conciliare l’impegno professionale calcistico con quello universitario, ma ci sta provando e al momento ha superato 4 esami. Adesso, essendo costretto a stare a casa, gestisce meglio l’impegno, come dichiarato da lui stesso: “Ho scelto questa facoltà perché mi piaceva il piano di studi e le materie che avrei dovuto affrontare, ora ho sicuramente più tempo rispetto a quando si giocava“.