Malagò: "Non lo so se la trattativa tra Pallotta e Friedkin sia terminata, sicuramente il Coronavirus non ha aiutato"
Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante una lunga intervista al programma radiofonico radio incontro olympia. L'imprenditore romano si è espresso anche sulla Roma, in particolare sulla trattativa tra Pallotta e Friedkin per la cessione del club. Si è espresso anche in merito alla ripartenza della Serie A in seguito all'emergenza coronavirus. Questo uno stralcio dell'intervista:
«Non lo so se la trattativa sia terminata, sicuramente il Coronavirus non ha aiutato. Questo è poco ma sicuro».
«Se c'è egoismo da parte di tutti i presidenti dei Serie A sul fatto di voler giocare o no? Si, tutti hanno in qualche modo un condizionamento da una posizione di classifica, non mi sento di dire che ci sono buoni e cattivi. Questo forse è nella natura umana che ci possono essere delle spinte, in virtù anche del fatto che nel momento in cui si è fermato tutto uno era ad un punto dalla retrocessione o dallo scudetto».
AIC, Calcagno: "Sono tutti preoccupati. Bisogna valutare se ci sono le condizioni per ripartire"
Umberto Calcagno, vice presidente dell'AIC, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport per spiegare la situazione del calcio italiano:
Giocare le partite di pomeriggio durante la ripresa?
"Ho giocato per tanti anni nei campi di serie C del sud alle 15, e posso assicurare che non è facile. Spero che su questo si possa ragionare, ma andiamo per step. Noi stiamo aspettando i protocolli che sono in corso di validazione, è in programma per il prossimo 28 maggio una riunione importante, vediamo cosa uscirà fuori".
Si è parlato molto della questione stipendi dei calciatori. Siete preoccupati?
"Siamo molto preoccupati. La Federazione, con le norme emanate l’altro ieri, per cinque mesi e mezzo non controllerà nessun pagamento. Quindi per le società di Serie A, che avevano il controllo previsto al 31 di maggio per le mensilità di gennaio, febbraio e marzo, è stato tolto il controllo della mensilità di marzo. Quindi capite bene che per cinque mesi e mezzo non ci saranno stipendi. Posto che Marzo, aprile e maggio sono stati spostati all’ammissione al campionato, ma se i campionati andranno avanti, come ci auguriamo tutti, le iscrizioni verranno fatte a fine agosto. Noi dobbiamo considerare che non esistono solo i calciatori di Serie A, ci sono giocatori di Serie B e Serie C. Ricordo che il 70% dei calciatori di Serie C hanno un ingaggio lordo non superiore a 50mila euro; ecco a loro non controlliamo nulla per cinque mesi e mezzo. Vi sembra normale una cosa di questo tipo? Si sta ragionando su come rientrare in campo e ad oggi, l’unico presupposto deciso, è che si tornerà in campo senza esser pagati. Mi sembra una situazione assurda".
I calciatori sono tranquilli e sicuri di scendere in campo? Hanno espresso preoccupazioni?
"Sono tutti preoccupati, tutti i professionisti, non solo i calciatori. Io faccio l’avvocato e ci sono colleghi che ancora non hanno ricominciato a lavorare, per esempio. Tornando ai calciatori, abbiamo l’esempio di Michael Agazzi che non si è sentito sicuro e ha preferito risolvere il proprio contratto che ricominciare a giocare. Non c’è un discorso di essere pro o contro la ripresa: c’è una comunità scientifica che consiglia e ci sono protocolli in fase di validazione…vediamo. Poi dobbiamo vigilare che i protocolli vengano rispettati, ma questo fa parte del nostro lavoro. Bisogna valutare se ci sono le condizioni per ripartire, e in questo momento sembrano esserci. Ripartire non con il rischio zero, ovviamente, ma con un rischio minimo. Ma questo discorso vale per tutti i settori, non solo per il calcio".
Sembra che questa stagione possa finire il 20 agosto e la prossima ricominciare il primo settembre. Qual è la posizione dei calciatori, soprattutto per le settimane di ferie che gli spetterebbero?
"Le ferie vanno godute singolarmente, il calcolo non è uguale per tutta la squadra, è fatto sul singolo. La questione è già stata risolta, comunque. Uno dei primi DPCM del governo diceva di far godere le ferie ai dipendenti, in questa categoria rientrano anche i calciatori ovviamente. Per cui le settimane di marzo in cui non si è giocato, in cui non ci sé allenati, vengono ‘risolte’ in questo modo. Anche per questo prima parlavo dell’importanza della questione stipendi".
Sono state rimandate le elezioni dell’Associazione Italiane Calciatori, che prima o poi però ci saranno. Lei si candiderà?
"Certamente farò parte della partita. Il virus ha rimandato anche le nostre di elezioni, che spero comunque si faranno a breve. Anche perché ci aspetta un quadriennio importante, che condizionerà un’intera generazione di calciatori e secondo me condizionerà molto anche le società".
Qual è il suo programma?
"Le nostre proposte, quindi le mie e quelle del mio gruppo, è di andare in continuità con tutto quello che abbiamo fatto. Dobbiamo essere forti e mantenere tutte le tutele che oggi abbiamo. Continuare a confondere la riforma dei campionati con il format, cioè dire quante squadre è giusto avere, è sbagliato. Riforma dei campionati significa ridistribuire le risorse in maniera differente. Andiamo a vedere come fanno in Germania, Inghilterra e Spagna quale percentuale di diritti televisivi vengono distribuiti verso il basso, quanto è importante la piramide. Se parliamo della nuova Champions, ci rendiamo conto di cosa significherebbe fare 4 gironi da 8 invece che 8 da 4? Per questo dico che le decisioni che prenderemo nei prossimi anni condizioneranno generazioni di calciatori ma anche di presidente. A me sembra si stia andando nell’ottica di dare di più a chi ha molto e di preoccuparci poco di chi abita sotto di noi. Con la Superchampions, ad esempio, si rischia di non badare più a chi vive sul nostro stesso pianerottolo. Io sono sinceramente molto preoccupato da questo punto di vista".
Il mondo del calcio piange la scomparsa di mister Simoni
Si è spento all'età di 81 anni Luigi Simoni, ex calciatore ed allenatore, in seguito a complicazioni di salute dopo esser stato colpito da ictus lo scorso giugno.
Simoni, da claciatore, ha vestito tra le altre le prestigiose maglie di Napoli, Torino e Juventus; vincendo nel 1961/62 una Coppia Italia con i partenopei.
Da allenatore ha ottenuto otto promozioni in campionati professionistici (un record condiviso con Osvaldo Jaconi), di cui sette dalla B alla A.
Ma è nel 1997/98 che raggiunge l'apice della sua carriera vincendo con l'Inter la Coppa Uefa ed individualmente il premio Panchina D'Oro.
L'Inter Miami punta Pastore, ma c'è distanza tra domanda ed offerta
Nei giorni scorsi si era parlato di un interesse di alcune società americane per Javier Pastore. Sul giocatore, come riferisce tuttomercatoweb.com, c'è il forte interesse dell'Inter Miami di David Beckam. La Roma è disposta a cedere il giocatore, ma c'è distanza tra domanda ed offerta. Infatti i giallorossi vorrebbero 10 milioni per lasciar partire Pastore, mentre l'Inter Miami ne offre solo cinque.
Le parti stanno ancora trattando, mentre non risultano al momento offerte dai Seattle Sounders e gli Atlanta United.
Il ritorno di Baldini, sarà consulente di mercato della Roma
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Franco Baldini è pronto ad iniziare il quarto capitolo della sua avventura in giallorosso, dopo i precedenti incarichi nella Roma: in estate, infatti, sarà protagonista delle mosse di mercato per aiutare il club a risanare i conti tramite plusvalenze e abbattimento del costo del lavoro (sostanzialmente cedere i giocatori in esubero). Con la pista Friedkin che non si è ancora concretizzata, Pallotta ha chiesto all'amico Baldini di tornare ad essere operativo: questa volta, però, sembra solo come consulente esterno per le operazioni di mercato.
A Baldini si chiederà di trovare strade e spazi insperati sul mercato soprattutto inglese, ma anche francese o spagnolo. Il club giallorosso deve infatti piazzare giocatori come Pastore, Fazio, Jesus, Florenzi, Schick, Gonalons e Karsdorp, mentre in Inghilterra sta seguendo Pedro, Kean, Lovren, Vertonghen, Angel Gomes e su tutti sarà importante il parere di Baldini. La verità è che il rapporto con la Roma non si è mai interrotto, ma negli anni è solo cambiato.
Spadafora: "L'obiettivo è arrivare al 28 maggio e capire se ci siano tutti i presupposti per riprendere o meno"
Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato a Rai Uno. Ecco le sue dichiarazioni:
"Pochi minuti fa abbiamo pubblicato ufficialmente il protocollo che consente alle squadre di Serie A di riprendere gli allenamenti. È arrivato il definitivo ok del Comitato Tecnico Scientifico. Lunedì 25 riceverò dalla FIGC il protocollo per la ripresa del campionato, le nuove regole che il calcio ci propone per ripartire. Una volta ricevute le trasferirò al Comitato Tecnico Scientifico. Il mio impegno è arrivare all’incontro di giovedì 28 con un orientamento del CTS, per fare in modo di decidere, con tutte le componenti del calcio, se ci siano davvero i presupposti per riprendere o meno".
Serie A, la Lega emana il protocollo definitivo
Il Comitato Tecnico Scientifico ha approvato le modifiche al protocollo per la ripartenza del campionato.
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Cesari: “Massa non ha mai fischiato per interrompere il gioco sul gol di Kalinic al Cagliari”
Graziano Cesari, ex arbitro di calcio, ha parlato ai microfoni di Roma Talk Radio. Cesari è tornato anche sul discusso finale di partita tra Roma e Cagliari. Di seguito le sue parole:
"E’ stato un episodio controverso. Io sono andato a vedere anche l’audio, perché ora la televisione permette anche di sentire l’audio, e quel fischio non è mai arrivato. E’ arrivato molto tempo dopo, come se questa decisione fosse stata presa con chissà che tipo di reminescenza mentale. Io non avevo il VAR, ma cerchi di rivedere mentalmente l’azione ed è una cosa che ci abituavamo a fare in tanti, perché senza le immagini televisive è difficile. In quell’occasione Davide Massa non ha mai fischiato l’interruzione del gioco. Tant’è che è passato tanto tempo e mi ricordo che i giocatori della Roma sono andati da lui a dire “Ma cosa stai facendo”. Il gioco è stato interrotto per tanto tempo. Quindi non ha mai dato l’impressione di aver preso la decisione. E’ come quando tu lasci andare una cosa, sperando che si risolva nel meglio e siano gli altri a decidere. Poi quando decidi tu, sbagli tutto".
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Calvo: "Lo sport rimarrà comunque positivo, resteremo un settore privilegiato"
Francesco Calvo, COO giallorosso, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante una diretta su Periscope con l’agenzia di marketing Iquii. Queste le sue parole:
Come avete sfruttato il lockdown?
“Professionalmente questa pandemia è stata una bella sfida. Ci siamo dovuti concentrare sul calcolo dell’impatto del Covid-19 sulla Roma e sono stati dolori. Abbiamo sfruttato il lockdown per riorganizzare il nostro modello di lavoro, riorganizzare la prossima stagione, il futuro prossimo e individuale le priorità. Abbiamo dato un’accelerazione notevole a Roma Cares e a livello istituzionale abbiamo lavorato sui protocolli di sicurezza per riprendere gli allenamenti e, speriamo, anche il campionato”.
Le sponsorizzazioni nell’era Covid-19?
"Adesso lo scopo delle sponsorizzazioni è avere impatto diretto sulle persone. Noi cerchiamo di conoscere i nostri tifosi, registrare dei dati e provare a influenzarli subito. Prima ci nascondevamo dietro alla visibilità. Poi, dall’oggi al domani ci siamo ritrovati senza calcio in tv, senza attività ed è stato difficile. Sono stati due mesi senza nulla. C’è stata una spinta verso tutti i servizi digitali. Con Roma Cares abbiamo avuto un’esperienza interessante, la Roma ha cercato di guadagnarsi la fiducia sul territorio che è il nostro target di riferimento. In ambito digitale stiamo cercando di capire cosa fare di più per i tifosi. Mancano un po’ di contenuti, ma stiamo lavorando e continueremo a lavorare. Ricominceranno le partite, ma mancherà lo stadio nei prossimi mesi. Il calcio è un mondo molto “intermediato”, noi dobbiamo cercare di arrivare ai tifosi direttamente".
Come si aspetta uno sponsor dai cambiamenti avvenuti per l'emergenza coronavirus?
"Lo sport rimarrà comunque positivo, resteremo un settore privilegiato per le aziende che saranno comunque più selettive. C’è carenza di soldi, le previsioni del Pil sono drammatiche. “Vincerà” chi avrà capacità di coinvolgere meglio. Dobbiamo essere bravi a far capire come cambierà lo sport".
Oggi qual è l’efficacia delle piattaforme nei confronti degli sponsor?
"Si sono fatti passi da gigante, nel 2011 quando sono entrato nel calcio questo discorso lo faceva solo il Manchester United mentre gli altri stavano in età primitiva. C’è molto margine per approfondire gli interessi dei tifosi, le squadre sono ancora troppo concentrate sullo stadio e la partita"
Riguardo le membership?
"Non devono essere viste come fonte di revenue. I guadagni veri non devono essere fatti con le membership. Il discorso è diverso: più tifosi ho registrati e più sono in grado di vendere la mia maglia da gioco a un valore più alto".
Quanto nelle revenue l’asset atleta diventa importante da rivedere anche il modo in cui l’atleta entra nel club di diritto?
"Gli atleti si sono “disintermediati” negli anni, hanno alle spalle staff diversi. Gli atleti sono asset indipendenti, le dirette social sono anche divertenti, fanno engagement e intrattenimento e permettono ai calciatori anche di rivelare parti che non si conoscevano"
Quanto è necessario dover cavalcare nuove tecnologie?
"Le ritengo utilissime. Ci siamo fatti prendere la mano di lanciare continuamente nuove tecnologie. Abbiamo visto passare mille cose che poi nell’arco di due tre mesi spariscono. Bisogna comunque guardare alla lunga distanza"
Quanto il mondo degli e-sports può entrare tra gli asset della valorizzazione verso i partner e sponsor?
"Non ne so molto di e-sports. Ho sempre invitato alla calma, il calcio in questo tipo di sport è piccolissimo. Abbiamo squadre nostre che giocano bene, prima del lockdown avevano raggiunto buoni risultati. Alla fine dobbiamo cercare di fare ciò in cui abbiamo un valore aggiunto. C’è da dire che gli e-sport stanno diventando un fenomeno, perciò li monitoriamo e li presidiamo. C’è anche il terrore che gli adolescenti restino davanti agli schermi per troppo tempo"
Roma, c'è Bonaventura. Petrachi verso l'addio
LEGGO - BALZANI - Senza assi nella manica (e soldi) è difficile fare mercato. Così la Roma sta per calare Jack Bonaventura a parametro zero come primo colpo di una campagna acquisti che si profila difficilissima.
L'accordo è solo da ratificare: triennale da 1,5 milioni più bonus. I problemi, però, sono ben altri al momento e riguardano i conti in rosso del club che preoccupano tifosi e dirigenti. C'è ancora una flebile speranza di essere salvati da Dan Friedkin. Nelle ultime ore, infatti, il magnate texano si è sentito di nuovo con Pallotta per capire eventualmente su che basi intavolare una nuova trattativa dopo quella naufragata a marzo (anche causa Covid).
Ma anche in caso di sconto non è detto che Friedkin decida di rifarsi vivo.
Si profilano così all'orizzonte cessioni dolorose che potrebbero riguardare anche Zaniolo e Pellegrini. Petrachi, infine, potrebbe essere sostituito da Massara.
Pallotta pronto a fare la sua parte
IL TEMPO - BIAFORA - La Roma studia le strategie future. Il club giallorosso è destinato a chiudere il bilancio al 30 giugno con un passivo a tripla cifra (al 31 dicembre il rosso era di 87 milioni), ma non è stata ancora presa una decisione definitiva sulle mosse da adottare entro la deadline della chiusura del bilancio.
Da parte della Figc è arrivata intanto un'importante apertura sul calciomercato: dal 1 giugno sarà possibile depositare i contratti preliminari ed eventuali cessioni potranno essere contabilizzate anche se l'effettivo trasferimento arriverà all'apertura del mercato a fine estate. Pallotta ha già garantito di essere pronto a fare la sua parte e a coprire le perdite, considerando anche il blocco del fair play finanziario. Il presidente bostoniano, che per ora ha declinato le avances al ribasso di Friedkin, non ha però dato alcun input alla dirigenza italiana, che resta in attesa di capire quante plusvalenze sarà necessario reperire il mese prossimo.
Buone notizie sul fronte stadio: si è quasi risolta la situazione tra Eurnova e Vitek. Il Comune ha già avuto rassicurazioni che sarà il ceco l'interlocutore per la firma della convenzione urbanistica.
Serie A, c'è il decalogo
IL MESSAGGERO - La Serie A vuole ricominciare di corsa e prepara il protocollo per la ripartenza. Un documento di 36 pagine con una appendice per le trasferte è stato già mandato in visione a qualche squadra, con ogni probabilità sarà portato anche al premier Conte nell'incontro del 28 maggio.
Il piano prende in considerazione l'organizzazione delle partite: lo stadio sarà diviso in tre zone (area tecnica, spalti e aree esterne all'impianto), l'accesso alle quali sarà consentito per fasce orarie e con un massimo di 100 presenze per area. Potranno essere presenti un totale di 300 persone. Le squadre dovranno arrivare con percorsi separati. Tutti dovranno avere le mascherine. Gli arbitri un'ora e 45 minuti prima, la squadra ospite un'ora e 40 e quella di casa un'ora e mezza. I pullman dovranno essere sanificati prima e dopo. così come gli spogliatoi.
Cambiano anche le procedure pre-gara: non ci sarà la verifica dei tesserini e il riconoscimento da parte del quarto uomo. Il kit e le distinte di gara dovranno essere lasciati su una postazione all'esterno dello spogliatoio. I giocatori non potranno protestare e dovranno restare a distanza di 1,5 metri. Rigide anche le linee guida rigide anche per la stampa: di fatto potranno accedere solo i licenziatari dei diritti tv. Niente riprese negli spogliatoi e la conferenza stampa sarà prodotta e distribuita televisivamente sul modella della Formula 1 e la mixed zone sarà chiusa.
Addio anche al consueto cerimoniale di gara: niente bambini, niente mascotte e niente strette di mano. Poi le panchine saranno ampliate e i giocatori potranno prendere posto anche sulle tribune. Tutte le gare inizieranno alle ore 15. In appendice è stato dato anche un altro piccolo protocollo di poche pagine con specificate le linee guida da seguire per le trasferte.