Micki, una mira da cecchino: Fonseca non vuole perderlo

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Nel mese più complicato, ma al tempo stesso più bello della sua vita, quello in cui si è goduto a casa il primogenito Hamlet, Henrikh Mkhitaryan ha parlato spesso con il suo agente, Mino Raiola. E a lui ha ribadito quanto detto a Petrachi: se dipendesse da lui, vorrebbe restare alla Roma anche il prossimo anno. Difficile immaginare un rinnovo semplice del prestito, più facile immaginare un acquisto tramite un obbligo di riscatto, se tutte le condizioni di incastreranno (compresa una riduzione dell’ingaggio). Di certo, il capitano dell’Armenia comunicherà anche all’Arsenal la sua volontà, per la gioia di Fonseca, che spera resti in giallorosso. I numeri del giocatore infatti, nonostante diversi problemi fisici, sono brillanti: 6 gol e 4 assist in appena 17 partite.


Pronti a tornare: la Serie A richiama i suoi campioni

LA GAZZETTA DELLO SPORT - BREGA - Non sono vacanze estive e nemmeno pause invernali per tirare il fiato. Sono viaggi per ricongiungersi ai famigliari, assistere alla nascita di un figlio, per curare problemi fisici o semplicemente per trascorrere questo periodo di attesa nei luoghi più cari. Il gruppo di giocatori della Serie A che ha lasciato l’Italia è abbastanza ampio, ma non uniforme. Sostanzialmente ci sono delle squadre, come Juventus, Parma e Inter, che vedono la loro rosa in gran parte in giro per il mondo; ci sono poi i casi singoli, come Leao e Ibrahimovic per il Milan e Ribery per la Fiorentina; ci sono infine i giocatori del Torino, del Verona, del Lecce, dell’Atalanta, del Napoli, della Roma, del Sassuolo e dell’Udinese che sono rimasti tutti in Italia. I periodi di quarantena sono terminati secondo scaglioni differenti. L’isolamento e il rispetto verso gli altri e verso se stessi invece non avrà scadenza se non quando le istituzioni della sanità diranno che si può tornare poco alla volta ad affrontare la nuova normalità. Ecco perché perché ad ora nessuna società ha lanciato lo sguardo oltre al 13 aprile. L’Italia e il Mondo sono ancora chiusi e, di conseguenza, anche i giocatori.


Villar, la quarantena e gli esami universitari: “Ora ho tutto il tempo”

IL CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Se, come ha spiegato qualche giorno fa, Aleksandar Kolarov nel giorno del suo arrivo nello spogliatoio della Roma lo ha praticamente obbligato a chiamarlo “signore“, tra qualche tempo Gonzalo Villar potrà pretendere che il servo lo chiami “dottore“. È per quello, oltre che per diventare un grande calciatore, che sta lavorando in questi anni il centrocampista spagnolo. Il ragazzo è iscritto all’Università cattolica Sant’Antonio di Murcia, che ha tra i proprio iscritti molti atleti spagnpoli, e frequenta il corso di laurea quadriennale in amministrazione e gestione delle imprese. Ovviamente non è semplice per lui conciliare l’impegno professionale calcistico con quello universitario, ma ci sta provando e al momento ha superato 4 esami. Adesso, essendo costretto a stare a casa, gestisce meglio l’impegno, come dichiarato da lui stesso: “Ho scelto questa facoltà perché mi piaceva il piano di studi e le materie che avrei dovuto affrontare, ora ho sicuramente più tempo rispetto a quando si giocava“.


La ricca scalata dei procuratori: 200 milioni dalla A

CORRIERE DELLA SERA - PASSERINI - La bellezza di 200 milioni di euro. Praticamente il valore di Mbappé o dell’intera rosa del Cagliari. Tanto ha speso la Serie A in procuratori nel 2019. Di questi, 187 li hanno messi i club e 13 i calciatori. A incassare però sono sempre gli stessi soggetti. Che li si chiami procuratori, agenti o mediatori, l’effetto è lo stesso: per ogni operazione, per ogni trattativa, un mucchio di quattrini esce dal circuito, dal sistema calcio. Per sempre. Nessuno regala soldi a nessuno, perché queste figure servono: senza procuratori non si farebbero gli affari o sarebbero meno convenienti. Ma un flusso di denaro del genere deve far riflettere. Dal report annuale della Federcalcio emerge che nel 2019 c’è stato un aumento di quasi il 10% di spese da parte dei club di Serie A. Nel 2018 i milioni furono 171, l’anno prima 138. Il record fu toccato nel 2016 con 193 milioni. A spendere di più nel 2019 è la Juventus, con 44,3 milioni, poi c’è l’Intercon 31,8 e la Roma chiude il podio con 23,2. La domanda è: il sistema potrà reggere ancora queste cifre? Impossibile. I primi a saperlo sono i procuratori che tramite un comunicato dell’assoagenti hanno detto di essere pronti a fare la loro parte.

 


Salute, calendari, norme. Tutti i dubbi della Lega A

LA GAZZETTA DELLO SPORT - In Italia, a differenza di altri paesi europei, l'idea non sembra essere quella di esser pronti a tutti per portare a termine il campionato. Se altre Leghe sembra siano disposte a giocare anche durante il periodo di agosto, la Serie A per alcune società dovrà terminare entro il 30 giugno, senza arrivare a giocare a luglio, mettendo così in conto di dover scendere in campo ogni tre giorni. Tra i punti su cui le squadre sfavorevoli a riprendere il campionato c'è il problema del prolungamento dei contratti dei giocatori in prestito; ci sono tutti i dubbi e le scadenze relative ai bilanci e al Fair Play Finanziario che le squadre devono consegnare obbligatoriamente alla fine della stagione; ancora ci sarebbe il problema di dover far giocare ad alcune squadre di A le competizioni europee, costringendo così alcuni club a un riposo minore rispetto ad altre società. I nodi da sciogliere sono molti , ma prima di poter fare qualunque tipo di discorso bisognerà attender l'evolversi della vicenda coronavirus.


Cessione del club. Piano B di Pallotta per restare a galla

LA REPUBBLICA - In attesa di conoscere quali saranno gli scenari una volta terminata l'emergenza sanitaria, la Roma cerca di trovare delle soluzioni per poter arginare al meglio la situazione economica del club. La trattativa per la cessione da Pallotta a Friedkin è al momento rallentata dal coronavirus, ma ogni cosa a questo punto è messa in dubbio. Il magnate di Boston allora cerca di mettere a punto una strategia per poter rimanere comunque a galla qualora dovesse saltare tutto. Pallotta sarebbe pronto a un cospicuo aumento di capitale, fissato a 150 milioni, con l'aggiunta del taglio del monte ingaggi e la cessione di tutti quei giocatori che gravano sulle casse del club, tra cui Pastore, Perotti, Juan Jesus, Nzonzi e Schick.


Roma, Karsdorp ora rischia di tornare

IL TEMPO - BIAFORA - Uno dei tanti flop dell'era Monchi è certamente Rick Karsdorp, ceduto la scorsa estate in prestito al Feyenoord dopo due anni con molte più ombre che luci alla Roma. Il terzino è ritornato a giocare nel club da cui i giallorossi lo avevano acquistato e ha totalizzato 24 presenze, condite da 5 assist e 2 reti, ma il suo futuro è ora più che incerto. Il club di Rotterdam sta avendo problemi di natura finanziaria e a differenza di quanto vorrebbe - riferisce Voetbal International - non può tenere in rosa il classe 1995. Petrachi per cederlo chiede circa 7-8 milioni, cifra sufficiente ad effettuare una piccola plusvalenza: Karsdorp è costato 16,6 milioni e sarebbero necessari almeno 6,7 milioni per non registrare una minusvalenza. Il Feyenoord non ha le disponibilità economiche per tenere l'olandese, che farà quindi ritorno a Trigoria. Destino simile per Olsen, Florenzi e Antonucci, tutti ceduti in prestito secco, mentre servirà del tempo per capire gli scenari relativi a Defrel, Gonalons e Coric, partiti in prestito con riscatto che diventa obbligatorio in base a determinate condizioni. In bilico anche Schick - il Lipsia ha un diritto di riscatto, ma chiede lo sconto - e Nzonzi: il prestito al Rennes si prolungherà in caso di qualificazione alla prossima Champions.


Il calcio ci spera ancora

IL TEMPO - PIERETTI - L'Uefa indica la strada per la ripresa dei campionati nazionali: non si potrà andare oltre il 3 agosto. Ieri il massimo organismo calcistico continentale ha sospeso le amichevoli delle Nazionali previste all’inizio di giugno per far spazio alla ripresa di tutte le competizioni: i calendari dei tornei nazionali non potranno andare oltre l’inizio di agosto per la necessità di portare a termine le competizioni europee e programmare al meglio anche la prossima stagione. Dal vertice dell'Uefa - al quale ieri hanno partecipato le 55 federazioni affiliate - è emersa la volontà di far disputare le coppe europee nella seconda parte di luglio e nel mese di agosto. Anche se alcuni campionati nazionali non dovessero riprendere, l’Uefa è determinata a concludere sia la Champions League e l'Europa League.

Il Comitato esecutivo ha anche sospeso le norme sulle licenze relative al- la preparazione e alla valutazione delle future dichiarazioni finanziarie dei club, esclusivamente per la partecipazione alle competizioni Uefa 2020/2021. Non sarà quindi necessario presentare il bilancio, che verrà comunque incluso nella consueta valutazione finanziaria del triennio. I legacci del Fair Play Finanziario non saranno così stretti, e di- versi club con il bilancio non propriamente in ordine potranno comunque partecipare alla Champions League e all'Europa League del 2020/2021.

La priorità della Figc è quella di portare a termine il campionato. Il Presidente federale Gabriele Gravina non intende archiviare la stagione, né sospenderla sine die. Si tornerà in campo. Non si sa quando, né come, né dove: ma il pallone tornerà a rotolare. «Nessuno oggi come oggi è in grado di fare previsioni - ammette il numero uno della Federcalcio Gravina - quella che stiamo vi- vendo è un'emergenza unica, che non ha precedenti nella storia. Una volta superata questa emergenza però dovremo ripartire perché la priorità assoluta è quella di concludere i campionati». L'ipotesi più ottimistica è quella di ripartire alla fine di maggio o - al più tardi - nella prima settimana di giugno per arrivare alla conclusione nel mese di luglio. «Non sappiamo ancora quando po- tremo riprendere a giocare - ha sottolineato il presidente federale - ma da parte nostra è doveroso programmare la ripresa del campionato. Alla Juventus non piacerebbe aver assegnato il titolo con un campionato incompleto, ma allo stesso modo sarebbe ingiusto annullare una stagione già disputata per due terzi».

Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora nelle ultime ore è apparso già possibilista sulla ripresa dell'attività agonistica. «Lo sport può essere uno dei motori della ripartenza - ha dichiarato - ma in questo momento ognuno di noi deve fare la propria parte».  Il vicepresidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno ha specificato la posizione della categoria. “La salute è al primo posto, ma i calciatori vogliono concludere la stagione”. Ancora lontano l'accordo per il taglio collettivo degli stipendi: dopo la Juventus, anche Inter e Cagliari hanno trovato un accordo con i propri tesserati.


Coronavirus, Tommasi: «Torniamo in campo solo se ci sono le condizioni. Si riparte soltanto se finiamo»

LIBERO - Dopo lo stop agli allenamenti fissato fino al 13 aprile, la Serie A fa le prove di ripartenza. Domani è prevista l'assemblea di Lega che potrebbe fissare le date della ripresa della stagione. E anche i calciatori sono pronti a ripartire. Questa la posizione espressa da Damiano Tommasi,  presidente dell'AIC.

Si vuole evitare di compromettere la prossima stagione, l'alternativa è chiuderla qui. Quanto è concreta questa possibilità?
«Noi speriamo che ci siano le condizioni per tomare in campo, ma lunedì abbiamo affrontato per la prima volta questa prospettiva. E abbiamo detto che siamo pronti a fare la nostra parte per salvare il sistema»

Se si riprende a porte chiuse, i danni d saranno comunque. E servirà un sacrificio sugli stipendi...
«I calciatori sembra che siano l'unico costo... La verità è che lo stop alla stagione certifica una situazione: senza classifica non ci sono i bonus legati al risultato. In caso di ripresa, invece, bisognerà calcolare i danni per i club e le richieste ai calciatori. E se un giocatore ha già un accordo con un'altra squadra dal 1 luglio? Prolunga o cambia maglia? Sono temi da affrontare in fretta».

La Juve ha già raggiunto un accordo, l'Inter è pronta a imitarla. Gli accordi individuali indeboliscono il sindacato?
«Il nostro lavoro, e quello delle Leghe, è cercare una soluzione condivisa. Gli accordi collettivi servono proprio a non creare contenziosi. Se la Juve ha trovato il sostegno della squadra, a noi va più che bene».

Quali sono le condizioni minime per riprendere?
«Innanzitutto deve esserci una prospettiva che oggi manca. Al momento le persone devono limitare i nostri spostamenti, perché dobbiamo far uscire di casa i calciatori? Per una stagione che non si sa se riprenderà? Non ha senso tornare in campo per "sperare". Anzi, c'è il pericolo di altre positività che blocchino tutto. E bisogna capire gli effetti dell'infezione sull'idoneità sportiva: Pepe Reina ha confessato di essersi sentito mancare l'ossigeno per 25 minuti...».

Avete considerato dei paletti irrinunciabili?
«Tre aspetti: 1) che l'emergenza sia finita, e ce lo auguriamo tutti. 2) Se si torna a giocare deve essere per portare a termine la stagione anche oltre il 30 giugno, perché mancano ancora tante partite. Scegliere a tavolino promossi e retrocessi è complicato, parliamo di investimenti importanti come per il caso del Benevento. 3) Si deve poter viaggiare in sicurezza, perché non è solo questione di allenarsi ma di muovere 50 persone due volte a settimana - i ritmi saranno quelli - in quella che è zona rossa. E parlo per esperienza personale...».


Infantino: "Dobbiamo seguire le regole, tornerà tempo calcio"

ANSA - "Il mio cuore italiano è lacerato dalle immagini di sofferenza terribile che descrivono i lutti che stanno colpendo le famiglie del nostro Paese. Oggi, dobbiamo pensare a portare sollievo a chi soffre, dobbiamo seguire le regole". In un messaggio affidato all'ANSA il presidente della Fifa, Gianni Infantino, esprime i suoi sentimenti nei giorni dell'emergenza coronavirus invitando tutti a "seguire le regole che ci dicono le autorita' scientifiche". "Tornerà il tempo del calcio - aggiunge - e quando tornerà festeggeremo insieme l'uscita da un incubo".


Gonalons: "Amo il Lione. Futuro? Vedremo"

Maxime Gonalons, centrocampista in prestito al Granada ma di proprietà della Roma, ha parlato sulle pagine de L'Equipe per parlare di se e del suo futuro:

Hai nostalgia per il Lione?
"No, è stata la mia storia, il mio destino. Chi mi conosce ovviamente sa quanto io ami questo club. Li ho sempre continuati a seguire da quando me ne sono andato perché lì ho trascorso 17 anni incredibili. Ho poi seguito la mia strada conoscendo due campionati stranieri in cui ho vissuto grandi momenti".

Futuro?
"Vedremo cosa mi prometterà ma, in ogni caso, sono contento di vivere le esperienze che sto vivendo".


Cetin: "La Roma ci supporta molto. Orgoglioso per ciò che la società sta facendo"

Mert Cetin, difensore della Roma, ha rilasciato un'intervista per il portale online Yeni Akit a cui ha parlato del momento che si sta vivendo in Italia in seguito al Coronavirus:

"La quarantena ci costringe a stare a casa e a passare più tempo per noi stessi. Bisogna seguire le indicazioni del Governo e rispettare sia noi stessi che l'ambiente. Guardo molte Serie Tv, leggo libri e mi alleno. Il club ci ha dato un programma da seguire e cerco di tenermi pronto. La Roma ci supporta molto, ci manda a casa ciò che ci occorre. Comunichiamo molto con il club tramite video chiamate. Non abbiamo fatto i test perché non ce n'è bisogno, non abbiamo avuto alcun sintomo.
Sono orgoglioso della mia squadra e del supporto del club per ciò che sta facendo per l'emergenza sanitaria. Ci è stato chiesto di supportare le donazioni di Roma Cares e, ovviamente, abbiamo partecipato tutti. Ci ha reso felici poter aiutare chi sta in difficoltà. Pensate che la società ha mandato ai propri abbonati over 75 un box contenente cibo e presidi sanitari utili. È veramente bella questa iniziativa".