Diawara: "Non vedo l'ora di tornare a fare ciò che facevamo prima. Il gioco di Fonseca è divertente"

Amadou Diawara, centrocampista della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Roma Radio:

Come hai vissuto questo periodo?
"Come tutti, penso. Non vedo l'ora che tutto finisca, sono rimasto a casa rispettando le regole del Governo".

Da noi è complicato, dalla Guinea che notizie hai?
"La situazione ora è sotto controllo, speriamo vada via anche da lì. Chiamo sempre mio padre, le mie sorelle, mi dicono che tutto si sta risolvendo pian piano. Ci sono meno casi".

La Roma ha effettuato una serie di iniziative nel periodo di emergenza
"La Roma ha fatto una grandissima cosa, le grandi squadre devono comportarsi così".

Che effetto ti ha fatto tornare a Trigoria?
"Mi sento bene, sto bene, non vedo l'ora di tornare in campo. Ora ci stiamo allenando individualmente ma non vedo l'ora di allenarmi con loro per tornare a fare ciò che facevamo prima".

Qual è stata la cosa più piacevole tornando qui?
"Rivedere i miei compagni. Stando con loro tutto il giorno ti affezioni e dispiace non vederli per tanto tempo".

Ti sei inserito alla perfezione nel gioco di Fonseca
"Venivo da un anno in cui avevo giocato poco a Napoli. Sapevo che, avendo la mia opportunità, avrei potuto dare il 100% o il 120%. Ho capito cosa Fonseca voglia da me, dai centrocampisti, e mi sono inserito bene".

Cosa ti chiede il mister?
"Di mettermi bene con il corpo, aiutare i centrali per l'uscita del pallone, è un gioco divertente".

Hai preso la maglia numero 42 per Yaya Touré. Cosa ha rappresentato per il calcio africano?
"Un simbolo del giocatore africano in quel ruolo. Mi piaceva molto la sua visione di gioco, la sua tranquillità con il pallone, mi faceva impazzire da bambino".

Devi fare dei gol per assomigliargli di più
"Sì, devo segnare di più".

C'è stato un momento in cui hai capito che i tifosi ti avevano accolto dopo lo scetticismo iniziale?
"Era normale avere scetticismo nei miei confronti, dopo aver giocato così poco l'anno precedente. Ho aspettato il mio momento ma sapevo che, avendo continuità, non avrei deluso i tifosi".

Vantaggi o svantaggi dopo un lungo periodo di stop?
"Ora sarà come l'inizio del campionato. Dobbiamo avere la forza di ricominciare e andare a mille senza perdere di vista l'obiettivo: stare tra le prime 4".

Sei riuscito a fare qualche passeggiata per Roma?
"Ho avuto poco tempo per visitare la città tra allenamenti, partite e infortuni vari. Non vedo l'ora che finisca tutto questo per conoscere meglio la città"


Ag. Schick: "Per la trattativa non c'è fretta, sarà lunga ma andrà a finire bene. Interesse anche di altri club"

Patrick Schick, giocatore di proprietà della Roma, è attualmente in prestito al Lipsia e non sembra essere intenzione a tornare nella Capitale. A riferirlo è anche l'agente Pavel Paska al sito iSport.cz:

"Per la trattativa non c’è fretta, decideremo a metà o anche a fine giugno. Al momento sono in corso contatti molto intensi e tutti sanno che l’importo del riscatto sarà inferiore. Il prestito è fino al 30 giugno, c’è ancora molto tempo, non c’è bisogno di prendere decisioni affrettate da entrambi i lati. Penso che la trattativa sarà lunga. Io e Patrik siamo completamente calmi e in una situazione tranquilla. Andrà a finire bene. C’è anche l’interesse di altri club, ma noi ci stiamo completamente concentrando sul Lipsia".


Capello: "Ho un solo rimpianto nella mia avventura con la Roma, vincere il secondo scudetto"

Fabio Capello, ex allenatore della Roma scudettata nel 2001, ha parlato ai microfoni di calciomercato.com di quella squadra:

L’invasione di campo il giorno dello scudetto?
"È la più grande arrabbiatura che ho preso da allenatore. Avevo paura che arrivasse un calcio o un pugno a qualche giocatore del Parma e perdessimo lo scudetto in un modo ridicolo".

Cafu?
"È stato uno dei più grandi terzini della storia. A destra il migliore in assoluto. Un grande giocatore con una voglia di vincere pazzesca. Ci sono tanti calciatori veloci, ma lui ha sempre corso con intelligenza abbinata alla qualità. Fuori dal campo era un’ottima persona, ancora oggi quando ci incontriamo capita di ricordare gli anni insieme alla Roma".

Samuel?
"Era stanco del campionato argentino, così Baldini lo portò a Roma. Ci ha messo un po’ a ingranare, ma si vedeva fin dall’inizio che c’era del potenziale. Io l’ho sempre tenuto in campo, per dargli coraggio e fiducia".

Candela?
"Altro ottimo giocatore, tecnica e visione di gioco come pochi altri. Nella mia Roma ha dato tantissimo, era uno dei punti di forza di quella squadra".

Emerson?
"Era un grande centrocampista che purtroppo non ha vinto il Mondiale 2002 con il Brasile perché si è fatto male facendo il portiere. Ha provato a farlo anche con me, ma gliel’ho sempre vietato. Se c’era una cosa che mi faceva arrabbiare era vedere i giocatori di movimento mettersi in porta durante gli allenamenti. Sono rimasto colpito quando successe a un mio ex compagno, così non l’ho mai permesso ai miei giocatori".

De Rossi?
"Volevo Davids alla Roma e la Juventus chiese in cambio De Rossi. Ho detto di no. E dopo averlo fatto debuttare avevo avvertito tutti che non si sarebbe mosso dalla Roma. Ha dimostrato fin dall’inizio grande personalità da leader".

Totti?
"Ah beh… un talento straordinario! In tanti mi chiedevano perché toglievo sempre Montella e non lui, ora posso dirlo: non volevo togliermi un’opportunità. Francesco poteva inventarsi la giocata decisiva da un momento all’altro, anche all’ultimo minuto. Un giorno mi chiama Maurizio Costanzo dicendomi che tanta gente stava prendendo in giro Totti, diventato sempre più protagonista di sfottò. Mi ha detto che voleva fare qualcosa insieme a lui. Poi si inventa il libro di barzellette, che ha avuto un grande successo dando a Francesco il giusto risalto mediatico che meritava".

Batistuta?
"Sapevamo di essere competitivi, ma ci serviva quel qualcosa in più per stare davanti alle altre. Gabriel è stato l’acquisto per prenderci lo scudetto. Un grande sacrificio del presidente Sensi, ma per vincere serviva un bomber come lui. Ricordo una punizione-missile contro il Verona, di una potenza impressionante".

E lei?
"Ho un solo rimpianto nella mia avventura con la Roma. L’anno dopo lo scudetto potevamo vincerne un altro, ma l’abbiamo buttato con quel 2-2 in casa del Venezia. Abbiamo pareggiato contro una squadra già retrocessa, tra l’altro siamo stati sullo 0-2 fino a pochi minuti dalla fine".


Kluivert: "Sono molto legato alla mia famiglia. Sono orgoglioso della mia scelta di trasferirmi alla Roma"

Justin Kluivert, giocatore della Roma, ha rilasciato un'intervista per Helden Magazine a cui ha parlato del rapporto familiare e della scelta di trasferirsi alla Roma:

Cosa fai quando torni a casa?
"Quando torno in Olanda voglio stare con i miei cari. Siamo un grande gruppo tra familiari e cari amici, mangiamo tutti insieme. Significa molto per me".

I tuoi fratelli?
"Il legame con i miei fratelli è molto stretto. Mi dispiace molto di non vederli spesso da quando vivo a Roma".

Tua madre?
"Sono sempre felice quando la vedo, significa davvero molto per me. Ho vissuto per tutta la vita con lei, quando devo prendere una decisione la chiamo sempre e lei pensa sempre al mio bene. Non è stata una madre severa, ma molto chiara. Se deve dire qualcosa la dice, ma sempre in modo gentile. È anche una madre affettuosa".

Quando giochi bene pensi a lei?
"Sono felice per lei, si, ma anche per mio padre che può essere orgoglioso di me. Anche per i miei fratelli, per tutte le persone che amo. Voglio sempre brillare in campo, loro mi danno grandi motivazioni. Certamente mia madre gioca un ruolo decisivo".

La tua infanzia?
"I miei genitori sono separati da quando siamo piccoli, ho imparato che voglio proteggere un mio futuro figlio da un divorzio nella sua infanzia. Non ho sofferto tanto, ma vedrei l'infanzia dei miei bambini come un incubo. Questo è il motivo per cui non ho una fidanzata".

Ti sarebbe piaciuto giocare le semifinali di Champions con l'Ajax?
"Certamente mi sarebbe piaciuto. Vedi De Ligt, abbiamo la stessa età, ci conosciamo da quando abbiamo 12/13 anni. È stato divertente vederlo giocare a un livello così alto ogni match. Comunque ho anche pensato che fosse strano vedere giocare l'Ajax senza che fossi più là. Ma così è andata, nella vita si fanno delle scelte. Sono orgoglioso della mia".

La scelta di lasciare l'Ajax così giovane?
"Volevo una nuova avventura. Certamente ci ho pensato molto. Quando l'ipotesi Roma divenne concreta, dimostrandomi con quanta forza mi volessero, ho pensato che la Roma sarebbe stata una grande scelta. Sono soddisfatto".


La settimana della verità

IL TEMPO - PIERETTI - L'autorizzazione agli allenamenti collettivi è soltanto il primo passo per poter riprendere la stagione, ma la differenza tra un protocollo e l’altro sarà significativa. Nelle prossime ore il CTS svincolerà il protocollo per gli sport di squadra che verranno autorizzati dal prossimo 18 maggio, il Ministro dello Sport Spadafora presenterà un'informativa al Consiglio dei Ministri che acquisirà le linee guida da inserire nel prossimo decreto governativo.

LA FRENATA - L'altro ieri, ieri, oggi: la valutazione del CTS sul protocollo degli allenamenti collettivi è in dirittura d'arrivo, ma continua a slittare di giorno in giorno. Il Comitato ieri ha avuto modo di analizzare la documentazione presentata dalla Figc, le positività dei calciatori riscontrate in Germania e Spagna hanno reso necessario un dibattito più approfondito su alcuni passaggi, rappresentando una preoccupazione aggiuntiva. Il semaforo verde dovrebbe arrivare già oggi, tanto che i vertici dello Sport Nazionale hanno già calendarizzato le prossime riunioni.

NEGOZIAZIONI - Il percorso intrapreso dalla Figc procede in modo incoraggiante, ma lungo il cammino si potrebbero incontrare ostacoli difficili da oltrepassare; l'eventuale positività alla ripresa del campionato inquieta il sonno dei dirigenti federali; un'intera squadra in quarantena per due settimane metterebbe in dubbio la conclusione del torneo: un rischio che la Federcalcio ha accettato obtorto collo, essendo l’unico modo per sbloccare il protocollo sugli allenamenti collettivi. In queste ore si stanno portando avanti delle valutazioni sulla possibilità di mettere un quarantena tutta la squadra unicamente nel caso in cui risultasse contagiato un calciatore, mentre qualora la positività gravasse su un altro componente del gruppo-squadra (staff tecnico, dirigenti, staff sanitario, fisioterapisti, magazzinieri, etc etc) i giocatori continuerebbero il proprio lavoro senza essere costretti alla quarantena. È una concessione che il CTS potrebbe autorizzare.

LA STANZA DEI BOTTONI - Oggi il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora avrà modo di presentare un'informativa al Consiglio
dei Ministri, mercoledì sarà alla Camera dei Deputati. Sempre mercoledì, in videoconferenza andrà in scena l'assemblea di Lega, convocata per affrontare il nodo dei diritti tv. Giovedì Giunta straordinaria del Coni convocata in videoconferenza per le 15. La Federcalcio attende l’annunciato confronto con il Premier Conte per convocare il prossimo Consiglio federale.

IL GRANDE PASSO - Dopo l'approvazione del dispositivo per gli allenamenti collettivi, la Figc dovrà iniziare a produrre la documentazione per quanto riguarda il dispositivo di sicurezza sanitaria per le partite; il protocollo dovrà contenere tutta la parte logistico-organizzativa dei trasferimenti e dell’acquartieramento nel giorno precedente la partita nonché la gestione complessiva della trasferta, dalla partenza della squadra dal proprio centro sportivo fino al ritorno. Un lavoro molto complesso che impegnerà - nella seconda parte di maggio - i membri della Commissione medica federale.


Coric ritorna, niente riscatto

IL TEMPO - BIAFORA - Tra i giocatori che con ogni probabilità faranno ritorno a Trigoria dopo l'esperienza in prestito c'è anche Ante Coric. Il croato è stato ceduto alla fine di agosto all’Almeria, club della seconda divisione spagnola che lo ha prelevato dalla Roma in prestito per 400mila euro, con un riscatto fissato a 6 milioni e l'ingaggio da 1 milione netto pagato al 60% dai giallorossi. Nell’accordo era stata inserita una doppia condizione per far diventare obbligatorio il riscatto: la promozione in Liga degli andalusi e Coric doveva giocare almeno il 50% delle partite stagionali, con un minimo di 45 minuti in campo per conteggiare come valida la presenza. Il classe 1997 è però destinato a rientrare alla base visto che in ogni caso non raggiungerà la soglia del 50%, anche giocando tutti i restanti match. L'Almeria deve ancora disputare 11 partite (dall’acquisto ne sono state giocate 30) e Coric ha totalizzato appena 6 presenze sopra i 45 minuti, rendendo automaticamente impossibile l’obiettivo. La Roma lo ha pagato 9 milioni (8+1 di commissione) e anche volendo venire incontro all’Almeria con uno sconto non potrà scendere sotto i 5,4 milioni.


Zaniolo: il predestinato pronto a luglio

GAZZETTA DELLO SPORT - Zaniolo si prepara a tornare pi forte di prima dall'infortunio al ginocchio. Il talento giallorosso infatti è già passato dalla corsa sul «tapis roulant» di casa sua al verde di Trigoria, pronto tornare, magari già a luglio.  Preparatori e staff tecnico sono rimasti molto sorpresi dalle sua condizioni. Le prove di resistenza e quelle di stabilità del ginocchio operato sono state superate bene, tanto che il giocatore è stato dovuto frenare per evitare che la sua esuberanza fisica gli facesse correre dei rischi. Tutto procede per il meglio, in attesa del sua ritorno in campo.


Diawara, Pastore e Zappacosta: i “nuovi” rinforzi

CORRIERE DELLA SERA - Alla luce di un mercato all'insegna del risparmio, caratterizzato dalla ricerca spasmodica di occasioni a parametro zero, la Roma può sorridere considerando che i primi tre acquisti se li troverà già in casa. Rispetto all'ultima gara disputata dalla squadra di Fonseca ormai più di due mesi fa, alla ripresa il tecnico potrà fare affidamento su tre elementi che prima di adesso non erano stati quasi mai a disposizione: si tratta di Davide Zappacosta, Amadou Diawara e Javier Pastore che possono essere considerati recuperati a tutti gli effetti. Buone notizie anche da Zaniolo:  i test sulla stabilità e la resistenza del ginocchio infortunato hanno dato risultati positivi e dovrebbe ricominciare a lavorare in gruppo tra una quarantina di giorni.


Dietro Pau Lopez c'è spazio: Fuzato può partire, idea Rafael

GAZZETTA DELLO SPORT - Petrachi prepara la rivoluzione che avverrà alle spalle di Pau Lopez. Lo spagnolo è il titolare indiscusso tra i pali romanisti, ma il quadro delle riserve invece potrebbe essere stravolto durante la prossima sessione di mercato. Molto dipenderà dalla cessione di Olsen: dopo l'esperienza positiva a Cagliari lo svedese è seguito da alcuni club inglesi, ma la Roma vuole privarsene o a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto e in questo senso lo stipendio da più di due milioni a stagione non aiuta. Incerto anche il futuro di Fuzato e Mirante: il brasiliano infatti ha deciso di lasciare la capitale nel caso in cui non dovesse diventare il secondo di Pau Lopez durante la prossima stagione. Mirante a luglio compirà 38 anni e ha un contratto fino al 2021: l'ex Parma vorrebbe restare ma il club deve fare ancora le sue valutazioni. A gennaio infatti i giallorossi erano stati vicini a Rafael del Cagliari, che andrà in scadenza a fine stagione ed è un'ipotesi da non scartare anche per il prossimo mercato. Da tenere in considerazione anche l'opzione 'home made': si tratta di Cardinali, calsse 2001, della Primavera.


Amra Dzeko: “Edin pensa ai gol, io di più alla Roma”

IL TEMPO - SONNINO -  Dietro a un'immagine patinata da top model internazionale, la bellissima moglie di Edin Dzejko, nasconde «un animo da vero maschiaccio». Amra Silajdzi, attrice e modella bosniaca da oltre dieci anni al fianco del capitano della Roma, non vede l’ora di tornare a strillare allo stadio: «A volte perdo talmente il controllo, che mi vergogno per gli urli che lancio, ma in tribuna va bene così». Risponde al telefono mentre è in cucina a preparare il pesce per cena. A interromperci, di tanto in tanto, le voci dei bambini e l’abbaiare di Rio, il loro cane Corso.

Amra, dica la verità: è tifosa di suo marito o della Roma?
«Sono una tifosa vera. Per Edin è importante fare gol, per me conta solo che vinca la Roma, anche se non è lui a segnare».

Era appassionata di calcio prima di conoscere Dzeko?
«No, prima il pallone non mi interessava, ma da quando è entrato nella mia vita ho imparato ad amarlo. D'estate mi mancano le partite, non ne perdo una durante la stagione».

A Trigoria hanno ripreso gli allenamenti, Edin è felice?
«Sì, è felicissimo, anche se ancora non possono allenarsi in squadra. A lui il calcio manca davvero molto. Fin da quando era ragazzino ha sempre seguito tutti i campionati, conosce tutti i calciatori. Vive il calcio con una passione enorme: per lui non è solo lavoro».

E lei è contenta della ripresa o ha qualche timore?
«Penso che la società abbia predisposto tutte le condizioni per garantire la sicurezza».

Come avete affrontato il lock down?
«Da piccoli abbiamo vissuto la guerra in Bosnia e le nostre vite non sono state facili. Quindi all’inizio questa situazione mi sembrava esagerata, ma poi ne abbiamo capito la gravità, sono arrivati la paurae il senso di responsabilità. I bambini non si rendono conto: loro sono felicissimi di questa quarantena, perché di solito non riescono a passare tanto tempo con il padre. Stiamo cercando di tenerli impegnati con mille attività, ci alleniamo tutti i giorni anche con loro e poi cuciniamo tanto. A dire la verità io cucino, Edin sbuccia le patate e taglia le cipolle... non è capace, ma ha buona volontà».

A proposito della guerra, cosa rappresenta per voi?
Un maschietto c’è già, Dani, quindi Edin è contento. Storceva un po’ il naso quando giocava con le bambole insieme alla sorellina. Ma poi un giorno Dani ha scoperto il pallone ed è stato amore: è pazzo per il calcio, ama la Roma ed è talentuoso. Sono sicura che farà il calciatore.

Dopo cinque anni è ancora innamorata di questa città?
Mamma mia sì! Siamo venuti la prima volta quando Edin giocava nel Manchester City. In quattro giorni l’abbiamo girata tutta a piedi. Adesso sarebbe difficile: i tifosi lo riconoscono e lo abbracciano, gli chiedono un autografo o una foto insieme, i bambini lo guardano in un modo… piace persino alle vecchiette. Ha provato a camuffarsi, con il cappello e gli occhialoni, ma è troppo alto! In Germania o Inghilterra i tifosi non sono così.

Edin ha detto di no prima al Chelsea e poi all’Inter. C’è il suo zampino?
Quando si tratta di calcio valutiamo tutte le condizioni insieme, però è Edin a prendere la decisione. Ma lo ammetto, sono felice di essere rimasti: Roma è la nostra seconda casa.


Gerson piace all'Arsenal, il papà conferma

Petrachi prepara la rivoluzione che avverrà alle spalle di Pau Lopez. Lo spagnolo è il titolare indiscusso tra i pali romanisti, ma il quadro delle riserve invece potrebbe essere stravolto durante la prossima sessione di mercato. Molto dipenderà dalla cessione di Olsen: dopo l'esperienza positiva a Cagliari lo svedese è seguito da alcuni club inglesi, ma la Roma vuole privarsene o a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto e in questo senso lo stipendio da più di due milioni a stagione non aiuta. Incerto anche il futuro di Fuzato e Mirante: il brasiliano infatti ha deciso di lasciare la capitale nel caso in cui non dovesse diventare il secondo di Pau Lopez durante la prossima stagione. Mirante a luglio compirà 38 anni e ha un contratto fino al 2021: l'ex Parma vorrebbe restare ma il club deve fare ancora le sue valutazioni. A gennaio infatti i giallorossi erano stati vicini a Rafael del Cagliari, che andrà in scadenza a fine stagione ed è un'ipotesi da non scartare anche per il prossimo mercato. Da tenere in considerazione anche l'opzione 'home made': si tratta di Cardinali, calsse 2001, della Primavera.


Dellas: "Roma per me è la realizzazione di un sogno, ma non ha equilibrio"

Traianos Dellas, ex difensore della Roma dal 2002 al 2005 e campione d'Europa con la Grecia nel 2004, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport della sua ex squadra:

Cos’è la Roma per lei?
"La realizzazione di un sogno, l’unica città in cui vivrei al di fuori di Atene. Arrivai dal Perugia nel 2002, mi cercarono anche altre squadre, ma quando seppi dell’interesse dei giallorossi scartai tutte le altre proposte. Non ho giocato moltissimo, ma i tifosi erano pazzi di me. Quando uscivo di casa, ogni tanto mi saltavano addosso". 

Cosa pensa di Fonseca?
"Ho visto diverse partite, ha un’identità e deve preservala. Gli va dato tempo. Zaniolo è un talento, e da difensore terrei anche Smalling. Ha esperienza internazionale. Ma la Roma ha sempre lo stesso problema". 

Quale?
"Non ha equilibrio, manca sempre qualcosa per fare il salto di qualità. I tifosi sono fantastici, negli anni hanno avuto grandi giocatori come Salah, Nainggolan, Pjanic, Alisson, oltre a Totti e De Rossi. Ma i trofei continuano a non arrivare".