Roma: il club prepara il piano B per ripartire

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Il campionato non riprende, il rischio effettivamente è grande. Gli allenamenti, prima o poi sì, anche se finalizzati a cosa? Non si sa. Le attività atletiche stanno comunque andando avanti, seppur domiciliari. Si pensa a un futuro che ancora non c’è ma che comunque ci sarà. E il futuro – a meno di piacevoli sorprese – è la prossima stagione. La Roma attende sviluppi della trattativa Friedkin-Pallotta e pensa a come costruire il prossimo team, con un input ben preciso: abbassare il monte ingaggi. Se non ci sarà ancora Friedkin è logico che la strategia sarà quella di conservare il più possibile i big e sfoltire la rosa. Le cessioni ci saranno, come ci sono sempre state. Ma calciatori come Pellegrini e Zaniolo dovranno restare. Diverso è il discorso sui prestiti: la Roma vuole tenere Smalling, ma sarà complicato se il Manchester United non farà sconti sul cartellino. Per quanto riguarda Mkhitaryan, Fonseca lo vorrebbe trattenere, ma data l’abbondanza di trequartisti, è possibile che l’armeno torni a Londra a fine stagione.


Totti: «Potrei ancora giocare»

IL TEMPO - BIAFORA - «Non avrei mai smesso». Il 28 maggio del 2017 è una data ancora ben impressa nella testa di Francesco Totti, che dopo un anno condito da lancinanti polemiche appese gli scarpini al chiodo, Lasciando il calcio giocato dopo il rinnovo annuale firmato con Pallotta l'estate precedente. In tutte le interviste successive l'ex capitano della Roma ha fatto sempre capire di essere stato quasi «costretto» e ora, durante il reality Celebrity Hunted, ha raccontato i propri pensieri all'amico Di Vaio, dirigente del Bologna: «Te posso dì la mia? Mezzora ce sto ancora. Non avrei mai smesso. Però l'età è quella giusta. Le partite sono quelle che ti mancano di più. Ti devi reinventare, devi iniziare da capo. È totalmente diverso fare il dirigente dal calciatore».

Intanto i giocatori della Roma, che ha sospeso gli allenamenti a tempo indeterminato, continuano a descrivere in numerose interviste questo periodo di quarantena. «In casa, cucino e mi alleno. Con altri calciatori ci stiamo divertendo a palleggiare con la carta igienica, stiamo andando fuori di testa» le parole di Kluivert, seguito a stretto giro di posta da Juan Jesus: «Purtroppo la situazione in Italia è drammatica, è una guerra invisibile».


Fienga: «Stop ai furbetti. La Serie A si può salvare se giocherà di squadra»

CORRIERE DELLA SERA - Guido Fienga, amministratore delegato della Roma, ha rilasciato un'intervista pubblicata oggi da quotidiano in cui parla dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus e delle inevitabili ripercussioni della pandemia sul mondo del calcio. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

«I danni prodotti da questo virus non sono soltanto sanitari, ma anche sociali. Mi riferisco ai comportamenti degli egoisti e dei furbi. All'inizio qualcuno ha provato a prendere dei vantaggi su chi, in quel momento, era più debole. E non sto parlando solo del calcio italiano, ma anche di decisioni prese dai governi di alcuni Stati o da compartimenti industriali di concorrenza sleale, Il calcio, che in Italia è il terzo settore per fatturato, compreso l'indotto, si salverà se gioca di squadra».

Mettere una data per la ripartenza del campionato, in questa situazione, è illudere la gente?
«Fissare degli step è utile, ti costringe a programmare e a capire quanto serve per essere pronti. Detto questo, ogni data è subordinata all'emergenza. Si parte quando non c'è più rischio, non un minuto prima».

Sulla ripresa degli allenamenti la serie A non ba una posizione univoca. Perché?
«Gli allenamenti di sportivi professionisti sono regolati da un Decreto ministeriale in base a standard di sicurezza. I medici sportivi hanno dato indicazioni chiare: serve un mese di allenamenti per riprendere a giocare, da qui l'idea di riprendere il 3-4 aprile. Però le date possono cambiare a seconda dell'evoluzione dell'emergenza. Naturalmente, prima di ripartire dovranno essere fatti controlli su tutti i calciatori».

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I calciatori accetteranno di guadagnare di meno?
«Qui bisogna mettere in sicurezza tutto il sistema calcio, parlare solo di stipendi è riduttivo. Si può partire anche da quelli dei top manager, allora. I calciatori sono sensibilizzati, non vivono fuori da questa emergenza mondiale. Non sappiamo ancora quali saranno i valori dei diritti televisivi, le quotazioni dei cartellini dei calciatori, i nuovi criteri degli stipendi. Ci sono tante ipotesi, è probabile che si debba ripartite da un livello inferiore per tutti. Per questo c'è bisogno di chiarezza e di una visione comune».

Tutti sanno che c'è una trattativa con Dan Friedkin per il passaggio di proprietà, in questo momento per forza di cose congelata. Come si sta relazionando  con la parte italiana del club?
«Il presidente  ci sta supportando in ogni modo per garantire la serenità di tutto il gruppo Roma, che è ben più ampio dei giocatori che vanno In campo. Per questo non finirò mai di ringraziarlo».

Il calcio diviso dà una brutta immagine di sé. Possibile che non se ne accorga?
«A volte è successo. Però il calcio sa anche aiutare. Attraverso la nostra fondazione Roma Cares il 15 marzo abbiamo distribuito 600 mascherine all'Ospedale Sant'Andrea che ne era privo anche per il personale; Il 17 marzo 13.000 mascherine e 120 flaconi di gel igienizzante da 500 ml a cinque ospedali romani e all'Ares 118; il 19 marzo 2000 flaconcini di gel igienizzante e 8000 guanti sterili in lattice alle parrocchie di Tor Bella Monaca, Corviale, Primavalle e Borghesiana; il 20 marzo, anche attraverso le donazioni del calciatori, abbiamo ordinato 3 ventilatori polmonari ad alta complessità, 6 ventilatori polmonari per terapia sub intensiva e 8 postazioni letto per terapia intensiva. Siamo fieri di aver contribuito non solo con la raccolta di fondi, ma anche e soprattutto risolvendo problemi pratici, in collaborazione con la Protezione civile nazionale e l'assessorato alla sanità della Regione Lazio. L'organizzazione Roma funziona anche fuori dal calcio: a consegnare mascherine e gel ci hanno pensato i nostri volontari, Donare soldi è importante, ma noi abbiamo voluto anche impegnarci personalmente».

Qualche giocatore della Roma le ha chiesto di lasciare la città? E le hanno chiesto di poter fare il tampone?
«No, nessuno cl ha chiesto di andar via, anche se è logico che chi ha messo radici qui da tempo, magari con la famiglia, sia facilitato nell'isolamento. Non abbiamo avuto casi di positività né sappiamo di contatti di nostri giocatori o loro familiari con casi positivi. Non c'è stato motivo di chiedere un'eccezione al Sistema Sanitario Nazionale che è già sotto stress. Abbiamo attivato una piattaforma interna che assiste calciatori di prima squadra, della squadra femminile, delle giovanili e dei dipendenti. Mettere in sicurezza solo il settore dei calciatori di serie A non ha senso. Il virus, in questo senso, è molto democratico. Colpisce tutti e proprio per questo bisogna proteggere tutti».


Zappacosta è pronto, verrà rinnovato il prestito con il Chelsea

CORRIERE DELLA SERA - La Roma è pronta a puntare ancora su  Zappacosta. Preso la scorsi estate in prestito dal Chelseaper fare il titolare sulla fascia destra, è sceso in campo solo per 12 minuti. Il giocatori infatti ha prima subito un infortunio muscolare nel riscaldamento del derby, e dopo la rottura del crociato del ginocchio destro in allenamento. Il suo prestito scadrà il 30 giugno, ma Roma e Chelsea sono già al lavoro per prolungarlo anche per il prossimo anno. Lui, però, vuole farsi trovare pronto anche per il finale di questa stagione, se si dovesse riprendere a giocare a maggio.


Tommasi: "Sarebbe un sogno tornare a giocare questa estate"

Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, ha parlato ai microfoni di Radio Rai, nel corso della trasmissione Radio Anch'io Sport. Queste le sue dichiarazioni:

Domani riunione in Lega. Si parlerà anche del possibile taglio degli stipendi. Cosa ne pensa?
"Credo che anche questo sia un segnale che non siamo allineati al Paese. Si parla di danni che non sono ancora stati calcolati, vedremo come andrà. I dipendenti dovrebbero prima parlare con i datori di lavoro, non si possono prendere decisioni unilaterali".

C'è l'ipotesi di giocare fino ad agosto?
"Se si potesse tornare a giocare sarebbe una notizia positiva, vorrebbe dire che la situazione sarebbe tornata. Giocare avanti con la stagione comporta intervento nei contratti dei giocatori e spostamento delle competizioni, con la stagione 2020/21 che subirebbe delle altre variazioni. Vedremo cosa succederà: sarebbe un sogno tornare a giocare questa estate. Una situazione come quella attuale è veramente eccezionale, è impossibile riuscire a prevederla e di conseguenza è molto difficile prendere decisioni. Alcuni pensano al particolare ma siamo tutti collegati a un fenomeno globale. In questo contesto bisogna trovare una soluzione, senza pensare soltanto al proprio ambito".

Di quanto tempo ha bisogno un giocatore per tornare all'attività?
"Sicuramente servirà qualche settimana. Il problema è comunque che in questo momento nessuno può spostasi dal proprio Comune, quindi non possiamo programmare una ripresa".

Come si immagina la ripartenza del calcio italiano?
"Abbiamo parlato di stagione che si prolunga o che non viene conclusa ma di scenari ce ne sono tanti. Potremmo ripartire in tanti modi, le ipotesi sono molteplici. Molto dipende anche dall'Olimpiade di Tokyo. Attualmente non è possibile fare previsioni, dobbiamo solo prepararci a tutte le ipotesi. Ci sono ancora presidenti che pensano alla soluzione solo per la propria squadra ma non è possibile farlo".

Ha preso contatti con gli altri rappresentanti dei calciatori in Europa?
"Siamo in contatto ma non abbiamo parlato del possibile taglio degli stipendi. Il Barcellona ha parlato con i suoi quattro capitani ma non so se la decisione è stata presa dalla società o dalla squadra. Ho parlato anche con il presidente della Lega A Dal Pino, parleremo di questo ma non in questo momento, dove ci sono altre priorità. Il calcio è meno in difficoltà di altri comparti produttivi del nostro Paese. Parleremo di questo tema, certo, ma lo faremo sottovoce".


Roma pronta a trattare con l'Arsenal per riscattare Mkhitaryan

La Roma è intenzionata a intavolare una trattativa per riscattare Mkhitaryan (in prestito ai giallorossi fino al 30 giugno), cercando di sfruttare i buoni rapporti con Mino Raiola, agente del calciatore. Lo riferisce Sky Sport


Veretout: "Abbiamo tutti voglia di riprendere il prima possibile, ma la cosa più importante è la salute"

Jodan Veretout, centrocampista della Roma, ha parlato a Canal Plus di come sta vivendo l'elergenza Coronavirus:

Alcune squadre volevano riprendere lunedì gli allenamenti, cosa ne pensi?
"Penso che, per la salute, la cosa più importante per tutti sia di restare in casa ed evitare le uscite. Per quanto riguarda la ripresa degli allentamenti, io penso che la decisione più saggia sia di restare a casa”.

Il presidente Gravina ritiene di poter riprendere a giocare il 2 maggio. Nel caso, le società dovranno riprendere gli allenamenti verso la metà di aprile. Quindi per voi è fattibile di rigiocare in Serie A il 2 maggio?
"Non si può sapere. Ovviamente tutti noi abbiamo voglia di riprendere l’attività il prima possibile, ma penso che bisogna fare attenzione e non giocare con la salute delle persone. Bisogna rimanere a casa perché quanto sta accadendo adesso nel mondo è molto grave. Quello che sta succedendo in questo momento è un qualcosa di molto pericoloso in tutto il mondo e io penso che non si possa prevedere la ripresa se c’è ancora il virus. È molto complicato”.

Cosa vi dice la società e come comunica con voi? 
Comunicano con noi per sapere cose riguardo alla nostra salute, noi cerchiamo di mantenere la forma e di fare allenamenti a casa ma questo non sostituisce il campo. Noi comunichiamo con loro, abbiamo tutti la voglia di riprendere il prima possibile evidentemente ma la cosa più importante è la salute oggi e ci dicono di restare a casa finché il virus non è vinto".

Come ti alleni in casa?
"Corsa sul tapis roulant, cyclette, esercizi a terra, addominali e altri esercizi per non perdere la condizione fisica in attesa che si riprenda l’attività". 

Immagino che abbiate delle discussioni su whatsapp con i compagni. Cosa dite, quali sono i discorsi e i temi durante questo periodo di confinamento?
Che tutti siano forti, che tutti rispettino le consegne che ci danno. Soprattutto non bisogna giocare con la salute, non bisogna neanche giocare con la salute della famiglia, è un periodo complicato ma cerchiamo di farcela, approfittiamo per stare insieme con i figli e anche con mia moglie. Tutti insieme cerchiamo di passare dei buoni momenti per dimenticare questo virus, che è difficile da spiegare".

La Roma è molto impegnata nella lotta al virus. La società ha donato materiale sanitario a un ospedale della città di Roma. Tu e i tuoi compagni avete fatto donazioni per l’acquisto di questo materiale. Quanto è importante per voi che il club sia così coinvolto?
"È importante, la Roma in Italia è una grande società. È un bellissimo gesto nei confronti della popolazione e i tifosi hanno seguito l'esempio. La Roma ha un grande cuore, possiamo essere fieri di questo club”.

Si è parlato degli allenamenti a casa, ma si ritiene che i giocatori avranno bisogno di 2 settimane di preparazione prima dell’inizio della ripresa del campionato. Sarà sufficiente dopo una sosta così importante?
Non lo so, cerchiamo di rimanere il più possibile in forma, anche se questo non rimpiazza il campo. Non sappiamo ancora quando potremo riprendere gli allenamenti. Abbiamo dei preparatori fisici anche per questo, per valutare ma noi siamo seguiti quotidianamente e speriamo di riprendere il più rapidamente possibile ed essere il più presto possibile pronti per giocare".

Come trascorre una giornata tipo?
"Sveglia, colazione in tranquillità con la famiglia, attività sportiva, pranzo. Poi il pomeriggio in giardino con i figli, caccia al tesoro, facciamo dei disegni, un po’ di tutto, film, cartoni animati...".

Riesci a trarre qualcosa di positivo da questo periodo di quarantena?
"Si trascorre più tempo in famiglia, essendo liberi dal campionato, dalle trasferte e dagli impegni professionali".


La Roma lancia una nuova iniziativa. Ogni giorno si omaggerà un medico (foto)

La Roma, oltre alla raccolta fondi per sostenere l'ospedale Spallanzani, ha deciso di lanciare una nuova iniziativa. Questa volta la società giallorossa ha deciso di rendere omaggio sul proprio profilo Twitter ai medici che ogni giorno combattono il Coronavirus.
L'omaggio di oggi è per Flaminia Coccia, geriatra dell’Istituto Poliambulanza di Brescia e tifosa giallorossa.

 


La Roma in cerca di un terzino destro. Piace Montiel del River Plate

La Roma, nonostante la stagione calcistica sia momentaneamente ferma a causa del Coronavirus, inizia a guardare al futuro ed a come intervenire per migliorare la rosa. Serve un terzino destro e, come riferisce Olè, la Roma lo avrebbe individuato in Gonzalo Montiel del River Plate. Il 23enne argentino, ma con passaporto anche spagnolo, oltre a giocare a destra può essere utilizzato anche come centrale o terzino sinistro ed ha una clausola rescissoria di 20 milioni (contratto in scadenza nel 2021).
La Roma finora ha solo svolto qualche sondaggio, ma deve guardarsi le spalle dalla concorrenza. Infatti Montiel piace anche ad Inter, Betis Siviglia, Crystal Palace e West Ham.


Uefa, rinviate a data da destinarsi le finali delle competizioni europee (foto)

La Uefa, come annunciato tramite il proprio profilo Twitter, ha ufficialmente rinviato le finali delle competizioni europee. Quindi le finali di Champions League maschile e femminile ed Europa League non si terranno più a maggio 2020.
Non sono state ancora rese note le nuove date, poichè è una situazione in divenire e ancora non si sa quando riprenderà il calcio giocato.

 


Cassetti: "Una fortuna giocare con Totti. Neanche io avrei mai voluto smettere, ma ad un certo punto devi farlo"

Marco Cassetti, ex giocatore della Roma dal 2006 al 2012, ha parlato ai microfoni di soccermagazine.it della sua carriera e di attualità:

Il goal nel derby è con ogni probabilità la rete alla quale sei maggiormente legato. Fu particolarmente significativa perché oltre a regalare la vittoria ai giallorossi fu segnata al 77′ da te che avevi la maglia n° 77. In quell’occasione ti fornì l’assist Vucinic, già tuo compagno al Lecce. Era una cosa che avevate già provato?
"No, mi sa che era il primo assist che mi fece. È nata così, un’azione un po’ particolare che si è chiusa col mio goal, nato dallo sfruttamento degli spazi. Ci siamo mossi molto bene su quella ripartenza".

Sei riuscito a dormire quella notte?
"No, assolutamente no. Si è festeggiato…"

Il Lecce tuo e di Vucinic ti ricorda un po’ quello attuale dal punto di vista dello slancio offensivo? Si può trovare qualche similitudine?
"Non credo, anche se è molto difficile perché comunque è cambiato tanto, però non penso che si possa paragonare il Lecce attuale al nostro. Senza nulla togliere a quello di adesso. Il Lecce che avevamo era una squadra di tanta qualità perché avevamo degli interpreti molto forti in tutti i ruoli e avevamo un allenatore che era proprio propenso solo alla fase offensiva e poco a quella difensiva. Forse per quello non avevamo quell’equilibrio e in partite in cui eravamo avanti di 3 goal abbiamo perso, come per esempio con l’Udinese in Coppa Italia che abbiamo perso 5-4 in casa. Partite anche abbastanza strane, pazze. Non mi sembra di poter paragonare, con tutto il rispetto che ho il Lecce di quest’anno, il nostro a questo. Il Lecce di quel tempo era molto più forte".

Rispetto ai tempi in cui tu giocavi, pensando anche all’avvento dei social, credi che il modo di vivere partite come il derby sia cambiato in peggio nel corso degli anni?
"Il tempo va avanti, il mondo si evolve. Non so se possa essere una cosa favorevole o uno svantaggio. Per come posso ragionare io, può essere vista come una cosa che ti porta via un po’ di concentrazione e di energia mentale. Tantissimi calciatori di adesso sono nati nel nuovo millennio e bisogna stare un po’ anche al passo coi tempi. Loro sono cresciuti con questa educazione, con questo modo di vivere e di conseguenza si sono adeguati anche loro, quindi non so se possa essere una cosa favorevole o no. Certo che adesso sei molto più in vista, poi ci sono giocatori che sono molto più attivi sui social e altri meno. Sei molto più nell’occhio del ciclone quando magari le cose non vanno bene, è un po’ un cane che si morde la coda. Bisogna stare attenti e usarli in modo intelligente, che è la cosa più importante".

Che cosa significa giocare con Francesco Totti?
"Avere la fortuna di giocare con uno dei giocatori più forti e simbolici del calcio italiano e a livello mondiale".

Visto che tempo fa sei stato anche impegnato con lui nel “Mondiale delle leggende”, sinceramente, rivedendolo da vicino e considerando la qualità media della Serie A, ritieni che fosse davvero arrivato il momento del ritiro o che avrebbe potuto continuare come desiderava?
"Se lui se la sentiva a livello fisico poteva continuare sicuramente, però sono discorsi e dinamiche particolari. Allora anche adesso potrebbe scendere in campo Baggio. È normale che lui ci tenesse a continuare perché comunque non è mai facile per un giocatore – in più così importante come è stato lui – riuscire a staccare questo cordone che è stata la tua vita fin da bambino e a ritrovarti da un giorno all’altro a non fare quello che ti è riuscito meglio. È molto complicata la cosa. Anche io quando ho smesso non avrei mai voluto smettere, però a un certo punto devi spegnere l’interruttore e ripartire".

Per un paio d’anni hai giocato anche in Inghilterra, nel Watford. Una volta Diamanti ci ha detto che il suo più grande rimpianto è stato lasciare il West Ham. Quante differenze noti con il calcio italiano considerando che in quello inglese anche le squadre più piccole riescono a far sentire importantissimi i propri giocatori?
"È un abisso. Un mondo completamente diverso. Il calcio inglese è un mondo dove c’è molta meno pressione rispetto all’Italia e quindi si vive anche la quotidianità dell’allenamento e della partita in modo più sereno. Questo secondo me, siccome è stata un’esperienza che ho provato sulla mia pelle, ti fa anche rendere di più. Sotto tanti aspetti, non solo quello agonistico. Anche sotto l’aspetto degli infortuni: ne hai di meno perché se sei stressato mentalmente di conseguenza anche il fisico, i muscoli sono più soggetti a stare lì in tensione e sono più facili da infortunare. Io di fatti sono andato lì a 35 anni e il primo anno ho fatto 42 presenze e non ho mai avuto un infortunio muscolare in un anno. Questo mi ha fatto capire tanto. Io ero in Championship, Serie B inglese, forse ancora più fisica rispetto alla Premier League, dove magari c’è molta più qualità e meno dinamismo. In 46 partite di campionato più i playoff qualche partita è saltata o per squalifica o magari per qualche botta, ma non per infortunio muscolari come lesioni o cose del genere".

Nel periodo d’oro della tua carriera vanti anche diverse apparizioni in Nazionale, sia nelle due gestioni di Lippi sia con Donadoni. C’è un pizzico di rimpianto per non aver partecipato ad una grande competizione, specie ai Mondiali del 2010 per i quali si stava facendo anche il tuo nome?
"Beh, sicuramente. A chi non sarebbe piaciuto partecipare? La prima volta sono andato in Nazionale con Lippi quando ero ancora a Lecce e stavo facendo bene, poi avevo fatto una tourneé in America l’anno precedente ai Mondiali, nel 2005, dove però mi ero presentato con un principio di pubalgia che mi frenava molto. Però, siccome era la mia prima convocazione non dissi nulla e andai senza nessun tipo di problema. Sicuramente non avevo fatto bene, ma è stato tutto corretto. Un po’ di rimpianto c’è solo perché non sono arrivato nelle migliore condizioni fisiche per potermi magari giocare le mie chance, però va bene così".

Con quale calciatore della Roma attuale ti sarebbe piaciuto poter giocare?
"Sostituire qualcuno della Roma di quel tempo mi è difficile, ma non per un fatto qualitativo, anche affettivo. Avevamo un gruppo veramente incredibile. Ce ne sarebbero, ma non dico nessuno".

Attualmente è in corso una polemica sull’assegnazione dello scudetto, con Juventus e Lazio in prima linea. Tu sei per i playoff o cercheresti un’altra soluzione?
"È un discorso molto complicato, perché comunque in 12 partite che mancano da qua alla fine della stagione regolare qualsiasi squadra potrebbe risalire. Ad esempio, in 12 partite la Roma avrebbe tutte le opportunità di scavalcare l’Atalanta che magari incapperebbe in un periodo negativo e la Roma arriverebbe tra le prime 4. Perché in questo momento la classifica dovrebbe finire così e la Roma non partecipare alla Champions? Io spero vivamente che questa situazione che stiamo vivendo si possa risolvere prima o poi nel migliore dei modi, chiedendo comunque un sacrificio a tutti, giocando magari una partita a breve distanza dall’altra per riuscire a finire e avere un esito un po’ più normale. Anche se non sarà sicuramente lo stesso ricominciare magari dopo due mesi e mezzo di inattività".


Smalling, si complica il riscatto

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Si complica il riscatto di Chris Smalling, difensore inglese arrivato in estate dal Manchester United.

Il centrale ha da subito convinto Paulo Fonseca, assicurandosi un posto da titolare in coppia con Mancini, altra new entry estiva delle retrovie giallorosse. La società, dunque, vorrebbe trattenere Smalling, ma il riscatto del prestito sembra una strada ardua da percorrere. I Red Devils, che detengono il cartellino del giocatore, restano inamovibili: l'offerta della Roma è troppo bassa per i 25 milioni richiesti dal club inglese. 

Il riscatto dello stopper inglese potrebbe dipendere dall'ingresso in Champions League dei giallorossi. La classifica al momento non sorride agli uomini di Fonseca: agganciare l'Atalanta - con gli scontri diretti in favore del club nerazzurro - sembra un'impresa difficile. Le sorti, al momento sospese, del campionato di Serie A, causa Covid-19, complicano ulteriormente la situazione giallorossa.

La nota positiva rimane la volontà del giocatore. Smalling, infatti, sembrerebbe favorevole a prolungare la sua esperienza nella Capitale.