Roma, riscoperta della normalità

IL MESSAGGERO - Prove di pseudo normalità. A Trigoria la Roma riprende gli allenamenti. Il primo ad arrivare è stato Pau Lopez, seguito poi dagli altri 28 calciatori della rosa, ai quali s'è aggiunto il ds Petrachi.

Le sedute individuali della squadra, divisa in tre gruppi in altrettanti campi di gioco (quelli in erba) hanno avuto luogo in tre orari diversi: 9.30, 10.45 e 12. La prima sessione è durata un'ora. C'era anche Zaniolo che, pur non lavorando in palestra (che sarà allestita all'aperto nei prossimi giorni), ha svolto esercitazioni individuali a parte.

In precedenza ogni gruppo era stato ulteriormente scaglionato in mini-raggruppamenti di 3-4 giocatori, con la presenza di un membro dello staff tecnico, uno dello staff medico ed un fisioterapista (muniti di mascherine), pronti a intervenire in caso di necessità. Una volta avuto un quadro d'insieme sulla condizione dei giocatori verrà stilato un programma di lavoro.

Stringenti le misure di sicurezza, come da protocollo. Rispettata la distanza in campo e prima di allenarsi i calciatori si sono sottoposti alla doppia misurazione della temperatura corporea e dell'ossimetria. Davanti alle porte delle camere sono stati fatti trovare i cestini del pranzo, preparati dai cuochi su suggerimento del nutrizionista giallorosso, che i giocatori hanno poi consumato a casa. Abolita anche la colazione (il bar del centro sportivo rimane chiuso), un rituale al quale Fonseca aveva abituato la squadra.


Giallo nuovo stadio, ma si va avanti

IL TEMPO - BIAFORA - «L'affare è per ora rinviato». Per i tifosi della Roma è arrivata un'ulteriore doccia fredda sul futuro impianto di Tor di Valle dopo quella relativa alla trattativa tra Pallotta e Friedkin. Nemecek, Ceo della Cpi, azienda di proprietà di Vitek, ha fatto il punto sulla trattativa relativa al futuro stadio della Roma: «Alle condizioni finanziarie - ha dichiarato al portale E15 - di cui avevamo parlato non è possibile concludere l’accordo».

Fonti Eurnova - e i rappresentanti di Vitek in Italia confermano - fanno però sapere che si tratta con ogni probabilità di frasi mal interpretate, relative ad un discorso più generale su altri investimenti in Italia. Il messaggio che arriva da Eurnova è che si prosegue secondo il calendario previsto e che il progetto stadio non è in discussione, ma è ovviamente tutto rallentato.

Intanto ieri mattina sono ripresi gli allenamenti individuali a Trigoria. Fonseca e Petrachi, presenti sul campo conla mascherina, hanno osservato la seduta dei calciatori divisi in tre gruppi. L'unico che ha svolto un programma personalizzato (sempre sul campo) è stato Zaniolo, alle prese con la riabilitazione dopo il ko al ginocchio.


Serie A, ripresa in sospeso

IL MESSAGGERO - Il nodo più complicato da districare in vista della ripartenza del campionato, che resta in bilico, è legata ai nuovi positivi al coronavirus. Ieri gran parte della discussione sul protocollo tra il Comitato Tecnico Scientifico e la Figc, rappresentata dal presidente Gravina e dal prof. Zeppilli, è stata incentrata su questo punto. Il governo punta sulla quarantena di tutta la squadra, la serie A invece vorrebbe invece trattare il calciatore in questione come un infortunato.

Il tema è spinoso e i medici della serie A, guidati da Nanni del Bologna, sono tornati alla carica contro parte del protocollo. Qualcuno (Roma, Lazio e Juventus si sono dissociate e la Fiorentina non si è espressa) sono pronti a scrivere una lettera nella quale verrebbe anche attaccato anche il prof. Zeppilli. La questione è legata alla responsabilità civile che preoccupa i vari medici sociali. Tanto che nei giorni scorsi la Figc si era adoperata per stipulare un'assicurazione che salvaguardasse ulteriormente i medici proprio su questo aspetto. La verità è che c'è ancora caos. E per qualcuno sarebbe organizzato da chi soffia sul vento dello stop.

Ieri intanto sono spuntati altri dieci contagiati: sei alla Fiorentina e quattro alla Sampdoria, che si aggiungono al giocatore del Torino. Smentiti, invece, i positivi del Milan. Ora sarà compito del governo tradurre la relazione scritta ieri e consegnata al Ministro della Salute, Speranza in opportunità per riprendere allenamenti e campionato. Sarà il premier Conte a decidere e con ogni probabilità lo farà nel prossimo consiglio dei ministri in programma la prossima settimana.


Per Smalling è più dura, l'obiettivo ora è Lovren

GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri è tornato a Trigoria, il lavoro del ds Petrachi però non si è fermato. Sul fronte del riscatto di Chris Smalling trapela pessimismo, troppo alta la richiesta di 20 milioni del Man Utd.

Se la Serie A non ripartisse, il mantra che c’è a Trigoria è chiaro: potenzialmente sono tutti in vendita (ma questo non significa che saranno venduti tutti, naturalmente), mentre il mercato in entrata si muoverà essenzialmente attraverso gli svincolati e i prestiti. In caso non si riesca a riscattare Smalling, il nome individuato come suo sostituto è quello di Lovren: ha il contratto in scadenza nel 2021 e i giallorossi sperano in una cifra abbordabile, grazie anche ai buoni rapporti che ci sono da tempo con il Liverpool.


Roma al primo giorno di scuola: «Bello anche solo correre»

GAZZETTA DELLO SPORT - «Già solo rientrare a Trigoria, correre in un campo, è un’altra storia». Le parole di ieri di Diego Perotti sono la fotografia del 'nuovo' primo giorno di scuola a Trigoria. La Roma riapre ai suoi giocatori il proprio centro sportivo.

I 29 giocatori scesi in campo a Trigoria sono stati scaglionati in tre gruppi diversi: il primo ha iniziato ad allenarsi su due campi alle 9.30, il secondo alle 10.45 e il terzo alle 12. A parte il solo Zaniolo, che ha proseguito nel suo programma di recupero. A cavallo dei due campi di allenamento c’era Fonseca, che ha seguito così il lavoro, mentre in ogni campo c’era un componente dello staff tecnico, uno dello staff medico e un fisioterapista). Tra un gruppo e l’altro igienizzazione di palloni, coni, porticine e paletti, con i giocatori che hanno ritrovato subito anche il contatto con la palla. Si andrà avanti così almeno fino al 18 maggio, quando a Trigoria sperano di poter riprendere gli allenamenti in forma collettiva.


La Roma punta Takehiko Tomiyasu

La Roma punta il giapponese Takehiko Tomiyasu. Il laterale destro del Bologna è il profilo valutato dal ds Petrachi per il futuro, ma è un obiettivo che si profila difficile. Secondo quanto riportato da LA GAZZETTA DELLO SPORT il club rossoblu spara alto per il suo esterno e chiede una ventina di milioni. Difficile inserire Juan Jesus come contropartita tecnica. Discorso diverso invece per Kolarov e Riccardi, che piacciono entrambi al Bologna (il primo in particolare è richiesto dal tecnico Mihajlovic). 


Damm: "La Roma mi ha proposto troppo poco"

Jurgen Dammesterno offensivo attualmente al Tigres, ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito mexico.as.com. Queste le sue parole: 

"Tutto ciò che è uscito sono questioni di stampa, sappiamo come questo viene gestito cercando di dare notizie ed esclusive, alla fine l’unica verità la conosco io. Tutto ciò che si dice bisogna lasciarlo da parte. C’è stata un’opportunità per andare alla Roma o al Wolfsburg, ma offrivano poco. Sono venuto qui (in Messico, ndr) e ho giocato, abbiamo vinto titoli e poi andare in Europa quando sei molto giovane può essere controproducente. La migliore decisione è stata quella di andare al Tigres. Non mi ha fatto male non andare in Europa".

 


Ag. Hysaj: "Abbiamo comunicato al Napoli che non rinnoveremo". La Roma pronta a farsi avanti

La Roma ha da tempo messo nel mirino il terzino albanese Elseid Hysaj, sotto contratto con il Napoli. Il giocatore potrebbe essere preso facilemente poichè in scadenza di contratto e senza voler rinnovare. Ad ammetterlo è anche l'agente Mario Giuffrida ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli:

"Abbiamo comunicato al Napoli, al presidente De Laurentiis, che non rinnoveremo il contratto. La volontà è quella di andare via. Gliel'abbiamo comunicato 15-20 giorni fa, ora è anche nell'interesse del Napoli cercare una soluzione per il giocatore, visto che poi andrà in scadenza. Poi in questo mercato strano possono esserci mille colpi di scena, quindi tutto potrebbe anche cambiare in corsa. Noi, però, la nostra volontà l'abbiamo comunicata a De Laurentiis".


Julio Sergio: "Alla Roma otto anni fantastici. Pau Lopez non sta facendo male"

Julio Sergio, ex portiere della Roma dal 2006 al 2013 con una parentesi al Lecce, ha parlato ai microfoni di Radio Musica Television della situazione del calcio italiano e della sua ex squadra:

Su la ripresa.
"È difficile fare pronostici sulla ripresa, in Brasile c'è confusione, le squadre stanno ricominciando gli allenamenti ma non ci sono certezze. In Europa alcuni campionati sono sospesi e se la Germania ha deciso di riprendere significa che ha delle sicurezze, anche perché le partite non coinvolgono solo i giocatori".

La parata preferita nel derby.
"Quella più bella fu su Mauri, ma la più importante è stata quella sul rigore neutralizzato a Floccari, visto che con la Roma eravamo vicini ad un sogno".

Sul mancato scudetto del 2010. 
"Penso che nel calcio la fortuna non esista, abbiamo avuto un calo di concentrazione di venticinque minuti che ci ha cambiato la vita. È stata colpa nostra e non ci ha fatto vincere un titolo che sarebbe stato molto importante".

L'arrivo a Roma. 
"In Brasile ho giocato con Zago, il quale mi chiamò dicendomi della possibilità di trasferirmi alla Roma. Feci un provino con Spalletti e andò tutto per il verso giusto, così è iniziata la mia esperienza capitolina, sono stati otto anni davvero fantastici".

Su Pau Lopez.
"L'allenamento del portiere in Italia è diverso rispetto a qualsiasi parte del mondo. Sia io che Allison abbiamo avuto tempo per comprendere il calcio italiano. Arrivare e giocare titolare immediatamente in Serie A non è semplice, Pau Lopez non sta facendo male, l'errore nel derby è stato un incidente. Per dare un giudizio completo aspetterei la seconda stagione, visto che la prima è sempre di adattamento".


La Roma vuole riscattare Mkhitaryan, ma l'affare si complica

La Roma ha più volte manifestato la propria volontà di riscattare Henrik Mkhitaryan, ma non sarà affatto semplice.
Infatti, come riferisce calciomercato.com, l'Arsenal vorrebbe 17 milioni per lasciare partire il giocatore e non avrebbe intenzione di scendere al di sotto di questa cifra. La Roma, d'altra parte, considera troppo alta la richiesta dell'Arsenal ma potrebbe fare uno sforzo che richiederebbe anche la disponibilità di Mkhitaryan di rinunciare a 2 milioni di stipendio e di spalmarsi l'ingaggio fino al 2024.
Una situazione molto complicata, con la Roma si sta già guardando intorno in cerca di alternative.


Pau Lopez: "Il virus non sparirà a breve, bisogna imparare a conviverci"

Pau Lopez, portiere della Roma, ha risposto alle domande dei tifosi giallorossi in una diretta Instagram dal profilo ufficale della società:

Com'è stato il ritorno a Trigoria?
"Bello, la situazione ora è diversa, dobbiamo scendere in campo con la mascherina, rispettare tutte le indicazioni".

Come vi state allenando?
"La squadra è divisa in gruppi, 4 calciatori per ogni campo. Noi portieri ci alleniamo due alla volta, per noi è cambiato poco, ma comunque dobbiamo rispettare le precauzioni".

Cosa pensi sul ritorno in campo?
"È il momento di iniziare a convivere col virus, noi come tutti i lavoratori. C'è bisogno di tornare a lavorare, anche nel mondo del calcio. Non ci sono solo i calciatori, ma tutte le persone che hanno bisogno di lavorare. Il virus non sparirà a breve, quindi bisognerà imparare a conviverci. Abbiamo questi due mesi per capire come convivere col virus e per farci trovare pronti per la prossima stagione".

Come hai scelto di fare il portiere?
"Mio padre faceva il portiere nel paesino dove abitavo. Mi è sempre piaciuto vederlo e mi sono messo in porta per lui".

Come ti trovi con Mirante e Fuzato?
"Benissimo. Mirante mi ha aiutato molto dall'inizio, sempre col sorriso. Ha un peso importante nello spogliatoio".

Com'è vivere in Italia?
"L'Italia è simile alla Spagna. Si trova tutto, mi trovo bene con la gente, la pasta è incredibile".

Differenze tra calcio italiano e spagnolo?
"Qui il calcio è più tattico. Io non seguivo il calcio italiano, quando sono arrivato qui non conoscevo i calciatori ed è stato difficile all'inizio".

La parata col Genoa a Marassi?
"La cosa difficile era che il cross veniva dalla mia destra e quando l'avversario colpisce la palla stavo andando a sinistra. Quindi mi ha preso in controtempo".

Più difficile quella parata o quella a Bologna?
"Quella a Bologna. La situazione era frenetica, ho dovuto scegliere in fretta di uscire. Questa è una cosa che mi ha insegnato Savorani, gli ho tolto spazio uscendo e l'ho preso di sorpresa".

Come hai allenato la reattività a casa?
"Non l'ho allenata, è impossibile. Abbiamo fatto soprattutto esercizi di froza sulle gambe, ci mandavano un programma quotidiano, era diverso dal solito, ma era quello che potevamo fare".

Posto preferito di Roma?
"Mi piace molto passeggiare a Villa Borghese con i miei due figli".

Un portiere a cui ti ispiri?
"Ho provato sempre ad imparare da tutti quelli che vedevo in tv, anche oggi cerco di imparare da tutti i portieri con cui mi alleno o da quelli che vedo in tv. Non ce n'è uno in particolare".

Hai visto la Casa di Carta?
"Si, certo".


Perrotta: "Lo scudetto non vinto è un grandissimo rammarico. Oggi vivo la Roma come tifoso"

Simone Perrotta, ex giocatore della Roma dal 2004 al 2013 e Campione del Mondo con l'Italia nel 2006, ha parlato ai microfoni di Radio Radio della situazione attuale e del suo passato giallorosso:

Sulla situazione attuale.
"Sto un po’ come tutti. Sono stato in casa per tantissimo tempo. Mia moglie mi ha detto: “Esci, altrimenti dovrai riabituarti alla vita sociale”. Quindi ho iniziato ad andare a fare la spesa. Bisogna tenere l’attenzione alta perché ancora non è finito nulla".

Sulla trasformazione spallettiana del suo ruolo.
"Se il mister mi ha trovato quella posizione da incursore è perché gli ho dato modo di farlo e avevo le caratteristiche giuste. È stata sicuramente una buona intuizione, io ne ho giovato per tutta la mia carriera. È stato comunque un dare e avere: Spalletti, grazie anche alla disponibilità di Totti, Taddei, Mancini, ha fatto sì che anche la sua carriera avesse una svolta. È stato un allenatore importante, ma noi siamo stati altrettanto importanti per lui".

La partita che vorresti rigiocare?
"Penso alle finali che abbiamo giocato e vinto. Ci sono anche partite in cui non si è vinto, che però avevano una grande atmosfera. Più che la partita in sé, mi piacerebbe rivivere la preparazione, lo spogliatoio…".

Sullo scudetto perso contro l’Inter.
"Evidentemente non lo meritavamo. C’è stata una squadra che lo ha meritato di più. È stato un grandissimo rammarico, avremmo voluto vincerlo. Mi manca tantissimo non averlo fatto, avevamo le capacità per riuscirci. L’Inter ha avuto una continuità di risultati pazzeschi e più forza nel raggiungerlo. Noi pensavamo di averlo già vinto in un determinato momento di quella stagione. Avevamo fatto una rincorsa pazzesca, una volta superati pensavamo di aver raggiunto l’obiettivo. Sfortunatamente non era così. Ognuno ha ciò che si merita alla fine".

Com’era il rapporto tra Totti e Spalletti?
"Fino a quando c’ero io molto positivo. Non so cosa sia successo dopo perché non giocavo più".

Totti visto da vicino chi era? Era un grande leader?
"È stato leader, un  grandissimo giocatore e romanista. È stato determinante per ogni successo ottenuto. Chi ha avuto la possibilità di frequentarlo ha avuto modo di conoscerlo nel profondo. È una persona eccezionale, di umiltà disarmante. Mette il bene comune davanti a quello personale. Poi quando era in campo si sentiva, faceva sempre la differenza. Quello che è successo tra lui e Spalletti non lo so, anche se lo sapessi non ve lo direi".

Come vivi oggi la Roma?
"La vivo come tifoso. Quando ci hai giocato ti entra dentro. Quando smetti viene fuori la passione. Non è una Roma dimensionata. Lavora bene. Farebbe piacere a tutti vederla nelle prime posizioni, però ci sono le altre. Se il campionato fosse continuato sarebbe arrivata tra le prime quattro. La carica che ti dà lo stadio ti dà la forza di fare di più. La Roma ha le qualità per entrare in Champions".

Che rapporto avevi con Sensi?
"Sono stato sfortunato su questo. Quando sono arrivato si è ammalato. Non ho avuto un rapporto particolare con lui. All’inizio mi disse: “Starai con noi per tanti anni”. È stata l’ultima volta che ci ho parlato personalmente. Il primo anno veniva a farci qualche strigliata in spogliatoio".

Come andava gestito l’addio di Totti dalla Roma?
"Sono cose troppo delicate da poter dire ha ragione uno o l’altro. Dispiace a tutti vedere Francesco fuori dalla Roma. La città si identifica con lui. Vederlo fuori crea dispiacere. Non voglio sbilanciarmi. Non è corretto. Francesco è la storia di questa società".

Su Burdisso.
"Personaggio di cultura, serio. Non lasciava niente al caso. Sapeva analizzare tutto quello che ci capitava con estrema lucidità. Sono sicuro che nel suo mestiere farà altrettanto bene".