Roma e Italia: Nico va di corsa tra allenamenti e... playstation

GAZZETTA DELLO SPORT - Dieci giorni fa, a due mesi dal grave infortunio subito lo scorso gennaio, Nicolò Zaniolo avrebbe dovuto fare la seconda visita di controllo dal professor Mariani per iniziare la terza fase del programma di recupero, ma il coronavirus lo ha costretto a rimanere a casa. Il 22 giallorosso sta comunque continuando a lavorare per tornare al più presto in campo, carico più che mai dopo la notizia dell'Europeo posticipato al 2021, svolgendo ogni pomeriggio per 2 ore di fila posture ed esercizi, collegato anche in video con i preparatori e i fisioterapisti della Roma, e seguendo un'alimentazione specifica.

Il resto della giornata la trascorre tra serie tv e Netflix, con un occhio  a Celebrity Hunted per ammirare le avventure di Francesco Totti. E poi non poteva mancare la PlayStation, con le partite online diventate epiche con Luca Ranieri, difensore della Fiorentina e amico d’infanzia.


Mancini: «Importante recuperare un giocatore dalle caratteristiche uniche come Zaniolo»

GASPORT - Ogni sera tutti gli Italiani si ritrovano sui balconi uniti a cantare l'Inno di Mameli e sventolare le bandiere tricolore, come si fa quando la Nazionale vince una manifestazione importante: un modo per alleggerire per un attimo questo periodo così difficile per l'emergenza coronavirus. A causa proprio della pandemia Covid-19 sono stati posticipati al 2021 anche gli Europei di calcioche si sarebbero dovuti disputare il prossimo 12 giugno. Di questo e della situazione che sta vivendo il nostro Paese ne ha parlato il c.t. della Nazionale italiana Roberto Mancini in un'intervista rilasciata alla rosea. Queste le sue dichiarazioni:

Mancini, le piace l’Italia dei balconi?
«Moltissimo. E’ l’Italia più autentica. Ci rappresenta. Siamo noi che diamo il meglio nelle difficoltà, quando ci stringiamo, ci aiutiamo e mettiamo in campo tutta la nostra umanità. Questa gente, dopo tanto dolore e tanta paura, avrebbe meritato la gioia di un Europeo per distrarsi e ripartire».

(...)

Avesse la possibilità di trasferirsi con i suoi cari in una zona più sicura, magari all’estero, lo farebbe? Tanti stanno volando via.
«Non ci penso neanche a lasciare l’Italia, perché io mi sento sicuro qui e ho piena fiducia nei nostri medici che stanno facendo un lavoro eroico. Voglio sentirmi vicino a chi è in difficoltà. E lo dico da semplice cittadino, non perché ho un ruolo istituzionale e rappresento l’Italia».

L’Italia tornerà a settembre, dopo quasi un anno. Ha paura di perdere il bel gioco delle ultime partite, che era diventato istintivo, naturale? O giocare bene è come andare in bici e non si dimentica?
«Probabilmente saremo un po’ arrugginiti, ma basterà oliare un po’ la catena e pedaleremo come prima...»

Come si tiene connessa la squadra da lontano? Con il telefono?
«Nelle settimane scorse ho chiamato qualche giocatore, specie quelli infortunati e in dubbio. Ho lavorato sulle amichevoli con Inghilterra e Germania e ho cominciato a impostare l’Europeo. E’ stato cancellato tutto. Confesso che la botta della delusione l’ho sentita. Mi sono fermato».

Come passa queste giornate particolari in casa?
«Come tanti, credo. Ogni giorno faccio un po’ di sport sul terrazzo. Leggo, mi tengo informato alla televisione. Dopo cena le ore si fanno un po’ più lungo. L’altra sera ho visto Don Matteo ... Ma io penso sempre positivo. Sono convinto che a maggio il campionato ripartirà, recupereremo la nostra normalità e io potrò incontrare negli stadi tutti i miei giocatori e riunire in qualche modo la Nazionale».

Sarebbe un campionato credibile con partite compresse e con le alte temperature di giugno e luglio? Non si alterano i valori in campo?
«Dopo quello che è successo, i giocatori avranno così voglia di giocare che l’entusiasmo compenserà la stanchezza. Sono convinto che torneremo a divertirci».

(...)

Taglio degli stipendi: l’intesa tra club e giocatori potrebbe non essere semplice.
«Inutile prendere decisioni ora. Aspettiamo. L’ho detto, io penso positivo, sono sicuro che il campionato ripartirà e verrà completato. Allora, se si giocheranno tutte le partite, il problema avrà meno peso. I calciatori hanno comunque il senso di responsabilità per rispondere nel modo giusto alle eventuali esigenze».

Dire che la Nazionale tra un anno potrebbe essere più forte e quindi ci guadagna suona sgradevole. Però…
«Ci abbiamo perso tutti, partiamo da questo. Poi è chiaro che il recupero di un giocatore dalle caratteristiche uniche come Zaniolo è importante e che i tanti giovani che abbiamo, tra un anno, saranno cresciuti in esperienza».

(...)

Anche l’emergenza terzini può trovare rimedi: Masina, Florenzi più titolare…
«Masina lo conosciamo bene, ma era sparito dai radar dopo il passaggio al Watford. Negli ultimi 2-3 mesi è stato sempre tra i migliori. Luca Pellegrini è già stato con noi e può crescere ancora. Bello se Emerson Palmieri, che ha giocato poco nel Chelsea, venisse in Italia… ».

A destra, s’intravedono meno alternative.
«I nomi, al momento, sono i soliti: Florenzi, Di Lorenzo, D’Ambrosio, Piccini, De Sciglio… Tutti affidabili».

(...)

Se immagina il ritorno in campo della Nazionale, cosa le viene in mente?
«L’inno nazionale e io che lo ascolto in piedi davanti alla panchina. Dopo quello che stiamo passando, sarà un’emozione splendida, fortissima. La sto già aspettando».

(...)


Allenamenti impossibili ma le società litigano. Il Napoli: «Noi in campo»

IL MESSAGGERO - Se nei video call di questi giorni tutti i presidenti sono d'accordo sul taglio degli stipendi dei giocatori, lo scontro più acceso rimane quello sugli allenamenti. La grande paura che attanaglia il calcio è che senza  finire il campionato il sistema, attaccato ai diritti tv, perderebbe anche l'ultima tranche di 340 milioni di euro. Ci sono dunque club come il Napoli, la Lazio e il Cagliari che hanno già fissato la ripresa delle sedute di allenamento rispettivamente per il 25, 26 e 31 marzo (anche se i biancocelesti potrebbero decidere di slittare ulteriormente al 3 aprile come da Dpcm). «Tornare ad allenarsi è un segnale anche per il Paese. Dobbiamo dare qualcosa di positivo. E poi gli atleti sono controllati» è pressapoco il pensiero circolato nei video-call. Altri club invece, come la Juventus, sono contrari al ritorno immediato in campo.


Calcio sconfitto in borsa ma fiducia sul dopo virus

IL SOLE 24 ORE - Dal 24 febbraio, giorno del debutto in Borsa del Covid 19, i valori si sono più che dimezzati, ma allo stesso tempo potrebbero aver creato opportunità di investimento quando uno tra i giochi più belli al mondo si metterà alle spalle questa tremenda esperienza che ha coinvolto tutti. Tifosi e non. Per quanto riguarda la Roma gli azionisti Pallotta e UniCredit vorrebbero vendere, Friedkin comprare. Il magnate texano sta però temporeggiando perché il valore del club potrebbe essere diverso dopo lo stop del campionato italiano. Tuttavia la Roma ha sicuramente un brand riconosciuto a livello globale. Il nuovo acquirente, inoltre, dovrà affrontare anche la questione dello stadio di proprietà che potrebbe adesso essere molto più facile da ottenere, perché la città ha bisogno di investimenti e di ripartire.

«Se la sospensione dei campionati di calcio è temporanea e si riescono ad assegnare scudetto e posti per le coppe della stagione 2020-2021, allora le principali società calcistiche quotate sono molto sottovalutate e converrebbe investire (con le dovute cautele) - spiega Nicolò Nunziata, macro strategist di Marzotto Sim -  Se i campionati vengono interrotti, con perdite per le società e cause legali con sponsor e pay-tv, allora il calo delle società quotate sarebbe giustificato e bisognerebbe rivalutare un po’ il tutto».


Exploit Faraoni: Napoli e Roma ora ci pensano

GAZZETTA DELLO SPORT - Corre, difende, attacca, segna: Davide Faraoni ha toccato il vertice del rendimento in Serie A in questa stagione. Certamente il terzino del Verona, che non è stato mai risparmiato dal tecnico Juric, tranne che nella partita con la Sampdoria per un problema alla caviglia, non è passato inosservato ai club italiani tra cui Napoli e Roma che lo seguono da tempo. Un profilo interessante anche per la sua polivalenza, visto che in B, con Grosso, lo si è visto incidere anche come mediano. Il suo cartellino è valutato 8-10 milioni, ma l'Hellas se lo vuole tenere stretto.


Il monito di Gravina. Lettera alle Leghe in cerca di unità di fronte al governo

CORRIERE DELLA SERA - Tra giovedì e venerdì prossimo toccherà al Coni, e alle singole federazioni, quindi per il calcio alla Figc, sedersi al tavolo con la politica a cui saranno presentate tutte le proposte per affrontare le ricadute gravi dell’emergenza, sia economiche sia organizzative. Il presidente Gravina ha già inviato una lettera alle Leghe e ai presidenti delle componenti, quindi a Tommasi (Calciatori), Ulivieri (Allenatori) e Nicchi (Aia), invitandoli a non procedere in ordine sparso, ma con una certa unione di intenti.

Il presidente della Serie B ha già formulato la propria richiesta poco gradita da Gravina, ovvero la pretesa di risorse di cui la Federazione ha smentito l’esistenza. Il presidente Dal Pino invece presenterà entro domani la relazione della sua Lega, preparata insieme ai club con l’aiuto di Deloitte, assicurando collaborazione e senso di responsabilità.


Lotito-De Laurentiis contro tutti

GAZZETTA DELLO SPORT - La decisione di Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito, presidenti di Napoli e Lazio, di far riprendere gli allenamenti rispettivamente il 25 e il 26 marzo, cozza chiaramente con quanto indicato dai medici sportivi e dall'associazione calciatori, che tendono a preservare la salute dei tesserati e delle rispettive famiglie. La data fissata da entrambi i club e comunicata attraverso i propri social network rimane indicativa perché se il quadro sanitario del nostro Paese dovesse peggiorare De Laurentiis e Lotito si allineerebbero con le altre squadre di Serie A, facendo slittare il ritorno in campo dei propri giocatori al 4 aprile.

«Lo sport può passare in seconda linea, non è un aspetto prioritario, bisogna chiudere tutto» è quanto ribadito da Luigi Umberto Petrella, sindaco di Castel Volturno, comune della provincia di Caserta dove sorge il centro sportivo del Napoli.


La Roma pensa al futuro

IL TEMPO - BIAFORA -La Roma aspetta Friedkin e lo stadio. Il mese di marzo secondo le attese doveva essere quello della svolta su due fronti più che fondamentali per il club giallorosso, che sul campo avrebbe cercato di riacciuffare il quarto posto ,con l'ostacolo Siviglia da affrontare in Europa League. L'emergenza coronavirus ha però fermato l'Italia e il mondo intero , bloccando tutte le competizioni e stoppando sul più bello la trattativa per il passaggio di proprietà dalle mani del gruppo di azionisti guidato da Pallotta a quello di Friedkin, numero uno dell omonimo gruppo che fa base a Houston. I due imprenditori dalla fine della scorsa estate avevano iniziato i colloqui per l'affare e, nonostante ci sia un momento di impasse, entrambi gli schieramenti sono convinti che una volta chiariti e approfonditi al meglio i danni che subirà il calcio il «deal» potrà essere portato a termine. Nelle ultime due settimane è sorto un po' di nervosismo ed ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino addossando la colpa dei ritardi per la firma dalla controparte. Pallotta, che a fine febbraio aveva già versato 89,1 milioni dei 150 totali dell'aumento di capitale, a più riprese ha fatto capire alla dirigenza di Trigoria di essere disposto ad andare avanti nella gestione, ma quel che è certo è che i suoi soci sono sempre intenzionati ad uscire dal progetto Roma. Dall'altra parte Friedkin sta avendo come tanti imprenditori del settore automobilistico un calo dei ricavi, ma il texano può vantare alle sue spalle un consorzio con investimenti diversificati, un fattore che permette una ripartenza post-crisi più rapida. Nella settimana che si appresta ad iniziare è stata fissata una videoconferenza per fare il punto della situazione.

Più serene le aspettative sul futuro stadio di Tor di Valle, ma ovviamente ci saranno degli inevitabili ritardi dato l'attuale momento critico. La delegazione guidata da Baldissoni ha raggiunto un accordo con il Comune sulla convenzione urbanistica e i tecnici sono alle prese con la scrittura del testo, che in teoria doveva essere pronto entro marzo. Spettatore più che interessato è Vitek, che aspetta l'asseverazione relativa ad Eurnova per far uscire completamente di scena Parnasi. L'immobiliarista ceco non è però interessato a farsi carico della costruzione dell'impianto vero e proprio e dell'area commerciale: l'opzione più concreta è che la Roma acquisti questa fetta del progetto, lasciando a Vitek il compito di occuparsi del business park.


Mazzoleni: “Lacrime per le bare sui mezzi dell’esercito. La mia Bergamo soffre ma non si arrende”

IL TEMPO - VITELLI - Paolo Mazzoleni, ex-arbitro ed oggi nella squadra Var, racconta come si sta vivendo questo terribile momento nella sua Bergamo, tra la paura del contagio e la voglia di reagire.

Com'è la situazione?
«Passiamo i giorni in grande apprensione, in attesa di buone notizie che non arrivano. Il clima è surreale e drammatico, teniamo duro ma non è facile».

Le strade sono deserte...
«Assolutamente sì. La nostra città è divisa in due, Bergamo alta e Bergamo bassa. Tre settimane fa c'era ancora tanta gente che passeggiava tra le due località, ora nessuno. Senza fare polemiche, sarebbero davvero fuori luogo, credo che all'inizio si sia sottovalutato il problema ritenendo che questo virus fosse poco più di una banale influenza. Ora c'è la consapevolezza del pericolo, e la paura cresce di ora in ora. Il silenzio è totale, interrotto solo dalle sirene delle ambulanze e dalle campane della chiesa».

Lei e i suoi concittadini come state affrontando questa battaglia?
«Con il carattere deciso, a volte burbero ma sincero, di chi è nato e cresciuto qui. Spesso sembriamo un po' scontrosi, ma è solo un'impressione superficiale. Se apriamo il cuore è per sempre. Ed è con questa forza che stiamo in trincea. Bergamo alta è circondata dalle mura venete, un'imponente costruzione che risale al XVI secolo. Un tempo servivano a difendere la città, ora sono il simbolo della nostra resilienza».

Come gestisce la situazione familiare?
«Mia madre Carmen, che lunedì compirà 85 anni, è in una struttura e purtroppo non la posso andare a trovare giä da un mese. Per vederci usiamo le videochiamate. Mio figlio Riccardo ha solo cinque anni, percepisce qualcosa, ma i bambini sono sempre positivi. Dobbiamo imparare da loro».

Le immagini dei mezzi dell'esercito che portano fuori della città le bare con i corpi di chi non ce l'ha fatta hanno girato il mondo.
«Dolorose, devastanti. Uno shock per tutti, soprattutto per chi non ha nemmeno potuto dare l'ultimo saluto ad un parente o ad un amico».

Tanti anni sui campi, ora al Var. Il calcio è una parte importante della sua vita.
«E tornerà ad esserlo. Arriverà il giorno che vedremo di nuovo il pallone rotolare e sarà bellissimo. In questo momento però, il calcio deve necessariamente attendere, come ogni attività non vitale. Finita l'emergenza ripartiremo con tanta voglia di divertirci e, mi auguro, anche con la giusta consapevolezza di quali sono i valori importanti».

Lei era al Var nell'ultima gara di campionato prima dello stop. Quel Iuventus-Inter disputato dopo tante polemiche.
«Mi sembrava tutto assurdo. Il derby d'Italia senza spettatori, con la sensazione di essere stati catapultati in un incubo. Mentre ero al Var pensavo: "Tutto questo non ha senso, è ora di fermarsi"».


Schick: "Lipsia decisione giustissima per la mia carriera"

Patrik Schick, attaccante della Roma in prestito al Lipsia, ha rilasciato una lunga intervista al portale isport.blesk.cz in cui ha parlato della sua carriera:

Sulla sua scelta
Quando ho lasciato la Repubblica Ceca il mio sogno era l’Italia e l’ho realizzato. Ora sono attratto dall’Inghilterra, sono sincero. Però il Lipsia è stata una decisione giustissima per la mia carriera. Avevo parlato anche col Dortmund, Leverkusen e Schalke qui in Germania. In Inghilterra c’erano Everton, Crystal Palace e in Spagna il Valencia. Ma sentivo che il Lipsia mi desiderasse di più, mi piaceva lo stile di gioco e l’allenatore Nagelsmann. Ora sono sicuro di aver scelto bene”.

Sullo Sparta Praga
Lo Sparta ce l’ho nel cuore, ma alcune persone che sono lì, no. Una volta con l’U16 abbiamo giocato a Jablonec e abbiamo vinto 3-0 e io ho segnato due gol. Uno particolarmente bello con uno stop di petto e un tiro sotto la traversa da più di venti metri. Abbiamo preso l’autobus per tornare a Praga, tutto andava bene. Siamo tornati al centro sportivo e l’allenatore Miroslav Krieg mi disse che Hřebík e Hašek mi stanno aspettando in sala video. Ho pensato tra me e me che sarebbe stato per farmi i complimenti. Sono arrivato lì, ho visto subito che non erano molto di buon umore. Hanno riprodotto un video di come ho giocato male in attacco e hanno usato espressioni anche piuttosto cattive. All’inizio era solo: “Ma come diavolo ti muovi?”. Poi Hašek ha aggiunto che avrei dovuto lasciare il calcio e appendere le scarpe al chiodo”.


Juan Jesus: "Purtroppo la situazione è drammatica, il calcio passa in secondo piano. E' una guerra invisibile"

Juan Jesus, difensore della Roma, ha parlato ai microfoni di Fox Sport e Radio Colorada dell'emergenza Coronavirus in Italia e di come la sta vivendo:

Com'è la situazione?
Purtroppo la situazione qui è drammatica, anche perché è arrivata anche la notizia che l’Italia ha superato la Cina per numero di morti e sfortunatamente non sappiamo quando tutto questo finirà. È una guerra invisibile, siamo in quarantena. Siamo tutti un po’ preoccupati, è difficile stare sempre dentro casa. Quando lo fai finisci col riflettere su tutto ciò che sta accadendo e soprattutto ciò che deve ancora succedere con dei casi anche in Brasile. Siamo preoccupati per le nostre famiglie, anche se io parlo con la mia ogni giorno e per fortuna stanno tutti bene”.

La vita in quarantena
È strano stare in casa per noi che abbiamo routine molto diverse: ti alleni, torni a casa, vai a prendere tuo figlio a scuola. Non siamo abituati a vivere così, tranne quando siamo in vacanza. Non ti puoi allenare e non puoi giocare e questo è triste ma è ciò che bisogna fare in questo momento. Dobbiamo soffrire come ci chiedono di fare a causa del virus. È un sacrificio importante ma per salvare quante più vite possibili”.

Sul campionato
Grazie a Dio ho una bella casa in cui vivere. Immaginate chi invece ha più bisogno? C’è una signora che lavora per noi, suo marito e sua figlia non possono lavorare. E noi li aiuteremo. La mia condizione fisica? In questo momento passa tutto in secondo piano. Così come il calcio: è molto difficile continuare il campionato, ci sono in gioco le vite delle persone. Chi può stare a casa il più a lungo possibile, deve restarci”.


Kluivert: "La mattina mi alleno in giardino. Cucino, vedo serie tv e mi riposo"

Justin Kluivert, giocatore della Roma, ha condiviso sui social una videochiamata effettuata con Nino Wilkes, un social media-manager amico di famiglia. Tra gli argomenti trattati anche come sta vivendo questo periodo di quarantena dovuto al Coronavirus:

"Faccio tutto ciò che dovrei fare in casa, cucino e mi alleno. Qui si esce solo per andare al supermercato. Per ora ci si può anche allenare purché rispetti la distanza di uno-due metri. Io sono a casa, vedo serie tv e mi riposo. La mattina mi alleno in giardino per restare in buone condizioni fisiche, ho alcuni attrezzi con cui lavorare. Quale sarà la prima cosa che farò quando si potrà uscire di casa? Quando finalmente sarà tutto passato andrò a mangiare qualcosa con i miei amici, visto che fuori si mangia sempre meglio che a casa. Alcuni sono qui, la mia famiglia so che sta bene. Io non posso fare molto per loro in questo momento. Con altri calciatori ci stiamo divertendo a palleggiare con la carta igienica, stiamo andando fuori di testa".