Fonseca: «Monitoriamo la squadra»

IL TEMPO - BIAFORA - Il calcio passa in secondo piano in un momento del genere, Paulo Fonseca ha rilasciato un'intervista al sito ufficiale del campionato portoghese e ha affrontato solo marginalmente il discorso relativo a come la sua squadra sta vivendo questo periodo di quarantena: «Lo stop è già lungo e non sappiamo quando torneremo, con questa situazione è difficile fare previsioni. Abbiamo cercato di controllare le attività fisiche dei giocatori, gli abbiamo dato alcune attrezzature, cercando di controllare il loro cibo e il loro peso, tutti hanno un programma da fare a casa. La Roma è un club molto ben organizzato sotto tutti i livelli e sta facendo un lavoro fantastico con il monitoraggio della squadra». Il tecnico ha voluto soprattutto lanciare un messaggio al suoi connazionali: «Gli italiani stanno facendo quello che gli viene chiesto di fare, se tutti continuiamo a rispettare le regole, i numeri finiranno per migliorare. Credo e spero che tutto migliorerà e che saremo in grado di vincere questa lotta». intanto la Roma ha annunciato che acquisterà tre ventilatori polmonari per la terapia intensiva e otto nuovi letti dedicati allo stesso trattamento: i giocatori e la staff tecnico hanno deciso di donare una giornata del loro stipendio a favore della lotta al virus.


Roma, ventilatori e letti per lo Spallanzani

IL MESSAGGERO - In piena emergenza sanitaria, la Roma si attiva per sostenere medici e infermieri. Il club giallorosso si è immediatamente mobilitato per supportare l'Istituto Spallanzani con una raccolti fondi per acquistare tre ventilatori polmonari per la terapia intensiva, otto nuovi letti dedicati allo stesso trattamento e cinque ventilatori polmonari per la terapia sub-intensiva. Un'iniziativa che ha avuto successo grazie alla generosità dei giocatori e dello staff tecnico che hanno scelto di donare una giornata del loro stipendio alla raccolta fondi avviata la scorsa settimana dalla società, in aggiunta alle quote che personalmente molti di loro avevano già elargito. La somma versata dalla squadra è di 200mila euro grazie alla quale la campagna è arrivata a superare la quota di 460mila euro.


Stop agli stipendi, il calcio si unisce

IL MESSAGGERO - Pian piano anche il calcio sta aprendo gli occhi. Il presidente della Lega di Serie A, Dal Pino,  all'inizio della conference call di ieri ha ribadito che con i tragici numeri  di vittime e contagi ed è inutile parlare di ripresa di allenamenti o campionato. In linea teorica, da lunedì i club che spingevano per le sedute individuali (Lazio, Napoli e Cagliari) avrebbero potuto chiedere ai loro calciatori di andare in campo con la responsabilità del medico sociale. Ma molto probabilmente le società erano già a conoscenza delle misure restrittive da parte del ministro dello Sport.
Per quanto riguarda la ripresa della stagione, l'unica ipotesi ventilata è stata quella, nel caso, di dare priorità al campionato, con un calendario ipotetico che può sforare fino a luglio. Ma sono tutti d'accordo nell'aspettare segnali più precisi dal governo.
Da parte sua l'Uefa su questo argomento non è in linea con la Lega serie A: da Nyon vorrebbero mandare in vacanza per un anno il fair play finanziario, ma in cambio punterebbe a dare centralità alle coppe europee.
Anche i calciatori sono pronti a fare la loro parte. I contatti con l'Aic sono continui. È stato ipotizzato di sospendere gli stipendi dei calciatori di marzo.Mensilità che verrebbe saldata più avanti magari in maniera dilazionata. «Davanti a un danno l'Aic farà la sua parte», è il pensiero dominante del sindacato dei calciatori.


Richieste al governo e stipendi congelati. Tanti dubbi sulle date

GAZZETTA DELLO SPORT - L’assemblea di ieri dei presidenti di Serie A sembra aver fatto aprire gli occhi sulla reale situazione anche al mondo del calcio. Il timore per l’emergenza salute si traduce in primo luogo in massima prudenza sulla prossima ripresa del campionato. E lo stesso vale per gli allenamenti, che dovrebbero addirittura precedere di settimane la ripartenza della stagione ufficiale. Ieri la discussione sulle proposte  al governo ha completamente sostituito quella sulle eventuali date di ripartenza. E' ancora troppo presto: la priorità è seguire di giorno in giorno gli sviluppi dell’emergenza sanitaria. Le misure economiche che possano sostenere il calcio servirebbero a maggior ragione se le competizioni non venissero portare a termine. L’ultima proposta riguarda la sospensione degli stipendi dei calciatori. I giocatori “producono” allenamenti e partite, ma la loro attività è ormai da giorni azzerata. Per cause che non dipendono dalle società ma da una forza maggiore, il club hanno quindi proposto all'Aic una riduzione degli ingaggi.


Rugani è stato il primo, ma alla Sampdoria sono otto

GAZZETTA DELLO SPORT - Quando la Juventus ha annunciato la positività di Rugani al Coronavirus, si è capito definitivamente che anche la Serie A era stata coinvolta direttamente nell'emergenza sanitaria. Da quel giorno sono giunti altri dieci avvisi. Nella Juve l'ultimo è stato Matuidi, ma in Italia dopo il primo a risultare positivo dopo il centrale bianconero è stato il doriano Gabbiadini a cui si sono aggiunti presto altri sette giocatori della Samp:  Ekdal, Thorsby, Barreto, Depaoli, Lagumina, Colley e Bereszynski. Non è finita: colpito pure il medico del club Baldari che è stato anche ricoverato all’ospedale San Martino di Genova.
Il virus ha toccato anche la Fiorentina. I casa viola i contagiati sono Vlahovic, Cutrone e Pezzella oltre ad alcuni dipendenti. Nel Verona invece c'è un solo «colpito»: il centrocampista Zaccagni.


Roma, il ritorno del Faraone

GAZZETTA DELLO SPORT - Il legame tra El Shaarawy e la Roma non si è mai interrotto, nonostante il trasferimento dell'attaccante in Cina. Il giocatore è infatti tornato nella Capitale ogni volta che ha potuto, complice prima un adattamento non semplicissimo, e poi la paura legata alla epidemia di coronavirus.  Roma è rimasta sempre al centro dei pensieri i El Shaarawy. Non a caso già a gennaio c’era stato il tentativo di tornare in maglia giallorossa.  El Shaarawy ha 27 anni e vanta un’esperienza, in Italia e all’estero, con pochi paragoni e Mancini lo stima, quindi  anche lo spostamento dell’Europeo potrebbe essere un’opportunità.
Quali sono allora gli ostacoli per un suo ritorno a Trigoria? Un solo elemento: lo straordinario ingaggio che il Faraone percepisce adesso. L’attaccante, infatti, ha firmato con la società di Shanghai un contratto da circa 14 milioni netti a stagione per tre anni.  Uno stipendio del genere sarebbe ovviamente impossibile da pagare per la Roma , ma El Shaarawy, pur di tornare, sarebbe pronto a fare un sostanzioso sconto, rientrando dentro i parametri del club giallorosso.


Cristante fa gruppo: «Siamo tutti vicini in chat»

GAZZETTA DELLO SPORT - Cristante sta trascorrendo la quarantena in casa con la fidanzata. Nei giorni scorsi è comparso in un video in cui si allenava sugli elastici, utili per le articolazioni, e in un altro in cui palleggiava con la compagna , per il resto il centrocampista si mostra davvero poco sui social.  Preferisce i fatti alle parole, sia quando si tratta di campo, sia quando si tratta di solidarietà: «Noi, tramite Roma Cares, abbiamo lanciato una campagna raccolta fondi per l’ospedale Spallanzani che è in prima linea per combattere questo virus. Noi giocatori stiamo facendo il nostro e chiunque voglia dare una mano tramite il nostro sito può dare il suo contributo». Il giocatore non si sbilancia su un'eventuale ripresa: «Abbiamo la nostra chat in cui ci aggiorniamo sia dello stato di salute delle nostre famiglie sia di un’eventuale ripresa del campionato e degli allenamenti».


Carles Perez va 34/6 km/h: meglio di Messi

GAZZETTA DELLO SPORT - Carles Perez, il più veloce di Barcellona. Ieri il sito Sportsfinding.com ha stilato una classifica dei giocatori più veloci del club blaugrana fino a gennaio (quando Perez si è trasferito alla Roma): Il classe ’98, infatti, nella prima parte dell’annata, quando giocava ancora in Liga, ha fatto registrare un velocità impressionante di ben 34.67 km/h. L’attaccante spagnolo è stato più veloce persino di Lionel Messi.


Zaniolo ci mette la firma. La sua maglia va all'asta

La Roma, in collaborazione con "Charity Stars" ha messo all'asta la maglia numero 22 di Nicolò Zaniolo, con tanto di autografo del golden boy giallorosso e patch ufficiale del campionato di Serie A. Il ricavato sarà devoluto alla raccolta fondi dedicata a combattere l'emergenza coronavirus.


Perez: "Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza"

Carles Perez, attaccante della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano spagnolo mundodeportivo.com . Queste le sue parole:

Cosa ti manca di più in questa quarantena?
“Mi manca il mio amore e le risate con gli amici. Le apprezzo molto di più. Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza. Come un bacio, un abbraccio o comunicare faccia a faccia con altre persone”.

Come stai affrontando questo periodo?
“È un po' difficile perché sei lontano da casa e non hai la tua famiglia al tuo fianco, ma ho la grande fortuna di avere un giardino e una piscina, che sono molto buoni per l'allenamento e altre cose che mi distraggono. Ne approfitto per fare molta palestra”.

Com’è la tua giornata tipo?
“Mi alzo, faccio colazione e inizio ad allenarmi. Faccio il tipico lavoro da calciatore: sprint e alcuni esercizi di nuoto, ciclismo, flessioni, sit-up e prevenzione degli infortuni. Tutto per rimanere in forma perché alla fine siamo fermi da due settimane. Devo mantenere il fisico per quando torneremo per essere al meglio”.

Com'e vivere da solo in quarantena?
“Mi piace stare da solo, avere il mio spazio e la mia tranquillità. Ma è vero che ora sono rinchiuso in casa da più di una settimana, 24 ore al giorno senza vedere quasi nessuno. Se fossi con i miei genitori e mio fratello, sarebbe più piacevole. Nemmeno gli amici possono venire... Ma lo prendo bene, stando positivo e approfittando per lavorare fisicamente su aspetti che non posso fare quotidianamente, durante la stagione”.

La società vi ha detto qualcosa?
"Ci chiedono tranquillità, pazienza e, soprattutto, che non usciamo. Ci stanno aiutando e facilitando in ciò di cui abbiamo bisogno, anche con materiale di formazione. Il club è in contatto con le autorità e ci sta informando mentre si svolgono gli eventi. Quindi non so quanti altri giorni dovrò rimanere a casa rinchiuso”.

Cosa vuoi dire ai sostenitori?
Chiedo alla gente di seguire le raccomandazioni delle autorità e di rimanere a casa. Più casi si svolgono, più velocemente accadrà tutto e possiamo tornare alla nostra vita come sempre, che è ciò che tutti desideriamo. Dobbiamo prendere il lato positivo e approfittare di questi momenti per stare con la famiglia, riposare, fermarsi, riflettere e valorizzare ciò che abbiamo”.


Bandiera bianca

LA STAMPA - Per la prima volta, dall'inizio dell'emergenza, anche la litigiosa assemblea dei club di Serie A appare smarrita. Fino a ieri c'era speranza nel far ripartire lo sport, ma qualcosa è cambiato, finire il campionato è un'ipotesi sempre più remota: "Meglio essere prudenti, rinviamo i discorsi sulle date e quindi sulla ripresa degli allenamenti", ha detto il presidente Paolo Del Pino. Da lunedì alcuni club come Lazio, Napoli e Cagliari potrebbero chiedere ai giocatori di tornare al lavoro, ma difficilmente succederà perchè dal Governo potrebbero arrivare provvedimenti ancor più stringenti. Anche dai club aleggia sfiducia, non tutti hanno gradito il comportamento della Juve che ha lasciato partire Higuain, Pjanic e Khedira che erano in qurantena. Da ieri, quindi, è più difficile immaginare una ventisettesima giornata di Serie A, e a tener banco ora è anche la questione stipendi: è stato ipotizzato di congelare gli stipendi di marzo dei calciatori, anche se non tutti i club sono d'accordo


Veretout: "La situazione è molto grave. Mi manca il calcio, la mia passione"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato un'intervista a L'Equipe in cui ha parlato dell'emergenza Coronavirus in Italia e di se:

Come vivi questa situazione?
Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Roma, ora, è una città morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, solitamente sono sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora. La situazione è molto grave. Senza la mobilitazione di tutti non ne usciremo”.

Sulle giornate a casa.
Con le mie figlie realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno finiti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono in quarantena. Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa, provando a non spaventarla troppo”.

Ha pensato di tornare in Francia?
"No perché abbiamo continuato ad allenarci per diversi giorni. Per me e la mia famiglia era un grosso rischio".

Come ha reagito la Roma all’arrivo dell’epidemia?
"Abbiamo continuato ad allenarci fino alla vigilia del match con il Siviglia. Al centro di allenamento l’attenzione era molto alta, c’era un ambiente particolare. Tutti i dipendenti avevano guanti e mascherine. Niente più pasti di gruppo ma individuali, non ci potevamo salutare".

Come segue l’evolversi della situazione?
È complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello”.

Sul calcio.
Il calcio è la mia passione, quindi mi manca. Quelle abitudini, con allenamento e partite, sono la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.