Veretout: "Volevo giocare con Totti e DDR"
Jordan Veretout, come molti suoi compagni di squadra, non vede l’ora che la stagione riparta. Alla stampa francese ha dichiarato: «Sono felice di aver scelto la Roma, mi ha convinto la telefonata di Fonseca. Il rammarico? Non aver giocato con Totti e De Rossi».
Coronavirus, Grassani: "Società responsabili, può aiutare un passaporto Covid"
GAZZETTA DELLO SPORT - Al quotidiano sportivo ha parlato l'avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, sulla questione norme, leggi e rischi legati alla ripartenza del calcio. Uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Tutela sanitaria dei calciatori e di tutto il personale nel periodo degli allenamenti e della futura ripresa agonistica: dove finisce la responsabilità del medico sociale, di quello del lavoro e del club?
«Questo è il vero casus belli. Partiamo con il dire che i club sono sempre e comunque responsabili della corretta predisposizione degli strumenti di lavoro, dell’individuazione di idonei ambienti in cui svolgere la preparazione nonché delle metodiche di allenamento del gruppo. Sarebbe, quindi, molto complicato riuscire a dimostrare l’assenza di responsabilità per Covid-19 in un eventuale giudizio».
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L’Inail ha stabilito che il Covid è una malattia del lavoro e questa aumenta le responsabilità per i club. Si può arrivare a una «nuova idoneità agonistica»?
«La soglia di attenzione delle società prima di ricominciare l’attività dovrà essere massima. Nel calcio l’idoneità prevista dal D.M. 18/02/1982, di norma, vale per una stagione ma nulla impedisce, vista l’eccezionalità del momento e l’invasività del male, di sottoporre i componenti della prima squadra a una moltitudine di accertamenti mirati alla valutazione delle condizioni dal singolo. Tanto prima dalla ripresa quanto durante. Potrebbe, a questo proposito, risultare molto utile la creazione di un “Passaporto Covid 19”, documento individuale sanitario, integrativo della scheda di cui al D.M del 1982, sul quale annotare ogni indagine, comportamento, situazione e reazione ritenuti utili per combattere l’emergenza virus. Aiuterebbe i medici sociali, le autorità di controllo, e i diretti interessati».
Thauvin resta al Marsiglia
E' durata pochi giorni la voce di mercato che tornava ad accostare Florian Thauvin alla Roma. Il centrocampista del Marsiglia ha escluso una sua partenza nella prossima sessione di mercato in una diretta Instagram. "Resto al Marsiglia, la discussione è chiusa - le sue parole - Sapete benissimo cosa rappresenta l'OM per me".
Il centrocampista è tornato anche sull'infortunio alla caviglia che lo ha tenuto ai box per larga parte della stagione: "Sto bene e inoltre ho perso una stagione. Dovrei andarmene ora che andremo in Champions? Sono anni che lotto per questo obiettivo"
Osvaldo: "Totti? Miglior calciatore con cui abbia mai giocato"
Pablo Daniel Osvaldo, ex calciatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni a TNT Sports. Di seguito un estratto:
"Prandelli? Avevo fatto sei o sette gol nelle qualificazioni, ero il titolare e avevo la maglia numero 10, ma mi lasciò fuori (dai Mondiali 2014, ndr) perché i giornali gli dicevano che io ero argentino e andava convocato qualcun altro. Spero stia passando male la quarantena. Quando mi chiamò per andare al Galatasaray gli dissi che non avrei accettato neanche per 50 milioni. La cosa brutta è stata che ho scoperto di non essere convocato dai giornali, non mi ha neanche chiamato. Ci sono rimasto malissimo, sono finito a piangere, volevo morire perché meritavo di andare in Brasile. Totti? Gli dicevo che secondo me era cornuto, perché non poteva essere così perfetto. Aveva una bella faccia, non voglio dare dettagli, ma era anche ben dotato nelle parti intime. Ed era il miglior calciatore con cui abbia mai a giocato. Aveva solo pregi, non aveva nemmeno l’alito cattivo per dire. E sua moglie…Qualcosa di brutto doveva pur averlo, no? Ma in realtà no, non aveva neanche le corna".
Balbo: "Con Dzeko avremmo fatto una bella coppia"
Abel Balbo è stato protagonista di "A casa dell'ex", nuovo format di Roma TV. L'ex attaccante giallorosso si è raccontato, qui le sue parole:
Come stai vivendo questa situazione?
“Come tutti, mi sto adattando. Stiamo vivendo una situazione difficile, c’è in ballo la vita delle persone, è una cosa seria ma noi rispettiamo le regole e speriamo finisca tutto al più presto. La mia famiglia sta bene, a Buenos Aires ci sono casi, c’è chiusura totale ma si stanno comportando bene, speriamo che riescano a controllare questa pandemia, un conto è difenderla in un paese europeo, un conto in Sudamerica o in Africa dove le condizioni economiche non sono le stesse”.
Si parla della ripresa della Serie A: che ne pensi?
“Sono ottimista, penso sia fattibile ritornare un po’ alla normalità. Il calcio è uno sport ricco, i club possono fare controlli individuali, hanno le proprie infrastrutture e penso che possano permettersi tutte le precauzioni, il calcio può tornare alla normalità”.
Quest’anno hai avuto la possibilità di seguire la Roma in più di un’occasione: che effetto ti ha fatto la Roma di Fonseca?
“Tornare all’Olimpico mi riempie di ricordi, di momenti molto belli che ho vissuto, stare allo stadio è il mio ambiente e sono molto felice quando riesco a vedere la Roma in partite importanti come Juventus o Lazio. La Roma è una squadra che ha avuto alti e bassi, penso che Fonseca sia un ottimo allenatore, è stato sfortunato con gli infortuni e in questi casi è sempre difficile mantenere una certa qualità nel gioco, ha fatto bene e un po’ meno bene, quando si riprenderà dovrà vincere per provare ad andare almeno in Champions League”.
In Serie A, per il momento sei il giocatore straniero con più gol con la maglia della Roma
“Io ne ho fatti 78 e Dzeko 74, sicuramente mi supererà perché spero che giocherà altri anni con la Roma, è un calciatore straordinario e non sono dispiaciuto se lui batterà questi record”.
Avresti potuto giocare anche con Dzeko…
“Sì, l’importante è avere calciatori bravi perché possono giocare con tutti, sono giocatori pensanti che sanno fare tante cose”.
La tua prima avventura alla Roma?
“Nella mia prima esperienza alla Roma, la squadra non era in grado di lottare per il vertice. Io ho giocato in quel periodo ma sono felice di aver fatto parte di quella Roma, abbiamo riso molto”.
Speravi in cuor tuo di tornare alla Roma, come hai fatto?
“Sì, io ho avuto un rapporto molto forte con Sensi, sono andato via la prima volta e pensavo di tornare come dirigente. La vita, invece, mi è stata grata e sono tornato con Batistuta e abbiamo vinto lo scudetto”.
Una storia a lieto fine…
“Sì, era impensabile e sono felice che la mia carriera italiana sia finita con lo scudetto”.
Un ricordo in particolare che ti lega alla Roma?
“Ne ho tanti, come il 3-0 alla Lazio. La squadra era meno forte ma c’era più unione, Sensi era come un padre per me. Ora il calcio è cambiato, i soldi lo hanno peggiorato e i rapporti sono più freddi. Quel derby è stato bellissimo, ci davano tutti per spacciati, il punteggio poteva essere anche più ampio, è stata una grande soddisfazione per noi. È stato un ricordo molto bello”.
Perotti, parla il padre: "Non so se tornerà al Boca, è un'ipotesi"
Hugo Perotti, padre dell'attaccante giallorosso Diego, è stato intervistato da La Nacion. Ecco uno stralcio delle sue parole:
“Mio figlio non so se tornerà al Boca, non dipende solo da lui. Bisognerà vedere se al momento il Boca avrà bisogno di uno come lui, cosa vorrà fare il ragazzo e se ci saranno tutte le condizioni, tecniche ed economiche. È un’ipotesi, non ha senso generare aspettative. Magari quando sarà il momento, visto che non ha ancora terminato la carriera in Europa, i cinesi appaiono e mettono sul piatto cento milioni di dollari, è impensabile saperlo ora. Quando e se Dio vorrà, speriamo possa accadere”.
Nainggolan: "Ero più triste di aver lasciato la Roma che contento di andare all'Inter"
Radja Nainggolan ha parlato in una diretta Instagram. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:
Tu sportivamente parlando odi più la Juve che la Lazio?
"Io non odio nessuno. A me ha sempre dato fastidio quando una persona non si sente di andare ad una piazza. Io non sono mai andato alla Juventus perché vincere uno scudetto facendo 5 partite all’anno non lo sentirei mio. Per paura di non giocare all’inizio ho deciso di fare un altro percorso. Da lì nascono le mie dichiarazioni. Preferisco giocare contro i più forti cercando di vincere".
Tu hai perso solo due derby no?
"Sì, solo due".
Tu pensavi realmente di vincere in semifinale?
"A parte lo stato in cui stavo. Io dico sempre la verità. Io pensavo veramente di vincere, come tutti i derby. La sconfitta più brutta in Coppa Italia. Il ritorno l’abbiamo vinto ma siamo usciti".
Vai via da Roma a malincuore. Se fosse stato per te non saresti andato mai via?
"Io sono andato via per rispettare soprattutto me stesso. Uno ha fatto delle cose dietro le spalle, a mia insaputa. Per come sono fatto io non potrei neanche salutare una persona del genere. Visto che vuoi che vado via decido io dove andare. Nessun problema nello spogliatoio".
Quando sei arrivato a Milano però la scena l’abbiamo vista tutti…
"Nulla togliere ai tifosi dell’Inter però se tu mi chiedevi se ero più contento di essere arrivato all’Inter o più triste di aver lasciato la Roma io ti dicevo che ero più triste di essermene andato".
Vorresti tornare a giocare?
"Vorrei giocare perché è la mia passione ma giustamente la salute viene prima di tutto. Giocare a porte chiuse non è calcio ma piuttosto è comunque più giusto finire il campionato. Sarà la stessa cosa giocare fuori casa o in casa".
Perché non sei stato convocato al Mondiale?
"Da quando è arrivato questo allenatore io ho fatto due amichevoli all’inizio e mi ha fatto fuori. Alla Roma poi ho giocato la semifinale di Champions. Quando mi dicevano le domande io ho sempre dichiarato che preferivo uno che mi diceva la verità. Io ci ho parlato e mi ha detto che non poteva darmi il ruolo che avevo nella Roma. Mi diceva che per lui non ero un titolare e che non voleva portarmi perché in panchina avrei fatto zizzania. Non tornerei in Nazionale. Mi manca è normale. Ormai, quando prendo una decisione difficilmente torno indietro".
Torneresti alla Roma?
"Alla Roma sì. Se ci sono i presupposti io tornerei. Ho vissuto anni bellissimi, una piazza che mi vuole bene e a cui io voglio bene e ho dato tutto".
Mancini: "Non vedo l'ora di tornare in campo"
Gianluca Mancini è intervenuto durante la diretta del derby virtuale #TUTTICONTROCOVID. Ecco le sue parole:
Come stai?
“Tutto bene, sto con la famiglia”.
Sei sereno? Hai frenato dai ritmi del calcio?
“Siamo fortunati, siamo a casa con la famiglia e non abbiamo contratto il virus. Riusciamo ad allenarci più di quanto immaginavamo e sono pesanti anche se da casa. Non vediamo l’ora di ricominciare, viviamo per questo e per fare vivere emozioni ai tifosi, non vediamo l’ora. Speriamo che manchi poco e che ci siano le condizioni per riprendere”.
Come vivi questo derby virtuale?
“In questo momento ci siamo tutti uniti e siamo una squadra unica. Facciamo una bella cosa per tutte le persone che combattono per salvare vite. Noi che stiamo bene dobbiamo fare tutto per aiutarli. Sto seguendo questo derby e spero di vincere, perché i derby vanno vinti sempre”.
Parolo ha detto che potrebbero vincere lo Scudetto e colorare Roma di biancoazzurro
“Noi pensiamo solo a noi e ai nostro obiettivi. Dobbiamo raggiungere la Champions e ci stavamo riprendendo dopo un gennaio non positivo. La città di Roma è la Roma, i nostri tifosi sono fantastici”.
A 24 anni sei già un pilastro della Roma
“Sono ancora molto giovane e ho tanto da imparare”.
In quarantena ti sei dilettato in cucina?
“Mia moglie mi ha messo ai fornelli. Faccio molto bene pizza e lasagna”.
Come sarebbe giocare senza pubblico?
“Toglie tante emozioni, il calcio è uno spettacolo. Avere i tifosi al seguito è un grande supporto, mancheranno ma la cosa fondamentale è partire in sicurezza e sperare che tutto questo sia solo un brutto ricordo”.
Ora sei difensore ma hai fatto anche il centrocampista
“Ho fatto sempre il centrocampista a livello giovanile, poi dalla Serie B sempre difensore. Poi quest’anno per emergenza il mister mi ha messo a centrocampo e ho aiutato la squadra, sono contento. Quando un giocatore può ricoprire più ruoli è un bagaglio importante. Mi sento più difensore perché ho maggior margine di crescita, ma posso anche giocare a centrocampo se il mister me lo chiede”.
In allenamento provi mai a battere le punizioni?
“Sì, le provo ma poi capisco che in partita è meglio che ci pensino Pellegrini e Kolarov (ride, ndr)”.
Conte: "Dal 4 maggio inizia la fase due. Rispettare le distanza sociale e le precauzioni"
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, ha parlato alla Nazione delle nuove disposizioni che gli italiani dovranno seguire dal 4 maggio. Queste le sue parole inerenti al nuovo Decreto:
"Nella fase più acuta ci sono stati dei momenti in cui l’epidemia ci sembrava fuori controllo. Avete manifestato tutti, da Nord a Sud, grande coraggio, senso di responsabilità e di comunità. Adesso inizia per tutti la fase di convivenza con il virus. Dobbiamo essere consapevoli che in questa seconda fase, la fase 2, la curva di contagio potrebbe risalire, dobbiamo dircelo chiaramente. Il rischio c’è e dobbiamo assumercelo e affrontarlo, con metodo e rigore. In questa fase sarà importante mantenere le distanze di sicurezza, sarà fondamentale il comportamento di ciascuno di noi. Se vuoi bene all’Italia, devi evitare che il contagio si diffonda. Come fare? Bisogna rispettare le distanze di sicurezza, almeno un metro. Anche nelle relazioni tra parenti. Gli scienziati ci dicono che un contagio su quattro è in relazioni familiari. Vogliamo tutti ripartire, ma l’unico modo è rispettare le precauzioni e la distanza sociale. Se non le rispettiamo la curva risalirà e potrebbe andare fuori controllo. Potrebbero aumentare di nuovo i morti. Se ami l’Italia, permettetemi di dirlo, mantieni le distanze. Anche il Governo ha un ruolo specifico in questa fase. Dobbiamo monitorare che la curva non risalga e rimanere pronti per intervenire in modo rapido, efficace e tempestivo, laddove l’andamento dovesse ritornare a livelli critici. Stiamo tutti affrontando una prova molto dura e ci aspettano ancora dei mesi con una sfida complessa. Mi rendo conto che molti di voi, dopo settimane in casa, vorrebbero un definitivo allentamento delle restrizioni. Possiamo reagire anche negativamente in questa fase, potremmo affidarci al risentimento, potremmo prendercela con i familiari, con i politici, con il Governo, con l’Europa, con la stampa. Non mancano le occasioni. Oppure possiamo fare un’altra scelta e pensare a ciò che ognuno di noi può fare per tornare insieme ad una ripresa. Tutti nelle prossime settimane e mesi dobbiamo gettare le basi per la ripresa del Paese. Questo piano parte dal 4 maggio è ben strutturato e pensato. Devo ringraziare la nostra squadra di esperti e scienziati. Nella convivenza con il virus dovremo adottare tutte le precauzioni e tutti i dispositivi di protezione personale. A questo proposito, abbiamo fissato il prezzo delle mascherine, non vogliamo che ci siano speculazioni di mercato in questo. Ci sarà un pezzo giusto, che permetta alle aziende che le producono di rientrare dei costi e guadagnarci. Ogni mascherina costerà 0,50€. Le misure entreranno in vigore dal 4 maggio e avranno valore per le due settimane successive. Avranno una conferma per le misure di distanziamento sociale. Gli spostamenti rimarranno delimitati all’interno della regione e per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute. Aggiungiamo la possibilità di spostamenti per far visita a familiari e congiunti. Molte famiglie sono state separate, consentiremo delle riunioni, ma con mascherine. All’interno delle regioni sono consentiti gli spostamenti come adesso. Tra regioni, è consentito soltanto il trasporto per motivi lavorativi. Consentiamo il rientro presso il luogo di domicilio. Chi ha sintomi febbrili deve rimanere a casa ed avvertire il proprio medico di base. Il divieto di assembramento rimane, sia in luoghi pubblici che privati. Consentiamo l’accesso a parchi, ville e giardini pubblici. I sindaci potranno decidere la chiusura di queste aree. Per quanto riguarda l’attività sportiva: sarà possibile allontanarsi dalla propria abitazione, ma rispettando la distanza di almeno due metri tra le persone. Per consentire una graduale ripresa, nel rispetto anche di tutelare la salute, saranno consentite le sessioni d’allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti d’interesse nazionali. Saranno consentiti nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e a porte chiuse. Per le discipline collettive ed individuali. Abbiamo in animo di riaprire, con tutte le dovute precauzioni e cautele, musei, mostre e biblioteche ed anche gli allenamenti a squadre in campo sportivo".
Conte: "Spadafora ed i tecnici lavoreranno per delineare un percorso. Gli allenamenti di squadra riprenderanno il 18 maggio"
Dopo la conferenza in cui ha spiegato le misure del nuovo Decreto che entrerà in vigore dal 4 maggio, il Premier Giuseppe Conte si è dedicato alle domande dei cronisti. Una di queste era inerente al calcio ed alla possibile ripartenza del campionato:
"Io sono un appassionato di calcio, come tantissimi italiani. All'inizio mi sembrava strano che il campionato potesse essere interrotto, però ci siamo ritrovati in questa emergenza sociale, sanitaria ed economica. Tutti hanno compreso che non c'era alternativa. Il ministro Spadafora lavorerà intensamente con il comitato tecnico-scientifico e con tutte le componenti per delineare un percorso, che abbiamo già individuato con gli allenamenti individuali dal 4 maggio e quelli di squadra dal 18 maggio. Poi si cercherà di capire se potranno continuare i campionati che sono sospesi. Sicuramente se arriveremo a questa conclusione sarà garantendo tutte le condizioni di sicurezza. Vogliamo che non si ammalino gli sportivi per primi".
Ecco altri 3,5 milioni di stipendi
IL TEMPO -BIAFORA - Mkhitaryan, Smalling, Zappacosta e Kalinic. Sono quattro i giocatori che sono in prestito alla Roma e che peseranno sul bilancio del club per un paio di mesi in più rispetto alle naturali scadenze dei trasferimenti temporanei se la stagione dovesse prolungarsi fino ad agosto inoltrato. L'indirizzo dei massimi organi calcistici è quello di permettere di allungare i contratti fino a quando verranno terminate le competizioni, generando quindi un costo ulteriore per gli stipendi dei giocatori. La squadra giallorossa oltre alla A deve anche concludere il percorso in Europa League, la cui finale è prevista a fine agosto, obbligando quindi la società a pagarli per almeno due mesi in più nel miglior scenario possibile. Lo stipendio totale annuo dei quattro calciatori è pari a circa 11,5 milioni netti (3,5+3,2+2,5+2,4), quindi una loro permanenza bimestrale avrebbe un impatto di circa 3,5 milioni lordi. Intanto non si fermano le iniziative di Roma Cares. Lorenzo Pellegrini ha fatto un'incursione a sorpresa durante le lezioni video dell'Istituto Comprensivo Via Boccea 590: il centrocampista si è collegato con i ragazzi e ha risposto alle loro domande e curiosità, annunciando il regalo di alcuni tablet da parte della Roma alle famiglie che non possono permetterseli.
Le tv non pagano, la Fifa sì
IL TEMPO - PIERETTI - I conflitti all'interno del sistema calcio rischiano di archiviare definitivamente il campionato di A. Il braccio di ferro tra il presidente del Coni Malagò e quello della Federcalcio Gravina è soltanto la punta dell’iceberg; litigano nelle commissioni scientifiche, litigano Aic e presidenti per la decurtazione degli stipendi mentre la Lega calcio alza il muro contro i broadcast televisivi che vorrebbero far slittare l’ultima rata di pagamento da 224 milioni per i diritti tv dell’attuale campionato. L'altra sera Dazn ha inviato una lettera alla Lega, nella quale intende ottenere un confronto per posticipare il pagamento, ma i presidenti - come dimostrato dal voto unanime contro la medesima richiesta di Sky - non intendono negoziare. E' un momento drammatico dal punto di vista sociale, e la difficoltà si riverbera anche sul calcio internazionale; la FIFA ha avviato il suo piano Marshall donando alle federazioni 150 milioni, seguendo la strada tracciata dall'Uefa che due giorni fa aveva messo sul piatto delle 55 federazioni affiliate 70 milioni (soldi che andranno ai club che hanno messo a disposizione delle Nazionali i propri calciatori ndr).
Nel resto d'Europa la ripresa agonistica stenta a decollare, gli allenamenti sono ripresi soltanto in Germania, ma il Ministro del Lavoro sembra intenzionato a imporre - durante le partite del campionato - le mascherine ai calciatori; per ora è una proposta, potrebbe diventare un'imposizione che ha già attirato lo scetticismo degli addetti ai lavori. Anche in Austria sono ripresi gli allenamenti delle squadre professionistiche: un calciatore del Mattersburg é finito in quarantena dopo i controlli sostenuti durante la visita di idoneità prima della ripresa degli allenamenti. Il resto dei giocatori - negativi al test - hanno ripreso ad allenarsi.
Si prova a ripartire anche in Spagna, ma le polemiche non mancano, soprattutto per la scarsa disponibilità dei tamponi che il Ministro della Sanità non intende dare ai calciatori asintomatici; la posizione del governo spagnolo ha indotto la Liga ad una brusca frenata aspettando chiarimenti sui test. Scelta che di fatto congela la data di ripresa degli allenamenti che prevedono una serie di fasi e di controlli tra cui allenamenti in gruppi da sei, docce a casa e test all'interno delle vetture private dei singoli calciatori.
In Francia la ripresa è ancora lontana, ieri è stato ricoverato in terapia intensiva di Junior Sambia, giocatore del Montpellier. L'Olanda ha definitivamente chiuso il campionato senza assegnare il titolo all'Ajax che - grazie alla differenza reti - accederà alla fase a gironi di Champions League con l’Az Alkmaar ai play off. Campionato sospeso anche in Belgio, mala federazione belga ha deciso di assegnare il titolo al Bruges. Intanto il presidente del Coni Malagò annuncia che lunedì consegnerà il protocollo scientifico e organizzativo per tutti gli sport al ministro Spadafora.