Olanda: anche Kluivert tra i pre-convocati

Justin Kluivert è stato incluso dall'Olanda tra i pre-convocati comunicati in mattinata per gli impegni che la formazione oranje affronterà il prossimo 26 marzo, contro gli Stati Uniti, e la Spagna, domenica 29 marzo. Questa la lista completa dei pre-convocati dell'Olanda: 


Europa League, Siviglia-Roma non si giocherà

Siviglia-Roma non si giocherà. Dopo lo stop ai voli tra Italia e Spagna a causa dell’emergenza coronavirus, non è stata trovata una soluzione per permettere ai giallorossi di partire, come annuncia la stessa società sui canali social. La Uefa è in riunione in questi minuti per valutare il rinvio del match a data da destinarsi


Timo Hubers dell’Hannover è risultato positivo al Coronavirus

Timo Hubers, difensore tedesco dell'Hannover, primo caso di calciatore professionista positivo al Coronavirus. Lo comunica lo stesso club tedesco. Queste le sue parole:

"Timo Hubers è risultato positivo al Coronavirus. I compagni di squadra sono testati per precauzione. Si presume che Hübers sia stato infettato durante un evento a Hildesheim sabato scorso. Dal momento che il 23enne non ha avuto contatti con i suoi compagni di squadra dal momento dell'infezione, che è stata localizzata con precisione, non si può presumere che i compagni di squadra si siano infettati da lui. Tuttavia, stiamo agendo in modo responsabile - l'intera squadra, gli allenatori e il personale sono testati per il virus in via precauzionale".


Conferenza stampa, Lopetegui: "Quello che sta accadendo ci sorprende, ma dobbiamo essere professionali e fare quello che ci viene richiesto, sapendo che stiamo difendendo il sogno di tutti i sevillisti"

Julen Lopetegui, allenatore del Siviglia, ha tenuto una conferenza stampa alla presenza dei soli media ufficiali del club andaluso e delle tv. Queste le sue parole:

“E’ una settimana complicata e complessa. Dobbiamo giocare una partita che stiamo preparando da tutta la stagione e per la quale siamo molto entusiasti. Naturalmente preferivamo giocare con il pubblico, perché sono i tifosi che danno significato al calcio. Giocheremo come ci hanno chiesto di fare, ma ci metteremo la stessa speranza e la stessa anima dei tifosi. Credo sia un momento storico nel quale non ci sono soluzioni magiche, se parliamo di situazioni straordinarie non ci si può nascondere. Siamo molto speranzosi e, se alla fine giocheremo, come credo sia, dobbiamo essere preparati perché è un momento importante per tutti. Quello che sta accadendo ci sorprende, ma dobbiamo essere professionali e fare quello che ci viene richiesto, sapendo che stiamo difendendo il sogno di tutti i sevillisti. Dobbiamo capire che non dipende da noi, dobbiamo isolarci da qualsiasi situazione esterna e concentrarci sul gioco. Non ha senso che i calciatori possano volare, ma un gruppo di avvocati no. Se giochi, non è allenamento, è un ottavo di finale. Domani giocheremo una competizione storica, difendendo il nostro lavoro e il sogno di molti. Ci dobbiamo concentrare sulla partita, giocheremo contro una squadra molto preparata e con 60.000 tifosi, o con nessuno, sarà una grande partita. Siamo concentrati e consapevoli delle nostre debolezze e dei loro punti di forza, cercheremo di proporre il nostro calcio. Si giocano due partite, ma è fondamentale quella di domani“.


Uefa, ufficiale il rinvio di Siviglia-Roma ed Inter-Getafe

La notizia era già stata anticipata dalla Roma, a cui adesso fa seguito il comunicato ufficiale dell'Uefa. Siviglia-Roma non si giocherà:

"Come risultato delle restrizioni sui viaggi tra Spagna ed Italia imposte ieri dalle autorità spagnole, i segunti ottavi di finale di Europa League non si disputeranno come da programma, il 12 marzo.

Siviglia-Roma
Inter-Getafe

Future decisioni sui due match saranno comunicati in seguito".

COMUNICATO UFFICIALE UEFA


Pallotta: "Stand-by non dovuto al Coronavirus. Il perchè chiedetelo a Friedkin"

James Pallotta, presidente della Roma, è stato contattato da Centro Suono Sport per rispondere ad alcune domande circa il passaggio di proprietà della società nelle mani di Friedkin:

Il motivo dello standby all’affare è l’emergenza da coronavirus?
"No".

Cosa sta accadendo allora?
"Chiedete a Friedkin e i suoi uomini”.


TOTTI: «Adesso scappo in tv ma non dalla Roma. E se arriva una chiamata da Friedkin...»

Francesco Totti ha rilasciato un'intervista al quotidiano romano IL MESSAGGERO in occasione del lancio di Celebrity Hunted, il reality di Amazon Prime che sarà trasmesso in streaming da venerdì prossimo. Questo un estratto:

Un futuro da attore?
«No. Non è un'ipotesi che prendo in considerazione. Sono e resto un calciatore».

Nemmeno con Ilary? Girava la voce di una vostra Casa Vianello...
«Era una battuta fra amici, che a un certo punto ha cominciato a circolare come se fosse stata vera».

Ma perché Totti fa un reality?
«L'ho fatto perché in quel momento ero libero e avevo voglia di sperimentare una situazione diversa, di buttarmi in una nuova avventura. Certo: se fossi stato ancora alla Roma non l'avrei mai fatto».

A proposito: se Dan Friedkin dovesse firmare, è sempre certo di non volerci tornare, alla Roma?
«Se dovesse arrivare una telefonata, ci parlerei. Valuterei. Mai dire mai».

Nella vita ha mai avuto voglia di fuggire?
«Non sono mai scappato da nessuno, anche se in certi momenti l'avrei fatto volentieri: per esempio quando non riuscivo a giocare in pace a pallone ai giardinetti con mio figlio, o a portarlo alle giostre. Sono scappato dai paparazzi quando ero fidanzato con Ilary».

E dalla Roma?
«A un certo punto l'ipotesi di andare via è diventata abbastanza concreta. Ma poi ha vinto il rispetto per la gente, per i tifosi, l'amore per la maglia. Non potevo tradire una società che mi aveva dato così tanto».

Da romanista: Roma in Europa League?
«È un obiettivo, come lo è il quarto posto. Ma sappiamo tutti che non è facile, il campionato sta per finire. Se riescono a rimanere uniti, e a fare bene il loro lavoro, possono ancora centrare gli obiettivi».

Nel reality fugge. Nella vita, con il coronavirus, restiamo a casa. Come la vive?
«È il momento della paura. Dobbiamo restare uniti, da nord a sud, e trovare questo benedetto vaccino. In giro c'è tanta ansia, anche perché tutti parlano e c'è chi dice la verità e chi cavolate. Dobbiamo essere forti. E seguire chi, dall'alto, ci dice: chiudete tutto. L'economia va a picco, purtroppo. Ma la salute viene prima».

Anche il campionato deve chiudere?
«Anche il campionato, si. Non è giusto che il bar debba chiudere e il campionato no. Sarebbe surreale. Anche se sarà un danno economico non da poco».


Lo sport ha detto stop. Il Coni si blocca, arriva il decreto del Governo e il calcio si piega: non si gioca fino al 3 aprile

LEGGO - SARTI - La guerra al Coronavirus fa fermare tutto lo sport in Italia, almeno sino al 3 aprile. La decisione del presidente del Coni Giovanni Malagò è stata immediatamente suggellata dal nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha fatto dell'intero Paese una zona protetta. Chiarissime le parole del premier Giuseppe Conte: «Non c'è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo». Quindi stop anche alla serie A e agli altri principali campionati di calcio, che sino a ieri hanno giocato a porte chiuse, con tutte le polemiche esplose. Il Consiglio Figc di questo pomeriggio (ore 14, in conference call) dovrà prenderne atto e cercare di prefigurare il dopo 3 aprile. Impresa complicata, essendo questa una data forzatamente indicativa, da parametrare con l'evolversi dell'emergenza sanitaria nazionale.

L'ATTO DI MALAGÒ - Ieri pomeriggio Malagò aveva riunito le federazioni degli sport professionistici (calcio, golf, basket e ciclismo) e delle discipline di squadra. «Sospensione di tutte le attività sportive ad ogni livello sino al 3 aprile». La frase forte della nota del Coni non poteva essere una sorpresa, ma faceva un grande effetto. «Viene richiesto al Governo di emanare un apposito decreto che possa superare quello attuale in corso di validità». Ovvero quello di domenica che consentiva le porte chiuse. «Sono già al lavoro per la stesura del decreto. Grazie al Coni e alle federazioni per la presa di coscienza della gravità della situazione». Così, a stretto giro, Spadafora, che aveva immaginato una firma per la giornata di oggi. Tempistiche superate dagli eventi della serata.
Il Coni aveva poi chiaramente domandato all'Esecutivo di «inserire anche il comparto sport, sia professionistico sia dilettantistico, nell'annunciato piano di sostegno economico» per compensare «disagi ed emergenze che lo sport italiano ha affrontato finora con responsabilità e senso del dovere, rinunciando in alcuni casi particolari allo svolgimento della regolare attività senza possibilità di recupero nelle prossime settimane». Problemi enormi, che vanno per esempio dalle difficoltà di molti atleti azzurri nella strada verso Tokyo 2020 alle tante questioni (organizzative e soprattutto finanziarie) che dovrà affrontare la Lega di Serie A (e non solo). Lega che nel frattempo già ieri ha rinviato a data da destinarsi tutti gli incontri di Primavera 1.

POLEMICA - Da menzionare, prima della riunione al Coni, la presa di posizione di Arturo Diaconale, portavoce della Lazio, secondo cui: «ministri demagoghi e dirigenti irresponsabili non capiscono che fermare il campionato significherebbe far saltare tutti i diritti televisivi e condannare al fallimento la gran parte delle società calcistiche italiane».

E INTER-GETAFE? - Da verificare il destino delle gare internazionali in Italia. Intanto, in Champions saranno a porte chiuse oggi Valencia-Atalanta e domani PSG-Borussia Dortmund. Medesimo destino in Europa League, giovedì, per Siviglia-Roma. E Inter-Getafe? Secondo Cadena Ser gli spagnoli avrebbero chiesto di non giocare contro l'Inter in Lombardia ma è possibile un match a porte chiuse al Meazza. Le autorità svizzere non permetteranno infine il 19 la disputa del ritorno Basilea-Eintracht Francoforte, se non in campo neutro.


Siviglia-Roma, chiude pure il Pizjuan: rimborsi ai romanisti

GAZZETTA DELLO SPORT - Fino a ieri pomeriggio al Siviglia erano sicuri: la partita con la Roma si sarebbe giocata col pubblico. Il club non aveva ricevuto indicazioni contrarie, fino all'annuncio del Ministro della Sanità spagnolo Salvador Illa. La soluzione porte chiuse però era nell'aria, visto il propagarsi del coronavirus in Spagna e la chiusura totale di Valencia-Atalanta di stasera.

La Roma ha già annunciato che rimborserà tutti i 600 tifosi che avevano acquistato i biglietti per il Sanchez Pizjuan. Il club giallorosso ha anche cominciato a rimborsare i tifosi che avevano acquistato i tagliandi per la sfida di ritorno del 19 marzo, altra partita che la Uefa ha già dichiarato a porte chiuse da qualche giorno. Ma si sta valutando anche l’ipotesi di giocare in campo neutro in altra nazione.


Roma a Siviglia a porte chiuse

IL TEMPO - BIAFORA - A porte chiuse. La sfida d'andata di Europa League tra Siviglia e Roma si disputerà senza il pubblico sugli spalti dello stadio Sinchez-Pizjuan, dove erano attesi almeno 500 tifosi giallorossi nel settore ospiti. La decisione è arrivata ieri all'ora di cena ed è stata presa dal Ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, che nella mattinata aveva ricevuto pressioni dai sindacati della polizia iberica per giocare senza tifosi nelle tribune a causa dell'emergenza nata dopo la diffusione del Coronavirus sul territorio europeo (l’Andalusia è tra le regioni spagnole con il maggior numero di contagi).

Di certo il match con la squadra dell'ex ds romanista Monchi andrà in scena in un clima surreale e a Trigoria si stanno prendendo tutte le possibili precauzioni in vista di questa partita. Inoltre dalla Uefa non sono arrivate ancora comunicazioni ufficiali sulla presenza o meno dei giornalisti in tribuna stampa e si aspetta di capire se come fatto per Valencia-Atalanta gli allenamenti di rifinitura saranno a porte chiuse e non andranno in scena né le conferenze pre-partita e neanche quelle a gara conclusa.

Lo stato delle cose rende interpretabile ogni ipotesi sul ritorno, teoricamente da disputare a Roma il 19 marzo. Perché il nuovo decreto che ha sancito lo stop completo a tutti gli eventi sportivi sul territorio della Penisola, potrebbe non comprendere le gare internazionali e così la competizione potrebbe andare avanti: e c'è un'idea di giocare eventualmente in campo neutro al di fuori dei confini italiani, ma ogni ipotesi è al vaglio del massimo organo calcistico europeo.

Guardando al campo ieri Diawara si è allenato in gruppo dopo il test effettuato con la Primavera e corre verso il ritorno nella lista dei convocati, mentre è ormai certo il forfait di Pellegrini. Il centrocampista si è limitato a svolgere una seduta individuale di lavoro e sarà costretto ad alzare bandiera bianca senza partire con i compagni.

La situazione di totale incertezza del futuro del mondo del calcio sta ovviamente influenzando anche la trattativa tra Pallotta e Friedkin, che al momento attraversa una fase di riflessione nonostante una bozza di comunicato di annuncio già pronta. Il titolo del club giallorosso ieri in Borsa ha avuto un calo del 20% ed appare inutile fare nuove previsioni sulle tempistiche per la fumata bianca: le parti assicurano che è ancora tutto in piedi, ma bisognerà aspettare per capire gli impatti finanziari di una crisi globale.


Per De Sanctis non è una sfida come le altre

GAZZETTA DELLO SPORT - E' uno dei grandi ex di Siviglia-Roma. Probabilmente non ci sarà, perché da quando si occupa del settore giovanile raramente segue la prima squadra in trasferta. Ma per Morgan De Sanctis la partita di giovedì sarà comunque speciale.

Sono passati quasi 13 anni da quando, nell’estate del 2007, fu il primo giocatore ad avvalersi dell’articolo 17 della Fifa che gli consentiva di svincolarsi unilateralmente. Lo fece per lasciare l’Udinese, tra mille polemiche, e trasferirsi a Siviglia: l’esperienza fu avara dal punto di vista tecnico (appena 13 presenze), ma molto ricca da quello umano e De Sanctis lo ricorda spesso. Lì conobbe Monchi, che poi lo rivolle con sé alla Roma quando smise col calcio giocato, dando il via alla sua carriera da dirigente


Il segnale chiesto al governo, i dubbi dei club e il silenzio Uefa

GAZZETTA DELLO SPORT - Si ferma anche il calcio. Nel decreto annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio Conte che uscirà questa mattina è previsto un salvacondotto per i club impegnati nelle competizioni internazionali da giocare a porte chiuse. La giornata di ieri era stata caratterizzata dalla scelta del Coni di fermare lo sport, calcio incluso, con la Figc allineata, dalla garanzia del governo di presentare un decreto preciso a fare da ombrello e dalla accettazione da parte della Lega, nonostante quasi tutti i club preferissero continuare a giocare a porte chiuse. Mentre l'Uefa non si è espressa ufficialmente e pare attendere le scelte dei Paesi e gli eventi legati alla diffusione del virus.

Al momento il campionato fermo fino al 3 aprile, non si giocherebbero due giornate che insieme a quella da recuperare fanno tre. Se l’Europeo venisse confermato nelle date stabilite non ci sarebbe modo di recuperarle. Che succederebbe in caso di campionato non concluso? Farebbe fede la classifica al momento della sospensione? Oggi significherebbe: scudetto alla Juve, a scendere l’assegnazione dei posti in Champions e in Europa League e Lecce, Spal e Brescia retrocesse. Ma questo scenario sarebbe rifiutato dalle squadre penalizzate dal campionato interrotto che hanno già fatto sapere che sarebbero pronte a far causa. Il tema si affronterà nel caso più avanti, ma già da ora si intuisce quale caos si porterebbe dietro.

Capitolo coppe europee: c’è il salvacondotto per le squadre impegnate nelle competizioni europee con gare da giocare a porte chiuse e sotto stretto controllo sanitario di giocatori e persone coinvolte.