Il decalogo della Lega. Sicurezza, altri contagi, contratti e risparmi: le condizioni dei club
LA GAZZETTA DELLO SPORT - GOZZINI - Una concordia insolita per i club di Serie A: blocco compatto verso la ripresa del campionato. Terminare il torneo in condizioni di sicurezza e serietà. Per questo oltre alle rassicurazioni del governo i club chiedono alla Federazione chiarezza su alcuni punti: questioni mediche, logistiche e, non ultime, contrattuali. L’intenzione di ripartire c’è, ma serve una strada chiara. Questi i punti su cui la Lega non è disposta a transigere:
I club non vogliono essere esclusi dal dibattito sulla sicurezza e l’applicabilità dei protocolli per garantire la fattibilità del campionato. C’è poi la questione prolungamento prestiti: se la Uefa ha già dato indicazioni in tal senso, i club di A chiedono anche un provvedimento di natura federale che definisca la situazione dei prestiti fra le società italiane e fra quelle italiane e quelle straniere.
Servono poi risposte su cosa succederebbe in caso di nuove positività così come linee definite per quanto riguarda viaggi e spostamenti, con indicazioni anticipate e precise su dove si svolgeranno le gare. Per non parlare dei comportamenti da tenere in caso di nuovi periodi di lockdown.
I club chiedono poi una modifica delle licenze nazionali così come un rinvio delle verifiche Covisoc, per fronteggiare l’emergenza economica ed il differimento dei pagamenti degli stipendi di questi mesi. C’è poi la richiesta di unificare al livello federale la questione taglio stipendi: anche se alcuni club si sono già mossi autonomamente, tanti hanno chiesto una disciplina uniforme.
Non meno importanti gli aspetti giuridici, con le squadre che vogliono sentirsi tutelate dal punto di vista della responsabilità giuridica in caso di nuovi contagi. Sono poi da definire le linee guida ed i termini di quello che per forza di cose sarà un calciomercato fortemente anomalo.
Serie A, Spadafora prende tempo. Ma che succede se un altro calciatore viene trovato positivo?
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Stiamo discutendo di allenamenti, il 4 maggio dovrebbe esserci una ripartenza soft, ma quando si potrà giocare? E soprattutto, siamo sicuri che ci saranno le condizioni per farlo? Ieri queste domande sono inevitabilmente arrivate sul tavolo del super vertice fra il ministro dello sport Vincenzo Spadafora e il mondo del calcio.
Spadafora ha preso tempo: “Ho ascoltato con grande attenzione le diverse posizioni emerse e nei prossimi giorni, dopo un confronto con il ministro della Salute e il comitato tecnico-scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità di una ripartenza degli allenamenti”. Non si tratta di un via libera, ma le informazioni che filtrano dagli ambienti governativi vanno in una direzione: sì alla ripresa a partire dal 4 maggio, a condizione di allenarsi in forma individuale e rispettando il distanziamento. In pratica, le prime due settimane del percorso indicato dal protocollo.
Sì, ma dopo? Ecco, qui c’è il problema. Il Dpcm non potrà dire sì alle partite, ovviamente. La Lega di A ha bisogno di un’indicazione che vada più in là del tempo. La seconda fase degli allenamenti, quella in cui si dovrebbe ripristinare il copione classico del lavoro delle squadre, con partitelle e senza distanziamento, e soprattutto la ripresa dell’attività agonistica. I club cercano di capire se ha un senso imbarcarsi in un percorso così complicato. Perché si rischia di radunare i calciatori, ricominciare a farli allenare, per poi non avere certezze sul “dopo”. La fase del “gruppo squadra” radunato in un “luogo chiuso” per evitare contatti con l’esterno e arrivare a un ambiente completamente “negativizzato” dovrebbe cominciare senza chiarezza sulla date. Dunque, la prima tappa (ripresa soft degli allenamenti) può partire ma sui tempi della seconda (ripresa a pieno regime) e della terza (partite) nessuna certezza. Spadafora lo ha detto chiaramente. È probabile che non ci saranno novità almeno fino al 10-12 maggio, cioè al momento in cui si studierà un nuovo dpcm che aggiornerà la situazione.
Peraltro questo aiuterebbe a prendere una decisione con diversi elementi in più, la validazione dei test sierologici (attesa per il 29 aprile) e una maggiore chiarezza sulla possibilità di effettuare i test molecolari (i tamponi) nelle strutture private.
Il problema resta la possibilità di un contagio. Una preoccupazione che riguarda naturalmente in primo luogo l’eventuale positivo (peraltro non tutti i calciatori positivi si sono ancora “negativizzati”). C’è poi il discorso del che cosa fare in caso di positività con il resto del “gruppo squadra”. Un caso sanitario e legale di non facile soluzione. Perché le responsabilità sono a carico del datore di lavoro, cioè del club. In particolare, quanto sarà lungo il periodo di isolamento per chi ha avuto contatti diretti con la persona trovata positiva, calciatore o magazziniere che sia? Una squadra in quarantena (e più d’una se tutto questo avvenisse nella fase della ripresa agonistica) potrebbe a quel punto rappresentare uno stop definitivo.
Zaniolo è il re: è entrato nel cuore dei tifosi della Roma. E la sua maglia vola
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Quella foto lì resterà nella storia. Per ciò che rappresenta e per tutto il simbolismo che si porta appresso, con quel bambino che gioca da solo per le strade di Milano in tempi di Coronavirus. E poi perché è la maglia di Zaniolo, il gioiello giallorosso che è entrato oramai in pianta stabile nel cuore della tifoseria romana. Così tanto che in questa stagione è in assoluto la più venduta tra tutte quelle della rosa della Roma. Più anche di Dzeko e Kolarov e dell’unico giocatore romano rimasto, Pellegrini. Supera anche i due prestiti dalla Premier League, Smalling e Mkhitaryan.
La semestrale si avvicina, Friedkin aspetta i nuovi conti
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - La semestrale si avvicina, la Roma provvederà a pubblicarla la prossima settimana. Ed è probabile che proprio i conti di fine mese possano dare un primo indicatore a Friedkin per il futuro. E, di conseguenza, se e come trattare l’acquisto o meno. Mentre da Houston non si esprimono in merito, Pallotta cerca nuovi soci per l’aumento di capitale: Starwood non parteciperà all’ultima tranche.
Roma, per Gotze derby di mercato con la Lazio: Lotito vuole un colpo alla Klose
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sarà derby anche sul mercato. Per Mario Gotze infatti non c’è solo la Roma ma anche l’interesse della Lazio. I biancocelesti stanno progettando un colpo alla Klose. Il trequartista è in scadenza di contratto e ha già fatto sapere che non rinnoverà con il Borussia Dortmund e che vuole lasciare la Germania per provare un’avventura in un altro campionato. La Roma è stata la prima a pensare a lui (soprattutto se Mkhitaryannon dovesse essere restare) ma Lotito dalla sua ha la quasi certezza di partecipare alla Champions. L’acquisto di Klose, nel 2011, pure lui a parametro zero, è stato uno dei colpi migliori del duo Lotito-Tare. Sicuramente il più rilevante a livello di immagine. Con Gotze vorrebbero ripetere un’operazione analoga.
I nodi da sciogliere, per la Lazio, sono essenzialmente di natura economica(difficile che scenda sotto i 4 milioni netti, un ingaggio che al momento nessun calciatore della Lazio percepisce) e di natura fisica, visto che la sua carriera è stata costellata la problemi fisici.
Il derby romano contro il Covid-19
IL TEMPO - Torna il derby, con Roma e Lazio in campo per combattere contro il Covid-19. Domenica in onda il primo match virtuale dove a fare la differenza sarà la passione delle tifoserie. La partita si svolgerà attraverso una piattaforma digitale sulla qualche si visualizzerà un terreno di gioco senza calciatori e una palla si muoverà spinta dal volume delle donazioni, che saranno composte da offerte di minimo 2 euro. Durante la sfida interverranno ospiti come Enrico Montesano, Giulio Scarpati, Enrico Vanzina, Carlo Verdone e Dino Zoff.
Petrachi va all’assalto di Mertens
IL TEMPO - BIAFORA - La Roma si rifà sotto per Mertens. Dopo una serie di abboccamenti andati in scena nelle prime settimane del 2020, i giallorossi stanno provando a sfruttare lo stallo tra il belga e il Napoli. Il classe 1987 era a un passo dalla firma del rinnovo, ma ora ci sta riflettendo e c’è stato un allontanamento. Si è allora inserito Petrachi, che ha messo sul tavolo un triennale per Mertens, che piace non poco a Fonseca. Il dirigente salentino è consapevole che la Roma non è la prima scelta del ragazzo al momento e che sarà difficile competere con le cifre che possono mettere sul tavolo Chelsea, Monaco e Inter.
Spadafora la calcia in tribuna
IL TEMPO - PIERETTI - Giornata di confronti per il Ministro dello Sport Vincenzo Spadaforache ieri ha relazionato al Senato e successivamente si è misurato con il mondo del calcio. Oggi le attenzioni si sposteranno su Nyon, dove andrà in scena l’esecutivo dell’Uefa. Per quanto riguarda i fatti nostrani, le parole in Parlamento del ministro sono state transitorie e ciò che ha comunicato successivamente alla Lega di Serie A è sullo stesso tenore. A questo punto è difficile ipotizzare la ripresa degli allenamenti prima dell’11 maggio (forse il 18). Su questo argomento Francesco Totti ha espresso la sua posizione: “Ora si deve pensare più alla salute che al pallone, per rispetto di chi non c’è più… È calcio giocare una partita a porte chiuse? Non ti puoi spogliare con gli altri calciatori, ti alleni ma poi vai a casa per farti la doccia, in ritiro ognuno deve mangiare in camera propria. A questo punto, resto in quarantena e aspetto che finisca tutto“.
Calvo: “Così ho fatto giocare la nostra squadra invisibile”
CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - Francesco Calvo, chief operating officer della Roma, ha rilasciato un’intervista nel corso della quale ha spiegato come sono nate e come si sono sviluppate le iniziative di beneficenza portate avanti dalla società in questo periodo di emergenza per il Coronavirus. Queste le sue parole:
Come tenere in attività un club di calcio che non può fare quello che ha sempre fatto: giocare a pallone?
Ce lo siamo chiesti in tanti. La risposta della Roma è stata: essere utili in questa pandemia che ha bloccato il mondo e seminato lutti.
Come?
Abbiamo cercato di dare una mano concreta. Non potevamo essere “competitivi” in una raccolta fondi, così ci siamo indirizzati al reperimento di beni di prima utilità, mascherine e gel igienizzanti – che potevamo acquistare e distribuire senza le difficoltà burocratiche di un acquisto pubblico. Poi`e stata la volta dei respiratori e dei tablet per gli ospedali. Abbiamo pensato alle iniziative per gli abbonati over 75 e over 60, per i bambini a Pasqua. La cosa più importante è stato il gioco di squadra.
Come contenere la crisi che, inevitabilmente, investirà il calcio?
La situazione è difficile per tutti. Abbiamo cercato di riconvertire il possibile e di salvare il maggior numero di posti di lavoro. Le Apecar che servivano per vendere i biglietti nel centro storico ci sono servite per consegnare i pacchi di prima necessità, anche con l’aiuto dei tifosi di diversi settori dello stadio Olimpico. Il call center che di sicuro non poteva vendere biglietti è diventato centro di informazioni per i tifosi.
Quale è stata la reazione dei tifosi alle vostre iniziative?
L’emozione. Abbiamo filmato le consegne, per tenere una testimonianza sul sito ufficiale e per fornire una copia anche a chi era diventato protagonista. Alcune, però, le abbiamo dovute tagliare perché erano troppo “tifose”. Contro i nemici storici è volata qualche battuta che solo i romani possono capire. La passione per il calcio non si ferma mai.
Il calcio non poteva fare di più per aiutare la ricerca contro il virus?
Parliamo di un mondo dove girano centinaia di migliaia di euro. Dare i soldi è sicuramente utile, intervenire in prima persona come abbiamo fatto con Roma Cares ti dà una soddisfazione in più.
UEFA, si riunisce oggi il comitato esecutivo. Calendari e VAR all'ordine del giorno
La UEFA riunirà oggi il comitato esecutivo per decidere il futuro delle varie competizioni nazionali ed internazionali, interrotte a causa della pandemia di coronavirus. Nel meeting, che si terrà a Nyon, si ribadirà la necessità di disputare tutte le partite in calendario.
L'obiettivo, quello che maggiormente interessa, è che vengano assegnate la Champions League e l'Europa League 2019-20. I campionati dovrebbero chiudersi entro la fine di luglio, anche con delle variazioni rispetto ai format originali (introducendo, per esempio, play-off e play-out), mentre le coppe potrebbero disputarsi nel mese di agosto. All'ordine del giorno potrebbe essere discusso anche l'abbandono temporaneo del VAR.
Partita aperta: possono slittare al 18 maggio gli allenamenti per la Serie A
LA STAMPA - Tutto rinviato al prossimo Dpcm, che dovrebbe essere promulgato a metà della prossima settimana. Al nuovo decreto sarà affidato anche il compito di stabilire quando potranno ripartire gli allenamenti della Serie A. Lo ha spiegato ieri il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, nel corso della vidcoconferenza con Figc, Leghe e componenti tecniche.
Durante l'incontro non sono state ipotizzate date. Quindi non ci sono conferme su una possibile ripresa il 4 maggio, che era la data considerata più probabile. Qualche club si augura ancora di poter ricominciare quel giorno in modo graduale. Ma si fa strada un'altra ipotesi: il 18 maggio. In quella data non ripartirebbero solo gli allenamenti del calcio, ma di tutti gli sport in Italia. Obiettivo caro al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in queste settimane ha sempre cercato di evitare corsie preferenziali per il calcio. In questo modo il campionato potrebbe ripartire il 13-14 giugno, per finire il 25-26 luglio.
Uefa: trasparenza, equità e oggettività. Le linee guida per i posti in Coppa se i campionati non si chiudessero
TUTTOSPORT - La necessità di concludere i campionati, per poi lasciare spazio alle fasi finali delle Coppe. Questo l’argomento delle riunioni tenute in questi giorni da Uefa, Eca e leghe europee. La data limite resta quella dell’ultimo fine settimana di luglio: da qui in avanti lo spazio dovrà (dovrebbe) essere occupato solo dall'Europa League e dalla Champions con le finali rispettivamente il 26 e il 29 di agosto.
il tour de force delle videoconferenze non è finito: oggi si collegheranno i presidenti delle 55 Federazioni e poi sarà il turno del Comitato esecutivo che ufficializzerà i criteri per determinare le squadre qualificate alle competizioni Uefa, nel caso in cui alcuni campionati non riprendessero. Dopo aver ribadito, però, che la mancata ripresa dovrà essere decisa esclusivamente dai Governi e non derivare da decisioni delle Federazioni. E’ stato anticipato che i club designati dovranno attenersi a criteri di “trasparenza, equità e oggettività”. Escluse ipotesi come il ranking storico e non convincono nemmeno quelle che prendono in esami i coefficienti UEFA. In ogni caso, anche ieri è stato ribadito che prevarrà il “merito sportivo”: i verdetti che arrivano dal campo spazzeranno via ogni discussione.