Fabio Junior: "Resto un grande tifoso della Roma. Non dimenticherò mai il mio primo gol all'Olimpico"
Fabio Junior, ex attaccante della Roma per una stagione e mezza tra il 1999 ed il 2000, ha parlato ai microfoni di tuttomercatoweb.com del suo passato in giallorosso e del suo presente:
La Roma?
"I miei ricordi di quel periodo sono i migliori possibili, sia della città che del club. E la tifoseria mi ha sempre trattato con tanto affetto. Avrei potuto aiutare molto di più la squadra ma alcuni problemi inattesi mi infastidirono. La squadra era fortissima, con tanti giocatori che facevano parte delle loro nazionali e di cui in qualche caso ero anche un fan: Aldair, Cafu, Totti, Di Francesco Montella, Candela. Mi aiutarono tutti parecchio. E per quanto riguarda la tifoseria il rapporto è stato speciale fin dal giorno in cui sono arrivato. In tanti mi attesero all'aeroporto con un affetto indescrivibile e anche oggi ricevo loro messaggi di stima. Voglio che sappiano che l'affetto è reciproco e approfitto di Tuttomercatoweb.com per ringraziarli. Non dimenticherò mai il mio primo gol all'Olimpico contro la Sampdoria".
Un'esperienza che insomma è nel suo cuore.
"Fantastica. Approdare nel campionato italiano, che sempre seguivo, era un sogno che avevo fin da bambino. Sicuramente avrei potuto fare molto di più e questa magari è una cosa che mi dà tristezza. Non aver potuto rendere e non aver potuto far vedere fino in fondo le mie qualità in modo da ripagare tutta la fiducia che era riposta in me. Di sicuro tutte le volte che sono entrato in campo, indipendentemente dalla situazione che vivevo internamente, ho dato sempre il massimo. Senza dubbio il mio periodo alla Roma avrebbe potuto essere migliore".
Che ricordi ha di Zeman?
"Mi ha sempre trattato con rispetto e professionalità. Non ho mai avuto problemi con lui, anzi è stato il momento in cui ho giocato meglio".
Quando fa riferimento ai problemi a cosa si riferisce: non si è mai completamente ambientato?
"Mi ambientai benissimo e il gruppo come detto era ottimo. C'erano cinque brasiliani e gli altri giocatori erano fantastici. Tutti mi diedero una mano ma successero situazioni interne che mi infastidirono e mi portarono verso una situazione di cui non avevo nessuna responsabilità. Con l'arrivo di Capello e i miei viaggi per rispondere alle convocazioni nella Selecao accadde che persi spazio e con lui ho avuto poche opportunità. E' chiaro che quando non giochi è impossibile mostrare il tuo potenziale. La mia convivenza con Capello diventò in quel momento molto difficile. Io volevo giocare e lui non mi dava spazio. E questo mi dava molta noia. Ma alla fine niente contro di lui, è un grande allenatore, un vincente e lo rispetto ma avevamo punti di vista diversi".
Parlando dell'attualità, che impressione le ha fatto la Roma in questa stagione?
"Sono di parte perché resto un grande tifoso della Roma e ho amici nel club. Credo stia facendo un campionato regolare, vicino alla sua grandezza, un po' distante dalla vetta e dall'idea di conquistare lo scudetto. Tiferò come sempre fino alla fine, fermo restando che comunque in un campionato equilibrato come quello italiano stare in alto è comunque sinonimo di qualità e di valore. Mi piace molto il modo in cuoi gioca Dzeko, sempre in movimento e capace di aprire gli spazi. E' un vero goleador e lo apprezzo tanto".
Come andrà a finire il campionato quando si riprenderà?
"E' sempre bello seguire il campionato italiano che ha tanti giocatori fortissimi. Quest'anno è molto interessante: credo che le tre davanti se la giocheranno fino alla fine, l'Inter è un po' più dietro ma ha una partita da recuperare. Difficile sbilanciarsi, dipende da come le squadre torneranno dopo questo stop".
Oltre a Dzeko, in Italia chi le piace tra gli attaccanti?
"Tutte le squadre hanno giocatori di gran livello. Oltre a Dzeko, Lukaku e Immobile hanno grandi qualità e trascinano le loro squadre. Ma a mio parere il più completo resta Cristiano Ronaldo, sia per i gol che per il suo carisma oltre che per le qualità tecniche".
Oggi tra i giovani giocatori brasiliani chi vede pronto per l'Italia?
"È complicato affermare chi possa essere pronto anche perché ci sono vari fattori da analizzare per sostenere che un calciatore sia preparato per il calcio europeo. A volte siamo convinti che lo sia e poi in realtà non è così. Vediamo il prosieguo della stagione, ora comunque stanno andando forte i calciatori del Flamengo. E' una grande squadra, il club ha disponibilità economiche che altri in Brasile non hanno".
Oggi di cosa occupa?
"Dopo aver chiuso la mia carriera ho iniziato a studiare e a prepararmi per restare nel mio campo. Non avrei potuto fare diversamente dopo 20 anni di calcio giocato. Oggi lavoro come commentatore alla Globo TV. Sono molto felice di questa nuova sfida, sto facendo tutto con molta serietà e professionalità come sempre deve essere e per di più quando rappresenti una delle più importanti reti televisive del mondo".
E in questo periodo di coronavirus come passa le giornate?
"Faccio il tifo perchè tutto passi il più velocemente possibile. Abbiamo visto tante famiglie soffrire per la perdita dei loro cari e questo ci provoca tanta tristezza. I miei giorni li trascorro stando a casa prendendo tutte le precauzioni possibili e uscendo solo per strette necessità. Ne approfitto per stare con la famiglia, con mia moglie Fernanda e i miei figli pregando perchè Dio ci benedica e che tutto passi velocemente. Quanto al calcio tutti ne sentiamo la mancanza ma bisognerà riprendere quando ci sarà la massima sicurezza. Voglio infine di nuovo mandare tanti saluti ai tifosi della Roma. Volevo tornare in Italia quest'anno ma dobbiamo rimandare il nostro viaggio. Appena sarà possibile verrò nel vostro bellissimo paese pieno di gente accogliente".
Peccenini: "Se riprende sarà un campionato falsato. In tutto ciò non ho sentito il parere dei calciatori"
Franco Peccenini, ex giocatore della Roma dal 1972 al 1980 con cui vinse una Coppa Italia, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport della possibilità che possa riprendere il campionato:
Come va la quarantena?
“È diventata una cinquantena (ride, ndr). Che devi fare, ci si adatta, ho una mini palestra in casa e per fortuna ho degli spazi interni dove gironzolare, mi dedico al giardinaggio. Faccio tutte quelle cose che in genere non faccio”.
Franco Peccenini è sbarcato sui social in questo periodo…
“Sembra una stupidaggine ma i social stanno aiutando. Io non vedevo e non sentivo tanti miei ex compagni di squadra da tempo, c’eravamo persi di vista ma adesso li ho ritrovati quasi tutti, ho rimesso in piedi la squadra Allievi in pratica, è una cosa molto divertente. Io sto facendo un po’ di dirette con un gruppo di amici su Facebook, le facciamo quasi tutte le sere. Credo che in questo periodo questa situazione tecnologica ci abbia aiutato molto”.
Hai debuttato su Facebook con la maglia pouchain: un caso?
“No, avevo visto la foto di quella che dovrebbe essere la nuova maglia e sotto l’aspetto cromatico potrebbe avere una somiglianza. Appena l’ho vista ho deciso di pubblicare la mia maglia dell’epoca e ha ricevuto molto apprezzamento, è rimasta nel cuore di tantissimi tifosi. Quella nuova mi sembra una maglia messa in lavatrice che ha perso un po’ di colore (ride, ndr). Con quella maglia lì poi è venuto fuori il lupetto stilizzato di Gratton”.
Che rapporto c’era tra la maglia pouchain e il lupetto di Gratton? La prima volta che l’ha indossata era in Roma-Juventus 1-0, 12esima giornata della stagione 1978/1979?
“Vedi, un bel debutto! L’unica cosa è che quella era una maglia simil lana e quando pioveva pesavamo quasi il doppio. Quella forse è stata la maglia meno accostata ai veri colori della Roma, forse è stata ispirata dall’Olanda, noi avevamo solo i colori (ride, ndr). Alla Roma ho cambiato tante maglie, avevano cromaticità diverse”.
Si parla della ripresa del campionato…
“Quando e come? Sono due interrogativi che non hanno delle risposte certe perché siamo in presenza di una situazione devastante. Capisco l’aspetto finanziario, ma bisogna pensare prima alla salute e pensare a chi andrà in campo. Se tutti gli scienziati e i medici stanno lì a ricordarci il distanziamento sociale, un distanziamento diciamo necessario in questo periodo, voglio capire in campo come faranno. La partita si fa 11 contro 11, il calcio è uno sport di contatto fisico ed è questo che voglio capire”.
L’idea della Federazione è chiudere il campionato in un mese e mezzo: come può un calciatore giocare una partita ogni tre giorni d’estate?
“Faccio un esempio significativo: ma i giocatori di Atalanta e Sampdoria, che hanno preso questo Coronavirus, penso siano 5-6 quella della Sampdoria, non penso che questo Coronavirus sia come un raffreddore che ti passa e hai la stessa prestanza fisica di prima e quindi va tutto bene. Penso che questa sia una polmonite importante, ho dato un po’ un’occhiata e potrebbe avere delle conseguenze non indifferenti in futuro”.
I giocatori rischiano quasi di spaventarsi entrando in campo, potrebbero essere condizionati mentalmente…
“Certamente sarà così, io mi auguro che chi lo abbia avuto siano guariti, ma chi deve marcatore un calciatore della Sampdoria credo abbia un flash di timore, è anche giustificato no? Io penso che sia un campionato falsato, è vero che si sono riposati due mesi ma non si sono allenati come dovrebbero. Io leggo ogni giorno che riparte il campionato, per carità io sono anche contento perché abbiamo perso il gusto di vedere una partita, ma riprende un campionato in cui si ha paura del contatto, senza pubblico, ci sono degli accorgimenti che non stanno né in cielo e né in terra. In tutto ciò non ho sentito la voce dei calciatori, perché ci potrebbero stare qualcuno che non è d’accordo, per esempio Higuain non vuole tornare ho letto. Non so se tutti i calciatori vogliano assumersi il rischio di tornare in campo, noi dovremo convivere con il virus per lungo tempo”.
Il rischio di un contagio, infatti, c’è comunque e non esiste il rischio zero nel calcio…
“Esatto, la Cina ci ha fatto questo regalo… Ci sono tanti falsi tamponi, perché chi è guarito magari è tornato positivo e in Cina si stanno verificando altre ricadute. Questo virus o ti ricolpisce oppure i tamponi fatti non erano positivi”.
La volontà dei tifosi quanto conta?
“La componente tifosi non conta molto a quanto pare, i tifosi non potranno andare allo stadio e viene tolto loro un modo di vivere l’agonismo e il tifo, quindi viene a mancare una componente importantissima. Ho visto Juventus-Inter a porte chiuse che è stata una tragedia, bruttissima, certamente sarà un campionato falsato e quasi drogato. Staremo a vedere”.
Cassano: "Ronaldo quello vero è uno solo, il 'fenomeno'"
Antonio Cassano, ex giocatore tra le altre di Roma e Real Madrid, non ha dubbi su chi sia il "vero" Ronaldo nella storia del calcio. In una diretta Instagram con Christian Vieri "FantAntonio" rivela la sua grande ammirazione per Ronaldo il "Fenomeno" ex compagno di squadra nei Blancos, mettendo da parte Cristiano Ronaldo:
"Giocatore stratosferico, Ronaldo quello vero è uno solo: era una roba fuori dal mondo, mi ricordo che si allenava quando voleva. Adesso si usa spesso la parola 'fenomeno': lui era una roba imbarazzante per quanto era forte ragazzi, calciava dal limite di piatto con semplicità, di destro o di sinistro. Grande qualità, è il centravanti più grande della storia. Ha fatto più di 600 gol rompendosi le ginocchia: due Mondiali, due Palloni d'Oro, immagina che roba poteva essere con delle ginocchia a posto".
FIGC, Gravina: "Sono convinto che riprenderemo. Se il Governo da lo stop accoglierei la scelta"
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto in collegamento su Rai 2 nel programma "Che Tempo Che Fa"per parlare della possibile ripresa del campionato:
"In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti: la corrente di pensiero di chi ritiene che si debba chiudere tutta l'attività sportiva, e l'altra, che io porto avanti di continuare. E ci sono diverse ragioni: in primis l'opportunità, che si rifà ad elementi oggettivi come il tempo, e io spero che a giugno l'Italia viva un momento di sollievo diverso da questo momento, ma anche ai contenziosi e ciò che potrebbero generare per la confusione, e poi penso alla passione".
Se invece il Governo le desse lo stop?
"Questa è una responsabilità che lascio a loro. Io personalmente sì, accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del paese o a istituzioni internazionali, facciamo parte delle federazione europee e mondiali. Ma c'è il sentimento della speranza, anche. Chiedo di essere considerato come movimento d'impatto socio-economico per il paese alla pari di ogni altro settore. La FIGC, grazie anche ai professori Ricciardi, Vaia e alla commissione tecnico-scientifica, un protocollo che garantisce la negatività di un gruppo chiuso. Non vedo troppe preoccupazioni, anche se sul mondo amatoriale è difficile governare, ma stiamo cercando un confronto più ampio anche su questo".
Gli altri sport si fermano, perché si parla solo di calcio?
"Mi permetto solo di non entrare nel merito delle scelte fatte da alcuni presidenti di federazione, ma rilevo che l'unico sport professionistico che abbia fermato tutto sia il basket. Il calcio muove 5 miliardi di euro: siamo preoccupati perché se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro".
Lei come ripartirebbe?
"Io abbandonerei la falsa retorica. Esiste una procedura, un protocollo che abbiamo inviato ai ministri Spadafora e Speranza: ne aspettiamo la validazione. Per quanto riguarda tamponi e test ci sono cliniche organizzate per mettersi a disposizione, non può essere questo l'ostacolo per non far ripartire un movimento come il calcio".
L'ipotesi di chiudere l'ha presa in considerazione?
"No, non posso. Una scelta di questo tipo comporterebbe responsabilità di una gravità inaudita: non posso essere il becchino del calcio italiano. Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell'avviarne una valorizzazione".
Dalla FIGC avete fatto una bella dedica al personale sanitario.
"L'iniziativa è importante e dimostra la sensibilità del mondo del calcio, abbiamo voluto dare un riconoscimento a chi già è nei cuori della gente, abbiamo voluto assegnare lo Scudetto del cuore a questi supereroi. Rientreranno con noi, anche a termini di riconoscimento, nella hall of fame e nel cuore degli italiani".
Chi vincerà lo Scudetto?
"Quella che farà più punti, sono convinto che riprenderemo".
La ripartenza: marzo tagliato e via ai tamponi
IL MESSAGGERO - La Roma, in attesa di conoscere la data esatta in cui potrà tornare ad allenarsi sui campi di Trigoria, nella giornata di ieri si è allineata alla Juventus decidendo di rinunciare agli stipendi di marzo e, in aggiunta, di poter non richiedere altre tre mensilità, quelle di aprile, maggio e giugno, che verranno successivamente spalmate negli ingaggi futuri. Un gesto che aiuterà la società a risparmiare 30 milioni di euro nel bilancio finale, ma soprattutto che aiuterà a pagare gli stipendi di tutti i dipendenti giallorossi finiti in cassa integrazione a causa dell'emergenza coronavirus. Nel frattempo la società ha iniziato a sottoporre i vari calciatori all'esame dei tamponi in modo da verificarne le condizioni di salute, in vista della ripresa degli allenamenti che verosimilmente potrebbe essere il 4 maggio.
FIGC in pressing su Palazzo Chigi
IL MESSAGGERO - In queste giornate di emergenza sanitaria, la FIGC sta cercando di far ripartire il campionato il prima possibile. La spaccatura in merito alla questione allenamenti però si fa sempre più marcata. Se infatti da una parte la Federcalcio italiana spinge per poter ricominciare addirittura una settimana prima della fine dell'attuale decreto, ossia il 27 aprile, iniziando i vari test medici sui giocatori, dall'altro lato l'opposizione stessa proveniente dallo stesso Palazzo Chigi è molto forte. Lo stesso Ministro Spadafora però spera di poter dare il via libera alle squadre a tornare nei propri centri sportivi per riprendere le attività. Intanto i vertici della FIGC stanno pensando di prendere l'1% di tutte le scommesse sportive, una volta riprese le competizioni, per finanziare la ripresa del mondo del calcio e dare gli incassi al Fondo Salva Calcio.
La Serie A organizza la ripartenza
GAZZETTA DELLO SPORT - Nella giornata di oggi il Governo riceverà il protocollo prodotto dalla Commissione medica della FIGC, con il contributo di esperti del settore, per provare a far ripartire il campionato di Serie A. Il documento che verrà portato all'attenzione del Ministro dello Sport Spadafora e al Ministro della Salute Speranza, sperando che questi lo approvino, contiene tutte le norme e le direttive per far sì che ogni squadra possa rientrare serenamente all'interno del proprio centro sportivo e riprenda gli allenamenti. L'obiettivo è quello di riunire tutti, giocatori e staff, all'interno di un contesto totalmente "nagativizzato" in cui verrà garantita la sicurezza di tutti gli addetti ai lavori. Centri sportivi blindati, isolati e soprattutto igienizzati per garantire la ripresa prima degli allenamenti e delle partite nel breve periodo. Inoltre, come spiegato nella giornata di ieri da Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo Oms, consigliere del Ministro Speranza ed esperto al tavolo della commissione federale: «Differenziare le aree per livello di rischio è giusto, stiamo proponendo di giocare al centro-sud. A inizio maggio potremo dare dei suggerimenti guardando la situazione» spiega a Radio Punto Nuovo.
E Villar intanto studia da Iniesta: "È lui il mio idolo"
GAZZETTA DELLO SPORT - Gonzalo Villar, centrocampista della Roma arrivato durante il mercato di gennaio nella Capitale, non si aspettava certamente che l'avventura in maglia giallorossa sarebbe stata così "particolare". Lo spagnolo sta trascorrendo questi giorni nella propria casa al Torrino, in attesa che il governo italiano dia il via libera a tutte le società per riprendere gli allenamenti nei propri centri sportivi, studiando i movimenti di un giocatore che ha definito "il suo idolo": Andrés Iniesta. Nella giornata di ieri Villar ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha parlato di cosa si aspetta dal futuro a Roma: "Qui mi trovo benissimo e non mi aspettavo di trovare uno spogliatoio così umile, sono stato accolto quasi come un fratello minore. Adesso vedremo cosa succederà, se non dovessimo andare in Champions League sarebbe una delusione, non un fallimento".
Roma, il taglio è ok: accordo trovato. Stipendi spalmati
GAZZETTA DELLO SPORT - In attesa di conoscere quale sarà al data per poter tornare a varcare i cancelli di Trigoria, la Roma nella giornata di ieri è riuscita a trovare l'accordo con i propri tesserati per il taglio della mensilità di marzo. Inoltre la squadra gillorossa è pronta a rinunciare agli stipendi di aprile, maggio e giugno qualora il campionato non dovesse riprendere. Questa scelta permetterà ai conti della società di risparmiare circa 30 milioni di euro e, come richiesto dagli stessi calciatori, contribuire a pagare gli stipendi dei dipendenti finiti in cassa integrazione. Intanto i giallorossi hanno iniziato a prendere in esame l'ipotesi di sottoporre i propri tesserati all'esame del tampone, in modo da poter avere la certezza di non correre rischi qualora la squadra venisse richiamata il 4 maggio a Trigoria.
Il calcio pronto a ripartire. Ma solo al centro-sud
IL TEMPO - CICCIARELLI - Ripartire dal meridione. Il nord Italia resta l’area più colpita dal contagio del coronavirus e allora il pallone valuta sempre più l’idea di giocare al di sotto della linea del Rubicone. «E giusto differenziare le aree per livello di rischio - ha ribadito anche Walter Ricciardi, rappresentante dell’Oms e consigliere del ministero della Salute oltre che componente della commissione medica federale - e stiamo proponendo di giocare al centro-sud, non ha senso vietare attività dove ci sono 0 casi. Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni, suggeriremo di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche». Una prospettiva che non scalda i cuori di tutti i club. «Snatura il torneo - spiega il presidente del Lecce Sticchi Damiani - e non è risolutiva».
Sull’idea di riprendere, il presidente del Livorno Spinelli è perentorio: «Lotito deve smettere di rompere i c... a tutti. A Roma hanno una situazione diversa dalla Lombardia. Ci sono giocatori che hanno contratto il coronavirus e prima che si riprendano non bastano 2-3 mesi». Un punto di vista opposto rispetto alle intenzioni del presidente della Figc Gravina: «Chi invoca l'annullamento dei campionati - ha spiegato a Rai Radio 1 il presidente federale - non vuole bene né al calcio né agli italiani, terrò duro fino alla fine». Oggi la Federcalcio presenterà al Ministro dello Sport Spadafora e al Ministro della Salute Speranza il protocollo per rimettere in moto il pallone dal 4 maggio con i primi allenamenti: squadre «rinchiuse» per le prime tre settimane e partite alla fine di maggio o a inizio giugno.
Il taglio stipendi vale 50 milioni
IL TEMPO - AUSTINI - Ora è ufficiale: i calciatori della Roma seguono l'esempio della Juventus e si tagliano gli stipendi. L'accordo, a cui ha aderito anche Fonseca insieme al suo staff, non era scontato. Anzi, è di grande portata. Quattro mensilità da marzo a giugno, che in parte saranno ricompensate se il campionato dovesse ripartire, pari a circa 50 milioni di euro nel complesso: ossigeno puro per i conti della società. I dirigenti hanno fatto la loro parte, rinunciando a una mensilità. Inoltre la squadra, a prescindere dal taglio degli emolumenti, si farà carico di compensare la differenza retributiva per i dipendenti messi in cassa integrazione. Insomma la Roma dà un altro bell'esempio al mondo del calcio che continua a litigare su tutto, stipendi compresi.
Il patto fra giocatori - con la mediazione guidata dai capitani Dzeko, Kolarov, Fazio e Pellegrini - ricalca quello annunciato dalla Juventus venti giorni fa. Gli effetti positivi sull'attuale esercizio per il club di Agnelli ammontano a ben 90 milioni di euro. Per la Roma di Pallotta, come detto, la cifra dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 milioni. Nell'ultima semestrale chiusa al 31 dicembre 2019 il costo complessivo del personale perla società di Pallotta risulta pari a 83.7 milioni di euro lordi, quindi la stima per un anno intero supera i 167 milioni, ai quali vanno sottratti gli stipendi dei dirigenti (pari a circa 18 milioni nelle ultime due stagioni) più altri costi minori per il resto dei dipendenti.
Giocatori di prima squadra e tecnici pesano di conseguenza per circa 150 milioni sul bilancio e le quattro mensilità costano intorno ai 50 milioni, che vanno a compensare almeno in gran parte i mancati ricavi dovuti allo stop, ancora da quantificare. Il futuro è tutto da scrivere. Mentre sono stati effettuati i primi tamponi ai giocatori e ai loro familiari in vista della ripresa degli allenamenti il 4 maggio, da Houston confermano che i Friedkin sono ancora interessati all'acquisto del club: «L'affare non è morto - giura a romapress un legale vicino al gruppo - sono in corso delle valutazioni e Ryan è particolarmente entusiasta della prospettiva di acquistare la Roma». Se e quando ci riuscirà, però, lo scopriremo vivendo.
Sousa: "Ho avuto la fortuna di allenare un gruppo fantastico di cui ho bellissimi ricordi"
Paulo Sousa, attualmente tecnico del Bordeaux che ha allenato in Italia la Fiorentina ed era stato accostato anche alla panchina della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano sportivo in cui, tra le altre cose, ha parlato anche dell'attaccante giallorosso Nikola Kalinic. Queste le sue parole:
"Ho avuto la fortuna di allenare un gruppo fantastico di cui ho bellissimi ricordi. Nikola Kalinic lo seguivo da quando era un ragazzino al Blackburn e io mi trovavo in Inghilterra. Ha una psicologia complessa, ma è un formidabile attaccante".