Nuno Romano: "Abbiamo fatto un piano di allenamento personalizzato per tutti. Si cerca di fare il possibile"

Nuno Romano, collaboratore della Roma nello staff di Fonseca come Fitness Coach, ha rilasciato un'intervista alla giornalista portoghese Claudia Garcia tramite una diretta Instagram:

"Restiamo in casa 24 ore su 24 ore, usciamo solo per le cose estremamente necessarie. Il lavoro da casa è completamente differente, cambia tutto, è da inventare. All'improvviso non fai più quello che sei abituato a fare. È una situazione completamente nuova. Bisogna cercare di mantenere la miglior forma possibile per i giocatori, facendoli allenare in casa".

Sulla divisione dell'allenamento.
"Sono un po’ diversi, abbiamo fatto un piano di allenamento personalizzato per tutti i calciatori. È diverso in piccole cose, anche se i principi e il grosso del lavoro sono gli stessi. Poi ci sono cose che vanno adattate alle caratteristiche e al ruolo di ogni giocatore. Nella Roma a partire dal 12 di marzo siamo entrati in isolamento. Pensavamo che sarebbero stati pochi giorni, ma ora sono diventati quasi due mesi. Abbiamo stilato un programma settimanale che viene inviato ai giocatori, inoltre abbiamo stabilito un orario e dei giorni settimanali in cui facciamo una diretta con il gruppo, attraverso delle slides, con la partecipazione anche dello staff medico. In questa situazione è impossibile lavorare al massimo con gli atleti, di qualsiasi sport, ma si cerca di fare il possibile per mantenere una certa forma. Si lavora anche dal punto di vista psicologico, mentale. È più un controllo che un vero allenamento. Il sovraccarico e l’intensità, ovviamente, sono differenti rispetto agli allenamenti in campo. È una preparazione simile a quella che i giocatori fanno durante il loro periodo di ferie. Si fa una sorta di mini-preparazione rispetto all’inizio della stagione. Bisogna stare attenti all’alimentazione, c’è un piano alimentare individuale fatto con il nutrizionista. Lavoriamo a livello muscolare e di resistenza. In quattro settimane l’atleta perde la forza massima e la capacità di produrre potenza diminuisce".

Sul controllo dei calciatori.
"Si perdono alcuni parametri che si seguono durante un periodo normale. Monitoriamo il carico dei lavori e si cerca di replicare quanto più possibile quello che si fa in campo. Un giocatore è abituato ad allenarsi in un campo e all'improvviso lo deve fare in una stanza o in un giardino. Diventa difficile fare lo stesso, quasi impossibile. Qui non si può correre fuori casa, altrimenti avremmo la possibilità di seguirli con un gps. Si possono però stabilire la frequenza cardiaca di ciascun atleta attraverso una ‘lan’ che me lo comunica su ‘icloud’. Poi c’è una scala di valori, da zero a dieci o da zero a cento, attraverso cui il giocatore ci dice quanto è stato difficile l’allenamento. Noi di solito cominciamo l’allenamento in campo alle 11 di mattina, in genere dura un’ora e mezza, poi i giocatori fanno alcuni esercizi specifici o fisioterapia e pranziamo tutti insieme".

Cosa fai a Roma di solito nel tempo libero?
"Non mi piace dormire. Cerco di finire le ultime cose che riguardano il mio lavoro, a volte giro per Roma, che è una città fantastica, altre volte invece studio. A Roma abbiamo incontrato giocatori molto professionali, non pensavamo di trovare una cosa simile. È una fortuna per noi dello staff. In questo periodo siamo tranquilli che loro stiano lavorando nel migliore dei modi in casa. Siamo contenti di avere un gruppo così".

Differenze con i giocatori ucraini?
"Gli ucraini hanno una cultura fisica dell’allenamento, gli italiani meno. I giocatori passano con noi preparatori fisici quattro ore al giorno, per il resto dipende dall’educazione alimentare e fisica di ognuno di loro. È stato difficile reinventarsi in poco tempo nel sistema di allenamento, e non sai mai se è la scelta migliore quella intrapresa. È una novità per tutti. Un’altra difficoltà è mantenere concentrati i giocatori e cercare di sapere se fanno quello che gli hai detto. Poi dal punto di vista personale la maggior difficoltà è la lontananza rispetto ai familiari, un po’ di ansia dovuta anche al fatto che mio padre è medico e quindi penso tanto al fatto che lui stia in prima linea in Portogallo e potrebbe infettarsi". 

Quanto tempo serve per riportare al meglio la squadra prima di tornare a giocare?
"Nel pre-campionato si conosce il tempo a disposizione e ci si prepara. Oggi invece ancora non si sa e non si è mai saputo. Noi ci aggiorniamo giorno dopo giorno. Quando si riprenderanno gli allenamenti sarà un lavoro duro per noi preparatori. Si avranno a disposizione tre settimane per preparare un calendario intenso e competitivo di due mesi".


I giallorossi cambiano le ali

IL MESSAGGERO - CARINA - Doveva essere il suo anno, quello del riscatto. Per Under, invece, quella attuale rischia davvero di trasformarsi nella stagione dell’addio. E pensare che soltanto la scorsa estate aveva rinnovato sino al 2023, prologo per un torneo in prima fila. Le premesse c’erano tutte: infortuni alle spalle e fiducia incondizionata di Petrachi e Fonseca. Poi il lungo infortunio e la consacrazione di Zaniolo proprio nel suo ruolo hanno cambiato tutto. A questo si è aggiunto anche l’acquisto di Carles Perez. L’impressione è che anche il feeling con Fonseca si sia incrinato e che la sua avventura alla Roma sia giunta ormai al capolinea. Con il turco in partenza e con Mkhitaryan che probabilmente farà ritorno all’Arsenal, la Roma è alla ricerca di due ali. In queste settimane è stato visionato Tete dello Shakhtar, mentre si segue da tempo Urzi del Banfield. Tra i profili c’è anche Chakvetadze, giocatore del Gent, incontrato in Europa League.


È dietrofront della Fifa: è caos calciomercato

IL MESSAGGERO - Arriva il dietrofront da parte della Fifa: nessuna proroga dei contratti oltre il 30 giugno e nessuna maxi sessione di trattative, come ha fatto sapere Emilio Garcia Silvero, direttore dell'ufficio legale della Federcalcio mondiale. In tal modo, senza deroga dei contratti in scadenza il 30 giugno, molte squadre dovrebbero rinunciare ai giocatori in prestito ma anche ai tesserati con il contratto a breve termine. Ad esempio la Roma dovrebbe fare a meno di Smalling, Mkhitaryan e Kalinic, anche se tutti e tre i calciatori hanno manifestato la volontà di concludere la stagione in maglia giallorossa in caso di ripresa del campionato. Si respira aria di ottimismo: tutte le Leghe sono convinte di poter trovare, eventualmente, una soluzione tra i club con trattative individuali. Molti i dubbi: che succede con i tesseramenti dei giocatori già acquistati a gennaio (vedi Kulusevski )? Chi tra il nuovo e il vecchio club dovrebbe a quel punto pagare lo stipendio di luglio?


Uefa, Champions League in campo ad agosto con le Final Eight

LA REPUBBLICA - Il 23 aprile il comitato esecutivo della Uefa si riunirà in conference-call per organizzare la ripresa del calcio europeo. Tra le ipotesi paventate per la conclusione della Champions League c'è quella di disputare ad agosto una Final Eight in campo neutro, non necessariamente a Istanbul visto il numero di contagi sempre crescente della Turchia. Nel pomeriggio dello stesso giorno si riunirà anche la Federcalcio che ha convocato tutte le componenti per affrontare il tema delle date e dei criteri da adottare alla ripresa degli allenamenti secondo le decisioni assunte dall'Uefa.

Intanto oggi è in programma il meeting della commissione medica della Federcalcio: si va verso il "no" ai tamponi, basteranno esami sierologici. Ma il protocollo può slittare alla prossima settimana.


Coronavirus, Gravina: «Il campionato arriverà in fondo»

LA REPUBBLICA - Gabriele Gravina, presidente della Figc, ribadisce ancora una volta la volontà di concludere il campionato, altrimenti, con uno stop definitivo, «darebbe inizio a una serie di contenziosi». Anzi, nell'intervista rilasciata al quotidiano oggi in edicola, il numero uno federale è chiaro: «il campionato va portato a termine». Questo dunque uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Il direttore dell’Iss, Rezza, è contrario al ritorno in campo. È un parere che vi condizionerà?
«Ho massimo rispetto per la scienza e per chi ha la responsabilità di applicarla, ma non posso ammainare bandiera. Lavoriamo sul come, non sul quando. Quando il Paese tornerà a vivere, quando ci saranno le condizioni per altri settori tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine. C’è tempo».
 
(...)
 
Perché esclude lo stop definitivo?
«Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità. La Fifa ha tracciato la via: non comincerà la nuova stagione senza aver concluso prima questa».
 
C’è una deadline per ripartire?
«No, non c’è. Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio. A seguire, le coppe. Se invece dovremo ripartire a settembre, chiuderemo questo campionato a novembre. Per ritornare in campo a gennaio».
 
A quel punto il prossimo campionato cambierebbe formula?
«Valutiamo tutte le ipotesi. Una è organizzare le competizioni su anno solare, ma, ripeto, serve il coordinamento con tutte le federazioni europee. Altrimenti, dovremo chiudere la stagione a maggio prima dell’Europeo. Il campionato 2021 potrebbe disputare in 5 mesi. Ci sono delle idee sul tavolo, ad esempio una formula con due o più gironi e poi play-off e play-out. Misure eccezionali, solo per una stagione».
 
Giocare a Bergamo alla ripresa sarà molto difficile.
«Sì. E anche a Milano, a Brescia o a Cremona. Un campionato sotto il Rubicone, senza partite al nord, è una possibilità».
 
L’Nba valuta di trasferire il circo a Las Vegas, la A potrebbe trasferirsi tutta in una sola città?
«Non si possono giocare 10 partite sullo stesso campo in un week-end e servirebbero 20 centri d’allenamento».
 
(...)
 
Qualche squadra rischia di scomparire.
«La preoccupazione c’è, ma faremo in modo di accompagnare questo processo. Il nostro Fondo Salva Calcio è importante anche per questo».
 
Cosa pensa del taglio degli stipendi? La Lega di A decidendo da sola ha delegittimato l’Assocalciatori?
«Assolutamente no, qualcuno ha pensato strumentalmente di riconoscere all’Aic un ruolo diverso da quello politico. Ma è il codice civile che indica la rivisitazione dei contratti. Vedo più del sano realismo che un depotenziamento».
 
(...)
 
E il balletto sul ritorno in campo? L’impressione è che più d’un presidente abbia preso posizioni guardando solo i propri interessi.
«Sicuramente si poteva, e si può fare, di più. Non possiamo abbandonarci all’idea di perseguire convenienze di parte e mi dispiace ripetermi ancora una volta: dovremmo evitare di inseguire posizioni animate solo dalla tutela della propria convenienza».

Roma, in estate si svolta: monte ingaggi giù del 15%

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Il monte salariale della Roma è tra i più elevati della Serie A, circa 160 milioni di euro. È per questo che la società, dalla prossima estate, ha intenzione di abbassare gli stipendi di circa il 15%del totale cedendo gli esuberi della rosa e adottando la politica che prevede, per i nuovi arrivi, un tetto agli ingaggi di 3 milioni netti. Inoltre i bonus non saranno più un modo per incrementare in maniera surrettizia gli stipendi, ma scatteranno al raggiungimento di traguardi sportivi quali la vittoria dello scudetto o di un coppa o anche la qualificazione alla Champions o all'Europa League. Sforbiciata anche alle commissioni agli agenti e ai mediatori. Tutto questo in attesa, forse già a fine settimana, che i calciatori giallorossi presentino il progetto sui tagli degli stipendi.

Intanto a fine mese il presidente James Pallotta provvederà al completamento della ricapitalizzazione prevista, portando nelle case societarie circa 132 milioni in poco più di quattro mesi.


Vivere in una bolla. In ritiro permanente quasi 1500 presone: così la Serie A pensa a ripartire

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PICCIONI - Una bolla. Un ritiro permanente. Una lunga quarantena. In cui i calciatori, e tutto il gruppo di una squadra di calcio, vivrebbero in “luoghi chiusi” per evitare qualsiasi rischio di contagio. Era una delle proposte che la commissione medica della Federcalcio aveva inviato alle leghe e alle associazioni di calciatori, allenatori e arbitri per studiare le modalità per far ripartire il calcio. Prima con gli allenamenti. Poi, se si potrà e con tempi tutti da verificare, con le partite e la ripresa del campionato.

Il centro di allenamento sarebbe la «casa» dove ricominciare. Partendo con esami specifici, allenamenti individuali o di piccoli gruppi con rispetto della distanza interpersonale. Praticamente azzerando i rapporti con l’esterno. Una soluzione che naturalmente non riguarderebbe solo i calciatori, ma tutti coloro che fanno parte del “gruppo squadra”: tecnici, medici, fisioterapisti, magazzinieri. Una settantina di persone per ogni club. Che praticamente vivrà insieme almeno nella prima fase.

 


Schick, solo Lipsia. Ma la Roma non farà sconti

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Schick vuole restare al Lipsia, dove si trova benissimo, in campo e fuori. Il Lipsia vuole tenerlo e puntarci, almeno, per un altro paio di stagioni. La Roma è ben contenta di cederlo, per liberarsi da un ingaggio da oltre 2 milioni a stagione ed evitare una minusvlenza.

Mentre il d.s.Petrachi continua a lavorare alla Roma che sarà (Augustin Urzi, attaccante del Banfield, ha svelato l’interesse dei giallorossi), c’è una Roma che poteva essere e non è stata pronta a salutare. E il capofila di questa squadra è, appunto, l’attaccante ceco.

La Roma non intende derogare dai 29 milioni stabiliti l’estate scorsa per il riscatto – cifra necessaria visto che Schick nel 2017 è costato 42 milioni -, mentre il club tedesco, forte della volontà del ragazzo e del suo agente, non vorrebbe superare i 20.

Vede poco la porta, invece, l’argentino Augustin Urzi, che gioca nel Banfield. Costa almeno dieci milioni, compirà 20 anni il 4 maggio, ma per ora il suo acquisto non è una priorità. Monetizzare dalla cessione di Schick, invece, sì.


Champions, mercato e regole rivoluzionate: i piani di Uefa, Fifa e Board

LA GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI - Per la Champions è ancora tutto in ballo: dallo svolgimento di tutte le partite ancora da giocare alla “final four” (la formula teoricamente più breve), tutti gli scenari sono possibili e nessuno sicuro. Per il mercato mondiale la situazione è abbastanza chiara, anche se poi andrà declinata di campionato in campionato.

Champions e campionati

Circolano voci incontrollate su un fantomatico accordo Uefa-Eca per giocare le coppe ad agosto. Voci, appunto. Ci sono due scenari potenziali in caso di ripresa.1) Campionati e coppe procedono in parallelo; 2) prima si giocano i campionati (entro fine luglio/inizio agosto) e poi si concludono le coppe.

Per le coppe è ovvia una cosa: più “corto” è il calendario, più breve sarà a formula applicabile. La Uefa sta valutando quattro ipotesi di Champions. 1) Integrale, giocando tutte le 17 partire restanti; 2) ridotta, con partite in gara secca; 3) final four in sede unica; 4)finale eight in sede unica. In agenda, almomento, anche la questione dei campionati che vogliono chiudere inanticipo senza finire la stagione.

Tutte le date del mercato. “Raccomandazione” Fifa

La Fifa deve muoversi con cautela: non può prevalere sui contratti tra due parti(club e calciatore) o su una legge dello Stato. Quindi ha scelto la linea della “raccomandazione” di principio, non vincolante: i contratti in scadenza vanno allungati fino a fine stagione calcistica (se il 31 luglio e non il 30 giugno, per esempio, quella sarà la nuova data). Ma c’è un “ma”. Questa è una “raccomandazione forte”, così la definiscono a Zurigo, perché approvata da tutti gli stakeholder (dalle confederazioni ai calciatori), quindi di fatto è imperativa. Però chi è in scadenza di contratto non può essere obbligato a restare nel club oltre il 30 giugno (o viceversa). Se le due parti sono d’accordo, bene: sarà possibile separarsi.

Novità possibile dall’Ifab: 5 cambi o forse 6…

Vista l’attenzione che Fifa e Ifab hanno per la salute dei giocatori, stanno già pensando a una novità temporanea: 5 cambi invece di 3, sempre però in 3 slot nei 90’, per evitare che la sostituzione sia un’“arma tattica”


Da Schick a Smalling, tutti in sospeso

IL TEMPO - AUSTINI - Sono giorni di grande incertezza nel mondo per i calciatori in prestito. La Roma è una delle società italiane con la lista più lunga e ora attende indicazioni certe dalla Fifa, qualora si decidesse di far ripartire il campionato con la nuova deadline spostata a luglio inoltrato, quindi dopo la naturale scadenza dei contratti. Nei giorni scorsi il capo dei legali della Fifa, Emilio Garcia Silvero, ha dato un’interpretazione tecnicaparlando di stop obbligato ai prestiti al 30 giugno. Se così fosse, la Roma dovrebbe salutare Smalling, Mkhitaryan, Kalinic e Zappacosta nel bel mezzo dell’ipotetico finale di campionato in estate. Dovrebbe riaccogliere dall’altra parte diversi giocatori come Karsdorp e Olsen. Il futuro di alcuni è incerto: Nzonzi resterebbe al Rennes se si qualificasse in Champions, Gonalons al Granada in caso di salvezza, idem per Defrel al Sassuolo, mentre Coric rimarrebbe all’Almeria con la promozione in Liga. Discorso diverso per Schick: il Lipsia deve decidere se esercitare il diritto di riscatto a 29 milioni


Malagò: “Ognuno si assuma le sue responsabilità. Friedkin? Avrei fatto il possibile per il buon esito della trattativa”

IL TEMPO - CARMELLINI - Ripartire, stare fermi ad aspettare, annullare tutto, o temporeggiare per trovare uno spiraglio e concludere una stagione comunque compromessa. Lo sport si interroga, per una parte ha già deciso, ma resta il nodo del calcio che i vertici del pallone in questi giorni stanno cercando di sciogliere tra barricate, fazioni e le solite decisioni all’italiana. E il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, parte proprio da questo:

Il mio pensiero è chiaro. La decisione spetta solo ed esclusivamente a chi ha l’onere e l’onore di organizzare i campionati. […] Il Coni è la confederazione delle federazioni, poi ogni federazione ha il diritto e il dovere di prendere una decisione. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità“.

Insomma secondo lei la Serie A deve ripartire?

Voi parlate della ripartenza del calcio, ma di quale calcio? Non c’è solo la Serie A. Mi risulta che a breve la Figc si riunisca per stabilire le regole di ingaggio, le norme sanitarie da rispettare. È chiaro che ciò che potranno fare le grandi società non sarà possibile per alcuni club di Serie B o Lega Pro, ma è altrettanto chiaro che la salute di tutti i calciatori andrà sempre messa sullo stesso piano. Questo è un tema che la Figc dovrà affrontare.

 

La Roma. Lei si era espresso su Friedkin a ridosso di un passaggio di proprietà che sembrava fatto. Sviluppi?

Quando la situazione stava andando verso la chiusura, premetto che il signor Friedkin non lo conosco, ho ricevuto da diverse persone amiche delle telefonate che mi aggiornavano sugli sviluppi. Qualcuno aveva detto a Friedkin che una volta chiuso, una delle prime cose importanti da fare era incontrare il sottoscritto.

E…

E niente,mi sono detto felice e che avrei fatto il possibile: ma sia chiaro lo avrei fatto anche se ci fosse stato un gruppo straniero che stava per acquistare una qualsiasi altra società. Poi queste persone mi hanno chiesto se potevano dare i miei riferimenti agli americani e così ci siamo sentiti e “whatsappati” tanto con il signor Friedkin quanto con il figlio. Dopodiché non ho più sentito nulla e sono fermo a quello.

Cosa pensa del suo amico Totti che vuol fare il procuratore?

Francesco lo sento molto spesso, non è arrivato a questa decisione a cuor leggero, si è concesso un periodo sabbatico per prendere le sue decisioni, se fare il dirigente, l’allenatore o il procuratore. Ritiene, anche a ragione, di avere un fiuto e un occhio particolari per i giovani talenti. La sua scelta è legata soprattutto al fatto di voler andare avanti in qualcosa che sa fare e che gli piace.

De Rossi sembra invece già avviato verso la strada della panchina: farà l’allenatore.

Mi sembra che le dichiarazioni di Daniele lo abbiano fatto capire chiaramente. Anche io penso che lui abbia le caratteristiche giuste e credo che si iscriva al corso per allenatori, cosa che per esempio Francesco non ha voluto fare.


Prove tecniche di ripresa

IL TEMPO - PIERETTI - Il Comitato Tecnico Scientifico della Federazione oggi proverà a mettere il primo mattone perla ripartenza del campionato di Serie A stilando un Protocollo di Sicurezza Sanitaria in vista di una possibile ripresa della stagione agonistica. L'intenzione - anticipata dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora - sarebbe quella di autorizzare la ripresa degli allenamenti il prossimo 4 maggio, con l'avvio della restante stagione agonistica entro la fine dello stesso mese; è la previsione più ottimistica, ma non l'unica. Il campionato potrebbe riprendere anche più avanti, l'Uefa non ha posto limiti dal punto di vista temporale, il suo presidente Ceferinè intenzionato a far ripartire i campionati in tutta Europa, nei limiti del consentito. Le maggiori Leghe europee (Inghilterra, Italia, Spagna, Germania e Francia) si sono confrontate nelle ultime ore per cercare un allineamento sui calendari che andrebbe a riflettersi anche sulle Coppe Europee e sul mercato: la situazione sanitaria non appare omogenea, al momento non è stata presa alcuna decisione.

Il Comitato Scientifico della Federazione oggi stabilirà dei parametri stilando dei protocolli per poi renderli eseguibili; tutti i tesserati delle società dovranno essere sottoposti a controlli frequenti, così come ogni altro individuo che avrà modo divenire a contatto con qualsiasi esponente della squadra: dai dirigenti ai giardinieri, tutti coloro che metteranno piede nei centri sportivi o nei ritiri dei club verranno monitorati. Verrà proposto l'isolamento stile Mondiale delle 20 squadre di Serie A, in ritiro permanente in attesa delle partite da disputare. È un protocollo molto rigido, applicabile in Serie A, con un'organizzazione capillare che difficilmente potrebbe trovare riscontro anche nelle altre categorie. Ovviamente tutti i calciatori dovranno nuovamente sottoporsi alle visite di idoneità sportiva, quelli già colpiti da Covid-19 dovranno effettuare ulteriori accertamenti. A tal proposito, il tecnico della Sampdoria  ha evidenziato come un calciatore doriano - già contagiato dal virus nelle settimane scorse - sia risultato nuovamente positivo dopo esserne guarito. Ieri il direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza è tornato a esprimersi sull'argomento campionato. «Si possono applicare protocolli per ridurre il rischio di contagio - ha sottolineato - un metro di distanza e mascherina possono funzionare, la mascherina chirurgica non dà una protezione massima, ma fa sì che le goccioline di saliva restano nella mascherina. In questo momento non si può pensare a partite che si svolgano con assembramenti».

Non tutti riescono a essere ottimisti vista la situazione attuale; i numeri totale dei contagiati continuano a crescere, e ciò non induce a facili speranze. «Vedo difficile una ripresa fissata per il 30 maggio - ha dichiarato il presidente dell'Associazione medici di calcio Enrico Castellacci, già medico della Nazionale Italiana - la Figc deve ovviamente pensare alla ripartenza, vedremo quali saranno le linee guida che saranno stilate: saranno sicuramente molto puntuali e precise, ma vedremo se saranno veramente attuabili, perché non tutti hanno a disposizione le strutture necessarie». Potrebbe prendere piede - come suggerito da Adriano Galliani e Franco Carraro - l'idea di concludere la stagione in autunno, per far partire il nuovo campionato con l'inizio dell'anno solare; potrebbe essere una soluzione - di due anni - per allinearsi ai Mondiali del Qatar, in programma nel novembre 2022.

L'Uefa in queste ore starebbe valutando una final eight per la conclusione della , con partite «secche» di sola andata da disputarsi tutte in un'unica sede: squadre e arbitri sarebbero tutti concentrati in un unico territorio e sottoposti a continui controlli per portare a termine la competizione.