AIAC, Ulivieri: "Saranno FIGC e Stato a regolare le singole posizioni, non la Lega Serie A"
Renzo Ulivieri, ex allenatore ed oggi presidente dell'AIAC, ha detto la sua sulla proposta delle leghe per il taglio degli stipendi. Queste le sue parole riportate dall'Ansa:
"La dichiarazione della Lega Serie A ci pare estemporanea perché ancora non sappiamo che fine faranno i campionati; dichiarazione quindi che lascia il tempo che trova. Saranno le leggi statali e le norme della Figc a regolare le singole posizioni. Stando così le cose vorremmo evitare ogni tipo di polemica, perché non è tempo. Semmai il tono, che ci pare padronale, ovviamente non ci garba. I nostri allenatori di alto livello sono andati oltre la 'disponibilità' perché hanno manifestato sin da subito la 'volontà' di contribuire. Va però ricordato che alle dipendenze delle società di calcio ci sono 'altri' allenatori, istruttori, preparatori e collaboratori che hanno meri redditi di lavoro: anche al di sotto delle medie nazionali. Su questi redditi non è ammissibile pensare ad alcuna riduzione. Per umanità".
Le proposte della Fifa per la stagione calcistica. Estesi i contratti in scadenza
La FIFA, come riferito su Twitter dal giornalista Arancha Rodriguez, ha rilasciato un documneto di 14 pagine in cui vengono redatte delle proposte da attuare nella stagione calcistica attuale dopo quando successo a causa del Coronavirus:
"In base alla corrente situazione, su un'analisi puntuale svolta dalla FIFA tenendo presente una coordinazione globale, è proposto che:
1) tutte le richieste di estensione della data di fine stagione siano approvate;
2) tutte le richieste di estendere o modificare periodi di registrazioni già iniziati siano approvate, posto che la loro durata (16 settimane) rientri nel limite massimo stabilito nelle regole per lo status e i trasferimenti di calciatori;
3) tutte le richieste di modificare o postporre periodi di registrazione ancora non cominciati siano approvate, posto che la loro durata (settimane) rientri nel limite massimo stabilito nelle regole per lo status e i trasferimenti di calciatori;
4) sia permesso di modificare le date della stagione e/o i periodi di registrazione, sia con TMS o notificandolo alla FIFA;
5) come eccezione all'articolo 6, paragrafo 1 delle regole per lo status e trasferimenti dei calciatori, un professionista il cui contratto è scaduto o è stato terminato come conseguenza del COVID-19 ha il diritto di essere registrato da una federazione anche fuori dal periodo di registrazione, indipendentemente dalla data della scadenza del contratto o dal momento in cui è stato terminato.
Giacché le decisioni sui periodi di registrazione dipenderanno dal calendario sportivo delle competizioni nazionali (che, al momento, resta incerto), la questione verrà monitorata e valutata dalla FIFA in modo continuativo".
Inoltre la radio Cadena Ser rende noti altri tre punti del documento:
- I contratti che scadono il 30 giugno saranno estesi automaticamente fino alla fine della stagione.
- Se un calciatore a cui finisce un contratto ne ha già firmato un altro, sarà effettivo alla fine della stagione.
- Si deve dare priorità al vecchio club per completare la stagione al fine di garantire l'integrità dei campionati.
FIFA aboga por flexibilizar las normas dada la crisis del COVID-19. Es un documento de 14 páginas con unas recomendaciones generales. Aquí un párrafo sobre la extensión de contratos y cesiones. pic.twitter.com/y34nefXnDz
— Arancha Rodríguez (@AranchaMOBILE) April 7, 2020
Cassetti: "Spalletti ha avuto un ruolo importante nella mia carriera. Fonseca è di grande livello"
Marco Cassetti, ex terzino della Roma, ha parlato dei suoi trascorsi giallorossi ai microfoni di TMW Radio:
Quale allenatore ha inciso di più nella tua carriera?
"Ne ho avuti tanti e ognuno mi ha dato qualcosa. Perotti a Verona, poi Malesani che sotto l’aspetto tecnico-tattico era uno dei migliori in circolazione e mi ha dato le basi. Poi Delio Rossi, Zeman, Spalletti, Ranieri. Ognuno di loro mi ha arricchito".
Prima del secondo scudetto potevi andare alla Lazio…
"E’ vero, ma potevo arrivare anche un anno prima alla Roma, ma ci fu il blocco del mercato del club per il caso Mexes".
Spalletti è tra i migliori tecnici della Roma?
"Ha avuto nella mia carriera un ruolo importante, è stato l’allenatore che mi ha voluto a Roma e decise di puntare su di me, che arrivavo da una provinciale. Mi sono ritagliato sempre il mio spazio, anche se arrivavano altri con un curriculum migliore. Poi metto Ranieri, perché dopo l’addio di Spalletti nel 2009 dopo un paio di giornate, ricompattò un gruppo forte ma che stava attraversando un momento particolare. Ha toccato i tasti giusti per rinvigorire il gruppo. E’ stata una cavalcata incredibile, che non ci ha visto vincere per un errore di percorso, quello con la Samp in casa".
Che rapporto è stato quello tra Spalletti e Totti?
"Il primo era un amore reciproco, si capivano subito. Lo trasformò in prima punta, con Perrotta che riusciva a cucire il gioco. Il rapporto poi si è rotto, so perché ma non posso dirlo. Non è stata neanche semplice la situazione di Spalletti, ossia quella di gestire la fine di una carriera straordinaria come quella di Totti. Anche io ho smesso a 38 anni e avevo sempre voglia di giocare, quindi non è semplice gestire un calciatore in queste fasi, ma neanche lui non ha avuto un approccio dei migliori".
Come è andata invece con Luis Enrique?
"Era arrivato dal Barcellona B, aveva idee straordinarie. Tante squadre stanno facendo quello che lui voleva fare, ossia di impostare il gioco dal basso. Ma è di difficile applicazione nel calcio italiano, perché dopo un po’ di partite finisce l’effetto sorpresa. E’ stato sempre una persona schietta, io però gli dissi la mia posizione. Lui mi chiese di adattarmi da centrale prima dell’arrivo dei titolari che dovevano prendere durante quel mercato, ma finito il ritiro, con la rosa al completo, mi allenavo solo da centrale. Per questo un giorno gli chiesi di tornare al mio ruolo. Mi sentivo ancora di poter giocare in quel ruolo, ma lui mi disse che mi vedeva centrale difensivo e non cambiò idea. Avevamo 4 centrali di ruolo e quindi io arrivavo quinto".
Meglio Spalletti o Fonseca?
"Spalletti ha fatto tanto per la Roma, potrebbe ancora allenarla ma ho visto Fonseca ed è molto preparato, ha idee. Ha per i prossimi anni un tecnico di grande livello".
Quale sarà il futuro di Florenzi?
"Lo vedo lontano da Roma. Se la Roma avesse creduto in lui, non avrebbe nemmeno preso in considerazione l’idea di darlo in prestito al Valencia. Io lo avrei tenuto, perché è titolare della Nazionale e avrebbe potuto essere utile. Era però diventato un bersaglio e ha preso l’opportunità di andare al Valencia".
Zambrotta: "Spinazzola ricorda il mio modo di giocare, sa fare entrambe le fasi"
Gianluca Zambrotta, ex terzino di Juventus e Nazionale, è sato protaginista del programma #CasaSkySport a cui ha parlato anche del giallorosso Leonardo Spinazzola:
"Negli ultimi anni il ruolo del terzino e’ stato un po’ modificato, riadattato. Anche grazie a giocatori come Dani Alves, Maicon che erano più attaccanti che difensori. Uno attuale che mi ha impressionato molto è Theo Hernandez del Milan, ha grande personalità e grande tecnica, poi c’è Spinazzola che può ricordare il mio modo di giocare, sa fare entrambe le fasi, difensiva e offensiva, sicuramente fa comodo a qualsiasi tipo di allenatore".
Fonseca: "Sono orgoglio di stare alla Roma e fare parte di questa famiglia. E' più di un club, voglio rimanere tanti anni" (video)
Paulo Fonseca, allenatore della Roma, è intervenuto nel programma "At Home" trasmesso da Roma TV. Questa un'anticipazione dell'intervista che andrà in onsa stasera alle 19:30:
"Abbiamo creato un programma essenzialmente fisico perché possiamo lavorare fisicamente e i giocatori hanno un programma per fare un lavoro fisico tutti i giorni e ovviamente controllato da Nuno Romano e Maurizio che parlano tutti i giorni con i giocatori. Solo così è possibile. I giocatori hanno le minime condizioni a casa, abbiamo mandato una cyclette per tutti e questo lavoro è controllato tutti i giorni e tutte le settimane. Io sono molto orgoglioso di stare qui, di fare parte di questa famiglia. In questo momento ancora più orgoglioso per quello che la Roma sta facendo, è motivo di orgoglio per me e per tutti i romanisti. In questo momento difficile il club che rappresenta questa città sta facendo di tutto per aiutare le persone in difficoltà in una forma che mi lascia molto orgoglioso. La Roma è più di un club di calcio, questo è evidente sopratutto in questo momento. Il lavoro che la Roma sta facendo è fantastico. Mi piace tanto il club, le persone che lavorano nel club e nell’organizzazione del club. I tifosi sono fantastici. Io voglio veramente rimanere a Roma tanti anni".
“La Roma è più di un club di calcio. Voglio restare qui a lungo”
Così @PFonsecaCoach ospite nel nostro talk ‘At Home’
Alle 19:30, qui su Twitter e #RomaTV pic.twitter.com/ToQ9c2JlzD
— Roma TV (@romatv) April 7, 2020
Fonseca: "Voglio rimanere a Roma tanti anni. Buona Pasqua a tutti"
Paulo Fonseca, ct della Roma, è intervenuto direttamente dalla propria abitazione ai microfoni dell'emittente giallorossa nella trasmissione "At Home". Queste le sue parole:
Come sta vivendo questo periodo di emergenza?
"Sono a casa, sto bene con la famiglia e i bambini. Ma sto bene."
La Roma ha dato tutte le disposizioni e le attrezzature per la preparazione. In che cosa consiste?
"Per noi è importante che i calciatori non si fermino. Abbiamo creato un programma essenzialmente fisico, quello che possiamo fare. I giocatori hanno questo programma per tutti i giorni. Ovviamente è controllato da Nuno Romano e Maurizio, che parlano coi giocatori tutti i giorni. E’ l’unica soluzione. I giocatori hanno lo standard minimo a casa. Gli abbiamo mandato cyclette e così possiamo controllare tutti i giorni e tutte le settimane per non fermarsi.
Sta pensando a che calcio sarà quello durante il Covid-19?
"E’ una situazione nuova per tutti e dobbiamo lavorare pensando solamente alla settimana. In questo momento è difficile immaginare quando sarà il rientro. Il giorno in cui torneremo sarà importante. Ovviamente parliamo tutti i giorni e parliamo delle possibilità al rientro. E’ difficile immaginare cose perché non sappiamo niente ora, sarà fondamentale sapere quanto tempo abbiamo prima del primo giorno, quando sarà questo giorno, quando inizierà la prossima stagione. Questo sarà il nostro pre-stagione, perché non avremo tempo dopo. Tatticamente abbiamo passato molti mesi con i calciatori e non ci preoccupa molto, ci preoccupa solamente la questione fisica. Sarà importante anche capire come fare se non avremo il pre-stagione, sarà difficile dare vacanze così. E’ difficile immaginare il futuro senza sapere quando torneremo. Riguardo la questione fisica Nuno e Maurizio stanno facendo un gran lavoro."
C’è un tempo limite per la preparazione? Quante settimane servono per tornare ad una partita ufficiale?
"Se continua così almeno tre o quattro settimane. Sarà sufficiente per tornare. In Germania hanno iniziato ad allenarsi, ma con restrizioni. Abbiamo anche pensato se c’è la possibilità di tornare a lavorare con tutto il gruppo al rientro. Faremo gruppi di 6 o 7 giocatori, ci sarà distanza, saranno scaglionati. Non faranno la doccia a Trigoria, ma nelle camere individuali di Trigoria o a casa. Ci abbiamo pensato, ma non è facile."
La Roma si è mossa subito per l’emergenza
"Siamo molto soddisfatti. Non abbiamo alcun contagio nella squadra ed è veramente importante."
La Roma potrebbe ritrovare Zaniolo se il campionato dovesse riprendersi più avanti…
"Sì, Zaniolo è stato fortunato. Sta lavorando e recuperando bene. Vediamo se sarà possibile al nostro rientro che Zaniolo lavori con noi. Ora non lo sarebbe, magari più avanti sì."
La Roma è in prima fila per combattere il Virus. E’ vero che sente la città sempre più sua?
"Sì, io sono molto orgoglioso di stare qui, di fare parte di questa famiglia della Roma e in questo momento sono ancora più orgoglioso, perché quello che la Roma sta facendo è motivo di orgoglio per me e penso per tutti romanisti. In questo momento di difficoltà, il club che rappresenta questa meravigliosa città sta facendo di tutto per aiutare le persone di Roma in una forma che mi lascia molto orgoglioso. Penso che la Roma sia più di un club di calcio. In questo momento, questo è più evidente con il lavoro di Roma Cares."
Resta alla Roma a lungo allora...?
"Io lo vorrei tanto. Mi piace tanto il club, le persone che ci lavorano, l’organizzazione, la città, i tifosi che sono fantastici. Voglio rimanere a Roma tanti anni."
Fonseca poi saluta i tifosi con l’augurio di una buona Pasqua:
“So che non è la Pasqua a cui siamo abituati. E’ importante essere in salute. Stiamo migliorando e dobbiamo passare la festa con allegria, serenità e speranza. Tra poco saremo tutti insieme allo stadio a vedere la nostra Roma e cantando il nostro inno che mi piace tanto. Dobbiamo essere positivi. E’ importante farlo per cambiare il momento. Buona pasqua a tutti”.
“La Roma è più di un club di calcio. Voglio restare qui a lungo”
Così @PFonsecaCoach ospite nel nostro talk ‘At Home’
Alle 19:30, qui su Twitter e #RomaTV pic.twitter.com/ToQ9c2JlzD
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Dacourt: “Tornare a giocare senza pubblico non ha senso, preferisco aspettare"
Olivier Dacourt, ex centrocampista della Roma, È intervenuto all’emittente radiofonica CSS. Queste le sue parole:
Sulla ripresa dei campionati.
"Nessuno sa quando ne usciremo, prima di iniziare a giocare nuovamente le squadre avranno bisogno di settimane o mesi per la preparazione. Capisco benissimo che ci siano tanti soldi in ballo ma di fronte ad un’emergenza di questa portata abbiamo l’obbligo di pensare alla salute perché il calcio torna ad essere solamente un gioco. La UEFA sicuramente perderà molti soldi ma vorrei ricordare anche i tanti club che rischiano il fallimento. Il calcio è fatto di emozioni, sia per gli atleti che per i tifosi, tornare a giocare senza pubblico non ha senso, preferisco aspettare."
Sui francesi passati da Trigoria.
"È molto complicato parlare di calciatori accostati alla Roma perché l’ambiente è molto difficile da gestire. Nzonzi, Gonalons e Grenier sono tre ottimi calciatori che non hanno lasciato il segno, purtroppo quando la squadra va male le cose possono essere molto difficili. In passato sono stato criticato anche io dopo aver detto di non percepire lo stipendio da sei mesi ma ho giocato ugualmente una buona partita nonostante i fischi. Non tutti i calciatori sono uguali però, molti vanno in difficoltà sotto pressione."
Sul taglio stipendi.
"Non penso che i calciatori debbano essere obbligati a tagliarsi l’ingaggio, ognuno ha una propria responsabilità e dovrebbe aiutare la società se ne sente l’esigenza. I giocatori del Bayern hanno raccolto tanti soldi per scelta loro, non per un’imposizione esterna. Ci sono tante categorie con ingaggi importanti eppure si parla sempre dei calciatori. Quando ho lasciato la Roma sono andato all’Inter perché non vincevano lo Scudetto da molto ed ho sempre amato le sfide. A Roma ho trascorso degli anni fantastici ma ho il rimpianto di non aver vinto nulla, mi è dispiaciuto tantissimo perché i tifosi lo meritavano."
Lady Dzeko: "Edin è un papà molto presente e molto tenero"
Amra Dzeko, compagna del numero 9 della Roma, ha rilasciato un'intervista per il programma televisivo ROMA TV. Queste le sue dichiarazioni:
Come vanno queste giornate di quarantena?
“È un periodo molto difficile per tutto il mondo e per l’Italia. Stiamo cercando di seguire tutte le indicazioni e rimanere a casa. Questo è il messaggio che stiamo mandando. Non è troppo dura, i bambini sono contenti di avere il papà a casa. Poi abbiamo la futura di avere il giardino e fuori c’è bel tempo. Ci alleniamo e i nostri figli si divertono, poi cuciniamo e giochiamo. I giorni passano.”
Edin aiuta in questo momento? Com’è come papà?
“Si, stiamo facendo tutto insieme. Lui è un papà molto presente e molto tenero.”
Cosa vi manca fare?
“Mi manca stare fuori. Io sono una persona vivace, mi manca allenarmi, mi manca vedere le persone e andare al bar qui vicino casa. Mi mancano gli amici. In questo periodo dovevamo essere in Bosnia perché Edin avrebbe avuto impegni nazionali. La prima cosa che farò sarà andare a visitare la famiglia.”
Chi fa le cose a casa in questi giorni, avete una sorta di organizzazione?
“No, è tutto spontaneo. Edin per esempio non sa cucinare, però è un assistente perfetto.”
Raccontaci di te, da dove vieni?
“Io vengo dalla Bosnia. Ma per noi Roma è diventata la seconda casa. A quindici anni ho iniziato a lavorare come modella, a sedici sono andata via di casa. Prima di conoscere Edin ho lavorato a Los Angeles. Al momento sto lavorando con due fondazioni con le quali stiamo facendo raccolte di fondi per borse di studio per ragazzi.”
C’è una cosa di Edin che ti fa arrabbiare?
“Sì, odio quando sto parlando e non mi ascolta perché è impegnato col telefono. Però succede anche a me a volte. Quindi quando devo dire qualcosa di importante gli chiedo di lasciare il telefono.”
Vai allo stadio a vedere Edin?
“Sempre. Amo andare allo stadio e vedere tutte le partite. Io prima non seguivo il calcio, ma quando diventa la tua vita diventa anche passione. Vado a tutte le partite e cerco di portare anche i bambini e ci divertiamo tanto.”
E quando segna che cosa provi?
“Io urlo tanto, non riesco a controllarmi. Non solo quando segna lui. Ma lo stadio è fatto per quello e quindi io mi diverto.”
Ce l’hai un sogno nel cassetto?
“Da piccola volevo essere un veterinario.”
Serie A, la ripartenza ha perso tutti i limiti
IL MESSAGGERO - La Lega teme che il banco possa saltare, e ha convocato d'urgenza per oggi una videoconferenza tra i presidenti di Serie A. Si discuterà delle linee guida per affrontare la crisi generata dall'emergenza Coronavirus. Tra questi, naturalmente, c'è anche la questione stipendi. Il tema centrale che oggi sarà affrontato dai club è quello di fare capire ai propri giocatori che un taglio agli ingaggi sarà necessario. Anche perché i tempi di ripresa e chiusura dell'attuale campionato rischiano di dilatarsi sempre di più. Secondo Gravina - presidente della Figc - la speranza più grande è quella di tornare a giocare a maggio: «Stiamo lavorando su tutta una serie di idee per gestire al meglio questa situazione. Una data per ripartire è quella del 17 maggio ma sappiamo, e lo sottolineo ancora una volta, che è una ipotesi. Serie A fino a settembre-ottobre? È un'altra ipotesi». Una sorta di avviso a quei pochi che non sono d'accordo sulla ripresa.
Zaniolo: “Roma, sei tutto e non ti lascerò”
IL MESSAGGERO - CAPUTI, LENGUA - Nicolò Zaniolo l’isolamento lo vive in un attico al Torrino di proprietà di Francesco Totti, una casa in cui l’ex capitano ha vissuto negli anni in cui ha fatto innamorare i tifosi. Lì Zaniolo lavora per recuperare dall’infortunio che lo tiene fermo dal 12 gennaio, consapevole delle sue potenzialità e di tutto l’interesse che si è generato intorno a lui. Nonostante ciò non ha intenzione di lasciare Trigoria. Di questo e altro ha parlato nel corso dell’intervista. Queste le sue parole:
“La Roma per me è tutto, mi ha regalato emozioni indescrivibili a partire dall’esordio al Bernabeu. Mi ha fatto esultare, giocare all’Olimpico e sentire amato dai tifosi. Quindi, non vedo il motivo per cui debba cambiare e spero di rimanere qui per tantissimi altri anni“.
"L’infortunio al ginocchio è stata una bella batosta. Sono riuscito a superarla solo dopo le prime due-tre settimane che sono state molto dure. Il mio carattere non è mai cambiato e sono stato sempre sorridente e felice. Ogni giorno mi do degli obiettivi da raggiungere e superare. Il ginocchio risponde bene, spero di tornare in campo più forte di prima".
La foto del bambino che gioca a pallone con la sua maglia in una Milano deserta è diventata un simbolo di libertà in Italia. Se avesse davanti quel bambino che cosa gli direbbe?
"Appena ho visto quella foto sono rimasto stupito, contento. La passione per il calcio c’è sin da piccoli e quel bambino la rispecchiava in pieno. Sono orgoglioso che indossasse la mia maglia ed è segno che qualcosa di buono ho fatto e che dovrò continuare così per rimanere nel cuore di questi bambini che hanno grandi sogni. Se lo avessi davanti lo porterei sicuramente a Trigoria per fargli vedere come ci comportiamo e alleniamo. Un piccolo gesto ma credo che lo farebbe molto felice".
Lei e i suoi colleghi alla Roma sareste pronti a una riduzione dei salari per aiutare il club?
"Penso che siano cose che vadano gestite prima all’interno e poi fatte sapere all’esterno. Spero si arrivi a una soluzione che riguardi tutto il calcio italiano".
L’Europeo è slittato e si giocherà nel 2021…
"In questo momento è difficile provare emozioni positive perché siamo tutti rinchiusi in casa ed è un periodo molto duro. Di certo poter sperare di nuovo di giocare l’Europeo è un’emozione bellissima, voglio riuscire ad arrivarci al 100%".
Il Club, attraverso Roma Cares, sta avendo un ruolo importante nel sociale in questo momento.
"Sono molto orgoglioso di far parte della famiglia Roma. Sì, perché per me la Roma è davvero una famiglia e lo sta dimostrando in questo brutto momento in cui tutti si stanno aiutando, a partire dalla società fino ad arrivare ai tifosi. Voglio ringraziare tutti, giocatori compresi. Riusciremo a uscire da questo momento per tornare ad abbracciarci di nuovo".
Vice Dzeko, piace Hurtado del Boca
IL MESSAGGERO - CARINA - Mercato bloccato nei fatti ma non nelle idee. Perché alcune esigenze tecniche sono chiare da tempo. E quella di cercare un vice Dzeko è una lacuna che la Roma si porta dietro da almeno un paio di stagioni. Fallito l’investimento con Schick, nell’ultima stagione Petrachi ha giocato la carta esperienza con Kalinic. Un flop, al netto della doppietta con il Cagliari. Due le strade da perseguire per il futuro: cercare un altro calciatore esperto in prestito oppure affiancare a Dzeko un giovane da far crescere che poi, nel tempo, dovrà sostituirlo. Per questo secondo profilo si sta studiando Hurtado. Il 20enne venezuelano gioca nel Boca Juniors ma la scorsa estate è stato a un passo dai due club genovesi. Hurtado è un diamante grezzo: buon colpo di testa, presenza costante sotto porta, molto veloce nello stretto ma soprattutto in campo aperto.
Doni: «Roma, grazie a te ho raggiunto il top»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PIETRELLA - Alexander Marangon - per tutti Doni - ex portiere brasiliano che in carriera ha vestito la maglia della Roma, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata sull'edizione odierna del quotidiano in cui ha parlato del suo passato da romanista e delle prospettive della squadra giallorossa. Queste alcune delle sue parole:
Verso la Roma si percepisce da parte sua una riconoscenza infinita.
«Certo. In maglia giallorossa ho vinto tre trofei, ho conquistato la Coppa America da titolare e ho giocato con grandi compagni. Ricordo ancora il primo giorno che ho visto il Colosseo: un’emozione. Come l’inno di Venditti, sentito ogni volta che la squadra entrava in campo a riscaldarsi».
Adesso lei guarda l’Italia da lontano. È preoccupato per quanto sta accadendo?
«Mio fratello e mia sorella vivono a Roma, ma anche negli Usa siamo tutti a casa. Situazione difficile, abbiamo paura».
[..]
Segue sempre la Roma?
«Ogni tanto, quando posso. L’azienda mi tiene impegnato per molto tempo, ma sono rimasto legato a quei colori».
Chi la convince di più?
«Zaniolo, un vero talento. Poi apprezzo anche Fonseca, è un bravo allenatore. Riguardo ai brasiliani, invece, di Ibañez si dice un gran bene, Juan Jesus è bravo. Infine sono sicuro che Fuzato farà grandi cose con la maglia della Roma. È un ottimo portiere».
[..]
Parliamo di Totti, che compagno è stato?
«Un grande. Lo considero senza dubbio uno dei più forti calciatori di sempre...».
De Rossi invece?
«Un amico, anche lui un grandissimo. Giocare con lui era fantastico, teneva il centrocampo e la difesa. Mi sentivo al sicuro».
Tra Totti e Spalletti non è finita bene, sorpreso?
«Quando c’ero io hanno sempre avuto un rapporto normale. Di quello che è accaduto dopo non posso parlare perché non lo so».
Ci racconti lo Spalletti allenatore.
«Con lui ho vinto due Coppe Italia e una Supercoppa da titolare. Ho lavorato con altri grandi allenatori, ma lui è stato il migliore mai avuto. Ti diceva sempre le cose in faccia, e poi era meglio non farlo arrabbiare. Era capace anche di prenderti a schiaffi (ride, ndr )!».
Con Ranieri invece, problemi, visto che le preferì più volte Julio Sergio?
«Mai avuto niente con lui».